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Autore: Ghostclimber    13/04/2020    7 recensioni
L'inevitabile è accaduto.
Lui e lei si sono messi assieme.
Ma questo potrebbe aprire la strada per una tregua tra lui e l'altro.
Pairing: HanaHaru, HanaRu
Genere: Commedia, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Hanamichi Sakuragi, Haruko Akagi, Kaede Rukawa
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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-Hai letto?- chiese Sakuragi, uscendo dal bagno. Era già vestito, splendido nella semplicità dei jeans abbinati ad una normalissima t-shirt bianca; il tenue rossore che gli tingeva la guance era un perfetto coronamento per quel look da ragazzo della porta accanto.

-Fino al mese di luglio.- rispose Rukawa. Si sentiva gli arti molli e ingombranti. -Hanamichi, io...

-Sì?- Rukawa si alzò, con immane fatica, e appoggiò il diario sulla scrivania. Si portò di fronte a Sakuragi, prese un bel respiro e disse: -Hai fatto bene a non dirmi tutto. Se avessi saputo quanto ci stavi male veramente, l'avrei ammazzata di botte. E al diavolo le conseguenze.- Sakuragi fece un flebile sorriso e distolse lo sguardo. Non rispose, ma gli passò di fianco e prese dal borsone la lettera di Haruko; la porse a Rukawa, sempre senza guardarlo negli occhi, e disse: -Leggi anche questa. Agosto può aspettare. Anche perché devo scrivere un'ultima cosa.- Rukawa annuì e tornò a sedersi sul letto, mentre Sakuragi gli voltava le spalle e si accomodava alla scrivania, penna nella mano, per scrivere qualche riga sul diario.

 

“Caro Hanamichi,

non avrei mai voluto scriverti questa lettera, ti prego di credermi.

Non so da che parte cominciare, le cose che ti devo dire purtroppo non sono belle, e ti assicuro che se avessi trovato un modo di evitarti questa sofferenza l'avrei fatto. Ma sono debole, questa è la verità, debole e molto confusa. Riprendendo un'espressione che ho letto in un libro, credo di essere “inetta a vivere”.

Vedi, dall'estate scorsa quando ci siamo scritti tutte quelle lettere mentre eri in riabilitazione, mi sono tanto affezionata a te. Ho imparato poco a poco a conoscerti, e più ti conoscevo più mi rendevo conto di che ragazzo meraviglioso e insostituibile sei. Mi sono innamorata di te un passo alla volta, dopo che mi hai permesso di guardare oltre quella facciata da spaccone che mostri a tutti. So che sei un ragazzo sensibile, dal cuore grande, e questo probabilmente ha peggiorato la situazione: avrei dovuto lasciarti quando ho cominciato ad avvertire i primi dubbi, ma sapevo -e so tuttora- che non mi ricapiterà mai di trovare una persona come te. Chiunque sarebbe felice di averti al proprio fianco, e io stessa spesso ho trovato conforto nell'idea che magari un giorno saremmo diventati grandi insieme, ci saremmo sposati, avremmo avuto dei bambini e saremmo invecchiati fianco a fianco. Sembravi metterci tutta l'energia di questo mondo per tenerci insieme, e questo mi fa sentire ancora più meschina: guardando indietro, mi rendo conto che io invece non ho fatto proprio nulla per noi due. Mi sono comportata in maniera egoista, ho messo a tacere la mia coscienza nascondendola dietro a sciocche giustificazioni.

Ti ho tradito, Hanamichi. Non posso girarci intorno, perché questo è quel che è. E non voglio nemmeno arrampicarmi sugli specchi e rifilare anche a te le cavolate che ho ripetuto a me stessa per fingere di non avere colpe. Sarebbe come tradirti una seconda volta, e non voglio farlo.

Ti ho già fatto abbastanza male, ho fatto cose che tu assolutamente non meritavi, e adesso che riesco a ragionare a mente fredda, senza Rukawa davanti agli occhi, me ne rendo conto e mi sento uno schifo. Ma so di meritarmi di sentirmi così, quindi non avere pietà nei miei confronti.

Quando ci siamo messi insieme e tu hai deciso di diventare amico di Rukawa, sono stata fiera di te. E il pensiero che tu stavi mettendo da parte tutta quell'ostilità per far piacere a me mi ha fatta sentire sul tetto del mondo. So che per te fare quel passo avanti è stato difficilissimo, anche se scommetto che ora non te ne penti per nulla, e sapere che l'hai fatto per me... caspita, mi sembrava di essere una principessa tra le braccia di un valente samurai pronto a morire per amore suo!

