Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Lost In Donbass    11/04/2020    2 recensioni
Midnight Olson è ribelle, testarda, violenta, sregolata. Non ha freni, non li ha mai avuti.
Denis Shostakovich è rabbioso, sfacciato, arrogante. Non è in grado di fermare la sua vita di eccessi.
Lei è una studentessa, lui il cantante della band metalcore più in voga del momento. Non si conoscono, e se si conoscessero si odierebbero. Ma caso vuole che Richard, fratello di lei e bassista nella band di lui, si porti dietro la sorella per strapparla ai guai nei quali si è cacciata. Così i mondi di Denis e Midnight vengono in contatto, e c'è da mettersi le mani nei capelli. Tra litigate epocali, tradimenti, violenza gratuita, droga, luci della ribalta e soprattutto tanta musica metalcore, ecco a voi la storia d'amore più sregolata di sempre. Perché noi siamo il rock'n'roll e non abbiamo intenzioni di fermarci. Nemmeno da morti.
Genere: Angst, Commedia, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

CAPITOLO TERZO: JOIN THE CLUB

Do you think you're the only one who feels the way you do?
We're all fifty shades of fucked up;
Well, join the club, yeah, join the club.

[Bring Me The Horizon – Join The Club]

 

 

Midnight

 

-Wow, così sei ancora più sexy.

Questa fu la frase che mi accolse una volta che fui tornata in sala con addosso degli abiti, il trucco sistemato e i capelli pettinati. Denis mi guardava dal divano con un sorrisetto idiota stampato sul viso. Gli feci il medio e mi lasciai cadere su una poltrona, accavallando le gambe e lanciandogli una delle mie famose occhiatacce. Ma, mentre da un lato lo trovavo già un cretino al quale sarei stata ben distante, dall'altro non potevo fare altro che figurarmi a letto con lui. Non sono mai stata una persona prona a farsi problemi sul sesso, e ancora meno a questionare il fatto di essere attratta o meno da un ragazzo. Quindi, nonostante provassi già una certa avversione per le sue battutine di cattivo gusto o i sorrisini sarcastici, ero anche concentrata a valutare la sua bellezza schietta e a pensare che dio, se solo fosse stato un po' meno antipatico …

-Denis, ti ricordo che stai parlando a mia sorella.- lo gelò Richard, entrando in sala con il pie di carne. Mi dovetti ricredere sulle abilità da casalinga di mio fratello: era veramente in gamba a maneggiare vassoi e cominciare a servire in tavola.

-Dai, Ricky, sono sicuro che Midnight non si scandalizza. Non mi sembra il tipo.- continuò Denis, e trovai che aveva un modo di dire il mio nome che era straordinariamente sensuale, con quell'accento straniero e quella voce assurdamente dolce. Avevo sentito qualcuna delle canzoni della loro band, e avevo sempre trovato la voce del cantante morbida e melodica, nonostante le urla e i growl che costellavano i loro pezzi. Ma sentirlo parlare era una pura melodia per le orecchie.

-Penso allora che non ti scandalizzi nemmeno tu se ti dico che se ti tappassi quella fogna di bocca saresti il triplo più sexy, no?- sbottai, alzandomi di scatto dalla poltrona e andando a sedermi a tavola.

-Mi trovi carino, dolcezza?- continuò lui, sedendosi di fronte a me.

-Ti trovo un idiota. Contento, adesso?- conclusi, assaltando la mia fetta di pie.

-Midnight, cerca di mangiare come una persona normale.- mi sgridò subito Richard – Stai sporcando tutta la tovaglia.

Sbuffai e roteai gli occhi al cielo. Sapevo di non essere esattamente una finezza a tavola, ma non mi sembrava il momento per mio fratello di rimproverarmi. Non davanti a Denis, perlomeno.

Rallentai un attimo il ritmo di divoro del cibo per osservare i ragazzi. Richard mangiava civilmente. Andrew giocherellava con la forchetta. James e Denis sembravano due maiali. Non capivo perché mio fratello se la dovesse prendere con me quando praticamente conviveva con delle bestie.

-Allora, Midnight. Ci sono giunte voci che non sei esattamente una santarellina.- attaccò Denis, guardandomi fissa negli occhi.

Richard lo fulminò, ma lui parve non accorgersene.

-No, per niente.- sorrisi io – E ve ne accorgerete presto.

-Hey, il coniglietto tira fuori i dentoni.- sghignazzò Denis.

-Già. E il coniglietto morde. Eccome se morde.- ribattei.

-Conigli? Ci sono dei conigli? Dove?- Andrew tirò su la testa dal piatto, guardandosi intorno – Ma io non li vedo. Ricky, dove sono i coniglietti? Ne adottiamo uno?

