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Autore: Manocoll    14/04/2020    0 recensioni
Jury Devlin, provetto subacqueo, è entusiasta dell'offerta di lavoro ricevuta. E' stato infatti contattato da Henrick Notron, famoso biologo marino, per un delicato incarico nel Mediterraneo. L'unico scoglio che deve superare è covincere la moglie Ann, abile fotograva che da tempo desidera un bambino, a seguirlo nell'impresa. Quando finalmente ci riesce, pensa di avere risolto ogni problema, ma i guai sono in agguato. Prima di partire per il mar Egeo, dove dovrano immergersi, Jury riceve una telefonata minatoria, e lcuni incidenti che accadono loro una volta giunti a destinazione li convincono che devono esserci in gioco grossi interessi. Cosa c'è di così prezioso in quei fondali e chi è tanto malvagio da non esitare a uccudere purché il segreto resti inviolato?
Genere: Azione, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3


 
Mentre Jury serviva i drink Henrick Notron e a Ann, Xander porse a Tommy il suo bicchiere, ma smise di sorridere come vide l’espressione risentita del giovane.
“Perché è venuto qui?”, stava pensando Tommy, imbarazzato dalle occhiate interrogative che lui gli rivolgeva. “Che cosa penseranno gli altri?”.

«Grazie,» borbottò asciutto, prendendo il bicchiere, quindi gli girò le spalle come se fosse impaziente di sentire quelle che Notron stava dicendo.

Xander ebbe l’impressione di avere ricevuto uno schiaffo e Jury osservatore come sempre, gli andò subito al fianco.

«Vuoi una bevanda fresca?», gli chiese gentilmente.

«No, grazie. Vado da Xenia a organizzarci la cena» rispose lui, quindi lasciò il soggiorno e ando in cucina.

Per tutta la serata Jury pensò continuamente alla misteriosa lettera che era stata infilata nella tasca di Xander. Poco prima di lasciare la villa, prese Xander in disparte e gli bisbigliò qualche parola. Il ragazzo annuì in silenzio, accettando il suo consiglio.

Jury, Ann e Tommy lasciarono la casa insieme, dirigendosi verso il villino messo a disposizione da Henrick, ma avevano fatto solamente pochi passi quando Tommy si scusò e corse via per vedere un persona con cui aveva appuntamento.
Comprendendo che intendeva incontrarsi con Alan, il vivace inglesino che gli aveva catturato il cuore, Jury e Ann sorrisero indulgentemente, mentre proseguivano da soli. Quando giunsero al villino, Jury annunciò all’improvviso che intendeva tornare indietro per parlare un momento con Xander.

«Ho qualche domanda da fargli» spiegò in tono evasivo.

«Anch’io!» disse Ann scherzosamente.

Jury tornò indietro e trovò Xander in attesa su una panchina sotto la terrazza della villa.

«Che cosa sta succedendo, Jury?» domandò lui mentre gli porgeva la busta spiegazzata. «Questa storia mi fa paura.»

Jury aprì la lettera in silenzio, trovando un foglio di buona qualità con un messaggio dattiloscritto. Mentre lo leggeva, ebbe cura di mantenere un’espressione impassibile affinché il ragazzo non potesse intuire nulla. «Vorrei sapere come hai ricevuto questa lettera Xander», disse quando ebbe finito.

«Mi trovavo al Pireo, nell’albergo dove ho pernottato in attesa del traghetto per Xanthos. Veramente era più una taverna che un albergo,» continuò. «Aveva soltanto il vantaggio di essere vicino al porto. All’entrata c’era un bar affollato di uomini, senza una sola donna. Per poco, quando l’ho visto, non sono scappato via.»

Ma poi aveva notato che alcuni uomini, forse turisti, parlavano inglesi.

L’impiegato della ricezione si era rivelato molto comprensivo.


«Ah sì, non è facile trovare il traghetto per Xanthos. Sì, abbiamo una stanza libera.»

Xander aveva notato che, mentre il giovanotto diceva quelle parole, varie teste si voltavano a guardarli. Poco dopo, mentre saliva le scale, si era accorto che alcuni avventori lo stavano osservando.

«Quando sono sceso di nuovo l’impiegato mi ha chiesto di firmare il registro e mi ha detto che stavano per servire il vradino, ossia la cena. L’ho trovata deliziosa.»

«E la lettera?» lo interruppe Jury gentilmente. «Quando l’hai trovata?»

