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Autore: Isotta98    13/04/2020    0 recensioni
Kimberly è al suo penultimo anno da specializzanda, ed è vicina a realizzare il suo sogno, diventare un cardiochirurgo.
Thomas, noto cardiochirurgo, si troverà alle prese con una allieva molto determinata e sempre pronta a ficcare il naso qua e la, tanto da riuscire a scovare i suoi più oscuri e profondi segreti.
Genere: Dark, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1: Incubi




03.00 di notte

"Non è reale, non è reale, non è reale..." chiudo gli occhi, li riapro è sempre lì.
Un'ombra scura, in fondo al mio letto, non riesco a vederlo in faccia, riesco solo a vedere il giallo splendente dei suoi occhi che mi fissano, così chiudo i miei e mi ripeto a voce alta "Non è reale, non è reale, non è reale" li riapro, è andato via...sono sveglia? sto sognando? sono solo impazzita? non lo so più.
Guardo l'orologio, è notte fonda, ormai non riuscirò più a chiudere occhio, mi alzo dal letto e scendo in cucina, accendo il computer e inizio a studiare per i miei esami mentre sorseggio una cioccolata calda.

06.00 di mattina

Inutile dire che sono già pronta per uscire, come ultimo ritocco per non sembrare uno zombie applico un pochino di correttore intorno alle mie gigantesche occhiaie che ormai hanno preso possesso del mio corpo da settimane e settimane, sistemo i miei capelli castani e lunghissimi con una spazzola e decido di mettermi un pochino di mascara per far sembrare il mio sguardo meno assonnato, non sono una di quelle ragazze che passa ore e ore a truccarsi, specialmente per andare a scuola o a lavoro, dato che la mia specialità sono i ritardi...ma il nero del mascara risalta il colore verde dei miei occhi e mi piace un casino.
Prendo la borsa, le chiavi di casa ed esco, fuori ad aspettarmi trovo Sophia, salgo in macchina e andiamo verso l'ospedale dove seguiamo il corso da specializzande.
"Kimmy buongiorno! Dormito bene?" sorrido
"Quante volte ti ho detto di non chiamarmi Kimmy? Al massimo Kim...comunque si, dormito bene, te?" è vero, ho mentito...ma sono sempre stata la più fragile tra le due e questa cosa mi ha sempre dato molto fastidio
"Si ho dormito molto molto molto bene..." dice con fare sospetto
"Che significa quel molto molto bene? chi c'era nel tuo letto stavolta?!" sorrido
"Non lo indovinerai mai!" mentre dice questa frase scendiamo di macchina e arriviamo a piedi nello spogliatoio, ci mettiamo il camice e ci indirizziamo verso l'ascensore "Ti prego Sophi dimmelo! lo conosco? è del nostro anno? è più grande?" mentre tempestavo la mia migliore amica di domande l'ascensore si apre e le nostre strade purtroppo si dividono "Ci vediamo a fine turno...ti raccontero' tutto dopo, buona giornata!" sorrido e faccio una faccia di disapprovazione "Uffa, potevi dirmelo, buona giornata!".
Una volta arrivata nel reparto di chirurgia mi metto a cercare il mio gruppo, individuo il mio nome sulla lavagnetta e vedo che sono stata assegnata a un nuovo gruppo, non trovo nessuno di familiare, tutte facce nuove, sono un po' agitata, un dottore sulla quarantina si avvicina a me "Buongiorno, sei Kimberly?" abbasso lo sguardo un pochino imbarazzata "Buongiorno, si sono io" lui resta in silenzio e scruta la sua cartellina
"Bene, puoi darmi del tu e chiamarmi tranquillamente per nome, detto questo...seguimi" rimango qualche secondo in attesa che mi dica con quale nome esattamente dovrei chiamarlo, ma lui sorprendentemente è già in fondo al corridoio, corro per raggiungerlo e fatico per stargli al passo, si gira di scatto e per poco non gli finisco addosso, mi trovo a due centimetri dal suo petto, è molto più alto di me, alzo lo sguardo e noto sulla sua faccia un'espressione strana tipo 'ma chi me lo ha fatto fare?' mi scuso e faccio un passo indietro pronta per ascoltare quello che stava per dirmi
"Ti ho scelta personalmente tra tutti quelli del tuo corso per i tuoi voti e per il talento di cui mi hanno parlato i miei colleghi, quindi, vedi di non deludermi...devi seguirmi d'appertutto, fare domande, prendere appunti e solo quando te lo diro' io potrai intervenire, capito?" annuisco senza fiatare
"Bene Kim, iniziamo...verrai con me in sala operatoria, per oggi osservi e basta...comunque mi chiamo Thomas" mi sorrise molto frettolosamente e poi inizio' la preparazione per entrare nella sala, così feci anche io, ero al settimo cielo, non potevo crederci.

