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Autore: Sion26    15/04/2020    1 recensioni
Victor Nikiforov non avrebbe mai immaginato che la sua vita sarebbe potuta cambiare così drasticamente da un giorno all'altro. Quando pensa che niente abbia più senso se non può più pattinare, prende la decisione forse più importante della sua vita: un viaggio di sola andata per il Giappone per allenare il giovane Katsuki Yuuri, senza un motivo apparente. Yuuri rappresenta la sua ultima speranza di tornare a sentirsi di nuovo vivo sul ghiaccio, ma il ragazzo, dopo una brutta sconfitta, decide di gettare la spugna e rinunciare a pattinare. La vita di entrambi prende una svolta inaspettata quando si incontrano e, assieme, decidono di lottare per tornare a sognare di nuovo.
Genere: Romantico, Sentimentale, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Victor Nikiforov, Yuuri Katsuki
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Capitolo 5

Annaspava per cercare aria. Il suo corpo pesava un macigno mentre percorreva le strade che avevano segnato la sua infanzia. Una bicicletta gli passò di fianco e il cane che, guarda caso stava accompagnando il suo padrone, era molto più veloce di lui.

Makkachin abbaiò come per salutarlo mentre correva felice per stare dietro a Victor.

“Konnichiwa!!” esclamava Victor ad ogni persona che incontrava, mentre Yuuri dietro di lui correva per tenere il passo. “Muoviti, Yuuri, non vorrai restare troppo indietro.”

“Victor… rallenta… per favore…!” cercò di esclamare il ragazzo, ansimando tra una parola e l’altra.

“Risparmia il fiato!” rispose Victor continuando a pedalare. “Ti servirà per i prossimi esercizi.”

“ehhhh??” altro che allenamento, quella era una vera a propria tortura. A che cosa stava pensando Victor quando aveva preparato quel programma di allenamento?

Quando arrivarono finalmente al parco, che era la loro destinazione, Victor si fermò e scese dalla bici respirando l’aria mattutina. Erano appena le 8 del mattino e Yuuri era già esausto.

“Wow! Che bel posto!” Victor aspettò che Yuuri lo raggiungesse, poi gli passò una bottiglietta d’acqua che Yuuri trangugiò in due secondi.

“Facciamo una pausa e poi facciamo altri esercizi qui.”

“Smettila di parlare al plurale, non mi sembra che tu stia facendo esercizi assieme a me…” sbottò Yuuri imbronciato, ma Victor lo ignorò completamente e si voltò sorridendo verso di lui. “Ok, pausa terminata! Al lavoro!”

“Cosa???” Yuuri lo guardò disperato e Makkachin iniziò ad abbaiare felice mentre correva su e giù per il parco.

Dopo due ore, Yuuri era seduto sulla panchina del parco, esausto per l’allenamento appena finito ed affamato. Victor se ne stava seduto con Makkachin al fianco a guardare qualcosa davanti a lui, mentre accarezzava il suo cane pigramente. Makkachin gli leccò la faccia e poi appoggiò il muso sul suo grembo mentre Victor poggiava le mani dietro la schiena e si voltava a guardare Yuuri.

“Tutto bene?”

“Non sono mai stato meglio!” borbottò Yuuri sarcastico bevendo un altro sorso d’acqua. “Non permetterò che il mio corpo diventi di nuovo così!”

Victor scoppiò a ridere e la sua risata contagiò Yuuri che sorrise. “Com’è che tu non sei ingrassato?”

“Penso che io e te abbiamo due modi differenti di gestire lo stress.” Rispose Victor, e Yuuri si accontentò della risposta, godendosi la sensazione dei muscoli che si rilassavano dopo l’allenamento.

Si voltò verso Victor e lo vide mandare giù un antidolorifico. Forse il giro in bicicletta era stato troppo?

“Minako-sensei ti piace?” sbottò il russo subito dopo e Yuuri lo guardò incredulo alzando le mani e sperando di aver capito male.

“C-Che cosa???”

“Vorresti chiederle di diventare la tua ragazza?”

“No, no! Assolutamente no!”

“Hai mai avuto una ragazza, Yuuri?”

“Ma che ti prende tutto d’un tratto?”

“Sono il tuo coach, ricordi? Devo sapere tutto di te! Qualche storia che non si può raccontare?” continuò Victor imperterrito.

“No comment!” si difese nuovamente Yuuri agitando le mani in segno di resa. Non aveva esperienza con l’altro sesso ed era troppo timido persino per parlare di un argomento del genere. La sua natura giapponese si faceva sentire sempre nei momenti meno opportuni.

Victor sospirò e tornò a guardare davanti a lui accarezzando Makkachin. “Allora paliamo di me. La mia prima ragazza si chiamava Victoria, buffo vero?” ridacchiò. “Io avevo diciassette anni, lei ne aveva venti. Siamo stati assieme tre anni circa. Anche lei pattinava a livello competitivo, quindi non c’erano problemi da quel punto di vista.”

