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Autore: SimonaMak    19/04/2020    1 recensioni
Ariadna è la principessa del regno di Tahon, destinata a diventare regina. Lei si crede responsabile, matura e pronta per governare come una vera sovrana, ma i suoi genitori, Re Hector e la Regina Clarissa, non sono d'accordo: la vedono come una ragazzina ingenua e debole, che non se la sa cavare da sola né può occuparsi del regno. Il loro scopo è farla sposare per poter assicurare al popolo un degno sovrano, che sappia gestire tutto al posto di Ariadna. Ma lei non può accettarlo. Vuole dimostrare a tutti che è forte e indipendente, che nessun altro potrebbe regnare meglio di lei. Cercando di dimostrarlo, si mette nei guai, e viene salvata dalla stessa persona che l'ha minacciata: Killian. La sua presenza non fa altro che ricordarle quanto in realtà abbia bisogno di qualcuno che la guidi, che le insegni a difendersi e a combattere per sé stessa. Il problema, però, è che il misterioso ragazzo dagli occhi verdi, le nasconde un segreto che cambierà il corso delle loro vite e che svelerà altri misteri, fino ad allora mai scoperti. La principessa è stata incastrata.
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Capitolo 18

LA NOTTE PORTA CONSIGLIO.
 
 
Solo dopo aver pronunciato questo fatidico “sì” per niente sincero, ho realizzato che tutto ciò che mi dicevo per autoconvincermi e spronarmi a prendere tale scelta con più serenità, erano soltanto stronzate. Non ci ho mai creduto davvero che dopo una conoscenza approfondita potessi cambiare idea e innamorarmi follemente di Christopher, mi conosco fin troppo bene per prendermi in giro così. La mia testa, e il mio cuore, per quanto non abbia avuto chissà quante esperienze, so come funzionano e non riesco a modificare le mie impressioni iniziali, si possono solo trasformare in affetto consumato dall’abitudine e dalla noia. È in questo modo che voglio condurre la mia, ormai credo breve, esistenza?
Perché diavolo non ho detto a Killian cosa provo? Dovevo mettere da parte l’orgoglio e fare un passo verso di lui definitivamente, almeno tentare.
Adesso lui mi fissa, insieme a tutti gli altri invitati che si lasciano trasportare dalla novità e si permettono di urlare di gioia e festeggiare tra di loro. I miei genitori hanno un sorriso soddisfatto, strano da vedere su mia madre ma come potrebbe, stavolta, essere scontenta? Ho fatto la cosa giusta, almeno per loro, quindi non hanno nulla da ridire.
Il duca De Vrie mi inserisce delicatamente l’anello di fidanzamento nell’anulare sinistro e si alza per stamparmi un pudico bacio sulle labbra, non ponendosi più problemi. Trasalisco dall’imbarazzo e dal senso di colpa che involontariamente mi travolge dall’interno, sapendo che Killian sta guardando.
Non piangere, non davanti a tutti, non adesso. Trattieniti, Ariadna, farai solo una brutta figura.
Accenno un sorriso forzato e mi faccio condurre verso la mia famiglia, che accoglie il mio fidanzato con un inchino e una stretta di mano. Sto per vomitare.
I miei migliori amici mi raggiungono e in un istante mi colgono tra le loro braccia, da una parte contenti per me e dall’altra perché hanno visto nei miei occhi una richiesta di aiuto.
-”Resisti”- sussurra Nevena tra i miei capelli.
La stringo più forte di rimando, trattenendo le lacrime con ancora più fatica.
Feliksa Powell si avvicina a me per farmi le congratulazioni, un po’ stizzita in volto come se volesse trovarsi al mio posto.
Ma con piacere, tieni la mia corona e io faccio la dama di corte, ti prego. No, al mio titolo non ci rinuncerei mai ma…sto davvero considerando la possibilità di fuggire via a gambe levate.
Le danze proseguono, i giovani nobili invitano le fanciulle per fare qualche giravolta insieme e io preferisco sedermi un attimo e osservare dai lati della sala da ballo.
-”Lasciamo la nostra pensierosa riposare un po’ le gambe, prima che possa svenire. Nel frattempo vuoi ballare con me?”- chiede Morgan alla nostra amica.
Lei non può evitare che il rossore appaia sulle sue guance e per un attimo mi rivolge lo sguardo, più emozionata che mai. Le annuisco, per invogliarla e subito gli porge la mano per seguire le altre coppie.
