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Autore: FalbaLove    16/04/2020    1 recensioni
Due piccoli occhi grigi,contornati da rughe,fissarono per l'ennesima volta una foto incorniciata malamente e con gli angoli leggermente ingialliti;un sorriso amaro comparve sul suo volto di fronte a quelle tre piccole bambine che,ignare,dormivano beate. All'improvviso il suo cuore ebbe un sussulto mentre prepotentemente si apriva la porta del suo ufficio:con rapidità la donna ripose la cornice in un cassetto spostano il suo sguardo sulla figura che comparve dinanzi a lei.
-Preside Griffin, a cosa devo l'onore?-
-Sapevamo tutte e due che sarebbe giunto questo giorno-commentò inflessibile l'altra. Faraganda si sistemò gli occhiali sospirando:si alzò con estrema calma raggiungendo l'enorme vetrata del suo ufficio.
-Ci pensi ancora? Nel senso se abbiamo fatto la scelta...-
-Giusta?-Faragonda abbassò lo sguardo.
-Forse siamo state stupide a basarci su una profezia-
-O forse no-conclusse la Preside di Alfea.
-Non lo sapremo mai-Faragonda sorrise di fronte alla risposta sconsolata dell'amica.
-Io invece,Preside Griffin,penso che lo scopriremo presto
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bloom, Faragonda, Flora
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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AVVERTENZE
Eccoci arrivati a uno dei capitoli più importanti di questa storia. Innanzitutto volevo avvisarvi che il capitolo è davvero lungo. Sicuramente l'avrei preferito più corto, ma purtroppo gli eventi mi sono sfuggiti di mano e questo, come il capitolo successivao, è venuto fuori pieno di parole. Gli eventi narrrati scoprirete che avvengono praticamente in contemporanea o a pochi minuti di distanza. Niente spero vivamente che vi possa piacere perchè mentirei se non dicessi che è stato un vero e proprio parto. Armatevi di pazienza e di fantasia...



Saladin e Flora seguirono in silenzio il sentiero magico di funghi: la fata della Natura osservò con attenzione il volto contrito dell’anziano che continuava a camminare spedito. I suoi occhi stanchi era impregnati di uno strano sentimento che la ragazza faceva fatica a decodificare. Qualcosa turbava il Preside e Flora l’aveva percepito chiaramente anche alla serra. La ragazza si abbassò leggermente per evitare di scontrarsi con uno dei tanti rami che rendevano sempre più fitto il loro cammino: più proseguivano e più la giovane percepì un infoltirsi del bosco come se stessero arrivando sempre più al centro della foresta oscura.
-Dobbiamo esserci quasi- sospirò leggermente accaldato l’uomo fermandosi per un secondo: i suoi capelli svolazzarono leggermente mentre Saladin si guardò intorno pensieroso. Flora lo osservò con insistenza cercando quasi di percepire i suoi pensieri. Prima di riprendere a camminare la fata si guardò indietro notando che la sua amica non era presente.
-Musa?- mormorò guardandosi intorno,ma il verde della vegetazione fu l’unica cosa che passò sotto al suo sguardo leggermente allarmato.
-Musa?- continuò questa volta con una certa decisione in più: il suo richiamo però, nuovamente, rimase inascoltato.
-Stai tranquilla, presto vi rincontrerete- una voce allegra e sconosciuta allarmò la mora mentre un sorriso divertito si dipinse sul volto rugoso del Preside di Fonterossa. Una figura minuti e appoggiata a una corteccia si materializzò sotto ai loro occhi lasciando stupefatta Flora.
-Scusami non volevo spaventarti- disse il vecchio alzando le spalle mentre Saladin si fiondò ad abbracciarlo cosa che lasciò ancora più sbigottita la fata della Natura.
-Gargantua vedo che non ti sei ancora liberato delle tue entrate ad affetto- lo incalzò il nonno di Helia scoppiando in una fraterna risata. Lo sconosciuto si chinò leggermente a baciare la mano di Flora.
-Flora lui è Gargantua, l’uomo che stavamo cercando- spiegò Saladin e finalmente il viso della fata parve rilassarsi.
-È un piacere fare la sua conoscenza- rispose la mora ricambiando il gesto del vecchio con un sorriso dolce che illuminò il suo viso ambrato: Gargantua prima di dire altro si soffermò ancora un paio di secondi sulla fata cosa che imbarazzò non poco Flora.
-Il piacere è tutto mio fata della Natura- commentò distogliendo finalmente lo sguardo da lei.
-Come fa a sapere chi sono?- domandò corrucciando la fronte. A quella domanda l’uomo parve divertirsi ancora di più.
-Sono stati gli alberi, in questo bosco sono estremamente pettegoli- commentò appoggiando una mano sulla corteggia e socchiudendo gli occhi: Flora notò perfettamente come l’uomo fosse un tutt’uno con quelle piante e rimase incantata.
-Gli alberi e le piante hanno ascoltato ogni singolo vostro discorso: sono delle grandi ascoltatrici, ma immagino che tu lo sappia bene- continuò alludendo alla mora che silenziosamente annuì.
-Quindi immagino che tu conosca già perfettamente il motivo per cui siamo qui- si intromise Saladin aggrappandosi sudato al suo bastone: l’anziano, mantenendo gli occhi chiusi, annuì con decisione beandosi ancora di quel contatto vitale con il vegetale.
-Una ragione molto nobile vi ha spinti fino al cuore di questo bosco, ma percepisco una sorta di indecisione dentro di te- disse Gargantua avvicinandosi a Flora e spostando il suo sguardo sulla figura snella della fata. Flora deglutì a fatica percependo come se quell’uomo potesse leggere i suoi pensieri.
-Lei quindi conosce la leggenda delle Ninfee?-
-Ma certo ragazza mia, molti di questi alberi hanno assistito molti anni orsono a quel piccolo miracolo- commentò riacquistando la sua solita allegria e iniziando a saltellare.
-Ma quindi è vera? Pensa veramente che la Lanusia potrebbe portare in vita una persona?- domandò mentre il suo volto ambrato venne pervaso dalla speranza. Gargantua sorrise divertito di fronte a quelle parole.
-Certo che è vero ragazza mia! Gli alberi non mentono mai-
-Sai per caso dove possiamo trovarla? Non ho mai sentito il nome di questo fiore- si intromise Saladin.
-Oh Saladin quello che mi stai domandando si trova molto più vicino di quanto tu possa immaginare- ridacchiò il vecchio alzando un sopracciglio e ricevendo dall’amico solo una espressione confusa.
