Shitto

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Ed eccoli lì, proprio davanti ai suoi occhi: Kurata e quel damerino di Kamura.

Chiacchieravano e mangiavano un gelato seduti tranquillamente su di una panchina, proprio come una coppia felice ad un appuntamento. Kurata lo guardava contenta, col sorriso sulle labbra, e ogni tanto si lasciava andare anche ad una risata. E Kamura rideva con lei.

Impulsivamente strinse le mani a pugno.

Un po’ di cioccolato rimase sul viso di Sana. Prontamente Kamura si preoccupò di pulirla con un fazzoletto, ma poi questo cadde lasciando che la mano di lui toccasse la guancia di lei.

Continuava ad osservare la scena.

La rabbia ed il nervoso crescevano,

ma non poteva muoversi…

Cominciò ad accarezzarla, delicato, finché un dito si posò sulle sue labbra. A lei non sembrò infastidire quel gesto.

Ma a lui si, eccome!

I gelati avevano iniziato a sciogliersi.

Lui le rivolse un sorriso, e lei lo ricambiò.

E lui si rodeva.

Poi, lentamente, i loro visi cominciarono ad avvicinarsi.

Sempre di più, sempre di più, di più, di più…

Ma non poteva permetterlo!

Non poteva, dannazione!

Fu proprio quando le loro labbra stavano per toccarsi che qualcosa provocò un rumore assordante come migliaia di vetri frantumati.

« Che è successo? » chiese Sana.

« Non saprei! » rispose Naozumi.

« STOP! STOP! Fermate tutto! Ma che diavolo è successo? Come hanno fatto a cadere tutti i riflettori? »

Poco distante da lì un Akito Hayama alquanto nervoso teneva un piede sul piedistallo di uno degli oggetti interessati – e più precisamente di quello che, spinto con un calcio, aveva poi scatenato l’effetto domino –, mentre al suo fianco Tsuyoshi ed Aya piuttosto imbarazzati avevano iniziato a fare inchini e a scusarsi a destra e a manca:

« Ci spiace! È stato un incidente! » esclamò Aya.

« Si, decisamente un incidente! Non è vero? » chiese Tsuyoshi rivolto al suo amico che, riassunta la sua aria indifferente, sbuffò.

Il regista e i collaboratori imprecarono e, accontentandosi di ciò che avevano girato quel giorno, mandarono Sana e Naozumi nei loro camerini a riposare almeno fin quando non avrebbero trovato una soluzione per le luci.

Poi Tsuyoshi, con voce più bassa, si rivolse ad Akito: « Ma insomma! Sana è stata così gentile da invitarci sul set del suo nuovo film e tu che fai? Distruggi tutti i riflettori? Dovresti controllare di più la tua gelosia! » lo ammonì.

Totalmente disinteressato delle parole dell’amico gli voltò le spalle e si incamminò.

« Oh poveri noi! » 

***

Konnichiwa minna!

Finalmente dopo tanto riesco a pubblicare qualcos’altro su Kodocha!

Il titolo significa gelosia, e dato che metterlo in italiano o inglese mi sembrava abbastanza banale, ho optato per il giapponese…a parte questo spero che vi sia piaciuta questa flash-fic. Beh, fatemi sapere cosa ne pensate con una recensione magari ^_^

Un bacio a tutti!

Sayonara!

Dany