Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
Segui la storia  |       
Autore: Zomi    12/04/2020    0 recensioni
Izou sospirò nuovamente, l’auto che rallentava nell’imboccare il candido cancelletto della villetta al mare della famiglia Newgate.
L’edificio si mostrava con i suoi imponenti due piani, la verniciatura candida data di fresco e il prato verdeggiante sul davanti e quello grigio cemento con il cesto da basket sul dietro, la veduta del mare a portata di mano.
Izou sospirò di nuovo.
“Ti divertirai” lo aveva rabbonito “Sarà una bella vacanza” aveva aggiunto la falsa speranza.
Non che a Izou dispiacesse il mare e quella quindicina di giorni di vacanza settembrina fuori programma.
No, Izou Shirohige amava il mare.
*Fan Fiction partecipante al Crack&Sfiga Ship's Day indetto dal Forum Fairy Piece*
Genere: Commedia, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Barba bianca, Ciurma di Barbabianca, Izou, Marco
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Io credo che Dio si incazza se tu,
di fronte al colore viola di un campo di fiori,
neanche te ne accorgi.
(Il colore viola)





La famiglia Newgate aveva numerose tradizioni che richiedevano la totale e completa presenza di ogni singolo membro della famiglia.
La settimana di vacanze settembrina che lo stesso Izo stava vivendo né faceva parte, come anche i dodici giorni di festa pre e post Natale, i tre giorni di compleanno per la defunta signora Newgate ma soprattutto…
-La finale di coppa di Basket!-
L’urlo esplose nel salotto della villetta estiva, mentre il vociare infernale dei fratelli Newgate intonava cori più o meno corali e intonati per inneggiare la loro squadra del cuore, intenta nell’affrontare la partita finale della stagione.
-I Mody Dick sono sotto di soli dieci punti, e il terzo e quarto tempo sono tutti da giocare!- saltò a piè pari dal divano Satch, facendo sobbalzare Halta che scosse il capo sorridendo.
-C’è tutto il tempo per farli neri!- si aggiunse Rakuyou, pugni ben stretti e occhi infuocati incrociati con quelli del fratello.
-Un passaggio ben piazzato, un terzo tempo e…-
-I Foderi Rossi non si lasceranno sconfiggere così banalmente- ghignò Izo, accavallando le gambe e portandosi alle labbra qualche patatina delle poche rimaste.
-Hanno tenuto testa agli attacchi avversari finora e, a un passo dalla fine, non si faranno scappare nessun tiro da tre punti!-
Gli occhi dei fratelli Newgate si assotigliarono velenosi contro l’unico tifoso degli avversari serali della loro squadra del cuore, lì presente per annegare i loro sogni proibiti.
-L’avevo detto che non era un bel tipo- borbottò Satch, frapponendo tra lui e Izo la dolce Halta, che alzò appena gli occhi dal libro in cui si era immersa, del tutto disinteressata alla partita.
-Sembrava una personcina così a modo ed educata- bisbigliò all’orecchio di Jozu, mal nascosto da una mano Namur, mentre il fratello dal sorriso smagliante come diamanti, annuiva solenne.
-Marco!- sbottò per fino Rakuyou, regalando un pugno contro la spalla di Marco, concentrato a studiare l’azione sportiva nel replay della pausa tra i tempi di gioco.
-Ci hai portato in casa il nemico!-
-Come hai potuto?!?- incalzò Vista, sussurrando poi al fratello coi rasta -Che dovremmo farci ora con lui?!?-
-Qualche idea l’avrei di cosa farci con il nemico: sotto di me, a novanta…- borbottò roco e con mani incrociate davanti al volto, immerso nello studio.
-Cosa?!- strabuzzò gli occhi Vista, sporgendosi appena verso il fratello.
-Cosa?- sollevò un sopracciglio il biondo, tornando alla realtà.
Vista boccheggiò, gli occhi lucidi e il volto lievemente troppo rosso, mentre Halta ridacchiava divertita e Satch tentava inutilmente di tapparle le orecchie.
-Ho detto qualcosa?- interrogò i fratelli, prima di voltarsi verso Izo, nella sua maglia numero 9 dei Foderi Rossi, colorata di viola per la partita in esterna.
