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Autore: lmpaoli94    17/04/2020    4 recensioni
Una storia immersa nelle lande verdi dei castelli e dei prati irlandesi.
Famiglie alleate e trame nascoste per distruggere la felicità o addirittura la vita dell’altro.
La gioia non può far parte in quel mondo pieno di ingiustizia e di crudeltà.
I sogni sembrano un lontano ricordo e la spensieratezza dei giovani sembra sparita per sempre.
ma non per Anastasia Steele, contessa di Limerick e figlia di una delle famiglie più importanti del regno d’Irlanda.
La volontà di trovare l’uomo giusto per rendere la sua vita perfetta sarà ostacolata dalla gelosia delle persone più vicine a lei e da trame di matrimonio che mineranno per sempre il suo futuro
Ma la giovane Steele sarà talmente determinata da non fermarsi mai dinanzi a nulla pur di portare a termine il suo amore proibito e mai nascosto del lord più invidiabile della corte irlandese.
Genere: Drammatico, Storico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, FemSlash | Personaggi: Anastasia Steele, Christian Grey, Elena Lincoln, Leila Williams
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Anastasia non riusciva a distrarsi in nessun modo.
Rimasta in camera sua e completamente isolata dal mondo, la sua disperazione stava crescendo ogni secondo0 che passava e le sue urla isteriche risuonavano in tutto il castello.
< Musica per le mie orecchie > fece Raymond Steele mentre stava salendo sulla carrozza insieme al Duca di Ashford.
< Conte Steele, non credete che sia troppo tardi per educare sua figlia? Insomma, ormai è abbastanza grande per prendere le sue decisioni. >
< Signor Hyde, state cercando di dirmi che sono stato troppo duro con mia figlia? >
< Voglio soltanto dire che la prigione forzata che avete indetto per lei, non sistemerà mai le cose. >
< Deve raddrizzarsi in un modo o nell’altro, Signor Hyde. Ma se ha a cuore la felicità e il futuro di mia figlia, deve sapere che la sua punizione non durerà in eterno. La sua camera non sarà la sua prigionia o la sua condanna. >
< Questo mi fa tirare un sospiro di sollievo. >
< Credo che quella screanzata che ho come figlia abbia bisogno di prendere una boccata d’aria diversa. Riuscite a capirmi? >
< No, Signor Steele. Non credo di aver afferrato le sue parole. >
< Non posso dirvi altro. È una sorpresa. >
Il sorriso accattivante del conte Steele riuscì ad occupare quasi la mente del giovane Duca.
Ma Jack Hyde non doveva distrarsi in nessun modo: c’era di mezzo il futuro del suo buon nome e della sua ricchezza.
< Signori, siamo pronti a partire. >
< Molto bene. Salutate mia moglie e mia figlia. In un certo senso mi mancheranno. >
< Riferirò i vostri saluti, signore. >
Appena si allontanarono dal vialetto, Raymond non poté fare altro che voltarsi all’indietro per vedere il suo castello in lontananza.
“Tutto quello che ho costruito sta per essere distrutto dalla mia inadempienza e dalla frivolezza della mia famiglia. Devo riuscire al rimediare al più presto cercando di non far rivelare a nessuno il vero posizionamento dell’oro della casata Steele” pensò il vecchio rampollo di famiglia.
< Signor Steele, va tutto bene? >
< Certo. Fissavo i lavoratori impegnati nei giardini. >
< Oppure state già soffrendo di una sorte di malinconia e solitudine? >
< Non sono così di animo debole, Signor Hyde. Gli affari sono affari e io le ho promesso il carico di ricchezza che presto le apparterranno. >
< Dopo questo fatto, giocherà ancora a poker Signor Steele? >
< Perché me lo chiede? >
< Semplice curiosità. >
< Non lo so. Non c’ho ancora pensato. >
 
 
Fissando la carrozza andarsene in lontananza, Anastasia tirò un sospiro di sollievo che sapeva di liberazione.
