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Autore: Michele_Anici    18/04/2020    0 recensioni
Michael è un brillante giornalista, pronto a dare l'ennesimo slancio alla sua carriera quando gli viene chiesto di partecipare alla conferenza del direttore dell'ICUB. L'incontro con la giovane Mary cambierà però inevitabilmente la sua vita, con un mistero all'orizzonte irto di pericoli.
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La porta dell'ufficio di Derring era chiusa, e per Tom questa era un'esperienza relativamente nuova. Dentro, il suo capo stava parlando privatamente con Michael, probabilmente per accordarsi definitivamente su cosa avrebbe potuto divulgare e cosa invece andava preservato.

Pur non trovando simpatia in lui, sapeva che se era qui per fare il suo lavoro, non avrebbe dovuto ostacolarlo. Tom era il tipo di uomo che non fa troppe domande, e soprattutto, vista la sua personalità distorta e chiusa, non vedeva il bisogno di far altro che non fosse portare a termine il compito.

Voleva essere tranquillo, e vivere come gli pareva tutto il tempo esterno al lavoro.

Forse questo faceva nascere la sua strafottenza ed il suo carattere indolente; in cuor suo, sperava solo che dopo quella chiacchierata il giornalista non gli stesse troppo appiccicato.

<8:50... devo andare da Mary> pensò, guardando il suo prezioso orologio.

Andò verso l'ascensore e scese sino al piano addestramenti; era vestito in maniera elegante, non certo adatto a fare qualsivoglia allenamento, ma aveva comunque il compito di supportare la ragazza.

La sua perfezione gli impediva di preoccuparsi di certe cose, ma non poteva fare altrimenti in quanto a vestiario; alle 11:00 si sarebbe tenuta una cerimonia formale per il sindaco di GrandLake City.

Una volta spalancate le porte dell'ascensore, Tom vide in lontananza Mary che, già nell'area palestra, sollevava pesi con gran vigore. Si dava molto da fare, ma non sapeva ancora nulla di cosa volesse dire andare a rischiare la pelle.

Lei indossava un reggiseno sportivo nero, e pantaloni di tuta del medesimo colore. Aveva legato la sua chioma con un elastico decisamente bizzarro, visto che il suo colore arancio era incredibilmente acceso, quasi fluorescente.

vedo che sei già a pieno ritmo, Mary” esordì lui, avvicinandosi.

eh si... devo... uff, mettere su muscoli”

non credo tu ne abbia un gran bisogno. Su, posa quel peso, dobbiamo parlare”.

Lei ubbidì, mettendo giù senza troppa fatica l'attrezzo; si chinò, seduta sulla panca, per prendere acqua ed asciugamano. Tolto il sudore dalla fronte, prese un bel sorso, poi sorrise.

Tom iniziò a parlarle di quel che voleva fare nella mattinata, ma lei, prestando poca attenzione tagliò corto; non aveva intenzione di occuparsi di quello, al momento.

ieri sera quando sono tornata eri parecchio assonnato... non mi hai detto quasi niente” iniziò lei, con gli occhi a terra.

oh dai Mary, lo sapevi che non avevo voglia di parlare. Perché devi farne un problema?”

ne faccio un problema perché sei sempre peggio. Che succede? Non parlarmi di niente non ti aiuterà, vorrei che mi dicessi se ti è successo qualcosa”

è solo un periodo movimentato. Hai tutto quel che desideri, non ti faccio mancare niente. Non puoi dire di non stare bene” reclamò lui, senza scomporsi.

Mary non era affatto contenta di come la sua noncuranza stesse prendendo di nuovo piede.

ascolta, guarda questo elastico per capelli! Ieri, camminando per strada, io e Lock abbiamo visto un sacco di bancarelle, e lui mi ha fatto questo dono. Quand'è che tu mi hai effettivamente dato qualcosa con le tue mani?”.

Lui cercò di trovare una risposta, ma non c'era. O perlomeno, non c'era nulla che fosse abbastanza vicino nel tempo da potersela ricordare. Più i secondi passavano, più l'espressione di Mary era delusa.

io ti sono grata, davvero. Ma per anni hai ignorato tutto quello che cercavo di mostrarti. Mi hai tenuta con te, mi hai baciata, hai fatto di tutto con il mio corpo... ed ho sempre dovuto sopportare le altre. Ce ne sono state tante, anche nel nostro letto, Tom” disse lei, ora alterata.

Il biondo le fece cenno di abbassare la voce. Aveva sempre costretto Mary a non far sapere a nessuno di loro due, specialmente lì all'ICUB .

Lei però era davvero tesa, ed anche se abbassò la voce, non smise di parlargli.

non hai mai fatto niente che non fosse viziarmi. Mi fai stare male, ma tu non hai mai rinunciato a divertirti, sbaglio?”

Mary adesso smettila. Da quando frequenti quel giornalista sei cambiata, si può sapere che ti prende? Te l'ho sempre detto che non sono affidabile, sapevi a cosa andavi incontro”

non sono cambiata. Sono solo me stessa, finalmente. Mi hai fatto troppe promesse, ed io ti ho creduto troppe volte. Adesso ci manca che mi lasci sola anche stasera...”.

Tom in quel momento ebbe un raro sussulto di colpa. Il suo sguardo era indiscutibilmente eloquente.

c'è qualcosa di me che non sai, fino in fondo” disse ancora lei, sconsolata “credo che per un po' sia meglio lasciar stare, tutto questo mi fa male”.

Lui cercò di trovare qualcosa da dire, ma non era deciso ad andare oltre. Accettando dentro di se il fastidio di Mary, chiese semplicemente scusa, sapendo di non trovare un buon esito.

L'aveva tradita tantissime volte, ma lei aveva iniziato ad aprire gli occhi. Il fatto che Tom fosse quasi un alieno, un iceberg di incredibile bellezza, non lo poteva più giustificare.

Era il suo modo di vivere, ma lei non era più disposta a seguirlo.

posso lasciarti la casa, per il momento. Consideralo un modo per sdebitarmi. Ma non dare retta al giornalista, quello ti metterà in testa tante cose”

beh in testa me ne ha messe due, per ora. Ed una era questa” disse lei, a braccia conserte e con la voce bassa.