Dobbiamo ancora parlare di quello che è successo, ma al momento sembra andare tutto bene. Li vedo volteggiare allegramente; non so se è perché sono condizionata ma…è come se fossero intimi. Sono molto vicini e si guardano negli occhi, muovono le labbra lentamente dandomi l’impressione che stiano sussurrando. Spero sia la volta buona per trasformare il loro rapporto in qualcosa di più.
-”Come mai la principessa non danza?”- mi domanda il Re, sedendosi al mio fianco.
Gli sorrido timidamente e noto che i suoi occhi azzurri esprimono serenità e affetto, cosa che alleggerisce di poco la mia insoddisfazione causata dalla proposta di matrimonio.
-”Sono piuttosto stanca, in effetti”- alzo le spalle.
-”E’ una serata particolare, posso capire”- ridacchia.
Appoggia la sua possente mano sulla mia spalla per trasmettermi il suo appoggio e interesse nei miei confronti. Vorrei abbracciarlo ma magari non sarebbe il caso farlo durante la cerimonia.
-”Sei felice?”- mi sorprende.
L’avrei ricordato se me l’avesse chiesto recentemente, ma così non è stato. Perché farlo solo adesso, quando ormai non si può tornare indietro? Per un momento leggo un rapido senso di colpa nel suo sguardo, poi però torna a guardarmi tranquillamente.
-”Non lo so papà. Forse dovrei, al momento è tutto così strano. Non biasimarmi se non sono al settimo cielo”- osservo le mie mani che sfregano nervosamente sulla gonna ampia del vestito.
-”E’ normale bambina mia, mi dispiace che tu ti sia sentita costretta a farlo ma un giorno capirai quanto questo sia necessario”-
Conosco già la situazione del regno ma non riesco a comprendere il motivo per il quale sia indispensabile darmi in sposa al più presto. Non è che se Christopher starà al mio fianco allora Steon Fevre non attaccherà Tahon o sarò meno in pericolo. Ritorniamo sempre al punto di partenza: la mancata fiducia nelle mie capacità. Spero solo di potergli dimostrare quanto si sbagliano.
La serata procede senza che gli ospiti perdano l’entusiasmo della festa, si cibano come se non avessero assaggiato di meglio, bevono come se volessero sbronzarsi per dimenticare la mia faccia sconvolta, si scatenano come se fossimo in una discoteca e non in un castello reale. Buon per loro.
Killian non si è avvicinato a me nemmeno per sbaglio, è stato in disparte e non ha parlato con nessuno. Mi ha gettato qualche occhiata mantenendo un’espressione fredda e impenetrabile, girando per la sala con un calice in mano sempre pieno di liquido chiaro e frizzante.
I miei piedi si spostano senza il mio controllo verso di lui, che ha i capelli un po’ scompigliati e l’aria stanca marcata dalle occhiaie.
-”Killian...”- sussurro al suo fianco.
Mi squadra accigliato prima di sorridermi amaramente.
-”Sentiti auguri”- alza il bicchiere come se stesse brindando e si dilegua in fretta.
Rimango con un braccio per aria, non so nemmeno io cosa stessi tentando di fare. Scusarmi? E per cosa? Che motivo avrei? Eppure mi sento così colpevole, la responsabile della rottura definitiva…di che? Non siamo mai stati niente!
Non sembra ubriaco ma non è del tutto lucido, ormai riconosco le sue espressioni facciali e movimenti corporei. Non l’ho mai visto così: turbato, offeso e rassegnato. Se glielo facessi notare negherebbe tutto, come al solito.
Nevena si avvicina verso di me, visibilmente elettrizzata ma confusa dal mio sguardo assente.
-”Aria, tutto a posto?”- mi sposta una ciocca di capelli finita tra le mie labbra.
Annuisco, ritornando alla realtà e abbandonando i miei pensieri.
-”Dimmi invece del ballo con Morgan”- la incoraggio.
-”Oh amica mia, sono totalmente innamorata”- mi stringe un braccio, sognante.
Mi fa ridere vederla in questo stato ma vorrei che le cose tra loro fossero chiare, così avrebbe un motivo in più per essere contenta.
-”Qualcosa che non so?”- la scimmiotto.
-”Mi ha stretto forte a sé, complimentandosi del mio aspetto e abbiamo preso in giro gli invitati”-
Spero davvero che il nostro amico capisca quanto sia speciale Nev anche dal punto di vista amoroso. Non lo dico solo perché sono di parte, ma sono piuttosto sicura che non potrebbero farsi del male o avere problemi di coppia.
