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Autore: Zomi    15/04/2020    1 recensioni
-Onii chan-
Piccole note vengono strimpellate con dita malferme e troppo magre.
-Onii chan… ho fame-
Un volteggio, un altro, le braccia tese a sventolare i ventagli quanto più in alto è possibile.
-Onii chan, mi fanno male la mani-
Ballerà senza musica, per permetterle di riposare i polpastrelli tagliuzzati dalle corde del biwa, muovendo i passi scalzi dei geta che ballano anch’essi sui piedini viola di freddo di sua sorella, troppo piccoli per le calzature, bisognosi di non toccare più la terra fredda di Ringo.
-Onii chan fa freddo-
Balla veloce per scaldarla, balla per un tozzo di pane, balla per cancellare il disonore del padre, balla finchè né avrà il fiato e la forza.
-Izo!-
[Spoiler capitolo 966 del manga] ~ [FanFiction premio per _Kalika_ vincitrice del #TiLascioUnaRecensione del FairyPieceForum]
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Ciurma di Barbabianca, Izou, Marco
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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FanFiction premio per _Kalika_, vincitrice del #TiLascioUnaRecensione indetto dal FairyPieceForum



 
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-Onii chan-
Piccole note vengono strimpellate con dita malferme e troppo magre.
-Onii chan… ho fame-
Un volteggio, un altro, le braccia tese a sventolare i ventagli quanto più in alto è possibile.
-Onii chan, mi fanno male la mani-
Ballerà senza musica, per permetterle di riposare i polpastrelli tagliuzzati dalle corde del biwa, muovendo i passi scalzi dei geta che ballano anch’essi sui piedini viola di freddo di sua sorella, troppo piccoli per le calzature, bisognosi di non toccare più la terra fredda di Ringo.
-Onii chan fa freddo-
Balla veloce per scaldarla, balla per un tozzo di pane, balla per cancellare il disonore del padre, balla finchè né avrà il fiato e la forza.
-Izo!-
Balla anche per il suo signore, che li ha salvati, che li ha regalato una casa, una famiglia, un nuovo luogo in cui vivere.
Balla, balla, balla.
-Oden salpa sulla mia nave!- la voce di un Re. No, di un pirata.
-Vivremo grandi avventure!-
Balla, balla, balla ma gli occhi non si staccano dalle spalle di Oden che deve proteggere e servire.
Che parte, se ne va, e lui non può rincorrerlo altrimenti smetterà di ballare e Kikunojo avrà freddo, fame, dolore…
Balla, balla, balla.
Balla per Oden, balla per Kiku, balla per Roger e per Barbabianca.
Balla, balla, balla… balla!




Si sveglia di soprassalto.
Il sudore lo bagna sull’intero petto nudo, che non accenna a regolarizzare il respiro.
Con un gemito strozzato si porta a sedere sul bordo della branda, i cappelli neri e sciolti gli ricadono subito sul volto, che libera con un gesto di stizza e infondata rabbia.
In lontananza, assieme al rollio morbido della risacca che si scontra sulla Moby Dick, le ultime note stonate di una vecchia canzone risuonano ancora.
Di certo Vista e Gaban staranno cantando, più urbiachi che intonati, nel cuore della notte, ignorando i loro nakama stesi qua e là nel coma etilico post battaglia.
Izo ha avuto la fortuna di riuscire a tornare sulla nave e nella sua branda, prima di perdere totalmente i freni inibitori.
E a ben pensarci forse non è stato un bene.
Si porta una mano alla fronte, a reggerla assieme ai suoi mille e frenetici pensieri, liberi da ogni prigionia e freno.
I capelli lisci e sciolti isolano il suo volto dai lineamenti delicati e gentili colorati da qualche taglio guadagnato nello scontro contro i pirati di Roger, celandone la smorfia delle labbra prive di colore e gli occhi dardeggianti di inquietudine.
Vorrebbe alzarsi e percorrere la stanza a falcate enormi e pesanti, inveenedo contro se stesso e il suo Ko On*, rimproverandosi immediatamente dopo per la sua arroganza e presunzione.
Dovrebbe fare Seppoku, ma anche quel gesto poterebbe solo disonore alla sua vita.
Un pesante sospiro lascia le labbra corrucciate, la mano libera stira alcune pieghe del lenzuolo, unico tessuto che veste le sue nudità, mentre l’aria notturna asciuga i rimasugli sudati dell’incubo che pare chetarsi.
Kikunojo.
L’ha sognata ancora.
Il suo fratellino dal cuore di donna.
La sua piccola sorellina sempre affamata e sorridente, vogliosa di carezze e canti.
Quanto sarà diventata alta?
Gli giungeva al gomito quando è partito, e ora sono passati così tanti anni…
Quanti ne passeranno prima che la riveda?