Tom lasciò passare qualche secondo in silenzio, poi riprese a parlare in maniera più calma.

ascolta, ora... siamo qui. Ed abbiamo un lavoro da fare. Cerca di non essere scontrosa in sede, per favore”.

Mary, istintivamente, volle di nuovo rinfacciargli quanto noncurante fosse, ma fece ricorso a un pizzico di buonsenso per capire che ora i problemi personali stavano meglio dov'erano.

Anche se aveva visto in lui un piccolo senso di colpa, sapeva che avrebbe continuato a vivere nello stesso freddo e peccaminoso modo. Conosceva le devianze di Tom fin troppo bene.

va bene, iniziamo” disse Mary, ingoiando il boccone amaro.

 

Laboratorio di ricerca medica, ore 11:37

Circondato dai suoi collaboratori dell' ICUB e da quelli a lui storicamente più vicini, Jack Cross leggeva attentamente tutti i particolari dell'ultimo rapporto che le analisi, sempre più attente e minuziose, avevano prodotto. Il soggetto preso in esame era una donna di mezza età, oramai in stato avanzato di malattia, con la pelle praticamente divenuta corteccia. La sua coscienza era da tempo perduta, e non c'era più nulla da fare.

Ma nonostante tutto, il suo triste destino poteva essere utile a molte altre persone. Era adagiata su un grosso giaciglio, con macchinari tutto intorno. Michael, una volta entrato, percepì un certo affanno nelle operazioni.

Quando Jack lo vide, però, smise immediatamente di occuparsi delle scartoffie e fece gli onori di casa, salutandolo e stringendogli vigorosamente la mano.

Era un uomo in salute, e come scherzava spesso, “ci mancherebbe, visto il lavoro che faccio”.

Il giornalista non perse tempo a contraccambiare gli onori, e chiese di poter fare qualche domanda.

signor Redlock, non si preoccupi. Brown mi ha anticipato che lei sarebbe venuto. Venga, si accomodi” disse Cross, facendolo sedere su uno degli sgabelli.

Non era il posto più comodo, certo, ma dopotutto non poteva certo aspettarsi poltrone come nell'ufficio del capo.

è un onore mister Cross, davvero. Lei sa già cosa posso o non posso scrivere, immagino”

Brown è un uomo molto attento e scrupoloso. So che vuole tenere Mary e Tom nascosti, almeno finché il Differas non diventa un rimedio più affidabile. Ma, detto ciò... prego” fece, con accondiscendenza.

beh, sappia che stamattina ho parlato a lungo con molti dipendenti, e sono tutti molto fiduciosi per il suo lavoro; può dirmi come ha fatto a creare una cura, seppur ancora instabile?”

il Differas è frutto di ricerche e studi, signor Redlock. Deve sapere che i casi, nel mondo, sono molto superiori a quel che Derring e l'ICUB hanno fatto sempre credere. Abbiamo avuto l'ingrato ma proficuo compito di sperimentare su moltissime sfortunate vittime” disse, con rispetto verso tutte quelle persone.

questo mi fa pensare che non sia vero che la malattia si sia diffusa da due anni e poco più”.

Jack rise, soddisfatto della perspicacia e personalità del ragazzo che aveva di fronte. Sembrava effettivamente un calcolatore, un uomo orientato solo ai risultati. Ma in fondo, stava lavorando per una giusta causa.

lei mi stupisce sempre di più. E comunque si, questo fenomeno esiste da almeno otto anni. Ma qui sono sempre riusciti ad arginare il problema. Questo finché non iniziammo, cinque anni fa oramai, a sviluppare il Differas; una volta giunti i primi risultati, si decise di rendere pubbliche, e veritiere, quelle che per anni erano solo leggende metropolitane. Mi creda, il mondo è malato di ignoranza, ma starebbe molto peggio, se sapesse tutto ciò che c'è da sapere. In molti casi, la verità è un problema” disse, con voce altisonante.

Michael fece un po' fatica a credere che stesse dicendo queste cose proprio ad uno che, di mestiere, rendeva note quante più verità possibili.

ahm... d'accordo. Crede che il Differas sarà economicamente alla portata dei più?” chiese, ricomponendosi.

ma certo, sarà assolutamente un medicinale per tutti” rispose Cross, con il sorriso sul volto.

Michael annuì, ma scrisse sul suo taccuino, tra parentesi, un eloquente “sta mentendo” sotto la dichiarazione di Cross.

<è davvero un uomo che sa quel che fa> pensò lui, mentre l'occhio gli cadde sul costosissimo orologio e sull'altrettanto preziosa catenina che Cross indossava.

non voglio rubarle altro tempo ma sa... io devo informare l'opinione pubblica su quanto il vostro lavoro sia avanti. Quindi non penso che la prossima domanda sarà semplice. Vorrei sapere... come funziona questa malattia? E da dove viene? E, la prego, so benissimo che modifica il DNA e la persona in se, sa... avevo del ghiaccio in tazzina ieri”.

Jack perse un po' della sua spavalderia in quel momento, ma non gli dispiacque. Era effettivamente la prima volta che un giornalista, od in generale un intervistatore, gli parlava come fosse un vero uomo. Non gli stava dando corda come tutti, affatto.

Michael lo stava mettendo davvero all'angolo.

vuole sapere la verità? Non lo sappiamo. Il Differas funziona perché reagisce a queste irregolarità e cerca di riportare il corpo umano alla sua naturale condizione, ma questo ci riesce solo perché, medicalmente, conosciamo come dovrebbe essere fatto un umano. Ma, allo stesso tempo, qualcuno deve aver capito come partire dal punto di partenza naturale per poi andare verso quello che lei può vedere sul lettino, laggiù. Io non so spiegarmi perché Mary sia un miracolo della natura, né perché Tom sia tanto perfetto da accostarsi a Dio. So che non è vero che ci sono nati così, questa è una delle tante buone bugie che quotidianamente diciamo. Ma se lei mi dovesse chiedere chi, o cosa li abbia trasformati, mi spiace dirle che ne so quanto loro. E mi creda, li lasci vivere così come sono, all'oscuro” disse lui, non staccando mai gli occhi dal suo interlocutore.