Yuuri si bloccò di colpo e alzò lo sguardo. Victor era diventato improvvisamente serio. “Che cosa è successo?” non sapeva perché, ma sentiva che voleva sapere a tutti i costi che cosa fosse successo tra loro. Allo stesso tempo, però, aveva paura che quella storia non fosse finita bene. Non aveva mai pensato che Victor potesse avere una relazione, il che era abbastanza stupido dato che aveva ormai 28 anni, era russo, di bell’aspetto e persino ricco e famoso. Non era certo come lui.

Victor rimase in silenzio, Yuuri pensò che non fosse intenzionato a rispondere, ma quando stava per scusarsi per essersi impicciato negli affari suoi, il russo finalmente parlò.

“Scusa, non avrei dovuto dirtelo.” Abbassò il capo e si passò le mani tra i capelli, poi si massaggiò il ginocchio e rimase così per un po’. Senza parlare o fare nulla. Makkachin appoggiò il muso sul suo grembo e chiuse gli occhi.

Se possibile, Yuuri si sentiva ancora più in imbarazzo e per alleggerire la tensione disse la prima cosa che gli venne in mente. “Le donne sono strane… insomma… hanno sempre da ridire su tutto e vogliono sempre attenzioni.”

“Stiamo parlando per esperienza per caso?” esclamò Victor illuminandosi, come se la scena di prima non ci fosse mai stata e Yuuri tornò di nuovo a gesticolare. “Magari tra te e Yuuko-chan è successo qualcosa! Anche tu hai un debole per le donne più grandi, eh? Avanti perché non lo vuoi dire al tuo coach???” Makkachin si destò di colpo quando Victor si protese in avanti per torturare Yuuri e iniziò ad abbaiare e giocare, leccando prima la faccia di Victor e poi quella di Yuuri.

“No, no… ma che dici? Aiuto!!” urlò Yuuri disperato e poi scoppiò a ridere quando si ritrovò il cane sopra di lui. “Vicchan!”

“Vicchan?” domandò Victor perplesso e Yuuri diventò rosso come un pomodoro, mentre si rimetteva seduto e accarezzava il cane.

“Era il nome del mio cane…” borbottò in risposta allo sguardo interrogativo di Victor.

“Vicchan…” Il russo si portò una mano al mento per ragionare, ma Yuuri lo bloccò all’istante.

“Non ho mai avuto nessuna storia con Yuuko-chan. Ero felice con il mio cane e il pattinaggio!” esclamò subito in sua difesa e Victor sorrise soddisfatto.

“Ottima argomentazione.” Ridacchiò e poi guardò di nuovo davanti a sé, immerso nei suoi pensieri, quando a un certo punto Makkachin, che aveva smesso di torturare i due ragazzi, si mise ad abbaiare a qualcosa dietro di loro. “Yuuri, che cos’è quello?” esclamò Victor voltandosi.

“Eh?” Yuuri seguì con lo sguardo quello di Victor, capendo a che cosa stesse facendo riferimento. “Hasetsu Castle!” rispose con fare da intellettuale. “E’ l’attrazione della nostra città. All’interno c’è una vera e propria casa ninja.”

“deystvitel'no??? Fantastico! Adoro i ninja!” esclamò Victor in tutta risposta e si alzò verso la direzione del castello.

“Dove vai adesso?”

“Puoi farci una foto per favore?” esclamò Victor passando a Yuuri il suo cellulare, mentre prendeva Makkachin tra le braccia e faceva il segno della vittoria. Sembrava fin troppo felice di essere lì, nulla a che vedere con il Victor che era entrato in camera sua tre giorni prima. Gli fece una foto, che non perse tempo a postare su instagram, assieme a un migliaio di altre foto che aveva fatto in giro per la città. Alla fine della giornata, non sapeva se era più stanco per l’allenamento o per il tour turistico che aveva fatto fare a Victor in giro per la città. Avevano fatto un bagno e poi dopo mangiato si erano diretti nelle proprie stanze. Il caso aveva voluto che la stanza di Victor fosse proprio vicina alla sua, così facevano sempre un pezzo di strada assieme prima di andare in camera.

Makkachin si trascinava sulle zampe assonnato mentre seguiva Victor in stanza. A quanto pareva non era l’unico esausto dalla giornata.

“Beh allora ci vediamo domani, Yuuri!” esclamò Victor sbadigliando. Come osava sbadigliare? Era lui quello che era stato trascinato in giro per la città come un cagnolino.

“A domani, Victor. Oyasumi!” lo salutò Yuuri prima di entrare in camera sua. Era davvero reale? Stava davvero vivendo quella quotidianità con Victor Nikiforov? Era davvero diventato il suo coach? Si buttò sul letto. Il suo cuore batteva a mille ogni volta che ci pensava e sapeva il perché: non era mai stato più felice in vita sua.

 
***
“Hasetsu Castle… vuole per caso fare il ninja?” Yuri scorse la sua home di instagram, analizzando con attenzione i post che Victor aveva appena pubblicato. Era tardi, sarebbe dovuto essere stanco dopo una giornata passata ad allenarsi, e invece si sentiva più carico che mai.

Si sdraiò sulla schiena e fissò il soffitto. Il suo gatto si sedette sulla sua pancia e Yuri lo accarezzò distrattamente.

“Ti ho trovato, Victor!”
   
 
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