-Io…- deglutì il moro -... io credo che andrò ad aiutare il signor Edward con i pop corn-
Scivolò veloce dal divano, superando con un agile salto i fratelli di Marco seduti e attoniti a fissarlo sul pavimento, svicolando al primo accenno di interrogatorio da parte loro al biondo consanguineo.
Era certo che, al fischio di ripresa della partita, si sarebbero già belli che dimenticati della battuta sfuggita dalle labbra di Marco, preso alla sprovvista mentre studiava le azioni del replay, ma al momento erano tutti fin troppi interessati a quel sbuffo rubato a neuroni distratti.
Scosse il capo, aggiungendo l’episodio agli innumerevoli che si susseguivano nelle ultime giornate della vacanza alla dimora estiva della famiglia di Marco.
La mattina stessa il biondo gli aveva rubato un bacio sulla porta del bagno, appena una frazione di secondo prima che uno dei suoi fratelli si affacciasse dalla propria stanza, recidivo del bacio rubatogli davanti agli occhi di Rakuyou poche albe prima, fratello che al momento non ne aveva ancora fatto parola con nessuno dei due incriminati.
La sera precedente gli aveva regalato una manata al sedere, e al pranzo del giorno prima ancora gli aveva accarezzato l’interno gamba per tutta la durata del pasto.
Erano gesti che Izo apprezzava, agognava da settimane, ma che ora non riusciva a capire perfettamente: non era stato Marco a presentarlo come un semplice amico? Non era stato lui a chiedergli di mantenere un basso profilo e di “chiudere per ferie” la loro relazione?
E ora lo rincorreva con baci, carezze, tocchi che non potevano rientrare in una semplice amicizia, e che strizzavano l'occhio alla chiusura forzata di un rapporto amoroso.
Non riusciva a capire cosa fosse successo, cosa passasse per la testa al suo ragazzo e come…
-Cercavi qualcosa Izo?-
… fosse finito in cucina davanti al signor Edward e al microonde ticchettante in attesa del tipico scoppiettio dei pop corn pronti da gustare.
-Eh ah, mr Newgate io…
-Edward- lo corresse bonario, bandana della squadra del cuore sul capo pelato e baffoni candidi lisciati con due dita.
-Si, ecco, Edward, ero… ero…- era lì perchè?
Ah, si, per scappare dalle domande ormai imminenti dei fratelli Newgate sulla sua relazione con Marco!
-.. per aiutarla con i pop corn- si addossò con i gomiti alla penisola che lo divideva dal capo famiglia, l’apparecchio domestico ricolmo di chicchi di mais pronti allo scoppio tra loro.
Edward sorrise sornione, quasi sapesse del reale motivo che aveva portato Izo in cucina.
-Ti ringrazio- si avvicinò -Ma per quanto vecchio sia, riesco ancora a tenere sotto controllo questo monellaccio di un microonde-
-Oh!- sgranò gli occhi il moro -Non volevo insinuare che-
-Lo so, lo so ragazzo: scherzavo- rise roco.
Izo abbozzò un sorriso, giocherellando a punta di dita con la sua maglia viola, occhiando il recipiente che a breve avrebbe accolto i pop corn pronti anch’esso di un plasticoso color vinaccia.
Era faccia a faccia con il suo suocero e non sapeva che dire o fare.
Non sapeva nemmeno se mai avrebbe potuto considerarlo suocero, o se l’uomo avesse mai voluto considerare lui un degno genero.
-Quindi, uhm, sale o burro?- improvvisò un dialogo impacciato.
-Perché non entrambi?-
-Insieme?!- si scandalizzò all’idea dell’impasto.
-O divisi- rise il patriarca Newgate, non staccando gli occhi dal moro -E voi: insieme o divisi?-
Izo arcuò un sopracciglio, non certo delle parole sentite sopra la ticchettio del microonde.
-Noi?-
-Voi si-
-Noi- ripetè, schioccando la lingua sul palato -Noi… chi?-
-Voi… voi- posò il mento su una mano Edward, il corpo abbandonato sulla penisola e un occhiolino rivolto al moro che fremette da capo a piedi.
