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Autore: Biblioteca    12/04/2020    1 recensioni
Su Yume Nikki si è scritto di tutto, esistono tante teorie.
Tutte, a modo loro, sono valide.
E se effettivamente ciascuna di loro contenesse un pizzico di verità?
Ecco un tentativo di conciliare tutto ciò che è stato scritto di questa storia.
Ecco il diario di Madotsuki prima che decidesse di chiudersi nella sua stanza. La sua vita scolastica e familiare, il suo rapporto con Poniko e con Masada, suo maestro di pianoforte. Il suo amore per i Maya, gli Aztechi e tutti gli altri popoli del sud america spesso riferiti nel gioco. E tutto il suo percorso fino alla drastica decisione di chiudersi in una stanza.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Madotsuki, Poniko, Sorpresa, Toriningen
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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Il palazzo dove abitava era enorme, altissimo.
Così come la città dove si trovava.
Così come il centro commerciale dove andò a comprare il necessario.
A quanto pareva era anche un punto d’incontro per molti ragazzi, come dimostravano le innumerevoli figure in divisa scolastica che giravano, insieme agli adulti.
Madotsuki non aveva più l’età per tenere la mano di sua madre in pubblico, altrimenti lo avrebbe fatto di sicuro. Quel posto, così grande e a modo suo oscuro le metteva i brividi. Comprarono il necessario per la scuola, i cuscini per la sua stanza (Madotsuki ne voleva solo due, bianchi e quadrati, mentre sua madre insistette per prenderne diversi, poiché “inviterai delle amiche prima o poi”) e dei nuovi vestiti.
Di questi ultimi acquisti, Madotsuki non mostrò molto entusiasmo.
Alla fine i soli che la resero felice furono un grosso maglione fuxia scuro con il disegno di una scacchiera sopra e una gonna più o meno dello stesso colore.
Sua madre non ne fu felice, probabilmente li trovava brutti. Ma non discusse più di tanto.
Passarono davanti a un’enorme cartoleria. Palloncini colorati, poster, quaderni di ogni forma con pagine colorate, bianche, a quadretti e delle mura di una strana tinta a pastello. Madotsuki ne rimase molto colpita e si avvicinò alla vetrina.
I quaderni che aveva preso per la scuola erano ordinari e regolari, ma quelli esposti in quel negozio erano molto più belli!
Sicuramente non avrebbe potuto usarli per la scuola, ma ne avrebbe voluto prendere uno! Anche solo per poter sfogliare le pagine completamente vuote e immaginarsi quali disegni avrebbero potuto prendere forma su di esse.
“Ti piace questo negozio? Va bene, se vuoi entriamo, ma prendi solo una cosa, d’accordo?”
Madotsuki entrò e indagò tra i mille quaderni sparsi in giro.
Erano tutti bellissimi, ma non riusciva a trovarne uno che attirasse davvero la sua attenzione.
Poi le capitò di fermarsi davanti a una sezione: un intero scaffale dedicato ai “nikki” (日記), diari.
Sembrava esserci un diario per ogni argomento: ginnastica, giardinaggio, scuola…
Avevano la copertina nera con gli ideogrammi del loro argomento scritti in viola, rosso o blu, e la carta all’interno (liscia al tatto e non troppo sottile) era dello stesso colore.
“Stai attenta a non stropicciarli!” la ammonì la mamma.
A Madotsuki piacevano moltissimo.
Ma uno di loro attirò davvero la sua attenzione: era un diario dedicato ai sogni. Yume Nikki. 夢日記.
Madotsuki lo prese in mano e lo osservò. Era come tutti gli altri: copertina nera, scritta in viola, pagine in viola, con un piccolo spazio per scrivere le date. Dall’etichetta risultava avere circa trecento pagine.
Era grosso e un po’ pesante.
Ma le sembrò perfetto.
“Un diario dei sogni? Vuoi iniziare a scrivere un diario? Eh, ormai stai proprio crescendo. Andiamo a pagare e torniamo, abbiamo comprato anche troppo oggi. Ma ci siamo divertite, vero?”
Madotsuki, sorridente, annuì.
 
“Nostra figlia come sta?”
“Bene caro. Ha preso un diario. Ricordi che lo psicologo nell’ultima visita le aveva detto che era il caso che scrivesse i suoi pensieri? Probabilmente lo ha preso in parola, o forse sta solo crescendo. Almeno sta facendo una cosa che di solito fanno le ragazze alla sua età!”
“Bene, molto bene. Ci sta che riesca finalmente a diventare un po’ più femminile! Anche farle crescere i capelli è stata una buona idea!”
 
Seduta alla sua scrivania, Madotsuki cliccava nervosamente sulla penna. Il suo nuovo diario aperto alla prima pagina. La data già scritta.
Alla fine cominciò a sporcare la pagina.
 
Sono arrivata in una nuova città. Ho una stanza tutta mia. Ho anche un balcone tutto mio e un letto solo. Dei cuscini, dei videogiochi e dei libri. Non devo condividere nulla con nessuno e non voglio farlo mai più.
 
E poi fece un disegno.

https://vignette.wikia.nocookie.net/yumenikki/images/7/78/Monopic06.png/revision/latest?cb=20110614234758
 
(Nota dell’autore: Cari lettori e lettrici, buonasera! In questa ricostruzione non potevo non dedicare almeno un capitolo al diario, in cui inizio a fare riferimento a alcune teorie che tratterò nel corso della storia, come la difficoltà di Madotsuki di accettare la sua femminilità – può entrare anche nel bagno dei maschi – aggiungo che il centro commerciale non ho ancora deciso se farlo apparire come il “mall” che può portare il giocatore in altri posti, o come il “graffiti world” dove si può trovare l’effetto Bicicletta. Ancora non ho deciso. Aggiungo inoltre che il disegno è una delle immagini disturbanti che appaiono nelle finestrelle nere della mappa “Sewers”. Vorrei farli apparire tutti.)
  
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