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Autore: sallythecountess    20/04/2020    0 recensioni
Superata la soglia dei famosi quaranta, un gruppo di amici storici si ritrova e finisce col confessarsi le paure, gli sbagli e i desideri. C'è chi ha deciso di crescere e mettere la testa a posto, chi invece è tornato ragazzino, chi aspetta un figlio da un uomo sconosciuto e poi ci sono loro: lo chef Dubois e la sua storica amata, che dopo un doloroso divorzio continuano ad amarsi ai lati opposti del globo, senza avere il coraggio di provare a recuperare il loro rapporto, fino ad un'estate speciale...
Ricordo a tutti che questa storia è il capitolo conclusivo della serie "La ragazza di Tokyo" e potete leggerla da sola, oppure iniziare a leggere qui la serie https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3886156&i=1
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La ragazza di Tokyo'
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Capitolo 2: il club dei divorziati
La nostra storia comincia circa quattro anni prima della famosa scena in aeroporto tra Beatrice e Tom, in un paesino della Francia chiamato Nevers, che ormai dovreste un po’ conoscere. Tre uomini se ne stanno sul portico della storica tenuta Dubois, a bere vino raccontandosi delle loro avventure amorose.
“…così si gira e la riconosco: stavo facendo sesso con la professoressa delle medie di mia figlia. E lì per lì mi sono chiesto se dovessi smettere o no, ma…ormai a quel punto era complicato, così ho fatto finta di niente…”
Lor alzò solo gli occhi al cielo, pensando che la persona che stesse raccontando quella storia avesse un terribile caso di crisi di mezz’età anticipata, ma non disse nulla. Ne aveva parlato spesso con Alice di questa storia e ogni volta concludevano entrambi che la cosa migliore che si potesse fare era stargli accanto, e riempirgli le tasche di preservativi, anche se stava davvero facendo tutte le cazzate che non aveva mai fatto in vita sua.
“E lei non ti ha chiesto nulla? Neanche se ti ricordassi di lei?” chiese divertito un altro povero caso disperato. Alice di lui diceva che si era soltanto sposato troppo presto e in modo un po’ avventato, e che dunque tutto quello che era successo in seguito, la sbandata per un’altra e la fine del matrimonio fosse assolutamente normale. Anche se la cosa che preoccupava di più Lor era che lui ci stesse davvero male.
“Lor Dubois è pensieroso stasera…” disse la prima voce, quella del suo migliore amico, Dug McNeil, e lui annuì e basta.
“E’  per l’arrivo dei ragazzi, scommetto…” aggiunse un po’ dispiaciuto suo fratello Mat e lui strinse solo le spalle. Alice non gli aveva ancora detto se lei sarebbe stata con i ragazzi o meno e lui glielo aveva chiesto mille volte. Voleva provare a passare un’estate insieme, come una famiglia normale, ma lei diceva sempre che voleva, ma non poteva.
Era difficile ammettere che l’amava ancora talmente tanto da sentirla ogni giorno e parlare con lei per ore, anche se ormai da un anno e mezzo erano divorziati e non voleva che i suoi amici sapessero di loro due. Anche perché cosa c’era esattamente da sapere? Alice se n’era andata, come faceva sempre, ma questa volta l’aveva fatta sporca davvero: era fuggita di casa senza dargli spiegazioni ed era scappata a Tokyo con i suoi bambini. Certo, lui aveva un milione di colpe, ma anche lei e il fatto che si sentissero ogni singolo giorno qualcosa doveva significare, no? Anche perché Alice non parlava con lui come con un amico, ma…lo vedrete.
“…secondo me è per l’arrivo di Alice…” sussurrò con molta dolcezza una terza voce alle loro spalle. Cristina era sull’uscio della veranda e brandiva un piatto con un qualcosa che loro non riuscirono ad identificare subito. Era straordinariamente bella, però. Aveva i capelli lunghissimi che le cadevano sulle spalle e sul seno facendola sembrare una specie di Madonna. Aveva pianto molto, era evidente, e uno dei motivi era quell’enorme pancia che ormai non poteva più nascondere.
Sia Dug che Mat si ricomposero al suo arrivo, e accettarono gentilmente il cibo che lei gli stava porgendo. Nessuno dei due sapeva che ci fosse un’ospite, ma Lor alzandosi le tolse il piatto e le porse la sua sedia, osservando soltanto che“le donne capiscono sempre tutto al volo, pazzesco. Dug, Mat vi ricordate di Cri?”
Lei sorrise soltanto e gli mise una mano sulla spalla, ma i due amici si guardarono molto sorpresi. Sapevano che Lor aveva una relazione e sapevano anche chi lei fosse, ma che diavolo c’entrava quella tizia incinta a casa sua a tarda sera?
“Non è di Lor il bambino, eh. So che ve lo stavate chiedendo…” aggiunse ridendo forte e lui alzò soltanto le mani e disse “mai toccata questa donna” facendo ridere un po’ tutti.