«Dopo cena, quando sono salito nella mia stanza, ho visto la lettera spuntare dalla tasca del mio zaino. Sono sceso al pianterreno per chiedere  spiegazioni, ma al banco della recezione non c’era nessuno. Poi ho visto l’impiegato nel bar… stava ridendo e bevendo con il barista e tre o quattro uomini. Due di loro erano turisti inglesi. Sono andato da loro e hanno smesso bruscamente di parlare. Ho detto che avevo trovato una lettera in camera mia… non ne sapevano niente?

«E ovviamente hanno risposto di no», commentò Jury.

«Non con le parole… ma avresti dovuto vedere le loro facce! Erano assolutamente inespressive, eppure mi sono parse minacciose. Tu ci capisci qualcosa?»

«Purtroppo si», rispose Jury con un cupo sorriso. Capiva anche troppo bene il comportamento di quegli uomini. Non c’era da stupirsi che il ragazzo si fosse spaventato. «E nessuno ha parlato, allora?», chiese dopo una breve pausa.

«Non hanno detto niente. Hanno addirittura finto di non capire l’inglese.»
Jury scorse la testa sospirando.

«Mi dispiace, hai avuto un’esperienza piuttosto sgradevole. Dimmi una cosa», lo esortò, cambiando bruscamente argomento. «Quando hai deciso di venire in vacanza a Xanthos? Frank non mi ha detto niente.»

Xander lo guardò negli occhi.

«Non l’ho avvisato», lo informò. «Vedi, il fatto è che… sono praticamente scappato.»

«Scappato?» fece eco Jury incredulo. «Oh, andiamo, Xander, stai scherzando!»

«Niente affatto, Jury! Sono partito per la Grecia senza dire niente alla mamma e a Frank. Ma adesso lo sanno! Prima di tutto ho spedito una letterà da Atene, e poi quando sono arrivato qui, il signor Notron ha telefonato loro per informarli. Così adesso sono tranquilli.»

«Ne sei sicuro?» domandò Jury guardandolo negli occhi. «Secondo me  sono molto preoccupati, invece. Hai fatto una grande sciocchezza, te ne rendi conto? A proposito, Notron, sa che sei scappato?» chiese a bruciapelo.

«Oh, no, naturalmente!» esclamò Xander. «È una persona adorabile, vero? Non dobbiamo sconvolgerlo. Mi crede venuto qui apposta per conoscerlo, e in effetti ci tenevo molto.»

«Dubito che tu sia venuto qui soltanto per conoscere Henrick Notron», lo interruppe Jury. Dev’esserci un altro motivo. Vuoi essere così gentile da dirmelo Xander?»

Lui lo fissò attonito. Com’era possibile che non capisse da solo qual’era il motivo principale della sua venuta a Xanthos? Non aveva ancora intuito che era venuto per vedere Tommy? Chiuse un momento gli occhi, cercando di scacciare il doloroso ricordo della fredda accoglienza di Tommy. Adesso capiva che non soltanto lui l’aveva escluso della sua vita, ma anche Jury e Ann.

«Stai bene, Xander?» domandò Jury con ansia, notando la sua tensione.

Lui cercò di ricomporsi.

«Sono soltanto un po stanco», mormorò con un debole sorriso. «È tardi, vorrei andare a coricarmi.

Gli girò le spalle e si allontanò a testa alta, dirigendosi verso la villa.

 
Nel frattempo Tommy e Alan stavano parlado in un caffè del paese.

«Durante la tua assenza c’è stato un nuovo arrivo», lo informò Alan. «Un ragazzo inglese. Ha chiesto indicazioni per la casa di Henrick.»

Tommy esitò, non sapendo che cosa dire. Per fortuna in quel momento il cameriere servì il caffè.

«Dato che non ha lasciato l’isola, dev’essere ancora qui», continuò Alan.

«Dovresti averlo visto. Un bel ragazzo, vero?», sottolineò guardandolo.


«Sì, l’ho visto, naturalmente», ammise lui. «A dire il vero è scozzese… figlio di Frank Elliot, un vecchio amico di Henrick.

Aveva parlato con forzata noncuranza, sfuggendo lo sguardo di Alan, e lui si accigliò leggermente.

«Lo conosci, allora?»

«Non vedo il motivo di questo interrogatorio», sbottò Tommy con aria irritata.

«Henrick ha il diritto di ospitare chi gli pare, no?»


Alan era stato semplicemente curioso sul conto del ragazzo, ma ora inarcò le sopracciglia.

«Così lo conosci!», insistette. «L’avevo già visto in Inghilterra!»

«Sicuro, dato che Frank è mio zio!»

