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Autore: CaskettCoffee    17/04/2020    3 recensioni
L’idea è quella di raccontare Lily, Jake e Reece. Li abbiamo solo intravisti, bambini, in uno scorcio del futuro di Castle e Beckett. Il mio vuole essere un tentativo di tratteggiare uno scorcio del loro di futuro, da adulti, cominciando dalla storia di un'estate. E lasciando intravedere (ovviamente) anche la loro mamma e il loro papà.
Genere: Dark, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alexis Castle, Altro personaggio, Kate Beckett, Quasi tutti, Richard Castle
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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CAPITOLO SESTO


Quel tempo ventoso e piovoso non era forse il clima migliore per l’evento della lettura e firma del nuovo libro di Richard Castle, ma il clima non scoraggiò il pubblico dall’andare nella piccola libreria dove si teneva l’evento. Qualche minuto prima delle dieci, quando le commesse iniziarono a tirare su le saracinesche, la coda arrivava a metà dell’isolato. Lily sorrise, sbirciando dal retro della vetrina verso la lunga fila in attesa, che strepitavano per dare un’occhiata. Rivolse quindi uno sguardo al padre, che stava seduto dietro una grande scrivania disposta di fronte ad alcune file di sedie. Lo le vide annuire in segno d’approvazione, e poi fece cenno di aprire la porta. Da quel momento in poi, fu un gran chiasso. Alle dieci e mezza non c’era più spazio nella libreria neppure in piedi. Alle undici non c’era più nemmeno un libro di suo padre. Per le due ore successive, suo padre continuò a firmare incessantemente copie del suo libro, a sorridere, a farsi foto. Lei osservava seduta lì vicino, come quando era bambina e suo padre la portava con se. Adorava accoccolarsi su una delle poltrone di quelle librerie, e si incantava ad osservarlo firmare o ad ascoltarlo leggere. Adorava suo padre, e trascorrere del tempo con lui era una delle cose che continuava ad adorare di più.
 
Distratta dai suoi pensieri, non si accorse di un volto familiare che si avvicinava. “Vorrei anche io una copia, per favore”. La voce le sembrò familiare, e alzò lo sguardo: in piedi di fronte al bancone c’era Harry Simms, lo zio di James, con un largo sorriso. Nel vederlo, Lily provò un amichevole senso di calore e gli restituì il sorriso. Anche suo padre parve contento di vederlo.  “Mi piacerebbe molto” gli rispose suo padre, non nascondendo un sorriso compiaciuto “ma temo che siano finite. Non ne è rimasta neanche una copia.” Concluse soddisfatto. I due si scambiarono un affettuoso saluto, prima che Harry, sollecitato dai mormorii delle persone in fila dietro lui, si spostasse verso Lily.
 
“Nemmeno una copia, eh? Posso averle per domani, allora?” Lily si rivolse alla commessa della libreria, che, che aspettava accanto allo scrittore per prendere i nominativi delle prenotazioni. “Non si preoccupi. Penso io a prendere la prenotazione di questo signore”
 
I due si allontanarono verso un angolo della libreria, e si scambiarono anche loro un saluto affettuoso. “Vuoi davvero una copia?” “Certo che la voglio. Due, se è possibile” “Che te ne fai di due copie?” Lily aggiunse il nome e il numero delle copie su una lista “Ne prenderò una copia anche per James, quel ragazzo legge talmente poco che temo smetterà di parlare correttamente la nostra lingua, prima o poi” rispose lui sperando di farla ridere, ma l’accenno a James non parve avere quell’effetto felice che aveva un tempo. “Ti faccio mandare le copie a casa?” “Eccellente, ma non è questa la vera ragione per cui sono venuto da te”
 
Lily si mise in allarme. Harry era un uomo garbato, ma era pur sempre lo zio di James, e temeva che c’entrasse suo nipote. “Harry... “ cominciò, ma lui la interruppe. “Ho bisogno del tuo aiuto”. Lei si scurì in volto, perplessa. Lo invitò ad accomodarsi in un salottino fra gli scaffali, e fece cenno al padre che si stava allontanando per qualche momento.
 