Il giornalista non poté che prendere per vere quelle parole. Il tono di voce di Jack Cross era diverso, ora. Nella sua mente si annidavano mille dubbi, iniziò a chiedersi se veramente Derring volesse far sapere tutto alla gente. Era strano pensare di dover confezionare una verità in mezzo a mille bugie, ma questa era la situazione.

La magia era far sparire la parte brutta della vicenda, ed il coniglio nel cappello era la medicina. Estrarla quando il pubblico guarda solo il cappello, quello era il difficile. Michael, in quel momento, si sentiva il prestigiatore.

A gran voce, uno dei ricercatori richiamò l'attenzione di Jack Cross.

mi scusi” disse, senza troppi convenevoli, “ma abbiamo bisogno che lei veda alcuni dati”

va bene, Robert, arrivo. Mi spiace interrompere la nostra chiacchierata, signor Redlock, ma sappia che ora ha un ammiratore in più” disse lui, tendendogli la mano.

è un onore. E si aspetti altre domande in futuro”

ci conto. Le auguro un buon proseguimento” concluse, tornando poi alle sue mansioni.

Michael era un po' perplesso, ma dopotutto sapeva di non poter mettere in discussione quell'individuo. Anzi, iniziava a convincersi che veramente la gente provasse piacere nel parlare con lui.

Mentre raccoglieva le sue cose, vide fuori dalla porta Mary, che pareva attenderlo.

A quel punto, Michael si sbrigò e la raggiunse; lei aveva addosso abiti meno formali, non come lui, che era vestito in maniera quasi da ufficio. Dopo l'allenamento si era cambiata, ed ora aveva addosso i soliti jeans con l'altrettanto solita camicia, stavolta rossa scura.

pensavo fossi con Tom. Non c'era la conferenza del sindaco?” esordì lui.

no, non mi mandano ancora a fare la scorta. Si temevano disordini, quindi lui, Sally ed altri della squadra sono lì a presidiare. Senti... grazie. Mi sono sfogata stamattina, gli ho detto quel che pensavo”

oh, davvero? Bene, anzi benissimo. E lui?”

pareva essersi reso conto, anche se non cambierà nulla. Mi ha chiesto scusa, e mi lascerà la casa. È un gesto un po' esagerato, secondo me, ma lui non ha problemi di abitazione. Ha un altra casa, dall'altra parte della città, e comunque lo sai come è fatto... no?” disse lei, cercando di non pensarci troppo.

non troppo, ad esser sincero. So sole che lui ha ventotto anni, e tu ne farai diciotto tra poco. E giusto per capirci, sapere quel che ti ha fatto, con l'età che avevi, non mi piace per niente”.

Michael, dopo aver scoperto tanti dettagli della loro contorta relazione, aveva sviluppato un ribrezzo verso Tom. Poteva ancora capire ed accettare l'arroganza datagli dai suoi poteri, ma queste perversioni no, non le comprendeva; lui non era mai stato un santo, ma tradire una ragazzina e poi approfittarsene lo mandava in bestia.

Lock, so di non lasciarti mai in pace... ma posso stare con te, stasera? Anche se non avesse accettato la mia condizione, stasera Tom mi avrebbe di nuovo lasciata sola. E io non voglio stare da sola” disse lei, triste.

hey, tranquilla. Facciamo così: appena siamo liberi, ti porto a prendere qualcosa da mangiare, qualsiasi cosa. Basta che chiedi. E poi ce ne andiamo con calma a casa, e mangiamo assieme. Se vuoi posso anche... Mary?”.

Michael venne interrotto dal più spontaneo dei gesti, un abbraccio sincero, tenero.

dai, non pensarci. Sei stata bravissima” disse lui, mettendole una mano sulla testa.

sei troppo dolce con me. Mi scioglierò” scherzò, chiudendo gli occhi.

nah... starai alla grande”.

 

Ufficio di Brown Derring, ore 18:02

Seduto tranquillamente su una delle poltroncine, davanti agli occhi di Tom, Lisa e Mary, vi era un uomo anziano, con la lunga barba bianca a coprire parte del suo collo, e con le rughe di chi aveva visto tutto quel che il destino gli aveva concesso nella sua vita.

Era elegante, ben pettinato, con un modo raffinato e composto di porsi ai suoi giovani interlocutori.

Portava dei grandi occhiali da vista dorati, ma non appariscenti.

Derring lo aveva presentato come Raymond Huffman, uno dei padri fondatori dell'organizzazione. Egli aveva chiesto al suo amico Brown di poter vedere i tre migliori elementi oggigiorno presenti all'ICUB, per conoscerli di persona e valutare chi aveva preso l'eredità dei suoi sforzi passati.

siete così giovani... e vedo tanto fuoco in voi” disse, con la sua voce calda e profonda. Aveva un modo di parlare che lo rendeva, se possibile, anche più paterno dello stesso Brown Derring.

I tre, composti ed in riga, ascoltavano con rispetto quell'uomo così tanto distinto.

Mary, tu sei la più giovane di tutti. Brown mi ha raccontato tutto, so di quando eri all'orfanotrofio. Sei stata brava a non dare nell'occhio” si complimentò, guardandola.

Lei si sentì un po' in imbarazzo, e rispose con un ringraziamento quasi sommesso.

immagino tu sappia anche che sei stata monitorata per anni, prima di venire qui”

si... insomma, mi hanno salvata”

l'ICUB non salva soltanto, ma cresce. Lo si capisce guardandoti che ti trovi bene qui”.

Mary era sempre più emozionata, non aveva mai ricevuto così tanti complimenti da qualcuno di importante.

e tu, Lisa. Brown mi ha parlato tanto di te. Sai, anche io ero un cecchino, da giovane. Ma questi occhi mi hanno abbandonato un po' troppo presto, e questi occhiali così spessi... beh, ne sono la prova. Anche se non hai poteri, sei sempre la prima a venir spedita sul campo”

la ringrazio. Per me è una vocazione, ed anche un onore, ovviamente” rispose lei, gentilmente.

Il direttore Derring intanto stava bevendo del tè caldo, mentre orgogliosamente guardava i suoi ragazzi al cospetto di uno degli uomini responsabili di tutto ciò che li circondava.

hey Brown, sono taciturni i tuoi allievi. Dì loro che non hanno da temere” scherzò, rivolto verso di lui.