«Bene, bene», disse Alan ironicamente. Così ti sta dando la caccia!»

Tommy divenne paonazzo.

«Insomma un ragazzo che conosco appena viene qui per fare visita a un amico di famiglia… che fra parentesi è il mio datore di lavoro… e tu ti senti in diritto di farmi il terzo grado! Si può sapere che cosa ti ha preso?»

Un istate dopo si rispose da solo. Con ogni probabilità Alan era geloso. Come l’ebbe capito, si sentì lusingato nella sua vanità maschile e un attimo dopo si scusò per il proprio scatto. Il bisticcio venne subito dimenticato.

Quando tornò al villino, Tommy trovò Jury e Ann ancora alzati, intenti a discutere animatamente.

«Stavamo parlando di questa, Tommy», disse Jury mostrandogli una lettera. «Fra poco te la farò leggere, ma prima vorrei spiegarti alcune cosette.»

Ripeté a suo fratello quello che aveva detto a Ann, raccomandandogli della telefonata minatoria e dei suoi sospetti riguardo al mancato incidente stradale. A sua volta Ann parlò del battello che si era avvicinato mentre erano impegnati nelle loro attività subacque.

«D’ora in poi dovremo fare attenzione a tutte le imbarcazioni che si avvicinano», disse Jury. «Vedi, Xander mi ha portato questa lettera.»

«Xander!», esclamò Tommy con stupore.»

«Sì, me l’ha data stasera.»

Gli spiegò succintamente in quale modo Xander l’aveva ricevuta, quindi la passò a Tommy.  Lui la lesse rapidamente, poi la lesse ad alta voce.

“Le vostre interferenze non saranno più tollerate. Abbiamo i mezzi per impedire ogni tentativo d’intrusione e vi consigliamo di levarvi subito di torno, altrimenti sarà peggio per voi. O fate fagotto al più presto, o vi pentirete amaramente di non averci dato retta”.

Ovviamente non c’era la firma. Quale sarebbe stato il nostro “tentativo d’intrusione?” Forse stiamo disturbando gli sforzi di qualcuno di trovare l’alga marina di Henrick?», concluse Tommy.

Jury e Ann si scambiarono un’occhiata.

«All’inizio l’abbiamo pensato anche noi», rispose infine Jury. «Ma poi abbiamo deciso che questa lettera non sta in piedi.

Tommy corrugo la fronte.

«Se dietro questa faccenda c’è Nilved, allora il plurale si riferisce a lui e ai suoi amici subacquei. Ma perchè dovrebbe cercare quest’alga nel Mediterraneo? Non ha alcun interesse a dimostrare che la sua tesi e sbagliata.»

«Proprio così!» convenne Jury. «Nilved ha sempre sostenuto che l’alga si trova soltanto al largo del corno d’Africa.»

«Forse teme che la troviamo e cerca di metterci in fuga», osservò Tommy, ma Ann scosse la testa.

«Ritengo che non dobbiamo lasciarci ingannare dalle apparenze. Non posso credere che qualcuno si dia tanta pena solamente per un’alga marina che interessa a un ristretto gruppo di scienziati»

Un lungo silenzio seguì le sue parole. Finalmente Tommy chiese:
«Intendete informare Henrick di tutto questo?»

«Credo che sia nostro dovere,» rispose Ann gravemente.

«Sai benissimo quello che direbbe!», la sfidò Jury. «Se pensa che siamo in pericolo, potrebbe rinunciare alla ricerca.»

«Hai ragione,» convenne Tommy. «E mi dispiacerebbe sentirmi responsabile di avere compromesso la dimostrazione della sua teoria, dato che ne va della sua reputazione scientifica.»

Jury gli battè orgogliosamente la mano sulla spalla.

«Bravo, Tommy” Ann e io lo speravamo di sentirti parlare in questo modo. Così non fare parla di questa storia a Henrick Notron… non per il momento, almeno. Siamo d’accordo?»

«Sicuro», risposero gli altri due.

Il mattino tornarono al lavoro come al solito.Mentre si dirigevano verso il porto, videro arrivare Xander con i biondi capelli rifulgenti al sole mattutino. Indossava un paio di shorts e una maglietta attillata.

«Ciao a tutti!», li salutò allegramente. «Henrick mi ha detto che oggi posso accompagnarvi. Spero che non abbiate niente in contrario.»

Così chiamava Henrick per nome, pensò Jury con un sorriso divertito. Il vecchio doveva goderselo un mondo! Del resto la sera prima tutti avevano capito che la sua esuberanza giovanile gli allietava la vita.