“Vedi, ultimamente mi sono sentito un po’ inutile; con la pensione, senza più lavorare non sapevo cosa fare della mia vita e volevo un modo per occupare il tempo, un lavoro” “Un lavoro?” “Sì, sto cercando disperatamente di evitare l’ozio” Lui le sorrise di fronte all’espressione della ragazza, perplessa. “So che non dovrei fare altro che giocare a poker, visitare il mio club del golf e riposare. È quello che fanno i miei amici, ma mi annoio. È per questo che mi serve il tuo aiuto.” “Vuoi fare a cambio di vita per qualche settimana? Penso che adorerei giocare a poker con i tuoi amici, ma temo di essere scarsa nel golf”
 
Harry rise, contento che quella battuta rilassasse l’atmosfera, perché stava per dirle qualcosa che non avrebbe gradito. “James ha notato questa mia insofferenza, e senza neppure che glie lo chiedessi mi ha dato qualcosa da fare. L’ufficio di James ha deciso che sarebbe una buona pubblicità trovare una causa benefica da patrocinare, e James mi ha affidato l’incarico di occuparmene. Mi è stata già assegnata una grossa cifra e devo decidere come destinarla, credevo che sarebbe stato semplice, invece ora sto scoprendo com’è dannatamente difficile occuparsi di queste cose. Poi però mi sono ricordato che l’avvocato Philip, l’ultima volta che ci siamo incontrati ad una cena a Londra, mi ha raccontato di una sua allieva, un’avvocatessa di grande talento, che dopo averlo assistito in una complessa causa che aveva visto morire molti dipendenti di una grande azienda per inadempienze nei protocolli di sicurezza , aveva pensato bene di istituire di borse di studio per gli orfani dei dipendenti e, non contenta, di istituire una fondazione che si occupasse di elargire borse di studio per gli orfani non solo di quella azienda…” ma era già da qualche secondo che Lily scuoteva la testa.
“Non hai bisogno di me per questo. Puoi istituire tu stesso delle borse di studio, puoi accordarti con delle università direttamente...” “So che potrei, ma non voglio. Quello che voglio è destinare tutta la cifra, e si parla di una cifra a sei zeri, alla tua fondazione” .

Lily deglutì a fatica, incredula. Aveva istituito quella fondazione perché aveva conosciuto tanti ragazzi promettenti, che erano stati costretti a abbandonare gli studi per sostenere le famiglie dopo la morte prematura di uno o addirittura entrambi genitori. Le sembrava qualcosa di talmente ingiusto che valeva lo sforzo del suo impegno. I suoi genitori promuovevano una quantità enorme di opere filantropiche ed erano sempre stati una famiglia molto dedita alle cause giuste. Tuttavia, per quanto ricchi e influenti, erano pur sempre uno scrittore e senatrice. La quantità di denaro che potevano spostare era limitata. I fondi di un ufficio legale che fatturava milioni di dollari l’anno erano una cifra che i Castle, pur con tutto l’impegno, non potevano mai sperare di raccogliere. E con una tale quantità di denaro si sarebbe potuto provvedere a borse di studio universitarie ma anche a fondi per incoraggiare l’avviamento professionale specifico, borse di studio per i licei più prestigiosi… Lily sentì l’euforia spumeggiare dentro di lei.

“ Allora - Harry interruppe i suoi pensieri – sono riuscito a tentarti?” Il suono della voce di lui la riportò alla realtà. “Non posso - disse con un gemito. – Non credo che James sarebbe d’accordo. Il denaro....”

“L’idea di entrare a far parte di una famiglia tanto ricca e influente deve averti tentato…” Gli occhi della ragazza si spalancarono. “Voglio sperare che tu stia scherzando James...” “No. Hai cercato di incastrarmi. Era questo il tuo scopo. Credevi che facendomi riavvicinare a mio padre avresti ottenuto non solo la sua benedizione e quella di mio zio, ma anche l’accesso ai loro portafogli. E ti riconosco che avrebbe potuto funzionare con un uomo meno maturo. Ma ti assicuro che non funzionerà con me. Io non sono te. Non sono figlia di papà infantile, ed anche alquanto problematica” Lui aveva un tono calmo e risoluto, come se avesse ripetuto innumerevoli volte questa stessa conversazione in precedenza, e lei fosse solo una che gli aveva intralciato la strada, un moscerino finito per sbaglio nel suo tè.

Lily ricordò quelle parole e l’espressione con cui James le aveva pronunciate. “Sì che lo sarà. Sarà un problema, e sinceramente i miei rapporti con tuo nipote si sono raffreddati negli ultimi due anni. Non ho voglia di avere a che fare con lui” “Non verrà neanche a saperlo, almeno per un bel po’. Alla fine di questa settimana partirà per New York, e tornerà solo pochi giorni prima della festa dei Meyers”

Ma Lily, scosse il capo con decisione. “Non ho alcuna intenzione di avere a che fare con lui, men che meno che agire alle sue spalle. Ci siamo già passati” “Non si tratta di agire alle sue spalle” “Lui scopre sempre la verità - continuò Lily, come se Harry non avesse parlato - forse hai dimenticato quel progetto che tu e io avevamo organizzato due anni fa?”