-La Lanusia cresce sulle rive di uno dei più misteriosi laghi di tutta Magix- ma finalmente un guizzo non lasciò indifferenze il Preside degli Specialisti.
-Il Lago Roccaluce- mormorò quasi a fior di labbra e Gargantua annuì soddisfatto. Flora però era ancora attanagliata da milioni di domande.
-Ma quindi grazie al polline di questo fiore potrò far ritornare in vita una persona?- l’uomo però scosse la testa con decisione. Lasciò che il suo sguardo vagasse per ancora un paio di secondi prima di riservare nuovamente la sua  più completa attenzione alla sua interlocutrice.
-No- rispose deciso osservando come il volto di Flora venne immediatamente rapito dallo sconforto: l’uomo, non distogliendo lo sguardo dagli occhi color giada della ragazza, si avvicinò a lei.
-Fu la Fata Maggiore della Natura, Diana, che mossa dalla pietà  e dalla disperazione si rivolse alla Lanusia: il fiore con il suo polline fu solo un intermedio per infondere  il suo potere curativo alle Ninfee- Flora si portò una mano al petto abbassando lo sguardo a terra.
-Quindi non fu il polline a ridare nuovamente vita alle Ninfee?- sospirò  e l’uomo scosse il capo con decisione.
-Per portare nuovamente in vita la tua amica non basterà solo trovare il fiore-
-Quindi devo per caso cercare la fata Diana?- continuò senza capire Flora. L’uomo nuovamente si lasciò sfuggire un sorriso divertito.
-La vedo dura visto che oramai da secoli si sono perse le sue tracce- disse riacquistando una certa serietà ed aggrottando la fronte. La Fata di Linphea scosse la testa con decisione mentre un terribile dubbio le attanagliò la mente.
-Quindi è tutto inutile? Senza Diana non riusciremo mai a portare di nuovo in vita Aisha. Lo sapevo che non avevo avuto una buona idea- ma all’udire quella frase Gargantua iniziò a ridere sguaiatamente: di fronte a  quel gesto  la mora lo guardò sbigottita mentre il vecchio dovette addirittura aggrapparsi ad un albero per non rischiare di cadere a terra.
-Questi alberi ti hanno vista crescere fata della Natura, ma stentavo a credere che realmente fossi così- Saladin intuire a dove volesse parare il suo amico e fece alcuni passi indietro.
-La chiave per riportare in vita la tua amica non è la Lanusia,ma sei tu- disse serio incrociando nuovamente il suo sguardo con quella della fata.
-Io?- sibilò a fior di labbra Flora non riuscendo a capire. Gargantua però non demorse e anzi afferrò la mora per una mano. Flora percepì una strana energia vitale che si generò dalle mani del vecchio.
-Fu il profondo legame tra la Natura e Diana a regalarle quell’immenso potere guaritore, lo stesso che scorre dentro di te- concluse riacquistando un sorriso divertito e lasciando andare le mani ambrate della ragazza.
-Deve esserci un altro modo, i miei poteri sicuramente non sono così forti da poter essere utili- sospirò la mora indietreggiando, ma l’uomo parve quasi contento di udire quelle sue parole.
-Non sei tu Flora che devi decidere, sono le piante ad aver già deciso per te. Dentro di te scorre un potere immenso che tu cocciutamente continui ad ignorare, ma facendo così l’intera Dimensione Magica e l’intero Universo ben presto scompariranno- sogghignò l’uomo iniziando nuovamente a saltellare.
-Sta parlando di Valtor?- domandò Flora trovando estremamente ambiguo l’anziano che davanti a lei dimostrava la stessa vitalità di un bambino.
-Oh il nostro vecchio nemico è solo un piccolo tassello di tutto quello che sta per accadere. Ora però vi conviene andare, avete molte cose che vi aspettando- concluse Gargantua sorridendo amichevolmente alla fata. Saladin, che fino a quel momento era rimasto in disparte, si avvicinò all’amico abbracciandolo fraternamente.
-Grazie Garguantua il tuo aiuto ci è stato fondamentale- disse abbozzando un sorriso.
-Sono sempre pronto ad aiutare te e la tua famiglia- rispose il vecchio di rimando facendogli un occhiolino, ma Saladin alzò un sopracciglio senza intuire a cosa si riferisse.
-Non c’è motivo di essere così dubbiosa- continuò Gargantua separandosi dal suo amico e avvicinandosi alla fata che continuava a mantenere lo sguardo fisso verso il basso piena di pensieri.
-Ma se qualcosa andasse storto? Se i miei poteri si rivelassero troppo deboli?- abbozzò incrociando le braccia sotto al petto.
-Flora con i se e con i ma non riuscirai mai a diventare la fata che sei destinata ad essere. Fidati dei tuoi poteri e della Natura che è intorno a te: loro quando sarà giunto il momento ti guideranno- rispose l’uomo abbracciandola.
-La tua amica Musa vi sta aspettando all’uscita del bosco, seguite nuovamente il sentieri di funghi e non avrete problemi- concluse l’uomo congedandosi con un leggero inchino.
-Peccato non averla conosciuta, io adoro i peperini- e prima che Flora o Saladin potessero aggiungere altro Gargantua sparì sotto ai loro occhi lasciando come ultima immagine un grosso sorriso divertito.
 
 
Faragonda osservò impotente il cielo sopra Alfea farsi sempre più buio mentre impetuosi lampi squarciarono il calmo silenzio che fino a pochi secondi prima regnava sovrano sulla scuola. La donna si guardò intorno preoccupata osservando come alcune allieve  si trovassero ancora nel cortile.
- È troppo tardi Faragonda- sospirò distrutta la Griffin aggrappandosi con le poche forze che ancora possedeva alla figura di Timmy.
-Preside cosa facciamo?- la domanda seria e preoccupata di Tecna risvegliò la Direttrice che fino a pochi secondi prima si sentiva come  risucchiata in un terribile incubo.
-Faragonda!-urlarono in lontananza i Professori di Alfea che accorsero trafelati verso di lei e la Preside Griffin. Il cielo intanto perse anche la sua ultima luce avvolgendo l’intero pianeta Magix in un terribile buio.
-Cosa sta succedendo?- domandò con il fiatone Palladium osservando esterrefatto il terribile spettacolo. Faragonda strinse con forza i pugni di fronte alla paura che iniziò ad aleggiare forte tra tutti i presenti.
