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Autore: Tonks_Remus    20/04/2020    5 recensioni
Troppa poca importanza è stata data ad Angelina Johnson e al suo carattere forte e ossuto, che vediamo soprattutto nel quinto libro. Angelina è l'unica che può tirare George fuori dal baratro. Perché lei lo conosce veramente.
Una mia personale visione delle cose, dove non mancano battute e risate! Perché in presenza di Fred o George non si può non ridere
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Angelina Johnson, Famiglia Weasley, George Weasley | Coppie: Angelina/George, Audrey/Percy, Bill/Fleur
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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-Angelina Johnson-
Una voce richiamò l'attenzione della ragazza che stava uscendo dagli spogliatoi dopo un estenuante allenamento insieme alle Holyhead Harpies. Si voltò e vide una testa rossa alzare la mano in saluto e si avvicinò verso due membri della famiglia Weasley, i quali probabilmente attendevano Ginny
-Buongiorno signora Weasley- salutò cortesemente, mentre la donna ricambiò il saluto con un sorriso
-Charlie Weasley, non ti vedo da una vita!- disse poi in direzione del secondo Weasley con un sorriso
-Sapevo che facevo bene a metterti squadra nonostante fossi solo al secondo anno! Ho saputo che al tuo ultimo anno hai vinto la coppa di Quidditch, e sei stata capitano di più della metà dei miei fratelli- affermò il vecchio capitano di Grifonoro
-Avete un talento straordinario per il Quidditch voi Weasley. Come mai in Inghilterra?- chiese poi
-Una pausa dai draghi, e ho pensato che George potesse aver bisogno di una mano al negozio-
-Che non si trova su un campo da Quidditch- dedusse rapidamente la ragazza, mentre Molly trasse la sua stessa conclusione
-Cercavo te effettivamente- ammise passandosi una mano sulla barba incolta
-Ah si?- chiese sua madre alzando un sopracciglio
-Sei stata la migliore amica dei gemelli per anni- iniziò lui ignorando la madre
-George vuole stare da solo- lo interruppe lei rapidamente
-George non sà quello che vuole! Vive da tre anni come un automa-
-Sopravvive, non vive, ed io non sono Fred. Lo sai benissimo anche tu-
La signora Weasley tratteneva a stento le lacrime. Quando Charlie quella mattina l'aveva pregata di accompagnarla per vedere gli allenamenti di Ginny, non si aspettava che l'argomento cascasse su una ferita irrimediabilmente aperta, Fred
-George ha bisogno di aiuto e nessuno della nostra famiglia riesce ad aiutarlo, tu invece sai farti ascoltare. Fred mi diceva che eri l'unica a tenere testa ai gemelli e a saperli prendere nel giusto verso. E io ho bisogno che tu mi aiuti Angelina-
La ragazza sospirò rumorosamente, anche lei tratteneva a stento le lacrime ed era sicura che Charlie avesse portato con sé sua madre, per farle vedere il dolore che si stagliava sui suoi occhi per aver perso non uno, ma ben due figli.
-Passerò in negozio, ma non ti garantisco nulla Charlie. Sono passati tre anni, e sebbene all'inizio io abbia provato a stare vicino a George, lui si è chiuso in sé e probabilmente ricorderà a stento il mio nome- buttó lì
Perché era quella la sua paura più grande.
Che George seppur fermo alla morte del gemello, fosse andato avanti a quel particolare rapporto che li univa.
-Fred si fidava di te e quindi mi fido anch'io!- si limitó a dire il ragazzo prima che una terza testa rossa giungesse alle loro spalle
-Che fate qui? Perché hai gli occhi rossi mamma?- chiese Ginny spostando lo sguardo dal fratello alla madre
-Volevano vederti giocare- s'intromise Angelina -Io vado, a domani Ginny, a presto signora Weasley. Ciao Charlie!- disse poggiando una mano sul braccio del suo vecchio capitano


Ora Angelina Johnson camminava a grandi falcate verso i Tiri Vispi Weasley, negozio nel quale non entrava da prima che chiudesse per la guerra. Sospirò e abbassò la maniglia mentre il rumore del suo ingresso fu impercettibile. Era Luglio, la scuola era finita e tanti studenti girovagavano tra gli scaffali. Delle treccine fin troppo simili a quelle che portava lei stessa qualche anno fa, le ricordarono che Lee, suo grande amico, era ancora migliore amico di George. Lui si che aveva aiutato George dopo la guerra. Lei invece si era seduta al tavolo con gli altri Weasley, dopo che Harry aveva ucciso Voldemort, ed era rimasta abbracciata per ore alla persona più importante in quella sala. George. Lui si era lasciato cullare e non si era staccato da lei per tutto il giorno. Per i funerali, lui era vicino la sua famiglia, lei era rimasta abbracciata a Lee, Oliver, Alicia e Katie e da lì impercettibilmente le strade dei due si erano separate.
