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Autore: Vittoria94    15/04/2020    0 recensioni
Questa storia è ambientata nella Londra vittoriana di fine Ottocento. Essa narra le avventure della famiglia Crafthole tra intrighi, misteri, amori e amicizie. Tutto condito da un pizzico di ironia.
Genere: Drammatico, Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Età vittoriana/Inghilterra, Il Novecento
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                                                                                           CAPITOLO VIII
                                                                                 "Un benvenuto ed un addio"
                                                                                                                    Londra, 24 dicembre 1897
“Caro diario,
è da tanto che non ti racconto più nulla. Sono successe tante cose dall’ultima volta che ho scritto qualcosa. Prima fra tutte io ed Austin, alla fine, ci siamo sposati: è stata una cerimonia meravigliosa e c’erano proprio tutti. Abbiamo ballato e chiacchierato fino al mattino seguente.
 Zia Florence ha lasciato il convento ed è tornata a vivere con i nonni ed io mi sono dovuta trasferire nella magione dei Berry.
Un’altra bellissima novità è che sono incinta e, tra pochi giorni, partorirò.
Sai, a volte penso tanto alla mia vecchia casa, alla vita con i nonni, John, la zia e Flora: mi mancano sempre di più. Non abitiamo molto lontani, ma a causa degli impegni importanti e delle tante cene e feste che ci sono qui, ho pochissimo tempo per far loro visita. Spero di poterli frequentare di più, nei prossimi giorni.”
Il mattino seguente Emily e tutta la famiglia Berry andarono a messa per la funzione di Natale. Dopo il pranzo era stata organizzata una grande festa nella loro magione con amici e parenti che venivano da ogni parte d’Inghilterra e d’Europa. Durante la serata, la giovane coppia annunciò l'imminente arrivo di un nuovo bambino, che fu seguito da tanti applausi e auguri.
A questa festa partecipò, addirittura, la regina Vittoria in persona: questo era un evento più unico che raro, visto che aveva abbandonato la vita sociale da molti anni. Nessuno se lo sarebbe mai aspettato, ma d’altronde i Berry erano molto conosciuti ed influenti.
La regina fu particolarmente lieta di partecipare a quella meravigliosa festa e si complimentò personalmente con Emily per la sua gravidanza.
-Emily, cara. Ho il piacere e l’onore di presentarti Sua Maestà la Regina Vittoria.- disse in signor Berry, annunciandola alla ragazza che rimase sbalordita. Non credeva ai suoi occhi: la signora Berry l’aveva davvero invitata!
-Vostra Maestà, sono davvero onorata di fare la vostra conoscenza.- disse Emily inchinandosi alla regina.
-Mia cara ragazza, siamo molto liete di conoscervi e di sapere che fate parte di una nobile, aristocratica ed antica famiglia come quella dei Berry. Siamo a conoscenza del vostro stato interessante e, quindi, cogliamo l’occasione per porgervi i nostri migliori auguri. Tra poco ci sarà un nuovo suddito in Inghilterra.- disse la regina sorridendo ad Emily e aggiunse:-Ora, scusateci, ma vogliamo provare quei deliziosi pasticcini. Chi li ha preparati?- disse girandosi intorno, e poi aggiunse:-È stato un piacere conoscervi, cara.- e si allontanò.
-Il piacere è stato mio, Vostra Maestà.- disse la ragazza inchinandosi e spostandosi da un’altra parte della sala.
Emily, ormai, era al centro di ogni discorso quella sera e tutti si congratulavano con lei: sembrava quasi che quelle persone non avessero mai visto un donna incinta e, soprattutto, sembrava che dovesse essere per forza un maschietto.
Alla festa erano stati invitati anche Horace, Margaret, John e zia Florence ed Emily ne era felicissima.
-Tesoro, buon Natale!- disse Margaret alla nipote.
-Grazie nonna. Auguri anche a te. Il nonno dov'è?- chiese la ragazza, guardandosi intorno.
-Oh, credo sia andato a parlare con Frederick Coaltown: è da molto che non si vedono. Come procede la tua gravidanza?-
-Bene. Non vedo l'ora di partorire per abbracciare questo piccolo fagottino di felicità.-
-Oh, sì! Neanch'io vedo l'ora! E vedrai che andrà tutto bene.- la rassicuró Margaret.
Ad un certo punto si unì a loro, John.
-Buon Natale, John!- esclamò Emily.
-Emily, buon Natale anche a te! Allora, tra quanto tempo partorirai? Ormai non si parla d’altro qui.-
-Tra pochi giorni.-
-Non vedo l’ora di conoscere il mio nipotino.- disse John, sorridendo.