-Purtroppo quello che mai ci saremmo aspettati Palladium, Valtor sta per attaccare la nostra scuola- commentò sistemandosi meglio gli occhiali e osservando l’altro iniziare a boccheggiare.
-Ora non c’è tempo per le spiegazione: voi Professori con Stella e Tecna vi occuperete di portare via tutte le allieve. Ho paura che la furia di Valtor non si fermerebbe neanche davanti a delle fate innocenti- sospirò, ma Stella le si parò davanti scuotendo la testa con decisione.
-Se lei pensa realmente che lasceremo lei e la Preside Griffin si sbaglia di grosso. Non scapperemo come codarde: sappiamo quanto sia importante che Valtor non riesca ad utilizzare la Gemma delle Sette Lune- disse decisa la bionda fissando con forza la donna: Faragonda sorrise lievemente non riuscendo quasi più a riconoscere la frivola ragazzina che l’anno prima aveva bocciato.
-Voi intanto andate!- urlò la Direttrice rivolta ai Professori che senza obiettare rientrarono nuovamente dentro la scuola. Poi dolcemente avvolse con una mano la spalla della Principessa di Solaria.
-Quando vi ho detto  che voi quattro sareste state l’ultima possibilità per l’intero Universo non ne ero perfettamente convinta, ma ora ne sono certa e non posso rischiare che le vostre vite vengano distrutte per salvare me e la Griffin- disse decisa Faragonda percependo però chiaramente che Stella non era d’accordo con le sue parole.
-Senza di lei non saremo niente e non possiamo salvare l’intero Universo senza di lei. È al 100% impossibile- commentò Tecna avvicinandosi alle due e Faragonda si meravigliò di quelle sue parole. Stella annuì convinta alle parole dell’amica.
-E poi è finalmente giunto il momento di dare una lezione a quel cafone- aggiunse la bionda alzando le spalle,ma prima che qualcun’altro potesse aggiungere altro una voce da lontano fece voltare l’intero gruppo.
-E che lezione potresti dargli tu? Su come pettinare i capelli?- la voce impertinente di Riven venne accompagnata dall’arrivo anche di Sky e Brandon.
-Sei sempre il solito stronzo a quanto noto- ribatté Stella incrociando le braccia sotto al seno lasciandosi  però sfuggire un piccolo sorriso grato di fronte alla loro presenza.
-Ragazzi, ma cosa ci fate qui?- domandò allarmata la Preside di Torrenuvola osservando come poco lontano da loro delle navicelle di Fonterossa stessero caricato le allieve di Alfea.
-Sono stato io a chiamarli- si intromise leggermente imbarazzato Timmy aggiustando gli occhiali sopra il naso.
-Mentre Codatorta e gli altri aiutano le allieve di Alfea a salire sulle navicelle noi sconfiggeremo una volta per tutte l’antipaticone - disse Brandon affiancandosi alla fata di Solaria: quella gli sorrise cosa che non lasciò indifferente lo spadaccino.
-Ragazzi forse voi non avete ancora capito che il potere di Valtor è estremamente forte- sospirò Griffin staccandosi da Timmy: Faragonda osservò felice come le sue membra parvero aver acquistato più forze.
-Niente ci farà cambiare idea- le rispose Tecna decisa e la donna si limitò ad abbassare il capo profondamente contraria.
-Ma Musa e Flora?- domandò Riven ricercando con lo sguardo la mora. Tecna alzò però le spalle
-Sono sparite insieme a Saladin- mormorò.
-Quasi mi dispiace interrompere questa commovente  chiacchierata- una voce oscura e profonda fece gelare il sangue alla Griffin e a Faragonda: davanti ai loro occhi apparve una alta figura che più si fece vicina più risultò familiare alle due Direttrici.
-Te l’avevo detto che non puoi scappare da me- sospirò divertito Valtor leccandosi un labbro e non togliendo lo sguardo dalla Griffin: atterrò poco lontano da loro accompagnando questo suo gesto con una terribile risata.
-Avresti potuto arrenderti subito e nessuno nella tua inutile scuola si sarebbe fatto male- continuò facendo un passo mentre il vento iniziò sempre più ad aumentare. Griffin deglutì a fatica non riuscendo a fissare negli occhi il mostro poco lontano da lei: il suo sangue, però, iniziò a ribollire.
-Cosa ne hai fatto delle mie allieve e dei professori di Torrenuvola?- domandò cercando di riacquistare un po’ di decisione nel suo tono cosa che divertì ulteriormente lo stregone.
-Voglio che ti ricordi che tutto quello che ho fatto, l’ho fatto solo ed esclusivamente perché tu non ti sei consegnata. Ora non fare altre storie se non vuoi che ti mostri cosa realmente posso fare con tutte queste innocenti fatine- ringhiò scrutando gli esili corpi di Tecna e Stella.
-Dovrai passare prima sui nostri corpi! Non riuscirai a torcere neanche un capello alle Presidi- si intromise Stella senza paura. Di fronte a quel gesto così coraggioso Valtor scoppiò nuovamente a ridere.
-Ma cosa abbiamo qui? Una piccola eroina? Oh sono commosso e allo stesso tempo estremamente spaventato- sibilò ironico.
-Smettila di parlare e mostrarci cosa sai fare- si intromise Brandon parandosi davanti a Stella: Valtor a quell’ennesimo gesto eroico  si lasciò andare a un profondo sbadiglio.
-Ma non è galante iniziare la festa senza le mie due dame- e appena ebbe finito di parlare due figure atterrarono dal cielo.
-Ancora voi?- urlò indispettita Darcy osservando i ragazzini che si erano disposti a cerchio intorno alle due Presidi.  Stormy digrignò i denti furente di rabbia osservando il volto candido di Stella.
-Stormy, Darcy vi prego smettetela di stare dalla sua parte, non lo capite che vi sta solo manipolando?-
-Zitta!- urlò rabbioso Valtor fermando le parole della Preside di Torrenuvola.
-Sei sempre stata brava con le parole,ma Darcy e Stormy si sono rivolte a me alla ricerca di una verità che tu hai voluto celare a loro- ringhiò  con rabbia tradendo il suo volto calmo e pacato lo stregone. Darcy con estrema calma si passò una mano tra i capelli mori sorridendo felice.
-Mi dispiace Preside,ma Torrenuvola non era la scuola per noi- disse lasciandosi sfuggire un piccolo sorriso divertito.
