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Autore: X_98    20/04/2020    0 recensioni
“Si narra che a est delle montagne nebbiose vi fosse un regno, chiamato Bosco Atro.
Antico, nascosto ed eterno, era dimora degli elfi silvani.
L’oscurità che si aggirava fra le fronde degli alberi, silenziosa colpì, derubandoli di ciò che avevano di più prezioso.
Privati di un Re, di un padre, di una guida, contro un nemico sempre più potente e malvagio.
Erano loro, i deboli e corrotti umani che fecero prigioniero Re Thranduil, senza sapere chi egli realmente fosse......
Un guerriero non abbassa la testa ma va avanti anche quando non ha più forze.
Da libero sfogo alla sua volontà indomita, resiste ai colpi e trova la forza di rialzarsi.
Ferito è pericoloso, perché sa di poter sopravvivere. Eppure non si adatterà al cambiamento, ma combatterà e lotterà contro tutto e tutti.
Alla fine, il dolore e la sofferenza si dissolveranno con un’ultimo dono d’amore”.
-Questa storia si svolge nell'Antica Roma durante la terza guerra servile tra il 71 ed il 73 A.C (alcuni dettagli sono stati modificati per necessità!), un Crossover con la Serie Spartacus 2010, il film Pompei 2014 e durante il film Lo Hobbit di Peter Jackson, prendendo qualche spunto anche da Tolkien-
Genere: Azione, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, Crack Pairing | Personaggi: Legolas, Nuovo personaggio, Sorpresa, Thranduil
Note: AU, Cross-over, Movieverse | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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CON LA FORZA DELLA VERITÀ HO CONQUISTATO L’UNIVERSO

 

Azrael schivò una lancia, la afferrò e con la spada spezzò il legno rendendo l’altra estremità inutile. Il gladiatore si fece prendere dal panico una volta persa l’arma e non fu difficile tagliarli la gola appena trovata un’apertura.

Per i romani lo scontro finale tra i due gladiatori migliori di due scuole, era la parte più interessante dello spettacolo, per Azrael era anche fin troppo breve.

Stanco degli esulti di fronte alla morte di un povero innocente, tornò verso i sotterranei ignorando tutto e tutti.

Non aveva mai mostrato rispetto o considerazione per colui che si definiva il suo padrone, ne per i suoi “ammiratori” e questo gli aveva fornito un ottima reputazione visto che era considerato senza cuore. 

Un assassino senz’anima che si nutriva con quelle delle sue vittime, talmente malvagio che persino la morte stessa l’aveva rifiutato.......

Pittoresco! Gli umani avevano una fervida immaginazione non c’era altro da dire!

Excellent travail! Ce salaud avait une excellente réputation que vous avez réussi à détruire en moins d'une minute! Les dieux vous favorisent!” (Ottimo lal lavoro! Quel bastardo aveva una reputazione eccellente che tu sei riuscito a distruggere in meno di un minuto! Gli dei ti favoriscono!) disse Attico una volta che fu tornato nei sotterranei dell’anfiteatro.

“Je ne crois pas en tes dieux!” (Non credo nei tuoi dei!) tagliò corto l’elfo.

“Et moi dans le vôtre. Peut-être que quand je serai libre, je changerai d'avis ou je pourrai vous convaincre du contraire!” (Ed io nei tuoi. Forse quando sarò libero cambierò idea o riuscirò a convincerti del contrario!) gli rispose i figlio.

Azrael sospirò. Ad Attico era bastato vedere una sola volta un gladiatore venire liberato per convincersi che la legge romana sarebbe stata rispettata e lui liberato.

Se un gladiatore si dimostrava degno veniva insignito del rudis, spada di legno con sopra incise tutte le sue vittorie e poteva definirsi un uomo libero.

Arrivata la sera vennero caricati nuovamente sul carro per tornare alla villa.

Ma la libertà non è un oggetto che puoi dare e riprendere! È la vera felicità..........

se per la tua gioia hai bisogno del permesso di altri, sei proprio un povero sciocco.

Questo suo figlio lo avrebbe imparato a sue spese. Era un uomo ormai. Doveva fare le sue esperienze e conviverci.

Verso sera, una volta conclusi quei giochi sanguinari, vennero nuovamente stipati sul carro per fare ritorno alla villa.

