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Autore: Shaara_2    17/04/2020    8 recensioni
“Ben perché non sei tornato da me?” gli chiese, asciugando le lacrime.
Ma lui rimase immobile a guardarla, sorpreso e senza fiato.
“Rey? Sei tu?” le rispose, incredulo, aggrappandosi al cristallo kyber che lo teneva prigioniero. “Pensavo che non ti avrei più rivisto.”
***
Ciao a tutti. Ho deciso di scrivere questa breve storia REYLO (Ipotetica relazione sentimentale tra Rey e Ben Solo), per raccontare un possibile Epilogo “soddisfacente” dopo TROS. Come tutti i miei racconti, ci sarà il lieto fine. Questa storia è ispirata alla filosofia degli Je’Daii. Buona lettura
Genere: Angst, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Finn, Kylo Ren, Maz Kanata, Poe Dameron, Rey
Note: Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Capitolo 15

Grazie infinite a Gothic’s Hollow per questa fantastica opera d’arte.
Hai uno stile meraviglioso.
Grazie per la tua talento. Per vedere altri suoi disegni cliccate
qui.

Per sentire la musica di questo capitolo clicca sull’immagine:

A New Home (Rey Skywalker Theme) - John Williams
 

⧫⧫⧫

Il cielo aperto beve dalle loro coppe rotanti, il sole si veste con l’oro della loro generosità. 

Quando due di loro s’incontrano, non sono più a lungo due. Sono uno e seicentomila.

Le onde dell'oceano, ecco ciò a cui più somigliano quando il vento fa dall’unità i numeri.

Questo accade al sole quando si divide in raggi. Il disco del sole esiste, ma se vedi solo i raggi potresti dubitarne.

La combinazione umano-divino è un’unità.

La pluralità è l’apparente separazione dei raggi.


(Rumi)

⧫⧫⧫

 

“Sei sicura che partirà?” Poe si mostrò poco convinto. Ma Rey fece un timido sorriso verso l’amico.

 

“Certo che funzionerà: ho riadattato le griglie rimaste intatte della Steadfast, in modo che i due elettrodi combaciassero con lo screen greed e l’accelerator greed originali.”

 

Poe seguì con lo sguardo il potenziale movimento che gli ioni avrebbero fatto per poter essere focalizzati fuori dalla camera di scarica attraverso le aperture.

 

Poi, con uno slancio, si spostò oltre la lamiera del vano motore superiore, arrampicandosi con le braccia.

 

Finn lo seguì con lo sguardo, grattandosi la testa. Rey sorrise nel vederlo mimare i movimenti di Poe con la stessa espressione inebetita che mostrava quando Maz e Chewie rivangavano il passato usando solo la lingua Shyriiwook. Era evidente che non doveva aver capito un accidente.

 

“Quindi, tu pensi che da qui…” suppose Poe, indicando l’elettrodo che Rey aveva agganciato alla camera di scarica pochi minuti prima, per poi muovere la mano indicando un’altra parte del motore. “...proprio da qui, il secondo catodo riuscirà ad attrarre ed espellere gli elettroni necessari a neutralizzare la carica positiva del fascio ionico?”

 

Rey sospirò, alzando le braccia. “Lo spero, Poe. È un mese che proviamo! Deve funzionare per forza!”

 

“Un mese esatto” ripeté Finn, scivolando fino al punto in cui Rey stava accovacciata cercando di sistemare la valvola del propulsore.

 

Rey sollevò le pupille per guardarlo, arrestando per un secondo il movimento del saldatore. Ma, quando i loro occhi si incontrarono, li abbassò subito, fingendo di soffiare sull’ultima saldatura effettuata. Non rispose. Non avevano più parlato dall’ultima volta che Ben li aveva sorpresi a scambiarsi confidenze e non sapeva neppure se avesse voglia di riprendere l’argomento, visto che Finn non si era mai dichiarato con Poe, mentre Ben… Be’, lui era proprio scomparso.

 

Fu l’aleena a riprendere l’argomento, ignorando di spezzare, in questo modo, tre cuori in un solo colpo.

 

“È inutile che la guardi in quel modo, fustacchione, dovresti saperlo che è innamorata di un’altro…” ridacchiò, scendendo dai barili impilati da cui cercava di riparare una paratia parzialmente basculante. Noncurante delle occhiate omicide dei due umani e dello sguardo atterrito della ragazza, l’aleena continuò a camminare verso di lei.

