Capitolo
XVII
Operazione
di salvataggio
(dal
punto di vista di Nick)
Era
passata un’ora e mezza da quando Michael aveva fatto rapire i nostri
figli.
Stiamo tornando a Zootropolis, seduti sul sedile posteriore dell’auto
guidata
dall’agente Cervozzo, che in questo momento sta attraversando il
versante
orientale dell’area dei Three Burrows.
Ad
essere sincero, mi aspettavo quasi che ci avrebbe portati da qualche
parte per
poi chiuderci a chiave in una stanza.
Non
si può proprio dire che, in questo momento, stiamo seguendo un piano
preciso:
sia io sia Carotina stiamo facendo affidamento sull’istinto.
A
un certo punto, Cervozzo riceve una chiamata, presumibilmente dal mio
caro
cuginetto. Ci ha avvertito che sia lo ZBI sia il Corpo di Polizia di
Zootropolis avevano allestito dei posti di blocco congiunti e che si
stavano
preparando per un assalto in grande stile all’edificio del City Centre
Works.
A
giudicare dal modo in cui Michael era finora riuscito – almeno in
apparenza – a
eludere la guardia sia dei federali sia dei nostri colleghi in polizia,
non
sarei affatto sorpreso se avesse preparato delle contromisure. Se fossi
al suo
posto, mi comporterei in questo modo. Non avrebbe mai potuto mettersi
di sua
volontà in una posizione tanto scomoda e così pericolosa, senza aver
prima
tenuto a portata di zampa un’altra carta da giocare.
******
Nick
stringeva la zampa di Judy alla sua, avvolgendola in una stretta
leggera, ma
rassicurante al tempo stesso.
“Li
riprenderemo. Nicholas e Robin… staranno bene.” disse Nick in un
difficile
tentativo di rassicurare Judy.
“Perciò…”
iniziò Cervozzo, mentre osservava la strada dal suo specchietto
retrovisore,
“Qual è il vostro piano?”
“Cosa?”
domandò Judy, distogliendo lo sguardo da Nick.
“Dovete
pur avere in mente un piano, vero?” continuò l’agente Cervozzo, “Quel
che è
certo è che non potete entrare là dentro disarmati. Non potrò aiutarvi.
Inoltre, dovreste superare la vigilanza della squadra TUSK che sarà
presente
sul posto al momento del nostro arrivo.”
“Per
adesso… dirigiti a casa mia.” disse Judy, “Non ho ancora recuperato i
dati che
ho lasciato in memoria là dentro da quando siamo partiti per
Bunnyburrow.
Dopodiché… ci inventeremo qualcosa. Facciamo sempre così.”
“Gran
bel piano.” esclamò Cervozzo in tono sarcastico, “Ma ho sentito dire
che a
volte persino le idee più folli possono funzionare.”
“Come
ad esempio sequestrare un convoglio di camion per andare contro
l’intero corpo
di polizia…” dichiarò Judy, sbuffando brevemente.
“Perché
vuoi aiutarci?” domandò Nick.
“Wilde
direbbe che questo significa infrangere la regola numero 10, secondo la
quale
non bisogna mai affrontare un caso nel quale si è direttamente
coinvolti sul
piano emotivo.” dichiarò Cervozzo, “Ma in questa evenienza, credo che
la regola
numero 24 abbia maggior valore.”
“Di
che cosa stai parlando?” gli chiese Nick.
“Mai
affrontare una mamma orsa che protegge i suoi cuccioli.” spiegò il
cervo,
“Dannazione, Wilde… questo sì che crea confusione…”
“So
a chi ti stai riferendo.” affermò la volpe.
“Beh,
tuo cugino ha una lunga lista di regole.”
“Questo
rientra nel suo stile.” commentò Nick, facendo roteare gli occhi,
“Quante di
queste regole possono essere applicate alla situazione attuale?”
“Ecco,
per quanto possa sembrare rigida, credo che la regola numero 12 abbia
impedito
a Michael di sfruttarvi appieno.”
“Fammi
indovinare… questa regola impone di non avere figli?” azzardò Nick.
“Mai
intraprendere una relazione con una collega di lavoro.” dichiarò alla
lettera
l’agente Cervozzo.
“Che
regola assurda.” sbottò Judy, “Non puoi sapere in anticipo di chi ti
innamorerai.”
