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Autore: fedcan    13/04/2020    1 recensioni
Il mondo magico, che in questi ultimi trent'anni ne ha viste di tutti i colori, è sconvolto da una nuova forma di violenza finora quasi sconosciuta: il terrorismo. Niente, nemmeno la magia può fermare il terrore.
P.S. Questa storia ovviamente si regge da sola, ma in dei punti, per una maggiore comprensione, sarà necessario leggere la mia prima FanFiction, Guerra Fredda
Genere: Azione, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Blaise Zabini, Harry Potter, Hermione Granger | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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CAPITOLO 4

 

25 Aprile 2005

 

La sede dell’Echo di Liverpool si trova in Saint Paul Square, vicino agli storici Royal Docks, un tempo centro dell’economia cittadina. Thomas non aveva mai visto un edificio così brutto: un casermone grigio di 10 piani di uffici che sarebbe stato bene nella Mosca sovietica di trent’anni prima. Non c’è veramente nient’altro da dire, se non il fatto che sia incredibilmente deprimente. Dopo l’ingresso si trova quella che dovrebbe essere la segreteria, ma non c’è nessuno, neanche un’anima. Il silenzio è inquietante, nemmeno un rumore, si potrebbe sentire una mosca ronzare anche dall’altra parte dell’edificio. Dopo 2 minuti che sembravano infiniti, arriva una signora piuttosto anziana (deducibile dai capelli grigi e dalle rughe, molto pronunciate, soprattutto intorno agli occhi) di almeno sessantanni ma probabilmente di più. La signora, che ha tutta l’aria di non essere contenta di visite, si siede sulla sedia dietro al bancone:

“Benvenuto all’ Echo di Liverpool. In cosa posso esserle utile?”

Nemmeno un morto parla così pensa Thomas:

“Sono venuto per il signor Stamford, immagino abbiate saputo...”

“Mi è stato detto mezz’ora fa. Lei quindi è il poliziotto… Scusi se glielo chiedo, ma è in borghese?”

“No, in realtà sono un investigatore privato collaboratore delle indagini della polizia. Potrei sapere adesso dove si trovi l’ufficio di Stamford?”

“Prenda l’ascensore, quarto piano, porta numero 8. Tenga queste” Da due chiavi all’investigatore “Questa qua grande è per la porta dell’ufficio, mentre questa piccola è per la sua sezione dell’archivio, se avesse bisogno di controllare i suoi scritti, tanto non credo che si offenderà...”

“Grazie mille, signora...”

“Fidger, e di niente, è un piacere collaborare con la polizia. Quando ha finito riconsegni le chiavi”

“Certamente. A dopo, signora Fidger.”

Congedatosi, Thomas va all’ascensore, preme il pulsante 4 e arriva al piano. Davanti a lui si apre un lunghissimo corridoio, grigio come il palazzo, con decine di porte sulla destra e uno spoglio muro sulla sinistra. L’ufficio di Nick Stamford è perfettamente nei canoni dell’edificio: pareti grigie senza né un quadro né una foto, una scrivania nera, diversi fogli da ufficio, un po’ di penne in un contenitore cilindrico e un computer. Indossa i guanti ed accende il computer:sul destkop non c’è molto, solo i programmi del sistema operativo, dei programmi di scrittura, il link ad Internet Explorer e il cestino. Nei cassetti de tavolo non c’è niente di interessante, quindi Thomas comincia ad esplorare il computer. La casella di posta non conteneva messaggi interessanti o sospetti e nel programma di scrittura c’erano salvati solo gli articoli dell’anno in corso Devo ispezionare il suo archivio per poter visionare i più vecchi. Uscito dall’ufficio di Nick Stamford, Thomas si imbatte in una ragazza, probabilmente delle pulizie a giudicare dallo spray odorante che stava spruzzando in giro:

“Mi scusi se la interrompo, ma dove posso trovare l’archivio? Devo fare un controllo nell’archivio di Nick Stamford”

“Se è hi para lui deve essere della polisia. Sono assai dispiaciuta para lui, era così hentile con me.. L’archivio esta al desimo piano.”

“Grazie. Scusi, ma lei è spagnola per caso?”

“No no, sono dell’Honduras. Sono qui da tres annos con mia madre e le mie tre sorelle.”

“Capisco… Beh arrivederci, e grazie”

Quanto cazzo è bella, la devo rivedere prima o poi. La sala degli archivi è un gigantesco stanzone pieno di cassetti di tutti gli originali dei vari giornalisti. Apre con la chiave quello di Nick Stamford. Ci sono tutti i suoi originali dal 31 dicembre 2004 in giù. Sono principalmente attacchi politici nei confronti soprattutto di Tony Blair, ma anche di leader conservatori. Era contro tutti, potrebbe aver avuto nemici da tutti i lati. 2003, 2002, 2001, 2000, 1999, 1998 ,1997...Aspetta un attimo, c’è qualcosa di strano qui… e in effetti c’era: misteriosamente, da metà giugno 1998 alla fine di agosto dello stesso anno non aveva scritto più niente. Ma non c’è solo questo: prima della sua misteriosa sparizione lui non era contro Blair, anzi, il giorno del suo insediamento lui ne era contento, mentre criticava in maniera aspra il governo conservatore degli anni ‘80 e dei primi anni ‘90. Dopo essersi segnato queste informazioni su un taccuino ed aver riconsegnato le chiavi all’arpia( così aveva soprannominato la segretaria), esce dal palazzo. È mezzogiorno e mezzo, sarà meglio trovi qualcosa da mangiare, e poi devo parlare con Nicky.

 

Nel frattempo

 

Nicholas si trova ancora a casa del signor Stamford per le perquisizioni di rito. Stava per andarsene a mangiare, quando:

“Capo!”

“Trovato qualcosa Scott?”

“Sì, crediamo sia un messaggio. Venga in salotto.”

Nicholas legge il messaggio, trovato sotto una montagna di libri

 

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“Cosa diavolo vorrà dire?”

“Non lo so, ma credo sia questa la causa della confusione in salotto e poi del suicidio”

“Chiamo subito Tommy”

   
 
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