Anche se doveva rimanere nella sua camera, sapere che suo padre non la controllava per un bel po’ di tempo, poteva riacquistare i suoi sogni e il suo futuro.
Ma la sua amica Katherine, visibilmente spaventata, non era del suo stesso avviso.
< Katherine, vieni nella mia stanza. >
< Signorina, non posso. >
< Signorina? Falla finita e vieni qua. Te lo ordino. >
< Non posso venire! Se le guardie del castello… >
< Non c’è nessuno qui nelle vicinanze. Stai tranquilla. Sei al sicuro. >
Katherine avrebbe voluto volentieri parlare con la sua amica, ma le minacce ricevute dal padre di Anastasia erano troppo forti.
Facendo finta di niente, Katherine evitò così di continuare a rispondere alla sua amica mentre quest’ultima continuava a chiamarla.
< Anastasia, torna nella tua stanza. Subito > fece sua madre passando lì vicino < E vedi di non disturbare Katherine. È in punizione proprio come te. >
< Adesso che mio padre non c’è è giunto il momento di riappropriarmi della mia libertà. >
< Non credo che sia possibile, mia cara. Oltre alle guardie, anch’io sono incaricata di guardarti a vista. Ogni tuo movimento è tenuto sotto tiro… Adesso vedi di mangiare qualcosa. Non hai toccato la colazione. >
< Non ho fame, madre. Ho solo voglia di respirare aria pulita lontano da questo castello. >
< Apri la finestra. Ti farà bene ai tuoi polmoni. >
Pensando ad un modo per evadere, Anastasia cercò di guardare il perimetro del castello per vedere se c’era un modo per saltare giù dalla sua stanza.
Ma la sua camera, posizionata al primo piano, era troppo alta per poter pensare di saltare senza farsi del male
< Anastasia, cosa stai facendo? >
< Niente, madre. Guardo l’orizzonte. >
< Già. Una bellissima giornata, non trovi? >
< Sarebbe ancora più bella se non fossi condannata a rimanere rinchiusa qua dentro. >
< Non insistere, Anastasia. Sei in punizione ci rimarrai finché tuo padre non torna. Fine della questione. >
< A proposito, dov’è andato? >
< Doveva sbrigare alcune faccende sui suoi investimenti con il Duca di Ashford a Dublino. Questo è tutto quello che so. >
< Non bisognerebbe fidarsi di quell’uomo. È subdolo. Io l’ho capito appena mi ha portato a fare una passeggiata fuori il castello. >
< E di te cosa dobbiamo dire, figlia mia? Nemmeno di te ci si può fidare. >
< E questo cosa centra? >
< Non pensare a tuo padre. Se l’è cavata in ogni frangente e se la caverà anche adesso. >
< Certo. Chi vuoi che se ne importa delle sorti di quel vecchio. >
< Bada a come parli! È sempre tuo padre! >
< Madre, non lo capite che siamo prigioniere del suo volere? Lui ci muove come vuole e noi dobbiamo sempre sottostare ai suoi ordini. Vi pare giusto? >
< Ana, cosa c’è di giusto in questa vita? Siamo donne e dobbiamo rispettare gli uomini. Quando avrai un marito lo capirai. >
< Non ho nessuna intenzione di sposarmi. Voglio essere libera e divertirmi finché posso. Poi, quando avrò messo la testa apposto, forse potrò pensare di sposarmi. >
< Non credo che sarà possibile, Anastasia. Tuo padre ti vuole vedere maritata il prossimo anno e tu non puoi far niente per sottrarti al suo volere. >
< Questo è tutto da veder, madre. >
< Se stai pensando di scappare, ti comunico che non ti servirà a niente. Questo posto è controllato a vista da un centinaio di guardie. È impossibile fuggire. >
< Molto bene. Vedo che mi avete imprigionata bene bene. Ma un leone non può rimanere in gabbia per tutto il resto della sua vita. >
< Tu ti definiresti un leone? Ma falla finita, Anastasia. Sei ancora una bambina capricciosa che non capisce niente del mondo. Ecco chi sei. >
< Perché osate mancarmi di rispetto? I miei maestri privati mi hanno detto che sono molto intelligente. >
< Certo. Ma a me hanno detto che dovresti darti una calmata durante le lezioni. Non fai altro che fare un gran fracasso e molte volte ti fai sentir anche da me. >
< E’ il momento che esprimo le mie idee e il mio maestro cerca sempre di contraddirmi. Ancora non ha capito che l’ultima parola ce l’ho sempre io. >
< Il tuo carattere ribelle sarà la tua rovina. Ricordatelo > disse infine sua madre prima di alzarsi dal letto della figlia < Rimarrai qui rinchiusa contro la tua volontà a pensare alle brutte cose che hai fatto il giorno prima. Solo così imparerai ad essere più matura. >
< Chiamatemi Katherine. Devo parlarci urgentemente. >
< Mi hai ascoltato?! >
< Certo. Sempre i soliti insegnamenti, madre… Potete chiamarmi Katherine, per favore? >
Appena la donna lasciò la stanza, Anastasia sentiva sempre di più una rabbia repressa dentro di sé.