“Non
sono io a fare le regole.” si giustificò Cervozzo, “Ad ogni modo, Wilde
è un
fan della regola numero 16 nei casi di sequestro di mammifero.
Tuttavia, non
sempre funziona. ‘Se qualcuno pensa di averti in pugno, sfuggi alla sua
presa’.
Credo che… questo valga anche per la regola numero 36. ‘Se pensi di
essere
stato imbrogliato, è altamente probabile che sia così’. Giuro di averla
sentita
una volta in un film. Il punto è che tutti vivono seguendo un proprio
codice
d’onore. Comunque… qual è il piano?”
“Entreremo
lì dentro. In un modo o nell’altro.” disse Judy con fermezza, “Non
faremo
irruzione disarmati. Se Michael spera di dividerci e farla franca…”
“Saremo
ben felici di mandare a monte i suoi piani.” concluse Nick per lei.
“Beh…
‘È un lavoro molto difficile e l’unico modo per portarlo a termine è
lavorare
tutti insieme come una squadra. Questo significa che dovrete fare
esattamente
tutto quello che dico io’, così direbbe il grande Michael Cairn.” disse
Cervozzo con un particolare accento cockney, “Lo so che è una battuta
tratta da
un film classico, ma dico sul serio. Non posso fornirvi armi o altro,
ma vi
porterò laggiù se mi darete retta.”
Il
cellulare del cervo, appoggiato sul cruscotto, iniziò a squillare.
Cervozzo
toccò lo schermo.
“Voglio
un rapporto sulla situazione.” disse una voce familiare alle
orecchie di
Nick, facendogli digrignare i denti.
“L’obiettivo
mi è sfuggito, capo.” rispose Cervozzo, mentre Nick e Judy si
scambiavano
un’occhiata confusa, “Che cosa sta succedendo laggiù?”
“L’elicottero
ha avvistato il loro furgone sulla riva occidentale del fiume che
attraversa
Bunnyburrow, vicino a un vecchio negozio di articoli da pesca
abbandonato. La
Guardia Costiera ha individuato gli obiettivi a bordo di una barca
diretta
verso i Canali. Non ci sfuggiranno.”
“Qual
è il piano?” domandò Cervozzo.
“Abbiamo
posizionato dei cecchini nella zona dei Canali.” affermò l’agente
Wilde, “Ho
ordinato agli agenti sull’elicottero di tenersi a debita distanza,
perché gli
obiettivi hanno un lanciagranate a portata di zampa. Gli agenti della
Polizia
di Zootropolis sono di guardia ai blocchi stradali, perciò gli
obiettivi non
potranno entrare in città via terra.”
“Ehi,
sembra una scena tratta dal film White Horse Down.” esclamò Cervozzo,
ridacchiando fra sé e sé.
Ci
fu un breve momento di silenzio. Il sorriso sul muso del cervo svanì e
si
allungò fino a darsi un colpetto sulla testa.
“Chiedo
scusa, capo.” disse l’agente dello ZBI.
“Cervozzo…
ricordati la regola numero 6.” lo ammonì l’agente Wilde.
“Giusto.
Comunque, sto tornando a Zootropolis. Sia Hopps sia Wilde sono con me.”
annunciò Cervozzo prima di lanciare un breve sguardo sulla coniglia e
sulla
volpe seduti sul sedile posteriore della sua auto.
“Tienimi
aggiornato e fammi immediatamente sapere quando avrai fatto ritorno in
città.”
gli ordinò Jack Wilde.
“Lo
farò, capo.” promise l’agente Cervozzo, prima di interrompere la
comunicazione
e rivolgere di nuovo l’attenzione a Nick e Judy.
“Perché
hai mentito al tuo capo per noi?” domandò Judy.
“Se
ci pensate, ve lo devo.” rispose Cervozzo.
“Che
cosa vuoi dire?” gli chiese Nick.
“Jack
è troppo orgoglioso per ammetterlo, ma siete stati proprio voi due ad
averlo
spinto ad arruolarsi nello ZBI.” ammise il cervo, “Se non lo avesse
fatto,
probabilmente anch’io sarei rimasto a lavorare come poliziotto nel
Distretto
Dieci.”
