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Autore: Mark_Criss    20/04/2020    1 recensioni
Draco è stanco di vivere la sua vita basandosi solo e soltanto sulle scelte sbagliate di suo padre. Gli viene data una possibilità per ricominciare, anche se questa sua decisione avrà un caro prezzo. Draco non sarà più Draco.
La sua storia ricomincia dal sesto anno, nei panni di un nuovo studente di Hogwarts, che si troverà a fronteggiare situazioni che non aveva previsto, amori che non aveva tenuto in conto e nuove ed inaspettate amicizie.
La scelta di non essere più Draco cambierà drasticamente gli eventi, rendendolo partecipe di una grande avventura che lo metterà nella condizione di dover scegliere fra se stesso e le persone che ha imparato ad amare.
Nulla sarà come prima.
Riuscirà a mantenere il suo segreto fino alla fine?
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Coppie: Draco/Harry
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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Hogwarts stava iniziando a colorarsi di bianco, si avvicinava natale, gli addobbi iniziarono a sbucare su ogni arco; presumibilmente colpa dei Nargilli, così avrebbe detto Luna.
 Si respirava un’aria strana nel castello, non era proprio la solita festa di Natale, che portava pace e amore tra gli studenti. Proprio nella casta rosso-oro, una faida andava avanti ormai da un mese.
Harry e Ron avevano deciso silenziosamente di non abbassare la testa davanti a quelli che dovevano essere i loro storici amici, mentre Hermione e Platz avevano preso le distanze dai due, che passavano gran parte del loro tempo in compagnia di Lavanda e Ginny.
Draco cercava di non mostrare il suo dissenso, tutte le volte che i due entravano in una stanza, lui usciva senza dare nell’occhio; subito seguito dalla sua amica riccia.
Era così strano definirla “amica”, lui non aveva mai potuto contare su nessuno, tutti quelli a cui si legava, ed Harry ne era la prova, prima o poi decidevano di andare via perché stufi o, semplicemente, perché avevano trovato di meglio.
Il cuore del ragazzo era oramai abituato a questi duri colpi, non si lasciava più scalfire, o almeno, non lo lasciava più vedere.
In quel mese che era intercorso da quella fatidica sera, lui ed Hermione avevano imparato a conoscersi: Draco conosceva i pensieri più intimi e profondi della giovane grifondoro, mentre lei con fatica disumana cercava di imparare a leggere i silenzi del suo nuovo unico amico.
Ritrovarsi soli in una tormenta di neve non doveva essere una cosa piacevole, ma sapevano di poter contare l’uno sull’altro e strano, ma vero, Draco si fidava di lei come non si era mai fidato di nessuno,prima di quel momento.
-Stasera potremmo andare a festeggiare la fine delle lezioni al Testa di Porco. – propose la ragazza prima di addentare la sua mela.
-Sai che tutti credono che stiamo insieme?- disse lui sogghignante.
La faccia di Hermione esprimeva piena perplessità sull’argomento.
-Non che la cosa mi dispiaccia, mi piace essere al centro dell’attenzione.- aggiunse lui.
-Allora stasera vestiti bene.- disse lei euforica.
-Herm…- oramai aveva iniziato a chiamarla così, gettando nel dimenticatoio quei lontani ricordi nei quali lei era solo “Granger” o qualche altro nomignolo poco piacevole.
-…non ti mancano mai?- chiese il ragazzo un po’ titubante.
-Continuamente.- rispose lei.
Erano consapevoli entrambi che non avrebbero fatto un passo, le scuse finte di quella sera non bastavano a nessuno dei due, c’era bisogno di qualcosa di più. Almeno secondo Draco; alla fine la parte paradossalmente più colpita era lui, visto il palese tradimento del suo pseudo-ragazzo.
Hermione era bloccata in un limbo, tutti le dicevano che non aveva il diritto di essere così arrabbiata con Ron, ma nessun tradimento era peggio di quello che aveva subito lei: anni a lanciare segnali, messaggi, parole, per poi vedere davanti ai suoi occhi l’amore della sua vita baciare labbra che non erano le sue.
Draco poteva capirla, non si può essere amici di qualcuno che si ama.
-Andiamo a cambiarci.- disse Platz.
Salirono le faticose rampe di scale, cercando di anticipare le deviazioni che ogni tanto facevano spontaneamente.
Harry li raggiunse di corsa, quasi con l’affanno.