“Avevo solo bisogno di un posto dove leccarmi le ferite e pare che casa Dubois facesse al caso mio. Pare che abbiate formato una specie di club dei divorziati...” aggiunse malinconica e Lor le accarezzò piano la testa. L’aveva chiamato la sera prima in lacrime, singhiozzando talmente forte da non fargli capire una parola. Non sapeva esattamente cosa le fosse successo, non c’era stata occasione per chiederglielo, ma ovviamente le aveva detto “vieni qui” e lei lo aveva fatto.
“Sì, scusate ma mia sorella che c’entra?”chiese Dug confuso e anche un po’ rapito dalla bellezza di quella donna che aveva cucinato una cosa così buona e Lor scosse solo la testa, addentando la quiche di Cristina.
“Oh Dug andiamo…” disse lei con un sorriso molto tenero e poi aggiunse “possibile che ormai non abbiate capito che il 90% delle volte che Lor fa il matto c’entra lei?”
“Io non stavo facendo niente” disse lui serio e poi ridendo aggiunse “e tu dovresti cambiare ricetta, perché ti è davvero venuta male questa quiche”
Cristina rise fortissimo e Mat provò a far notare a suo fratello che si stava comportando in modo scortese, ma il telefono di lui suonò e Lor non potè dire più nulla che non fosse “Bonsoir ma vie…” e Cristina intervenne spiegando che per la maggior parte del tempo il loro rapporto funzionava così:criticavano i loro piatti a vicenda, lo avevano sempre fatto. Mat le sorrise con molta dolcezza, allora, ma Dug era distratto e chiese ancora una volta a Cristina cosa c’entrasse Alice.
“Era lei a telefono, non lo hai capito?” rispose lei sorridendo e Dug sbuffò soltanto.
“Oh quindi voi non lo avevate capito…” aggiunse Cristina seria e poi concluse con un “uno a zero per la donna incinta del figlio illegittimo del miglior chef di Londra. Avrò vinto un pupazzetto…”
“Sì, ma non è proprio una buona idea. Tra mio padre, i ragazzi e tutto il resto, penso che Alice sia già abbastanza in crisi di suo…” aggiunse Dug, che stranamente aveva iniziato a comportarsi in modo molto rigido.
“E’ iniziata per tuo padre, in realtà. Non ti sei chiesto come mai lo sapesse già?” Dug strinse solo le spalle e lei continuò.
“Cercava da mesi di parlarle, lo sai no? Ma Alice aveva deciso di chiudere e basta. Poi una notte ha alzato il telefono e lui è morto nel risentirla. E così da allora si sentono molto spesso…”
“Beh hanno quattro figli, ha senso che si sentano spesso…” provò a dire Mat per sdrammatizzare e Dug annuì pensieroso, ma decise che questa volta non doveva assolutamente entrarci, così chiese a Cristina se aspettasse il figlio di Gordon Ramsay e lei scoppiò in una risata fragorosa e rispose soltanto che “Ramsay è scozzese…”
Lor nel frattempo si era chiuso in cucina con una bottiglia di vino e sussurrava al telefono con una voce straordinariamente sensuale
“…e poi che cosa vuoi?”
“Che cosa pensi che voglia? Mi conosci abbastanza da sapere  che cosa intendo quando dico che vorrei un bacio” sussurrò Alice in risposta mordendosi il labbro e lui rimase senza fiato. Lo faceva spesso ultimamente, lo chiamava e iniziava a dirgli cose dolci o sconce e lui poverino soccombeva totalmente.
“…perché non mandi a letto i ragazzi e non ci dedichiamo un po’ a noi due?” le sussurrò piano, con gli occhi chiusi e Alice si mise a ridere e rispose “perché sono le cinque del mattino, sono già a letto…e anche io. Solo che ti ho sognato e mi sono svegliata un po’ turbata…”
“perché turbata?” chiese confuso e lei sussurrò piano “perché c’erano delle cose che credevo di aver dimenticato, come ad esempio quel tuo modo fastidioso di respirare quando dormi e quella tua strana ossessione notturna per il mio sedere…”
Rise un po’ seccato, ma poi Alice sussurrò “…E mi manchi da impazzire, mon amour…” e il cuore di Lor, letteralmente scoppiò.
“Allora verrai con i ragazzi?”
 “Sì, così facciamo un terribile casino…” pensò Alice, ma sospirando rispose “lo sai, è meglio di no” contrariando completamente Lor che le disse solo “ok, buonanotte allora…”
“Ma non ho detto che non voglio!” rispose lei rigida e Lor sussurrò “…sono io che lo voglio troppo, forse…” e chiuse la chiamata, lasciandola alle sue diecimila riflessioni.

Nota:
Ciao a tutti, non so se tra voi c'è qualcuno che ha letto la prima versione di questa storia, nel caso palesati! Spero che vi piacciano questi capitoli nuovi, anche se ormai forse ho perso un po' il tocco. Fatemi sapere che ne pensate di questi adulti immaturi e di Ai e Lor, se volete. Io nel frattempo vi ringrazio per aver letto anche questo capitolo
   
 
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