Il negozio era rimasto chiuso per settimane, poi scoprí che suo fratello Ron lo aveva aiutato a riaprirlo, e aveva avuto qualche altra notizia grazie a Ginny, che ormai da quasi due anni giocava nella sua stessa squadra.
-Posso aiutarla?- una voce fastidiosamente gentile e stridula interruppe il flusso dei suoi pensieri
-Angelina- Lee corse in suo soccorso mentre quella che ricordava essere la commessa fece un passo indietro, permettendo al suo superiore di abbracciare la ragazza
-Lee sono felice di rivederti!- sorrise lei mentre lui la guardò in modo accusatorio
-Capisco che il Quidditch è importante, ma sei sparita Johnson! Alicia sostiene di vederti di rado anche lei e per tutti i folletti è la tua migliore amica-
-Merito un rimprovero, lo so, ma non adesso, cercavo George-
-Il signor Weasley è impegnato- affermò la stessa voce fastidiosa che l'aveva accolta poco prima
Lee, il quale sapeva bene che Angelina Johnson non andava infastidita, né tanto meno contraddetta, lanciò un'occhiata truce alla ragazza che però fece finta di niente
-Tu saresti?- chiese la bruna mentre Lee speró che George uscisse dal magazzino rapidamente e lo raggiungesse prima di dover assistere ad un omicidio
-Verity, commessa dei Tiri Vispi Weasley sin dalla loro apertura- rispose fiera
-Pensavo che qualcuno ti avesse promossa come segretaria, ma se sei ancora una semplice commessa dopo ben cinque anni di gavetta, significa che pensavo male. Dunque Lee, saresti così gentile da dirmi dov'è George? O devo mettere a soqquadro l'intero negozio per trovarlo?- chiese esasperata mentre Verity abbastanza indignata era rimasta impassibile di fronte a lei
-Angelina Johnson a zonzo nel miglior negozio di Diagon Alley? Cerchi un trucchetto per saltare la prossima partita?- chiese una voce alle sue spalle facendole perdere un battito
La ragazza si voltò e vide George che le sorrideva in maniera sincera seppur il suo volto sembrava stanco e tirato. Ma non ebbe il tempo di metabolizzare una risposta perché istintivamente gli buttó le braccia al collo e lo strinse in uno degli abbracci più sinceri e belli che quel negozio avesse mai visto. George dal canto suo ricambiò la stretta, felice seppur sorpreso di trovarsi di fronte all'unica ragazza per cui avesse mai perso la testa.
Lee sghignazzava per la faccia contrariata di Verity, la quale aveva una cotta per i gemelli da quando l'avevano assunta al negozio
-Sono felice di vederti anch'io Johnson- sorrise lui scostandole una ciocca di capelli dal viso, quando si separarono
-Andiamo a lavoro Verity, non ci pagano per battere la fiacca- ordinò Lee alla ragazza che si limitó ad obbedire
-Credo sia un tantino gelosa- affermò George mentre Angelina lo fissó con un sopracciglio alzato
-È anche abbastanza impertinente- aggiunse la ragazza mentre George per la terza volta da quando era entrata nel negozio sorrise
-Sei gelosa?- la punzecchió lui
-Non mi piace chi non solo non sà fare il proprio lavoro, ma addirittura prova a fare quello degli altri-
-Le ho detto io che non volevo essere disturbato- provò a difenderla lui
-Non avevo chiesto a lei infatti, ma a Lee, che sicuramente non mi avrebbe dato la stessa risposta- constatò lei con ovvietà -Tu piuttosto da quando stavi origliando?-
-Da quando l'hai messa in riga e fatta vergognare davanti a tanti clienti- affermò lui fingendosi serio, ma prima che lei potesse rispondere lui le indicò il magazzino alle loro spalle e le fece cenno di seguirlo
-Allora era qua che ti stavi nascondendo- notò cambiando argomento
-Lavoravo-
-Potevi lasciare Lee qui dietro per sistemare e smistare gli ordini-
-È un lavoro fin troppo complicato per lui- scherzó lui
Aveva mentito provando a stemperare la tensione, ma solo allora, da quando era arrivata, Angelina capí le parole di Charlie. George non era più George. Preferiva un buio magazzino, ad un negozio pieno di scherzi e risate. George le ricordava terribilmente una storia babbana con protagonista un proprietario di una grande fabbrica di cioccolato.
