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Autore: Kiarachu    12/04/2020    1 recensioni
Dopo aver risolto il caso degli ululatori notturni, Judy riprende la sua routine di poliziotta affiancata da Nick, ma le manca qualcosa. Ma succederanno delle cose che riempiranno questo vuoto.
Genere: Azione, Sentimentale, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Capitan Bogo, Judy Hopps, Nick Wilde, Nuovo personaggio, Yax
Note: Movieverse | Avvertimenti: Spoiler!
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Arrivati lì, Nick spiegò che dovevano andare a Thundratown per trovare suo padre (Bogo sapeva del passato di Nick, e sapeva anche che Percival “Morte Rossa” Wilde era un tipo molto pericoloso), per avere più indizi per quei casi.

 

“Sappiamo che c’è lui dietro a tutto questo, ma non sappiamo ancora perché. La mia ipotesi è che riguarda gli appartamenti. Abbiamo scoperto, interrogando i familiari e gli amici delle vittime, che tutti vivevano in piccoli appartamenti comprati coi loro risparmi o ereditati. E che qualcuno voleva comprarli. Supponiamo che quel qualcuno possa essere Percival. Ma non sappiamo perché abbia usato quella droga su di loro,” Judy dichiarò, esponendo quello che avevano scoperto.

 

Poi intervenne Nick, “Dobbiamo andare a Thundratown sotto copertura. Dovremmo andare in un posto dove i poliziotti…non son ben visti. Quindi dobbiamo andare lì in abiti civili.”

Il capitano li squadrò, e si massaggiò la cima del naso. “Non è che andrete a…Profondo Freddo?” chiese, accigliandosi.

 

Nick fece un’espressione preoccupata, e dichiarò, “Eh, sì.”

Il bufalo sospirò, e dopo un po’ replicò, “Ok, però dovete prendere delle armi. Andate all’armeria, e prendete delle pistole elettriche con settaggi multipli. E state attenti!” aggiunse, aggrottando la fronte.

 

I due annuirono, e Nick aggiunse, “So quanto sia pericolosa quella zona, staremo attentissimi! Andiamo, Carotina, abbiamo una missione da portare avanti!”

Judy annuì, e andarono nell’armeria, a prendere i taser che sparavano dardi elettrificati che potevano essere regolati a seconda dell’animale da colpire.

 

Poi si cambiarono negli abiti civili con protezioni che avevano nell’armadietto, e andarono a Thundratown.

Da lì, Nick la guidò verso una “zona segreta”, ed entrarono dalle retrovie. La volpe superò diverse stanze, dove c’erano vari animali dediti ad attività criminali. Judy voleva prendere qualche prova, ma Nick disse che non era il caso, e di concentrarsi sulla missione principale.

 

Arrivarono al laboratorio dove Percival estraeva la droga dalle foglie, e videro che il posto era deserto. Andarono nella stanza, e Nick stette di guardia alla porta, mentre Judy faceva un filmato e foto con lo smartphone.

 

Poi raccolse alcuni campioni di liquido e foglie, per analizzarli, e infine fece delle scansioni – sempre con lo smartphone – di varie carte. Parevano degli atti di possedimento di appartamenti, ma mancavano le firme dei proprietari originali.

 

Erano tutti nomi familiari, erano i nomi degli animali in coma. Un idea cominciò a formarsi nella testa di Judy, ma prima che potesse dire qualcosa a Nick lei sentì qualcosa che la pungeva dietro al collo, e dopo poco la vista le si oscurò e si addormentò, gemendo piano.

 

Nick sentì quel suono, e vide Judy accasciarsi a terra. Ansimò, preoccupato, e vide suo padre su una balaustra sopra al laboratorio, con una cerbottana e un dardo in mano. Digrignò i denti, e senza pensarci sparò un dardo elettrificato dal taser, senza nemmeno guardare su che settaggio era impostato.

 

Percival stava per sparare un altro dardo verso Nick, ma la freccia elettrificata arrivò prima, e si accasciò a terra, tremando violentemente.

Il poliziotto andò dalla coniglia, e la controllò. Aveva una spina conficcata nella nuca, e lui prese lo smartphone e fece delle foto come prova.

 

Per fortuna era solo addormentata, ma lui era sicuro che quel dardo era imbevuto della droga.

Poi andò a controllare suo padre, e ascoltò il polso, e sentì che era morto. Ansimò, e guardò il settaggio: elefante.

“Accidenti…beh…da un certo punto di vista è meglio così. Meglio chiamare i rinforzi…” Nick dichiarò, vedendo Judy e suo padre, e guardando il laboratorio.

 

Chiamò la centrale con la radio, e arrivò l’agente Wolford; Nick lo guidò attraverso la radio, per portarlo verso la porta sul retro del laboratorio, senza essere visto dagli altri animali che lavoravano lì.

Come da sua richiesta, il lupo portò una valigetta, così la volpe mise tutti i documenti che c’erano nel laboratorio.

