A song to say goodbye.
Mio
caro Remus,
credo
che un Dissennatore mi sia entrato nella testa. Lo so che viola ogni regola della
magia ma ho convissuto con loro dodici lunghi anni ad Azkaban e non ho mai
avuto così tanta paura come adesso, non li ho mai sentiti vivi e veri come ora.
Tra poco, lo sento, succederà qualcosa di enormemente pericoloso.
Voldemort
è troppo vicino a Harry, e Kreacher, quel sudicio elfo puzzolente, sparisce di
continuo. Potrai pensare che non sia vero o che io sia soltanto un folle, ma
sono convinto che lui vada a trovare la mia cara cuginetta. La odio come odio
il mio stesso sangue sporco di superbia e cattiveria. Non posso fidarmi di
qualcuno che non sia tu (o Fierobecco. È un gran bell'Ippogrifo, ma parliamo due
lingue diverse) e ho deciso di affidarti queste parole. Probabilmente, se le
leggerai vorrà dire che io sono morto.
E forse
lo spero.
Capisci
perché dico di avere un Dissennatore nella testa?
Ho
perso la mia gioia di vivere, la fiamma che ardeva nel mio cuore, la mia sete
di avventura e di gloria. I giorni trascorrono, lunghi ed inesorabili, sempre
allo stesso modo tra le mura di Grimmauld Place, tutti uguali nel grigio della
polvere. Non trovi particolarmente ironico che io sia fuggito da questa casa a
diciassette anni e che ora questo sia diventato l'unico posto in cui io sono al
sicuro?
Ogni
mattina, quando apro gli occhi, mi domando com'è possibile che io possa ancora
respirare. Faccio una fatica immensa a trascinarmi fuori da un letto scomodo e
cigolante e, sebbene io sappia che dovrei essere grato di essere ancora vivo,
una parte di me vorrebbe solo una scossa, un qualcosa che mi faccia sentire
libero dalla mia prigionia. Essere vivo non è abbastanza. Mi sento una pedina
che non ha speranza di salvarsi.
Le
riunioni dell'Ordine per un po' mi permettono di viaggiare verso un mondo in
cui io non sarò più un galeotto ma solo Sirius Black, di poter lottare per le
idee in cui credo, di difendere il sangue dei nostri amici, James e Lily, che
scorre dentro le vene di Harry ma... la verità è che Pivellus
ha ragione: ho la stessa utilità di uno dei soprammobili impolverati che
Kreacher si ostina a non voler toccare.
Non
sono d'aiuto.
C'è
qualcosa nella mia testa che mi dice che sono già morto e, se è così, non
voglio restare qui a ricoprirmi di sporcizia e Bundibum tra le imprecazioni di
mia madre.
Non
voglio morire, Remus.
Vorrei
che ci fosse un ricordo felice abbastanza forte da scacciare il Dissennatore
che ho nella testa ma, adesso, qualsiasi ricordo mi fa male quanto una
maledizione Cruciatus. Mi spacca il cuore, capisci
cosa intendo?
Ho
freddo.
Ho
paura.
Oggi mi
sono guardato allo specchio per la prima volta e ho visto i miei occhi: sono
spenti.
Spenti.
Sono il
fantasma di me stesso.
Sono
spento.
E se
questo fosse un addio, Remus?
Se lo
fosse, vorrei scriverlo solo a te.
Sirius Black
***
The
N’s side
Buongiorno
a tutti e buona Pasqua! :)
Volevo
solo “regalare”, come un abbraccio da lontano, questa breve OS a Pally.
Cosa ve
ne pare? Sirius Black è il mio personaggio preferito ma, rileggendo la saga, mi
sono chiesta a cosa pensasse lui prima di andare al Ministero e cosa provasse
nell’essere intrappolato a Grimmauld Place.
Fatemi
sapere cosa ne pensate con un commento oppure seguitemi su facebook!
Ps:
il titolo della storia è quello della canzone che me l’ha ispirata, che potete
ascoltare qui.