È così semplice per gli altri poter stare con la persona che si desidera; dovrebbero esprimere i propri sentimenti senza timore e darsi un’occasione per essere felici.
Ma io l’ho fatto? E se vivessi eternamente con il rimpianto di non aver lottato a sufficienza per il mio lieto fine? So di non aver giocato tutte le carte a disposizione, a causa del mio mancato coraggio, delle incertezze e dell’orgoglio che non ho saputo gestire.
Sono ancora in tempo?

 
*

Quando finisce la festa e tutti sono andati via, so bene cosa voglio fare anche se non ho chances affinché possa riuscire nel mio intento; dovrò rimandare.
-”Mi dispiace andarmene, ma in questi giorni mi vedrai spesso a palazzo”- mi dice Chris, allentandosi il nodo della cravatta.
-”Ah sì?”- alzo le sopracciglia.
-”Certo, dobbiamo passare più tempo insieme e Re Hector vuole darmi informazioni e disposizioni”-
Immagino debba insegnargli a regnare al mio posto, metterlo a conoscenza del pericolo che incombe su Tahon e dargli delle direttive amministrative. Quindi, avendolo sempre intorno, non avrò scampo: faranno di tutto per costringere il mio cuore ad innamorarsi.
-”Tu ti sei divertita? Sei contenta?”- mi carezza la guancia dolcemente.
-”Sì, sono solo assonnata”- fingo uno sbadiglio elegante.
Se mi conoscesse, saprebbe che quasi nulla può agevolare il mio sonno. Ho la sensazione che questa sarà la notte più lunga nell’arco di vent’anni.
-”Allora vai a dormire mia principessa”-
Mi dà un casto e tenero bacio, come se ormai fosse la cosa più spontanea e normale del mondo. Per carità, è piacevole, tanto da solleticarmi lo stomaco, ma mi mette anche a disagio. È rimasto impeccabile nonostante siano passate ore dal momento in cui si è preparato, non sembra nemmeno essere stanco.
Va’ via anche lui e rimango con i collaboratori reali intenti a sistemare la sala da ballo. Non ho la forza di recarmi nelle mie stanze, ho paura di essere risucchiata in un baratro di disperazione e rimorsi.
Vedo Dimitri parlare con alcune guardie prima di venire verso di me. Effettivamente mancava solo il suo discorso.
-”Come mai siete ancora qui?”- azzarda, composto.
-”Temo per la mia salute mentale una volta realizzato cosa è accaduto”-
Sì, se tocco il mio letto allora tutto verrà a galla e non avrò modo di risorgere dalle mie ceneri (non come una fenice, ma come qualcuno che si sente immersa dalle fiamme del panico).
-”Capisco. Se vi dicessi che in cucina è rimasto del gelato, vi rallegrereste?”-
Il suo tentativo mi provoca una sincera risata e, in verità, anche solo averlo accennato mi ha migliorato l’umore.
-”Se qualcuno mi vede cosa potrebbe pensare della principessa?”- sogghigno.
Sembra più rilassato e per un attimo è uscito dal suo ruolo di guardia del corpo per assumere la sua personalità paterna.
-”Non c’è più nessuno, hanno finito di pulire e sistemare. Avete tutto il tempo che vi serve per affogare l’ultima briciola di sanità mentale”-
Mi sorridono e mi riscaldano i suoi occhi ghiacciati, sentendomi compatita almeno da Dimitri. Apprezzo sempre le sue premure, sa prendersi cura di me e comprendermi con uno sguardo. Non so come farei senza di lui.
-”Beh, ne ho proprio bisogno. Grazie davvero e buonanotte”- lo saluto.
-”Credo che ciò vi farà sentire meglio. Che la notte vi porti consiglio!”-
Se lui ritiene che strafogarmi di gelato possa farmi bene, chi può dargli torto? Le sue parole però sono davvero profonde e si sono insinuate nella mia testa come a voler suggerirmi qualcosa.
Mi reco a passo svelto verso le cucine; io e la mia famiglia non ci siamo mai andati, d’altronde non avrebbe senso rimanere lì a guardare i cuochi e i camerieri lavorare. Mi dispiace però non sapere nemmeno chi siano le persone che ci preparano da mangiare, non vederli all’opera e non degnarli della mia attenzione. È ingiusto che ci siano gerarchie e che molti di loro siano come invisibili, ma se non ci fossero per noi sarebbe impossibile vivere da reali. Per quanto ci sentiamo importanti e superiori, dipendiamo da tutti loro. Chi è davvero inferiore?
