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Autore: Liverly_D_Cass    16/04/2020    0 recensioni
Tratto dal brano:
-"Il tuo spadaccino?" Il suo tono era stato abbastanza duro, come a volergli dire che lui non era lo spadaccino di nessuno. Ne andava del suo orgoglio.
[...]
"Tu non sarai lo spadaccino di nessun'altro." Fece seriamente.
-
Rufy×Zoro, Missing Moment (episodio 151 dell'anime)
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Shonen-ai | Personaggi: Monkey D. Rufy, Mugiwara, Roronoa Zoro, Z | Coppie: Rufy/Zoro
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Attenzione: la storia si colloca all'interno dell'episodio 151 dell'anime. Ci si può leggere una Rufy×Zoro come si può anche evitare, è a scelta del lettore.

Rufy è andato da solo a riprenderdere l'oro che Bellamy ha rubato a Montblanc Cricket, Orangutan e Mashira; Nami chiede a Zoro perchè non l'abbia accompagnato e da lì scaturisce una delle loro solite liti.
C'è un salto temporale di alcune ore e ci troviamo sulla Going Merry, diretta verso la Knok Up Stream.

Cricket, Orangutan e Mashira, insieme ai loro uomini, stavano aiutanto la ciurma di cappello di paglia a rinforzare la nave. Il viaggio per raggiungere l'isola nel cielo non sarebbe stato semplice, e per questo dovevano fare tutti la loro parte. Avevano poco tempo ormai. Persino Zoro, nonostante avrebbe preferito accompagnare il suo capitano a dare una bella lezione a quell'idiota di Bellamy, stava facendo la sua parte, battendo il martello in maniera ritmica fissando delle lamine di metallo all'albero maestro. La sua mente, tuttavia, era altrove, persa nel ricordo di quanto accaduto poco prima.

Era stato proprio lui, Zoro, a trovare il simbolo di Bellamy, e non aveva esitato a indicarlo anche al capitano. Lo sguardo di Rufy si era indurito e, prima che dicesse qualsiasi cosa, lo spadaccino aveva capito.
"Riprenderò l'oro" aveva detto il Capitano.
Zoro non aveva esitato. "Ti serve una mano?" gli chiese. Anche se già conosceva la risposta, non poté evitare di sperare che Rufy rispondesse affermativamente.
"No, ti ringrazio. Vado da solo" aveva risposto, abbassando il cappello sugli occhi.
Zoro aveva stretto i denti ed era rimasto in silenzio, trattenendosi dall'unirsi alle lamentele di Nami e di Cricket, consapevole che se Rufy gli aveva detto no, un motivo c'era. Doveva solo capire quale fosse.

A distrarlo da quei pensieri fu la voce della navigatrice, che sbattè le mani sul parapetto della Going Merry attirando la sua attenzione e facendolo voltare.
"Zoro, perché non l'hai accompagnato?" chiese seriamente Nami.
Lo spadaccino la guardò innervosito. Già ci pensava abbastanza da solo, non serviva che quella strega infierisse. "Cosa? Sai che non ti capisco? Prima mi supplichi di non combinare disastri e adesso mi chiedi perchè non sono andato con Rufy?"
"Ma anche tu avevi un conto in sospeso con quei farabutti!" Esclamò lei. "Sì, può darsi." Strinse per un attimo la presa sul martello, per poi rilassare i muscoli. "Ma sapevamo tutti in partenza che Bellamy non avrebbe avuto possibilità contro di noi. Vedi, non mi piace fare a botte quando so già come andrà a finire."
Sul viso della rossa si dipinse un'espressione scettica. "Ah, è così? Ma bravo, che grand'uomo!"
Zoro strinse i denti, imponendosi di non affettarla. Rufy non avrebbe gradito se avesse tagliato a fette la loro navigatrice, purtroppo. "Oh insomma, che vuoi? Lasciami lavorare in pace!" Ringhiò, battendo un pugno sull'albero maestro per rimarcare il concetto.
La ragazza non si lasciò intimidire, sbattendo a sua volta le mani sul parapetto e alzando la voce. "Voglio che mi ascolti! Ti ho chiesto perché non sei andato con lui!"
Credi che non volessi? Pensò amaramente lo spadaccino. Dunque le lanciò un'occhiata di fuoco, battendo di nuovo sul legno della Going Merry. "Te l'ho già detto, sei sorda!?"
Nami colpì a sua volta il legno. "E secondo te sarebbe una risposta?!"
"Hey! Piano!" Intervenne Usopp, preoccupato per la sua amata nave.
"Stai cominciando a stancarmi con questa storia!" Ringhiò lo spadaccino, continuando a colpire.
"Questa nave è preziosa!" Insistette il cecchino, preoccupato che Zoro potesse abbattere l'albero maestro a suon di pugni.
"Dovresti vergonarti!" Esclamò la navigatrice, colpendo a sua volta per lasciar intendere che non fosse affatto intimidita.
"No, piano, no-"
"E chiudi il becco tu, non intrometterti!" Gridò Zoro all'indirizzo del povero ragazzo che cercava di calmarli.
"Appunto, zitto Usopp!" Concordò la giovane, materializzandosi alle sue spalle e colpendolo in testa con un pugno.