Guardandosi attorno per mera abitudine, Azrael notò le due ragazze salire sulla carrozza assieme alla padrona. La più caparbia si fermò, prima di entrare, a guardare il bellissimo tramonto e quando si voltò per seguire la padrona e l’amica, i loro occhi si incontrarono.

L’elfo rimase basito di fronte alla forza che vide trasparire da quei piccoli occhi verdi, pensando anche alla vita che ora conduceva quella fanciulla......si ritrovò a sorridere quando, la padrona, con poca, anzi, assente grazia femminile, la tirò dentro con un braccio rimproverando la sua lentezza.

 

*

 

Azrael non era mai stato così contento di tornare nella sua cella come quella sera.

Il lato negativo di questa nuova sistemazione era che gli umani chiedessero fin troppo da lui! Era stato costretto a misurarsi, oltre che nello scontro finale, anche in numerosi scontri “uno contro tutti”. Un’assurda idea dell’organizzatore dei giochi per mostrare al popolo quanto fosse pericoloso......l’aveva compreso sentendolo mietere complimenti e frasi d’ammirazione verso la propria persona.

Era certo che non tutti i suoi elfi sarebbero sopravvissuti ad una prova del genere ed al posto dell’orgoglio sentì una gelida furia attanagliargli le viscere!

Sta di fatto che a fine giornata fosse esausto e contento di aver resistito così a lungo.

Nella speranza che il padrone lo lasciasse tranquillo, senza incatenarlo di fronte agli ospiti invitati in onore della sua vittoria, come spesso faceva......si mise a sedere sul letto ricordando i bei momenti della sua lunghissima vita.

Le speranze furono vane.

La porta della cella venne aperta e con sua grande sorpresa Hanna fu gettata dentro come fosse stata un sacco di patate.

Lei riuscì ad attutire la caduta con gli avambracci, ma questo non significò che non prese una gran botta.

Fu talmente veloce ed inaspettato che Azrael rimase seduto sul letto a fissarla.

Lei si alzò, tremante e lo guardò in un modo che non riusciva a decifrare.

Senza dire niente si sdraiò sul letto e si tolse la tunica leggera che indossava.

Azrael si alzò di scatto ed indietreggiò confuso, capendo le intenzioni della ragazza anche se non era per niente convinta.

Que veux-tu?”(Cosa vuoi?) chiese scioccato “Non capisco la tua lingua!” Iniziò lei sembrando offesa dalla sua reazione “Ma sono qui per soddisfare i tuoi bisogni!” Disse abbassando gli occhi mentre cercava di nascondere le lacrime.

Azrael si sedette sul letto vicino a lei spaventandola a morte, ma dolcemente allungò una mano, alzandole il mento “Non ti stuprerò!” Disse con tono deciso, ignorando lo shock sul volto di lei, quando lo sentì parlare la sua lingua.

“Tu....” Hanna si zittì quando lui le poggiò il dito indice sulle labbra “Nessuno deve saperlo!” Sussurrò sorridendo.

La ragazza si sentiva leggera come una piuma. Quell’elfo non aveva mai smesso di stupirla ed ora era consapevole che non avrebbe mai smesso di farlo!

Le aveva mostrato moltissima fiducia rivelandole quel segreto e si era dimostrato nobile rispettando lei ed il suo corpo.

Una domanda le si formò in testa, ma temendo che le guardie sentissero, cercò di esprimersi con gli occhi dicendo solo una parola “Attico...?” L’elfo annuì capendo il quesito.

Hanna fece in tempo a vedere gli occhi di lui andare all’indietro prima che svenendo, le cadesse addosso. Non riuscì a reprimere un grido di sorpresa ed all’inizio temette il peggio, ma quando l’elfo rimase immobile capì. Non fingeva e non la stava aggredendo!

Anche se era solo il busto che era premuto contro al suo, faticò parecchio per toglierselo di dosso. Era veramente pesante! Non grasso, pesante! Meglio specificarlo, anche se solo nella sua testa!

Per precauzione controllò i segni vitali ma Azrael era vivo.

Visto che l’elfo era messo in posizione trasversale rispetto al letto, decise di sistemarlo meglio.

Si mise a cavalcioni sul suo busto e gli afferrò le spalle mettendolo a sedere. Abbracciandolo lo girò e trascinò per pochi centimetri prima di cadere con lui e su di lui...sul letto. Almeno la sua testa ora era poggiata sul cuscino. Fu meno difficile spostare le gambe e, leggermente, il bacino.