20.30 

Dopo aver passato tre ore in sala operatoria con Thomas ero sfinita, ma dalla voglia di raccontare tutto alla mia migliore amica la invitai per cena.
"Allora! raccontami tutto!" disse Sophia addentando uno spicchio di pizza Margherita con doppia mozzarella
"Non puoi capire l'emozione di vederlo operare! è una bomba! ha detto che la prossima volta lo faro' io...dall'inizio alla fine!"
"Che bello sono felice per te! io oggi ho fatto nascere una splendida bambina! vedessi come era bella"
"Che carina! maaa senti un po'...vuoi dirmi con chi sei andata a latto si o no??" Sophia sorrise e arrossì un pochino
"Si chiama Jonathan, è nel mio stesso reparto, ci siamo conosciuti in un locale la sera in cui tu stavi male..."
Il resto della serata lo passammo a parlare della sua avventura mentre io mi cimentavo a farle le unghie con la mia macchinetta per lo smalto semipermanente.

01.00 di notte

Sophia era andata via da almeno trenta minuti, io mi ero fatta una doccia e messa il mio pigiama, pronta per spegnere anche l'ultima luce della camera sentì un rumore dalla cucina, non ci feci caso e continuai a sistemare le coperte.

03.00 di notte

Un rumore insistente sempre proveniente dalla cucina mi sveglia...guardo l'orologio "Bene perfetto...stessa ora mi raccomando..." avevo capito subito di cosa si trattasse, speravo di stare solo sognando ma sembrava reale, molto reale.
Decido di andare in cucina per vedere cosa stava succedendo, apro la porta di camera, il corridoio era stranamente più buio del solito, un brivido mi attraversa la schiena, faccio un passo, davanti a me non c'era niente, ne faccio un altro, il rumore si avvicinava sempre di più, un cigolio, un grugnito, qualcosa di molto brutto, feci altri tre passi, il rumore era aldilà della porta della cucina, afferrai la maniglia, feci un sospiro, mi batteva forte il cuore, tutto di un tratto sentì qualcosa sotto i piedi, qualcosa di umido, denso e caldo, alzo i piedi...sangue, proveniva da sotto la porta, urlai, mi spostai indietro, caddi per terra e tutto di un tratto aprì gli occhi...ero nel mio letto, avevo sognato tutto ed erano le 6.00 del mattino, tremavo dalla paura, corsi in cucina e vidi che era tutto in ordine come lo avevo lasciato la sera prima, niente sangue e niente rumori strani.
Mi misi a piangere, ero pazza? eppure sembrava così reale!

Dopo essermi ripresa dalla notte appena trascorsa mi preparai velocemente per andare a prendere Sophia a casa e per recarci in ospedale, dove ci attendeva un'altra giornata.
"Eccoci qua!" esclamo' Sophia salendo nella mia 500
"Buongiorno" dissi
"Qualcuno si è alzato storto questa mattina?" sorrisi
"Non proprio storto...ho fatto un bruttissimo incubo"
"Mi dispiace...ti va di parlarne?" mi disse
"No, non mi va Sophi scusa...magari più tardi, siamo arrivate" tagliai corto ed entrammo nell'ospedale.

