Film > Pirati dei caraibi
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Autore: JennyPotter99    14/04/2020    0 recensioni
CONTINUO DI "DEAD MEN'S CHEST"
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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A Port Royal le cose erano cambiate di netto.
A capo non vi era più il governatore Swan, ma Lord Cutler Buckett, il comandante della compagnia delle indie orientali che, da poco, possedeva il cuore di Davy Jones.
James Norrington l’aveva fatta sotto il naso a tutti: aveva preso il cuore, le lettere di marca e si era riguadagnato la sua vita, divenendo Ammiraglio della compagnia.
Per prendere il potere della famiglia Swan, Buckett li aveva minacciati di sbatterli in prigione se non avessero fatto tutto quello che voleva lui.
Perciò, Elizabeth e suo padre erano liberi, ma come rinchiusi nella loro stessa casa.
Intanto, la ciurma della Perla Nera era partita alla ricerca di come trovare Jack.
Intrappolato nello scrigno di Davy Jones, l’unico modo era raggiungere i confini del mondo, come aveva detto Tia Dalma.
In pochi conoscevano la giusta rotta da seguire, ma Barbossa sapeva che un suo vecchio amico possedeva delle carte nautiche che potevano seguire.
Si chiamava Sao Feng e si trovava nella sua città natale, Singapore.
Lui, Barbossa e Jack facevano parte dell’antica fratellanza dei pirati nobili.
E dato che Buckett possedeva il cuore di Jones, avendo sotto mano praticamente tutti gli oceani, la fratellanza era stata chiamata a consiglio alla Baia dei Relitti.
Sao Feng era un uomo molto geloso delle proprie cose e riuscire a prendergli le carte nautiche con l’inganno sarebbe stato piuttosto difficile.
Tuttavia, esse si trovavano in un tempio non lontano dalla città.
Il piano era quello di distrarre Sao Feng, mentre Will avrebbe cercato di rubare le carte.
Attraverso una fitta nebbia serale, Alice arrivò a Singapore con la scialuppa e con un abito orientale per camuffarsi con la gente del posto.
Lentamente raggiunse il porto, dove, ad attenderla, c’era il generale delle guardie di Sao Feng: Tai-Huang e i suoi uomini.
-Posto pericoloso per una donna…Soprattutto se una donna sola.- commentò egli.
-Cosa ti fa pensare che sia sola?- intervenne Barbossa, da dietro le sue spalle. -Il tuo signore ci sta aspettando.-
-Notizie di Will?- gli sussurrò Alice, mentre venivano condotti alla dimora di Sao Feng.
-Confido che il giovane Turner prenda le carte, ma mi preoccupi più tu, tieni a freno la lingua davanti a Sao Feng.- rispose Barbossa.
Prima di entrare, gli fecero lasciare tutte le armi, così Alice si tolse la cintura con pistola e spada.
-Tu togli, prego.- le disse il generale e lei si guardò intorno, non capendo.- Tu credi che perché tu donna, noi non sospettiamo di tradimento?-
Alice non se l’ho aspettava, quindi fu costretta a togliersi la giacca dentro cui teneva altre svariate pistole, una bomba e, infine, un’altra pistola incastrata nel reggipetto.
Barbossa la guardò con un sopracciglio alzato.
-Che c’è?-
Sao Feng si trovava in una stanza circondata dai suoi uomini, a fare un rinvigorente bagno nel vapore.
Il suo viso da orientale portava enormi cicatrici e una barbetta lunga fin oltre il mento.
Barbossa ed Alice si inchinarono davanti a lui.
Nel caso il piano andasse male, in quello stesso momento, Gibbs, Pintel, Ragetti e Cotton si stavano intrufolando nelle fognature sotto di loro, con altre spade da poter usare.
-Capitan Barbossa, benvenuto a Singapore.- gli disse Sao Feng, guardando la ragazza dall’alto in basso. -E tu chi saresti?-
Nonostante Alice fosse venuta a sapere di essere la figlia di Bill Turner, pensò che Barbossa, anche se brutalmente, l’aveva cresciuta come sua e oltretutto aveva deciso di non ucciderla per spezzare la maledizione.
Qualcosa doveva pur significare.
-Alice Barbossa.- rispose lei.
-Mi è stato detto che avete una richiesta da farmi.-
-Esatto, dovrei intraprendere una missione e mi ritrovo a corto di una nave e di una ciurma.- spiegò Barbossa.