“Oh no, ci risiamo.” Pensò Draco prima di sbuffare.
-Hermione, perché eri con Malfoy?- chiese il giovane cercando di nascondere il fiatone per la corsa.
Platz cercò di trattenere il respiro, non voleva che l’amica lo vedesse agitato.
-Non eravamo con Malfoy, non dire sciocchezze giusto per attaccare bottone dopo un mese che non ci rivogli la parola.- sbottò continuando a salire su per le scale.
-L’ho visto sulla mappa del malandrino…- disse Harry.
-…non c’era neanche Marck...- terminò sospettoso.
-E’ per via degli incantesimi di protezione che gli auror gli hanno fatto da quando la sua famiglia è stata…Beh da quando la sua famiglia non c’è più! E’ introvabile, ora se non ti dispiace, gradiremmo non essere spiati da te!-
La ragazza andò via e lui decise di non alzare lo sguardo, non aveva il coraggio di replicare, né di guardare negli occhi Harry, il peso della verità lo avrebbe smascherato sicuramente.
Fino al dormitorio non aprì bocca, cercando di non pensare a quella conversazione.
Harry lo aveva tradito davanti ai suoi occhi con Ginny, ma lui non si era comportato meglio, aveva mentito, dal primo momento e stava continuando a farlo.
Lui non era Marck Platz e lo sapeva bene; si era sporcato le mani di sangue, prendendo la vita di un ragazzo innocente, solo per salvarsi, strisciando così ancora una volta ai piedi di un sistema che lo schiacciava di continuo.
Qual era, allora, la differenza tra il suo tradimento e quello di Harry?
Quello di Harry lo riteneva perdonabile, ci sarebbe voluto tempo, il suo, invece, l’aveva marchiato a vita.
Arrivato in camera non aveva così tanta voglia di uscire, si gettò nel letto e iniziò a fissare il soffitto.
Era finalmente da solo con se stesso, così si dedicò un minuto di contemplazione, buttando fuori il marcio che aveva accumulato in quel mese.
Le lacrime segnarono sul volto solchi profondi come fossi, non le controllava; piangeva per tanti motivi diversi: partendo dai sensi di colpa, passando per le preoccupazioni di sua madre, finendo a Harry e l’ennesima batosta che la vita gli aveva inflitto.
-Posso sedermi qui?- chiese una voce famigliare.
Draco si sbrigò ad asciugarsi le lacrime, senza neanche rendersi conto di chi fosse quella voce.
Si sedette, dando le spalle all’ingresso e fece un cenno di no con la testa.
Evidentemente l’ospite non riusciva proprio a comprendere i no e si sedette ugualmente di fianco a lui.
-Perché stai piangendo?- gli chiese Harry.
-Non sono affari tuoi, Potter!- lo schernì.
-Platz, non sto con lei, ero ubriaco!- cercò di convincerlo lui, prendendo la mano del ragazzo.
-Non toccarmi. – rispose tirando indietro la mano.
-Sei disgustoso, non per quello che hai fatto a me, ma per quello che stai facendo a lei.-
Fu come uno schiaffo in pieno volto per Harry, che mordendosi le labbra si alzò e andò via.
 
Ci misi più del previsto a vestirsi, non sapeva cosa mettere, si sentiva una ragazzina al primo appuntamento.
Decise di optare per qualcosa di tranquillo: un jeans blu, una maglietta bianca e una giacca vintage marroncina.
Si sistemò i capelli, diede un ultimo sguardo all’outfit e decise che era perfetto così. Un po’ di sano amor proprio, misto a vanità non avrebbe fatto male a nessuno.
Scese le scale del dormitorio, trovandosi davanti all’amica che per l’occasione aveva messo un vestitino rosso fiammante e aveva lasciato la chioma indomabile slegata e libera sulle sule spalle magre.
-Andiamo a far vedere al mondo cosa si sono persi fino a questo momento?- chiese l’amica.
-Si, però ho dimenticato una cosa in stanza, torno subito.-
Aveva avuto un lampo di genio.
Prese la rincorsa, salì le scale a due alla volta, fino ad arrivare davanti alla porta numero cinque.
Entrò, tirò fuori la bacchetta e la sigillò, per assicurarsi che nessuno sarebbe entrato a disturbarlo.
Si fiondò sul baule dell’ex amante e iniziò a frugare.