Zoro approfittò della sua distrazione per evitare la discussione, dunque si diede una rapida occhiata attorno e, constatato che ormai potevano concludere il lavoro anche senza il suo aiuto, lo spadaccino si allontanò dalla nave. Seguì per un centinaio di metri la costa, restando vicino alla Going Merry abbastanza da poterla sorvegliare e proteggere, ma stando abbastanza lontano da non essere notato da quella strega. Il buio, se non altro, giocava a suo favore.
Zoro si distese sulla spiaggia, poggiando un braccio sotto la testa e osservando il cielo. Pensò nuovamente allo sguardo che Rufy gli aveva scoccato prima di abbassare il cappello sul viso, uno di quegli sguardi seri che quasi sempre significano "io vado a fargli il culo, tu impedisci a chiunque anche solo di guardare male la nostra ciurma". Il ragazzino gli affidava sempre i compagni, perché sapeva di poter sempre contare sulla sua lealtà incondizionata.
Qualunque cosa Rufy gli avesse chiesto, Zoro l'avrebbe fatta. Non c'era un motivo preciso, semplicemente lui aveva fede nel suo Capitano, gli avrebbe messo in mano la propria vita senza esitazione. Rufy poteva essere sciocco, infantile, ingenuo e buono fino all'inverosimile, ma non avrebbe mai messo a rischio i propri compagni, nè avrebbe permesso che qualcuno facesse loro del male. Il suo compito era proteggerli e, quando non poteva, questo compito passava in automatico a Zoro.

"Zoro." Lo spadaccino fece un lieve cenno, facendo capire che era in ascolto. "Perché non hai accompagnato Rufy? O perché non l'hai fermato?" Domandò Chopper, sedendogli accanto.
"Perchè avrei dovuto?" Chiese semplicemente il ragazzo.
"Perchè potrebbe succedergli qualcosa, potrebbe perdersi o cadere in mare mentre corre, oppure potrebbe venire ferito gravemente, o ancora-"
"Chopper," lo richiamò Zoro, fermando il suo preoccupato sproloquiare, "stiamo parlando di Rufy."
La renna lo guardò senza capire. "È proprio perché stiamo parlando di lui che mi agito!"
"Niente può fermare Rufy se si prefigge un obiettivo, lo sai. Non preoccuparti per lui."
"Ma..."
"Niente ma, sta' tranquillo. Tornerà presto." La renna annuì mogiamente e fece per aggiungere altro, quando la voce di Usopp lo chiamò e fu costretto ad allontanarsi.
"Dovresti vergonarti!" aveva detto Nami. E di cosa, di aver ubbidito a un ordine? Zoro sospirò. No, lui aveva assecondato il suo Capitano, gli aveva dato modo di andare a sconfiggere Bellamy senza doversi preoccupare dell'incolumità della sua ciurma. Era questo il ruolo di Zoro: fare in modo che Rufy non dovesse preoccuparsi di niente al di fuori del suo combattimento, cosicchè potesse proteggere tutti vincendo. E a Zoro questo compito riusciva dannatamente bene, ecco perché ormai non serviva nemmeno che il minore glielo chiedesse.