Ray ha ragione. Lui era un vero chiacchierone qui, non badate all'eleganza. Ma, parlando seriamente, voleva essere qui in questo periodo per assistere alla nostra evoluzione. Da ombre ad elementi meglio conosciuti dal popolo”

già... e quel tipo, quel giornalista che hai ingaggiato... perché non hai chiamato anche lui?”

volevo continuasse a conoscere la nostra organizzazione. Ora dovrebbe trovarsi con il gruppo di ricerca, quelli che si occupano degli esoscheletri. È un progetto ancora in divenire, ma stiamo facendo passi da giganti”.

Raymond pareva essere sempre più fiero della sua creatura, di come le cose stessero procedendo al meglio ora che lui non lavorava più là dentro.

peccato. Mi raccomando, dovrà farci uscire allo scoperto, cercate di collaborare”.

Stava parlando proprio come un saggio genitore.

con permesso, avrebbe fatto domande a raffica. Forse è un bene non averlo qui” disse Tom, mantenendosi immobile.

Tom, per favore, è un tuo collega” lo rimproverò Derring.

io ci vado d'accordissimo. È un angelo” incalzò Mary, con un certo sfizio.

Raymond era divertito; vedeva in loro quel che per anni aveva cercato di scrutare in tanti altri soggetti. Ovviamente, anche i risultati erano importanti, e per questo si informò bene, prima di elargire complimenti.

non dovrete darmi troppo peso, ragazzi. Io sarò qui in qualità di supervisore, o forse sarebbe meglio dire nostalgico; dovrei arrendermi all'età ed alla pensione, ma non sarà facile. So che voi siete delle grandi risorse. Anche tu, Mary, un giorno darai lustro al corpo d'intervento speciale dell'ICUB” disse, sistemandosi poi gli occhiali.

infine, Tom. Tu sei certamente quanto di più incredibile si sia mai visto finora. Sono davvero contento di quel che i rapporti, ma soprattutto Brown, mi dicono di te. Cerca solo di essere più socievole” proseguì.

faccio solo il mio dovere. Avere questo dono è una fortuna che non posso tenermi tutta per me” replicò il biondo, sempre con la freddezza che lo caratterizzava.

bene, ora, vogliate scusarci, io e Raymond abbiamo degli affari da discutere. Potete andare” disse il direttore Derring.

I tre dunque si congedarono, salutando cordialmente i due superiori. Dopo essersi salutati, Sally e Tom presero la via verso l'esterno, mentre Mary, ancora un po' rossa in volto, decise di andare a cercare Michael.

Chiusa la porta, Brown Derring si riaccomodò sulla sua sedia. Erano entrambi soddisfatti, e con gioia discussero ancora un po' di quanto quei tre giovani fossero preziosi per l'organizzazione.

dimmi la verità, Ray. Hai intenzione di dirglielo, a Tom, vero?” chiese ad un certo punto Derring.

beh, sarebbe giusto. Quel ragazzo è stato deviato dal suo potere, oramai non gli resta molta umanità. Però sono sicuro che sia una brava persona, ha solo bisogno di essere guidato”

purtroppo. Ma non è un problema; mi preoccupa solo la ripercussione che potrebbe avere su Mary, dopotutto ho voluto che lui la crescesse al posto nostro. Ma evidentemente non ha funzionato così bene; la ragazzina sta sempre qui, e lavora come una matta. Sono davvero fiero”

quella ragazza è innamorata, Brown. Non dirmi che uno sciupa femmine come te si è dimenticato come sono fatti gli occhi di una donna con il cuore ripieno” disse, prendendolo in giro.

I due risero, riportando alla mente i tempi in cui la loro posizione era la loro migliore carta da giocare nei rapporti con l'altro sesso. Non erano mai stati due rubacuori, ma alla fine, riuscirono a farsi le loro famiglie.

aspettiamo a parlare con Tom, davvero. Non credo sia il momento adatto” concluse Brown Derring, terminando di bere la sua bevanda.

Raymond sembrava essere d'accordo. Si fidava del suo amico; avrebbe lasciato a lui la decisione finale.

 

Appartamento di Michael, ore 20:40

L'appartamento che l'ICUB aveva concesso a Michael era piccolo, ma accogliente. Nulla di speciale in termini di lusso, ma provvisto di ogni comodità possibile: un parcheggio proprio per la macchina, anche quella in affitto sotto spesa di Derring, una connessione internet solida ed affidabile ed ultima, ma non ultima, una grossa TV.

pensò Michael la prima volta che aprì il frigorifero.

In realtà, in quel frigorifero non c'era mai stato nulla.

Il tavolo della cucina era però pieno di cartacce, specialmente quella sera; lui e Mary avevano preso un sacco di roba da mangiare alla rosticceria vicino casa.

Carne, verdura ed una porzione di patate arrosto videro per ben pochi minuti quel tavolo, vista la fame dei due.

Finito di mangiare, come la sera precedente, i due ragazzi si misero comodamente sul divano. Rispetto a quello in casa di Tom, era più piccolo e meno comodo, ma di sicuro ai due non pesava.

guarda che sei ancora sporca di pollo” disse Michael passandole un tovagliolo.

Mary era piuttosto imbranata nel mangiare, finiva sempre per sporcarsi ovunque. Si pulì la bocca, poi, mentre in televisione passava un vecchio film poliziesco, si appoggiò con la testa sulla spalla di lui.

Lui cambiò canale, dopo qualche sbuffo di Mary, e mise su un programma musicale.

insomma, ti piace casa mia?” chiese il ragazzo.

molto. Abituata in quella reggia, ammetto che le case piccine mi danno un senso di sicurezza... è bello”

beh mi fa piacere. Anche a Cornville ho una casa simile”

allora di sicuro mi piacerebbe anche quella. Hey Lock, grazie per stare con me”

figurati. Sai, dovrò iniziare tra qualche giorno a fare i profili di parecchia gente importante, tra cui anche tu. Dovrò dire un sacco di cose al mondo, e vi riguarderanno” disse, guardandola in viso.