La cucina è enorme, sembra quella di un ristorante a cinque stelle, con un sacco di ripiani, mensole, utensili, forni e pianicottura. Lascio le scarpe con il tacco all’ingresso, per evitare che siano d’intralcio, e apro uno dei tanti frigoriferi per prendere dal congelatore il gelato: amarena e cioccolato, i miei gusti preferiti.
Nel cercare un cucchiaio, scorgo una figura seduta per terra e poggiata al muro, intenta ad aprire un whisky pregiato.
Cosa ci fa Killian proprio qui, la prima volta che decido di andare in cucina? Beh in realtà mi ha spinto Dimitri ad andare…che fosse questo ciò che potrebbe farmi sentire meglio? Ma è impossibile, come potrebbe la mia guardia spingermi a parlare di nascosto con un dipendente? A meno che sia l’unica persona che abbia davvero capito che ne ho bisogno.
-”Che stai facendo?”- lo sorprendo.
Alza gli occhi di scatto, come se non mi avesse vista entrare e prendere il gelato, ma non sembra preoccupato che io l’abbia colto nel fatto.
-”Non è ovvio?”- risponde arrogante, senza smettere di armeggiare con il tappo sigillato.
Mi inginocchio vicino a lui, alzando l’enorme gonna dell’abito in modo da non schiacciarla troppo. Per la prima volta provo tenerezza nei suoi confronti: non è un ubriacone disperato, anzi sembra fin troppo vigile ma anche amareggiato. Mi guarda come se gli costasse farlo, accusandomi con gli occhi.
-”Da’ qua”- gli tolgo di mano la bottiglia, provocandogli un verso contrariato.
-”Corri a dirlo a tutti, su”- mi spinge dal braccio.
Non capisco il suo comportamento, o meglio, potrei anche immaginarlo ma è fin troppo strano da parte sua reagire in tal modo.
-”Smettila. Hai bevuto tanto?”- lo interrogo.
Non vorrei si sentisse male, mi sentirei inevitabilmente in colpa. È così bello, spettinato e con il viso arrossato, ma affascinante come sempre. Sento il cuore in subbuglio e mi prega di sfiorarlo, abbracciarlo.
-”Non abbastanza da dimenticare la merda che ho in testa. Poi non mi hai fatto aprire nemmeno il whisky!”- si lamenta.
Alzo gli occhi al cielo, pensando che è sempre lo stesso Killian, persino in momenti come questi. Ma per quale motivo vorrebbe dimenticare la merda che ha in testa? Forse parla di me, sarebbe più facile se mi cancellasse dalla sua mente.
-”Dovrei essere io a ubriacarmi!”-
Copio la sua posizione e mi appoggio al muro, lasciando che il vestito occupi tutto lo spazio vicino a noi.
-”Non dovresti essere a consumare la notte di nozze?”- forza una risata nel naso, come se invece l’idea gli facesse ribrezzo.
-”Non dire sciocchezze!”- sbuffo.
Ci manca solo questa; non riesco nemmeno a pensarci, menomale che nessuno mi imporrà una cosa del genere perché non lo farei mai senza provare determinati sentimenti.
-”E allora che ci fai qui?”- mi domanda seriamente.
Lo guardo e cerco di farglielo capire in questo modo ma devo per forza specificarlo.
-”Scappo dai pensieri notturni. Se comincio a rimuginare sulla serata, rischio di impazzire”-
Chiudo gli occhi e rivolgo il mento all’insù, respiro più lentamente poiché sento il panico salire sempre di più. Calmati, va tutto bene.
-”Tu hai risposto di , mica io. Quindi adesso non puoi piagnucolare”- puntualizza, acido.
Mi giro all’istante verso di lui, fulminandolo in cagnesco. Ma lo sa che non avrei potuto dire no? Anche se l’avessi fatto, credo che si sarebbero avvicinati a noi e avrebbero detto“Scusala, voleva dire sì” prima di uccidermi, ovviamente.
-”Certo che piagnucolo! Non ho avuto scelta!”- agito le braccia con esasperazione.
Si morde il labbro con forza e mi esamina alterato.
-”Io te l’ho data!”- calca le parole, per imprimerle meglio nella mia mente.