-Ora sono stanco di parlare, consegnatevi volontariamente oppure vi costringerò a guardare come raderò al suolo questo inutile pianeta!-
 
 
Improvvisamente il verde paesaggio di Linphea lasciò posto ad una oscura radura di alberi che fece notare immediatamente come la vegetazione sul primo pianeta risplendesse rispetto al resto del mondo. Bloom deglutì a fatica sentendo uno strano senso di nausea attanagliarle lo stomaco: si aggrappò a un albero poco distante da lei respirando a fatica. Helia si rese conto che la sua amica iniziava ad accusare i sintomi caratteristici derivanti da un passaggio extradimensionale.
-Stai bene?- le domandò lasciando che la terrestre si appoggiasse a lui. Lei annuì debolmente mentre il suo pallore si fece man mano meno vivo sul suo volto.
-Ora va meglio, grazie- gli rispose qualche secondo dopo decisamente più rinvigorita. Era stata talmente male che non si era neanche resa conto che finalmente i suoi piedi si trovavano sul pianeta che più desiderava visitare, Magix. Boccheggiò guardandosi intorno e notando che si trovavano semplicemente in una foresta, molto diversa dal lago che i suoi occhi speravano di trovare. Helia intanto si accucciò a terra iniziando a fissare uno strano fiore: Bloom gli si affiancò curiosa.
-Questa deve essere la Lanusia- precisò il ragazzo osservando attentamente il fiore. Bloom piegò il capo trovandolo estremamente somigliante a un fiocco di neve.
-Sai sul mio pianeta vi è una strana leggenda che riguarda questi fiori- continuò lui rialzandosi e la rossa fece lo stesso.
-Però se è presente vuol dire che il lago di Roccaluce non si trova lontano- ammise trovandosi estremamente spaesato in quel momento: Helia aveva passato praticamente l’intera adolescenza a Fonterossa per affiancare suo nonno,ma non era mai uscita da quelle quattro mura. Bloom però non gli rispose e quando l’ex specialista si voltò per cercarla notò che era sparita: aggrottò la fronte cercandola con i suoi occhi cerulei,ma della rossa non vi era nessuna traccia.
-Helia- urlò Bloom e al ragazzo non restò che seguire la sua voce: quando finalmente ritrovò la sua amica un magnifico specchio d’acqua aveva rubato la completa attenzione di Bloom.
-Deve essere questo il lago- sospirò la ragazza osservando estasiata quello spettacolo: vicino a Gardenia vi erano molti laghi che la giovane aveva visitato con i suoi genitori,ma nessuno era pari a quello. Lo specchio d’acqua risplendeva di una luce propria mentre si estendeva per vari metri di distanza. La costa era sapientemente contornata dalla Lanusia che cresceva rigogliosa regalando un bellissimo contrasto con l’azzurro limpido dell’acqua. Tutto intorno però era calmo e sereno e di Daphne non vi era traccia.
-La donna che stiamo cercando dovrebbe aspettarci qui, no?- chiese Helia guardandosi intorno: Bloom non ci fece troppo caso ,ma si abbassò sulla riva osservando il suo riflesso nel lago. Sentiva una strana energia scorrerle nelle vene, l’aveva notato appena erano arrivati a Magix e ora, all’avvicinarsi con quel lago, la sentiva chiaramente crescere.
“Bloom”
Una voce estremamente familiare fece stranire i due che iniziarono a guardarsi intorno.
-Helia è lei- disse decisa la rossa oramai decisa ad andare fino in fondo a quella faccenda.
“Bloom”
 Continuò nuovamente la voce,ma nessuna figura fece la sua comparsa. Un forte vento iniziò a far ondeggiare la Lanusia mentre il cielo di Magix si fece quasi magicamente più scuro. Bloom rabbrividii mentre il vento si intrufolò facilmente sotto ai suoi vestiti.
-Tutto ciò è molto strano-mormorò a fior di labbra Helia, ma anche alla rossa non era sfuggito che qualcosa non andasse. I suoi occhi quasi per caso ricaddero sullo specchio d’acqua dove al posto della sua goffa immagine ci trovò il volto mascherato.
-Daphne sei proprio tu?- domandò la ragazza sorpresa provando ad afferrare la figura,ma giustamente la sua mano trapassò lo specchio d’acqua. La figura della donna vibrò per colpa di quel gesto,ma iniziò ad allontanarsi facendole segno di seguirla. Bloom senza pensarci si tolse la giacca buttandola a terra e velocemente passò anche alle scarpe.
-Bloom cosa pensi di fare?-la interpellò Helia senza capire: i suoi occhi cerulei osservavano curiosi la giovane liberarsi degli indumenti superflui.
-Devo seguirla Helia, ne sono sicura- sentenziò lei sentendosi decisa come mai prima d’ora.
-Ma sott’acqua ti sarà impossibile respirare- rispose lui con ovvietà: la rossa si morse le labbra scarlatte.
-Voglio provare a fare questo tentativo, sento che lei mi sta aspettando lì sotto- il volto di Helia,all’udire quelle parole, cambiò radicalmente lasciando spazio ad una espressione estremamente preoccupata.
-Vengo con te- sentenziò ricercando lo sguardo dell’amica che però scosse la testa con decisione.
-Penso che sia una cosa che devo fare da sola se vogliamo delle risposte- disse cercando di tranquillizzarlo: il tempo attorno a loro iniziò a farsi sempre peggio. Un terribile vento scompigliò i capelli del giovane mentre scosse con violenza gli alberi intorno a loro. Bloom a quelle sue parole però non aggiunse altro e sicura si diresse verso il lago: il freddo dell’acqua, che lambiva sempre di più le sue gambe, la fece rabbrividire,ma prima di tuffarsi riservò un’ultima occhiata all’ex specialista che le sorrise dolcemente. Quando poi la rossa si trovò sott’acqua non riuscì a credere a quello che accade: una enorme bolla dorata circondò la sua figura facendo risultare inutile il trattenere del respiro della giovane. Attorno a lei un fondale marino accompagnò il suo percorso mentre la bolla si mosse sicura come seguisse un percorso: la mano di Bloom sfiorò quasi con paura la barriera che la separava dall’acqua e si meravigliò di come sembrasse non esserci. Era come se fosse separata magicamente dall’acqua circostante. All’improvviso la bolla la trasportò verso l’entrata di una piccola grotta buia e spoglia, ma alla fata non rimase molto tempo per guardarsi intorno e per porsi delle domande visto che il lontananza individuò la figura di Daphne.