 

Poi Nick si avvicinò a Judy, e la prese in braccio, facendo un’espressione preoccupata. Il lupo grigio andò verso Percival, e lo raccolse. “Potevi controllare il settaggio, sai…sarebbe stato più utile averlo vivo, per interrogarlo,” dichiarò, un po’ risentito.

 

La volpe lo guardò malissimo, e disse, “Ok, ho sbagliato, ma ero distratto dal fatto che avevo visto Judy cadere a terra. Pensavo fosse morta! E poi stava anche per sparare a me, non avevo certo tempo per controllare il settaggio!” aggiunse, quasi gridando.

L’agente alzò un sopracciglio, e disse, “Ok, ammetto che se un mio compagno fosse caduto così avrei avuto il tuo stesso impulso. Andiamo, è meglio uscire da qui. Poi vorrei parlarti dopo, ok?” lui aggiunse, avendo visto le altre attività che si svolgevano in quel posto.

 

Nick annuì, e riuscirono ad uscire senza intoppi. Lui portò Judy all’ospedale, dove le fecero le analisi, e dichiararono che aveva lo stesso problema degli altri animali. Allora lui la riportò a casa sua, e la sdraiò sul letto, attaccandola alle flebo che l’ospedale aveva dato alla volpe.

 

Il giorno dopo la volpe esaminò le carte, e capì qual era il piano di Percival. Aveva drogato quegli animali, per poi dare loro la cura per quel sonno eterno in cambio degli atti di proprietà delle loro case, ricattando i parenti delle vittime dopo aver aspettato qualche mese. Voleva affittarle a cifre altissime, per finanziare il suo impero criminale.

 

In mezzo alle carte c’era anche l’atto di proprietà del suo appartamento, e lo fece analizzare assieme a quello originale da un grafologo, perché c’era la firma di sua mamma sull’atto di Percival, a comprovare il passaggio di proprietà dell’appartamento.

Si scoprì che la firma era un falso, fatto dallo stesso Percival, e leggendo uno dei “diari” del criminale l’aveva drogata in modo che non potesse dire agli altri dov’era l’atto di proprietà vero, in caso lo ritrovasse (Marian non si ricordava dove lo aveva messo).  

 

Parlò di questo anche con Bogo e l’agente Wolford, e disse loro che gli altri animali presenti a Profondo Freddo erano sottomessi a Percival perché lui li minacciava, e che sarebbero stati contenti di smettere quelle attività criminali, almeno molti di loro.

 

Nick diede a Millicent la formula per l’antidoto, che lei creò, e poi usò su Marian. Dopo un giorno lei si risvegliò, e per lei era come se avesse dormito solo qualche ora, anche se si rese conto che non era così, dato che aveva dei dolori per via del fatto che era rimasta sdraiata per così tanto tempo e per via delle flebo.

 

Millicent diede all’ospedale l’antidoto, e loro lo consegnarono alle famiglie degli animali addormentati.

Nick andò a casa di Judy, e lo usò su di lei, e poi rimase accanto al suo letto, per vegliarla.

Ad un certo punto si addormentò, siccome era molto stanco per lo stress e la preoccupazione verso Judy.

 

Dopo molte ore l’antidoto fece effetto, e Judy aprì gli occhi. Sbattè le palpebre, per vedere dov’era, e si accorse che era a casa sua. Questo la rese perplessa, perché si ricordava di essere nel laboratorio di Percival, ma poi si ricordò della puntura, e si rese conto che si era addormentata come tutti gli altri.

 

Pensò poi che dovevano aver trovato una cura, e che Nick era riuscito a risolvere il caso. Si sentì in colpa per non aver notato la presenza della volpe nella stanza, ma alla fine era andato tutto bene.

Cercò di tirarsi su, ma era ancora insonnolita. L’antidoto cancellava l’effetto del potente sonnifero, ma alcuni effetti secondari rimanevano.

 

Poi sentì che qualcosa era sul suo braccio, e girò la testa. Alzò le sopracciglia vedendo Nick con la testa appoggiata sul materasso, e una zampa sul suo braccio.

Sorrise, e pensò che era stato carino a vegliarla nel suo “sonno”.

 

La poliziotta cercò di dire, “Ehi, Nick,” ma aveva la gola un po’ secca. Sapeva che era per via della droga delle foglie, avendo letto le caratteristiche mediche di quella pianta.

Allora si schiarì la gola, e Nick – che era in “modalità dormiveglia” – aprì gli occhi all’improvviso, e la fissò con uno sguardo quasi scioccato.

 

Poi si alzò all’improvviso, e andò in cucina, a prendere un bicchiere d’acqua. Ritornò col bicchiere con una cannuccia, e Judy bevve grazie a quella.

“Grazie, Nick, mi ci voleva. Mi pareva di avere una piccola Piazza Sahara in gola,” Judy dichiarò, con la voce ancora un pochino roca, ma almeno riusciva a parlare.

 

La volpe ridacchiò, e disse, “Prego, Carotina. Vuoi una zampa a tirati su? Mi sembri ancora un po’ debole…”  

Judy annuì, e Nick la prese sotto le ascelle, e la mise a sedere, mettendole il cuscino dietro alla schiena.