Vuole farmi sentire in colpa più di prima? Ci sta riuscendo. È vero, Killian mi ha dato la possibilità di scegliere prima di compiere questo passo importante, ma io gli ho detto che era troppo tardi. Ma che avrei dovuto fare? Lui per primo mi aveva allontanata bruscamente; ero troppo ferita per considerare l’opzione.
-”Infatti avrei voluto coglierla”- sussurro.
Non so perché glielo sto dicendo ma prima o poi l’avrei fatto comunque. È inutile, da incoerenti e sconsiderati, ne sono certa. Ormai che cambia? Meglio poterglielo confessare in modo da non vivere con il rimpianto di non averlo fatto.
La mia risposta lo ha stordito: si preme fortemente le mani sul viso, contendendo parole, emozioni e sguardi. Poi si volta e mostra nuovamente la sua bellezza, contornata da un’espressione spazientita e dal verde dei suoi occhi che luccica una volta ancora.
-”Mi hai detto che era troppo tardi”-
So che sta testando il terreno per vedere fin dove riesco a spingermi, ma ormai non posso fermarmi, non adesso: tanto vale dire tutto ciò che ho dentro, prima che il giorno possa spazzare via definitivamente questa notte.
-”Ero ferita: mi avevi respinta, umiliata e hai sminuito quello che era successo tra di noi”- giocherello con le dita poiché parlarne mi agita.
Riflette alle mie parole e sembra realizzare solo adesso che è vero, che mi ha trattata malissimo.
-”Mi dispiace”- bisbiglia.
Forse è ubriaco. Cosa ha appena detto? Mi ha chiesto scusa. Non credo alle mie orecchie, davvero si è reso conto che ha sbagliato? Addirittura ammetterlo! Questa notte non sta portando consiglio solo a me, a quanto pare.
-”Anche a me”- dico, sorprendendo me stessa.
-”Per cosa?”- sbuffa.
Mi giro completamente verso di lui, sistemando l’abito rosa ormai sporco. È giusto che Killian sappia cosa pensavo in quel momento, glielo devo nonostante ora sia inutile. Probabilmente potrà farlo sentire meglio, oppure peggiorare solo le cose.
-”Per averti detto che fosse troppo tardi. Non lo pensavo, ero solo orgogliosa”-
Pure lui stacca le spalle dal muro per mettersi di fronte a me, con le gambe incrociate. Ha gli occhi increduli, le labbra socchiuse per reclamare più aria. Sfrega il palmo della mano sulla barba: non fa che torturarsi da quando stiamo parlando, come se dovessi contenersi o sforzarsi a fare/non fare qualcosa.
-”E adesso lo pensi?”- mi scruta profondamente.
È difficile anche solo riflettere su ciò che sto per dire, figuriamoci prenderlo in considerazione. Magari domani mattina sarà solo un ricordo a cui mi aggrapperò per il resto del mio fidanzamento, e rimarrà tra noi e questa cucina.
-”No, non lo penso neanche adesso”- lo affermo piano, sperando quasi che non lo senta.
Ma l’ha udito eccome: deglutisce, sconvolto dal fatto che io l’abbia detto davvero; mi guarda in un modo che mi lascia senza fiato e mi tortura l’anima con prepotenza; il suo petto si alza velocemente, come se anche lui fosse trasportato dalle emozioni.
Dì qualcosa, ti prego, qualunque cosa.
Non proferisce parola, poiché lentamente porta una mano sulla mia guancia e mi accarezza, poi in maniera inaspettata mi avvicina al suo petto per stringermi tra le sue braccia. Mi lascio travolgere dal suo calore corporeo e dal battito del suo cuore che sembra accelerare come il mio: potrei stare così per sempre, mi sentirei eternamente in pace con me stessa e appagherei i miei sentimenti. Lo abbraccio e aspiro il suo profumo in modo che rimanga impresso più a lungo possibile. Ha allargato le gambe per accogliermi a sé, nonostante il vestito ricopri anche lui. Mi bacia la testa e passa le sue mani nella schiena scoperta facendomi rabbrividire.
Ho voglia di piangere: le lacrime premono affinché possano scendere e comunicare la loro tristezza dettata dal momento così aspettato e allo stesso tempo sbagliato.
Sta diventando difficile sopportare questa vicinanza senza che possa sentirmi realmente unita alla sua essenza, perciò mi stacco dal suo petto e lo osservo con attenzione, puntandola sulle sue labbra carnose. Sembra capire ciò che voglio perché le schiude e mi sembra un invito ad approfondire il mio pensiero.