Mary sapeva che tra le varie direttive date al giornalista vi era anche il dover far conoscere i più importanti membri dell'organizzazione, ma in fondo era un po' imbarazzata. Sperava che le persone accettassero quella diversità.

scriverai cose carine su di me, vero?” chiese lei, imbronciata, mentre lo minacciava con lo sguardo.

scriverò quel che è giusto sapere. Dirò quali poteri hai, da quanti anni sei all'ICUB, e sta tranquilla che non ti farò fare brutta figura. Il fatto che tu sia una rompiscatole me lo terrò per me”.

Mary rise, dandogli un leggero colpetto sulla spalla. Doveva stare attenta, se non fosse stata in grado di controllare la sua forza, gli avrebbe anche potuto rompere un osso.

mi piace tutto questo. Però poi dovrai andartene, e niente più serate in compagnia” disse lei.

lo so, è una situazione temporanea. Il lavoro qui sarà lungo, ma prima o poi tornerò a Cornville, ad ANW”

ma potrò venire a trovarti, vero?”

ma certo che potrai, Mary. Non mi muoverò da lì, tranquilla”.

Lei si strinse ancora un po' di più a lui, sospirando.

e tu verrai di nuovo qui da me, vero? Insomma, non è che prendi e te ne vai, giusto?”

Mary, di cosa hai paura?” chiese lui, rivolto verso di lei.

Mary non sapeva bene come esprimere i suoi sentimenti, era semplicemente contrariata all'idea di tornare indietro; non era abituata a vivere una vita come gli altri, figurarsi ad avere rapporti con qualcuno di esterno al suo unico mondo, quello che per anni l'aveva tenuta chiusa, pur di proteggerla.

Esattamente come non riusciva a spiegarsi tutto quell'affetto che quasi come una marea le aveva riempito il cuore.

ho solo paura di quel che potrà succedere più avanti, Lock. Da quando ti conosco ci siamo visti e parlati ogni giorno, e mi hai fatto stare sempre meglio. E quando vivi qualcosa di bello, ti spaventa perderlo”

Mary smettila. Lo so che per te è strano, ma devi credermi, non ho alcuna intenzione di sparire. Anzi, chi ti dice che non verrò più volte io da te che viceversa? Guardami.... su, guardami negli occhi” disse lui, carezzandole il viso.

Mary ebbe un sussulto, si sentiva piccola e impacciata. In quel momento, guardò Michael come se non lo vedesse da secoli, con gli occhi di chi non vuole distogliere lo sguardo per niente al mondo.

Senza pensarci, rispose alla carezza, appoggiando la sua mano sulla guancia di lui; era calda, piacevole al tatto, tutte cose che improvvisamente scoprì nuove, diverse da quanto mai fosse stato con Tom.

questa si chiama vita, e tu sei la benvenuta. Abituati, perché fra un po' tutti sapranno chi sei e cosa fai, avrai responsabilità, e potrai vedere tanti posti tutt'intorno al mondo. Sarai libera”

perché non mi rispondi e basta?” disse lei, con occhi grandi e luminosi.

Michael prima appoggiò la sua fronte su quella di Mary, finché lei non chiuse gli occhi.

Passarono pochi istanti, poi la baciò sulle labbra, più volte.

Ripresero fiato, fecero trascorrere qualche secondo in silenzio, ascoltando quello che il loro cuore stava dicendo. Dalla televisione arrivava una canzone vecchia, che parlava di vecchie macchine sporche e fughe d'amore.

Sembrava uno scherzo del destino, ma non pensarono ad altro che goderselo.

Michael abbracciò Mary, che ricambiando anche stavolta, si lasciò andare, ricevendo ogni bacio con il cuore che, ricolmo, andava a destra e sinistra; un rullo di tamburi avrebbe fatto meno rumore.

Quei minuti teneri ed affettuosi vennero però bruscamente interrotti da una chiamata che, purtroppo, non si poteva rifiutare in alcun caso.

Il cellulare da lavoro di Mary squillò fortissimo, e seppur contrariata, la ragazza dovette rispondere.

pronto, qui Mary... Lisa? Lisa che succede? oh... oh cielo, arrivo immediatamente... si ok”.

Lei sembrava spaventata, iniziò a sostituire le emozioni dolci con quelle adrenaliniche; senza dire una parola, si infilò le scarpe e spronò Michael a sbrigarsi.

che diamine succede?” chiese lui, visibilmente spaventato.

c'è un attacco in centro città, dobbiamo andare lì. Lisa mi ha detto di essere là con Tom e... sembra che ci sia gente come noi” rispose, scossa.

come... cioè con dei poteri? Dobbiamo correre”

Lock, devi portarmi là; sicuramente ci sarà un cordone di polizia, ma con una segnalazione l'ICUB penserà a farci passare, tranquillo. Te la senti?”

ma certo che si, dai non perdiamo...”

...ascoltami, appena siamo lì tu te ne vai, ok? Non pensare a riprendere nulla né a metterti nei casini” lo interruppe lei prima che potessero uscire di casa.

Mary, sono un giornalista provetto, so come farmi i cazzi degli altri senza conseguenze” disse, facendole l'occhiolino.

Lei si lasciò scappare una mezza risata, poi, velocemente, si diressero all'auto.

 

L'incrocio del centro, dove ristoranti, bar, cinema e tanti altri locali trovarono negli anni la loro fortuna, era stato sigillato da Tom con il suo potere del ghiaccio; aveva innalzato sui quattro angoli della strada principale delle enormi pareti gelide, spesse e resistenti, chiudendosi all'interno del quadrato con i due individui che improvvisamente avevano iniziato a disseminare panico in tutta la città. Da fuori si riuscivano a sentire i colpi vibrare, ma nessuno poteva dire con certezza cosa stesse accadendo.

Lisa, raggiunta in brevissimo tempo dai suoi colleghi, aveva il suo fucile da cecchino, un modello speciale fatto apposta per lei con possibilità di cambiare tipo di proiettile.