Dagli spalti aveva assistito al combattimento e non era sorpresa nel vedere quanto fosse esausto l’elfo. Dopo avergli sistemato la coperta addosso, gli si sdraiò accanto cercando di ignorare il calore che sentiva aumentare sulle sue guance.

Se fosse rimasta avrebbe evitato che il servo del padrone tentasse nuovamente di sedurla anche se si sentiva in colpa a lasciare Sara da sola!

 

*

 

Azrael si svegliò vedendo il sole passare una fessure nel legno. Si mise a sedere e trasalì quando si rese conto dell’umana che gli dormiva accanto.

I ricordi della sera precedente tornarono in un lampo e si chiese se le avesse fatto male crollandole addosso. La ragazza si mosse confermando all’elfo che avrebbe dissipato i suoi dubbi in poco tempo.

Dopo una sbadiglio Hannah si stropicciò la faccia e voltò la testa prendendosi un colpo quando notò che l’elfo era sveglio e la fissava.

“Non vi ho stuprato!” Urlò mettendosi a sedere, prima di darsi mentalmente della cretina. Ma che razza di buongiorno è? No, la domanda giusta era: che razza di affermazione, no.....quale donna avrebbe mai detto una cosa del genere ad un...maschio!?

L’elfo, con sua grande sorpresa, rise. “Siete svenuto!” Azrael divenne terribilmente serio. Perfetto! Aveva un tocco magico nel portare cattivo umore! Poteva definirlo un talento!

“Vi sentite bene?” Chiese cercando di riparare quell’inizio giornata disastroso.

Lui annuì “Vi ho fatto male?” Chiese con un tono di voce troppo alto.

“Shhh......no! No! Anzi, all’inizio credevo che foste morto!” Confessò lei. 

L’elfo rise di nuovo ed Hanna credette di aver assistito a due miracoli in rapida successione. Nel film non sembrava divertirsi molto e tantomeno così allegro! 

“Le guardie non ci sono e gli altri dormono ancora. Hanno chiuso completamente la porta” disse indicando le sbarre coperte dal legno che impedivano di vedere all’esterno “Nessuno può sentirci!” Disse.

“Perfetto! Diamoci dentro allora!” Disse Hanna alzandosi dal letto e, con un salto, atterrando in piedi sul freddo pavimento. Si lavò la faccia con l’acqua che si trovava dentro una tinozza di legno.

“Perché avete deciso di parlarmi?” Chiese curiosa mentre si asciugava con uno straccio lurido “Per tranquillizzarvi!” Rispose lui rimanendo seduto sul letto ma incrociando le gambe.

“Non solo per quello! Ho visto gli sguardi che mi lanciate....” “...ed io ho sentito voi e la vostra amica sussurrare alle mie spalle informazioni che solo io credevo di conoscere tra i romani!” Rispose l’elfo.

“Vi preferivo privo di sensi!” Disse lei furiosa “Come conoscete le terre da cui provengo? E le parole di Elrond?” Domandò Azrael inquieto.

“L’Unico sarà ritrovato, e allora tornerà la guerra, e sarà la fine di questa Era. E temo terminerà in una seconda tenebra, a meno che qualche caso fortuito non provochi quel che i miei occhi non sono in grado di vedere.” Ripetè la ragazza come se fosse stata cosa di poco conto.

“Se ti dico la verità........non penso che mi crederai!” Disse scettica.

“Mettimi alla prova!” Disse lui ancora più curioso. Hanna sospirò. Tanto valeva la pena rischiare!

“Io e la mia amica Sara....non siamo di questo mondo!... cioè lo siamo! Aspetta!” Si interruppe cercando di spiegare le cose nel modo più chiaro possibile. Non che fosse facile visto che anche nella sua mente erano tutte ingarbugliate.

“Nel nostro mondo, i romani.....sono....morti........tremila anni fa......poco meno! Ah, non sono brava in matematica! Per me è come se mi fossi ritrovata nel passato!

Nel nostro mondo siamo molto più evoluti! Abbiamo costruito invenzioni che ci permettono di non usare il cavallo e di percorrere lo stesso distanze considerevoli, mezzi che ci permettono di volare......qui invece siamo nell’era della pietra! Insomma...usano ancora la carrozza!” Poteva sembrare pazza, ne era certa!

