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Autore: ClodiaSpirit_    19/04/2020    2 recensioni
Quello che ci siamo persi di un Jack risentito per una Elizabeth che lo ha lasciato in balia del kraken e dello scrigno di Davy Jones. Quello che secondo me, è mancato nel terzo film era un confronto, anche se piccolo, ma doveva pur esserci.
Ecco cosa succede quando ritorni letteralmente dal mondo dei morti e rivedi in faccia il volto della tua traditrice:
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« Oh, oh, non te lo ha detto, vero? » il volto del capitano si ombrò, mentre il tono si colorava per mascherare la rabbia repressa. La ragazza invece, rimase di sasso, mentre sentiva lo sguardo confuso di Will puntato su di lei.
MM - Ai confini del mondo;
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elizabeth Swann, Jack Sparrow
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Questa è una chicca che da un rewatch,
senz'altro, non mi sarei aspettata
una cosa simile, attenzione,
però quanto meno un Jack che chiede il minimo di spiegazioni, sì.
Anche se questo riguarda il lato da pirata insito in Elizabeth
dovevano darci qualche cosa di più di tre semplici battute in croce
e una finale che riporta al primo film.


Bando alle ciance e vi lascio alla lettura,
#iorestoacasa

Clò






« Di cui quattro hanno tentato di uccidermi e una c’è riuscita » Jack represse la voglia di voltarle le spalle, di nuovo, come lei aveva osato fare con lui.
Nel mentre, Will si girava a guardare interrogativo Elizabeth.  Il capitano interpretò subito l’espressione stupita del ragazzo, rincarò la dose. « Oh, oh, non te lo ha detto, vero?
» il volto del capitano si ombrò, mentre il tono si colorava per mascherare la rabbia repressa. La ragazza invece, rimase di sasso, mentre sentiva lo sguardo confuso di Will puntato su di lei. «Bene,» fece con una vena di disappunto sarcastico Jack, « avrete un sacco di cose da dirvi » dopo di che si apprestò a rivolgere la sua attenzione – di gran lunga spesa in miglior modo – al resto della sua ciurma.

 

 

« CREDI DAVVERO DI CAVARTELA COSI?! » le urlò dietro Jack.
Erano già di ritorno sulla Perla e la ciurma, insieme a Will e Barbossa si preparavano a salpare.
C’era un gran trambusto lungo il ponte e come gli avevano prestato ascolto fino a dieci minuti prima, come adesso Jack trovava il tempo giusto per sistemare la faccenda in sospeso.                                                                     
Elizabeth dal canto suo, era andata a sistemarsi in coperta, la, dove nessuno poteva vederla. Tutti tranne Jack che sbirciando con la coda dell'occhio, la seguì e scendendo a grandi falcate le scale in legno, trovò la ragazza seduta contro dei barili pieni di polvere da sparo.

« Gradirei essere lasciata da sola, se non ti è di troppo disturbo » mormorò Elizabeth. Jack fece spallucce, un sorrise amaro gli si disegnò sul viso, mentre i baffi si increspavano.

« Lo farei volentieri, ma sono cosciente sì e no da pochi minuti e mi piacerebbe avere delle risposte » 

Il tono del capitano era un misto tra acido e ironico, ma te i due, prevaleva di certo il primo, senza dubbio. Elizabeth si massaggiò le tempie, mentre distendeva le ginocchia che prima teneva al petto.

« Che cosa vuoi sapere? » cominciò la ragazza, gli occhi le facevano male, non sapeva nemmeno lei perché. Li tenne chiusi.

« Non gliel'hai detto » esordì mentre avanzava.                                                                                                                     
La poca luce che entrava dalle finestrelle della nave gli lasciava il volto diviso a metà. Man mano che avanzava, la parte scura diventava chiara, uniformando il suo colorito. Da mistero, si trasformò di nuovo in Jack. O così ad Elizabeth sembrò di vedere, tranne forse, per un minimo tic che gli prese alla mano. Subito, quello dovette tenerla ferma per evitare di dare in escandescenza. « Hai quasi messo quasi fine alla mia vita e bella tranquilla, te ne vai in giro come se niente fosse, per salvarmi di nuovo la vita, » continuò, mentre si metteva a girare per quel piccolo spazio che li separava  «e dovrei anche ringraziarti? »

« Se non avessi fatto quello che ho fatto, saresti scappato, Jack »

Il tono della ragazza fu così chiaro e sicuro, che a Jack non restò altro che ridere. E rise, anche se amaramente. Si toccò uno dei suoi numerosi anelli alle dita e fisso un punto indefinito nel legno della nave. In particolare, la sua attenzione andò a una piccola lampada ad olio affissa con un gancio di metallo alla parete.

« Quindi, è per questo che non lo hai detto a lui? » borbottò senza nemmeno guardala « perché era un gesto così eroico e sensato, da non dover nemmeno essere giustificato? »

Elizabeth boccheggiò, aprì di colpo gli occhi e i palmi delle mani si aprirono in aria di difesa. Le tremò un po' la voce, ma cercò di restare salda. 