 

“Allora, bellezza?” Fece un’altra manciata di piccoli passi saltellanti, poi aggiunse: “Notizie del tuo sposo?”

 

Rey cambiò espressione, perdendo ogni traccia del suo gioviale sorriso.

 

Sospirò, non sapendo che cosa dire. Strinse le labbra, lasciando che si grinzissero quasi fino a farle sparire dentro ad una smorfia indolenzita e, solo a quel punto, Finn le tornò vicino con aria protettiva.

 

“Potresti farti gli affari tuoi!” rispose acido, piazzandosi in mezzo.

 

Rey rimase in silenzio, non era affatto necessario che Finn la difendesse, ma allo stesso tempo non amava parlare di Ben… 

 

Almeno, non amava più parlarne da quando era scomparso. Non da dopo che l’aveva vista abbracciata con Finn. Ben doveva aver frainteso il loro gesto. Lei sapeva che Ben era convinto di non meritarla e, nel vederla in quello stato così confidenziale, esattamente nel modo in cui l’aveva vista con Finn, doveva avergli lasciato spazio al fraintendimento. Di certo, doveva essersi convinto che, essendo lui il colpevole dello squilibrio nella Forza, e soprattutto a causa alle malefatte che aveva commesso nel passato, non ci fosse per lui altra scelta che la morte. Ma, quello che meno di tutto riusciva a sopportare, era il fatto che Ben la credesse destinata a stare con Finn. E lei, senza volerlo, aveva alimentato quel terribile dubbio. Probabilmente era proprio per questo che le stava lontano. Almeno, questa era la sola ragione plausibile che fosse arrivata a scovare. Del resto, perché evitarla nonostante il legame che li univa? Loro erano una diade…

 

Eppure, non era proprio del tutto sparito. Ogni tanto riusciva a vederlo mentre studiava, mentre leggeva, altre volte ne sentiva appena la voce o le vibrazioni dei pugni che scaricava contro le pareti, come milioni di missili decisi a distruggere ogni cosa. Ma erano solo pochi istanti. Come delle distrazioni, durante le quali lui non si accorgeva di aver lasciato aperto il legame. Poi, però, si rendeva conto che lei era lì. La guardava come se fosse un demone, con un'espressione più sofferente che offesa, e subito dopo il legame svaniva. Era un mese che, ogni volta che si vedevano, lui scompariva quasi subito, senza darle neanche un attimo per spiegare la situazione. Non le lasciava neanche il tempo di una parola, un gesto, un lamento. Nulla.

 

Avrebbe voluto dirgli che tra lei e Finn non c’era niente, non c’era mai stato niente! Avrebbe voluto spiegargli che il suo cuore gli apparteneva. E forse non solo il cuore… Avrebbe voluto parlargli della notte che erano stati insieme, di come si era sentita completa e finita, stretta tra le sue braccia, di come la Forza avesse cantato quando l’aveva baciata con ardore e di come fosse perfetto il suo corpo o di quanti e quali tipi di brividi sapesse darle quando le accarezzava la schiena e…

 

Avrebbe potuto parlargli per ore e ore, se solo le avesse dato il tempo per spiegarsi. Ma lui le negava ogni cosa e la nave che avrebbe portato a compimento la profezia sarebbe stata pronta molto presto.

 

Doveva essere pronta molto presto!

 

Perché la situazione, nella Galassia, stava precipitando. Senza il lato oscuro a riequilibrare la Forza, sembrava che gli esseri viventi stessero perdendo l’interesse per la vita. Maz le aveva spiegato bene il fenomeno dell’equilibrio. All’inizio, l’assenza del lato oscuro aveva reso tutti più miti. Le guerre erano cessate e interi popoli, in lotta da millenni, avevano interrotto le ostilità, dimenticandosi persino del motivo per cui avevano iniziato a combattere. Ma, poi, gli effetti di quella mancanza avevano portato ad un calo generale delle nascite, mentre sempre più persone si lasciavano andare ad uno stato di mortale abbandono.