Non ci volle molto a trovare quello che stava cercando, era uno degli ultimi oggetti che il ragazzo aveva usato.
Prese tra le mani la mappa del malandrino e ci puntò la bacchetta sopra.
Aveva visto Harry farlo una miriade di volte quando lo spiava nelle vesti di Draco per andare a fare la spia ai professori.
-Giuro solennemente di non avere buone intenzioni.- disse.
La mappa prese vita, mostrando una Hogwarts super popolata.
Nella sala comune Grifondoro apparve subito un estraneo: il suo nome risaltava come un grosso errore di stampa.
Si concentrò, lasciò che la punta della bacchetta toccasse il suo nome.
Un piccolo lampo di luce giallo lo colpì facendolo cambiare.
Non era più “Draco Malfoy” ma “Marck Platz”.
Si domandò se quella fosse stata la cosa giusta, ma non aveva alternative, non poteva rischiare che Potter aprisse la mappa in piena notte e trovasse il suo vero nome proprio accanto a lui.
-Fatto il misfatto.- disse il ragazzo e uscì dalla stanza, assicurandosi di aver rimesso tutto al suo posto.
Nel tragitto per il villaggio di Hogsmade, Hermione sembrò più loquace del solito, Draco si domandò più volte se era effettivamente il caso di raccontarle quello che gli aveva detto Harry in stanza prima del loro appuntamento.
Alla fine prese coraggio e sputò fuori la verità.
-Quindi sei innamorato?- domandò lei secca alla fine del racconto.
-Non lo so, ho passato la vita da solo, potendo contare solo su me stesso, pensare di essere innamorato mi fa sentire fottutamente debole.-
-L’amore non ci rende deboli, l’amore ci rende umani, ed è una cosa meravigliosa ricordarci ogni tanto di non essere invincibili.-
Le parole della giovane erano così cariche di saggezza, che per un attimo Draco ebbe il dubbio che nascosto sotto le spoglie di una giovane studentessa, si potesse nascondere Albus Silente.
Si accorsero che poco più avanti di loro camminavano Ron ed Harry, in compagnia delle due corrispettive fidanzate.
-Sono orribili.- disse Hermione con un fare da vipera.
-Oh si, Lavanda è tremenda. Se le sento dire un’altra volta “Ro-Ron” giuro che la estinguo.-
Scoppiarono a ridere e finalmente arrivarono al Pub.
Il testa di porco era pieno di studenti febbricitanti per la fine delle lezioni.
Tutti ridevano, alzavano calici di burro-birra e brindavano per i motivi più bizzarri.
Tutti tranne un giovane ragazzo biondo, seduto nell’ombra di un tavolino.
La cosa catturò l’attenzione della Granger, che non tardò a farlo presente all’amico.
-Perché Draco è seduto da solo?-
La domanda fece balzare il cuore di Marck.
-E’ strano, sta aspettando qualcosa, ma cosa?- non finì di dirlo.
Katie Belle entrò nel bagno e a seguirla ci fu proprio lui.
Dopo un po’ la ragazza uscì con un pacco tra le mani e di Draco non ci fu più traccia.
Marck fece di tutto per sviare l’argomento, riuscendo alla fine nel suo intento.
Voleva passare una serata felice con la sua amica. Niente gli avrebbe rovinato il morale.
-Attenzione, ragazzi. – disse la voce di Potter che si alzò in piedi su una sedie battendo su un bicchiere di vetro.
-Ho un annuncio da fare.-
La folla si zittì, erano tutti pronti ad ascoltare la proposta di brindisi del tanto amato grifondoro.
-In questo mese sono successe tante cose, ci siamo classificati primi del torneo di Quidditch della scuola, abbiamo terminato le lezioni e gli esami del primo trimestre, nessuno ha ancora cercato di ucciderci…-
Tutti scoppiarono a ridere.
-…ma la cosa più importante fra tutte: mi sono innamorato. –
Marck sgranò gli occhi.
-Si, mi sono innamorato. Ho avuto il coraggio di lottare contro forze oscure, di battermi per la vita dei miei amici, ma non ho avuto il coraggio di ammetterlo fino ad oggi pomeriggio.-
Ginny si pavoneggiava fiera al fianco del ragazzo.
-Devo delle scuse a qualcuno se gli ho dato la possibilità di credere che tra di noi ci sarebbe potuto essere qualcosa.-
Proprio in quell’istante si allontanò dalla rossa, che lo guardò con aria incredula.