“Come siete finita in catene? Avete una famiglia?” Sembrava che l’elfo fosse molto curioso e che le stesse credendo. Per il momento!

“Niente domande personali grazie! E per la prima.....non so! Sfortuna? Io e Sara stavamo passeggiando nel bosco quando siamo cadute per una ripida discesa piena di foglie, erbacce e radici. Quando ci siamo risvegliate i romani ci avevano circondato.....prima di rapirci! 

Non ricordo molto del viaggio visto che siamo rimaste in delle casse di legno come se fossimo oggetti. È durato molto e quando ci hanno venduto vi abbiamo incontrato!” Finì di raccontare la ragazza.

“Se vieni da un’altra epoca, come fai a conoscere la mia razza?” Chiese Azrael capendo che non mentiva. Glielo poteva leggere in faccia. Quel misto di emozioni che aveva provato ripercorrendo il suo passato non erano finte....

“Adesso arriva la parte interessante.....nel mio mondo gli elfi non esistono! Ed a quanto pare neanche qui li conoscono visto che vi trattano come una novità! Barahir ha detto che il vostro primo padrone non ha mai rivelato come fosse riuscito, ne dove vi abbia catturato!” Rivelò la ragazza terrorizzando l’elfo.

Non sarebbe più tornato a casa? Era intrappolato per sempre in un mondo sconosciuto come Hannah e Sara?

“Per noi, voi siete solo leggende! Uno scrittore si è inventato il vostro mondo e ce ne ha parlato attraverso i suoi racconti fantastici....anche se, a quanto pare, voi non siate proprio una fantasia!” Si corresse Hanna, cercando di non ridere. “È richiesto un po’ di tatto!” Le disse la sua coscienza. Realizzare che forse non sarebbe più potuto tornare a casa non doveva essere cosa facile!

“So chi siete! Ma non l’ho mai detto a nessuno per evitare guai ed una eventuale vendetta da parte vostra!” Ammise Hanna.

“Ti ringrazio!” Disse l’elfo dopo un lungo momento di silenzio “Credi che anch’io sia in un mondo diverso dal mio?” A quella domanda la ragazza rispose scuotendo la testa con un espressione smarrita ed un “Bo’!” Poco elegante.

“Per la fiducia mostrata nei miei confronti, ti permetto di darmi del tu, ma ti prego di non chiamarmi mai con il mio vero nome!” Disse Azrael dopo un attenta riflessione.

“Thranduil è un nome bellissimo ma al momento troppo strano!” Sussurrò lei sedendosi accanto a lui “Allora anche tu puoi darmi....del tu! Basta con questo voi! Sono una schiava, mannaggia!” Disse la ragazza.

Poi, inaspettatamente Hanna lo abbracciò sussurrando un grazie piena di sincera gratitudine. Una volta finito la vide arrossire mentre si pentiva di aver fatto un gesto del genere.

“Mi fido di te, so che sei un elfo nobile!” Cercò di tranquillizzarlo lei anche se si vergognava molto dell’abbraccio. Forse aveva percepito la sua sorpresa.

“Se ti fidi di me, perché temevi che potessi violentarti?” Chiese Azrael. 

“Non ho idea di cosa tu abbia passato! So che quelli della tua razza possono diventare malvagi e sapendo che ti hanno torturato e fatto chissà cosa.....temevo non fossi più quell’elfo nobile!” Rispose lei con inquietudine.

“E non intendo diventarlo! Ho resistito nella speranza di poter rivedere mio figlio!” Disse Azrael sentendo una stretta al cuore sapendo che forse non sarebbe mai successo. “Quindi è per questo che non sei morto?” Chiese Hanna stupita. 

Lui le rivolse un occhiata cupa “So che gli elfi possono morire dal dolore!...è vero?” Domandò l’umana curiosa “Si!” Rispose l’elfo “Ed ora....” “Proprio ora non puoi morire!” Disse la ragazza alzandosi in piedi “Ho intenzione di visitare la Terra di Mezzo e conoscere il Principe su cui ho sentito una miriade di storie!” Concluse incrociando le braccia al petto.

“Vuoi fuggire?” Chiese Azrael sorpreso “Tu no? Non volevi rivedere tuo figlio?” Le rispose lei. Lui sorrise “E così sia!” Rispose alzandosi quando sentì il cancello principale aprirsi. 