Quanti ne vuole far trascorrere ancora?
Sa che è al sicuro, che Kinemon e Kanjuro la cresceranno in modo esemplare, ma il suo cuore di fratello lo rimpovera ogni volta che ne ha occasione: l’ha abbandonata.
Ma è un rimprovero che tace subito quando ricorda il perché di una tale partenza imprevista e complicata: una partenza per seguire Oden Kozuki.
Per seguire l’uomo che li ha salvati.
Per non permettere che nessuno ingiuri il buon nome di Oden sama nel mondo.
L’ha seguito perchè è il suo umile servo, per rispetto e amore per l‘idolo in terra che rappresenta.
L’ha seguito sulla Mody Dick, su ogni isola e avventura.
L’ha seguito fin ora, e dovrà seguirlo ancora.
Il suo On glielo impone.
Lo seguirà ma…
La mano dalla fronte si sposta alla bocca, zittendone un gemito di dolore e fermandone l’impulso di voltarsi verso il materasso che occupa solo sul confine.
Chi si sarebbe mai aspettato che dopo due giorni di battaglia, quel Roger se ne uscisse con una tale proposta?!
Non si sorprende che Barbabianca si sia offeso, pure lui si sente oltraggiato da una tale richiesta.
Rubare così il suo signore a Edward!
Che ignobile latrocinio!
E il suo signore ha pure accettato!
È un sopruso bello e buono, ma anche stavolta Izo non si tirerà indietro: seguirà Oden ancora.
Seguirà Oden sama sulla Oro Jackson.
Seguirà Oden sama, si unirà ai pirati di Roger per non tornare a Wa fino al compimento del sogno del suo signore.
Non tornerà a Wa da Kiku.
Se nè andrà, e lascerà la Mody Dick.
Lascerà lui.
Non ha mai provato un dolore simile.
Non ha avuto rimpianti nel lasciare Kiku, nel lasciare il suo paese natio.
Non proverà rimpianto nel abbandonare la Mody Dick.
Proverà dolore e nostalgia nel lasciare la famiglia che ha conosciuto sotto il comando di Barbabianca.
Proverà un moto di tristezza nel non poter più ballare per Edward e la sua famiglia.
Ma Izo sa che morirà, oh se non saranno fiamme dell’Enma nel petto, quando dovrà dirgli addio, quando non potrà più vederlo ogni giorno, quando non potrà viverlo ogni notte.
E il gemito torna a fremergli le labbra e il petto.
Insieme ad una carezza che solca il suo dorso niveo, fino alla base del collo.
-Ehi-
Si volta di scatto, i capelli neri sferzano l’aria con moto elegante, ritrovandosi gli occhi apatici e nebuolosi di Marco nei suoi.
Un sorriso nasce spontaneo e le mani vanno in cerca di quelle del biondo, mentre si volta di tre quarti a guardarlo.
-Non volevo destarti- sussurra lieve, accarezzandogli il volto ispido di una leggera barba bionda.
Marco sorride calmo, scuote il capo.
-Gli ululati di Vista e Gaban non sono la ninna nanna migliore- spiega, portandosi la mano del samurai alla bocca, trattenendola lì e sollevando oltre il confine delle nocche le iridi color indaco -Ma nemmeno sentirti sobbalzare nel letto lo è-
Izo sospira e lascia che il petto nudo di Marco si posi contro la sua schiena, in un contatto caldo e dolce quando bruciante e straziante.
-Stai pensando a Oden- gli legge il pensiero e il moro può solo annuire, mentre permette al braccio del biondo di accerchiargli la vita e la sua bocca carnosa di vezzeggiarlo sulla spalla opposta.
-... puoi seguirlo- lo consiglia, mordicchiandogli la porzione di pelle tesa tra spalla e capo -Babbo capirebbe-
Il nasino di Izo si arriccia indispettito, e vorrebbe quasi sottrarsi dai tocchi e dalle labbra provocatorie di Marco, ma se l’orgoglio è forte, il cuore è debole, e resta sotto quella bocca posata sulla sua gola, e tra quelle mani callose sul suo bacino.
Lo lascia andare così?
Non proverà a fermarlo?
-Quindi m’imbarcherò sulla Oro Jackson- chiede conferma -Seguirò il mio signore-
Marco annuisce, gioca con una sua ciocca d’onice e gli bacia la gola.
-Sarò un pirata di Roger- continua il samurai -E difenderò Oden sama e la sua famiglia su qualsiasi isola sbarcheremo-
Marco annuisce ancora e lo bacia sotto l’orecchio, sfregando la punta del naso sulla pelle nivea e liscia della nuca, vagando con la punta della lingua qua e là su Izo.
-Lascerò la Moby Dick e voi- si sottrae appena per attirare la sua attenzione -Tutti voi-
Marco sorride, con le labbra piene e piegate su un sorriso sardonico, rincorrendo la pelle diafana del compagno e posando le labbra nuovamente sulla sua gola.