-Ma io Ti amo, non voglio nascondermi dietro ad una stupida scusa per rovinare tutto. La vita mi ha sempre portato via tutto ciò che avevo di più caro: i miei genitori, Sirius…ed io ho sempre paura che possa succedere ancora. Farti questo discorso a quattrocchi non sarebbe servito a niente, perché se ti devo fare delle scuse, devo fartele in modo esemplare.-
Si avvicinò ancora di più al ragazzo, gli prese la mano, sotto lo sguardo attonito di tutti i presenti.
-Marck Platz, puoi perdonarmi?-
Marck non sapeva cosa dire, era rimasto totalmente spiazzato dalla dichiarazione.
Hermione gli diede un pizzico sotto il tavolo, cercando di farlo reagire.
Non rispose.
Si alzò in piedi, lo guardò dritto negli occhi, e senza dire una parola poggiò le sue labbra su quelle del prescelto.
Un applauso fece da cornice, erano tutti felicissimi per l’accaduto, nessuno poteva sperare in un finale migliore per quel trimestre così pesante.
-Se ti vedo ancora una volta con la rossa, le faccio cadere tutti i capelli.-
Harry si voltò sorridendo, ma Ginny non c’era più.
Si sedette al tavolo con l’amica e il fidanzato, cercando di scusarsi anche con Hermione per il suo comportamento stupido e senza giustificazioni.
Ma la testa della ragazza continuava a voltarsi verso il tavolo dell’amico, che da più di quaranta minuti era intendo a ispezionare con la lingua la bocca della sua nuova fiamma.
-Non è per te Harry- disse lei sommossa.
-Lo so. Ma neanche Ron la sopporta. Mi ha chiesto di chiedervi se vi va di passare il Natale tutti insieme. –
-Ovviamente Lavanda non ci sarà- ci tenne a precisare.
-Ce lo chiedesse lui.- disse lei cercando di trattenere l’entusiasmo.
 
Si era fatto tardi, decisero così di incamminarsi per tornare a casa.
Sul sentiero che collegava la scuola con il piccolo villaggio la luce era fioca e la tempesta di neve iniziava a farsi sentire.
-Dobbiamo alzare il passo- disse Harry prendendo sotto braccio i suoi compagni.
Arrivati quasi alla fine del viale, sentirono un grido.
Harry fece uno scatto in avanti, seguito da Marck che lo raggiunse in un baleno.
Katie Belle era sospesa a mezz’aria con la bocca spalancata.
La ragazza sembrava essere posseduta.
Aveva le pupille rigirate, la pelle di un verdognolo spaventoso e continuava ad emettere suoni strani, simili ad urla.
Dopo qualche istante iniziò a muoversi in aria, sbattendosi a destra e poi a sinistra e poi ancora a destra.
Fino a cadere rovinosamente per terra, facendo un tonfo mostruoso.
-Katie!- urlò Hermione.
Mentre i due ragazzi si prestarono a soccorrerla, la ragazza tirò fuori la bacchetta e iniziò a sparare scintille rosse nel cielo.
In men che non si dica, il professor Piton si materializzò davanti a loro.
-Cosa è successo qui? Perché ci siete sempre voi in queste situazioni?- domandò chinandosi sul corpo della ragazza svenuta.
-Non sappiamo cosa sia successo…- rispose Hermione terrorizzata.
Vicino a corpo della giovane c’era un pacchetto aperto, con dentro una collana.
Harry si chinò per raccoglierla.
-Potter, non tocchi quella collana, se non vuole fare la stessa fine della sua compagna.- gli intimò il professore, facendola levitare vicino a lui.
Piton e Katie sparirono in una nuvola di fumo grigiastra lasciando così i ragazzi da soli.
-Noi abbiamo visto Malfoy entrare in bagno subito dopo Katie…- disse la ragazza guardando il suo migliore amico.
-Dobbiamo parlare con Piton e tu…- si rivolse a Marck.
-…tu trova il modo per spezzare gli incantesimi che ti hanno fatto gli auror, devo poter vedere dove sei, non vorrei che ti succedesse qualcosa.-
Tempismo perfetto, pensò Platz.
-Ho un’idea per eluderli. – disse lui guardando Hermione.
I tre si strinsero e camminarono verso il castello, consapevoli che avrebbero dovuto unire ancora le forze per risolvere quel mistero.

  
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