-Ciao Bloom- disse dolcemente quella strana donna che sembrava quasi fluttuare nel liquido: Bloom la osservò attentamente, era uguale a come le appariva nei sogni.
-Daphne sei veramente tu?- sospirò la ragazza sentendo uno strano sentimento scaldarle il cuore. La donna annuì non riuscendo a reprimere un materno sorriso: Bloom si allungò per afferrare le sue mani,ma le oltrepassò lasciandole un grosso senso di angoscia.
-Sei un fantasma?- mormorò Bloom e la figura eterea annuì nuovamente. Bloom si morse un labbro confusa.
-Ma io non capisco…- balbettò cercando delle risposte sul volto della sua interlocutrice.
-Cosa sei?- continuò osservando la strana figura dorata.
-Sono l’ultima Ninfa di Magix e purtroppo ho perso la mia forma umana molti anni addietro- confessò la donna.
-Quindi una volta anche tu avevi una forma umana?- chiese la rossa rimanendo quasi incantata dai suoi lunghi capelli biondi che ondeggiavano allegramente. Daphne annuì nuovamente.
-Non riesco a credere di averti finalmente incontrata- disse sincera Bloom lasciandosi sfuggire un piccolo sorriso. Non sapeva neanche lei il perché,ma si sentiva estremamente legata a quello spirito che per molto tempo era aleggiato nella sua mente.
-Anche io sono contenta- confessò Daphne
-Io sono qui Daphne per avere delle risposte: come mai mi sei sempre apparsa continuamente in sogno? Perché hai scelto proprio me?-
-Oh Bloom vorrei veramente tanto poterti confessare tutto quello che so-
-E allora dimmelo! Non ho dimenticato che mi confessasti che il mondo, questo mondo, è sbagliato, ma a cosa ti riferivi?- sospirò Bloom corrucciando la fronte: aveva bisogno di risposte.
La donna all’udire quell’ultima frase annuì debolmente pensierosa. Bloom non era stupida ed aveva capito che Daphne sceglieva accuratamente le parole con cui risponderle come se qualcosa le impedisse di essere sincera.
-E poi c’è una parola che non ha mai abbandonato i miei pensieri… Winx- mormorò e improvvisamente un grosso sorriso si dipinse sul volto celato dalla maschera della figura eterea.
-Oh Bloom te ne sei ricordata?- era evidente che quella parola così strana e priva di significato valesse molto per quella donna anche se la rossa non ne sapeva neanche il motivo.
-È come scolpita nella mia mente, ma cosa vuol dire? Ti prego Daphne dammi delle risposte!-
-Bloom vorrei veramente confessarti tutta la verità, ma purtroppo un terribile nemico ti sta cercando. Ben presto l’intera Magix verrà rasa al suolo-
 
 
Darcy si alzò in volo: sapeva perfettamente quale fosse il piano di Valtor e quale sarebbe stato il suo ruolo. In lontananza individuò le navicelle di Fonterossa che si riempivano di quelle stupide fatine e sorrise divertita. Inspirò lentamente mentre l’intero mondo attorno a lei rallentò il suo corso: solo il battito del suo cuore scandiva il passaggio del tempo. Sapientemente si portò le mani alle tempie concentrandosi.
-Vertigo Effect- bisbigliò incurvando le sue labbra  dipinte di viola: delle strane onde si propagarono dal suo corpo avvicinandosi sempre di più alle astronavi.
Darcy ,soddisfatta del suo operato, si lasciò sfuggire una piccola risatina mentre i suoi occhi color giada assunsero una forma quasi felina: uno strano fascio di energia elettrica verde però intrappolò il suo incantesimo. Immediatamente il suo sorriso soddisfatto venne scacciato via da una smorfia.
-Permettimi di dirti che non è affatto un incantesimo efficace- Tecna trasformata incrociò  le braccia sotto al petto sorridendo soddisfatta.
-La tua volgare magia non mi interessa, levati dal mio cammino o devo mostrarti nuovamente cosa è capace di fare la Regina della Mente?- tuonò atterrando a terra e passandosi una mano tra i capelli.
-Tecnicamente mi risulta che sia stata io a sconfiggerti- ci tenne a precisare la fata di Zenith.
-Come osi rivolgerti così a me?- e una strana e potente aurea viola circondò il corpo della fata: senza darle il tempo di reagire, a partire da un violento calcio di Darcy, il terreno, in prossimità di Tecna, iniziò a creparsi.
-Si balla un po’,vero?- la derise osservando la fata cadere a terra perdendo l’equilibrio. Approfittando dello smarrimento dell’avversaria Darcy, senza trattenere una risata, schioccò le dita. Tecna si aggrappò con tutte le forze che possedeva al terreno che finalmente cessò di vibrare: prima che potesse rialzare il capo una tremenda risata divertita la circondò. La ragazza si portò le mani alle tempie mentre quel rumore fastidioso si propagò nel suo cervello.
-Allora fatina riesci a riconoscermi?- e questa frase venne accompagnata dalla comparsa di diverse figure di Darcy che circondarono Tecna. La giovane si guardò spaesata intorno osservando come tutte le raffigurazioni fossero perfettamente uguali e sincronizzate.
-Ti avevo avvertita che è meglio non giocare con me- ma prima che le immagini di Darcy potessero aggiungere altro sul volto di Tecna si dipinse un sorriso soddisfatto.
-Raggio Elettrico- pronunciò generando un fascio di energia elettrica che, a dispetto di quello che credeva la mora, venne diretto unicamente su un’unica figura. Darcy accusò il colpo che la spedì a qualche metro di distanza.
-Forse non avevi calcolato il mio rilevatore di persone, sai Darcy quando si pianifica un attacco bisogna sempre studiare tutte le variabili- disse Tecna rialzandosi in piedi e osservando la strega tenersi la testa estremamente disorientata. Darcy digrignò i denti e socchiuse gli occhi: quella terribile fata era un osso d’uro, ma questa volta niente l’avrebbe fermata.
-Clip Vob Shuriki-
-Ora basta!- gridò piena di rabbia Darcy raccogliendo gli shuriken esplosivi all’interno delle sue mani: Tecna, con sguardo allibito, osservò il suo potente incantesimo venir disintegrato dalla strega.
-Non permetto a nessuno di trattarmi così- e  a questa frase seguì un raggio di magia che scagliò a piena potenza contro la fata.
-Scudo Magico- mormorò Tecna riuscendo a generare all’ultimo una barriera verde lime che si contrappose tra lei e l’attacco che riuscì a parare  fatica: purtroppo però questa volta la fata non fece attentamente i suoi calcoli visto che non notò un doppione della strega raggiungerla da dietro.