“Gli
è sempre piaciuto girare con un distintivo in bella mostra e sentire il
suono
di una pistola.” disse Nick, prendendosi gioco di suo cugino.
******
So
che cosa ha intenzione di fare Cervozzo. Sta cercando di distogliere la
nostra
attenzione da tutto ciò che sta succedendo, ma non funziona.
Per
tutta la durata del viaggio, sto onestamente pensando di smembrare
Michael un
pezzo alla volta. Non sono una volpe violenta. Per la verità, ho sempre
odiato
dover ricorrere alla forza bruta, ma devi fare tutto quello che è
necessario
per proteggere la tua famiglia. Posso soltanto immaginare cosa stia
pensando
Judy in questo momento. Probabilmente qualcosa di molto simile… o forse
anche di
più violento. Chissà?
Imbocchiamo
il tunnel che ci porterà a Zootropolis. È una strada dritta senza
nessun altro
veicolo in vista e impieghiamo circa venti minuti per attraversarlo.
Percorriamo questa tappa del viaggio in silenzio, anche se sto ancora
cercando
di rassicurare Carotina senza dirle nulla. So che dire cose del tipo
‘andrà
tutto bene’ non le sarebbe di alcun conforto in questo momento.
Non
passa molto tempo prima che arriviamo dall’altra parte, emergendo nella
parte
meridionale del Distretto di Savanna Central; è allora che il cellulare
riprende a squillare.
******
“Qui
Cervozzo.” disse il cervo al telefono.
“Vuoi
sentire prima la notizia buona o quella cattiva?” gli domandò
l’agente
Wilde.
“Prima
la buona.”
“Abbiamo
catturato quei sacchi d’immondizia.” annunciò l’agente Wilde, “I
cecchini li hanno presi mentre stavano attraversando la zona dei
Canali. Ora li
abbiamo in custodia.”
Nick
e Judy si scambiarono un’occhiata d’intesa dopo aver sentito la notizia.
“Qual
è la cattiva notizia?” domandò Cervozzo al suo capo, contenendo a
fatica la sua
preoccupazione.
“Erano
una dannata esca.” ringhiò l’agente Wilde, “I cuccioli presi in
ostaggio
non erano con loro.”
Nick
sentì Judy irrigidirsi accanto a sé, mentre lui stesso tratteneva una
smorfia
di disappunto.
“Ho
interrogato uno degli orsi e ci ha confessato che si trovavano a bordo
di una
seconda macchina guidata da una pecora. Le telecamere stradali hanno
individuato il mezzo e abbiamo iniziato le ricerche. Ti invierò
ulteriori
informazioni subito dopo aver terminato questa chiamata; nel caso in
cui ti
dovesse capitare di vederla sulla strada del ritorno, contattami
immediatamente. Nessuna parola da parte di Wilde e Hopps?”
“Nessuna,
capo.” mentì Cervozzo. Ci fu una breve pausa.
“Ti
manderò tutte le informazioni possibili. Nel frattempo, raggiungici al
Distretto Uno, dove abbiamo installato una base temporanea. Stiamo per
inchiodare quel pazzoide.” dichiarò l’agente Wilde, poco prima di
interrompere la chiamata. Il cellulare di Cervozzo trillò, mentre lo
passava
nelle zampe di Nick e Judy. La coniglia toccò la schermata e apparve
l’immagine
di una Herd Foalcus Estate rossa fiammante. La fece mostrare subito a
Nick.
******
Ingrandisco
l’immagine inviata sul telefono e scorro verso il basso. È uno scatto
proveniente da una delle telecamere stradali. Tutti i dettagli inerenti
al
conducente sono stati inseriti nel messaggio allegato, così riesco a
riconoscerlo. In fin dei conti, in città conosco tutti… o perlomeno, li
conoscevo.
Sebbene
siano passati un paio di mesi da quando l’avevo visto caricare dosi di
Risveglio dei Morti su uno dei camion, il manto di lana nero che lo
ricopre lo
rende inconfondibile.
È
Woolter, uno degli arieti che avevano collaborato con Doug durante gli
attacchi
degli Ululatori Notturni avvenuti diciannove anni fa.