“Non l’ho dimenticato. Ti sei presa più colpe del dovuto per quella storia, e io non ho fatto nulla. Questa è la mia occasione per rimediare.” Harry si interruppe, e quando Lily restò in silenzio,  lui fece un colpetto di tosse imbarazzato. “Sì, be’, in ogni caso, qui non si tratta di te, né di me, né di James alla fine. Si tratta di aiutare delle persone e di fare la cosa giusta. E so che per te è importante fare sempre la cosa giusta”

Ma quale fosse la cosa giusta era una questione discutibile. Lily aveva creduto che fosse la cosa giusta aiutare Harry a riavvicinare James a suo padre. Ma era stato davvero giusto aiutare qualcuno che non voleva essere aiutato? Ne aveva comunque pagato le colpe. Come poteva però rifiutare l’opportunità che Harry le stava offrendo?

Fece un respiro profondo, cercando di smorzare l’ansia quanto bastava per riflettere.  La mia è una fondazione nuova. Sei sicuro di volermi affidare tutto quel denaro?” “Stai scherzando? Mi fido di te più di chiunque altro. Mi rendo conto dei nostri trascorsi, ma davvero credo che tu sia la persona più giusta per portare a termine un simile impegno”.

“Accetto” decise d’impulso, prima che avesse il tempo di rinsavire. Harry, sollevato, fece un largo sorriso. “ Sapevo di poter contare su di te”. Da parte di Harry era il miglior complimento possibile, e Lily ricambiò il sorriso. “Grazie a te per la tua fiducia”

“Non preoccuparti per mio nipote. Ci penserò io ad assicurarmi che non faccia il prepotente. Mi assumerò tutta la responsabilità” Il sorriso svanì sui volti di entrambi. “ Non lascerò che avvenga quel che è successo l’ultima volta” Nei suoi occhi comparve qualcosa, un lampo di un senso di colpa. Ma fu tanto veloce che Lily pensò di esserselo immaginato.

“ Farei meglio ad andare, ora - disse lui, avviandosi verso la porta. – Mi aspettano fra poco per un torneo di carte. Farò preparare dall’assistente un fascicolo con tutte le informazioni che ti servono e te le farò inviare entro pochi giorni” “Perfetto. Quando avrò studiato la situazione ed individuato quelle che sono le varie destinazioni del vostro denaro, tu dovrai approvare la cosa. Impiegherò almeno qualche giorno per consultarmi e preparare un piano. ” Concluse lei mentre si alzavano. Dopo un gesto di commiato al padre di lei, ancora impegnato a firmare, si allontanarono verso la porta.

“Possiamo discuterne a casa tua, quando sarà il momento?” Propose lei, pur era perplessa. Casa sua in quei giorni era piena di gente, i suoi fratelli i loro amici (e amiche ) presto sarebbero arrivati anche altri amici dei suoi genitori, Espo, Ryan e Jenny, e sicuramente anche Alexis e la sua famiglia sarebbero passati per qualche giorno. In più, sperava di tenere nascosto a Jake ciò che stava accadendo. Non avrebbe apprezzato di saperla di nuovo in mezzo agli affari di quella famiglia inglese. 

“Potremmo incontrarci a casa mia, prima che torni James” Suggerì infine lui, un po’ esitante. “Come ti ho detto, starà via fino alla festa dei Meyers. Potresti passare giovedì e saremmo solo noi” “Andrà benissimo” Lily annuì, e Harry si congedò.

Mentre guardava dalla vetrina quell’uomo che si allontanava sul marciapiede, Lily non riusciva ancora a credere che lui le avesse appena affidato quel progetto. La tranquillità di poco prima sparì, soppiantata da un panico improvviso e travolgente. Aveva appena accettato non solo una quantità di soldi spaventosamente grande, di cui si sarebbe assunta la responsabilità della gestione. E i soldi di James, per di più. Lily si premette una mano sullo stomaco, con un improvviso senso di nausea. Cos’aveva fatto? Era fuori di testa. E come avrebbero reagito sua madre, suo fratello, persino James nel sapere quello che stavano facendo? Malgrado le rassicurazioni di Harry, Lily non era minimamente convinta di aver agito nel bene facendo la cosa giusta. Non se fare la cosa giusta significava prendersi tutti quei soldi agendo alle spalle del diretto interessato. Qualunque spiegazione Harry gli avesse offerto, James ne avrebbe tratto le peggiori conclusioni possibili. Come era già successo.