Interi pianeti, senza più la voglia e l’energia di combattere per vivere e senza più niente per cui fosse necessario lottare, cedevano all’eutanasia collettiva. Gli uccelli smettevano di volare, i pesci si spiaggiavano in branchi e molti quadrupedi di varie specie non trovavano più necessario vagare in cerca di cibo, o combattere per guadagnare il diritto alla riproduzione. E tutto questo perché la vita stessa aveva bisogno di equilibrio. La vita e la morte, la guerra e la pace, il bene e il male, la luce e il buio, tutto aveva bisogno di equilibrio e di esistere insieme al suo opposto. Esattamente come lei aveva bisogno di Ben… forse, anche lei stava morendo, senza di lui… forse, anche lei aveva iniziato una lenta discesa verso l’oblio. Ma non voleva cedere… lei non poteva cedere, non ora che la nave era quasi pronta. C’era una profezia da avverare e una sposa da…

 

Ecco appunto: se il suo destino fosse davvero stato quello di unirsi a Ben come una sposa, come avrebbe potuto riuscirci, se lui continuava ad ignorarla? No, non potevano continuare in quel modo. Doveva uscire da quella situazione. Doveva parlargli, o almeno tentare. Lei doveva per forza…

 

“Bene, Rey!” disse Maz, avanzando a passo vivace verso di lei e distogliendola dai suoi pensieri. “Vedo che siete riusciti a riparare questo motore.”

 

C-3PO, come un cagnolino che scodinzola in cerca di attenzioni, seguì Maz per spiegarle le ultime migliorie che avevano apportato al propulsore.

 

“Ho fatto alcune simulazioni.” La voce del droide protocollare si impennò con un leggero gridolino di soddisfazione. Maz si girò distogliendo, per un attimo, lo sguardo da Rey.

 

Bastò quel gesto per convincere un esultante C-3PO a dettagliare le sue osservazioni.

 

“Le analisi dicono che i macroioni, già dopo le prime mille iterazioni, ci restituiscono una fuga di particelle dal flusso primario lungo la direzione radiale. Da una prima stima, questo “spreading” diventerà più consistente con il passare del tempo, sino a quando, raggiunta la   condizione stazionaria, il numero di macroioni che entrerà dal piano di uscita del propulsore eguaglierà quello che esce dalle frontiere aperte del dominio.”

 

Maz si girò di scatto, ruotando i suoi grandi occhiali. “Non ho capito: volerà o non volerà?”

 

“Oh, cielo!” rispose C-3P0, sollevando le braccia e gesticolando come una vecchia pettegola messa alle strette. “Certo che volerà, e potrà portarci nell’iperspazio in meno di tre parsec!”

 

“Uh!” Maz sussultò entusiasta. Sembrò sul punto di fare altre domande a C-3P0, ma invece si girò a guardare Rey con aria preoccupata.

 

“Ci sono novità da Solo? Come sta il ragazzo?” 

 

Senza voltarsi a guardarla, Rey sentì il rumore provocato dagli occhiali di Maz mentre girava quella rotella che non sembrava avere mai fine, per sondarla fino alla ossa. Non ebbe bisogno di muovere le pupille per sentire che Maz le stava appena ad un passo dal proprio naso. E fu quasi sicura che Maz riuscisse a scorgere persino i battiti del suo cuore, perché subito dopo si tirò indietro, ruotò nuovamente gli occhiali e fece dei curiosi colpi di tosse cambiando argomento.

 

“Touch, touch” tossì, ruotando il busto per avvicinarsi a Finn. 

 

“Allora? Sei pronto?”

 

Finn spalancò gli occhi, cominciando a sudare come tutte le volte che Maz gli rivolgeva una domanda. Sembrava sempre che lei fosse sul punto di rivelare chissà quale verità sul suo conto, ma poi si fermasse all’ultimo secondo, aspettando che fosse lui a parlarne.

 

Ogni volta, Rey si domandava se Maz non avesse per caso anche qualche dono divinatorio, oltre a percepire il mistero della Forza. Perché era certa che Finn non avesse mai rivelato un suo pensiero a chicchessia e, di certo, avrebbe evitato di confidare qualsiasi cosa a Maz.

 

“Quindi non c’è niente che devi dire, Finn?”

 

Rey continuò ad osservare il suo amico, mentre sudava sempre più imbarazzato e sembrava non sapesse più dove volgere lo sguardo. Finn guardava Maz, poi guardava lei e poi guardava Poe, quindi tornava con gli occhi su Maz. E il pilota, ogni volta, interrompeva le sue faccende e si fermava a ricambiare lo sguardo, come se anche lui fosse curioso di sapere quali misteri nascondesse Finn e se finalmente si fosse deciso a rivelarli.