Ovviamente,
anche lui è coinvolto. Michael si è circondato di tutti quei mammiferi
che sono
stati più che disposti ad aiutarlo nell’attuazione del suo folle piano
o che
avevano effettivamente avuto un ruolo negli incidenti degli Ululatori
Notturni
che avevano portato alla morte dei suoi stessi genitori. Non sarei
affatto
sorpreso se Michael avesse riservato un proiettile per ognuno di loro,
considerato che non nutro alcun dubbio sul suo desiderio di ucciderli
tutti.
Quel
maledetto sta facendo di tutto per farci ribollire il sangue nelle vene.
******
“E
adesso… che si fa?” domandò Cervozzo.
“Ci
atteniamo al piano.” rispose Judy con fermezza.
“D’accordo,
ve lo ripeto ancora una volta… qual è il piano?” sottolineò il
sottoposto dell’agente Wilde, “Andare nel tuo appartamento e
raccogliere tutti
i dati disponibili non può essere definito piano.”
“Ho
due pistole spara-tranquillanti a casa mia.” disse Judy, “Fin da quando
sono
stata promossa a capo della polizia. Per ogni evenienza.”
“E
dopo… che cosa farete?” proseguì Cervozzo, “Avvicinarvi al sito e
sgattaiolare
sotto il muso di polizia e ZBI, per poi fare irruzione nell’edificio e
dare il
via alle danze? E poi? Non sapete nemmeno quanti mammiferi abbia
Michael a
disposizione.”
“…
troveremo un modo.” ribadì Judy con piglio deciso, “Lo facciamo sempre.”
“Non
sembra affatto allettante come prospettiva.” commentò Cervozzo, “Il
capo non
esiterebbe a far montare le mie corna in bella mostra sulla parete del
suo
ufficio, se sapesse che ho permesso a entrambi di fare di testa vostra.”
“…
perciò non glielo diremo.” disse Judy. Nick la guardò incuriosito,
mentre
Cervozzo tratteneva a fatica una risata.
“Che
cosa c’è?” domandò la coniglia, sbattendo perplessa le palpebre.
“Hai
mai provato a mentire al mio capo?” domandò Cervozzo, “Posso
assicurarti che
non è una bella pensata. Posso ritenermi fortunato che non mi abbia
fatto una
lavata di capo quando mi ha chiamato, perché è altamente probabile che
lui
sapesse che ho mentito per coprire tutti e due.”
“Non
posso che darti ragione su questo punto.” intervenne Nick, “È capace di
fiutare
l’odore della benché minima infrazione anche a un miglio di distanza.”
“Allora
non fargli capire che stai mentendo.” suggerì Judy.
******
Non
so per quale motivo Cervozzo voglia aiutarci, considerando il fatto che
non
abbiamo un vero e proprio piano in mente. Forse è solo un bravo
mammifero,
oppure tutto questo è soltanto una messinscena. Non appena arriveremo
all’appartamento di Carotina, lui ci sbatterà dentro e chiuderà la
porta a
chiave fino a quando tutta questa storia non sarà finita.
A
questo proposito, arriviamo davanti al portone d’ingresso e Cervozzo
esce dalla
macchina. Judy è la prossima a scendere, dopodiché entrambi entriamo
nello
stabile.
In
piedi davanti alla porta dell’appartamento, con gli occhi di chi non
sembra
affatto entusiasta di vederci, c’è Jack Wilde, con indosso un giubbotto
antiproiettile e un cappello con visiera ancorato alla testa, entrambi
con la
sigla ZBI in bella mostra.
******
“Te
li sei lasciati sfuggire, vero?” disse Jack Wilde, rivolgendosi a
Cervozzo. In
seguito, rivolse la sua attenzione a Judy e Nick.
“Che
cosa avreste intenzione di fare esattamente, voi due?” domandò l’agente
dello
ZBI, “Prenderete un paio di pistole spara-tranquillanti con la speranza
di
riuscire a superare indisturbati sia i cordoni di sicurezza sia gli
scagnozzi
di Michael?”
“Sembra
che tu sappia che abbiamo questa intenzione.” rispose Judy.
“Non
può che essere così.” sottolineò Nick.
“Ho
avuto un’intuizione.” ammise Jack, “O per meglio dire,
un’illuminazione.”
“Agente
Wilde… hai dei figli?” gli domandò Judy.
“Sì.”
rispose il cugino di Nick, mentre fissava intensamente la coniglia.
“Che
cosa faresti se fossi nella mia posizione?” gli chiese nuovamente
quest’ultima.