-Immagino. Da mesi, in questa casa, non faccio altro che sentire le stesse frasi.- disse Emily.
-Oh, non ti preoccupare. Vedrai che appena avrai partorito, avranno occhi solo per il nuovo arrivato. - disse il fratello, ridendo.
-Non vedo l'ora.- disse dolcemente la ragazza.
-Cambiando discorso...quella ragazza con l’abito verde lì in fondo, chi è?- chiese incuriosito alla sorella.
-Oh, quella è Molly Wellington. Ricordi? La cugina di Austin: rivelò a tutti noi la verità sul piano di Louise.-
-Ah, sì...ora ricordo...- disse il ragazzo, cercando di scorgere Molly.
Ad interrompere la conversazione tra i due fratelli, arrivò la signora Berry seguita da uno stuolo di amiche, pronte a sapere tutte le novità sulla gravidanza della povera Emily.
-Emily, tesoro.-
-Oh, signora Berry! Mi ha spaventata.-
-Oh, perdonami cara! Volevo presentarti alcune care amiche di famiglia: loro quattro le conosci già.- disse, indicando Lady Montclaire, la contessa Crossville, la baronessa Von Fritzenberg e la signora Wellington:-Dunque...loro sono Miss Agnes Bathling, la marchesa Nora Dumbville e la duchessa Enrichetta Von Trampbel. Sono tutte molto curiose di sapere ogni minimo particolare sulla tua gravidanza.- disse la signora Berry, sorridendo alle amiche.
-Sì, certo. Immagino.- disse Emily allontanandosi, in compagnia della suocera e delle altre.
Nel frattempo John si stava recando da Molly: attraversò tutta la sala da ballo e la raggiunse.
-Miss Wellington?- chiese timidamente il ragazzo.
-Signor Crafthole! Che piacere rivederla!- disse la ragazza, sorridendo.
-Il piacere è tutto mio.- rispose John, accennando un inchino:-Posso offrirvi qualcosa da bere?-
-Grazie. Accetto molto volentieri.- 
-Prego, seguitemi.- disse il ragazzo, mentre prendeva sotto braccio Molly per accompagnarla al tavolo delle bevande.
-Vi consiglierei di assaggiare questo champagne del ’75. E’ molto pregiato.-
-Certo, signor Crafthole. Grazie.- disse la ragazza, porgendo il bicchiere.
-Mi chiami pure John.-
-Va bene, a patto che lei mi chiami Molly e ci diamo del tu.-
-Benissimo Miss Welling...ehm...volevo dire...Molly.- ed entrambi risero.
Dopo aver bevuto un po’ e chiacchierato, John invitò Molly a ballare. Quest'ultima accettò e danzarono sulle note del famoso valzer di Strauss. Si divertirono parecchio insieme, finchè non dovettero lasciarsi per tornare ognuno nelle proprie case.
Prima di addormentarsi, Emily decise di annotare sul suo diario l'eccezionale incontro che aveva avuto con la regina. Così iniziò a scrivere.
                                                                                                                     Londra, 25 dicembre 1897
“Caro diario,
anche questo Natale è passato: è stata proprio una bella festa e c’erano tutti, ma proprio tutti. La regina in persona vi ha partecipato e, addirittura, mi ha fatto gli auguri per la gravidanza: non ci credo ancora.
Il parto si fa sempre più vicino ed io non vedo l'ora che nasca questa piccola e dolce creatura.”
Scritto ciò, chiuse il diario e si addormentò.
Dopo aver rivisto Molly alla festa di Natale dei Berry, John decise di andare a trovarla. Così si preparò, fece comprare un mazzo di fiori a Flora e si recò a casa dei Wellington. Una volta arrivato, venne fatto accomodare in salotto.
-John Crafthole! Che piacere rivedervi!- esclamò il signor Wellington, salutando il ragazzo.
-Il piacere è tutto mio, signore.-
-Come mai da queste parti?-
-Sono venuto a fare visita a vostra figlia. È in casa?-
-E io che pensavo che questi fiori fossero per me!- disse il signor Wellington, ridendo ed aggiunse:-Ora ve la faccio chiamare. Bernadette! Chiamatemi mia figlia e ditele di venire in salotto. Ci sono delle visite per lei.-
Nel frattempo arrivò Sophia, la madre di Molly.
-John Crafthole! Che piacere rivedervi.- esclamò la donna.
-I miei omaggi, signora Wellington.- disse il ragazzo, baciandole la mano.
-Oh, che galantuomo! Sono per me questi fiori?- disse Sophia, sorridendo.
