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Autore: CaskettCoffee    14/04/2020    4 recensioni
L’idea è quella di raccontare Lily, Jake e Reece. Li abbiamo solo intravisti, bambini, in uno scorcio del futuro di Castle e Beckett. Il mio vuole essere un tentativo di tratteggiare uno scorcio del loro di futuro, da adulti, cominciando dalla storia di un'estate. E lasciando intravedere (ovviamente) anche la loro mamma e il loro papà.
Genere: Dark, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alexis Castle, Altro personaggio, Kate Beckett, Quasi tutti, Richard Castle
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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CAPITOLO QUARTO

 
I gossip degli Hamptons segnalano Jameson Fleming come il partito più corteggiato di questa stagione estiva, come previsto da queste colonne. Forse l'unica giovane donna che non ha mostrato interesse per Fleming è la signorina Lily Castle, la figlia del noto scrittore Richard e della senatrice Beckett. Fonti ben informate rivelano che il suo comportamento verso l’inglese sembra rasentare l'ostilità. Se la giovane promette di aver ereditato dai genitori non solo i tratti estetici, ma anche il caratterino - e sappiamo tutti essere così- è ragionevole immaginare che l’accoppiata tra Fleming e Castle sarà ciò che animerà una stagione estiva altrimenti mortalmente noiosa. 

New York Ledger's PAGE SIX, 23 maggio 2045

 
L’allegro gruppo si era spostato in giardino per il dolce e qualche chiacchiera. James ascoltava Reece raccontare un aneddoto a lui e ad altri amici, ma la testa era certamente da un’altra parte. E anche lo sguardo. “James, non hai ancora salutato i miei fratelli credo. Quando sei arrivato non ce ne è stato il tempo”. Con lo sguardo Reece cercò il fratello e la sorella, individuandoli poco distanti, intenti a chiacchierare con la madre e la zia Lanie. Reece li richiamò, e James si sentì legittimato a volgere lo sguardo verso di lei.
 
Quando Lily ricambiò il suo sguardo, accennò un cauto cenno al fratello. Era ovvio che l'ultima cosa che desiderava era attraversare la stanza per unirsi a loro... a lui, e James non poteva biasimarla. “Non ce bisogno, Reece, si stanno godendo la compagnia di tua madre e…”
 
Il sollecito richiamo del fratello aveva avuto effetto, ed eccoli vicino a lui.
 
“James Fleming!” stava dicendo Jake, con la voce stranamente distaccata, per un ragazzo affabile come lui. . “Infine ci rivediamo” A James non sfuggì l’occhiata che Jake rivolse a sua sorella. I dettagli che tradivano il suo disagio. “E’ un piacere rivederti Jake” James gli rispose con studiata indifferenza, stringendogli la mano.
 
“Anch'io sono incantata di rivederti di nuovo, Jameson” Lily lo chiamò volutamente con il nome completo, che odiava, mentre allungava la mano verso di lui. “E tanto incredibilmente presto dopo il nostro ultimo incontro” concluse con ironia.
 
James sorrise tra sé e sé. Fu uno scambio di un secondo, poi l’attenzione di tutti sembrò catalizzarsi sull’idea di un’uscita in barca la settimana seguente, proposta da una ragazza che James non conosceva. Tutti sembrarono molto concentrati a scegliere una giornata e organizzare la cosa.
 
“Beh Lily” mormorò senza pensare “mi sembri in splendida forma”. Se prima l’atteggiamento di lei era sembrato vagamente ironico, a quel punto divenne apertamente ostile. James si disse con un rimbrotto mentale per aver detto la cosa sbagliata. Non avrebbe dovuto dirlo. “E tu, Jameson” rispose con un tono che avrebbe gelato lo champagne che avevano fra le mani “sei rimasto esattamente uguale all’ultima volta che ti ho visto”. Quindi lei volse deliberatamente lo sguardo al gruppo di amici, per distoglierlo da lui. “Credo di aver bisogno di un altro bicchiere di champagne” disse. “Sembra un’ottima idea. Anch’io ho bisogno di bere qualcosa” rispose lui. Non si sarebbe fatto liquidare così. “Ah bene, fammi fare allora gli onori di casa. Ti faccio portare subito qualcosa.” 
 