-Lui avrebbe voluto che prendessi le redini del negozio e fossi in prima linea per far ridere la gente- disse lei dopo un lungo silenzio, in cui George capí che non avrebbe riso alla battuta su Lee
-Lui è morto- disse semplicemente
-Ed è morto perché quelli rimasti in vita, potessero vivere un futuro più sereno e allegro- aggiunse lei mentre lui scuoteva la testa
-Se sei venuta fin qui per farmi la paternale, quella è la porta- sbroccó lui furente
-Se devi fare la parte dell'arrabbiato, avresti dovuto citare il fatto che è la prima volta che mi faccio viva dopo tre anni- sbuffó lei per niente toccata dalle parole del ragazzo
-Sono io che mi sono allontanato-
-E penso che all'inizio hai fatto bene, ma George sono passati tre anni e tu sei rimasto alla prima fase-
-Prima fase?- chiese lui perplesso
-Approfondiremo questo dettaglio più tardi. Ora considerando che non ho intenzione di muovermi, ma ho intenzione di continuare a farti la paternale, giungiamo di fronte a un grosso problema-sospirò con ovvietà mettendosi a sedere sulla scrivania, mentre lui si accomodava su una sedia di fronte a lei
-Ti ha chiamato Lee?-
-Per tua informazione non sento Lee da tempo-
-Perché?-
-Tu perché non sai in che rapporti sono col tuo migliore amico?- incalzó lei
-Non si risponde ad una domanda con un'altra domanda-
-Puoi anche non rispondere Weasley-
-Sono stato occupato-
-Sono stata occupata anch'io-
-Giochi in una squadra professionista-
-Che occhio! L'hai letto sulla Gazzetta del profeta o l'hai sentito per sbaglio da Ginny?- chiese in tono provocatorio
-Mentre tu eri occupata ad aggredire la mia commessa, la gente intorno a te voleva un tuo autografo- rispose ignorando la sua ironia
-Per questo motivo tra tante persone, cercavo te. Sapevo che non essendo fan della squadra, avrei sicuramente evitato un fan impazzito alle costole-
-Simpatizzo per le Holiyhead Harpies, ricordati che mia sorella gioca lì-
-Ci siamo giusto incontrate per caso negli spogliatoi un paio di volte- ribatté ironica
-Non hai allenamento oggi?-
-Che ore sono?-
-Quasi mezzogiorno-
-E allora sarà quasi finito- concluse mentre lui aprí e chiuse la bocca un paio di volte
-Hai saltato l'allenamento?-
-Tu hai mangiato pallini acidi a colazione?-
-Perché hai saltato l'allenamento?-
-Perché dovrei dirtelo?-
-Perché sei seduta con me in magazzino anziché essere su una scopa in un campo da Quidditch- le fece notare con un sorriso vispo
-Questione di priorità-
-Mi era mancato il tuo sarcasmo Johnson-
-Hai sempre l'assistente dall'altro lato del negozio-
-È una commessa-
-È comunque inutile- concluse risoluta
-Mi mancava anche la tua gelosia-
Sorrise sghembo alzandosi dalla sedia e mettendosi davanti al tavolo sul quale era seduta la ragazza -Carino da parte tua parlare di gelosia riferendoti a me, hai la memoria corta- gli fece notare lei puntellando le dita sulla sua spalla
-Ti risulta che io abbia mai fatto una scenata di gelosia?- chiese allargando teatralmente le braccia
-Fammi pensare- disse senza sforzarsi più di tanto a ricordare -Al nostro ultimo anno Montague è casualmente finito dentro un armadio svanitore perché-
-Perché ti infastidiva Johnson e io e Fred siamo due ottimi amici- concluse lui, troppo immerso nel battibecco per accorgersi che aveva parlato del suo gemello senza occhi lucidi, parole spezzate e tristezza in volto
-E Zacharias Smith-
-Si è ritrovato il letto pieno di scarafaggi perché l'unica caratteristica che lo lega a Tassorosso è la sua inutilità- disse mentre Angelina scoppiò a ridere
-Ed aveva stranamente una cotta per me-
-Sulla scopa sei affascinante Johnson-
-Anche quando ero capitano?- chiese sorniona
-Si, anche se ammetto che io e Fred avevamo pensato di somministrarti dei sogni brevettati durante gli allenamenti di Quidditch, eri un pò troppo dura-
-Ambivate alla coppa di Quidditch quanto me, sii sincero con te stesso- lo rimbeccó lei
-Ma se non l'abbiamo nemmeno presa in mano- le fece notare
-Questo perché la vostra grande fuga aveva le sue priorità-
-Eri d'accordo con noi, non osare rinfacciarmelo-
