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Autore: lmpaoli94    18/04/2020    0 recensioni
Sequel di Prigione di vetro.
Dopo aver scoperto che Peter Parker è in realtà Spider – man, la collera di Harry Osborn divenne incontrollabile.
Con l’aiuto di Gwen Stacy, cercheranno di unire le forze per toglierlo di mezzo una volta per tutte.
Ma non possono immaginare che l’eroe è molti più forte e furbo dei traditori che lo circondano…
Genere: Avventura, Drammatico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gwen Stacy, Harry Osborn, Mary Jane Watson, Peter Parker
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Dopo essere sfuggiti al massacro dell’esplosione del nuovo grattacielo di New York, Mary Jane si rifugia nell’appartamento di Peter Parker cercando quel conforto che non riusciva a trovare da molto tempo.
< Ti ho preparato una tazza di thè > fece il ragazzo porgendogliela.
< Grazie. Sei gentile. >
< Mi fa piacere vederti sorridere… Adesso come stai? >
< Ho avuto giorni migliori. >
< Chi l’avrebbe potuto immaginare che dietro a tutto questo ci fosse quel dannato Norman Osborne? >
< Che cosa? È stato il padre di Harry a causare tutto questo? >
< Purtroppo sì… La sua sete di potere l’ha completamente rovinato, barattando la sua anima con la forza e vendicarsi della povera gente come noi. >
< Ma noi che cosa gli abbiamo fatto? >
< Niente. Ce l’aveva solo con i potenti. >
< E Harry? È a conoscenza di tutto questo? >
< Sinceramente non lo so. È ancora distrutto per la morte di suo padre, ma non so se conosce davvero la sua identità. >
< Spider – man ha dovuto toglierlo di mezzo… >
< Sono molto dispiaciuto per aver preso una tale decisione, ma non avevo altra scelta. >
< Ti capisco, Peter. Hai salvato tutti coloro che si trovavano nella torre. Compresa me… Ed io non posso dimenticarlo. >
Accoccolandosi vicino a Peter, Mary Jane sentì quel calore e quell’amore che avrebbe voluto sentire da molto tempo prima.
< Che cosa gli dirai ad Harry? >
< Non posso permettere che la mia vera identità venga messa in discussione. Tutte le persone vicine a me sarebbero in pericolo e non posso permetterlo. >
< Lo sai che Harry non si fermerà mai nel trovare l’assassino, vero? >
< Ne sono consapevole. Ormai per lui Spider – man è diventata una minaccia da togliere di mezzo immediatamente. >
< E non hai paura? >
< La paura fa parte dell’essere umano… Ma adesso che finalmente ti ho ritrovato, mi sento più forte che mai. >
< Lo sai che non mi hai mai persa, vero? Dovevi solo confessare i tuoi reali sentimenti. >
< Sono una persona timida, Mary Jane. Mi dispiace non averlo fatto prima. >
< Ti capisco… Meglio tardi che mai. >
< Esatto. >
Nel mentre Peter e Mary Jane si stavano scambiando effusioni d’amore, i due nuovi fidanzati non notarono che Gwen Stacy li stava fissando da fuori l’appartamento del ragazzo.
< Oltre ad Harry, devi risolvere la questione di Stacy > mormorò Mary Jane ritornando seria.
< Con lei non devo risolvere nessuna questione. Siamo soltanto amici. >
< Da come ti stava attaccato alla festa non credo che sia così. >
< Lei conosce i reali sentimenti che ho per te. Non li ho nascosti a nessuno. >
< Tranne a me > replicò la donna un po’ adirata.
< Scusami se mi sono comportato come un’infantile. >
< Sei perdonato. Ma la prossima volta ti consiglio di rivelarmi tutta la verità. >
< Certo. Lo farò… Tranne però sulla mia verà identità. >
< D’accordo. Questo te lo concedo > Rispose Mary Jane mettendosi a ridere < Però dovresti sapere come sta Gwen? Non abbiamo più nessuna notizia dopo che mi hai salvato. >
< Domani mattina cercherò di mettermi in contatto con lei. >
< Non ce l’hai il suo numero di telefono? >
< In verità, sì. >
< Allora chiamala subito. Potrebbe avere bisogno d’aiuto. >
< Proprio adesso che sono con te? >
< Ti reca così tanto disturbo? >
< No, però… Volevo non pensare ad altro e rimanere accanto a te per tutta la notte. >
< Abbiamo abbastanza tempo. Ti consiglio di chiamarla subito. >
Convinto dalle parole della sua amata, alla fine Peter decise di contattarla.
< Non mi sta rispondendo > fece il ragazzo.
< Dagli tempo. Tu continua ancora. >
Guardando il display del suo cellulare, Gwen pensò se rispondergli oppure no.
“Adesso ha il coraggio di cercarmi quel codardo. Chissà cos’ha da dirmi.”
< Pronto? > fece Gwen con tono flebile.
< Ehi, ciao. Sono Peter Parker. Volevo sapere come stavi. L’ultima volta che ti ho visto eri con i medici e ho deciso di non disturbarti ulteriormente. >
“Certo. Perché non trovi una scusa più adeguata e mid dici che volevi stare con la tua amata?”
< Nessun problema… Adesso sto molto bene. >
< Meno male. Dove ti trovi? Sei a casa? >
< Sì. Sono in compagnia dei miei genitori > rispose Gwen distogliendo lo sguardo verso Harry.
< Mi dispiace non esserti rimasta vicino. Davvero. >
< Non ti preoccupare. Anche tu avrai i tuoi problemi, no? >
< Diciamo che ho preferito tornarmene a casa. Tutto qui. >
“Sì, a pensare a quella maledetta.”
< Se per te non è troppo disturbo potremmo vederci domani mattina per prendere un caffè insieme. Ti va? >
< Sì, certo. Nessun problema. >
< Splendido. Alle nove davanti al bar dell’università va bene? Dopo non posso perché ricominciano le lezioni. >
< D’accordo. Per le nove va bene. >
< Ci vediamo domani. Buona serata. >
< Grazie altrettanto > disse Gwen riagganciando la chiamata mentre la sua rabbia era incontenibile.
< Allora? Che ti ha detto? >
< E’ solo uno stupido egoista che pensa solo a se stesso > rispose Gwen con le lacrime agli occhi < Lo odio. Lo odio con tutto il mio cuore. >
< E il tuo odio non rimarrà impunito, mia cara. Non la passerà liscia. Domani mattina dovrà vedersi bene le spalle. >
< Che cosa vuoi fare? >
< E’ una sorpresa… Ti consiglio di non presentarti a quell’appuntamento se non vuoi rischiare la vita. >
< Lo vuoi davvero uccidere? >
< Ho forse altra scelta? Ha ucciso mio padre! E il suo crimine non deve rimanere impunito. >
< Sì, hai ragione… Adesso però meglio che me ne torni a casa. Rimanere qui non può che farmi male > disse infine Gwen mentre la sua disperazione pervadeva continuamente il suo animo.
   
 
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