 

Ma Finn non diceva niente. Riusciva a malapena a balbettare qualcosa di indecifrabile o a ripetere le ultime sillabe del discorso di Maz. A volte Rey pensava che Maz lo prendesse in giro. Ma, ormai sempre più spesso, aveva il dubbio che Maz avesse delle intuizioni sempre più azzeccate o, forse, che quei suoi occhiali le permettessero veramente di vedere in fondo all’anima. Perché, se tutte le altre volte le domande erano concentrate su Finn e i pensieri che lui non si decideva a condividere, quel giorno Maz sembrò voler toccare delle note dolenti e ancora non del tutto risolte. Ma, per una volta, non era da Finn che voleva risposte.

 

“Io credo che sia arrivato il momento di parlare con Solo. Non lo credi anche tu, Rey?”

 

Questa volta fu lei a sudare, mentre Maz faceva girare la messa a fuoco dei suoi occhiali.

 

“Ben, non si fa vedere da un po’, Maz…”

 

Non avrebbe voluto parlarne in pubblico. Da un lato, non apprezzava che gli altri conoscessero i suoi pensieri e, dall’altro, temeva che le assenze di Ben fossero scambiate per il lato oscuro del suo carattere. Un lato che non poteva essere cambiato, neanche da tutta la luce della Forza, né da lei e, forse. soprattutto da lei…

 

“Rey, è passato un mese! La profezia si può avverare solo se tutti gli elementi partecipano. Ti ricordi? 

Se le dimensioni in pace vorrai far tornare, mercurio, zolfo e sale dovrai far incontrare.”

 

Rey arretrò d'un passo, ma Maz le prese le mani tra le sue.

 

“Non lo capisci, bambina, senza di lui non sarà possibile riportare l’equilibrio nella Forza. Ogni giorno che voi trascorrete ignorandovi l’un l’altra, milioni di specie si estinguono. Tu devi convincerlo ad aiutarvi.”

 

Rey sentì le proprie labbra tremare senza controllo. Avrebbe voluto togliere le mani dalla stretta di Maz per portarsele sul viso e nascondere la sua espressione sconfitta. Ma l’aliena le teneva strette e non le sembrò educato strapparle da quella posizione.

 

“Maz, io non so cosa fare… non sta nella stanza accanto, sta in un’altra dimensione! E non mi da modo di parlargli.” La voce di Rey divenne sottile come quella di una bambina e lei stessa rimase meravigliata di come il suo tono fosse così simile ad un lamento.

 

Maz continuò a tenere una mano imprigionata tra le sue dita, utilizzando l’altra per girare ancora una volta le sue enormi lenti. Poi il suo viso divenne più dolce e i suoi occhi più stretti, come se stesse cercando le parole più gentili per farsi capire.

 

“Siete una diade nella Forza, Rey. Io non credo che tu abbia bisogno di essere invitata… e lui non è più un principe, ma un prigioniero… e, anche se ancora non te ne fossi resa conto, sei tu a tenerlo… in vita. Siete interconnessi… è questo l’equilibrio nella Forza. Non possiamo abbandonare l’equilibrio ai piccoli litigi tra amanti.”

 

Rey sentì le proprie guance prendere fuoco. Questa volta tolse velocemente le mani da quelle di Maz, non pensando più se fosse o meno educato, decisa più che mai a nascondere il suo colorito sempre più accesso.

 

“I-io…” la sua voce tremò, cercando una risposta sensata. Ma non c’era un senso a quello che aveva detto Maz. Stava praticamente dando tutta la colpa a lei. Ah, questa sì che era bella!

 

Se fosse dipeso da lei, Ben non sarebbe neanche mai passato al lato oscuro. Inoltre, se avesse veramente avuto il potere di tenere prigioniero o liberare Ben Solo, non avrebbe pianto, un anno intero, la sua morte in solitudine e abbandono. Maz si stava certamente sbagliando e, infine, quelle parole la mettevano in cattiva luce davanti ai suoi amici. Come se fosse colpa sua… come se dipendessero da lei le idee strampalate e pessimiste di Ben Solo. Eh, no! Non avrebbe permesso, con il suo silenzio, che tutti pensassero che lei non stesse facendo niente. Nessuno avrebbe nemmeno dovuto pensare che l’assenza di Solo dipendesse da lei. Ma, mentre tutti la osservano con occhi curiosi, sospendendo le loro attività sulla nave, lei sentì la sua lingua incollarsi al palato, come se volesse respingere la possibilità di difendersi da quelle accuse.