Non aveva idea di che conversazione stesse sostenendo, e non era certo di volerne comprendere appieno il significato.
-Signor Ed… Edward, non capisco a cosa si stia riferendo-
-Mi sembra lampante- smosse i baffoni candidi con un accenno di sorriso, allungando una mano a disegnare il bordo della terrina viola ancora vuota.
-Parlo di te e di mio figlio. Marco. Quello biondo, sguardo apatico, labbra carnose… ci dividi la camera e il letto da qualche settimana. Qui- si bloccò e studiò con peculiare attenzione Izo -Spero di più nella vita quotidiana, nel tuo o suo appartamento, e con anche maggior intimità dato che da quando siete qui non vi ho mai sentito fare l’amore né baciar… Izo ti vedo cianotico-
Un lieve rantolo lasciò le labbra del moro al richiamo.
Non un vero respiro ma una fuga inaspettata della sua stessa anima, che assaliva ai cieli scivolano dalle sue labbra e dal suo corpo violaceo di imbarazzo, misto ad uno shaker non scomponibile di emozioni.
Cosa avevano appena udito le sue orecchie?!?
-Vuoi un bicchier d’acqua?- lo interpellò Edward sporgendosi verso di lui, e venendo agguantato dalle mani tremanti di Izo.
-Lei, lei signor Newgate lei…-
-Edward- sbuffò inutilmente cercando di correggerlo.
-Lei sa di me e di Marco?!?-
-Come potrei non saperlo?- rise smuovendo i baffi a un centimetro dal volto di Izo, violaceo e privo di respiro.
Com’era possibile?!?
Era certo di essere stato accorto e aver limitato i contatti con Marco.
Non si erano scambiati baci o effusioni, e quei pochi che vi erano stati, erano stati  dati con la massima certezza che nessuno li avrebbe mai visti. Certo, Marco era diventato un pò avventato negli ultimi giorni, ma non credeva che Edward li avesse visti.
Nè che qualche fratello di Marco avesse spettegolato su di loro con il padre: come Rakuyou, anche i restanti fratelli sembravano leali e rispettosi della rispettiva privacy.
Com’era possibile quindi?
Deglutì, spaventato all’idea che l’unica richiesta espressa da Marco per quella vacanza, non fosse stata rispettata, e che la serenità del biondo nel vivere la loro relazione dipendesse da lui e dall’ignorare l’esistenza di tale relazione da parte del padre.
Doveva fare qualcosa.
Doveva dire qualcosa.
-Io… io posso spiegarle ogni cosa!- ridacchiò nervoso -Erano… erano tutti gesti fraintendibili certo, ma le posso… le posso assicurare che tra me e Marco non c’è nulla, nulla che non sia amicizia ecco!- lasciò la presa sul suocero solo per agitare la mani frettolosamente -E qualsiasi cosa lei abbia visto, o sentito dire le posso assicurare che non è assolutamente ciò a cui sta pensando, e che in alcun modo Marco ed io siamo legati da un qua certo tipo di affetto amoroso che ci porteberre a baciarci in pinete lungo il mare, o stringerci in notti di fuochi d’artificio o ancora scambiarci baci all’alba mentre tutti dormono o che-
-Credi che non lo veda?- lo interruppe brusco, aripionandolo per la canotta viola.
-Dimmi Izo- lo interrogò, ignorando i tremori del moro -Credi che non veda come Marco ti cerchi o ti tratti?-
Izo deglutì, mantenendo lo sguardo sul patriarca Newgate, che ricambiava con dura fermezza.
-La buona anima della mia consorte si incazzerebbe se io, dinanzi a Marco e il suo amore per te, lo ignorassi!- allentò la presa sull’indumento del moro -Ed è per questo che mi fa male vederlo nascondersi con te per una semplice carezza, o un gesto d’affetto, o non sentirvi fare all’amore di notte o dei semplici prelim-
-Ho capito!- lo bloccò brusco Izo, alzando le mani e zittendo il trillare del microonde.
Sentiva il volto avvampare di un imbarazzo violaceo e pungente, che gli colorava il viso fino alla punta delle orecchie, chiazzandolo di viola imbarazzo anche nell’animo.