Addosso aveva ancora l'elegante abito blu scuro che aveva indossato per il suo appuntamento, ma questo non le impediva di essere operativa al cento per cento. Fecero sgomberare tutti i palazzi nelle vicinanze, anche grazie all'aiuto della polizia, ed usando un tetto lontano circa trecento metri, su di un palazzo abbastanza alto da poter vedere bene oltre la protezione innalzata da Tom, la donna poteva tenere sotto tiro i due soggetti e dar supporto al suo amico. In collegamento audio, tramite auricolare, a coordinare le operazioni vi era ovviamente Brown Derring.

Lo schieramento di poliziotti e agenti ICUB era effettivamente ben organizzato, tanto da impedire persino ai più tenaci tra curiosi e giornalisti di avvicinarsi; solo la macchina di Lock poteva passare.

Il traffico era stato limitato ed impedito verso la zona dello scontro, così che lui e Mary non avrebbero trovato difficoltà nell'avvicinarsi.

Arrivati in prossimità dell'area, Mary scese al volo dalla vettura, mettendosi a correre verso le pareti di ghiaccio, mentre era circondata da uomini armati fino ai denti che controllavano il tutto.

Si voltò solo per un secondo, alzando il pollice per tranquillizzare Michael, sorridendogli.

signor Redlock, la prego di seguirmi. Mi chiamo Allan Finn, sono un collega di Tom. Il signor Derring vuole che la porti in una zona sicura” disse frettolosamente un uomo calvo, alto e pieno di armi.

Mostrò il distintivo per avere la piena fiducia di Michael, visto che ancora i due non aveva avuto il modo di incontrarsi.

cosa devo fare?” chiese lui, incamminandosi.

per prima cosa indossi questo auricolare. La terrà in contatto con il capo. Ora la porto da Lisa; stia tranquillo, si trova in una zona sicura” rispose lui, porgendogli lo strumento.

Si accorse poi che il giornalista aveva con se la macchina fotografica, e lo avvisò subito del fatto che Derring non voleva foto o video.

come mai?” chiese, dubbioso.

ci penseremo noi con i nostri droni. Lei vada da Lisa e pensi a studiare la situazione. Derring vuole che segua la vicenda, prenda appunti, faccia come vuole, ma niente registrazioni. Sono stato chiaro?” fece lui con voce autorevole.

Seppur contrariato, Michael consegnò la sua attrezzatura all'agente, che subito chiamò un agente di polizia per farne prendere custodia.

forza, dobbiamo raggiungere il palazzo” lo spronò infine Allan.

 

Giunta alle porte di quella che sembrava una fortezza di ghiaccio oramai, più che un semplice incrocio di quattro strade, Mary prese coraggio, fece un bel respiro e si preparò ad entrare.

Tom, nel frattempo, era stato avvisato da Derring che la sua collega era arrivata. Avrebbe dovuto quindi creare un'apertura per lei, in modo da lasciarla passare.

La ragazza esaminò il ghiaccio davanti a se, accorgendosi di un punto che sembrava più debole rispetto ad altri; il suo auricolare si accese, e in un secondo sentì la voce di Derring urlare “ORA. SFONDALO”.

Lei non ci pensò due volte e caricò letteralmente la parte debole della gigantesca parete.

Questa si sfondò, ma in una manciata di secondi Tom la ripristinò, stavolta uniformandone lo spessore a quello del resto della sua struttura improvvisata.

Addosso aveva la tuta nera che metteva sempre durante le operazioni. Era fatta in modo tale da subire meno danni e permettere ai muscoli di essere accompagnati nei loro movimenti, così da renderlo effettivamente più forte e veloce.

Il tessuto speciale di cui era composta, inoltre, aderiva alla pelle in modo tale da impedire emorragie di piccola e media gravità, visto che la tuta andava a reagire con il sangue espandendosi e tamponando la ferita.

finalmente, eccoti qui. Stai tranquilla e guardami le spalle, non c'è bisogno che ti esponga. Lisa cercherà di aiutarci nei momenti giusti, ma non ha ancora sparato un colpo. Dobbiamo tenerla come asso nella manica” disse lui, mentre teneva gli occhi puntati sui due nemici, ora lontani.

potresti almeno dirmi contro cosa stiamo combattendo, no?”

mi piacerebbe saperlo, credimi”.

Vicini tra loro, minacciosi ed apparentemente in totale tranquillità, i due figuri camminavano a piccoli passi, lateralmente, cercando di individuare un'esitazione nei movimenti e nell'atteggiamento di Tom e Mary.

Si trovavano ad una ventina di metri di distanza ed indossavano anche loro delle tute che ad una prima occhiata sembravano particolarmente sofisticate; l'individuo che si trovava alla destra dei due agenti passò una mano sulla sua testa rasata, mostrando in maniera quasi irrisoria una smorfia divertita. Muoveva le dita della mano sinistra freneticamente, come se si stesse preparando ad attaccare, ma un passo indietro lo contraddisse, ancora una volta.

Tom non si stava innervosendo per le provocazioni, ma temeva che ci fosse qualcosa sotto.

Mary, mi raccomando, lascia stare il bestione. Ha un sacco di cicatrici sul volto, vorrei aggiungerne una io. Tira dei gran colpi, da quel che sono riuscito a capire il suo corpo diventa diamante. È incredibile... non avrei mai pensato di trovarmi di fronte... gente come noi” disse, tenendo gli occhi fissi su di loro.

La ragazza si mostrava sicura di se, ma in realtà aveva più di un timore. Come spesso le ricordava Lisa, addestramenti e realtà erano ben lontani. Fidandosi di Tom, lasciò stare il gigantesco e riccioluto omaccione, per tenere sotto controllo il suo comprare; non voleva muoversi da lì, sentiva la vicinanza di Tom e pian piano la pressione del momento la stava convincendo che quella fosse la scelta migliore da operare.

hai paura?” chiese lui, senza guardarla.

Mary dovette respirare a fondo, per dare una risposta.

no...”

 

si può sapere cosa diamine fanno?” borbottò Lisa, con la canna del fucile puntata sulla testa del nemico più esile.

Aveva in canna dei colpi particolari, studiati apposta per perforare anche corazze spessissime. Non aveva avuto molte occasioni di sparare queste munizioni durante la sua carriera, ma avvenimenti come questo non potevano richiedere niente di meno.

Vicino a lei vi era una strana telecamera, collegata via etere agli schermi dell'ICUB.

sembrano intenzionati a farci perdere tempo... signor Derring, mi dia il via libera” chiese, premendo sul bottoncino del suo auricolare.