« E sentiamo, cosa importa di grazia a te, Jack, se non ne ho parlato con Will? É una cosa fra noi, senza che tu debba ficcarci il naso, com'è tuo solito, ovvio! » sbottò e con gran rapidità si alzò e fece per andarsene.
I suoi piedi fremevano per tornare di sù.                                                                                                                                 
Tanto la figura era stata già fatta, si sentiva già in colpa per quello che aveva nascosto, ma ormai non si poteva tornare indietro. Jack la afferrò per un braccio e la tenne ferma. La presa del capitano fu salda, la guardò mentre sentiva tutto quello che aveva provato quelle settimane dentro lo scrigno, quell'universo allucinogeno e infernale. Il suo andare su e giù, vagare in quella bolla con le sembianze della sua amata Perla, confuso e da solo.

Era lei che ce lo aveva portato. Ed era lei che doveva rispondergli e spiegargliene il motivo. Elizabeth non fece resistenza, sostenne lo sguardo di Jack, aspettando che qualcuno dei due parlasse.

« No, non sono affari miei, ma la mia vita lo è » mormorò serio, si indicò il petto scoperto, lì, sotto la camicia.

« Saremmo comunque riusciti a salvarti, che importanza ha? » 

« Siete stati fortunati. E comunque la ha eccome, perché sono stato io a salvarti per primo insieme a lui, » Elizabeth si morse le labbra, non poteva negare la verità « quindi vorrei sapere, di grazia, » la imitò marcando quelle stesse sue parole di prima « perché agire in quel modo? Credi davvero che non avrei voluto parlarne? »

« Avresti risposto solo così. Jack sei testardo, sei un codardo, sei assolutamente pieno di te in certi momenti che non staresti ad ascoltare nessuno! Qualcuno doveva pur fare qualcosa.»

« Mettiamo il caso fossi fuggito via senza affrontare il kraken. Lui in tutto questo, che ruolo aveva? Perché non il tuo amato Will? Perché non dire a lui di incastrarmi?»

Jack tirò fuori tutto ciò che sarebbe servito a farle sputare fuori la sacrosanta verità. Se c'era una cosa che gli avevano insegnato tanto anni di pirateria, era colpire e andare a segno nel momento giusto. Non che fosse chissà che maestro, però sapeva cavarsela. Elizabeth era sul punto di crollare.                                                                                                     
Le domande di Jack erano talmente insidiose che Elizabeth avrebbe voluto lasciarlo lì e non rispondergli proprio. Lì immobili, sentiva che non se la sarebbe cavata tanto facilmente come quel giorno che lo aveva lasciato al suo destino. « E non provare a dire che non ci sarebbe riuscito, non me la bevo, cara »

La faccia di Jack era interrogativa ma non parlò, né fece forza sul braccio di Elizabeth. Le diede il suo tempo.  Lei d'altra parte, pensò a cosa stessero pensando di sopra. Non sapeva quanto tempo fosse passato dalla sua scusa per ritirarsi di sotto, ma sicuramente, cominciavano a crearsi dei sospetti anche sopra.  Elizabeth , si limitò a fissarlo, davanti a sé, scavando dentro, come se fosse alla ricerca di un tesoro nascosto.                                                                   
La luce accarezzava i suoi capelli pieni di treccine illuminandolo da dietro, come se qualche dio del mare lo stesse vagamente proteggendo, mentre il viso era più scuro, scolpito dalla bandana e dalla barba.

« Dovevo farlo io, » si giustificò « eravamo solo noi sulla nave, mentre Will era sull'Olandese, per colpa tua, » aggiunse infastidita « era l'unico modo possibile e l'unico che mi era venuto al momento »

Jack annuì lentamente, mentre la sua mano libera si toccava una ciocca di capelli a caso.

« Ancora però non mi è chiara una cosa, perché non glielo hai detto? » ripeté come un disco rotto. 

Elizabeth si stupì di essere tenuta così tanto su un filo che sarebbe potuto spezzarsi da un momento all'altro. Era sottile e non era nemmeno fatto di corda, altrimenti sarebbe stato di gran lunga più resistente. Qualche voce si levò da su e a lei parve di riconoscerne una tra tante, ma Jack notò che alzava lo sguardo. Lasciò andare la presa. Jack sospirò piano, gli occhi si abbassarono come due fari spenti, ma non smise un attimo di essere serio. 

« Se non vuoi dirmelo, va bene, ma la prossima volta che ti azzardi a fare una cosa del genere, » la riprese, si fissò bene il cappello in testa e fece un primo passo sulle scale col piede sinistro « scordati di salire su questa nave » scandì ogni parola con cura.

Appena salì i primi due scalini, Jack si sentì frustrato, in balia di tanti interrogativi che ancora erano presenti, ma decise che era meglio non insistere più. Sia maledetto il giorno in cui ti ho incontrato, Elizabeth Swann, pensò. Se voleva andare avanti, doveva dimenticare la faccenda ed in fretta anche. 

« Non volevo pensasse che... » esordì all’improvviso, Jack si fermò a metà strada, le mani fisse sul grembo come se si tenesse per non cadere « non volevo pensasse che mi è piaciuto » confessò.