-Ehm...in realtà sono per vostra figlia.- disse John, imbarazzato per non aver comprato un altro mazzolino per la signora.
-Peccato. È tanto tempo che non ricevo un mazzolino di fiori. Vero, George?- disse Sophia, voltandosi verso il marito. Quest’ultimo fece un sorriso e disse, avvicinandosi e prendendo le mani della moglie:- Mia cara Sophia, sei tu il fiore più bello. Gli altri fiori appassirebbero al sol vederti.-
-Oh, George. Come sei romantico! Ma non te la caverai con così poco. Mi devi un mazzo di fiori. - rispose la signora Wellington ridendo e abbracciandolo. Subito si rivolse a John che, nel frattempo, era rimasto in piedi al centro del salotto:-Prego, accomodatevi. Posso offrirvi qualcosa? Un brandy? Del vino?-
-Grazie, accetto molto volentieri un bicchiere di brandy.-
-Benissimo.- e venne servito da un’altra cameriera della famiglia.
-John. Che piacere rivedervi.- disse Molly, spuntando all’improvviso.
-Oh! Molly! Come state?- disse il ragazzo, alzandosi di scatto e salutandola.
-Come mai da queste parti?-
-Sono venuto a farvi visita.- disse il ragazzo, arrossendo.
-Per chi sono questi bellissimi fiori?- disse la ragazza, indicando il mazzolino che aveva John.
-Oh, i fiori! Giusto! Tenete, sono per voi.- disse il ragazzo, offrendoli a Molly.
-Ma che pensiero gentile, John. Siete stato davvero molto carino. Li metterò sul mio comodino.- e fece cenno al ragazzo di accomodarsi sul divano, insieme a lei.
-Come stanno i vostri nonni, i signori Crafthole?- chiese Sophia.
-Molto bene, grazie.-
-Ne sono felice. E vostra sorella Emily? Come si trova dai Berry?-
-Anche lei sta bene. Adesso siamo tutti in trepida attesa che partorisca, per conoscere il nuovo erede dei Berry e dei Crafthole.-
-Immagino che l’emozione sia tanta.- disse Sophia.
-Esattamente, signora.-
-Povera ragazza...non deve essere facile vivere in quel posto. La comprendo. Anch’io non vorrei vivere con loro.-
-George! Ma cosa dici?- lo richiamò la signora Wellington.
-Oh, per favore cara! Conosco Abraham e mia sorella e so che lì dentro la vita non è affatto facile. Pensano di essere migliori di tutti solo perché conoscono molti nobili e alcuni membri della famiglia reale e perché sono i più ricchi!- disse il signor Wellington, mentre si versava dell’altro brandy e aggiunse:-Semmai dovessero subire un crack finanziario, vedrai che nessuno sarà lì per aiutarli. Li lasceranno soli, com’è giusto che sia.-
-George! Smettila di dire queste cose! Jane e mio fratello sono delle bravissime persone! Ce l’hai ancora con loro solo perché la società che tu ed Abraham avevate fondato, è fallita.- disse Sophia, irritandosi.
-Non sarebbe fallita se mi avesse ascoltato! Ma la sua megalomania prevalse su tutto! Come sempre, d’altronde.- rispose George, irritandosi anche lui.
-Basta! Mamma, papà. Per favore. Abbiamo un ospite.- li interruppe Molly.
-Hai ragione, cara...ci scusi John, ma io e mio marito ci scontriamo sempre su questo argomento.- disse Sophia, calmandosi.
-Non preoccupatevi, signori. Sono cose che succedono.- disse il ragazzo, sorridendo.
-Molly, perché non andate a fare una bella passeggiata a cavallo?-
-Certo. Seguimi John. Ti faccio vedere la nostra scuderia e i nostri cavalli.- disse la ragazza, alzandosi e facendo cenno al ragazzo di seguirla. I due giovani si allontanarono, lasciando i signori Wellington a battibeccare di nuovo.
Arrivati nella scuderia Molly prese Fairy, la sua cavalla, e ci montò su. Lo stesso fece John con un altro cavallo ed entrambi si diressero verso il parco di famiglia. Quando arrivarono, scesero e si sedettero sotto un grande albero a chiacchierare del più e del meno, finchè la passione non li colse di sorpresa.
Era arrivato il 31 dicembre e tutta la magione dei Berry era imbiancata: aveva nevicato molto durante la notte.
Ormai Emily era pronta per partorire e, quello stesso giorno, le si ruppero le acque. La signora Berry era diventata parte del mobilio della camera dei giovani ragazzi perché, da quando aveva saputo della gravidanza, passava tutto il suo tempo con Emily aspettando il grande momento, che finalmente arrivò.
