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Autore: lmpaoli94    20/04/2020    0 recensioni
Trent’anni di pace prima della grande guerra.
Trent’anni dove l’egemonia e la voglia di vivere è più forte di qualsiasi altra cosa.
Ma in ogni periodo storico c’è sempre un inizio e una fine, soprattutto quando dopo il brusco risveglio la vita di tutti cambierà per sempre.
Tre punti fondamentali per descrivere due controversie (inventate e non) che porteranno allo scoppio della Prima guerra Mondiale
Genere: Avventura, Guerra, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Il Novecento
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In un mio vecchio libro di storia ho visto raffigurato come il presidente francese e lo zar Nicola II si preparavano per un accordo su una possibile guerra che si sarebbe consumata come tutti sappiamo tra qualche anno.
In quel momento mi sono immaginato: come avrebbero fatto e cosa si sarebbero detti i tre maggiori individui dei tre stati aderenti alla Triplice Intesa?
P. S.: volevo avvertire che i fatti che si susseguiranno in questo capitolo sono frutto della mia immaginazione.
 
 
Era una bellissima giornata anche se era quasi fine settembre.
Nella Russia imperiali il clima diveniva molto freddo appena finiva l’estate.
Nicola II, non avendo tempo per pensare alla sua famiglia, doveva fare di tutto per arginare gli insorti popolani che chiedevano di ricevere un maggiore potere e contrastare la monarchia assoluta del sovrano, l’ultima rimasta sulla Terra.
Ma Nicola non aveva nessuna intenzione di occuparsi di tale sgravo, cercando di pensare ai problemi esterni del suo impero che ai suoi problemi interni.
< Maestà, il Re Edoardo VII è arrivato a Palazzo. >
< Molto bene. Fatelo passare. >
Era da molto tempo che Nicola non vedeva sua zio Edoardo, essendo completamente rinchiuso nella sua nazione, aveva paura di lasciare i confini del suo impero.
Appena i due si rividero dopo tanto tempo, evitarono troppi cerimoniali e si strinsero la mano come due buoni amici.
< Nicola, ti vedo in gran forma. >
< Ti ringrazio zio, ma non è così come dici tu. >
< Ti prego di chiamarmi Edoardo. Zio mi fa sentire molto vecchio di quello che sono. >
< Ma non sei così vecchio come dici. >
< Lo credi davvero? Ebbene ho rimandato la mia partenza dall’Inghilterra pensando che non sarei mai potuto giungere fin qui. Ma grazie alla mia volontà e al supporto dei miei consiglieri, abbiamo deciso che questo incontro era troppo importante per due uomini come voi. >
< Ti ringrazio per essere venuto fin qui a San Pietroburgo. Negli ultimi anni ho molta paura di uscire dai miei confini. I contadini rivoltosi sono all’ordine del giorno e sento che posso fidarmi solo di alcuni miei sudditi. >
< Perché non stai facendo niente per rendere la vita del tuo popolo vivibile > gli spiegò Edoardo < Anche se o0rmai la servitù della gleba è stata abolita, nel venire qui ho visto molte persone vivere in condizioni di puro disagio. Perché non fai niente per contrastare tutto questo? >
< Perché devo pensare alla mia nazione, ma non al mio popolo… E poi non credo che tu sia venuto fin qui per parlare di questo, Edoardo. >
< No. sono venuto qui per sancire il patto finale per la nostra alleanza. La guerra è ormai alle porte e dovremmo prepararci per esser pronti all’evento fatidico. Queste sono i presupposti per l’accordo. >
Leggendo accuratamente l’esposto del Re d’Inghilterra insieme al suo consigliere Aleksandr Petrovic, l’imperatore russo non ebbe nessun dubbio per acconsentire a tale desiderio.
< Io e il mio fidato diplomatico di fiducia Arthur Nicolson abbiamo fatto in modo che non ci fossero asti dell’ultimo minuto per evitare un accordo che deve essere siglato per il nostro bene. >
< Dobbiamo fare la guerra agli imperi centrali > spiegò Nicola II < E difatti è quello che faremo. >
Firmando sotto lo sguardo attento di Edoardo VII, l’imperatore russo poté dire che la Triplice Intesa era finalmente completata.
< Con questa firma abbiamo concluso la tensione scolar tra i nostri due paesi, Nicola. Ed io non potrei esserne più fiero > rispose Giorgio VII dopo che anche lui ebbe firmato < Ora che abbiamo anche ridisegnato i confini in Asia, posso tornare a Londra tranquillamente. >
< La Russia si impegnerà a scendere in campo una volta che la Francia e l’Inghilterra saranno attaccate dai suoi nemici. >
< La stessa cosa vale per noi, Nicola… Ma il tuo esercito sarà abbastanza forte per contrastare la potenza dei nostri nemici? >
< Giorgio, stai dubitando che non riusciremmo nell’impresa di vincere una guerra che durerà solo pochi mesi? >
< Non giudicare la potenza di Austria e Germania. La guerra durerà molti anni. Ne sono convinto. >
< Sarà meglio di no, altrimenti ti dovrei dare ragione sul caso. I miei soldati non so se resisterebbero per molto tempo. Devo stare molto attento ai disordini interni. >
< Allora vedi di risolverli. Nel minor tempo poss8ibile se non vuoi che l’intera popolazione si rivolti a te, Nicola. >
< Ci sto già lavorando, zio. >
< Ne sei sicuro? Alcuni tuoi consiglieri e alcuni tuoi soldati mi hanno fatto capire che non è così. Pensa bene ai confini del tuo impero e a quello che hai all’interno. Non vorrai mica distruggere un impero che dura quasi da trecento anni. >
< Certo che no, Giorgio. I miei avi si rivolterebbero nella tomba. >
< Allora non dargli nessun motivo di farlo. Spero che ci rivedremo presto. >
< Addio, Nicola. Purtroppo le nostre distanze saranno talmente incolmabili da non vederci più. >
< Tu credi? >
< E’ solo un mio presentimento… Dobbiamo scongiurare questa guerra, no? anche se ci faremo trovare pronti. >
< Lo credo anch’io… Anche se tu crederai che sarà una guerra lampo, la vita di tutti noi cambierà in maniera irreversibile. >
< Certo… Non è che io credo che sia una guerra lampo, lo spero per il mio paese. >
< Sì, l’avevo capito. >
Dopo che i due reali si furono separati, Nicola tornò alle inadempienze del suo impero, senza però riuscire a risolvere nessun tipo di problema interno che lo stava distruggendo in maniera irreversibile.
   
 
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