Con un profondo respiro, Lily mise da parte ogni preoccupazione per ciò che Jameson Fleming poteva pensare. In fondo aveva perso la sua stima già da molto tempo, e ormai non si curava nemmeno di ciò che lui potesse pensare. Un uomo che aveva pensato il peggio di lei, non era certo un uomo la cui considerazione dovesse interessarle. Harry le aveva appena offerto l’occasione di poter fare la differenza per quei ragazzi. Era diventata un avvocato per aiutare le persone, aveva istituito quella fondazione per aiutare i tanti ragazzi. Stava facendo la cosa giusta.
E, ammise a se stessa con un guizzo di sfida, che James lo scoprisse pure.

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“Mi ha fatto un’offerta di lavoro.”

Richard Castle sedeva sul sedile del passeggero, accanto a sua figlia che guidava. Era una di quelle cose della vita che lo lasciavano ogni volta un po’ stupito. Lily era la sua bambina, lui ricordava come se fosse ieri quando la legava con tutte quelle cinte e ganci nel suo seggiolino. Ricordava anche, come se fossero trascorse solo poche ore, tutti i pomeriggi trascorsi cercando di insegnarle che bisognava sempre guardare nello specchietto prima di ripartire, e che affidarsi a tutti quei sofisticati sistemi di assistenza alla guida non era un buon motivo per non guardare. Aveva imparato anche troppo bene, ed eccolo ad avere a che fare con un’altra brunetta che non lo faceva guidare.

Lui le fece un cenno del capo. “Se vuoi chiedermi cosa fare, ti dico che, per come conosco Harry, dovrai inventare un ottimo motivo per tirarti indietro, o ti continuerà a ripetere qualsiasi cosa ti abbia proposto fino a prenderti per sfinimento. Per fortuna tua hai un padre che inventa storie per professione”

“Non ce ne sarà bisogno” “Sei riuscita a dissuaderlo subito?” “Ho accettato”

 Richard aggrottò la fronte. “Ho promesso di non impicciarmi, ma Lily, questa è una curva pericolosa segnalata” l’avvertì il padre. “Fa’ attenzione. Solo i guidatori impudenti, o poco esperti, sottovalutano la difficoltà di una svolta del genere. Con disastrosi risultati.”

A lei si disegnarono le fossette sul volto. “Beh, è da qualche anno che riesco a prendere una curva stretta senza farti rovesciare il caffè addosso.” Suo padre sorrise, ma non sembrò essersi distratto più di tanto. “Non ho intenzione di essere impudente. So sempre quello che faccio.”

Lui sollevò un sopracciglio. “Non sempre” “Stavolta è diverso” spiegò lei. Lui proseguì: “Io ti conosco, Lily, e so come ti senti. Ci sono passato. E’ frustrante, e non sarà certo io a dirti di arrenderti con lui…” Lily fece per aprire la bocca e ribattere su quel punto, ma suo padre continuò: “Risparmiati la fatica di negare. Credi forse che sia soltanto l’irresistibile fascino a renderci padre e figlia? Pensi che non sappia cosa vuol dire vedere qualcuno che ami intestardirsi per qualcosa? O che non sappia cosa vuol dire amare qualcuno che ti tiene a distanza?”

Seguì una lunga pausa. “È diverso, papà” “Non è vero.” “Tu non hai avuto da mamma quello che ho avuto io. Dopo dieci anni” Richard non finse di fraintendere. “No, forse non lo so. Ma so che sei come me, e sei testarda come tua madre. Non ti credo se mi dici che non pensi ancora a lui”

Come faceva a saperlo suo padre? Richard si chinò in avanti, i suoi occhi chiari risoluti. “Lo so. So com’è. Ma sono tuo padre, e ti dico che tu non meriti questo” Lily voleva credergli.

“Se pensi di poter avere a che fare con lui, io ti credo. Ma è davvero la verità?”