-Curioso.- commentò l’altro, grattandosi il capo.- Perché, non lontano da qui, non molto tempo fa, un ladro ha cercato di portare via qualcosa dal tempio del mio zio venerabilissimo.- continuò, quando uno dei suoi uomini gli lanciò le carte.- Le carte nautiche: la rotta ai confini del mondo.- Sao Feng fece cenno a due delle sue guardie che, da un enorme secchio pieno d’acqua, tirarono fuori un ragazzo con i polsi legati ad un pezzo di legno: Will.- E’ questo il ladro, il suo viso vi è familiare?-
Barbossa ed Alice non avevano altra scelta che negare.
-Beh, allora non ci sia bisogno di lasciargliela.- disse l’altro, estraendo un pugnale, pronto ad ucciderlo.
-No, no!- esclamò Alice, coprendosi la bocca subito dopo.
Non poteva lasciare che lo uccidesse.
-Venite nella mia città e tradite la mia ospitalità.- ringhiò Sao Feng.- Tu stai andando in fondo agli abissi, lo scrigno di Davy Jones, perché?-
A quel punto, Barbossa gli lanciò una moneta: uno dei nove pezzi da otto, il tesoro della fratellanza.
-Cantata è stata la canzone: dobbiamo riunire la fratellanza a consiglio ed essendo tu uno dei nove pirati nobili, devi onorare la chiamata.- rispose Hector. -Cutler Buckett si è preso il controllo dei sette mari e noi dobbiamo impedirlo.-
-Buffo, in questi tempi oscuri sembra che l’unico modo che un pirata ha per trarre dei profitti, sembra essere quello di tradire altri pirati.- commentò l’uomo.- Ma cosa può ognuno di noi contro la compagnia delle indie orientali?-
Alice iniziava ad essere stanca di quei discorsi: quel Sao Feng si rivelò essere tutto parole e nient’altro.- Può combattere!- gridò, avvicinandosi a lui.- Tu sei Sao Feng, uno dei pirati nobili. Uomini in divisa, con delle stupide parrucche sul capo ci stanno togliendo l’ossigeno, i nostri mari, il nostro mondo e tu te ne stai qui, a crogiolarti, nel bagno di vapore!-
Sao Feng la guardò sorpreso e fece un leggero sorriso.- C’è molto più di quel che si vede in te, Alice Barbossa.- commentò, girandole intorno.- Tuttavia, tu hai mancato di rispondere alla mia domanda. Cosa cerchi nello scrigno di Davy Jones?-
-Jack Sparrow.- intervenne Will.- E’ uno dei pirati nobili.-
Sentendo quel nome, l’espressione di Feng cambiò di netto, passando ad essere furiosa.- Mi piacerebbe molto vedere Jack Sparrow risorgere dal mondo dei morti, così potrei farcelo finire per mano mia!- urlò, dando un pugno alla parete.
-Jack Sparrow ha uno dei nove pezzi da otto. Ha mancato di passarlo ad un suo successore prima di morire, quindi dobbiamo andare a riprenderlo.- continuò Barbossa.
Nello stesso momento, Sao Feng fissò stranamente un uomo accanto a se.- Quindi tu ammetti di avermi ingannato…- sussurrò, estraendo poi la spada.- Armi!-
Tutti intorno a loro presero le loro spade.
Le cose stavano degenerando.
-Sao Feng, ti giuro che le nostre intenzioni erano le più onorevoli!-
In quel preciso istante, dalle tegole di legno sotto i loro piedi, comparvero quattro spade che Alice e Barbossa presero al volo.
-Deponete le armi o uccido la spia!- minacciò Sao Feng, prendendo in ostaggio quello stesso uomo.
Ma in realtà nessuno lo conosceva.
-Uccidilo, non è uno dei miei.-
-Ma se non sta con te e non sta con noi, allora con chi sta?- si chiese Will.
Improvvisamente, ci fu un’esplosione all’entrata, dove comparvero una quarantina di uomini della compagnia delle indie orientali che iniziarono a sparare all’impazzata.
Nel caos, la prima cosa che Alice fece fu liberare Will dalle corde e dargli una spada.
Mentre le guardie britanniche puntavano i loro fucili, il pavimento sotto di loro esplose e ne uscirono Cotton, Pintel, Ragetti e Gibbs con altrettante pistole.
Scappati da lì, quegli uomini li circondarono, ma non sapevano che Tia Dalma aveva piazzato un carretto pieno di esplosivo che li uccise per la maggior parte.
Quando furono in salvo, Barbossa notò che Will aveva in mano la mappa.- Hai le carte!-
-Molto di più: ho una nave e una ciurma.- gli disse Will, tirandogli il rotolo.
-Dov’è Sao Feng?- gli domandò Alice.
-Ci copre la fuga e ci raggiunge alla baia dei relitti.-
-Come hai fatto?-
-Fidati.-
   
 
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