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Autore: Sion26    13/04/2020    1 recensioni
Victor Nikiforov non avrebbe mai immaginato che la sua vita sarebbe potuta cambiare così drasticamente da un giorno all'altro. Quando pensa che niente abbia più senso se non può più pattinare, prende la decisione forse più importante della sua vita: un viaggio di sola andata per il Giappone per allenare il giovane Katsuki Yuuri, senza un motivo apparente. Yuuri rappresenta la sua ultima speranza di tornare a sentirsi di nuovo vivo sul ghiaccio, ma il ragazzo, dopo una brutta sconfitta, decide di gettare la spugna e rinunciare a pattinare. La vita di entrambi prende una svolta inaspettata quando si incontrano e, assieme, decidono di lottare per tornare a sognare di nuovo.
Genere: Romantico, Sentimentale, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Victor Nikiforov, Yuuri Katsuki
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Capitolo 4

San Pietroburgo, aprile 2015
 
“E quindi Yakov ha avuto la brillante idea di chiamare un altro coach per me. Insomma… dice che adesso che competo nella categoria Senior, dovrei prestare molta più attenzione al mio corpo, soprattutto perché tra qualche anno cambierà e lui non riesce a tirare fuori tutto il mio potenziale.”

Yuri Plisetsky era seduto con le gambe penzoloni sui braccioli della sedia e stava giocando con qualcosa che aveva in mano. Yuri aveva appena compiuto 15 anni ed era soprannominato “The Russian Fairy”, la fata russa. Avrebbe iniziato la prossima stagione nella categoria adulti, dove aveva sperato di confrontarsi finalmente con Victor, ma questo non sarebbe mai successo. Victor non aveva ancora avuto il coraggio di dirglielo, stava cercando il momento giusto. Era passato solo un mese da quando era stato ricoverato ed era stato operato la settimana prima. Non poteva ancora sapere con certezza che cosa avrebbe fatto in futuro.

“Yakov ha ragione. Sei in un’età particolare, il tuo corpo cambierà in fretta, devi approfittare dei movimenti e delle forme che hai in questo momento.” Esclamò Victor. Era costretto a letto da un mese, e stava iniziando a dubitare che i muscoli delle gambe funzionassero ancora, soprattutto quelli della gamba destra… cercò di muovere un piede, ma il dolore lo bloccò all’istante. “Chert!” imprecò e chiuse gli occhi per sopportare la fitta che stava arrivando.

“Hai male?” Yuri si era materializzato al suo fianco in un nano secondo. Gli aveva preso la mano e Victor gliela strinse per tranquillizzarlo.

“Continua a dirmi di Yakov. Chi ha chiamato per allenarti?”

Vide lo sguardo perplesso di Yuri, mentre valutava se rispondere alla sua domanda o chiamare l’infermiera. Portò la sedia vicino al letto, così non doveva lasciargli la mano mentre si sedeva. “una certa… Lilia Baranovskaya!” borbottò guardandolo. “Mira la odia…”

“Cosa???” Victor scoppiò a ridere, cosa che sembrò spaventare un po’ Yuri. “La sua ex moglie? Vorrei proprio essere una mosca per vedere i tuoi allenamenti!”

Yuri si fece serio e lo guardò intensamente. “Quando ti riprenderai, voglio che fai una coreografia per me! Lo farai vero? Anche se competeremo per lo stesso titolo, voglio che sia tu ad allenarmi!” esclamò serio e Victor smise di ridere guardandolo negli occhi. Non aveva l’animo di dirgli come stavano davvero le cose, Yuri era davvero convinto che si sarebbe alzato da quel letto e fosse tornato a pattinare. Come avrebbe voluto avere la sua stessa innocenza e ingenuità. La verità era che non sapeva neanche se sarebbe tornato a camminare senza zoppicare… “sì, certo che lo farò.”

“Me lo prometti?”

Victor sorrise e annuì. “Te lo prometto!”

“Hai male?” Yuri si era alzato di nuovo e Victor si rese conto che una lacrima gli era scivolata sulla guancia. “Chiama l’infermiera…”

“Sì!” Yuri sparì come un fulmine dalla porta e lui si portò le mani in volto, lasciandosi andare a un pianto silenzioso.

 
***

Te lo prometto.

Victor aprì gli occhi. Una distesa di ghiaccio si estendeva davanti a lui, minacciosa come un mare in tempesta. La tempesta era ciò che quella distesa di ghiaccio suscitava dentro di lui. Lui e Yuuri si erano alzati presto e Yuuri lo aveva portato alla pista di pattinaggio dove soleva allenarsi quando era bambino. Aveva conosciuto la sua senpai Yuuko, suo marito Takeshi Nishigori e le loro tre gemelle che portavano i nomi dei tre salti del pattinaggio, Axel, Lutz e Loop. Riusciva a immaginarsi il piccolo Yuuri saltare di qua e di là mentre faceva i suoi primi passi sul ghiaccio.