Lo bacio, finalmente lo bacio. Gli circondo il collo e lo attiro a me in modo che le nostre bocche possano aderire perfettamente. Non si avventa sulla mia come vorrei fare io, con disperazione, ma sembra volersi godere ogni singolo contatto con me. Assapora le labbra delicatamente, come non ha mai fatto prima d’ora, le succhia, le morde e solo dopo le invoglia ad aprirsi per permettere alla sua lingua di insinuarsi e muoversi con la mia. Mi accorgo in questo istante quanto stessi bramando un suo bacio, quanto ne avessi bisogno.
Qualcosa dentro di me urla un avvertimento, ma decido di scacciarlo e ignorarlo in fretta prima che possa rovinare la mia iniziativa.
Mi assapora sempre più voracemente, mettendo da parte la tenerezza di prima per lasciare andare le passioni e gli impulsi. Avvicina le mie gambe a sé in modo che possa avvolgergli i fianchi e, tenendomi da qui, mi adagia pian piano indietro, distendendomi sul pavimento freddo della cucina, con lui sopra di me.
Con il caldo che sento, è un sollievo essere pizzicata dal gelo delle piastrelle, anche se in altre circostanze mi avrebbe inorridito.
Cerca di non fare pressione su di me con il peso del suo corpo, reggendosi con un braccio, mentre con l’altra mano mi carezza la gamba scoperta dalla gonna dell’abito. Si sta sfamando attraverso la mia bocca, così come sto facendo io e finalmente sento di poter respirare di nuovo dopo tutto questo tempo senza di lui. Il mio cuore esplode di felicità ed è colto da scintille di desiderio che mi spingono ad attirarlo sempre più.
Mi bacia il collo, lo mordicchia facendomi boccheggiare rumorosamente e io gioco con i suoi riccioli morbidi e profumati.
Scende in basso con le labbra e si ferma sulla mia scollatura, contemplando il seno che straborda dal corpetto scintillante.
-”Ariadna, ti sei fatta vedere nuda da tutti quei depravati?”- mi rimprovera, senza distogliere lo sguardo.
Mi sento avvampare dall’imbarazzo e ridacchio per questo motivo, non perché mi diverti la sua osservazione. In automatico mi copro con le braccia, sentendomi inappropriata.
-”Lo dovevi fare prima, non adesso”- dice, spostandomi le mani dal décolleté.
Oh cielo, questo ragazzo mi farà delirare del tutto. Mi sento agitata dalle sue attenzioni sul mio corpo, in una maniera inspiegabile e travolgente. Fremo dal fatto che suggerisca che solo lui può vedermi in tali condizioni.
Poggia le labbra sulla parte che fuoriesce dal corpetto e con delicatezza la ricopre di baci, senza smettere di guardarmi. Mi vergogno tantissimo ma allo stesso tempo non voglio che si fermi.
Ritorna sulla mia bocca, grata di poter godere del suo sapore ulteriormente. Con le dita cerco di sbottonare la sua camicia elegante e, percependo la mia difficoltà, mi aiuta nell’intento finché non se la toglie di dosso. Lo tocco con possesso, disegnando con i polpastrelli il contorno dei pettorali e poi degli addominali sporgenti. Vorrei fare questo percorso con le mie labbra, assaporare la sua pelle calda e liscia, sentirlo in balia delle mie attenzioni.
-”Come lo tolgo ‘sto coso?”- mi chiede di fretta, indicando il vestito.
Aiuto, cosa vorrebbe fare? Cioè, so cosa vorrebbe fare ma…fin dove desidera arrivare? Per un attimo mi sale il panico e lui riesce a coglierlo nei miei occhi.
-”Tranquilla bambolina, siamo sul pavimento di una cucina, non posso farti niente. Almeno, niente di grave”- sussurra, con una voce graffiata dall’eccitazione.
-”Devi sbottonarlo da dietro”- gli suggerisco timidamente.
Con estrema leggerezza mi fa mettere di lato, in modo da non spiaccicarmi faccia in giù e lo sento armeggiare con il corsetto, essendo chiuso nella parte bassa della schiena. Non appena sento la veste starmi lenta, sento un groppo in gola: non mi preoccupano le sue intenzioni, sono solo agitata all’idea che mi veda senza reggiseno e con le mutandine. So di avere un corpo piacente ma lo stesso ho le mie insicurezze. Magari domani mattina mi pentirò di aver mostrato le mie forme a Killian, ma adesso sono curiosa di osservare le sue reazioni.