-Non ci sono conigli, Drew. Mangia.- disse in coro perfetto il resto della band.

-Ma i conigli …

-Mangia!

-Dai, che poi si raffredda e fa schifo.- sospirò Richard, dandogli una leggera carezza sulla spalla – Semmai ne parleremo, sull'adozione del coniglio.

Andrew sembrò sollevato e tornò a giocare col cibo.

-Denis, potresti anche piantarla di fare il cafone.- commentò James – Senti, Midnight, ti disturba vedere un uomo nudo?

Prima che mio fratello potesse saltargli alla gola, Denis si premurò di dire

-Non credo, immagino ne abbia già visti in abbondanza.

Di nuovo battendo sul tempo Richard, io incrociai le braccia al petto

-Vorresti anche solo essere uno di quelli, ma non credo che avrai mai l'onore di vedere nuda la sottoscritta.

-Ah no?- Denis si sporse verso di me, e dio, un brivido mi percorse la spina dorsale. Potevo fare l'arrogante quanto volevo, ma quel giovane uomo era di quanto più erotico avessi mai visto. Anche con la maglietta sbrindellata, la collana al collo e gli occhi lucenti – Ne sei così sicura, dolcezza?

-Non mi concedo a un cretino.- mi sporsi anche io verso di lui, cercando di sostenere il suo sguardo. Aveva gli occhi ambrati, con delle deliziose pagliuzze dorate, luccicanti, impreziositi da lunghe ciglia femminee. Belli, nonostante tutto. Ti catturavano, ti calamitavano anche se l'ultima cosa che volevo in quel momento era essere calamitata da quell'idiota.

-Scommettiamo che entrerai nel mio letto e piangerai per non esserti concessa prima?- mi provocò Denis.

-Scommettiamo che sarai tu a pregarmi di venire a letto con te e quando tu sarai lì in ginocchio io ti sputerò in faccia?- ribattei io.

Denis stava per continuare la diatriba che James gli tirò un pugno in testa, mentre Richard gli dava un calcio nello stinco.

-Piantala, Denis! Ti pare il modo di parlare a una ragazza?!- gli urlò James, per poi rivolgersi verso di me – Scusalo, è un cretino patentato.

-E non provare più a trattare così mia sorella!- strillò Richard – Denis, giuro che ti caccio di casa! E tu, Midnight, non dargli corda.

-E' lei che ha iniziato!- sbottò lui.

-E' lui che ha iniziato!- sbottai io in sincrono.

Ci guardammo, e i suoi stupendi occhi ambrati erano diventati due capocchie di spillo, come immaginavo fossero anche i miei

-Allora, coniglietto dentone, vuoi giocare?

-Voglio sbranare, non voglio solo giocare.

Richard stava già per ricominciare a strepitare come una donna che Andrew intervenne

-Oh, sono tornati i conigli! Che bello. Ricky, ce le abbiamo le carote?

 

Denis

 

Stavo tornando a casa insieme a James, fumando una sigaretta e tentando di ignorare l'aria torva del mio batterista. Dopo un po' che camminavamo, ruppi il silenzio

-Oh, okay. Che c'è? Cosa ho fatto?

James mi diede una leggera spinta e scosse la testa, grattandosi la zazzera bionda.

-C'è che sei un cafone maleducato, Denis. Eravamo a casa di Richard, e tu gli hai insultato la sorella come se fosse una delle sgualdrine che ti porti a letto. Cosa che non meriterebbero nemmeno loro, ma a maggior ragione la sorella di Richard. Hai profondamente mancato di rispetto a entrambi, e se ti lei non te ne frega niente, dovrebbe fregartene qualcosa di lui.

Roteai gli occhi al cielo, perché obbiettivamente aveva tutte le ragioni. Volevo bene a Richard, e non volevo essere irrispettoso nei suoi confronti, ma quella ragazza, quella Midnight … non sapevo cosa avessi provato nel momento in cui avevo incontrato i suoi occhioni violetti pesantemente truccati. Mi si era smosso qualcosa a livello inconscio che mi aveva portato a rovesciarle addosso tutte le mie battute di cattivo gusto. L'avevo sentita più vicina a me di quanto volessi ammettere, perché era palesemente diversa da tutte le ragazze che avevo conosciuto, aveva una volgarità, una schiettezza, una rabbia repressa in quegli occhi che mi aveva colpito. Glielo leggevi in quelle iridi sbagliate che c'era qualcosa che non andava, che aveva realmente qualcosa da dire, che aveva dei motivi per presentarsi nuda davanti a degli estranei, che … non sapevo nemmeno io bene cosa pensare di lei, della sua voce roca, del suo atteggiamento sprezzante, delle sue risate rumorose.