Un secco no purtroppo stroncò le sue intenzioni, così riprese a mirare e pazientare.

Michael era sdraiato vicino a lei, con in mano un binocolo. Anche se si fidava dei suoi nuovi colleghi, aveva molta paura; gli sembrava di trovarsi in un film di fantascienza, era angosciato. Mary, che fino a poco prima stringeva tra le sue braccia, era lì a rischiare la vita.

Probabilmente, era la paura stessa ad impedirgli di togliersi il binocolo dalle mani.

sta tranquillo, li ho sotto mira. Appena fanno troppo fracasso, gli salta il cervello” fece Lisa, con voce bassa.

sono certo che tu ci prenda, ma... uno è diamante, l'altro affila parti del suo corpo come fosse metallo. Sei sicura che sparargli in testa possa bastare?”

questi proiettili butterebbero giù qualunque cosa. Potresti avere dubbi sull'energumeno, ma ti assicuro che quella specie di uomo-coltello fa una fine misera, se solo sfiora Mary o Tom”.

Nonostante quelle parole piene di ottimismo, Michael continuava a provare inquietudine. Era come se il ghiaccio di Tom, seppure così lontano, gli stesse penetrando cuore e testa.

cosa hanno combinato per attirare qui tutti noi?” chiese lui, mentre teneva d'occhio Mary.

casino. Hanno ribaltato auto, sfondato vetrine... ma non hanno sfiorato anima viva. Derring dice che vuole interrogarli a tutti i costi. Tom ha provato a farli parlare, ma lo ignorano”

si ma... allora che vogliono? E che ci inventiamo per giustificare delle mura di ghiaccio? La gente oramai ci ha visti”

non hanno visto Tom... e poi a quello ci pensiamo dopo. Dal comando temono possa esserci una bomba da qualche parte, ecco perché stanno temporeggiando”.

Mentre Lisa e Michael parlavano, tutto attorno a loro, vi era un gran fermento: agenti specializzati che cercavano ordigni e cani ovunque, mentre le strade venivano tenute sotto strettissima sorveglianza per paura di rinforzi a sorpresa poco desiderati. Anche i notiziari erano ovviamente in piena attività, ma fortunatamente, nessuno venne fatto avvicinare più del dovuto.

Gli unici che ancora non si erano mossi erano i quattro dentro le mura di ghiaccio.

ancora mi chiedo cosa diamine ci faccio qui... sei stata tu a dare l'ok?” chiese poi Michael a Lisa, quasi di getto.

affatto. Non discuto gli ordini del capo. Te l'ho detto, vuole solo che guardi con i tuoi occhi”.

Il ragazzo trovò più confusione che altro in quella risposta. Sapeva di essere stato scelto per un compito importante nei confronti dell'opinione pubblica mondiale, ma trovarsi lassù, sul tetto di quel palazzo, affianco ad un cecchino, non lo stava aiutando.

Era certamente curioso, desiderava sapere fin dove la realtà poteva spingersi e spezzare le convinzioni di una vita intera, di una specie nella sua totalità. Ma in quel momento c'era Mary in mezzo al pericolo. E non pensava ad altro.

Attraverso le lenti del suo binocolo vide il tipo esile inarcare la schiena, tenendo saldi i piedi a terra. Mosse il collo in su, poi con un movimento deciso e secco delle gambe scattò verso Tom.

Era veloce, quasi violento nella sua foga.

Il biondo tuttavia non si fece minimamente impressionare, anzi, iniziò ad andargli incontro a piccoli passi.

Mary guardava la scena con timore ed ansia, urlando a Tom di stare attento. Vedere questa cosa la stava facendo lentamente andare nel panico, incominciava a perdere la calma. Se Tom fosse stato sconfitto, non avrebbe saputo cosa fare, né tanto meno come.

Ma quel che si manifestò davanti a lei pochi secondi dopo la fece tranquillizzare, facendole scappare un mezzo sorriso dettato più che altro dal nervosismo.

Con un ampio gesto della mano destra, Tom fece letteralmente volare via il suo nemico, colpendolo con un blocco di ghiaccio oblungo creato in un secondo appena. Dava l'impressione di essere davvero ferito, tanti erano i suoi versi di dolore. Ancora non aveva spiccicato parola, ma si lamentava rumorosamente.

La telecamera che Lisa aveva con se, la quale forniva una vista chiara al quartier generale, registrò tutto; dal piccolo auricolare la ragazza percepì un sospiro di sollievo da parte di Derring, il quale tuttavia si ricompose subito, chiedendole di mirare costantemente il nemico ancora in piedi.

Nel frattempo, Tom aveva bloccato a terra l'uomo che aveva appena steso, congelando mani e piedi con l'asfalto.

Si mosse senza esitare verso l'energumeno, stringendo i pugni. Quest'ultimo non si fece pregare, ed avanzò, trasformando le sue braccia in diamante. Vibrò un primo colpo da destra a sinistra, orizzontalmente, ma il biondo si abbassò in tempo per evitarlo. A seguire, parò con maestria un montante mancino, per poi saltare all'indietro ed sfuggire così ad un violento calcio tentato dal suo nemico.

lascia stare, arrenditi e basta” intimò l'agente, guardandolo dritto negli occhi.

Il violento bruto non badò a quelle parole, e tornò alla carica; il suo pugno, scagliato dall'alto, venne congelato da Tom, il quale poi lo colpì con un calcio dritto nella schiena. Subito dopo, ricoprendo la mano destra di ghiaccio, sferrò un colpo all'addome, ma il suo nemico pareva non aver sentito il colpo.

Questi cercò quindi di prenderlo con una testata, ma Tom era davvero troppo abile e veloce.

Nel vedere tutto ciò, Mary si sentiva sollevata, pensava che tutto sarebbe filato liscio. Dal suo auricolare, improvvisamente, sentì la voce del suo capo.

Mary, ascoltami. Non perdere di vista il soggetto a terra. Stanno per arrivare degli elicotteri, a quel punto non avranno scampo. Ma fino ad allora fa attenzione”

si, non... non si preoccupi” rispose sospirando.