Quando, ore dopo, tutta la ciurma era sulla nave diretta verso la Knock Up Stream, guidata dal South Bird, Zoro si permise di lanciare un'occhiata a Rufy, seduto sulla polena come suo solito. Lo spadaccino gli si avvinò, poggiando la parte bassa della schiena alla polena e restando in silenzio, con gli occhi chiusi.
"Bellamy valeva quei cinquantacinque milioni?"
"Nah, non ne valeva nemmeno dieci. È bastato un pugno per fargli perdere i sensi." Sorrise allegramente il capitano, inclinando all'indietro la schiena per poggiarla su quella del compagno.
"Tsk," fece Zoro con un ghigno, "allora non mi sono perso niente."
"Ti saresti solo annoiato, credimi. Ha fatto tanto lo sbruffone e alla fine niente." Ridacchiò. "Pensava che la mia taglia fosse falsa, chissà cos'ha pensato della tua."
"Non che mi interessi." Commentò lui. "Perché non hai voluto che venissi con te? Non era solo perché qualcuno doveva proteggere gli altri, non è vero? Ci sarebbe comunque stato quel cuoco da strapazzo."
Rufy si tolse il cappello di paglia e lo poggiò sul petto. "Hai ragione, non è solo per quello. Ho pensato che, una volta lì, ci avrebbero presi in giro di nuovo e, se fossi stato con me e ti avessero preso in giro, non avrei saputo trattenermi. Finchè lo fanno con me, non m'interessa. Ma quando lo fanno con i miei compagni..." strinse la presa sul cappello.
"So benissimo difendermi, Rufy." Gli ricordò lo spadaccino, sentendo la nuca del capitano poggiarsi sul suo capo mentre le ciocche nere e corte gli solleticavano le orecchie e il collo.
"Lo so, ma nessuno ha il diritto di parlare così al mio spadaccino. E poi, che Capitano sarei se lasciassi che i primi che passano infanghino l'onore della mia ciurma?" Ridacchiò Rufy.
Non poteva sapere, ovviamente, che il cervello di Zoro si era bloccato a il mio spadaccino. Una morsa gli strinse il cuore, senza che lui ne sapesse il motivo. Semplicemente, gli aveva fatto male sapere che Rufy pensava a lui come il suo spadaccino. Era ovvio che lo fosse, non sarebbe mai stato in discussuone, ma forse Zoro avrebbe voluto essere più importante di quanto lo fossero lo spadaccino, la navigatrice, il cuoco, il cecchino, il dottore e l'archeologa. Gli sarebbe piaciuto che Rufy non lo considerasse alla pari degli altri compagni. Non un vice, questo no. Il suo Capitano non avrebbe mai avuto un vice perchè non ce n'era il bisogno. Solo, qualcosa in più.
Zoro si sorprese di questi pensieri e, in un moto di fastidio, nonostante il silenzio fosse calato tra loro da qualche minuto, commentò: "il tuo spadaccino?" Il suo tono era stato abbastanza duro, come a volergli dire che lui non era lo spadaccino di nessuno. Ne andava del suo orgoglio e, nonostante sapesse di star sbagliando, voleva far capire al minore cosa si provava quando le aspettative venivano infrante. Percepì Rufy sussultare, come se le sue parole lo avessero effettivamente ferito.
Riportò il cappello in testa, abbassandolo sugli occhi, e si rimise seduto, allontanando la sua schiena da quella del compagno. Dunque, si girò, guardando la schiena di Zoro, e un attimo dopo si voltò anche lo spadaccino, per fronteggiare il suo Capitano.
"Tu non sarai lo spadaccino di nessun'altro." Fece seriamente. Zoro alzò un sopracciglio, pronto a rispondere che non spettava a lui decidere. "Perché il migliore spadaccino di sempre non può che essere parte della ciurma del Re dei Pirati. Senza di te, non posso diventarlo."
"E perché? Sentiamo." Zoro si era fatto serio e aveva deciso di ascoltare il Capitano prima di insistere sul fatto di non appartenere proprio a nessuno. Era uno dei rari discorsi seri di Rufy al di fuori dei combattimenti, uno di quei discorsi che, fino a quel momento, aveva fatto solo con Zoro, perché solo Zoro riusciva a catturare in quel modo la sua totale attenzione.
"Perché tu sei Zoro, e senza di te io sarei ancora perso da qualche parte nel mare Orientale." Rufy fece uno dei suoi classici sorrisi enormi, quindi riprese la sua serietà. "E perché su di te posso sempre contare. Sarei già morto e sepolto se dovessi occuparmi anche degli altri mentre combatto, se dovessi spiegare loro tutto ciò che faccio. Finchè tu ci sei, so che non ce n'è bisogno, perché tu li proteggerai per me e ti fiderai di me sempre."
Zoro non era sicuro di cosa significassero le parole di Rufy. Intendeva forse che gli serviva per mantenere in piedi la sua ciurma? Era quindi solo un mezzo per raggiungere il fine? Guardò il suo Capitano, dandosi dell'idiota per aver iniziato ora ad avere tutti questi dubbi. Non era da lui, ma Rufy riusciva ad ammorbidirlo come nessun'altro. Lo spadaccino aprì la bocca per parlare, ma non ne uscì niente. Il minore ridacchiò, quindi allungò le braccia e le gambe e le avvolse attorno al maggiore, tirandolo a sè in un abbraccio a cui non potè sottrarsi. Il cappello di paglia scivolò dalla testa sulla schiena e il viso di Rufy si poggiò nell'incavo del collo dell'altro, mentre le ciocche nere riprendevano a solleticargli il collo. Zoro sentì il respiro dell'altro sul suo collo, lo sentì inspirare profondamente.
"E poi Zoro, tu sei unico, e io voglio te al mio fianco, non un qualsiasi spadaccino del mondo." Mormorò il Capitano.
Il cuore delllo spadaccino ebbe un sussulto e un sorriso gli increspò le labbra. Non rispose, non ce n'era bisogno. Rufy non aveva mai dubitato di lui, nè mai lo avrebbe fatto. Era stato uno sciocco, Zoro, a dubitare del suo Capitano. In fondo, lo sapeva che il ragazzo di gomma lo considerava in modo diverso dagli altri.

   
 
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