Elizabeth si maledì in quel preciso momento, ma a giudicare dalla sua stessa reazione, ammetterlo era stato liberatorio.  La verità era sempre un arma a doppio taglio, si disse, però era sempre meglio che venisse fuori prima che trapelasse dalla bocca di qualcun'altro. 

Jack rimase fermo, senza accennare il minimo movimento.

« E so che non era giusto, nei suoi confronti. Non è stato giusto nemmeno nei tuoi Jack, ma so che solo in quel modo avresti reagito e capito che era la cosa giusta da fare! » spiegò tutto d'un fiato.

Il silenzio.

Si congelò l'attimo e rimase sospeso, come se il mare non si stesse muovendo, come se sopra le loro teste non stessero pensando a gettare l'ancora, come se Gibbs non avesse già urlato il suo nome ben tre volte.
Le voci da su ripresero, mentre nella testa del capitano la scena di quel bacio si riavvolgeva. Prima lei lo prende, poi le sue mani afferrano la sua camicia, da quel momento, non crede di aver più capito cosa stia succedendo, ma gli piace, non sa cosa succederà, se non quello. Se non un bacio chiaramente desiderato.

« Cosa ti è piaciuto? » 

Elizabeth si sentì il fiato corto, nonostante fosse stato lui a chiederlo. Quando si fanno i guai, si fanno sempre in due. Stava per rispondere ma fu fermata.                                                                      

« Jack, stai davvero facendo sul serio? Tutto ciò è ridic- » ma neanche la lasciò finire.

« Rispondi sinceramente e di cuore, quale delle due: legarmi all'albero della nave oppure baciarmi? » il suo tono si trasformò in aria da sfida. 

Elizabeth allora in risposta cominciò a salire sulle scale, superandolo. Proseguì spedita, determinata a ritornare di sopra, quando, sentì un ghigno dietro di sé. Quel ghigno si allungò accanto al suo orecchio, così insidioso, basso ma eppure forte che riverberò dentro al suo cervello. Come un'azione che vuoi scacciare ma riappare, costantemente. Non ebbe scampo.                                                                                                                                                                                  La ragazza si girò e Jack si ritrovò faccia a faccia con quella che doveva essere una nobildonna, ma in realtà, non lo era. O comunque, non lo era mai stata completamente. Nascondeva il fuoco dentro e bisognava solo che qualcuno lo accendesse per ottenere dei primi risultati. I due si guardarono soltanto, bastò solo quello. Elizabeth si immobilizzò sul posto, mente l'eco delle voci su, all'altezza della prua si arrestavano.

Non si mosse.

Jack si concentrò a fissarle le labbra. Erano piccole, ma da come ricordava, erano soffici, scalpitanti di posarsi.

« Te lo lascio io adesso un quesito, qual è la cosa più giusta da fare, adesso? » sussurrò tremendamente vicino.

Elizabeth non accennò un passo, restò salda sulle sue gambe, mentre la voce di Jack le si piantava dentro, come un brivido lungo le vertebre. Rimase sospesa ancora un po', come quando si divertita a dondolarsi con l'altalena di casa e rimanere su era più facile che ritornare a terra. Proprio quando sembrava avesse finito con l'interrogatorio, Jack posò una mano sulla sua guancia e molto piano, avvicinò le sue labbra alle sue. Durò poco. 

Giusto il tempo di tre battiti di ciglia. 

Jack si limitò a scoccarle un bacio che poteva sembrare casto, ma l'aria che aveva in quel preciso istante, era ben evidente. Sfiorò e si calò su quelle incurvature disegnate su una pelle più chiara, ma non per questo meno bella. Si soffermò un po' più di un normale bacio a stampo. Sentì le labbra di Elizabeth avvicinarsi appena lui decide di staccarsi e allora ne ebbe la prova. La ragazza aveva ancora gli occhi chiusi e non si accorse degli occhi di Jack fattisi subuto indagatori. 

Lo sapevo, pensò. Continui a ripetertelo, quindi? Che non sarebbe più giusto, in questo modo?
Farneticò Jack tra sé e sé.

La osservò quei pochi minuti prima che potesse riaprire gli occhi sul velo che aveva davanti e ritornare alle favole.

« Bene, Lizzie, » mormorò, raggiunse i pochi gradini che lo separavano dalla prossima rotta, si girò verso la figura di Elizabeth, la quale boccheggiò « ti ringrazio del tuo tempo, é stato prezioso » e con un sorriso sornione la salutò.

Elizabeth si accigliò subito dopo, provò a urlargli contro, fece per salire su ma si bloccò appena vide in lontananza Will che issava le vele. Capì che non poteva.  Non poteva urlare perché lo avesse fatto. Si era tradita da sola, cadendo nella sua rete.                           
Si morse le labbra, maledicendosi ancora. Seppur minimo, il contatto con Jack le era nuovamente piaciuto e non poteva assolutamente contraddirlo più. 

Aveva chiuso gli occhi e aveva desiderato continuare a baciarlo.

No, si disse, non è possibile. 

Tu ami Will, si ripeté, ami Will.

Doveva solo dimenticare cosa era appena successo e andare avanti. 

 

 

   
 
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