< Ana, non posso stare qui… >
< Preparati Katherine. Questa sera scapperemo da qui. >
< E come intendi fare? >
< Non è vero quello che poco tempo fa’ mi ha detto mia madre: non c’è nessuna guardia che controlla questo perimetro. Non possiamo permettercele così tante. >
< Ma se poi dice la verità? >
< Fidati di me questa volta: è come dico io. >
< Ma se poi qualcosa dovesse andare storto? >
< Tu ti preoccupi troppo, Katherine. Andrà tutto bene. >
 
 
Calata la notte, Katherine si svegliò come una civetta intenta a fiondarsi sulla sua preda.
Richiamando all’attenzione della donna che dormiva nella stanza accanto, le due giovani ragazze erano pronte per evadere dalla dimora di Limerick.
< Ecco il piano, Katherine > fece Ana con tono basso < Usciremo dalla finestra per recarci nelle stalle e prendere due cavalli. Grazie a loro potremmo oltrepassare rapidamente la mia dimora sconfinata e fuggire verso la libertà. >
< Sì, ma dove andremo? Hai pensato alle scorte? >
< Giusto! Hai ragione! Dobbiamo recarci in cucina a prendere qualche vivere. >
Cercando di distrarre Anastasia dalle sue intenzioni, Katherine pensò di fermarla chiamando aiuto.
Ma come poteva tradire la sua amica in quel frangente.
< Credo di avere preso abbastanza > fece Ana < Frutta, un po’ di pane, formaggio e qualche salume. >
< E per l’acqua? >
< Qui in Irlanda scorrono fiumi e sorgenti di ogni tipo. Troveremo l’acqua in molti punti. >
Uscendo dalla porta di servizio della servitù senza fare rumore, le due ragazze arrivarono alle stalle mentre i cavalli nitrivano.
< Perché fanno così confusione? > si domandò Katherine < Forse fiutano il pericolo? >
< Non sono mica cani, Kate. Magari non hanno sonno. >
Montando a cavallo come due amazzoni, Katherine e Anastasia sentivano la libertà giungere mentre il vento si infrangeva sul loro viso.
Ma le guardie del castello riuscirono a vederle e a lanciare subito l’allarme.
Tutti i servitori e gli uomini armati si mobilitarono per frenare la fuga delle due ragazze, senza però riuscire a raggiungerle in tempo.
Infatti, cavalcando ad una velocità considerevole, Anastasia e Katherine riuscirono a seminarli molto velocemente.
Ma la fretta non sempre porta a risolvere le cose in maniera tranquilla.
Inavvertitamente infatti, Katherine aveva fatto rovesciare le provviste che lei e Anastasia avevano rubato dalla cucina.
< Ana, dobbiamo recuperarle! >
< Non c’è tempo! Le guardie del castello ci stanno addosso! >
Per timore di venire catturate, le due ragazze decisero di lasciar stare e di immergersi nelle foreste oscure adiacenti facendo perdere definitivamente le loro tracce.
   
 
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