Stava per iniziare un’altra faticosa giornata.

 

*

 

“Tu sei una pazza, insensibile, incauta, idiota di prim’ordine!” Sibilò Sara una volta che l’amica l’ebbe confessato cos’era successo alle prime luci dell’alba.

“Su tre di questi aggettivi sono pienamente d’accordo, ma l’insensibile a cosa è riferito?” Chiese Hanna che si divertiva moltissimo quando riusciva a far infuriare Sara. Colei che si vantava di avere una tempra e pazienza fuori dal comune!

“Insensibile per quanto riguarda lui! Gli hai sbattuto in faccia che non rivedrà mai più l’unica famiglia che ha!” Spiegò Sara avvilita. Non conosceva Thranduil, ma ammirava gli elfi, e l’impeto unito al semplice fatto che la sua amica fosse fin troppo diretta nel dire le cose, avrebbe distrutto ogni minima possibilità di conoscerlo meglio!

“Cosa ci fate ancora qui?” La voce della padrona fece prendere alle ragazze lo spavento più grande della loro vita. Ok, forse era meglio viverla per intero prima di poter dire una cosa del genere!

“Chiedo perdono, ma non ricordiamo la strada per andare alle cantine!” Disse Sara chinando il capo in segno di sottomissione. Era vero che si trovavano in quella villa da un po’ di tempo ormai, ma il loro senso dell’orientamento unito alla grandezza di quel posto, prediceva solo guai!

“Siete proprio inutili! Mio marito è un imbecille, solo questo spiega come abbia potuto comprare due schiave tanto imbranate come voi due!” Urlò la padrona tirando un sonoro schiaffo a Sara. 

Poi le guardò come se avesse voluto incenerirle all’istante “Seguitemi! Attendiamo ospiti e purtroppo dovrò tenervi fino alla prossima asta!” Disse prima di avviarsi con molta fretta, verso un’ampia stanza.

Sara cercò di ricacciare indietro le lacrime iniziando a fare respiri profondi.

Nessuno può farti sentire inferiore senza il tuo consenso!” La ragazza ripensò alle parole che il padre le aveva detto, molto tempo prima, quando era tornata a casa disperata a causa di alcuni bulli che le avevano tirato addosso delle uova.

Una volta nella grande sala non dovettero aspettare molto prima che l’ospite fosse accolto con risate, frasi di benvenuto ed un enorme banchetto.

“La fortuna arride a tutti da quando sei riuscito a procurarti quella bestia selvaggia! La benevolenza degli dei sarà ancora più grande se riuscirai a domarla!” Disse l’ospite mentre osservava Hanna con troppa insistenza.

“Presto i tuoi desideri saranno esauditi! Quell’elfo è rimasto in catene e nell’oscurità per molti anni, non mi sorprende che abbia stretto un patto con il diavolo pur di far cessare una tale tortura! L’ho acquistato perché ero certo di riuscire in tale impresa!” Disse Barahir con la sua solita boria.

“Hai scoperto come poter essere obbedito?” Chiese l’ospite esterrefatto.

Da sempre Azrael veniva liberato nell’arena e si lasciava che uccidesse chiunque tentasse di fare lo stesso. Non ubbidiva a nessuno, per questo nessuno dei suoi avversari era mai sopravvissuto!

“Gli ho solo dato ciò che ogni uomo desidera!” Rispose Barahir guardando Hanna.

La moglie fece una faccia schifata, ma appena si accorse chi, il marito, stesse guardando, scoppiò come un petardo “Come hai potuto! Loro sono di mia proprietà! Ora che le hai rovinate dovrai procurarmene altre!” Urlò alzandosi di scatto dalla sedia e rovesciando un intera caraffa di vino.

“Non fingerti oltraggiata! Dovresti considerarti fortunata ad avere come schiava personale la cagna dell’angelo della morte!” Rispose il marito con altrettanta ferocia.

Quei due erano identici! Peccato che non andassero d’accordo! Più passavano i giorni, più Sara desiderava conoscere la loro storia!

“Lui non è un uomo, ricordalo amico mio!” Disse l’ospite che sembrava essere perfettamente abituato alle liti dei due.

“Allora cercherò di aumentare la sostanza!” Disse Barahir rivolgendosi a Sara “Stanotte andrai anche tu da lui!” E la ragazza tentò di mostrarsi terrorizzata anche se dentro esultava entusiasta.