 

“Non dirmi che, con tutto quel legame che vi unisce, non sei in grado di convincere quel ragazzo a darti attenzione.”

 

Questa volta la sua lingua reagì, ma non nel modo sperato. Neanche una sillaba uscì dalla sua gola, ma un riflesso interno la costrinse a spalancare la bocca come se volesse urlare. Se solo le parole che voleva gridare ai quattro venti fossero uscite come lei comandava… Ma il suo corpo sembrava ribellarsi ad ogni comando, limitandosi a farla arrossire, sudare e far battere il suo cuore forte come un tamburo nel bel mezzo di una processione. E lei avrebbe voluto potersi difendere e spiegare come Ben chiudesse il legame ogni volta che lei provava a parlargli, o ricordare tutte le volte che, in quel mese, si erano incontrati e lei l’aveva inutilmente pregato di ascoltarla. O come avesse cercato di spiegargli che tra lei e Finn non c’era mai stato niente, tranne una grande e sincera amicizia. E che lui, Ben, era di certo meritevole del suo amore e non solo perché erano legati dalla diade. Dopo un anno e un mese che pensava a lui notte e giorno, era ormai arrivata alla consapevolezza di amarlo. E non lo amava per la Forza, la diade o tutte quelle cose mistiche che fino a quel momento li avevano legati. No. Lei lo amava come uomo. L’avrebbe amato anche se non avesse avuto neanche un briciolo di quel talento legato all’energia Cosmica. Se solo lui le avesse dato tempo e spazio per dirglielo… tanto tempo e tanto spazio, per trovare l’audacia di cercare le parole giuste per spiegarglielo… lei, forse, e con tanto coraggio, che ancora non aveva trovato, sarebbe riuscita a dirglielo. E non sarebbe stata l’unica cosa che gli avrebbe voluto far sapere, ma il solo pensarci la fece arrossire di un colore così intenso da temere che la sua pelle potesse accendersi come una lampadina. 

Ma, di certo, tra tutte le varietà di cose che avrebbe voluto dirgli, non ce n’era neanche una che si potesse condividere con i presenti… Così, mentre si sforzava per mantenere il colorito del viso un po’ meno acceso, nessuna parola le sovvenne in sua discolpa. Solo un imbarazzato silenzio.

 

Silenzio e imbarazzo che Maz, senza nessun riguardo, osservò da una distanza sempre minore. E, nel silenzio assordante in cui era rimasta incastrata, mentre lei abbassava il capo senza riuscire a parlare, Maz piegava le labbra, assumendo un’espressione sempre più maliziosa.

 

“Rey” aggiunse Maz, allargando il sorriso e spostandole il mento con tre dita. “Non vorrai farti spiegare da me, come si convince un uomo ad ascoltare…”

 

Il colorito di Rey virò al magenta, mentre un tic nervoso cominciò a farle ballare l’occhio destro. Che cosa le stava dicendo esattamente Maz? Di colpo, pensò che le sue budella avessero deciso di stringersi, fino a strozzarla dall’interno, da quanto si sentì a disagio.

 

“I-io…” balbettò, cercando di risponderle, ma tutto ciò che le veniva in mente erano gli occhi offesi e amareggiati di quell’idiota di Ben Solo. Ma la cosa più incredibile era che lei dovesse essere sgridata per entrambi. Come se fosse stata colpa sua che quel ragazzo, viziato e irascibile, non la voleva ascoltare.

 

“Ma io sto già facendo il possibile!” riuscì a gridare tutto d’un colpo, come se la lingua si fosse finalmente arresa alle richieste del suo cervello.

 

“Di sicuro non il possibile che intende Maz” sghignazzò l’aleena, girandole intorno e sollevandole una parte del tessuto della tunica proprio all’altezza del sedere.

 

Gli occhi di Finn diventarono enormi e il suo collo si allungò a dismisura, analizzando con estrema attenzione il punto esatto che l’aleena stava evidenziando con grande generosità per i presenti.