-Si ma se fossi rimasto l'avresti ugualmente presa in mano-
-Ero comunque fuori dalla squadra-
-Non ricordarmelo o ti affaturo-
-Però avete comunque vinto-
-Perché Ginny è più brava del salvatore del mondo magico a prendere boccini-
-E tu sei stata un ottimo capitano-
-Si ma sono felice di non essere più capitano- precisó lei, non invidiando le numerose interviste che doveva affrontare il suo capitano Gwenog Jones
-Non hai ancora dimostrato la mia gelosia- le fece notare
-Sesto anno, ballo del ceppo-
-Pensi che fossi geloso di Fred?- rise lui sconvolto
-No troglodita-
-Illuminami dunque-
-Fred mi ha invitata al ballo perché tu non ne avevi il coraggio e non volevi che finissi al ballo con qualche mascalzone- disse lei tranquillamente mentre lui boccheggió prima di riprendere il controllo della situazione
-Baggianate Johnson-
-Fred me l'ha detto, anche se estorcere quell'informazione non è stato semplice-
-Che grandissimo-
-Buono George, non offendere la memoria del tuo gemello o conoscendolo ti renderà un incubo tutti i sogni- rise lei mettendo un dito sulla bocca del gemello per zittirlo
E George realizzò.
Parlavano da ore, l'orologio sullo scaffale segnava quasi le tre. Stavano ripercorrendo gli anni migliori ad Hogwarts, le avventure che avevano coinvolto sia lui che Fred. Per la prima volta in tre anni aveva trovato qualcuno con cui parlare serenamente di Fred. Qualcuno che conosceva lui e il suo gemello a fondo. Che li distingueva, li rimbeccava e poi ci scherzava insieme.
Anche Lee apparteneva a quello strambo quartetto. Si erano conosciuti il primo anno sull'Espresso per Hogwarts. Però Lee si era fatto condizionare da George, non aveva avuto il coraggio di discutere con lui perché sapeva quanto fosse fragile. Angelina invece lo sapeva ma lo sfidava. Lei sfidava sempre le persone per far uscire la parte migliore di loro.
Lui le sorrise e lei ricambiò.
-Ammetto che ero geloso- disse semplicemente
-Bene, ora che l'hai ammesso offrimi il pranzo perché ho già saltato gli allenamenti, se salto anche i pasti, domani ti ritroverai mezza squadra alle calcagna per aver attentato alla mia carriera e ai risultati della squadra- sorrise saltando giù dalla scrivania e tirandosi George dietro
-Sei sempre piena di sorprese Johnson-
-Mai quanto te Weasley-
-A proposito, non mi pare di aver visto Charlie al negozio- disse la bruna quando avevano ormai concluso il pranzo
-Charlie viene di tanto in tanto per assicurarsi che io sia vivo, per quanto lui e Ron ci abbiano provato, i Tiri Vispi non sono adatti a loro. Piuttosto tu come fai a sapere che Charlie mi dà una mano?- chiese alzando un sopracciglio
-Potrei averlo incontrato per caso agli allenamenti-
-Quando?- insistette lui
-Ieri- rispose con nonchalance lei
-Sei venuta qui perché te l'ha detto lui?-
-Sono venuta qui perché è il terzo Weasley che mi dice la stessa cosa-
-Charlie, suppongo Ginny e chi altro?-
-Fred-
-Giusto, e cosa ti hanno detto esattamente?-
-Non penso siano affari tuoi Weasley, non al momento almeno- sorrise lei prendendo il calice con l'acquaviola e facendo cenno di un brindisi
-Ti va di fare un salto alla Tana?- domandò lui provando ad ignorare la provocazione della bruna
-Quando?-
-Adesso!-
-Adesso?- ripeté lei alzando un sopracciglio
-Johnson mi pare di aver capito che hai dato buca agli allenamenti oggi, non vorrei essere la causa di numerose assenze. Quindi sì, adesso!-
-Non ci alleniamo tutti i giorni-
-Lo so, ma a fine mese, cioè alla fine della settimana avete la partita e avete intensificato gli allenamenti. Sto abbastanza per i fatti miei, ma parlo ancora con Ginny- le rispose con sarcasmo
-Andiamo alla Tana- sbuffó lei
Angelina non ebbe nemmeno il tempo di realizzare le sue parole che George le afferrò la mano e girò su se stesso. Nel giro di pochi secondi erano nel giardino della Tana e Angelina riconobbe l'inconfondibile odore di torta alla melassa del quale profumavano i Weasley
-Siamo qui per?- chiese lei a bassa voce mentre attraversavano il giardino