“È ciò che spero di fare io con gli umili doni che ti ho portato!” Disse l’ospite attirando l’attenzione di tutti i presenti e della sua guardia, che abbassò il capo per poi uscire dalla stanza. “Hai un talento amico mio! Come riesci a fare in modo che i tuoi interlocutori pendano dalle tue labbra?” Domandò curioso il padrone.

“Dopo oggi mi chiamerai fratello!” Disse l’altro indicando con una mano la guardia che rientrava, accompagnata da altri soldati e due prigionieri.

Hanna e Sara erano troppo sconvolte per mostrare la loro sorpresa e shock, urlando o facendo qualsiasi altra cosa a parte restare ferme come statue di marmo.....fissando i due elfi di fronte a loro!

 

*

 

Avete presente l’espressione “Perdere dieci anni in dieci secondi?” Bene. Perché Hanna e Sara la sperimentarono a pieno in un istante! O meglio, dieci secondi!

Quei due elfi sembravano più giovani di quello che conoscevano già! Per quanto potesse sembrare! Potevano essere anche più vecchi!

“Li ho trovati in una miniera! Sono stati gli dei a farmeli trovare. I loro precedenti padroni cercavano di nascondere le orecchie a punta ed i lunghi capelli, caratteristiche peculiari della loro razza!” Disse l’ospite.

“Metteteli in una cella! Me ne occuperò più tardi!” Ordinò Barahir alle sue guardie.

“Portate anche le mie schiave!” Aggiunse la moglie “Desidero avere la massima privacy nel mostrare a pieno la gratitudine che si deve ad un caro fratello!” Disse, rispondendo così allo sguardo confuso del marito.

Furono fortunati a non passare neanche lontanamente vicino allo spiazzo dove si stavano allenando i gladiatori. Le ragazze temevano una qualche isterica reazione di Azrael! Anche se ci stava! Avevano rapito altri elfi!

Quando la porta della cella fu chiusa e le guardie si furono allontanate a sufficienza, Sara si scatenò “È a dir poco pazzesco! Gli dei in cui credono i romani ci prendono per i fondelli! Questa è una coincidenza assurda!” Iniziò a dire camminando per la piccola cella come un uragano.

“Placati!” Tentò Hanna ottenendo però, l’effetto contrario.

“Lui non sarà per niente contento di vedervi! E non perché avete le orecchie a punta ma perché gli stramaledetti romani hanno avuto la brillante idea di schiavizzarvi!

Aspetta!......ma perché non siete dei gladiatori?” “I problemi della vita!” La derise Hanna “Da quello che so gli elfi sanno combattere! Fa parte dell’istruzione di base!” Continuò Sara ignorandola di sana pianta.

“Ora conosci la cultura e le tradizioni elfiche meglio di loro?” Chiese Hanna basita.

Anche se ad essere i più confusi e scioccati erano i due elfi!

Tutti gli umani incontrati fin’ora erano stati curiosi e terrorizzati da loro. Non conoscevano niente del loro popolo e credevano che non fossero in grado di parlare e capire la lingua corrente!

Ma queste umane erano l’eccezione! Sembravano trovarsi a loro agio e pareva fossero preoccupate per la loro incolumità!

Lasta lalaithamin! (Mi fai ridere!) disse l’elfo con i capelli castani.

Amin feuya ten’ lle!” (Mi Disgusti!) disse il biondo.

Sara li guardò con un enorme sorriso che le illuminò il viso “Che figata pazzesca!” Disse adorante. Era la prima volta che sentiva parlare elfico! Sindar, se voleva essere pignola!......si, voleva!

“Ora sviene!” Azzardò Hanna “No! Cielo, sarebbe imbarazzante!” Disse Sara con un tono di voce tutto nuovo, poggiando un palmo della mano sulla sua guancia destra, fingendosi scandalizzata, come se la sua amica avesse urlato la peggiore bestemmia mai sentita!

Sara si sedette in terra davanti ai due elfi e si rivolse a quello biondo “Come ti chiami?” 

Auta miqula orqu!”(Ma Va a baciare un orco!) gli rispose lui.

“Anche non capendo l’elfico, non credo ti abbia fatto un complimento!” Disse Hanna che era più divertita che spaventata.