 

“No…” disse a bassa voce Maz, facendo un segno all’aleena perché la smettesse. Ma la piccola aliena continuò molto divertita.

 

“Qui sembra tutto a posto!” continuò, arrampicandosi sulla sua schiena. Se Rey non fosse stata paralizzata dalla vergogna, pensò che l’aleena sarebbe presto trapassata a miglior vita e non per cause naturali.

 

“No!” ripeté Maz, muovendo le mani per fermare l’aleena con un movimento delle dita sempre più animato e deciso. Ma l’aleena continuò a spostarsi intorno al suo corpo, come se nulla fosse.

 

Finn fece una smorfia sgomenta, mentre Poe, dopo un primo momento di sconcerto, cominciò a ridere.

 

“Che diavolo stai facendo?” riuscì finalmente a dirle Rey, tentando di divincolarsi dalla piccola aliena petulante, e cercando di capire le sue intenzioni, minacciandola con lo sguardo.

 

“Qui sembra tutto buono per fini riproduttivi” proclamò l’aleena, infilando la testa proprio dentro al retro dei pantaloni di Rey che, esausta, la sollevò per il collo, rimpiangendo di non essere lei la parte più oscura della diade.

 

Proprio mentre Rey stava per lanciarle un fulmine di Forza, Maz intervenne, facendo scivolare l’aleena oltre le mani di Rey.

 

“Prima di tutto, gli umani si riproducono dall’altro lato” disse Maz a denti stretti, cercando di contenere un malcelato attacco di riso. “E poi, la ragazza sarà giovane e inesperta, ma ti garantisco che tutti gli umani nascono con i giusti stimoli riproduttivi e adeguati organi a corredo… e non è affatto necessaria nessuna verifica.”

 

“Nessuna messa a punto?” L’aleena sembrò interdetta per quella scoperta. “È tutto già pronto all’uso e non va estratto nulla?”

 

Maz mosse la testa in un “no” agonizzante tra le risate che tentava di trattenere. Nel mentre indicò all’aleena la porta, perfettamente riparata e funzionante.

 

Poe ormai rideva senza più riuscire a tenersi, mentre Finn cercava di mantenere un certo contegno ridendo sotto i baffi.

 

Solo Rey era rimasta pietrificata e paonazza e offesa, ancora con le mani strette per tenersi la tunica il più aderente possibile al corpo. La sua espressione sembrava davvero quella di qualcuno prossimo a compiere una strage.

 

“È meglio se vai a vedere se la cena pronta…” aggiunse Maz, spingendo l’aleena fuori dalla sala macchine della Star Destroyer Xyston.

 

“I-io…” continuò a balbettare Rey, sempre più imbarazzata. Ma, questa volta, Maz intervenne per toglierla da quella situazione di disagio.

 

“Rey, la mia amica non conosce bene gli umani… ma sono certa che, anche senza bisogno di messe a punto, tu troverai un modo per convincere Solo a darti ascolto…” Un leggerissimo ghigno passò in un lampo sul suo viso, mentre Poe, ormai, sbatteva i palmi sulla schiena di Finn, da quanto rideva a crepapelle. Forse sarebbe morto ridendo.

 

“Tu sai che c’è poco da ridere” gli disse Maz con una certa severità, avvicinandosi e cominciando a ruotare i suoi occhiali. “O vuoi che cominciamo a parlare di te?”

 

Rey vide Poe mettersi dritto in un solo istante, il volto serio con le labbra strette. “Io non nascondo niente, Maz, e i miei stimoli riproduttivi…”

 

“Sono certa che sara meglio se taci…” ghignò Maz, muovendo le sopracciglia in direzione di Finn e subito dopo verso Poe.

 

Rey rimase basita a guardarli sbiancare nello stesso momento. Fece per parlare e distogliere l’attenzione dai suoi amici, quando l’aleena ritornò nella sala macchine, portata sulla spalla di Chewie come se fosse stata una grande regina del passato e il wookiee il suo leggiadro destriero.

 

“La cena è pronta!” gridò l’aleena, seguita dai versi di Chewie.

 

“Arrrrr ahhrrrr grrr” aggiunse il wookiee, con tono quasi trionfante. E, all’ultimo grrr, gli occhi di Maz si accesero.