-Lascerai tutti noi- ribadisce -E Babbo piangerà e si arrabbierà con Roger-
La smorfia che si crea sul volto di Izo gli strappa un sorriso, ma non smette di vezzeggiarlo sulla gola, rincorrendo il respiro che scivola nel petto nudo del samurai.
-E quando l’Oro Jackson partirà- lo bacia sotto il mento, stringendo la presa sulla sua vita -Anche la Mody Dick salperà e prenderemo rotte diverse-
Non riesce a trattenersi Izo, e scatta di lato col volto, sottraendosi ai baci dell’amante.
-Bene- decreta -Dunque seguirò il mio Signore, e mi aggregherò ai bucanieri di Roger sama, solcando gli oceani e affrontando giorni di mareggiate e provocatori combattimenti!-
Marco sorride e lo bacia dietro l’orecchio.
-Leggerò ogni vostra avventura sui giornali, commentandola con papà- parla ignorando la rabbia mal contenuta sotto il fine strato di compostezza del moro.
Lo lascia partire.
Così, senza remore o richieste di restare con lui!
Lo lascia partire per un On che non conosce nè comprende, per un dovere di samurai superiore a quello di fratello e amante.
Parla, e lo vezzeggia, quando dovrebbe solo trattenerlo lì.
-...me lo immagino a bofonchiare e smuovere i baffi, mugugnando di rivolere indietro il suo fratellino e il figlio che lo rendeva felice con i suoi balli- abbassa la voce e soffia sulla pelle di Izo -E sarà proprio in quei momenti che gli proporrò allora di invertire la rotta e inseguirvi-
Izo sussulta e si volta confuso: inseguirli?
-Rincorreremo la Oro Jackson e quando vi saremo vicini, scoppierà la solita battaglia- sorride sghembo e si fa sempre più vicino, anche con le mani, sotto quell’esile lenzuolo che non scalda ma ostacola.
-E mentre- avanza con i baci sul profilo regolare e liscio di Izo -Vista e Gaban lotteranno, e Raylight e Jaws devasteranno questo o quell’arcipelago, io potrei occuparmi di- lo spinge supino sul materasso che canta come i compari ancora svegli sulla spiaggia -Te-
Una risata roca lascia le labbra di izo, prontamente raccolta da quelle di Marco.
-Ci nasconderemo nella boscaglia- strattona sui loro corpi l’unica coperta del giaciglio -E mentre i nostri fratelli e i pirati di Roger se le daranno di santa ragione, noi recupereremo il tempo perso-
Lo sovrasta e non smette di baciarlo, lasciando vagare le dita navigatrici sul corpo diafano che da settimane ha imparato a plasmare.
-Usciremo allo scoperto solo a battaglia conclusa… o anche no-
-Marco!- ride e allaccia le braccia sulle spalle del biondo.
È il loro posto, lì devono stare.
-Torneremo pieni di lividi, e fingeremo di aver combattuto fino allo sfinimento- si rilassa tra le sue cosce -E poi passeremo i restanti giorni chiusi in cambia, a fare la pace…-
Affianco il volto a quello dell’amante, mischiando i ciuffi biondi ai setosi crini d’ossidiana sul cuscino sgualcito.
-Sembra un piano grazioso- sussurra Izo, accarezzando la barba ispida del Newgate, che si sporge a rubargli un bacio.
-Se vuoi sarà ciò che accadrà a ogni nostro incontro, che si ripeterà almeno due volte al mese- promette solenne e a occhi così limpidi e sinceri non si può far altro che credere.
Ha quasi convinto Izo, che sente meno logorante la partenza, meno pesante l’addio al suo compagno. Può seguire il suo daimyo, proteggere lui e la sua famiglia, con la certezza di rivedere presto l’uomo che ama.
Si, potrebbe partire con il cuore pesante ma con una promessa salda e sicura.
Ma Marco non aspetta che il samurai annunci ufficiale la sua decisione.
-Oppure- continua, accarezzandogli il viso -Potresti restare-
-Cosa?-
-Qui, sulla Moby Dick- parla senza interrompersi -Con babbo, Vista, Jaws, Bay e me- posa la fronte contro la sua.
Il cuore di Izo sussulta appena: ha desiderato che glielo chiedesse, ma ora che l’ha fatto ha paura.
-Ma Oden sama…-
-Sa proteggersi da solo- lo stringe possessivo -E anche Toki-
-Lord Momonosuke e milady Hiory saranno in pericolo- si aggrappa a paure infondate.