 

“Ah, così va già meglio. Grazie per aver vegliato su di me, e…puoi dirmi che è successo dopo che son stata drogata? Hai arrestato Percival? Quel tizio merita di marcire in prigione per quello che ha fatto!” lei chiese, aggrottando la fronte, curiosa di sapere.

Nick arrossì al suo ringraziamento. Poi si sedette sulla sedia che era ancora vicino al letto, e sospirò, poi disse, “Prego, era il minimo. E lui non farà più male a nessuno…” dichiarò, cupamente.

 

Judy ansimò e chiese, “È morto? Cosa è successo?”

Allora Nick le raccontò cosa era successo, e cosa avevano scoperto. Poi aggiunse, “L’agente Wolford voleva andare ad arrestare anche gli altri animali che lavoravano per Percival, ma ho chiesto di aspettare che tu ti svegliassi, così potevamo andare assieme. Terranno d’occhio Profondo Freddo, per evitare che qualcuno scappi via. Spero che tu possa rimetterti in sesto presto, così potremmo fare quella missione assieme,” lui le spiegò, sorridendo.

 

La poliziotta sorrise luminosamente, e abbracciò Nick. “Grazie, sarei contenta. Uhm…ti dispiacerebbe andare a prendermi della zuppa di carote e zucca dal frigo? Puoi riscaldarla nel microonde per tre minuti alla massima potenza. Ho una certa fame…” lei aggiunse, lo stomaco che le brontolava.

 

Nick si trattenne dal ridere a quel rumore molesto che proveniva dalla sua collega, e si alzò. Andò in cucina, e aprì il frigo. Era pieno di contenitori di plastica con vari piatti di verdure, prevalentemente carote, ma anche rape rosse e altro.

Individuò la zuppa, e la scaldò nel forno a microonde, poi la portò a Judy con un vassoio da letto che aveva trovato in cucina, assieme ad un cucchiaio e ad un tovagliolo pulito.

 

Mise il vassoio sul letto, vicino a Judy, e disse, “Ecco qui, spero che non sia troppo calda…”

La coniglia cominciò a mangiare, e fece il pollice in su. “Va benissimo, Nick, grazie,” Judy disse, e poi proseguì a mangiare la zuppa.

 

Quando ebbe finito, la volpe portò via il vassoio e tutto il resto, e ritornò in camera. Voleva dire una cosa molto importante a Judy, ed era molto spaventato.

Anche Judy voleva dirgli una cosa molto importante. Aveva riflettuto molto in quel periodo, dopo aver parlato coi suoi genitori, e dopo l’aiuto che Nick le aveva dato per la casa e per il resto, e questo era il momento di mettere le carte in tavola.

 

Se ne stettero in silenzio per un po’ persi nei loro pensieri, e poi dissero contemporaneamente, “Devo dirti una cosa.”

Ridacchiarono, e Nick, che era un gentilvolpe, disse, “Prima tu.”

 

Judy sorrise nervosamente, e Nick notò che il suo naso si muoveva in modo rapido, e questo voleva dire che era nervosa. Si chiese cosa voleva dirgli, ed era un poco preoccupato.

Dopo un po’ Judy disse, guardandolo negli occhi, “Vorrei dirti il perché sto per dirti questa cosa, ma non sono una tipa che gira intorno alle cose, così te lo dirò schiettamente: tu mi piaci!”

 

La volpe la guardò a bocca spalancata, e stava per confessare anche lui, quando Judy interpretò male la sua espressione. “Ecco, lo sapevo, non dovevo dirtelo! Che stupida! Adesso mi prenderai in giro per il resto dei miei giorni!” lei gridò, guardando in basso, con le guance in fiamme. Pensò che era un bene che avesse la pelliccia, o sarebbe morta di imbarazzo se Nick avesse visto quel rossore.

 

Nick sorrise dolcemente, e le tirò su la testa prendendole il mento con la zampa, e poi la guardò negli occhi. “Non sei stupida, e anche tu mi piaci, Judy,” lui confessò, sospirando lungamente, un peso tolto dal suo petto.

Anche lui, come Judy, aveva paura del suo rifiuto, ma adesso era contento di sapere che anche lei provava dei sentimenti verso di lui.

 

La coniglia ansimò e poi abbracciò con impeto la volpe, strofinando il muso sulla guancia di Nick.

Lui si bloccò per un attimo, non aspettandosi questa reazione, ma poi anche lui avvolse le braccia attorno al corpo della coniglia.

 

Se ne stettero così per un po’, poi si lasciarono, le loro guance rosse come peperoni.

Si guardarono sorridendo come due sciocchi, poi Nick si riprese, e chiese, “Adesso però puoi dirmi perché hai deciso di dirmi che sentimenti provavi per me? Son molto curioso.”

 

Judy annuì, e rispose, “Ok, però anche tu devi dirmi le tue ragioni, d’accordo?”

La volpe annuì, e la coniglia si preparò a spiegare perché aveva deciso di dirglielo.

                 

  
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