Cielo. Sto rileggendo e sembra che ti sto di nuovo rinfacciando il tuo rapporto con Rukawa. Voglio sottolineare che non è così. Anzi, gli sono grata per esserti stato vicino quando io non ci sono riuscita. Ma sotto un certo punto di vista, sotto molti punti di vista, lui è stato la causa della mia debolezza. O forse sono sempre io che accampo scuse; anzi, probabilmente è così, ma sono certa che se non fosse stato per la sua gentilezza nei miei confronti non avrei mai e poi mai ceduto. So che l'hai fatto per me, Hana-chan, lo so, e ti amo per questo. So che suona ipocrita che io ti dica una cosa del genere, ho appena ammesso di averti tradito e immagino che a questo punto tu abbia già capito che questa lettera non è un tentativo di riallacciare i rapporti tra noi. Puoi fare lo sciocco, ma so che dentro la tua testa ci sono un sacco di pensieri, e anche se a volte fai confusione o ti fai dei viaggi mentali indescrivibili alla fine arrivi sempre alla conclusione giusta. È un'altra cosa che amo di te, questo tuo sforzo, forse inconsapevole, per sistemare le cose.

Come dicevo prima, quando mi hai detto che tu e Rukawa avevate deciso di seppellire l'ascia di guerra mi sono sentita al settimo cielo. Ho pensato che finalmente avrei potuto conoscerlo davvero, diventare sua amica e dimenticare la sciocca cotta che avevo avuto per lui.

Mi sbagliavo.

Non mi ero accorta di quanto questa mia aspettativa di conoscerlo meglio avesse un altro lato, molto meno innocente. So che sembra una frase messa apposta per discolparmi, ma ti prego di credermi, Hana-chan: pensavo davvero di non avere più problemi. Dall'estate scorsa mi sono resa conto di non interessargli neanche per sbaglio, ci ho messo un po' ma ero venuta a capo della cosa e mi ero arresa all'evidenza.

Credevo che quella malinconia che provavo nel pensare a lui fosse solo il retrogusto amaro dei sogni mai realizzati, ma forse la ferita era ancora aperta nonostante quel che continuavo a ripetere a me stessa: che ormai ne era passata di acqua sotto i ponti, che Rukawa era una faccenda chiusa e archiviata, che potevo vivere benissimo con la consapevolezza di non interessargli.

Mentivo. Mentivo a me stessa, e mi stava anche uscendo molto bene, tanto che ci è voluto quel litigio in mezzo alla palestra per farmene rendere conto. Cielo, mi sento ancora uno schifo solo a ripensarci. Non avrei mai voluto costringere Rukawa a dire una cosa del genere davanti a tutti. Non sono stata in grado di gestire i miei sentimenti e i miei pensieri, e le conseguenze le avete pagate voi.

Credo di aver sempre in qualche modo saputo che a Rukawa non piacevano le ragazze: non ha mai dimostrato nessun tipo di interesse verso nessuna delle sue fan, ma faceva troppo male ammettere di non avere proprio la minima speranza. E così ho finto di non vedere quanto lui sembrasse affezionarsi sempre più a te.

Ho abbassato la guardia, convinta di non provare più nulla nei suoi confronti se non una sconfinata ammirazione per il suo modo di giocare, e prima che me ne rendessi conto ero arrivata a pensare a lui più di quanto pensassi a te. Forse questo ha un senso, per quanto contorto: ero certa del tuo affetto, dopotutto eri tu quello che mi stringeva tra le braccia e mi baciava e mi diceva tutte quelle frasi meravigliose. Eri e sei il sogno di ogni ragazza: bello, gentile, paziente... sei il principe azzurro delle favole, la persona che ho aspettato da sempre, e ho commesso l'errore di credere che il “vissero per sempre felici e contenti” fosse una conseguenza naturale, e non qualcosa per cui bisogna combattere ogni giorno. Mi sono cullata nelle attenzioni di Rukawa, fingendo di non capire che quando mi parlava, quando passava del tempo con me, quando si mostrava cortese nei miei confronti non era per me in quanto Haruko Akagi, ma solo per me in quanto fidanzata di Hanamichi Sakuragi.

Io non so se te ne sei già reso conto. Credo di sì, perché da fuori è impossibile non notarlo. Lui ti ama, Hana-chan, ti ama molto più di quanto potrei amarti io. E dentro di me sono convinta che anche tu lo ami. Se ancora non l'hai fatto, cerca di venirne a capo: siete fatti l'uno per l'altro.

Mi sono fermata di nuovo a rileggere, e di nuovo mi sembra di apparire tremenda: sembra che ti sto dicendo che non puoi più avere me ma ti posso fornire un sostituto. Ma credimi, non è così. Voglio solo che tu sia felice, e mio malgrado so di non poter essere io a portarti la felicità.