Ero intenta a prendere l'ennesimo caffè delle macchinette quando una voce mi sorprese da dietro "Buongiorno" la riconobbi subito
"Buongiorno a lei..." dissi
"Non devi darmi del lei, tranquilla, lavoreremo molto meglio se prendiamo confidenza, mettiamoci pure allo stesso livello" sorrisi
"Ok, ci provo...non mi viene molto naturale...allora posso offrirti un caffè Thomas?" sorrisi un po' per l'imbarazzo e un po' per la sua espressione
"No grazie, ricordati che sono il tuo superiore" rimasi pietrificata, con un'espressione da ebete in faccia, avrei voluto sotterrarmi, Thomas se ne ando' subito e io purtroppo dovetti seguirlo.
Entrammo in una stanza di un paziente recentemente operato al cuore, non si era ancora svegliato, mi misi in un angolo e feci quello che mi era stato ordinato, ferma a prendere appunti.
Osservavo Thomas prendere tutti i parametri e controllare le ferite al paziente, aveva delle belle mani, dei bei capelli e occhi stratosferici, scuri...quasi neri, profondi.
"Kim!"
"Si?"
"Abbiamo finito con lui, vieni, adesso ti porto in un posto, seguimi" misi a posto la cartellina e la penna e iniziai a seguirlo d'appertutto
Dove vorrà portarmi?
"Ho deciso di darti un lavoro da fare extra scolastico...dovrai impiegare almeno due ore giornaliere nell'osservare e prendere tutti iparametri di questo paziente, mi raccomando, sono anni che ci lavoro, non mandare tutto all'aria con la tua goffaggine" mentre mi spiegava il lavoro da fare l'ascensore scendeva sempre più giù, sotto terra, prendemmo le scale e continuammo a scendere, corridoio dopo corridoio, non pensavo che questo ospedale avesse dei sotterranei così importanti.
"E devo venirci da sola?" il posto era freddo e umido, arrivammo a una porta, chiusa con tre lucchetti, la porta era di un materiale anti proiettile e la cosa non mi piaceva affatto.
"Certo, solo io e te conosciamo questo posto adesso, nessuno ti farà del male, si tratta solamente di un'area dell'ospedale...manca un po' di manutenzione e l'elettricità non arriva molto bene...tutto qua, tranquilla" sorrisi e annuì.
Eravamo in una stanza molto lussuosa, sembrava un'altra ala dell'ospedale, un ambiente molto diverso dal corridoio appena percorso, intimo e caldo...davanti a me c'era un uomo in un lettino, probabilmente in coma.
"Ti seve altro oltre i parametri giornalieri?" prese un attimo per pensarci
"Si, anche un prelievo di sangue giornaliero, fallo in queste provette con questi aghi, mi raccomando...massima riservatezza, ok?"
"Certo, tranquillo"
"Bene...dovresti riposare di più Kim...hai delle occhiaie...ma dormi?"
"Si dormo...non bene...ma dormo"
"Hai degli incubi?" sorrisi
"in effetti si!"
"Come immaginavo...bastardi..." pensando di aver capito male chiesi di ripetere, ma lui snocciolo' un "Niente!" mi sorrise e mi sposto' una ciocca di capelli dietro l'orecchio, poi quasi scosso dal suo piccolo gesto uscì velocemente dalla stanza.
Rimasi lì a contemplare quel gesto per qualche secondo, poi mi affrettai a prendere i parametri del paziente, era un ragazzo giovane, probabilmente della mia età, bellissimo.
"Cosa ti è successo...poverino" sussurro mentre scrivevo tutti i parametri sulla mia cartellina "e come ti chiami? non c'è scritto da nessuna parte..." parlavo da sola...ma il fatto è che essendo con lui che tecnicamente non è ne vivo ne morto mi dava un certo brivido di spavento, oppure è il fatto che abbia tutti questi lucchetti alla porta nonostante sia in coma...spaventoso!
prendo le provette e l'ago, inizio a fare il prelievo, l'ago è gigantesco e le provette sono lunghissime, tento di inserire l'ago nel braccio ma non riesco, la sua pelle sembra fatta di marmo, dopo vari tentatvi riesco finalmente ad inserire l'ago, prelevo il sangue e me ne vado il più velocemente possibile da quel posto, ho un sacco di domande adesso, devo trovare Thomas.