Cervozzo
aprì la bocca, ma il suo superiore gli intimò di tacere con un’occhiata
prima
di rivolgere nuovamente la sua attenzione a Judy.
******
Conoscevo
la risposta che le avrebbe dato, perché già sapevo che si era trovato
nella
stessa situazione. Appena un anno dopo essere entrato in servizio nello
ZBI,
sua figlia venne rapita. Posso dire tutto quello che mi pare a
proposito di
Jack e di come mi stuzzichi sempre nel modo sbagliato, ma ha sempre
agito per
il bene di sua figlia.
Jack
sta ripensando alle parole di Judy e non passa molto tempo prima che ci
faccia
sapere quale sia la sua opinione in merito.
******
“Dovrei
tenervi sotto custodia cautelare in questo momento.” esclamò Jack.
“Ma
non lo farai.” lo interruppe Nick, “Altrimenti l’avresti già fatto.”
“Vi
porterò fin laggiù, ma una volta arrivati, sarete un problema del
capitano
Fangmeyer.” disse Jack, “Quello che farà con voi non sarà più una mia
preoccupazione.”
Judy
e Nick si scambiarono un breve cenno d’intesa mentre Jack li
scavalcava,
raggiungendo l’agente Cervozzo e fulminandolo con lo sguardo.
“Ecco,
io… ho combinato un gran casino, capo.” si giustificò il cervo.
“Questo
è certo.” si limitò a rispondergli Jack.
“Per
favore, dicci…” disse Judy, “Avete catturato Woolter? Come stanno i
nostri
figli?”
Jack
spostò lo sguardo verso Judy e, per il più breve dei momenti, sia lei
sia Nick
avrebbero potuto giurare che il suo sguardo si fosse ammorbidito.
“No.”
rispose Jack scuotendo la testa, “Ha abbandonato la sua auto e si è
rifugiato
nel sistema fognario della città. Probabilmente l’ha fatto per
raggiungere il
grattacielo in cui si trova Michael senza farsi vedere.”
******
Perciò
la posta in gioco rimane alta esattamente come tre ore fa, quando
avevamo
ricevuto quella telefonata da Michael.
Io
e Carotina ritorniamo in macchina con Jack e l’agente Cervozzo. Non
passa molto
tempo prima che Jack, che aveva preso il volante, ci porti presso il
grattacielo dove i nostri figli sono tenuti in ostaggio. Si trova
esattamente
nel centro cittadino, a pochi isolati di distanza sia dalla centrale di
polizia, sia dall’appartamento di Carotina.
I
veicoli del Dipartimento di Polizia di Zootropolis e dello ZBI sono
schierati
ovunque. Vedo il capitano Fangmeyer discutere con alcuni agenti. C’è
anche una
squadra di agenti della TUSK davanti all’ingresso recintato del
grattacielo.
Sono tutti armati di potenti fucili spara-tranquillati, fabbricati
sullo stesso
modello di quello adoperato da Doug Ramses diversi anni fa.
Sia
mio cugino sia l’agente Cervozzo lasciano la macchina e, prima che
tocchi a
noi, la mia zampa si stringe attorno a quella di Carotina.
Dopodiché
abbandoniamo anche noi l’abitacolo, giusto in tempo per andare in scena.
Il
capitano non sembra affatto contento di vederci.
******
“Fra
tutte le cose impulsive, sconsiderate e stupide che voi due avreste
potuto
fare…” iniziò il capitano Fangmeyer, “Avete deciso di disobbedire a un ordine
diretto e di uscire fuori dalla custodia cautelare per venire
direttamente
qui, fra le zampe di quel maledetto.” concluse indicando con la testa
l’edificio in cui Michael si era rintanato.
“Allora
ci sbatta dietro le sbarre.” disse Judy con aria di sfida, “Ma farebbe
meglio a
rinchiuderci in qualche carcere dal quale non sia possibile uscire in
alcun
modo, perché combatterò per i miei figli con ogni fibra del mio corpo,
anche se
dovessi evadere da qualsiasi luogo nel quale vorrà rinchiuderci.”
Fangmeyer
continuò a fissare la sua sottoposta. Nick, nel tentativo di sbrogliare
la
situazione, iniziò a parlare.