-Percy si sposa, mamma mi vorrebbe a casa più spesso, io volevo stare con te- sintetizza prima di entrare in casa, tirando con la mano Angelina dietro di sé -Mamma sono a casa- urlò
La signora Weasley stava amabilmente parlando in cucina con Bill, Fleur, Charlie, Percy e Audrey, ultimando probabilmente i preparativi per il matrimonio degli ultimi due. Fleur aveva l'aria annoiata, Charlie e Bill prendevano in giro silenziosamente Percy, che insieme alla fidanzata si davano un'aria un pò troppo pomposa
-George caro che fai a casa? Non dovresti stare a lavoro?- disse premurosa Molly alzandosi dal tavolo e andando verso il figlio -Stai male? È successo qualcosa? Ciao cara, tutto bene?- chiese rivolgendo un occhio alla ragazza accanto al figlio senza dar modo ai due di rispondere
-Mamma hai visto la mia divisa pulita? Domani ho di nuovo allenamento- urlò Ginny dalle scale, prima di avviarsi verso la cucina e trovarsi il fratello e la compagna di squadra ancora in piedi
-Ciao Ginny- la salutò rapida Angelina mentre la diretta interessata guardava vispa la mano del fratello intrecciata alla sua
-Pensavo stessi male, ma ora penso di aver capito dove ti eri cacciata! Ciao George-
-Sedetevi, avete fame? Preparo qualcosa?-
-Abbiamo già mangiato, ma ci sediamo lo stesso! Allora come procedono i preparativi del matrimonio?- chiese George accomodandosi e tirando giù a sedere anche Angelina
-A meraviglia, ma è difficile organizzare un matrimonio!- affermò Percy
Angelina ricordó che Percy era stato un caposcuola severo, troppo ligio alle regole e talvolta pesante. Lei metteva spesso in riga i gemelli e quindi lui ad Hogwarts l'aveva presa in simpatia, ma lei era d'accordo con Fred e George: aveva un ego smisurato.
-Hai chiuso prima il negozio?- chiese Bill guardando il monorecchio seduto al suo fianco
-Ho lasciato Lee, c'è anche Verity e se ha bisogno, cosa che non penso avverrà, mi chiamerà-
-Non pensi abbia bisogno di te nel tuo negozio?- chiese Percy con tono noiosamente patetico, mentre la fidanzata annuiva col capo in disappunto con il comportamento del cognato minore
-Sono anni che si occupa lui di tutto il negozio, penso che possa fidarmi ciecamente a lasciarglielo per un pomeriggio- rispose senza scomporsi
-Restate a cena?- chiese speranzosa Molly al figlio, che rifiutava spesso i suoi inviti ed era sciupato da far paura
George diede una lieve occhiata ad Angelina poi annuì, mentre gli occhi di sua madre s'illumirano immediatamente
-Non vedo l'ora che sia sabato- esclamò Ginny guardando Angelina
-A chi lo dici! Una settimana di riposo sarà decisamente ben accetta- rispose la bruna
-Sarà una partita tosta, ma siete due cacciatrici incredibili... Scommetto che vincerete la partita ma il boccino verrà catturato dall'altra squadra-
-Charlie se dovesse finire come dici tu, il nostro capitano ci massacrerà di allenamenti extra perché non è riuscita a prendere il boccino! Io spero non accada- rispose la sorella
-Quindi avrete una settimana di vacanza?- domandò George alle due
-Una settimana è praticamente niente, ma sì, avremo una settimana di vacanza!-
-Io chiuderó il negozio settimana prossima!- affermò mentre Angelina inarcava le sopracciglia e Bill lo squadrava tentando di capire le intenzioni del fratello
-Potresti aiutare Percy con il matrimonio!- propose Molly mentre Ginny intervenne, guardando la madre sconvolta
-Non penso rientri tra i suoi piani! E poi Percy e George non hanno esattamente gli stessi gusti... Il loro matrimonio sarà ancora più noioso di quello di Bill e Fleur- disse la rossa mentre George scoppió a ridere
-Touche- disse in risposta alla sorella mentre la madre scoppiava in lacrime -Signora Weasley- intervenne Angelina mentre in risposta lei scacciava l'aria con la mano in segno di scuse
Angelina capí al volo che non erano lacrime di tristezza legate al fatto che George non volesse aiutare il fratello, e nemmeno legata all'implicita offesa che Ginny aveva rivolto al matrimonio del maggiore. Capí immediatamente che la risata, una volta caratteristica di George, e dei gemelli in generale, era un evento raro, forse straordinario.
