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Autore: bridgetvonblanche    14/04/2020    4 recensioni
[bts crime/noir au]
«Volevo davvero riuscire ad odiarti per aver pensato a cosa fosse meglio per me quando eri tu il meglio per me»
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jeon Jeongguk/ Jungkook, Kim Taehyung/ V, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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BLACK INK.

 

[2]

Venne risvegliata dal suo stato di dormiveglia quando, nel suo ennesimo anche se vano tentativo di trovare una posizione comoda per riuscire quantomeno ad appisolarsi sul sedile posteriore della sua stessa auto, Kim Jieun non avvertì il leggero rumore di un paio di nocche picchiettare non troppo insistentemente su uno dei finestrini.

Dopo svariati tentativi - del tutto inutili - di scacciare dalla sua testa quel rumore molesto, la giovane si ritrovò a sbadigliare sonoramente, non curandosi minimamente di poter essere vista o sentita da qualcuno e dimenticandosi persino di portare la mano davanti alla bocca per nascondere il proprio stato di sonnolenza. Tornò quindi a sedere sul lato della macchina e si avvicinò poi al finestrino da cui le parve di aver sentito provenire quel fastidioso picchiettio solo per accorgersi che la persona che la stava importunando nel forse peggior momento dell'intera giornata era lo stesso ragazzo che, solo qualche ora prima, l'aveva riempita di frasi poco educate.

Abbassò quindi giusto il vetro di qualche centimetro, lasciando cosi che la fresca brezza di quella sera la risvegliasse dal suo prolungato torpore, permettendole quindi di prestare maggiore attenzione alle parole che avvertì giungere alle proprie orecchie solo qualche istante dopo.

— Non starai utilizzando i tuoi diritti da detective da quattro soldi come scusa per rimanere appostata qui e spiare i miei movimenti vero? —

— Cosa? No io-, — si portò una mano davanti alla bocca prima che dalle sue labbra potessero uscire delle parole davvero poco convenienti, dettate più che altro dalla stanchezza o dalla non prontezza di riflessi. E Jieun aveva imparato a sue spese che nessuno poteva permettersi il lusso di apparire debole o distratto, non davanti a Jeon Jungkook.

— Se volessi davvero spiarti non mi accosterei certo all'ingresso del tuo negozio, probabilmente prediligerei come luogo il tuo domicilio, non trovi? — si corresse quindi, cercando contemporaneamente di trovare il modo più veloce e meno impacciato per infilarsi alla bell'è meglio il suo cappotto e poi decidere di trascinarsi stancamente fuori dalla propria vettura.

Cercò quindi di dare nuova forma ai propri abiti che, nel corso dii quella notte insonne, si erano irrimediabilmente stropicciati, per poi tornare a seguire i movimenti di Jungkook con sguardo furtivo. Le fu impossibile non accigliarsi di fronte a quel suo modo strafottente di appoggiarsi al cofano della sua macchina, nella stessa identica posizione in cui lo aveva lasciato all'interno del suo ufficio poco prima dell'orario di cena.

— Io qui ci vivo, — le parve di averlo sentito confessare, anche se le sue parole le risultarono confuse in quanto, a suo malgrado, Jieun non potè fare a meno di notare che tra le sue labbra ora anche Jungkook teneva ben salda una sigaretta nuova di zecca che poi accese senza alcuna fretta, lasciando che del fumo grigio riempisse prima i suoi polmoni e poi si diffondesse nell'aria, tornando ad annebbiare la mente di Jieun con quell'inconfondibile odore di tabacco costoso che solo un uomo come Jungkook poteva permettersi di fumare.

— Vivi nel tuo negozio? — chiese, per la prima volta genuinamente curiosa, avvicinadoglisi ma evitando accuratamente di prendere posto accanto a lui sullo scomodo cofano di quella macchina ormai sgangherata, preferendo continuare a mantenere una certa distanza da lui e da quel suo stupido vizio.

— Meglio che in un'auto non trovi? — la risposta del ragazzo si fece attendere giusto il tempo di un tiro o due, ma Jieun non ebbe mai l'occasione di rispondere a tono a quella sua sciocca provocazione perchè subito questa venne seguita da un'altra richiesta di spiegazioni, ai suoi occhi ancora più fuori luogo della precedente, — Perchè non hai chiamato il tuo fratellone? —

— È in servizio stanotte, — si limitò a rispondere lei, portando esasperata le braccia contro il petto. Si sentì una stupida per aver anche solo accettato di intavolare per la seconda volta in un giorno una conversazione con una persona tanto arrabbiata con lei e col mondo intero. Tornò così ad osservare i suoi lucidi stivaletti neri col tacco, il solo accessorio che sembrava non aver risentito in alcun modo della pioggia di quella sera.