“Mi
scusi, capitano, ma non crede che non sarebbe affatto una cattiva idea
mandarci
lì dentro – non da soli, naturalmente – per scoprire che cosa stia
impedendo a
Michael di farci fuori tutti qui e subito?” disse, “Non so un granché a
proposito di esplosivi, ma ci sono volute tre ore per arrivare fin qui
in
macchina. Più altre tre prima che gli scagnozzi di Michael arrivassero
a
Bunnyburrow e rapissero i nostri figli. Fanno sei ore in totale. Un po’
troppe
per posizionare gli ordini e far saltare tutto per aria. Perciò, perché
non
l’ha ancora fatto?”
Fangmeyer
mantenne lo sguardo fisso sui due agenti.
“Ci
mandi nell’edificio.” disse Judy, “Potrà rimproverarci o farci
qualunque altra
cosa desideri, dopo che avremo tratto in salvo i nostri figli. Ma non
me ne starò
qui in piedi senza fare nulla mentre loro sono in pericolo. Non lo farò
mai.”
Fangmeyer
sbuffò contrariata.
“Ho
la netta sensazione che voi due mi disobbedirete, qualunque cosa io
faccia o
dica.” esclamò la tigre a capo della polizia, “Dimentichi che non sei
più il
capitano, Hopps. Perciò dammi una buona ragione, una soltanto, per la
quale non
dovrei sospenderti dal servizio per insubordinazione.”
Judy
guardò il suo diretto superiore con occhi risoluti, come se osasse
sfidarla a
dare credito alla sua stessa minaccia.
******
Avete
mai assistito allo spettacolo di una forza inarrestabile che si scontra
contro
un ostacolo inamovibile? Indovinate quale delle due corrisponde a Judy.
Avrebbero
potuto restare così per tutto il giorno e, in circostanze normali,
sarebbe
passato molto tempo prima che una delle due avesse mostrato i primi
segni di
cedimento.
Questa,
tuttavia, non è affatto una circostanza normale e, come se avesse lo
scopo
preciso di puntualizzarlo, il cellulare di Judy iniziò a squillare.
È
di nuovo quel contatto sconosciuto e sappiamo entrambi che cosa
significa.
Judy
risponde e mette la chiamata in vivavoce.
******
“Vedo
che siete arrivati al cordone di sicurezza.” esclamò la voce di
Michael.
“Dove
sono?” domandò Judy con un ringhio minaccioso.
“Quassù,
insieme a me.”
“Se
oserai far loro del male…”
“Non
sei nella posizione di minacciarmi, Hopps.” disse Michael, “Neppure
il
tuo capo è in grado di tenerti in disparte. So che è lì con te e che
sta
facendo del suo meglio per impedirti di entrare. Per questa ragione,
parlerò
direttamente con lei, capitano… non interferisca.”
Judy
lanciò un’occhiata a Fangmeyer.
“Abbiamo
circondato l’edificio.” dichiarò la tigre, “Non c’è via d’uscita.
Quindi perché
non rilasciate semplicemente gli ostaggi e vi arrendete?”
“Non
succederà.” rispose Michael, “Lei non è nella posizione di darmi
alcun
ordine. Lo sa che ho tutte le mie carte da giocare? La sola cosa che mi
impedisce di far esplodere l’intera catena di bombe in questo preciso
momento
sono Hopps e Wilde e, fintanto che vorranno giocare con me, potreste
effettivamente avere qualche possibilità di fermare i miei piani.
Tuttavia, se
ha intenzione di unirsi al gioco, dovrà rispettare le regole, capitano.
Perciò
ecco che cosa succederà. Ho ordinato ai miei mammiferi di non sparare
né a
Hopps né a Wilde. Dovranno raggiungere l’ottavo piano, da soli. I miei
fidati
sottoposti non faranno loro alcun male, ma sono determinati a impedire
alla
squadra TUSK di raggiungermi; immagino che anche loro faranno del loro
meglio
per… finire la partita. Non sono affatto un tipo irragionevole: avranno
trenta
minuti a disposizione per fermarmi. Se tenterete di fermarli, lo verrò
a sapere
e farò esplodere le bombe. Se non mi raggiungeranno entro il tempo
stabilito,
le farò esplodere ugualmente.”
Ci
fu una pausa gravida di tensione prima che Michael riprendesse il filo
del
discorso.