 

“Ah, se cucina il mio fidanzato, devo proprio assaggiare!” esclamò, raggiungendo i suoi amici e recandosi a passi veloci verso la cucina dell’accampamento.

 

Fu in quell’istante che Rey, Finn e Poe si guardarono tra loro. Tutti e tre sembravano esser stati travolti da un uragano.

 

“È solo Maz…” sospirò Poe, rimettendosi a posto i capelli.

 

“È solo Maz” gli fece eco Rey, facendo un sospiro e avviandosi anche lei verso le cucine.

 

“Dite che con quegli occhiali riesca a leggere anche i pensieri?” aggiunse Finn, non del tutto convinto, portando le braccia intorno al collo dei suoi amici.

 

Rey e Poe gli sorrisero e poi si guardarono tra loro. La loro amicizia era sempre un dono prezioso. Talmente grande e talmente sincera, da farli sentire subito più vicini.

 

Ma, poco prima di entrare e raggiungere gli altri nelle cucine dell’accampamento, Rey si fermò per spiegare meglio la sua posizione ai suoi amici. Poe e Finn cambiarono espressione e lei ebbe la certezza che sapessero di che che cosa e soprattutto di chi volesse parlare, perché, in un attimo, i loro occhi virarono in un’espressione più cupa e tesa. Ma lei fece finta di niente, cercando dentro se stessa l’energia e il coraggio per raccontare i suoi pensieri.

 

E fu proprio nel momento in cui la voce si decise ad uscire, che apparve qualcosa in fondo al corridoio.

 

All’inizio sembrò solo un puntino blu luminoso. Qualcosa che si muoveva contro la parete come se fosse il riflesso della luce di uno specchio mosso dall’esterno della finestra. Ma, poi, guardandolo bene, Rey notò che il puntino azzurro si divideva in due riflessi paralleli che si agitavano nello stesso momento, causando lo spostamento del piccolo e lucente bagliore. Avvicinandosi ancora, e lasciando i suoi amici a pochi passi, notò che la piccola fonte di luce era una piccola farfalla. Una farfalla blu che volava veloce e che, in un batter di ciglia, era già oltre la porta della sua camera. Non ci volle molto per capire che quella farfalla l’avrebbe portata da Ben. Così, prendendo un grande respiro, si mosse per seguirla, salutando i suoi amici con la mano.

 

“Tutto a posto?” le domandò Finn, aggrottando la fronte.

 

“Sì, Finn, voi andate” gli rispose di getto la ragazza, cercando di mostrare un sorriso rilassato. “Vi raggiungerò dopo…”

 

“Dopo quando?” chiese ancora Finn, non capendo del tutto quello che volesse dire. Ma Poe strinse il braccio intorno al suo collo, e a quel punto anche Finn smise di fare domande.

 

“Lasciala andare, Finn…” gli sussurrò, tenendolo più stretto.

 

Rey vide gli occhi di Finn farsi più grandi, ma non avrebbe saputo dire se fosse per lei che si erano mossi con emozione o per quella mano sul suo collo, sempre meno attenta alle apparenze. Ad ogni modo, il bagliore della farfalla era sempre più lieve e lei non poteva perdere quell’occasione. Così, alzò ancora una volta una mano per salutare i suoi amici e di corsa entrò nella sua stanza. 

 

Fu grande la sorpresa nel vedere Ben leggere un libro in lievitazione. Il fatto era che non solo Ben stava in levitazione all’incontrario, ma la farfalla azzurra gli si poggiava sul viso ripetutamente, costringendolo a muoversi e a reagire per spostarla, esattamente come si farebbe con una mosca fastidiosa. E, probabilmente, fu proprio l’esasperazione a fargli alzare gli occhi e muovere le mani con l’intento di scacciarla.

 

Ma fu quando il libro cadde per terra, e lui si trovò con le mani aperte per allontanare il bellissimo quanto fastidioso insetto azzurro, che Rey decise di agire nell’unico modo che le venne in mente in quell’istante.

 

Nel spostare gli occhi dal libro, di colpo la vide. I suoi occhi e il suo corpo ondeggiavano, cercando disperatamente di mettersi nel verso giusto, o forse stava solo cercando l’energia per chiudere il legame e sparire.