— Oh, capisco.. E che mi dici del tuo ragazzo? Non può venirti a recuperare con una delle sue macchine costose? —

La sigaretta era arrivata a metà e Jieun non riusciva già più a capire se stesse pregando che Jungkook finisse di fumare alla svelta o che, più semplicemente, decidesse di alzarsi da quel maledetto cofano per lasciarla così libera di tornare a non-dormire in macchina in santa pace.

— Jungkook non avrai-, —

Venne interrotta nel suo vago tentativo di stroncare quella conversazione a metà tra l'assurdo e il noioso dalle stesse parole del ragazzo che, probabilmente notando la sua espressione indispettita, espulse dell'altro fumo grigio con maggiore enfasi prima di riprendere il discorso.

— Jimin mi ha raccontato un pó di storie su di lui, erano compagni di scuola in fondo, —

— Allora è vero che la famiglia Jeon ha spie in ogni angolo della città, — fu l'unica, amara spiegazione che Jieun si sentì in dovere di dare, una risposta che potesse contenere almeno un buon dieci per cento del sarcasmo che era invece in grado di produrre il ragazzo di fronte a lei.

Lo vide sorridere sommessamente, osservandolo portare la sua mano libera dall'ingombrante presenta di quella sigaretta verso il capo, facendo poi scorrere le proprie dita in quella folta massa di capelli color pece.

— Non mi darai mai ascolto vero? —

Le sembrò il momento migliore per tentare di riallacciare il discorso che aveva lasciato inconcluso all'interno di quel soffocante ufficio, credendo stupidamente che forse l'aria aperta e la fresca brezza di quella sera avrebbe potuto rinfrescargli le idee e calmare le acque tra loro.

— Riguardo a cosa? Al fatto che uno dei miei clienti, nonché uno dei miei uomini più fidati, è stato trovato morto? —

— Aspetta, — si ritrovò ad indietreggiare Jieun, strizzando gli occhi per cercare di ricordare quanto coraggio e forza di volontà le ci erano voluti per arrivare davanti al suo negozio e affrontarlo faccia a faccia dopo cinque anni, — Tu lo sapevi già.. — sospirò poi a fatica, quando capì che in realtà tutto quello che aveva fatto quella sera era stato solo un insieme di decisioni inutili e sbagliate. Avrebbe dovuto saperlo fin dall'inizio, Jungkook non aveva certo bisogno di lei per venire a conoscenza di ciò che di malvagio e criminale accadeva ogni singolo giorno nella sua città.

Jieun avrebbe tanto voluto sapere, avrebbe voluto conoscere almeno una piccola parte dei segreti che si nascondevano sotto quei tatuaggi, ma non ricevette alcuna risposta da lui. La loro conversazione rimase lì, sospesa in un limbo in cui nessuno dei due sembrava volere più mettere piede almeno fino a quando il ragazzo, soddisfatto del suo ultimo tiro di sigaretta, non ne gettò il filtro ai piedi schiacciandolo con la punta dei suoi inseparabili stivali neri, da sempre slacciati. Solo allora Jungkook decise di sollevare il proprio corpo dal cofano, non potendo fare a meno di contenere una seconda, leggera risata quando vide la ragazza di fronte a se indietreggiare d'istinto e stringere con maggiore forza le chiavi della sua auto tra le mani.

— Prendi questo, — disse poi, estraendo dalla tasca interna del suo giubbotto di pelle un biglietto da visita leggermente consumato lungo i bordi, porgendolo nella direzione di Jieun tenendolo saldamente tra l'indice ed il medio della sua mano che, fino a poco prima, avevano tenuto stretto quella sigaretta ormai spenta sotto le sue scarpe.

— È il tuo nuovo numero di telefono? — chiese lei prendendo quel biglietto dalle mani di Jungkook con estrema diffidenza ed in un tono che questa volta, nemmeno lui seppe distinguere se fosse serio o meramente sarcastico.