“Spero
di essere stato sufficientemente chiaro.” concluse l’ibrido prima
di
chiudere la chiamata.
Fangmeyer
lanciò un’occhiataccia al cellulare per un momento, prima di posare una
zampa
sulla fronte e sospirare rassegnata.
“Va
bene.” disse infine la tigre, “Si faccia così. Andrete insieme alla
Squadra Uno
della TUSK, sotto il comando diretto di Rhinowitz. Obbedirete ai suoi
ordini
come se fossero i miei.”
******
Cos’altro
possiamo fare? Non c’era mai stata un’alternativa vera e propria.
Adesso il
capitano se n’è resa conto.
Andiamo
da Rhinowitz, il quale è piuttosto sorpreso di vederci, tanto per usare
un
eufemismo. Tutti sanno che cosa c’è in ballo adesso. Perciò, seppur
dietro una
coltre di polemico silenzio, Rhinowitz accetta di farci entrare nella
sua
squadra TUSK.
Ci
vengono forniti giubbotti antiproiettile e nuove pistole
spara-tranquillanti.
Judy rimane silenziosa per tutto il tempo, ma riesco ad attirare la sua
attenzione una o due volte e vedo la stessa determinazione che avevo
visto in
lei quando, tanti anni fa, mi aveva trascinato per tutta la città alla
ricerca
di prove sulla scomparsa del signor Otterton.
So
cosa c’è in ballo qui. Io e Carotina siamo l’unica possibilità di
salvezza per
i nostri figli; se Michael ha davvero intenzione di lasciarci entrare,
allora
potremmo davvero avere la possibilità di fermare l’altro suo folle
piano.
Vedo
la squadra di agenti della polizia e dello ZBI, con Jack e Cervozzo che
si
preparano. Mio cugino mi guarda e annuisce brevemente, prima di
afferrare
un’arma e andare avanti. Mi ricordo di qualcosa che aveva detto prima
Cervozzo.
La
regola numero 36. È vero, Michael si è preso gioco di noi fin
dall’inizio. Lo
so e basta. In questo momento, stiamo ballando sulle note della sua
versione della canzone di Gazelle.
Il
capitano ci dice qual è il piano da seguire: la nostra squadra sarebbe
entrata
per prima, mentre la forza d’assalto dello ZBI ci avrebbe seguito. Non
appena
vediamo un’apertura, dovremo raggiungere l’ottavo piano e fermare
Michael a
tutti i costi.
Robin, Nicholas, aspettateci. Stiamo per arrivare.
Note
dell’autore: Eccoci
al diciassettesimo capitolo!
Michael
Clawford è più determinato che mai a gettare l’intera città di
Zootropolis nel
caos e con i giovani Nicholas e Robin nelle sue grinfie, sembra avere
tutte le
carte in regola per portare a compimento i suoi folli propositi di
vendetta.
Sebbene Nick e Judy abbiano convinto il capitano Fangmeyer e l’agente
Wilde a
prendere attivamente parte all’operazione, dovranno fare ricorso a
tutte le
loro forze pur di salvare i loro figli in quella che sarà a tutti gli
effetti
una corsa contro il tempo, come in ogni thriller che si rispetti.
Prima
di congedarmi, permettetemi di fare chiarezza su alcune citazioni
uscite dalla
bocca dell’agente Cervozzo. L’elenco di regole sciorinate in questo
capitolo è
un chiaro riferimento all’agente speciale Leroy Jethro Gibbs, il
protagonista
della serie NCIS – Unità anticrimine interpretato da
Mark Harmon.
La battuta, invece, prende spunto dal film Un colpo all'italiana
del 1969, diretto da Peter Collinson e con l’attore londinese Michael
Caine nei
panni del protagonista. A proposito, il cockney è un termine
riferito
sia ai componenti del ceto proletario di Londra sia al peculiare
dialetto
parlato nella capitale britannica.
Come
è mia consuetudine, vi lascio alcuni link utili:
Pagina
DeviantArt dell’autore: https://www.deviantart.com/giftheck/
Capitolo
XVII di Waking Death: https://www.deviantart.com/giftheck/art/Waking-Death-18-Rescue-Plan-730333509
Storia
completa: https://archiveofourown.org/works/11441793?view_full_work=true