Aveva chiesto se potevano dargli un minuto da solo. Si sedette e si infilò il tutore al ginocchio sopra ai pantaloni stretti che usava per allenarsi. Non erano più così stretti come si ricordava, significava che aveva perso peso dall’ultima volta che li aveva messi. Indossò i pattini e poi rimase immobile a guardare dritto davanti a sé. Poteva farcela. Aspettava quel momento da un anno e finalmente era arrivato, doveva solo alzarsi e pattinare. Niente di più semplice. Fece un respiro profondo, una… due… tre volte, ma le sue gambe non avevano intenzione di muoversi. Forse aveva ragione Yakov. Era stato un errore venire lì, non sarebbe mai riuscito a pattinare di nuovo. Ma ormai non poteva più tirarsi indietro.

Fece un altro respiro profondo, quando sentì la porta aprirsi dietro di lui. Si voltò di scatto per vedere Yuuri con un paio di pattini in mano che si avvicinava a lui nella sua tuta da allenamento.

“Che stai facendo? Non sei ammesso sulla pista di pattinaggio finché non perdi almeno 10 kg e tutta la ciccia che hai accumulato sulle cosce!”

Yuuri sembrò non prestargli molta attenzione mentre si sedeva accanto a lui per infilarsi i pattini.

“Yuuuuuri!! Non ignorarmi!!”

Yuuri gli mise un dito sulle labbra e poi si alzò e gli tese la mano.

“Che stai facendo?” Victor sembrava molto più serio ora, e in qualche modo… infastidito. Notò una nota di esitazione nello sguardo di Yuuri, ma passò quasi subito.

“Prendimi la mano!”

“Non ho bisogno di essere aiutato, non sono un bambino.”

“Davvero non lo sei? Allora perché ti comporti come tale?” Yuuri si portò le mani ai fianchi. “Hai promesso di essere onesto, ma hai tralasciato una parte importante, e cioè che non hai ancora messo piede su una pista di pattinaggio. Quindi, se non vuoi che ti licenzi, dammi la mano!”

Victor lo guardò con gli occhi sgranati. Non pensava che i giapponesi avessero tutta quella grinta. “Va bene… non c’è bisogno di arrabbiarsi!” esclamò ridendo mentre allungava la mano e afferrava la sua alzandosi. Entrambi entrarono nella pista di pattinaggio e iniziarono a scivolare sul ghiaccio… Victor sentì l’aria fresca sul volto, i capelli che gli accarezzavano il viso e chiuse gli occhi per godersi più a fondo quella sensazione.

Quanto tempo aveva aspettato? Quante volte aveva sognato di tornare a pattinare? Sia di notte, che a occhi aperti, immaginava quel momento vivido nella sua testa, come se stesse accadendo davvero. E ora stava succedendo!!! Stava ancora stringendo la mano di Yuuri, quindi si fidava a pattinare a occhi chiusi, aprì le braccia e divaricò leggermente le gambe. Poi aprì gli occhi e guardò Yuuri. “Fammi un pizzicotto!”

“Cosa??” domandò Yuuri confuso.

“Dai, muoviti! Fammi un pizzicotto!” Yuuri eseguì senza obbiettare. “Ahia!!”

“Gomen!!! Sei stato tu a dirmi…”

“Non è un sogno!” esclamò Victor “Non è un sogno Yuuri!” lasciò andare la sua mano e iniziò a volteggiare sul ghiaccio. Provò a fare una sequenza di passi e poi un’altra e il ginocchio non gli faceva male.

Continuò a pattinare, come se non avesse mai smesso in vita sua e iniziò a eseguire l’inizio della sua performance “Stammi Vicino”. Fece un salto e atterrò sul ghiaccio come se fosse la cosa più normale del mondo.

Yuuri lo guardava estasiato dal bordo pista. Quel ragazzo lo aveva appena aiutato a farlo entrare in pista. Scosse il capo ridendo e fece un altro salto, e poi un altro e un altro. Quello era sicuramente il giorno più bello della sua vita da quando… non sapeva neppure da quanto. Fece un altro salto, ma stavolta non atterò bene e cadde per terra. Sentì una fitta al ginocchio, ma passò quasi subito. Ora sapeva cosa poteva e non poteva fare. Piano piano sarebbe riuscito a riprendere tutti i movimenti.

“Victor!!!!” Yuuri si stava avvicinando velocemente a lui e Victor si rese conto di essere ancora seduto per terra.

“Sto bene, sto bene!” esclamò ridendo mentre afferrava la mano di Yuuri per alzarsi. “Sono solo scivolato! È tutto a posto!”

“Il ginocchio… ti fa male?”

“Non tantissimo! Ora so quali sono i miei limiti! Non preoccuparti, Yuuri! Ah!! Vedrai che ti farò vincere la medaglia d’oro. Sarà un anno favoloso!” esclamò Victor entusiasta “ma prima… devi perdere peso, quindi esci subito dalla pista. Sei bannato da qui, finché non avrai perso peso!”

Yuuri gonfiò le guance un po’ infastidito, borbottò qualcosa in giapponese mentre si voltava per uscire dalla pista.

“Ah, Yuuri!” Questi si voltò ancora un po’ impettito “Spasibo!!!!!”

 
   
 
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