Quanto a Tommy, avrebbe preferito che lui rimanesse a casa perché avevano parecchio da fare prima dell’immersione. Doveva controllare il materiale e la presenza di quel ragazzo sarebbe servita solamente a distrarlo.

Xander ebbe il buon senso di starsene in disparte mentre il Marlin faceva rotta verso est. Ann prese la barra, mentre Tommy e Jury controllavano l’attrezzatura. Quando giunsero sul luogo dell’immersione, gli uomini si prepararono a scendere in acqua. Cercando di non guardare lo snello ragazzo biondo dalla maglietta attillata che mostrava le punte dei suoi capezzoli, Tommy indossò la muta di gomma e si assicurò alla gamba destra la guaina del coltello, quindi si caricò sulle spalle la bombola dell’ossigeno. Quando anche Jury fu pronto, s’immersero entrambi Ann e Xander cominciarono a chiacchierare per ingannare l’attesa. Ann scoprì con stupore che Xander era informatissimo sul lavoro di Henrick era informatissimo sul lavoro di Henrick. Non soltanto aveva interrogato Frank, ma anche letto i libri del biologo.

«E poi, in questi ultimi giorni, abbiamo parlato parecchio» le confidò il ragazzo. «Durante il mio primo anno di Università, ho studiato biologia e adesso vorrei continuare. La biologia marina è affascinante, vero?»

«Oh, senza dubbio,» convenne Ann. A un tratto sinterruppe, notando poco lontano un’imbarcazione che sembrava un battello per ricerche subacquee. Si affrettò a gettare in acqua il galleggiante con la bandierina che segnalava la presenza di sub, ma l’altro battello non accennò ad accorciare le distanze.

Nel frattempo Jury e Tommy stavano esaminando la scogliera, fotografando tutte le alghe che potevano assomigliare a quella ricercata di Henrick. Finalmente Jury segnalò che era tempo di riemergere e Tommy alzò il pollice per indicare che aveva capito.

Jury riemerse per primo e Tommy si accinse a seguirlo, ma a un tratto vide un’alga seminascosta da uno scoglio sommerso. Aggirò l’ostacolo e puntò l’apparecchio per scattare una foto. Mentre si concentrava sull’operazione, un altro sub comparve alle sue spalle e fu allarmato  dalla presenza di Tommy… come Tommy si sarebbe allarmato se lo avesse visto. 

Così era vero! Altri perseguivano lo stesso scopo… e fotografavano il fondi marino! Girandosi con abile colpo di pinne, l’uomo fece un segno al compagno che lo seguiva, comunicandogli “sta indietro e tieni gli occhi aperti”.

Sapeva di dover agire in fretta, perché il compagno del fotografo non doveva essere lontano. Diede un altro colpo di pinne e si avvicinò a Tommy.

 
Mentre filava come un siluro, lo sconosciuto subacqueo si portò la mano alla guaina sul polpaccio per estrarre il coltello, ma il suo rapido movimento causò un’onda sottomarina che mise Tommy in allarme.

Si girò un istante prima che l’aggressore gli fosse addosso, vide il coltello e alzò il braccio per difendersi.

La lama gli sfiorò il bracciò, ma il fendente era diretto verso le cinghie della macchina fotografica. Quando l’apparecchio l’apparecchiò fluttuò nell’acqua, lo sconosciuto lo ghermì all’istante e nuotò via con il suo bottino. 

Pur non sentendo dolore, Tommy capì che il coltello gli aveva ferito il braccio, e nello stesso momento si rese conto che la sua riserva di ossigeno era agli sgoccioli. Avrebbe voluto inseguire il suo aggressore, ma non poteva farlo, se non voleva morire asfissiato, doveva risalire in superficie al più presto.

A bordo del Marlin, Ann e Xander avevano visto Jury riemergere con il braccio destro alzato a significare che andava tutto bene. Pochi secondi dopo stava risalendo la scaletta.

«Forse questa è la volta buona», disse quando fu a bordo. «Ho fotografato varie alghe dall’aspetto molto promettente. Dobbiamo marcare con precisione questo luogo sulla carta. Se Henrick è d’accrdo, torneremo qui nei prossimi giorni.

«Dov’è Tommy?» chiese Xander.

«Dove credi che sia?» sorrise, Jury. «Sta risalendo anche lui.»

Ormai sarebbe dovuto essere riemerso, pensò a un tratto. Rivolse a Ann un’occhiata ansiosa, ma nello stesso tempo la testa di Tommy spuntò dall’acqua. Invece di alzare il braccio destro, tuttavia, Tommy alzò il sinistro e lo agitò lentamente nel segnale che significa “venite a prendermi”.