Era stato un colpo al cuore rivederlo, la notte precedente. Se suo padre avesse saputo che era stata sveglia tutta la notte, a rigirarsi nel letto, gli sarebbe preso un colpo. “Gli ho versato addosso dello champagne ieri” “Sì, be’, sono sicuro che se l’è meritato. Glie lo avrei voluto versare addosso io. Però Lily, ..." Si interruppe e si instaurò tra loro il silenzio. “Ascoltami. Tu sei imprevedibile, sei intelligente e affascinante. Certo, sei testarda e irritante, quando ti ci metti, ma è parte del tuo fascino, e questo devo dirti che lo hai ereditato da tua madre. Puoi avere chiunque tu voglia, e lo sai bene”
“Non chiunque”

Lo sguardo di suo padre si rabbuiò. “Allora è ancora James che vuoi” Lei scosse la testa. “Non voglio lui. Ma devi riconoscere papà, che anche lui non vuole me”

Richard agitò una mano sdegnoso. “Ora basta. Innanzitutto, James non mi è mai piaciuto” Lily non riuscì a trattenere una risatina a quella palese bugia di suo padre, e Richard sorrise al sentire quel suono. “Come ci si può fidare di un ragazzo che non beve caffè?” fece un sorrisetto.

Lei rispose con un sorrisetto. “Non sembravi disapprovarlo, ai tempi” Quella frasi le sfuggì di bocca prima che potesse accorgersene, e immediatamente se ne pentì. Non voleva che suo padre si sentisse in colpa per aver accolto quel ragazzo in famiglia.

“Lui ti piaceva. Sin da quando eravate ragazzini. Io ho sempre creduto che fosse un po’ troppo rigido per te, troppo serio. Quando eravate all’università ti chiamavo, ed ogni sera eravate a studiare. E io ogni volta pensavo quanto fosse ridicolo il suo comportamento. Perché avere vent’anni e un sacco di soldi, se non si ha intenzione di goderseli?”

Lily non trattenne un risolino. Suo padre nell’animo rimaneva sempre così scanzonato. “L’offerta di suo zio è qualcosa di irripetibile. Sarebbe stato sciocco da parte mia rifiutarlo” Lei gli spiegò la questione, e lui rifletté per un attimo. “Mi sembra effettivamente avere molti pro” “Ed un unico, grande contro” Il padre le rivolse un’occhiata comprensiva.

 Ancora silenzio. Fu Richard a riprendere il discorso. “Non fingere di esserti messa tutto alle spalle, Lily. Vorrei tanto che fosse così, ma non lo è. Non puoi ignare questo”

Lily chiuse gli occhi a quelle parole. “Vorrei solo che mi fosse indifferente.” “Einvece non solo non ti è indifferente, ma ti importa ancora di quel che pensa lui” Lei sbarrò gli occhi. Era davvero tutto così palese? Sul volto di Richard si dipinse un sorriso sarcastico. "Dimentichi che anche io sono stato nella tua posizione. Volevo dimostrare di poter gestire la cosa, dimostrare a me stesso di poter accettare quella distanza, frmela scivolare addosso. E nello stesso tempo continuavo a pensare cosa avrei potuto fare di diverso per cambiare la situazione. E pensavo, sotto sotto, di non essere abbastanza”

Era proprio così. Lei si sentiva esattamente così. “Per te è diverso” replicò Lily, odiando il broncio che trapelava dalla sua voce.

“Per me è diverso perché ora so cosa significa sentirsi giusto agli occhi della persona che ami” Il significato delle sue parole era chiaro. “Mamma” Lui annuì. Lily sorrise di cuore.

Richard incrociò il suo sguardo carico di serietà. “Non dico che devi trovarti un'altra persona, Lily. Al contrario, se preferisci continuare a stare sola, hai tutto quel che serve per farlo in libertà. Ma devi chiedere a te stessa che tipo di vita vuoi, ed agire di conseguenza” La figlia fece per aprire la bocca e rispondere, rendendosi conto di non poter replicare. Non ci aveva mai riflettuto a fondo. A vent’anni immaginava che dopo la laurea si sarebbe sposata, poi sarebbero arrivati i figli, ma erano argomenti così lontani da lei che non ci aveva mai pensato più di tanto. Era convinta di stare con la persona giusta, e che il resto sarebbe venuto da sé. Ora doveva ricominciare dall’inizio, e da se stessa, sola.

Fermò l’auto nel cortile senza nemmeno prestare troppa attenzione.

Ignaro dei suoi pensieri, suo padre le si avvicinò.“Non avrei mai creduto di poterlo dire, ma è la tua vita. La tua. Non deve essere nessun’altro a decidere per te”.

Lei scosse la testa. “Hai ragione papà. E’ la mia vita. Non lascerò più che siano altri a decidere per me. Per cui hai ragione. Devo decidere io. E decido che basta, è finita definitivamamente con James. Ho chiuso.”

Richard le rivolse un ampio sorriso. “Questa l’ho già sentita. L’ho detta io... Ma fa’ attenzione. Sembrerebbe che non sia qualcosa di semplice, per noi.”
   
 
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