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Autore: _Misaki_    17/04/2020    8 recensioni
Ogni cuore ha la sua storia. Ogni storia la sua canzone.
Genere: Romantico, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: Raccolta | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Velvet Rope #8
 
 
 
I heard that you’ve been living it up, living It up
Where did I go wrong? Only yesterday you were beside me, side me
Now I’m just another one
You’re the one who’s giving it up, giving it up
Singing that same song
You’re the only one I want beside me, side me
Now I’m just another one
“Velvet Rope”, Rita Ora–
 
 
 
   Era andata così. Male, per la precisione. E non sapeva nemmeno spiegarsi dove avesse sbagliato. Per lui era la prima storia seria, lei invece aveva avuto due ex. Forse era stato troppo ingenuo? Non le aveva dato le dovute attenzioni? Non ne aveva idea. Si ripeté per l’ennesima volta di lasciar perdere e non pensarci. Aprì una lattina di birra, si sedette sul divano e accese il televisore. Bevve un sorso, cercando di assaporare lentamente il gusto del malto. Concentrare tutta la sua attenzione su quell’azione non bastò a distrarlo. Un attimo dopo aveva già ricominciato a pensarla. Fino a un mese prima c’era anche lei su quel divano. Le stanze, la casa, la città, tutto era rimasto immutato, tranne lei. Era cambiata, se n’era andata, non era più al suo fianco. Gli sembrava ancora di vederla, ma non era più lì. Si era trasformata in una presenza evanescente, come quella di un fantasma. Si dissolveva nell’aria non appena lui si voltava nel tentativo afferrarla con lo sguardo. Il futuro che aveva sognato insieme a lei invece era ancora vivido nell’immaginazione, così come il ricordo dei bei momenti passati insieme. Ma non riusciva più a sorridere a quei pensieri, inevitabilmente spezzati da ciò che lei era diventata nell’ultimo periodo. Quelle stesse mani che fino a poco prima lo stringevano, improvvisamente avevano iniziato a respingerlo, allontanandolo senza pietà. Ieri era seduta lì, ora non  più. Stanotte non sarebbe stata accanto a lui, il mattino dopo, svegliandosi, non l’avrebbe trovata sdraiata al suo fianco, sul lato destro del letto. Continuava a ripeterselo. La sua assenza stava diventando un’ossessione. Aveva paura che se non fosse riuscito a mettere un freno a questi pensieri cupi sarebbe impazzito.
   Improvvisamente in televisione passò in sottofondo il ritornello della loro canzone. Quando la sentivano insieme lei si metteva a canticchiarla. Ma oggi non c’era. Non avrebbe più sentito la sua dolce voce cantare solo per lui. Di nuovo. Stava rientrando per l’ennesima volta in quel loop di pensieri. A che gli sarebbe servito esserne consapevole se tanto non riusciva a fermarli. Gli venne in mente quello che gli avevano raccontato gli amici qualche giorno prima: lei aveva reciso i contatti anche con loro. Si era trovata un nuovo gruppo con cui uscire e sembrava stare bene, ma secondo loro fingeva e basta. Gli sarebbe piaciuto esserne fermamente convinto anche lui. Continuava a ripetersi che non si cancella così una storia di un anno. Non si può rimanere indifferenti di fronte a tutto ciò che era finito.
   Qualcosa di caldo gli bagnò le guance. Stava piangendo silenziosamente. Quando se ne rese conto non riuscì a trattenersi e iniziò a singhiozzare rumorosamente. Si portò le mani al volto lasciando cadere la lattina di birra mezza vuota. Il liquido rimasto si riversò sul pavimento. Incurante di tutto urlò, chiedendo inutilmente una spiegazione ai muri della stanza vuota, tirò dei pugni al divano e alla fine, sconfitto, appoggiò stancamente la fronte ai palmi delle mani, infilando le dita tra i capelli.
   Chissà se anche per lei era lo stesso. Se andando a letto quella sera avrebbe pensato a lui almeno una volta. Se l’avrebbe cercato con le sue mani dall’altro lato del letto. Gli mancava da morire. Da morire. Forse se gli avesse dato una spiegazione il suo cuore non sarebbe stato così in tumulto. Forse avrebbe dovuto sforzarsi per trovarla da solo, una spiegazione. Ma la verità è che ci aveva provato, continuamente, insistentemente. Aveva messo in dubbio sé stesso e qualsiasi altra cosa e non era servito a nulla. Possibile che, litigio dopo litigio, il loro amore si fosse spento così? Che la somma di tante piccole cose avesse scavato un varco così grande tra di loro? Ora che tutto era finito sembravano solo sciocchezze su cui sarebbe stato disposto a passare sopra, ma evidentemente per lei non era così. Era solo lui a volerci riprovare? A voler tornare indietro? Forse lei si era arresa troppo facilmente? Cosa aveva fatto di così imperdonabile? Era stata lei pian piano a dire sempre “no”, a non farsi più trovare, a spingerlo via. L’aveva fatto con le sue stesse mani. Pensava che col tempo sarebbe passato. Invece era ancora come rendersi conto per la prima volta che anche se era l’unica che lui voleva al suo fianco, non ci sarebbe stata, non più. Il sogno si era spezzato. Improvvisamente per lei era diventato solo “un altro”. Chiuso in casa avrebbe continuato a tormentarsi, da solo, nemmeno la luna, nascosta oltre le tende scure, gli avrebbe fatto compagnia.
  
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