-Izo- gli accarezza il volto con dita gentili -Saranno a bordo di una tra le navi pirata più pericolose del Nuovo Mondo: non correranno pericoli-
-Ma… ma Kiku…-
-Potremmo andarla a trovare: chiederò a Babbo e potrai rivederla, stare con lei- gli accarezza i capelli, stringendolo a sè, con tutte le sue paure e speranza -Se vuoi, lo faremo-
Si sdraia al suo fianco, le gambe intrecciate e il canto dei nakama ancora nell’aria.
-La mia è solo una proposta, puoi anche rifiutarla: non cambierà ciò che c’è tra di noi- sorride, con quel suo fare storto e di fanciulezza che se ne sta andando -Puoi anche decidere di seguire Oden, ma ti chiedo di scegliere, per una volta, ciò che vuoi tu- preme la mano sul suo cuore di samurai -E non ciò che devi fare-
Lo baci a fior di labbra, posando il capo sul cuscino e chiudendo gli occhi in un sonno ormai prossimo e rilassante.
Non ci sono altre parole da aggiungere, nulla che Marco voglia più dire.
Izo guarda il biondo senza proferir parola.
Restare.
Per la prima volta in vita sua scegliere ciò che desidera in cuor proprio e non seguire il suo On.
Restare con Marco, con Barbabianca, senza la pesantezza di aver tradito la fiducia del suo signore. Senza la nostalgia di una sorella crescita lontana dai suoi occhi.
Restare.
Izo non chiuderà occhio per ciò che resta della notte.
Fisserà il soffitto della loro cabina, ascolterà i canti di Vista e Gaban, le urla di Bay per essere stata svegliata dalle loro note stonate. Osserverà il vuoto fino al garrito dei gabbiani all’alba, quando le venature scure della nave diventeranno d’oro.
L’oro di un tesoro che gli è stato offerto e che lui ha scelto di prendere, e tenere tutto per sè.
Perchè Izo è un pirata.



-Noi rimarremo qui-
La voce gli trema nel pronunciare tali parole ardite.
Per lui e i suoi due nakama visoni.
Ma non ha paura.
Non né ha Izo, se ha un braccio di Marco attorno alle spalle a stringerlo a sè -l’altra mano è celata a stringere quella del samurai in una morsa possessiva e calda- e il corpo imponente di Vista a proteggerlo dalle richieste inesistenti di Oden sama di seguirlo.
-Non toccare il mio Niichan!- ululeggia, ma Oden ride e Izo sente il suo On liberarlo, nodo dopo nodo, sempre di più.
-Ne sono felice!- gorgheggia il suo padrone, la sua famiglia già imbarcata sull’Oro Jakson, che lo salutano sbracciandosi.
-Taooooo Ishooo- bofonchia lord Momonosuke, rubandogli un sorriso.
Numerosi schiamazzi e urla circondano l’addio del suo Daimyo alla Moby Dick, più qualche insulto da parte di Barbabianca, ma che presto si cheterà, dice Marco.
-Ci vediamo Barba-chan!- saluta il capitano il daimyo, che riceve in risposta sbuffi scontenti e capricciosi.
-Quel Roger: rubarmi così il mio fratellino! Oh ma me la pagherà, eccome se me la pagherà!-
Izo sorride, non lascia la presa sulla mano di Marco, e avanza di un passo verso il suo signore.
-Oden sama!- lo chiama con voce strozzata -Io… io… l’attenderò qui! Attenderò il suo ritorno!-
Oden lo studia con i suoi occhi selvaggi e scalmanati, sghignazzando prima di allungare una mano a scomporre l’ordinata e composta acconciatura del samurai
-Izo fammi un piacere: basta con questo sama e-
-E?- lo incalza tremante per un nuovo ordine, tremante di un “seguimi” che non si aspetta.
Tremante di dover lasciare colui a chi si aggrappa.
-E sii felice. Per te, non per gli altri. Non aspettarmi più-
Una poderosa pacca sulla schiena, una carezza tra i capelli e un sorriso.
Oden sama lo lasciò così.
Lo liberò così, saltando sul ponte della Oro Jakson, tra schiamazzi e saluti, mentre le onde lo spingevano lontano.
Izo non si accorge di urlare saluti e ringraziamenti, solo quando la gola inizia a bruciargli tace, stringendosi al petto del pirata che non ha mai lasciato il suo fianco.
-Resterai?- chiede conferma, per liberarsi anche lui del suo ultimo timore.
-Resterò- conferma cercando i suoi occhi.
-E sei felice?- incalza.
Izo sorride, annuisce e unisce le labbra con le sue.
-Sono  felice- obbedisce all’ultimo ordine del suo Daimyo.










*Il codice morale dei Giapponesi si basa sul concetto di On, che possiamo impropriamente tradurre con "obbligo", che comporta la nascita di una devozione intramontabile. Il KO ON, che è l‘obbligo morale che si ha verso l'imperatore, per l’atto di vivere nella società da lui creata.
 
 
   
 
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