Scende piano piano il capo e spontaneamente mi copro il davanti con le braccia mentre me lo sfila del tutto, ponendolo sotto di me per non farmi stare a contatto con le fredde mattonelle, immagino.
Bacia la mia spalla nuda, la mia schiena e mi sfiora con delicatezza il fondoschiena con le nocche. Respiro a fatica e tengo gli occhi chiusi per approfittare di questo piacevole contatto con più intensità. In seguito, fa aderire la mia schiena al vestito messo per terra e adesso riesco a guardarlo negli occhi. Sono infiammati, seducenti e affascinati dal mio corpo che è a sua completa disposizione.
Non mi dice di scostare le mani dal mio petto, ma le inumidisce con la sua bocca, continuando la scia bollente di poco fa.
Un po’ tremante, posiziono le mie mani sui suoi capelli, per dargli spazio tra i miei seni, nudi per la prima volta davanti ad un uomo.
Uno lo carezza e lo stringe in maniera tenue, l’altro lo bacia e mordicchia il capezzolo, come se fosse la cosa più sensibile del mondo.
Mi lascio sfuggire sospiri che lui interpreta, giustamente, in positivo e una volta sazio di quella piacevole tortura, ritorna a baciarmi con più ardore e amore. Mi sento assuefatta da lui, in una trance idilliaca che non vorrei finisse mai.
Continua a sfiorarmi con la mano libera: dal seno passa all’addome piatto, ai fianchi, all’elastico delle mutandine nere.
-”Oh principessa, finirò per impazzire”- dice tra le mie labbra.
Io sono già fuori di me.
-”Non posso toccarti se sei di qualcun altro”- mormora in un attimo di lucidità.
Per un secondo mi ricordo di essere impegnata con…no. Se ci penso, manderò tutto all’aria e i sensi di colpa mi mangeranno viva. Non posso permettere loro di interrompere il mio momento con Killian. Devo spegnere la vocina che cerca di emergere e ripristinare la mia ragione.
-”Io sono tua”- affermo, annegando nello smeraldo delle sue iridi.
So che non ho il diritto di dirlo, che in realtà non è così; ma il mio cuore è suo, non può appartenere a nessun altro e ne sono certa più che mai.
-”Sei mia”- ripete, accendendosi di bramosia.
Si avventa nuovamente sulle mie labbra, facendo combaciare i nostri respiri affannosi e ritornando sull’elastico degli slip. Dapprima disegna dei cerchi concentrici dall’esterno, accelerando il battito del mio cuore e il formicolio del bassoventre, poi strofina dolcemente le dita sulla mia intimità ancora coperta. Sussulto a questo contatto e mi sento pizzicare dal piacere.
Scosta da un lato le mutande e si insinua al loro interno, per dedicarsi a me in maniera assoluta.
Smette di baciarmi per studiare le mie reazioni e i sospiri, con un sorriso compiaciuto e provocante.
-”Sei perfetta”- mi loda, passando le dita nella parte più umida del mio corpo.
Gli sorrido e socchiudo gli occhi in modo da percepire i suoi movimenti: ad un certo punto fa pressione per oltrepassare il varco della mia intimità, provocandomi bruciore nel medesimo punto.
-”Se ti faccio male, smetto”- mi informa, premuroso.
-”Puoi continuare”- farfuglio, anche se non del tutto convinta.
Spinge un po’ di più il dito finché non è tutto all’interno e strabuzzo gli occhi, sconvolta dalla sensazione strana e dolorante. Non appena si muove lentamente, comincio a respirare di nuovo poiché diventa più piacevole, per cui rilasso i muscoli.
-”Non hai idea di quanto io mi stia trattenendo”- sibila tra i denti.
Sentirgli dire così non fa altro che aumentare il mio desiderio e il rossore sul mio viso ormai andato a fuoco come la parte che sta toccando.
Velocizza l’andamento, baciandomi il collo e le labbra perché si trova in difficoltà lui stesso. È stupendo come non mai e sono grata che lui stia dedicando queste attenzioni a me. Mi fa sentire speciale, come se non fosse solo un gioco per lui ma che avesse un vero valore.
Mi scappa qualche gemito imbarazzante che Killian invece approva vigorosamente.
-”Mi fai andare fuori di testa...”-.