Si massaggiò gli occhi con i palmi, cercando di recuperare un minimo di compostezza nel scoprire che il patriarca della famiglia Newgate sapeva della relazione amorosa che condivideva con Marco.
Cosa che doveva invece ignorare.
E che l’ignorare tale relazione non era mai avvenuta come azione, anzi!
Tutti i loro sotterfugi erano stati inutili, maldestri e inutili.
Sembrava che lo sapesse a sempre, e si era indignato pure nel non vederli amoreggiare o sentirli di notte nel… gli stava venendo un la di testa atroce!
-E-Edward, lei...-
-Voglio che Marco sia felice- lo interruppe nuovamente, accarezzandogli il volto con paterno affetto -Non lo vuoi anche tu?-
Izo annuì, rilassandosi al tocco dell’uomo.
Certo che lo voleva, aveva rinunciato a tutta la loro relazione per lui, per esprimere il suo desiderio di nascondere il loro legame alla famiglia, senza pretendere una spiegazione né fare domande.
Solo per rendere felice Marco.
-Si- annuì -Io voglio che Marco sia felice. Ma non voglio nemmeno mettergli fretta nel dire a tutti di noi-
-Ma io non sono tutti!- picchiò un pugno sul ripiano offeso -Sono il padre ed esigo delle effusione amorevoli tra te e-
-Yoi-
-Marco!-
Izo sussultò e ruotò appena il capo verso la porta della cucina, da cui il biondo osservava il padre e il suo ragazzo discutere, mentre il primo manteneva le manone sul volto del secondo.
-Il timer del microonde ha suonato da un pò e non arrivavate- si avvicinò cauto, percependo una qualche anomalia -Vi serve una mano coi pop corn?-
Gli occhi a mandorla di Izo saettarono da padre a figlio, analizzando l’espressione di Edward con estrema e violacea paura.
-No, coi pop corn no- mollò la presa su di lui -Ma esigo che tu faccia una cosa Marco-
Il biondo si accostò all’isola, mantenendo gli occhi su quelli del padre, in totale ascolto.
-Dimmi pure-
Izo deglutì impaurito, e quando l'uomo aprì bocca percepì prima una scossa elettrica su tutto il corpo che le parole pronunciate.
-Ti do dieci secondi per prendere Izo e marciare sulle scale, infilarvi nella vostra stanza e fare per una benedetta volta l'amore- impiantò l'indice con forza sul ripiano, davanti gli occhi sgranati di Marco.
-Papaà cosa…-
-E se non lo fai, vado a prendere l’album di famiglia della tua adolescenza, quello dove hai l’apparecchio e lo mostro a Izo!- minacciò serio -Hai capito?-
Marco aprì e chiuse gli occhi ripetutamente, incapace di capire.
-Tu… tu sai di me e di Iz…-
-Dieci!- tuonò Edward -Nove… otto…-
La mano di Marco scattò su polso del moro, strattonandolo e correndo verso le scale.
-Marco!- strillò il ragazzo, mentre decisi passi sbattevano sugli scalini della scala interna, non fermandosi alle proteste del moro.
-Marco aspett… no! Piantala con quelle mani sotto la mia mag… Dio del cielo, Marco sei nudo nel corridoio, aspetta almeno di essere in stan… MARCO! NON STRUSCIARTI SU DI ME CONTRO LA PARETE!-
Edward sorrise.
Un braccio sull’isola della cucina, la mano a reggere il capo, il cuore più leggero.
Sentì la porta di una camera sbattere, e fusa soffocate echeggiare mentre gli schiamazzi dei suoi figli davanti alla tv le zittivano.
Aprì con pigrizia lo sportello del microonde, svuotandone il contenuto nella pirofila violacea che attendeva i pop corn.
-Ah cara mia- si rivolse con un sospiro alla moglie defunta, infilandosi un fiocco candido in bocca -Come se non mi fossi accorto di come Marco mangiava il sedere di Izo con gli occhi- tornò in salotto con la pirofila viola in mano.



   
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio! / Vai alla pagina dell'autore: Zomi