A causa della neve, però, il dottor Schultz faticò ad arrivare ma riuscì a far nascere in tempo il bambino. O meglio, la bambina.
-Dottore! Allora che mi dite? Come sta?- chiese la signora Berry, ansiosamente.
-Oh, direi benissimo mia cara signora! Sia Emily che la creatura stanno ottimamente.- disse Schultz, sorridendo.
-Oh, che sollievo!-
-Ditemi: è un maschio, vero?- domandò il signor Berry, speranzoso.
-In realtà è una femmina. Una bella e sana bambina.-
A quelle parole il signor Berry non reagì molto bene: avrebbe preferito di gran lunga un maschio, perché voleva portare avanti il nome della sua nobile ed antichissima famiglia. Purtroppo per lui, il suo pensiero non era condiviso né da Emily né da Austin né dagli altri parenti, che la adorarono sin dal primo istante.
 
                                                                                                                           Londra, 31 dicembre 1897
“Caro diario,
è un grande giorno qui alla magione: ho dato alla luce una bellissima bambina.
Inoltre oggi è l’ultimo giorno dell’anno e, io ed Austin, non potevamo concluderlo in modo migliore. Ancora non abbiamo scelto il nome, ma credo che opterò per quello che ho sempre voluto.”
Emily chiuse il suo diario ed iniziò a parlare con suo marito.
-Credo sia arrivato il momento di decidere il nome più adatto per la piccola, tesoro.- disse Austin, poggiando la bambina nella culla.
-Già, direi che dobbiamo deciderci.- disse Emily, sorridendo.
-Che ne dici di Anne?-
-No, non mi piace…-
-Mmm…e invece…Isabel?-
-No.-
-Beh, allora Elisabeth!-
-No, neanche.-
-Beatrice? Hortense? Dafne?-
-No, no e no. Io ne ho già in mente uno.-
-Ok, e quale sarebbe?-
-Se per te va bene, vorrei chiamarla Constance.- disse la giovane ragazza.
-Come tua madre? Beh, direi che è un’ottima idea! Mi piace!-
-Davvero?- disse Emily, abbracciando il marito.
-Certo.- e si baciarono.
Nel frattempo a Villa Crafthole John stava raccontando la storia della sua famiglia e dei suoi genitori a Molly, che era andata a trovarlo.
-...e questo è quello che è successo.-
-Mi dispiace molto per che è capitato ai tuoi genitori...- disse Molly, abbracciandolo.
-Già...- disse John, abbassando lo sguardo.
-Sai, a volte mi chiedo che fine abbia fatto Louise. Da quando ci fu quella discussione, non l’ho più vista.-
-Beh, a volte me lo chiedo anch’io. Ma non m’interessa molto, in realtà ora...- e il ragazzo si fermò, ipnotizzato dai bellissimi e profondi occhi blu di Molly.
-Ora, cosa?-
Ma la chiacchierata venne interrotta dall’ingresso di Flora nel salotto.
-Oh, scusatemi! Non volevo disturbarvi! Credevo non ci fosse nessuno e non ho bussato.-
-Oh, non preoccupatevi Flora. Stavamo andando via. La carrozza è pronta?- chiese John, prendendo il cilindro.
-Sì, signore. È fuori che vi aspetta.-
-Bene. Allora andiamo.-
E, così, i due ragazzi si recarono alla magione dei Berry. Quest’ultima era luminosissima: si vedeva da molto lontano e c’erano tantissime carrozze che arrivavano da tutta l’Inghilterra. Vi erano persone di ranghi sociali molto elevati. La serata trascorse magnificamente per tutti: John e Molly ballarono e si divertirono per tutta la sera; la signora Berry non fece altro che vantarsi con le sue amiche della bellezza della sua nipotina; Emily riposava vicino a sua figlia ed Austin si affacciava spesso in camera da letto per vedere come stessero la moglie e la piccola Constance; il signor Berry parlava di affari con i suoi amici e colleghi e, se qualcuno nominava la neonata, faceva finta di niente e cambiava discorso. A mezzanotte tutti si diedero gli auguri per il nuovo anno.
 
                                                                                                                              Londra, 7 gennaio 1898
“Caro diario,
il nuovo anno è iniziato da pochi giorni e già in casa si respira un’aria diversa. Abbiamo deciso il nome della piccola: si chiamerà Constance, come la mia mamma. Tutti qui l’hanno accettata e accolta con amore. Tranne il signor Berry, che voleva un maschio. Spero che col passare del tempo, impari ad amarla e a volerle bene come gliene vogliamo tutti noi.”