— È il contatto di un carrozziere, ho notato che hai entrambe le ruote a terra, — si allontanò così da lei, iniziando a scendere quelle scale perennemente illuminate che lo avrebbero portato nuovamente all'ingresso del Black Ink, — Il mio numero è lo stesso di sempre e dovresti ricordartelo, visto che te lo avevo fatto imparare a memoria, — concluse così il suo breve monologo, lasciandola nuovamente senza parole in una strada completamente deserta e con una macchina da rimettere in sesto.

— Ah, per la cronaca, la donna con cui mi hai visto questa sera non è la mia ragazza, —

A quel punto, qualcosa scattò in Jieun. Un sentimento che fino a quel momento era riuscita a trattenere a stento dentro di sé, ora non poteva essere più fermato.

— Ok e cosa dovrei fare con questa informazione? —

E quel sentimento era rabbia. E tanta, tantissima frustrazione.

— Vorrei che tu facessi meno affidamento sulle tue non-doti da non-detective e ti informassi prima di dire certe sciocchezze, —

— Oh, è vero che il vero detective tra noi due sei tu, —

Non si permise di scendere un solo gradino nella sua direzione, non lo avrebbe mai fatto né per orgoglio, né per curiosità o per chissà quale altro sentimento. In fondo, loro non erano più i bambini che nei suoi ricordi ancora giocavano spensierati a nascondino nei corridoi del Black Ink.

— Allora saprai che invece la mia è una storia seria, — esclamò Jieun più forte, in realtà, di quanto avesse voluto, sentendosi in diritto di avere l'ultima parola in quella assurda conversazione. 

Lo sentì girare la chiave nella toppa e poi inserire un codice di accesso al quale seguì un sordo segnale acustico.

— E perchè questo dovrebbe interessarmi? Non mi sognerei mai di frappormi tra te e l'uomo che tuo fratello ti ha dato il permesso di frequentare, —

Proferì quelle parole a testa bassa e senza alcuna empatia, senza nemmeno pensare di voltarsi nella sua direzione, perchè questo avrebbe implicato dover guardare quei suoi grandi occhi chiari spegnersi e poi gonfiarsi di lacrime. In fondo, Jeon Jungkook sapeva fin troppo bene dove questa pericolosa conversazione li avrebbe portati. Perciò preferì non voltarsi, chiudendo la porta alla sue spalle e lasciando che il buio lo circondasse ancora una volta.

 

**

Quando la lancetta più lunga e sottile del suo orologio da polso superò quel dodici impresso sulla cassa, Jieun prese in mano il telefono e chiamò il numero segnalatole dal biglietto che Jungkook le aveva consegnato la notte procedente. In questo modo, ben prima che Yoongi o Jimin potessero fare capolinea al Black Ink, un signore dalla corporatura robusta venne a recuperare la sua auto, dandole un passaggio fino alla carrozzeria dove Jieun potè tranquillamente sostare fino a quando non venne avvisata del fatto che le gomme erano state sistemate e che la sua vettura era nuovamente libera di tornare in pista.

La giovane chiuse e riaprì più volte gli occhi, incredula: grazie al contatto che Jungkook le aveva offerto non avrebbe nemmeno doluto dare assurde spiegazioni a nessuno riguardo al danno inflitto alla sua volante né, tantomeno, avrebbe dovuto fare rapporto a Namjoon.

Si avvicinò quindi alla cassa con un meraviglioso sorriso stampato sul suo volto felice ma affaticato per la sua notte trascorsa in bianco a maledire se stessa nel retro della sua stessa auto.

— Signorina, non si disturbi, il signor Jeon ha già pagato per lei, —

— Come prego? —

Jieun era sicura di aver capito male. In fondo erano già le otto e mezza del mattino e lei non aveva ancora avuto modo di bere il suo primo caffè della giornata. Tornò a guardare indispettita l'espressione rilassata e pacata del signore di fronte a sè prima che le sue sopracciglia tradissero il suo stato di calma mal celata.

— Devo molto alla famiglia Jeon, quindi per me è il minimo poter fare qualcosa per aiutare i suoi amici, —

— Amici, — si ritrovò a sussurrare a fior di labbra la giovane Jieun, abbassando la testa per un solo istante prima di tornare a osservare il volto del suo interlocutore con un'espressione imperscrutabile, — Lei è stato davvero gentile, la ringrazio molto, — esclamò quindi a gran voce, prima di correre a recuperare la macchina e farla tornare a sfrecciare lungo le trafficate vie della città .