Ma forse sembro una persona terribile perché lo sono.

Takenori mi ha detto che sospetti di Tatsuhiko, e capisco il perché. Alla festa di Tanabata ci stava provando con me, me ne sono accorta anche se ho fatto la finta tonta, e io non ho fatto nulla per impedirglielo. Credo che una parte di me volesse vederti fare una scenata, una di quelle cose da film drammatico, così avrei potuto rassicurarmi su quello che provavi per me... non mi ero accorta che il tuo essere paziente nei miei confronti nonostante i miei sbalzi d'umore e tutto il resto era già una dimostrazione più che eloquente del tuo amore. Nessuno mi avrebbe sopportata, al posto tuo, ora lo so. Ti prego, comunque, di non pensar male di Tatsuhiko: è innamorato di me, ma non avrebbe mai osato fare nulla sapendo che stavo con te.

Purtroppo, c'è un'altra persona che non ha avuto lo stesso riguardo, e solo ora mi rendo conto di quanto sia stato meschino il suo comportamento. Sto parlando della persona con cui ti ho tradito. Probabilmente ti ricordi di lui, si chiama Koichiro Nango e gioca per lo Tsukubu.

Mi viene una rabbia a pensare alla facilità con cui mi ha convinta a gettare al vento la mia anima e la mia dignità, e quanto a lungo gli ho creduto e l'ho assecondato. Ora, guardandomi alle spalle, mi vergogno immensamente di tutto ciò che ho fatto, tanto che sto scrivendo un sacco di frasi non necessarie per non arrivare al punto.

Basta così.

Devo farmi coraggio e affrontare i miei errori.

Sono andata a letto con lui. Cielo, sono una persona orribile, sono andata a letto con lui. Vorrei tanto chiederti perdono, ma non lo farò: non lo merito. E non voglio averlo. Se potessi tornare indietro nel tempo, mi prenderei a schiaffi e cercherei di spiegarmi che questa cosa, che all'epoca ho visto solo come un atto di ribellione, è in realtà l'errore più grande della mia intera vita.

Sono stata debole, debole e stupida, e quando siamo tornati dal ritiro di inizio giugno non facevo altro che ricordare la sensazione di stare tra le braccia di Rukawa, il suo petto contro la mia spalla, le sue braccia che mi tenevano sollevata... ho pensato che forse, se io e te avessimo fatto l'amore, me lo sarei finalmente tolto dalla testa. Ma tu avevi da fare a casa, quindi ho preso la bici e ho pensato “pazienza, passerà, non è nulla di significativo”. Poi ho incontrato Koichiro mentre tornavo a casa, ci siamo messi a chiacchierare e lui era così convincente, sembrava ancora più principe azzurro di te... ha detto che lui non mi avrebbe mai lasciata tornare a casa da sola, che avrebbe lasciato tutto e tutti per amore mio, e io ci sono cascata in pieno.

Con questo non voglio discolparmi, assolutamente. Avrei potuto fare uno sforzo di intelligenza e capire che stava solo tentando di circuirmi perché voleva approfittare di me, ma avevo già cominciato a sentirmi messa da parte rispetto a Rukawa e gli ho dato retta.

Ho pensato che se davvero tu mi avessi amata avresti detto a tua madre di cavarsela da sola e saresti venuto da me, avresti lasciato perdere Rukawa, avresti insistito per fare petting con me quando facevo la ritrosa... ne ho parlato con Ayako, qualche giorno fa, e mi sono resa conto di quanto sono stata stupida ed egoista. Vorrei tanto averlo fatto prima di baciare Koichiro pensando che ti meritavi quella ripicca per non avermi riaccompagnata a casa.

Sembra tutto così ovvio, dopo che Ayako me l'ha fatto capire, che mi chiedo davvero cosa mi passasse per la testa. È stato come guardare una cartina geografica sottosopra, e poi quando qualcuno arriva e la gira nel senso giusto ti rendi conto che c'erano un sacco di scritte al contrario, e che non ci voleva poi tutto questo sforzo per capire che la stavi guardando a rovescio.

Sto facendo una gran fatica a scriverti questa lettera, e vorrei averti qui e parlarti di persona, tanto che avevo pensato di aspettare il tuo ritorno, ma so benissimo che non sarei mai in grado di dire queste cose ad alta voce. Non con tutta la vergogna che mi porto dietro.