-Addio scocciatrice- sibilò seducente generando una palla di magia nera che si schiantò a piena velocità sul fisico esile di Tecna. Una risata compiaciuta accompagnò il tonfo del corpo privo di conoscenza della fata che ruzzolò qualche metro dalla mora. Con eleganza Darcy si avvicinò alla  giovane dai capelli fucsia: la osservò compiaciuta per qualche secondo mentre i suoi occhi color giada brillarono di fronte ai grossi ematomi che creavano un macabro contrasto con il pallore della pelle della fata. Poi, senza aggiungere altro, generò un’ennesima palla di energia che senza pietà scagliò contro il corpo esanime e già martoriato. Purtroppo però il suo colpo non andò a segno visto che all’ultimo una scimitarra riuscì a proteggere Tecna.
-Cosa abbiamo qui? Un eroe?- sibilò la mora mordendosi il labbro ed esaminando attentamente la nuova figura, decisamente più interessante per i suoi gusti: Riven per tutta risposta corse in direzione dell’amica e solo quando ebbe appurato che respirasse ancora sembrò sollevarsi.
-Se pensi che il fatto che tu sia una bella ragazza mi possa fermare allora ti sbagli- disse rialzando la testa con tono da sbruffone che però piacque assai alla strega.
-Pensa che stavo per dirti la stessa cosa- lo provocò facendogli un occhiolino ammiccante. Riven sorrise quasi divertito prima di correre verso di lei brandendo la spada.
-Mancata- sussurrò però la strega smaterializzandosi ed evitando sapientemente il colpo. Lo specialista si guardò intorno spaesato alla ricerca della sua figura,ma tutto ciò che percepì fu una risata seducente.
-Mi stavi cercando?- gli mormorò all’orecchio,ma appena Riven si girò per la seconda volta la sua figura scomparve da davanti gli occhi del giovane.
-Esci immediatamente e combatti!- urlò Riven alterato e Darcy non se lo fece ripetere due volte: la sua immagine rapidamente si materializzò davanti agli occhi dello Specialista che prima che potesse reagire venne bloccato da un semplice schiocco di dita della strega. Gli occhi di Riven da scuri si dipinsero di viola mentre Darcy rise soddisfatta.
-Ho sempre desiderato avere una bambolotto bello come te- gli bisbigliò con fare sensuale e accarezzandogli con un dita le labbra: quel ragazzo era decisamente il suo tipo e in un altro contesto non se lo sarebbe lasciato scappare.
-Ora sono io la tua padrona e tu non vuoi deludermi, vero?- mormorò cingendogli le spalle e Riven completamente ipnotizzato annuì come fosse un fantoccio. Darcy fece un passo indietro osservando interamente la figura del suo nuovo giocattolo. Poi,con uno sguardo sadico,generò da un suo dito un piccolo raggio laser che rivolse contro al petto dello Specialista. Riven urlò impotente dal dolore mentre la strega si lasciò andare a una sadica risata: i suoi occhi color giada brillarono osservando la profonda ferita a forma di D che aveva generato sul petto di Riven.
-Così ti ricorderai per sempre di me- sibilò mentre lo specialista si buttò a terra piegato dal dolore.
-Ma ora smettiamola di giocare:  Nera Sfera dell’Oblio- l’impatto fu micidiale e l’incantesimo colpì alla perfezione Riven che, succube, non tentò neanche di difendersi. Grosse escoriazioni e ferite si aggiunsero sulla sua pelle mentre il suo corpo rimase riverso e immobile sul terreno.
Darcy applaudì soddisfatta e si eccitò ancora di più osservando il sangue macchiare il verde manto del cortile.
-Stai tranquillo, ora metterò fine alle tue sofferenze-
-Scudo!- una barriera arancione coprì completamente il corpo martoriato di Riven parando così un ennesimo incantesimo che sarebbe stato fatale: Riven aprì con fatica un occhio osservando che era stato Timmy a salvarlo.
-Cerca di riposarti Riven, ora ci penserò io a lei- bofonchiò timidamente il ragazzo sistemandosi gli occhiali rossi sul naso: un amaro sorriso si dipinse sul volto stremato di Riven.
-Forse mi sbagliavo sul tuo conto, non sei così codardo come pensavo- ma appena ebbe conclusa questa ultima frase svenne perdendo i sensi.
 
 
Stormy osservò soddisfatta sua sorella atterrare con facilità uno dei tanti Specialisti: si leccò avidamente le labbra sentendo le urla del giovane che dentro la sua testa risultarono quasi come una stupenda melodia.
Presa alla provvista però si vide scagliare addosso una specie di boomerang che la ferì sulla gamba.
-Ti disturbiamo per caso?- la voce irritante e acuta di Stella fece infuriare ancora di più Stormy che digrignò i denti mentre alla fata si affiancarono altri due Specialisti.
-Ti offendi se ti dico che non ci sei per niente mancata?- la derise Brandon sguainando uno spadone verde che la strega ricordava bene: i suoi occhi cerulei si illuminarono pensando che finalmente sarebbe riuscita ad avere la sua vendetta.
-Siete degli stupidi se pensate di poter fermarmi- sibilò con avidità sfregandosi le mani: odiava perdere e non avere ancora dimenticato come quegli sciocchi erano riusciti a sconfiggerla.
-Mi sembra che ci siamo riusciti già una volta- la provocò Stella facendo un occhiolino: a quell’ennesimo gesto di sfida Stormy si alzò in volo alzando le braccia al cielo. Delle nuvole, già buie e minacciose, si generarono delle saette di un viola brillante che si scagliarono sul terreno: Stella si aggrappò a Brandon mentre Sky cadde a terra di fronte ad un terremoto che non accennava a smettere.
-Vi ucciderò uno a uno- continuò la strega richiudendosi a riccio e dal suo corpo si generò una sfera di energia nera che si scagliò contro i tre. Brandon e Sky si guardarono per un secondo prima di contrapporre le loro armi contro quell’incantesimo. Il potere di Stormy era forte,ma riuscirono lo stesso a tenere a bada il colpo.
-Come avete osato?- strillò Stormy con gli occhi iniettati di sangue. In lontananza però tutti e quattro vennero rapiti da un potente e terrificante urlo: Stella si voltò preoccupata individuando la figura di Riven che poco lontano da loro era martoriata dall’altra strega.
-Oh no- sospirò confusa la Principessa di Solara mentre il corpo del loro amico,sanguinante, venne scagliato sul prato.