Nel frattempo a Villa Crafthole Margaret, Flora e Florence si stavano preparando per uscire: dovevano fare compere. La piazza del mercato era sempre molto affollata, anche se fuori il vento era gelido.
-Laggiù c’è la bancarella di frutta e verdura della signora Adams: ha delle verdure favolose.- disse Margaret.
-Avete ragione, signora. Sono ottime per i minestroni.- aggiunse Flora.
-Voi andate, io vi raggiungo più tardi. C’è un bancarella di collane ed accessori che voglio assolutamente vedere.- disse Florence, allontanandosi dalle altre due.
Ad un certo punto, però, Margaret iniziò a sentirsi poco bene e svenne davanti alla bancarella della signora Adams. Flora fece avvisare immediatamente Florence, che si era allontanata.
-Signorina Crafthole! Signorina Crafthole!- gridò Alice, la figlia della signora Adams
-Cosa c’è signorina Adams? Perché urlate tanto?- chiese incuriosita Florence.
-Venite! Vostra madre è svenuta! Presto!-
-Cosa? Oh, no! Di nuovo?- esclamò la donna, mentre la seguiva.
-Fate largo!-
-Mamma! Mamma! Flora, com’è successo?- chiese Florence alla cameriera.
-All’improvviso si è accasciata a terra, signorina.-
-Chiamate un medico, presto!-
Poco dopo arrivò il dottor Schultz accompagnato da tre uomini, pronti a portare Margaret in ospedale. Arrivati, stesero l’anziana donna sul letto e cominciarono a fare dei controlli: gli esiti non furono per niente positivi.
-Dottore, come sta mia moglie?- chiese Horace.
-Ho fatto tutto il possibile signor Crafthole. Se supera la notte, si salverà altrimenti...- e si fermò.
-Altrimenti?-
Il dottore non diede nessuna risposta e si allontanò, lasciando Horace davanti alla porta della stanza d’ospedale della moglie. Nel pomeriggio Florence scrisse una lettera ad Emily avvisandola su quanto era accaduto alla nonna e di andare, non appena possibile. Quella notte a Villa Crafthole, nessuno dormì: tutti erano in pensiero per la povera Margaret.
Horace passò la notte insonne e, il giorno dopo, si recò in ospedale per stare accanto alla sua adorata moglie, incoraggiandola e standole vicino.
-Oh, tesoro...-
-Horace...sei qui? E’ tardi, vai a casa.- disse la donna con un filo di voce.
-Mia cara, come posso stare a casa, sapendo che tu sei qui in queste condizioni?- disse l’uomo, con le lacrime agli occhi.
-Oh, caro...non preoccuparti. Evidentemente, se mi trovo così adesso, è perché il Signore ha deciso che è arrivata la mia ora.-
-No...non dirlo!-
-Caro...se non dovessi farcela, ti prego...fai pace con Florence e lasciate da parte i vecchi rancori. Ormai quello è il passato.-
Horace ci pensò un po’ prima di rispondere, ma poi disse:- Certo. Farò come dici, tesoro.-
-Te ne sono molto grata.- disse Margaret, guardando il suo amato marito a cui era stata legata per tantissimi anni e aggiunse:-Dov’è Emily?-
-Florence le ha scritto una lettera oggi pomeriggio. Dovrebbe arrivare a momenti.-
-Bene...l’aspetterò.-
A tarda notte, Horace venne mandato a casa dai medici, perché non poteva rimanere lì.
La mattina seguente, però, il freddo che c’era fuori entrò nella stanza d’ospedale dove si trovava Margaret. Horace non riusciva a credere ai suoi occhi, vedendo l’adorata moglie sdraiata su quel letto: bianca, fredda, immobile. Se n’era andata.
Florence indossò il vestito nero del lutto e pianse lungo il corridoio dell’ospedale; anche Flora, Wilhelmina e François erano molto tristi. Ad un certo punto arrivarono Emily ed Austin.
-Emily!- esclamò Flora, abbracciandola.
-Flora! Dov’è la nonna? Che le è successo?-
-Oh, cara...purtroppo questa notte, se n’è andata.- disse la cameriera, abbassando la testa.
Emily non voleva credere alle sue orecchie. Pensava che tutto quello che stava succedendo in quel momento fosse solo un bruttissimo incubo, ma quando entrò nella camera dove si trovava la nonna, realizzò che non era così. Urlò, pianse: non ci credeva ancora.
Qualche giorno più tardi ci fu il funerale di Margaret, a cui parteciparono tantissime persone: venne fatta seppellire nella tomba di famiglia accanto al figlio e alla nuora, come aveva sempre  desiderato.
   
 
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