Sono stata meschina, meschina ed egocentrica, e non so come ho fatto a non rendermene conto prima. Gli ho persino permesso di seguirmi ad Hiroshima, e sono andata a letto con lui mentre tu eri in ospedale con Rukawa. Mi sono giustificata ripetendomi che te lo meritavi perché ancora una volta stavi mettendo lui davanti a me. Era quello che Koichiro aveva detto a me quando l'ho incontrato dopo che ho fatto quella scenata di fronte a tutta la palestra, e quel che mi ha detto quando ci siamo incontrati a Hiroshima e mi ha chiesto dov'eri. Gli ho raccontato cos'era successo, entrambe le volte,e mi domando ancora una volta come ho potuto non leggere il disprezzo nelle sue parole, e come ho fatto a non capire che di nuovo mi stava parlando con cattiveria per convincermi ad andare a letto con lui. Fatto sta che ho ceduto, quella volta dopo il litigio in palestra, e di nuovo a Hiroshima. Se può farti stare meglio, non è successo altre volte.

Ci tengo a sottolinearlo, perché ho visto un'ombra nei tuoi occhi quando abbiamo fatto l'amore per la prima volta: anch'io sono rimasta stupita per non aver sanguinato. Ho persino chiesto all'infermiera della scuola, che mi ha detto che non sempre succede, ma non potevo venire a dirtelo. Avevo già baciato Koichiro, e anche se all'epoca pensavo (sbagliandomi, tanto per cambiare) che fosse già una questione archiviata mi sarebbe sembrata come una specie di ammissione di colpa. Un mettere le mani avanti per evitare di suscitare dubbi, quel genere di cosa insomma che fanno le persone che hanno qualcosa da nascondere.

Sì, sapevo che quel che avevo fatto era sbagliato. Me ne rendevo conto, in quel momento, ed è per quello che avevo deciso di “farmi perdonare” donandoti la mia verginità. Era come se così facendo io ripetessi a me stessa che sì, ti avevo fatto un torto, ma era stato solo l'errore di una notte, che ti amavo con tutto il cuore e che volevo essere tua in tutto e per tutto.

E lo volevo, Hana-chan, lo volevo davvero. Ma più passava il tempo e più mi sentivo inadeguata al tuo fianco, ti odiavo per cose per cui avrei dovuto amarti, mi irritavano gesti che avrei invece dovuto apprezzare... credo fosse perché vedere quanto sei speciale non faceva altro che sottolineare come io, invece, non avrei potuto reggere il confronto.

Ti vedevo insistere per vederti con Rukawa, e pensavo solo al fatto che per andare da lui stavi rinunciando ad una mia proposta esplicita. Invece avrei dovuto capire che lo facevi per migliorare nel basket, che non avresti mai disdetto un impegno all'ultimo per non creare problemi, e che la mia proposta era meschina e dettata solo da qualcosa che non riuscivo a riconoscere allora, ma che oggi mi appare chiaro come il sole: avevo paura di perderti, una paura folle.

Quindi, per evitare che tu un giorno capissi che non sono la persona giusta per te mi sono convinta che tu non fossi la persona giusta per me, che meritavo di meglio... stupido, vero?

Sono stata una stupida, Hanamichi. Ho detto a Takenori che non mi ricordavo che avresti dovuto chiamare, quella sera, e che ero uscita con un amico. Niente di che, gli ho detto, non capisco perché devi pensare male per forza. Gli ho detto che non aveva motivo di dubitare di me, e che avrebbe dovuto farsi un esame di coscienza e chiedersi perché pensava che la sua sorellina fosse una troia e... e lì mi sono resa conto di quel che stavo dicendo.

Per questo non sono riuscita a parlare con te. Perché mentre mettevo giudizi in bocca a mio fratello non stavo facendo altro che esporre quel che avrei pensato io stessa se una mia amica si fosse comportata come mi stavo comportando io.

Se ti avessi parlato subito, ti avrei chiesto perdono, ti avrei chiesto una seconda possibilità, e ti conosco abbastanza bene da credere fermamente che me l'avresti concesso.

Ma non lo merito.

Quindi, Hanamichi, non ti chiedo perdono. Non ti chiedo una seconda possibilità. Ti scrivo solo per raccontarti cos'è successo e per esprimerti il mio profondo rammarico. Mi dispiace per essermi comportata così e so che non c'è nulla che io possa fare per redimermi. E non voglio neanche pensare a questa lettera come ad una confessione. Confessare le mie colpe alleggerirebbe il peso sulla mia coscienza, ma io non merito nemmeno questo.

Forse arriverà un giorno in cui mi guarderò alle spalle e deciderò che questi sono stati solo errori dovuti alla mia ingenuità e alla mia inesperienza, a quello che le riviste definiscono “il tormentoso viaggio dell'adolescenza”, e quel giorno forse verrò da te a implorare il tuo perdono.