-Stella tu raggiungi Riven e aiuta Timmy, ci pensiamo noi a Stormy- disse Sky parandosi davanti alla fata. Lo sguardo allarmato della ragazza si posò prima sui suoi due amici e poi sulla figura di Timmy che, all’ultimo, con uno scudo era riuscito a respingere l’attacco di Darcy.
-Ma- sospirò indecisa non volendo abbandonare i due giovani di Eraklyon.
-Tranquilla possiamo farcela, cerca solo di non morire- le sussurrò Brandon facendole un veloce occhiolino e ritornando successivamente ad attaccare Stormy: Stella annuì teneramente a quel gesto prima di alzarsi in volo per raggiungere il fidanzato di Tecna.
 
 
-Sei sicura che non ti serva aiuto?- domandò Musa scrutando negli occhi color giada l’amica: Flora,appena materializzatasi insieme ai suoi due compagni di viaggio, annuì arrossendo. Musa la fissò per ancora un altro secondo storpiando il suo sorriso indecisa se rimanere con lei o tornare con Saladin ad Alfea.
-Va bene- si arrese non riuscendo ancora a fidarsi completamente di Flora: il Preside di Fonterossa le aveva riferito cosa lo strano anziano di Linphea avesse proferito e sentiva che la mora era piena di dubbi.
-Ci vediamo ad Alfea, tornerò presto- concluse la fata regalandole un tenero bacio sulla guancia prima di incamminarsi nel bosco di Magix. Musa la osservò con attenzione per qualche altro secondo fino a quando la sua figura non scomparii tra la vegetazione: quando però si voltò in direzione di Saladin lo trovò a guardare preoccupato il cielo di Magix stranamente buio e tetro. Musa rabbrividì coprendosi con le mani le braccia e  notando solo in quel momento quando facesse freddo sul pianeta che poche ore prima aveva abbandonato.
-Inizia a fare freddo- sospirò,ma il suo interlocutore mantenne uno sguardo preoccupato in direzione del cielo.
-Qualcosa non va?- domandò fissando stranita il Preside: quello tambureggiò per una decina di secondi con il suo bastone prima di rivolgerle il suo sguardo.
-Dobbiamo immediatamente tornare ad Alfea-
 
 
-Finalmente siamo rimasti soli- sibilò divertito Valtor osservando le due Presidi poco lontano da lui: Faragonda aggrottò le sopracciglia riservando un’occhiata alle astronavi fuori da Alfea sulle quali salivano ancora le sue allieve aiutate dagli specialisti e dai professori. Deglutì a fatica mentre i suoi occhi stanchi osservarono Stella e gli Specialisti combattere a fatica contro Stormy e Darcy.
-Non vi sembra di essere tornati ai vecchi tempi?-
-Smettila di parlare Valtor, oramai né io né Faragonda vogliamo più avere a che fare con te- tuonò la Griffin scagliandogli addosso una sfera di energia nera: lo stregone quasi annoiato  la intrappolò tra le mani.
-Oh quasi mi sono mancati i tuoi incantesimi- sussurrò osservando con attenzione l’incantesimo della donna
-Ma non me li ricordavo così deboli- concluse schiacciandolo contro il suo palmo e disintegrandolo all’istante. Faragonda deglutì a fatica intuendo quanto fossero migliorati i poteri del loro nemico.
-Io vi ho dato una possibilità, se vi foste consegnate all’istante a quest’ora nessuno dovrebbe morire!- gridò pieno di ira lo stregone mentre i suoi occhi iniziarono ad ardere.
-Per permetterti di impossessarti della Fiamma del Drago? Non te lo abbiamo permesso 18 anni fa e non accadrà neanche oggi- gli rispose Faragonda, ma questa frase fece uscire fuori di senno Valtor.
-Zitte- gridò generando dei flussi di un grigio tenue che colpirono e  stordirono le due Presidi che caddero a terra doloranti. Faragonda si massaggiò con fatica il capo mentre dei passi si fecero sempre più vicini ai loro due corpi: Valtor le osservò divertito percependo chiaramente il loro dolore.
-Io sono Valtor, sono il più grande stregone dell’universo magico! Avete osato sfidarmi e ora io vi distruggerò- i suoi occhi grigi si dipinsero di un rosso vivo mentre la sua figura si alzò in volo.
Delle scintille di fuoco avvolsero il corpo della Preside di Torrenuvola che provò inutilmente a divincolarsi,ma più si muoveva più veniva stritolata.
-Lasciala stare!- gridò Faragonda generando uno scudo di magia bianca intorno all’amica che però risultò inutile: sospirò contrita osservando come le lingue di fuoco iniziassero a bruciare la pelle della strega.
-Questo dolore è nulla in confronto a tutto ciò che ho dovuto subire io- ululò l’uomo ridendo divertito mentre la Griffin iniziò a gridare dal dolore mentre profonde bruciature marchiarono la sua figura.
-La tua sete di potere ti ha ridotto così! Ti avevamo avvertito 18 anni fa di fermarti,ma tutto ciò che hai subito è derivato dalla tua pazzia- lo incalzò Faragonda alzando le mani: una scia di energia bianca circondò lo stregone,ma ciò servì solo a farlo ridere ancora di più mentre la Griffin si contorse sempre di più dal dolore.
-Ti ho sempre ammirato Faragonda, sai dire le cose giuste al momento giusto, ma ora le tue sagge parole non ti serviranno- e senza dare tempo alla Preside di reagire una grossa palla di fuoco la imprigionò. Faragonda cadde a terra circondata dalle fiamme iniziando a tossire con forza.
-Ora siamo rimasti solo tu e io, come una volta- mormorò Valtor avvicinando a sé il corpo martoriato della Griffin: con un veloce schiocco di dita le lingue di fuoco abbandonarono la donna la cui pelle però era inevitabilmente bruciata e piena di sangue. La strega, che non possedeva neanche più la forza per urlare dal dolore, lo guardò con occhi imploranti.
-Ti prego Valtor, basta! Puoi ancora fermare tutto questo- biascicò mentre calde lacrime bagnarono le sue gote. A quel gesto lo stregone fece un amaro sorriso passando una mano tra i capelli i lunghi capelli viola della donna.
-È inutile che piangi, oramai le tue lacrime non hanno più alcun effetto su di me- le ricordò lui allungando una mano e accarezzando con forza le pallide guancie della strega che tendevano quasi ad un verdastro.