Spense la vettura solo una volta dopo averla parcheggiata nell'apposita zona riservata ai dipendenti della centrale di polizia, rimanendo qualche secondo con il capo appoggiato al comodo schienale, sentendo la propria testa pesare sulle sue spalle magre. Estrasse poi dalla sua borsa un piccolo pettine con cui decise di sistemare i propri capelli e poi legarli in una folta coda alta e darsi una ripulita al viso, togliendo il già leggero strato di trucco per avere così la possibilità di ravvivare le proprie guance e le proprie labbra, sentendosi all'improvviso molto più presentabile di quanto non avesse sperato. Poi raccolse dal vano portaoggetti il proprio telefono, su cui digitò qualche carattere alla rinfusa, cercando di coordinare i propri pensieri ai polpastrelli delle proprie dita, velocissimi a imprimere caratteri su quello schermo piatto.

Si fermò però per un istante, tornando ad appoggiare la testa contro lo schienale del sedile su cui era rimasta proprio per meglio concentrarsi a scrivere quel messaggio. E sorprendentemente si rese conto che la parte più difficile non era stata tanto pensare alle parole da imprimere su quell'immaginario foglio bianco, quanto scavare nella propria mente e nei propri ricordi nel tentativo di far riaffiorare il numero a cui inoltrare quel pensiero.

"Ti farò riavere tutti i soldi per l'oneroso disturbo di cui ti sei fatto carico senza che te l'abbia chiesto"

— Tre, quattro, zero, due due zero, otto nove sette, — sussurrò quelle cifre man mano queste venivano inserite nell'apposito spazio riservato al destinatario del messaggio.

Non gli aveva più scritto dal giorno del funerale di Junghyun, quando Jungkook le aveva risposto chiedendole di eliminare il suo contatto dalla sua rubrica e il suo nome dalla sua vita. E così, la spaventata ed insicura Jieun di cinque anni fa aveva semplicemente obbedito, cercando poi di rimettere insieme i frammenti confusi del suo arrendevole ego, completamente in pezzi, con l'aiuto del fratello Namjoon e del ragazzo che aveva conosciuto proprio quando credeva che tutto il suo castello di carte, che fino a quel momento aveva cercato di proteggere con tutte le sue forze, le fosse crollato addosso.

Rilesse quel numero ancora una volta prima di dare l'invio al messaggio e scendere così dalla macchina, dimenticandosi persino di infilare il proprio cappotto visto che, nonostante la serata burrascosa, anche sulla metropoli di Seoul il sole aveva deciso di tornare a splendere. Ma Jieun ebbe solamente il tempo di chiudere la propria auto prima di avvertire distintamente la suoneria dei suoi messaggi emettere un paio di sordi trilli e tornare poi a quietarsi nella comoda tasca della sua giacca.

Salì silenziosamente le scale in direzione del suo ufficio, attivando lo schermo del suo cellulare solo una volta dopo essersi chiusa tra le pareti di quella stanza, la sola in cui riusciva sentirsi completamente a proprio agio. A quel punto, davanti ai suoi occhi, scritto nero su bianco, si materializzò l'unica risposta che, ancora una volta, Jieun non fu in grado di decifrare.

"Un grazie sarebbe stato sufficiente, ma noto che il mio numero te lo ricordi ancora, nonostante tutto"

 

 

 

「a/n 」

anneyeong haseyo! 👋🏻

secondo capitolo della storia e prime difficoltà per me: mi sono ripromessa di pubblicare un capitolo a settimana, sempre di martedì se possibile.. ma avete presente la sensazione di sconforto che vi assale quando scrivete una cosa di getto e poi, rileggendola, non vi convince proprio?

ecco, that's me.

per questo motivo l'ho rivisto da cima a fondo. il mio intento era quello di stabilire un dialogo tra i due, ma jungkook proprio non sembra volerne sapere di lei (e di me scrittrice). ci sarà una nuova occasione? beh, a giudicare dal fatto che la nostra jieun ancora si ricorda quel numero a memoria..

decidete voi :)

io vi aspetto al prossimo aggiornamento e intanto mando un big fighting a tutti, come sempre a distanza di sicurezza <3

 

「bvb」

 

  
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