Fino ad allora, posso solo dirti che mi vergogno di me stessa per averti ferito così, e che spero che tu non tragga conclusioni affrettate sull'amore a causa mia. C'è già chi può amarti come meriti, anche se non sono io, e ti auguro ogni bene.

 

Non sapevo come concludere questa lettera. Saluti, baci...? Mi sembrava tutto troppo impersonale, indegno. Soprattutto, vorrei averti baciato come si deve prima della tua partenza. Ma se c'è una cosa che ho imparato è che non si torna indietro.

Però mi rimane qui un piccolo residuo di quel passato che ho rovinato, e di quel futuro luminoso che ho distrutto con le mie stesse mani.

Un addio, o forse un arrivederci, vedilo come vuoi. Ma ti prego di non farti condizionare. Non tornare da me, non farlo, Hanamichi.

Sai già chi devi raggiungere, quindi adesso metti giù questi stupidi fogli e va' da lui!

Ti amo,

Haruko.”

 

Rukawa rimase immobile, con i fogli macchiati di lacrime stretti tra le mani.

Leggendo del tormento di Haruko, si era sentito meschino a sua volta. Troppo concentrato su se stesso per accorgersi che lei stava male, che la sua non era cattiveria ma sofferenza. E neanche Sakuragi era riuscito a guardare oltre alla propria confusione e al proprio dolore, nonostante quel suo altruismo che Haruko aveva spesso menzionato nella lettera, una caratteristica su cui Rukawa decisamente non poteva che concordare.

Alzò gli occhi da quelle poche pagine e si accorse che Sakuragi non era più nella stanza. Si era alzato chissà quando, mentre Rukawa leggeva le parole di Haruko e mentre il sole calava. E gli aveva fatto anche la cortesia di accendere la luce, quel meraviglioso, stupido ragazzo.

Rukawa scese a cercarlo in sala da pranzo, ma non lo trovò. Fece un tentativo in palestra e in piscina, invano. Infine ricordò di averlo visto spesso sotto ad un pino marittimo, al limitare di una scogliera che dava sul mare, e si diresse lì, incurante del fatto che il coprifuoco fosse già passato da un bel pezzo; non lo vide, e si fermò a guardare il mare, chiedendosi dove diavolo si fosse ficcato.

-Ehi. Sei arrivato. Ce ne hai messo di tempo.- disse Sakuragi.

-Ti ho cercato dappertutto.- rispose Rukawa.

-Ma se ti ho lasciato un biglietto che...- Sakuragi abbassò il viso verso il quaderno che teneva in grembo; Rukawa lo intravide aprirlo nel baluginare distante dei riflettori del centro sportivo. -Ah, no. Che imbecille, ti ho scritto un biglietto e poi me lo sono portato via.

-L'importante è che ti ho trovato.

-Stavo... rileggendo quel che ho scritto ad agosto.- Rukawa non rispose, ma si sedette al suo fianco. Sakuragi sollevò lo sguardo e incontrò quello di Rukawa per un istante, poi abbassò gli occhi e disse: -Credo che io e te dobbiamo parlare.

 

 

 

 

Ciaossu!

Capitolo impegnativo, che ne dite? Forse Haruko non aveva tutte queste colpe... a meno che essere disgraziatamente fessa non sia una colpa, il che può essere un argomento di discussione non indifferente.
Koichiro Nango è un personaggio che appare in uno degli OAV: alla vigilia della partita Shohoku-Tsukubu, questo tizio con i colpi di sole sulla frangetta si prende una cotta per Haruko. Hanamichi giustamente si inalbera e decidono che chi avrebbe vinto la partita si sarebbe guadagnato il diritto di corteggiare Haruko. A quanto pare, in questa mia versione delle cose lui non ha proprio accettato il verdetto della partita.

Chiedo venia per l'ora di pubblicazione, ieri ho visto un'esibizione dei miei amati The Ark alla tv svedese e sono entrata in trip, mi sono messa ad ascoltare qualunque cosa abbiano inciso, ho deciso di provare a trascrivere un loro brano con il basso e un'ora dopo stavo piangendo perché sono un incapace. Dio benedica il mio ragazzo che mi ha dato un pezzo di cioccolato, mi ha consolata e l'ha trascritta al posto mio.

Fatemi sapere cosa ne pensate della letterina della babbu... ehm, di Haruko. Io credo che sia abbastanza umana come situazione. Adesso che si è levata dalle balle, cosa succederà?

XOXO

 

 
   
 
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