17.00

Sono ancora nell'ospedale, ho staccato un fogliettino con tutti i parametri e messo la provetta con il sangue del paziente, soprannominato da me X, nello studio di Thomas.
"Ehi" eccolo!
"Ehi Thomas! ho qualche domanda..." il sorriso che precedentemente gli illuminava il volto scomparve, mi prese per un braccio e mi trattenne nel suo studio, controllando che non ci fosse nessuno, chiuse la porta, mi afferrò per le spalle, i suoi occhi erano pieni di rabbia e il suo volto a due centimetri dal mio "Non sono domande che puoi farmi apertamente davanti a tutti in corridoio, chiaro?" era arrabbiato
"S-Si si...tutto chiaro, scusami" mollò la presa e fece un grande sospiro come se dovesse riprendere il controllo di se stesso
"Adesso dimmi, cosa vuoi?" i suoi occhi erano fissi su di me, mi creava un certo imbarazzo, abbassai lo sguardo e iniziai a parlare
"Come mai è chiuso nei sotterranei? e perchè non ha un nome? cosa gli è successo?"
Silenzio
"Il suo nome è Cris, adesso se hai finito di ficcare il naso tra i miei affari puoi andare" il suo sguardo divenne cupo, quasi ferito
"Chi è per te quel ragazzo?" chiaramente non volevo dire quella frase...ma vedendo il suo sguardo non potevo non chiederlo
"Tu vuoi sapere troppe cose, è mio fratello" disse sospirando
"Oh...mi dispiace...e perchè è chiuso lì? cosa gli è successo? perchè quando ho provato a fare il prelievo la sua pelle è diventata impenetrabile?"
"Basta smettila, non sono affari tuoi di quello che faccio con mio fratello" rimasi in silenzio per qualche secondo, indecisa se sparare la prossima domanda o no.
"Stai facendo degli esperimenti sul corpo di tuo fratello?" Thomas perse il controllo un'altra volta, mi afferro' per un braccio e mi sussurro' all'orecchio "Smettila, non puoi permetterti di comportarti così con i tuoi superiori, ti ho affidato un incarico importante perchè ti ritengo abbastanza matura e competente per svolgerlo nella massima riservatezza ma evidentemente sei solo una ragazzina ficcanaso, il tuo incarico è sospeso, ora fuori di qui." ci rimasi male...avevo osato troppo? la mia maledetta curiosità a volte rovina sempre tutto
"Scusami, non volevo ficcanasare...mi dispiace..." tentai di scusarmi invano
"Tranquilla, arrivederci, buona serata" mi accompagnò alla porta del suo studio e mi buttò fuori, si, avevo esagerato.

23.00

Ero stesa sul divano a guardare la TV, ma non mi interessava molto, ripensavo a il povero fratello di Thomas...chiaramente non intendevo abbandonare il mio incarico,  decisi di farmi la mia solita cioccolata calda, un vero e proprio prenanna per me, mentre escogitavo un piano per farmi perdonare da Thomas, decisi di chiamare mia madre per qualche consiglio, composi il numero.
"Pronto?"
"Mammaa! ciao, ti ho svegliata?"
"Assolutamente no, stavo guardando un film" sorrisi
"Come state tu e papà?"
"Bene! ci manchi tanto, torni nel week-end?" disse con voce speranzosa
"Non lo so mamma...ho tanto da studiare e non ho tanta voglia di farmi tre ore di macchina per venire a sentirvi litigare in continuazione" 
"Hai ragione tesoro, le cose non vanno bene...pero' sei e sarai sempre la nostra bambina e se capiti ogni tanto ci fa solo piacere" sorrisi
"Cerco di fare il possibile, mi raccomando cercate di non uccidervi, avrei bisogno di un consiglio...dovrei farmi perdonare da una persona...ma non la conosco molto bene e non so proprio cosa dirle"
"Uuuh! problemi di cuore? Comunque, secondo me devi solo trovare il momento e il luogo adatto per parlare con questa persona, mi raccomando, devi assicurarti di avere abbastanza tempo per parlare, le frasi a metà fanno solo irritare la gente...sincere scuse e basta, questo è il miglior metodo, io devo andare però...tuo padre è rientrato adesso...è ubriaco fradicio...mi dispiacde, a presto tesoro...dovresti chiamare più spesso sai?!" sorrisi
"D'accordo...grazie del consiglio, stai attenta, ciao mamma"
La telefonata è stata tranquilla, pensavo peggio, chiaramente non andrò da nessuna parte nel Week-end, troppo lavoro da svolgere e troppi esami in arrivo, però mia madre aveva ragione...solo sincere scuse.
Decisi di spostarmi in camera da letto con il mio prenanna, una volta finito puntai la sveglia e mi misi a dormire.


03.00 di notte

Come ogni notte mi sveglio alla solita ora, l'ho soprannominata l'ora degli incubi...non sono sempre uguali, vanno avanti da qualche settimana, sono molto spaventata, questa volta si tratta di un'ombra in fondo al letto, non riconosco se si tratta della solita dell'altra volta oppure no...a un tratto sento un boato, un suono simile a un tuono, distolsi lo sguardo da quell'ombra e lo puntai alla finestra, pioveva, forte, tornai a guardare in fondo al letto, il nulla...mi voltai di lato per rimettermi a dormire quando alla mia destra sul letto quell'ombra si era trasformata in un corpo in putrefazione, tentava di afferrarmi, sempre più vicino, sempre più vicino, scattai all'indietro urlando, caddi dal letto, aprii gli occhi la mattina seguente alle 6.00 del mattino, sudata, con il cuore in gola, tremante.
"Ho bisogno di aiuto...basta"

   
 
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