Faragonda intanto sentì sempre di più l’ossigeno mancare nel suo corpo: il fuoco attorno a lei lo stava sempre di più consumando e non le sarebbe rimasto molto tempo.
-Ora da brava, attiva la Gemma e vedrai che tutto finirà- le sussurrò debolmente all’orecchio estraendo il gioiello che brillò nei suoi occhi verdastri. La Griffin deglutì a fatica mentre il suo pianto si fece incessante.
-Io…- sospirò e il suo sguardo ricadde sulla sua amica che oramai era a terra priva di sensi.
-Se non lo farai morirete entrambe e io ti conosco troppo bene, non lasceresti mai morire la tua amica- la minacciò con tono pacato l’uomo: la strega chiuse gli occhi e iniziò a bisbigliare qualcosa. Valtor sgranò gli occhi mentre la Gemma tra le sue mani iniziò a brillare di luce propria: con crudeltà lasciò andare il corpo della Griffin che cadde sul terreno violentemente mentre la palla di fuoco scomparve lasciando libera Faragonda. La sua risata si fece sempre più sadica mentre un forte vento iniziò a generarsi intorno a lui: lo sentiva, il potere della Fiamma del Drago era vicina. Rabbrividì di piacere al solo pensiero di poterlo avere nuovamente tra le sue mani.
-Finalmente- mormorò a fior di labbra leccandole avidamente le labbra. Poi i suoi occhi grigi e bramosi ricaddero sui due corpi riversi di Faragonda e Griffin: sentiva le loro energie vitali talmente deboli che si eccitò ancora di più.
-E ora porrò fine alle vostre sofferenze- concluse iniziando a ridere sguaiatamente e lanciando il colpo finale contro le due donne.
-No!-un urlo improvviso però fece imbestialire l’uomo:  una stupida fata dai codini di un blu accesso creò una specie di scudo che a mala pena riuscì a parare il suo incantesimo. Musa si buttò a terra scuotendo violentemente  il corpo della Preside di Alfea che però non rispose.
-Preside- sospirò la ragazza osservando con orrore le bruciature  sulle pelli delle due donne. Copiose lacrime scivolarono svelte lungo le sue guancie di  porcellana.
-Valtor!- urlò con rabbia Saladin sbattendo con violenza il suo bastone da cui fuoriuscì una bolla di energia bianca che circondò i quattro.
-Saladin vedo che sei arrivato troppo tardi, Alfea ora è mia- rise l’uomo mentre i suoi occhi si iniettarono di pazzia. E appena ebbe pronunciato quelle parole un grosso scudo di energia nera circondò la scuola: Saladin osservò preoccupato quel potente incantesimo.
-Ora siete in trappola e vi schiaccerò come formiche- gridò l’uomo osservando la barriera che avrebbe reso impossibile la loro fuga. Gli occhi preoccupati e stanchi di Saladin osservarono le navicelle della sua scuola che avevano, per fortuna, già preso il volo. Poi però riconobbe le figure di Riven e Tecna martoriate a terra e quelle di Stella, Timmy,Brandon e Sky che combattevano a fatica contro le due streghe.
-Faragonda la prego, mi risponda- sussurrò sconvolta Musa continuando a scuotere le membra stanche della donna che non accennava a svegliarsi.
-Avete perso Saladin- continuò lo stregone stringendo avidamente la Gemma a sé. Il Direttore deglutì a fatica.
-Musa- il suo nome pronunciato con serietà dal Preside di Fonterossa risvegliò la ragazza che distolse il suo sguardo dalla Direttrice di Alfea.
-Mentre noi li teniamo occupati tu devi recuperare la Stella d’Acqua- le disse l’uomo mantenendo gli occhi sul nemico che si trovava in lontananza.
-No! Questo mostro ha ucciso Faragonda e la Griffin e ora si merita una lezione- ribatté la fata adagiando delicatamente il corpo della sua mentore a terra e stringendo con rabbia i pugni: ogni cellula della sua figura vibrava di rabbia e l’unica cosa che in quel momento la fata di Melody ricercava era vendetta.
-Ti ho dato un ordine Musa!- le urlò però di rimando Saladin serio: Musa si morse nervosa un labbro scuotendo la testa.
-Io… no,resto qui- provò a dire mentre le lacrime ripresero a bagnare i suoi occhi.
-Ti prego Musa- questa volta il tono del mago si fece molto più calmo e paterno e la fata rimase colpita da un cambiamento così repentino: ricercò i suoi occhi vecchi e stanchi e rimase pietrificata osservando come anche lui stesse piangendo dal dolore mentre i corpi delle sue  amiche Presidi erano riversi a pochi passi da loro. Senza aggiungere altro Musa si alzò in volo.




NOTE
Eccoci qua,nuovamente. Allora che ne pensate? Spero che gli eventi non risultino accalcati l'uno sull'altro ma che si capiscano bene che a volte sono in contemporane. Proviamo a fare un breve riassunto per levare qualsiasi dubbio: Flora ha scoperto che per riportare in vita Aisha non servirà unicamente la Lanusia, che cresce sulle rive del lago Roccaluce,ma serviranno anche i poteri guaritori che non pensava di avere. Gargantua ha fatto diverse allusioni mostrando di essere un personaggio che sa molto di più di quanto faccia credere: innanzitutto ha fatto una piccola allusione sul fatto che anche Helia si fosse rivolto a lui e poi ha dato un assaggio di cosa sta accadendo nell'Universo. Ad Alfea i nostri protagonisi si sono scontrati contro Valtor e sicuramente Tecna e Riven per ora sono quelli ridotti peggio insieme alle Presidi. Spero che vi siano piaciute le parti di Darcy e Stormy che mi sono molto divertita a scrivere: è vero che le ho considerate poco, ma spero di rimendiare. A Darcy ho dato una sfumatura sensuale ( vi è piaciuta la parte con Riven) mentre Stormy è quella pazza. Bloom intanto ha incontrato Daphne che però non le ha ancora rivelato molto cosa che invece accadrà nel prossimo capitolo.  Valtor però è riuscito ad attivare la Gemma quindi cosa succederà a Bloom? Riuscirà lo stregone a conquistare la Fiamma? Ho voluto lasciare apposta molte domande aperte che nel prossimo capitolo riceveranno le risposte che meritano. Spero che questo capitolo vi sia piaciuto e niente fatemi sapere cosa ne pensate magari facendo delle supposizioni su cosa accadrà.
Un bacio e ci vediamo prestissimo
   
 
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