Veloce come un fulmine, Jury si tuffò di nuovo e nuotò verso suo fratello, mentre Xander cacciava un grido di spavento. 

«Va tutto bene», lo rassicurò Ann. «Non ha segnalato che è in pericolo, solamente che ha bisogno di aiuto. Non c’è da preoccuparsi.»

Xander si sforzò di rimanere calmo mentre Jury aiutava Tommy a salire la scaletta… finché notò con un tuffo al cuore il filo di sangue che gli usciva dal braccio. Tommy si affrettò a ribadire che stava bene, mentre Jury gli toglieva la parte superiore della muta di gomma per esaminare il taglio.

«Non morirai dissanguato, sta tranquillo!» annunciò vivacemente. «Coraggio, scendi sottocoperta e lasciati medicare.»

«Non soltanto Tommy è ferito, ma ha anche perso la macchina fotografica», osservò Xander quando i due uomini furono scesi. Notò l’imbarazzo di Ann e si affrettò ad aggiungere: «Ho parlato a sproposito? In questo caso ti chiedo scusa. Mi dispiace di darvi fastidio.»

Era indubbiamente sincero e Ann propose di scendere in cabina aggiungendo con un sorriso:

«Vediamo se i miei uomini possono rispondere alla tua domanda.»

Quando Ann e Harvey comparvero  sulla soglia della cabina, Jury alzò lo sguardo con aria irritata.

«Come ho appena detto a Ann, mi dispiace di darvi noia», cominciò subito Harvey. «Sembra che io non abbia il diritto di sapere quello che succede. Non mi hai mai nemmeno detto che cosa c’era scritto in quella lettera!»

Jury sbirciò la moglie e lei fece un cenno di assenso.

«Coraggio, rivolgi pure le tue domande», disse a Harvey.

«No, non voglio fare alcuna domanda. Voglio dire soltanto che mi dispiace d’imporvi la mia presenza.» Harvey accennò un sorriso contrito. «Dato che non sono completamente ottuso, ho capito benissimo che qualcuno ha aggredito Tommy per rubargli la macchina fotografica, ma evidentemente preferite tenermi all’oscuro di tutto. Be’, vi assicuro che potete contare sul mio silenzio. Soltanto… mi sarebbe più facile tacere se sapessi che cosa deve restare segreto.»

Stranamente fu Tommy a provare un maggiore sollievo per quelle parole. Sentì svanire la propria tensione, forse perché sapeva che Harvey era un ragazzo di cui ci si poteva fidare.

«A dire il vero non c’è alcun segreto a prposito di questo… incidente», assicurò. «Scusami sono stato uno sciocco ad allarmarti. Non ho motivo di nasconderti la verità. Sei d’accordo Jury?»

Suo fratello annuì con aria rassegnata e Tommy raccontò com’erano andate le cose.

«L’ho visto arrivare con il coltello  proteso e ho alzato istintivamente il braccio per difendermi. Non ho capito che mirava alle cinghie della macchina fotografica e il coltello mi ha ferito il braccio. Sono sicuro che non voleva fermi del male.»
«Questo lo dici tu», replicò Jury scettico.

«Ne sono sicuro!» insistette Tommy, quindi alzò le spalle come a significare di non dare eccessiva importanza all’accaduto. «Scusami se ho perso la tua macchina fotografica. Purtroppo stavo pe scattare una fotografia e non visto arrivare il tizio.»

«Una fotografia?» chiese Jury con stupore. «Ma avevamo finito di fotografare in quella zona. Non dirmi che avevi trovato un’altra delle tue infernali anfore!»

«No, si trattava di un’alga e ho pensato che forse… chissà.»

Jury represse la replica che gli era salita alle labbra e continuò a medicare suo fratello in silenzio. Il responsabile di quell’aggressione doveva essere Riley Nilved. Evidentemente il biologo voleva impedire che la “sua” alga venisse trovata al di fuori della zona che, secondo lui, costituiva il suo Habitat esclusivo. Eppure… eppure gli sembrava che quella teoria non stesse in piedi.

«Una cosa è sicura», disse agli altri. «Stavolta dovremo informare Henrick. Forse avremmo dovuto farlo prima, ma temevo che rinunciasse alla ricerca.»

«E se deciderà di rinunciare?» domandò Tommy

«Allora lo convinceremo a tener duro!» dichiarò Jury con aria bellicosa.


 
   
 
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