-E allora te che giravi nudo?- ribattei.

-Cosa c'entra.- James si strinse nelle spalle – Io vestito non ci resto. Tanto valeva che capisse subito come funzionano le cose. Almeno io non le ho dato della puttana.

-Mi dava sui nervi, okay?- tentai di difendermi – Con quell'atteggiamento.

-E' il tuo stesso atteggiamento. Arrogante, volgare e spaccone.- disse James, con la sua aria da saggio – Comunque, a me pareva una ragazza simpatica e alla mano.

-Sì, come no. Era una cretina insopportabile.- sbuffai, anche se ero il primo a pensare che avrei disperatamente voluto rivederla. Non era la solita ragazza bellissima, come quelle di cui mi circondavo. Era bassa, ossuta, con un taglio emo passato di moda, le ciocche rosa e un trucco mal fatto sulla faccetta rotonda: niente di speciale, di sexy, o di fascinoso. Eppure, il fascino ce lo aveva eccome. E che fossero gli occhi, la voce, il tono o addirittura anche lo stesso taglio di capelli, non avrei saputo dirlo. Sapevo solo che volevo rivederla, prenderla ancora in giro, sentire ancora i suoi insulti, magari ridere di lei. Magari toccarla, e sentire se aveva le pelle morbida, fredda, calda.

-Denis, ti conosco, e lo so quando menti.- mi rimproverò subito James – Quindi, ammettilo: ti piaceva, la ragazzina.

-No!- strillai subito. Poi James mi guardò con quel suo modo speciale e retrocedei – Non mi piace. Ma mi intriga. Contento?

-Sarò contento quando il tuo concetto di intrigo non coinciderà con una carrellata di insulti gratuiti all'indirizzo di una ventenne.

Ci guardammo e ci demmo una spinta amichevole. Calciai una lattina e mi passai una mano tra i capelli.

-Secondo te Richard sarà tanto arrabbiato?

-Beh, fossi in lui, sarei semplicemente furioso.

-Che poi non ho capito perché si è portato la sorella a Londra.

-E' una ragazza che ha avuto dei problemi, Denis. È anche questo il motivo per cui noi dovremmo aiutarla e non aizzarla.

-Sono stato un cretino?

-Lo sei sempre, Shostakovich.

Sorrisi appena e camminammo ancora per un po' in silenzio. Sapevo che il giorno dopo avrei dovuto scusarmi col mio bassista, ma sapevo anche che non l'avrei fatto. Ero un bastardo, e lo sapevo, ma mi chiedevo cosa avrebbero potuto aspettarsi da un ragazzo che dalla violenta periferia ucraina si era ritrovato sbattuto a Londra. Che c'entrava, anche io avevo i miei demoni che risalivano dai tempi di Donetsk, le mie paure, i miei problemi e quella ragazzina emo sembrava avere mostri rinchiusi negli occhi che mi ricordavano i miei, di mostri. Quella tendenza ad attaccare, quel lampo tempestoso, quell'arroganza un po' da periferia, di chi crede di avere il mondo in mano ma palesemente non ha altro che un pugno di cenere e una bottiglia vuota. Mi chiesi chi fosse davvero quella ragazza. Quali fossero stati i suoi problemi. Cosa nascondesse.

-Jimmy, lo sai che io non sono bravo ad aiutare le persone.

-Ma potresti sempre evitare di creare danni.

Un punto a James. Mi fermai, perché ormai eravamo arrivati davanti a casa mia e mi grattai il retro del collo, incerto.

-Я в раздрае, ты знаешь.- mormorai io.

-E io non parlo russo, cocco. Cosa hai detto?

Non gli risposi. Sapevo di essere un disastro, l'avevo sempre saputo e in fondo non c'ero mai davvero venuto a patti. Come non ero venuto a patti con la madre che avevo lasciato in Ucraina, e che continuava a dirmi perché non ero andato all'università invece che andarmene in Inghilterra a cantare. Col fratello morto suicida troppi anni prima. Con la sfrenatezza di una vita che non sentivo ancora totalmente mia.

-Niente, Jimmy.- sorrisi, ma faceva male – Niente di importante. Ci vediamo domani in studio?

-Puoi dirlo. Buonanotte.

-'Notte.

Lo guardai allontanarsi lungo la via, prima di entrare in casa e chiedermi perché fossi un disastro. Perché fossi fottuto dentro. E perché semplicemente quella ragazza avesse gli occhi che urlavano di essere salvati.

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Lost In Donbass