 

Di sicuro, se Rey ci avesse pensato a lungo, non avrebbe agito in quel modo. Ma lei non pensò a nulla e, per una volta, lasciò che fosse il suo istinto a trovare una soluzione.

Per questo, prima ancora che Ben riuscisse a cambiare posizione, si accostò al ragazzo appeso all’ingiù, gli afferrò il viso e lo baciò sulle labbra senza lasciargli neanche il fiato per respirare. Aprì la bocca, appena il tempo per sussurrare:

 

“Non sparire, Ben. Non ora…”

 


Angolo della scrittrice:

Ciao a tutti,

Sono incredibilmente lusingata, onorata e riconoscente verso tutti coloro che hanno letto, commentato, aggiunto questa storia in qualsiasi categoria o mi hanno scritto in privato. I commenti, visibili o privati, sono il motore che mi spinge a continuare a scrivere e, per questo, vi sono e sarò per sempre grata e riconoscente. Il mio cuore è già vostro!

Un grazie gigante anche a IndianaJones25 che è sempre presente e mi permette di andare velocissima anche con le revisioni. Per favore, andate a mostrare il vostro amore anche per i suoi racconti che sono bellissimi. Se cliccate qui, potrete andare a leggere l’ultima storia che sta scrivendo. Per favore, lasciate un cuoricino anche nel suo profilo.

Ricordo a chi mi segue che continuerò a pubblicare un capitolo di questa storia ogni venerdì. Destiny's Force, invece, riprenderà quando avrò finito questa storia. 

Un caro saluto a tutti e grazie per essere passati.

Shaara

Ps: 

Piccolo angolo divertente.
 

Come tutti voi, anche sono prigioniera dentro casa. C'è da dire che le mie giornate sono più o meno tutte uguali. Lavoro, cucino, dormo, a volte lavoro pensando a cosa cucinare o viceversa. Insomma, a furia di fare sempre le stesse cose si finisce per confondersi.

 

Ebbene, una volta alla settimana cucino la faraona. Adoro la faraona, generalmente la faccio lessa, così un giorno ci faccio il brodo e il giorno dopo mangiamo il lesso. Interessante vero? E sì! La faraona mi piace, ma mai avrei pensato di renderla protagonista anche della mia storia.

 

Così, circa una settimana fa, mentre scrivevo questo capitolo non mi accorsi di aver scritto questa cosa:

 

"Rey rimase basita a guardarli sbiancare nello stesso momento. Fece per parlare e distogliere l’attenzione dai suoi amici, quando l’aleena ritornò nella sala macchine, portata sulla spalla di Chewie come se fosse stata una FARAONA e il wookiee il suo leggiadro destriero.  

 

Avete letto bene? Anche io l'avevo letta tante volte prima di consegnare il capitolo al mio caro e fidato Beta IndianaJones25, e forse non me ne sarei accorta ancora se lui non mi avesse risposto con una ricetta alternativa.

 

Ebbene, per la cronaca, lui la fa ripiena al forno con un contorno di patate. Quando lessi la sua ricetta pensai di correre in cucina per togliere la FARAONA dalla pentola a pressione e infilarla nel forno. Ma un dubbio mi sovvenne all'improvviso: come faceva IndianaJones25 a sapere che stavo cucinando proprio la FARAONA?

 

Quindi, corsi al PC per vedere meglio dove Indy avesse messo il commento rendendomi conto di quello che in realtà avevo scritto. Mi era capitato di scrivere cose ridicole in passato. Ma questa credo che le superi tutte.

 

Grazie IndianaJones25 per farmi ridere così tanto! In tuo supporto è impagabile, a volte penso che scrivo solo per leggere le tue battute! 

 

Note:

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Per leggere ispirazioni, bibliografia e riferimenti vedi nei capitoli precedenti.

 


Ps: Ogni personaggio descritto, tranne quelli inventati da me, sono di proprietà della STAR WARS - LUCASFILM, ora Disney. Ogni onore e gloria è di proprietà del suo creatore George Lucas e degli autori del nuovo Canon Disney. Questa Fan Fiction è stata creata a scopo ludico, senza fini di lucro ed è il mio personale e misero dono per questo meraviglioso Fandom. Che la Forza sia con voi :)


Se ti va, nell'attesa…ho scritto altre storie.

Destiny’s Force (in corso)

Twin Moons

Ci vediamo venerdì <3

Shaara

   
 
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