 

maledizione” imprecò Lisa, digrignando i denti; “cosa aspetta Tom a farla finita?”

forse sta cercando di capire chi ha davanti” le rispose un sempre meno tranquillo Michael.

tra pochissimo arriveranno qui delle unità volanti. Sono elicotteri da combattimento, una delle nostre misure estreme. Ma se lo bloccasse, sarebbe tutto più semplice. Hai visto quanto è forte, no? Sta esagerando”.

Mentre i due si stavano ancora scambiando colpi, senza grossi risultati, il giornalista udì il rumore degli elicotteri avvicinarsi, e mosse lo sguardo per poterli vedere.

Erano tre, armati di tutto punto, ed in breve tempo si trovarono a stazionare sopra l'arena creata da Tom. I cannoni mitragliatori erano ben puntati sul nemico, mentre una voce amplificata intimava l'alt.

Tom smise di combattere quando si rese conto della situazione, ed invitò il suo avversario ad arrendersi senza opporre inutili resistenze. Non voleva certo il peggio, ma se fosse stato necessario, non avrebbero esitato ad ucciderlo.

L'enigmatico figuro prese quindi sul serio l'avvertimento, ma non sembrava preoccuparsi troppo. Cautamente, il biondo agente si avvicinò a lui per poterlo immobilizzare, quando un flebile rumore, distante, catturò la sua attenzione.

In cielo apparve un puntino luminoso, e dietro di esso una striscia infuocata; procedeva ad alta velocità verso di loro, ma non si capiva cosa fosse. Pensando ad un qualcosa come un missile, Lisa decise di intercettarlo, per farlo esplodere ancora a distanza di sicurezza. Rapidamente cambiò posizione e puntò il suo mirino su di esso, facendo fuoco; nonostante il colpo fosse impeccabile, non sembrò aver avuto alcun effetto.

Stupita, mirò e sparò una seconda volta, ma fallendo nuovamente nel suo intento.

Prima che gli elicotteri avessero avuto il tempo di muoversi per bloccarlo, la strana forma infuocata ne raggiunse uno, trapassandolo e facendolo esplodere; il botto creò un mucchio di detriti che iniziarono a precipitare a terra.

Istintivamente Mary si protesse grazie ad un'emanazione di energia, scampando così il pericolo.

Tuttavia, nel trambusto, Tom venne colto di sorpresa dal grosso nemico, che lo sbalzò via con un poderoso colpo.

Stordito e dolorante, fece appena in tempo ad aprire gli occhi per vedere anche gli altri due elicotteri esplodere ed andare in mille pezzi.

Lisa era sinceramente angosciata da questa situazione, ma provò ancora, inutilmente, a fermare la minaccia.

Una pioggia di metallo, sangue e resti umani piovve tutto intorno alla zona, mentre Mary, ora davvero spaventata, continuava a proteggersi, avanzando però verso Tom; mentre correva, il grosso uomo col potere del diamante, illeso grazie al suo corpo oltremodo resistente, la fronteggiò, cercando di colpirla con un destro dritto in volto, ma la ragazza fu capace di saltare oltre, grazie alle sue facoltà, raggiungendo almeno sette metri di altezza.

Atterrò senza problemi, ma appena mosse un passo, si ritrovò davanti la figura infuocata. Ora che era di fronte a lei, poté notare che era un essere umano in fiamme. Spaventata, provò ad attaccarlo con un pugno, ma l'unico risultato ottenuto fu quello di scottarsi la mano. Subì a sua volta una botta violentissima, cocente, sul ventre.

Tom, d'improvviso, assalì l'uomo di fuoco provando a congelarlo; il suo ghiaccio però si sciolse in pochi secondi, ed anche lui subì un duro attacco.

Nel frattempo l'energumeno iniziò a colpire Mary, che ancora stordita, si prese due pugni al volto, seguiti da una ginocchiata dritta allo stomaco. Cadde, senza sensi, sputando sangue. Tom provò a reagire, ma contro due nemici, per di più ferito, v'era ben poco da fare.

Nel frattempo, tutti i rinforzi chiusi fuori dall'arena provavano disparatamente ad entrare, ma Derring li invitò a mantenere la calma; abbattere senza criterio la parete ghiacciata sarebbe stato solo un rischio inutile.

manderemo altre unità aeree, mentre... oh, Dio mio” si interruppe, osservando le immagini della videocamera.

L'uomo di fuoco stava letteralmente sciogliendo il ghiaccio, andando pian piano a far crollare le pareti, inondando le

strade di acqua.

Lisa oramai aveva smesso di tentare il fuoco, si preoccupò invece di far uscire vivo Michael da lì. Quest'ultimo era in completo shock, quel che aveva visto superava anche la sua più fervida immaginazione. Vedere Mary picchiata così violentemente lo aveva stordito a tal punto da non voler più guardare.

Il rovente nemico si avvicinò a Tom, ormai in ginocchio. Lo guardò, con aria di supremazia.

Ancora ricoperto di fiamme, si abbassò un poco, abbastanza da poter essere udito.

tuo padre aveva ragione, in fin dei conti” disse con voce sibillina.

Accantonando la sua già poco presente pietà, lanciò un'ultima fiammata verso il più mingherlino, uccidendolo; una volta fatto ciò, si allontanò volando alla stessa velocità di come era arrivato. Prima di scomparire lanciò però altre fiamme, per coprire la fuga al suo compare.

Il tizio ricoperto di diamanti, approfittando della confusione, si dileguò, lasciando dietro di sé soltanto gli agenti di polizia e dell'ICUB a soccorrere i due ragazzi.

Derring, senza più molte parole da dire, comunicò semplicemente a tutti quanti di rendere sicura la zona e ritirarsi, facendo calmare le acque il più possibile.

Quando Michael si rese conto di cosa era accaduto, si trovava già all'interno di una macchina, pronto ad essere portato alla sede. Respirando con affanno, cercò di scorgere Mary, ma la confusione glielo impediva.

Il conducente gli chiese di calmarsi, ma appena mise in moto, il giornalista era già sceso. Vagava tra i poliziotti chiedendo confusamente informazioni, finché non incappò di nuovo nell'agente Finn.

come... come sta Mary?” chiese, tremando.

   
 
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