“Lily, scusami” le si rivolse Jake “Se rientri in casa, potresti prendermi per favore il palmare? Stiamo decidendo per l’uscita e non ricordo se venerdì pomeriggio posso liberarmi” Lily non rispose subito, ma lo guardò benevola. Il fratello le stava dando una scusa per dileguarsi. Era unico. “Ma certo”
 
“Ti accompagno” si inserì James, nel discorso
 
“Sono sicura che questo non sarà necessario” Lily gli lanciò un altro sguardo iroso, “Oh, ma si che lo è”
 
“Davvero, non ho alcuna voglia di farmi accompagnare da…”
 
James appoggiò con decisione la mano sul braccio di Lily. Era tesa, la postura era in tensione, la voce vibrava di una certa collera. E Jake se ne era accorto, e li fissava, teso. Reece sembrava aver notato la tensione del fratello, e alzò lo sguardo perplesso verso tutti e tre.
 
Non era quello il momento, non lì, non con i fratelli vicino. Le porse il braccio, galante, e le lanciò un’occhiata complice. Dopotutto, in tanti anni avevano costruito una certa complicità. Non si poteva cancellare, con due anni di distanza, una vita di vicinanza. Lei si lasciò accompagnare verso la cucina, dopo aver rivolto un sorriso ai fratelli.
 
 “Mi scuso per averti zittita prima. Ma credo proprio che, se tu avessi continuato lì, davanti a tutti, te ne saresti pentita” “No” disse lei, e la sua voce aveva il tono di chi parlava seriamente “io non mi pento proprio di nulla” e nell’istante successivo, rovesciò il bicchiere di champagne sulla camicia di lui.



  
 “Ebbene” mormorò lui qualche istante dopo, mentre tentava di smacchiarsi la camicia con un panno bagnato . “Hai volutamente rovinato una splendida camicia di squisita manifattura italiana. Mi odi a tal punto?”
 
“Scusa, come hai detto?” Lei lo guardava, fintamente innocente. “Non mi trattare come se fossi un cretino” “E' stato un incidente” “Perché - disse lui in tono dubbioso – dovrei crederti?”
 
“Perché- rispose lei con un malizioso sorriso, - dovresti sapere che se ti avessi versato lo champagne addosso di proposito, te lo avrei detto”
 
A lui venne da sorridere.
 
 “Questo è qualcosa che mi riesce facile credere” commentà lui, e lei allora sorrise, a lui, come un tempo. Lui aspettò che finisse di sorridere prima di dire: “Non hai risposto alla mia domanda”
 
Un sospiro uscì dalle labbra di Lily. Non aveva pensato che lui le ripetesse la domanda. O almeno aveva sperato che non lo facesse. “Io non ti odio” rispose, scegliendo le parole con molta attenzione. Aveva gli occhi fissi sul mento di lui, ma visto che non tollerava la codardia, ancor meno in se stessa, si obbligò a guardarlo negli occhi e aggiunse: “Ma avrei preferito non averti mai conosciuto”
 
Quelle parole lo ferirono, più di qualunque altra cosa lei gli avesse mai detto.
 
“ E’ incredibile, se ci ripenso. Da ragazzina i miei genitori mi hanno ripetuto sempre, fino allo sfinimento, di non dare confidenza agli sconosciuti. E proprio quel giorno ho pensato bene di fare un’eccezione, con te” sospirò malinconica. “Immagino che avrei fatto meglio ad ascoltare le raccomandazioni dei miei genitori” concluse amara, allontanandosi da lui.
 
James rimase solo, con il fazzoletto umido in mano e una chiazza d’acqua sulla camicia. E in quella cucina, la mente tornò indietro di quasi vent'anni anni, e si rivide davanti un paio di grandi occhi color nocciola che lo fissavano. James era solo quel pomeriggio, perché suo zio era in città a sbrigare degli affari. Era la prima volta che trascorreva l’estate lontano dall’Inghilterra nei sui quattordici anni di vita, ma suo zio aveva ritenuto che così fosse per il meglio. A New York c’erano degli affari, c’erano dei corsi prestigiosi per James, e c’era un oceano di distanza fra James e suo padre. Sembrava che affittare una casa al mare in un altro continente fosse la soluzione idilliaca per l'armonia familiare
 
Lui si era sistemato su una sdraio e aveva appena cominciato a studiare latino, quando un rumore gli aveva fatto alzare gli occhi. Ricordava ancora esattamente l’aspetto di Lily quel pomeriggio: due occhi vispi, due codini ai lati della testa, una grossa mela rossa mezza mangiata in mano.
 