“Il mio nome è Sara, mentre questa simpaticona è Hanna! Sappiamo che parli la nostra lingua e se le buone maniere elfiche non sono solo una leggenda, ti pregherei di rispondermi!” Disse la mora offesa per non aver capito un accidente ma sicura che l’amica avesse ragione!

Dina!”(Fa silenzio!) disse il biondo.

“A quanto pare, gli elfi sono cocciuti quanto i nani!” Osservò Hanna facendo un paragone sbagliato nel momento meno opportuno.

Man pedich?”(Cos’hai detto?) disse il biondo.

Entrambi si alzarono di scatto terrorizzando le due ragazze che indietreggiarono fino a trovarsi dalla parte opposta della cella. Ma non servì a molto visto che la stanza era decisamente minuscola!

“La mia era una constatazione! Argomentare sarebbe la scelta più saggia!” Tentò di salvare la situazione Hanna. Perché doveva dare voce ad ogni pensiero?

Dei rumori precedettero il passaggio di numerosi gladiatori.

Era l’ora della pausa pranzo. Capitata giusto in tempo per salvarle.

Appena spuntò Azrael, le fissò con sorpresa. Una ciotola di riso in mano.

Mae govannen Aran Thranduil! Amin naa tualle!”(Ben trovato Re Thranduil! Sono ai tuoi servigi) disse il biondo.

Mankoi naa lle sinome?”(Perchè Sei qui?) chiese l’altro.

La ciotola di Azrael scivolò dalla sua presa finendo in terra. Il riso venne sparso ovunque andando contro ogni legge fisica. Cioè, la sua velocità non era tale da creare un disastro! Il raggio sarebbe dovuto essere molto più ristretto. 

Questo fu tutto quello che Sara riuscì a pensare nel tentativo di sperare di non essere realmente dove, effettivamente, si trovava!

“Che spreco!” Osservò Hanna più interessata al cibo che ad altro. 

Per la cronaca: grazie alla dolce e premurosa padrone, loro non avevano ancora pranzato!

“Mankoi naa llie sinome?”(Perchè siete qui?) chiese Azrael ancora scioccato.

“È davvero fico, ma potreste parlare una lingua comprensibile? È anche peggio di quando gli altri si sussurrano segreti nelle orecchie!” Disse Hanna infastidita.

L’elfo biondo scattò furioso verso l’umana, ma la voce imperiosa del suo signore lo fece arrestare “Daro!” (Fermo!) disse Azrael.

“Che succede?” Chiese un Attico parecchio confuso nel ritrovarsi davanti altri due elfi “Hanna, Sara, tutto bene?” Domandò ancora più smarrito nel vederle dietro le sbarre.

“Si, grazie!” Rispose la mora “Davvero? Ma se vogliono ucciderci?” La smentì l’altra.

“Ma siccome Azrael ci ha salvate, direi che le cose vanno meglio di quanto sarebbero.......” “.....per il momento! La sua amicizia non ci salverà per sempre!” Urlò Hanna, furiosa che Sara la contradicesse sempre.

“Ma io parlo di adesso!” Disse l’amica arrabbiata per il fatto che non potesse mai avere l’ultima parola.

“Amicizia?” Chiese l’elfo bruno non capendo perché il suo signore avesse difeso due insulse mortali.

La conversazione venne interrotta dalle guardie che costrinsero i due gladiatori a tornare sui loro passi.

“Possiamo riniziare da capo?” Chiese Sara rivolgendosi ai due elfi che non le stavano guardando più così male. Loro annuirono.

“Piacere io sono Sara!” Disse l’una “Ed io Hanna!” Aggiunse l’altra.

I due elfi si inchinarono davanti alle due e facendo entrambi il baciamano....... rischiando veramente di far svenire Sara..... “Il mio nome è Narwain mentre il mio compagno si chiama Galdor!” Disse l’elfo biondo.

 

La storia scorre più lenta di quanto mi ero immaginata!

Spero questo non vi dispiaccia!

A parte qualche parola, cercherò di non essere troppo volgare, lo prometto!

Come pensate proseguirà? Fatemelo sapere perché per il momento ho esaurito le idee! 

L’ho detto all’inzio! È stata un idea lampo! Spero solo che ne seguiranno altre perchè non mi piace il pensiero di lasciare incompleta una storia!

A presto,

X-98

   
 
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