Non si sorprese dunque nel vedere Molly fare il giro del tavolo, tirare in piedi il figlio e stritolarlo in un abbraccio spacca ossa. Non si sorprese nemmeno degli occhi lucidi di Ginny e dei sorrisi identici sui volti di Bill, Charlie e Percy. Non si sorprese di incontrare lo sguardo sereno di George, mentre dava leggere pacche sulla schiena della madre, né dello sguardo sconvolto di Arthur Weasley mentre rientrava dal capanno insieme ad Harry, Hermione e Ron
-Miseriaccia- esclamò quest'ultimo interrompendo la bolla in cui era entrata l'intera famiglia Weasley
Molly Weasley staccò le braccia dal figlio, solo per tirare anche Angelina dalla sedia e abbracciare anche lei. George guardó la sorella e Charlie e sorrise loro grato.
Se non fossero intervenuti lui sarebbe ancora nel retro del negozio a lavorare a stupidi marchingegni svogliatamente.
Se non fossero intervenuti lui non avrebbe mai più ripensato a Fred con la gioia che li aveva contraddistinti per 21 anni di vita.
Se non fossero intervenuti Angelina non l'avrebbe strigliato, non gli avrebbe urlato contro, non l'avrebbe spinto a sfogarsi.


-Quando parlavi di prima fase..- iniziò George, mentre Angelina seduta nel giardino della Tana accanto a lui puntò la bacchetta contro uno gnomo e lui ritornò sotto terra
-Parlavo della fasi del lutto-
-E ora pensi che io l'abbia superata?- chiese con tono quasi accusatorio
-Non hai superato la sua morte, non lo farai facilmente, probabilmente mai. Però hai capito che puoi vivere e non limitarti a sopravvivere. Hai capito che puoi sorridere e lanciare battute, senza mancargli di rispetto. Perché George, lui avrebbe voluto vederti sorridere, scherzare, schermire Percy e Audrey per l'organizzazione di questo matrimonio perfettino, avrebbe voluto che ridessi di Charlie troppo impegnato con i draghi e poco attento alle ragazze. Avrebbe voluto semplicemente che tu fossi te stesso. E questo non significa che devi sempre sorridere, e non significa che non devi piangere se ne hai voglia. Significa soltanto che devi iniziare a viverti una vita lontana dalla guerra, dagli orrori. Ci sono degli strascichi che ci porteremo sempre dietro, ma affrontarli insieme non sarà la stessa cosa di affrontarli da solo- concluse mentre un sorriso comparve sul volto del ragazzo al suo fianco
-Tu rimani con me?- chiese lui
-Non so se ti convenga Weasley, però se ci tieni tanto, potrebbe farmi piacere-
Senza darle il tempo di rettificare le sue parole, la tirò per un braccio verso di sé e poggió le sue labbra su quelle della ragazza, che ricambió immediatamente
-Adesso lo ammetti di essere gelosa del sottoscritto?- chiese lui dopo un pò
-Tu lo ammetti che avevi bisogno di me?- rispose lei
Un soffio di vento sfiorò entrambi.
Probabilmente qualcuno lassù sapeva che entrambe le risposte erano affermative!
   
 
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