Ritorna sul mio seno per riempirlo di baci e morsi, nel mentre mi tocca con più ardore e rapidità, così tanto da farmi ansimare rumorosamente. Mi mordo il labbro inferiore, cercando di contenermi ma lui mi sussurra:
-”Lasciati andare, ti prego”-
Non riesco più a respirare, getto un urlo liberatorio precedentemente accolto da spasmi che portano il mio piacere al culmine.
Killian si ferma, toglie via le dita dalla mia intimità e mi stringe a sé con disperazione, come se volesse assorbirmi nel suo corpo. Sento la sua eccitazione premere contro di me, il che mi fa avvampare: dovrei ricambiare? Ma come potrei fare? No, meglio che per adesso io non combini guai.
Mi lascio cullare dal suo abbraccio e gli bacio la spalla, il collo, la guancia. Con una gamba gli circondo la vita, per avvicinarlo ulteriormente a me perciò si irrigidisce.
-”Se fai così la tua verginità verrà compromessa”-
Scoppio a ridere, anche se in un’altra circostanza gli avrei dato uno schiaffetto. Dopo aver condiviso questo momento così intimo, non posso scandalizzarmi. Non appena realizzerò ciò che mi ha fatto, potrò provare vergogna.
-”Perdonami”- sghignazzo.
Mi aiuta a rimettere l’abito per evitare che possa sentire freddo e non si stacca più da me, tenendomi avvinghiata al suo petto.
-”Devi promettermi una cosa”- comincia a dire ad un tratto.
Gli domando di che si tratta e alzo la testa per guardarlo bene negli occhi.
-”Non devi pentirti di niente”-
Non so fino a che punto io possa prometterglielo: sono certa che mi sentirò in colpa e un’incosciente egoista. Però io non voglio che tutto questo finisca, mi sento talmente bene con Killian, davvero felice.
-”Tu promettimi che non mi abbandonerai”- rigiro la frittata.
Non vorrei che mi allontanasse di nuovo, specialmente dopo tutto questo; potrei morire all’idea che lo facesse, figuriamoci se lo mettesse in pratica.
-”Non hai capito: tu devi stare con me, così come io devo stare con te. Non ho intenzione di lasciarti andare”-
Leggo la sua sincerità, la sua passione nel dirlo, il bisogno che ha di me. È tutto diverso adesso, i muri sono crollati e sembra determinato a tenermi nella sua vita.
-”E il mio fidanzato?”- tentenno.
-”Vorrei ucciderlo se penso che ti ha baciata ma…per adesso lo sopporterò. Con me, invece, devi comportarti come stanotte: essere spontanea, coraggiosa, intensa. Ti chiedo molto, lo so…dillo adesso se non vuoi”-
Ha uno sguardo preoccupato dal fatto che io possa prendere in considerazione l’idea di dedicarmi a Christopher e quindi distanziarmi da lui.
Non sono proprio lucida ora come ora, so che non appena sarò per conto mio annegherò nel mio pentimento per aver tradito la mia promessa di matrimonio; solo che, al suo fianco mi sento sicura, certa di non potermi separare da Killian perché mi sentirei privata di questo amore impetuoso che mi fa sentire viva.
-”Io voglio stare con te, ma non posso nasconderti i miei sensi di colpa. Ho bisogno che mi aiuti, altrimenti rischio di dare in escandescenza”-
-”So che non fa parte dei tuoi valori ma per il momento è l’unica alternativa che abbiamo. Dobbiamo essere forti entrambi”-
Mi dà un bacio sulla fronte e mi tiene più stretta a sé, quasi teme che gli sfugga via in un attimo di distrazione. Non ha mai mostrato questi sentimenti, timori e angosce poiché ha sempre manifestato disinteresse e sicurezza. Si sta palesando per quello che è e per ciò che prova nei miei confronti. Non ho più paura che si possa distaccare o evitare di farsi conoscere; magari adesso riuscirà ad esprimersi e confidarsi.
-”Quindi non farai più lo stronzo insopportabile?”- ridacchio sul suo petto.
-”Che hai capito? Mica posso essere qualcun altro!”- mi mordicchia la tempia con dispetto.
-”Bene, allora dimmi chi sei, a cuore aperto”- dico con sarcasmo, per sdrammatizzare la domanda seria.
Lo sento sospirare interiormente ma poi mi dà un bacio a fior di labbra e accenna un sorriso.
-”Sbircia pure nel mio cuore, è tuo”-
   
 
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