La mela- pensò James anni dopo - era una perfetta metafora di quello che lei sarebbe stata.
 
“Stai studiando latino?” gli chiese lei, mordendo energicamente il frutto.
 
Lui si accigliò a quella domanda, piuttosto sconcertato. Possibile che una ragazzina di 11, 12 anni sbucasse dal nulla per rivolgergli la parola? “Scusa?” le disse “Veritas” disse lei, senza mostrare alcun ritegno nel parlare a bocca piena. Possibile che gli americani fossero tutti così sguaiati? Masticò e inghiottì, poi indicò il libro con la mela mangiucchiata. “Lo stavi dicendo ad alta voce. Conosco quella parola. E’ verità, in latino.” Lui abbassò gli occhi verso il grosso volume che teneva aperto nel grembo, poi tornò a guardare in alto. “Sì, sto studiando latino”
 
“Oh” Lei rifletté sull’informazione per un momento, fissandolo, quindi affondò i denti nella mela e si tolse il frutto di bocca con la mano sinistra. “Io sono Lily”  disse, porgendogli la destra. James la guardò storto. Almeno, dimostrava qualche rudimento di educazione. Americani. “Io sono Jameson Fleming” disse stringendogli la mano, decidendo che la cosa più educata da fare era quella di dare confidenza a quella ragazzina per qualche minuto. Ma lei non sembrò impressionata dal fatto che lui le concedesse un po’ del suo tempo, e dette un altro morso alla mela, poi gli porse il frutto sbocconcellato. “Ne vuoi un po’? La mangiamo insieme”
 
 Dopo tanti anni, James ricordava ancora vividamente il delicato profumo di mela sotto il naso e il sapore aspro e pungente che aveva sentito staccandone un morso: da quel momento, la sua vita non era stata più la stessa. “Studiare latino non sembra molto divertente” disse lei, mentre James masticava e inghiottiva il frutto. “Non preferiresti fare un bagno?”
 
Pur tentato dalla proposta, lui scosse il capo. “Grazie, ma devo studiare” “Potremmo tuffarci da quello scoglio là”  continuò lei, come se James non avesse parlato, indicando un grosso scoglio che si allungava al di sopra della spiaggia a una ventina di metri da loro. Lui fu vinto dalla curiosità. “ Perché proprio quello?” le chiese.
 
“ Perché è di fronte casa mia. Ho il permesso di passeggiare un po’ sola purché mi tenga sempre dove possano vedermi, ma se voglio fare il bagno al mare, devo farlo lì perché mia sorella Alexis è stesa al sole proprio lì davanti”
 
A lui sembrò un motivo giusto,  e fare un tuffo da quello scoglio aveva l’aria di essere divertente, soprattutto in un caldo pomeriggio d’estate, con il latino come alternativa. James scosse il capo con risolutezza. “Non posso. Devo studiare. Inoltre, non ho il permesso di fare il bagno.” “Non c’è problema - mormorò lei, guardandolo con un sorriso. - Non lo dirò a nessuno. “
 
James ricordava ancora quel sorriso. Fin da allora, aveva avuto il potere di indurlo a fare cose molto, molto sbagliate. Lui aveva ceduto alla tentazione, lasciandosi trascinare in un tuffo proibito da una ragazzina americana che non avrebbe dovuto nemmeno parlargli, comprendendo che un ragazzino di ben 14 anni aveva di meglio da fare che starle appresso.
 
Risultato: scivolando sullo scoglio si rotto il braccio, tre settimane di reclusione in camera e una bella strigliata dallo zio. Lui sorrise mestamente tra sé. Fin dal primo momento in cui aveva posato gli occhi su di lei, Lily Castle era stata una calamità nella sua vita.
 
   
 
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