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Autore: CaskettCoffee    21/04/2020    4 recensioni
L’idea è quella di raccontare Lily, Jake e Reece. Li abbiamo solo intravisti, bambini, in uno scorcio del futuro di Castle e Beckett. Il mio vuole essere un tentativo di tratteggiare uno scorcio del loro di futuro, da adulti, cominciando dalla storia di un'estate. E lasciando intravedere (ovviamente) anche la loro mamma e il loro papà.
Genere: Dark, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alexis Castle, Altro personaggio, Kate Beckett, Quasi tutti, Richard Castle
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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CAPITOLO SETTIMO 

Lily si sentiva soffocare. Sembrava che metà dei newyorkesi partecipasse a quella serata a casa dei Meyers. Era arrivata da mezz’ora, aveva potuto scambiare solo qualche parola con la sua amica Sarah, che poi era stata risucchiata dalla madre nel giro di saluti. E quella sera non era assolutamente dell'umore giusto per chiacchierare o fare baldoria. 

“Pensi che ci sarà qualcuno in giro per le strade stasera, o tutti gli Hamptons sono qui?” una voce scanzonata le sussurrò in un orecchio senza che lei lo sentisse neppure avvicinare. 
“Papà!” Suo padre aveva un passo felpato, anche se a vederlo non si sarebbe detto. "Be’, quest’anno la Meyers si è superata. Speriamo che le fondamenta della casa reggano!” Lily rise alla battuta di suo padre, la prima vera risata della serata.

“Che cosa è che deve reggere?” La senatrice Beckett rivolse loro la sua attenzione, il dorso di un dito ad accarezzare il braccio del marito.
Richard si rivolse alla moglie con un sorriso sfavillante di felicità. “Stavamo giusto notando che la signora Meyers ci ha stipati nel suo salotto come sardine quest’anno. Ed ha invitato praticamente qualsiasi uomo single sotto i 60 anni. Sarà una lunga serata per Sarah” 

“E come fai tu a sapere che tutti questi uomini single?” Beckett gli rispose, con sguardo perplesso. “Sono un ottimo osservatore” la rimbeccò lui.  “Magari è così, oppure sei solo un ottimo pettegolo” lo canzonò allora sua figlia. Beckett rise di gusto.“Prendimi pure un giro così, alla prossima festa li inviterò tutti anche io per te, e vedremo chi riderà per ultimo” Lily alzò allora entrambe le mani in segno di resa, e padre e figlia sorrisero.

Girandosi verso Castle, sua moglie aggiunse: “Potresti venire a salutare i Carson? Mi servirebbe che tu chiacchierassi con la moglie per un po’ mentre discuto di una faccenda col marito”. Castle rivolse lo sguardo oltre la spalla della moglie verso la coppia in questione, un duo piuttosto compassato, entrambi con labbra strette e guance cadenti. L’uomo roteò gli occhi e porse il suo bicchiere di whiskey a Lily. “Vedi cosa riesci a scoprire mentre non ci sono. Mi aspetto un resoconto completo al mio ritorno.”

Dopo un attimo non c’era più, come ingoiato dalla folla, a compiere il dovere di marito della senatrice Beckett, ruolo che ricopriva da anni con ottimi successi. Per quanto la gente vedesse nel matrimonio dei suoi genitori quel rarissimo incontro di anime gemelle, era innegabile che il loro rapporto fosse tanto una splendida collaborazione quanto una storia d’amore. Erano partners nel lavoro e nella vita. Era stato così sin dall’inizio, in un sodalizio che si era evoluto in molti modi, ma che andava avanti da anni senza mai vacillare.

Lily di nuovo alla sera della settimana prima, a James, a quello che erano stati. C'era stato un periodo in cui anche lei aveva creduto di aver trovato quell'amore unico e speciale che i suoi genitori le avevano insegnato con l'esempio della loro storia. Ma era stato un sogno.
E quando dopo qualche istante mise a fuoco ciò che c’era sotto i suoi occhi, si accorse che – neanche a farlo apposta- stava fissando James. Nemmeno se avessero gridato "a fuoco a fuoco!", Lily avrebbe potuto voltarsi più più velocemente. O con più indelicatezza. Urtando un mobile alle sue spalle, un massiccio candelabro d’argento barcollò rumorosamente, per poi finire a terra. La sua goffa scena non era stata notata quasi da nessuno, ma lei sapeva che lui – che stava parlando con la padrona di casa e con Sarah- se n’era accorto, e così anche le due donne.
Un’enorme ondata d’imbarazzo la travolse, e decise di sfuggirvi inginocchiandosi sul pavimento per recuperare il luccicante soprammobile. Doveva essere finito sotto una poltrona, perché non si vedeva da nessuna parte. Impegnata com’era in quella ricerca alla cieca, non sentì il rumore di qualcuno che si accovacciava. Sollevò il capo, si trovò a fissare gli occhi di Josh, il figlio dell’editore di suo padre.

“ Sicura di volerlo recuperare? Quel candelabro era orrendo” le sussurrò, con un tono di allegra spensieratezza. Lily incrociò i limpidi occhi castani di lui, e toccò infine con le dita qualcosa di freddo e liscio e finalmente afferrò il candelabro caduto. “Troppo tardi”

Con lungo respiro, consentì all’uomo di aiutarla a rimettersi in piedi. Avvertiva alcuni sguardi su di sé, ma rivolse la sua attenzione a Josh, in un sorriso forzato: “Ho dato spettacolo, non è vero?” Il ragazzo le rispose divertito, parlando da un angolo della bocca: “Sciocchezze. Mezz’ora fa la signora Gillian mentre raccontava del suo viaggio a Lisbona, ha chiamato il marito con il nome dell’amante” Simulò un brivido. “Terrificante.” Lei rise, sollevata e in egual modo divertita. Josh era bello, affascinante e gentile e… Josh le sorrise.

Lei alzò il candelabro verso Sarah e sua madre, mimando con le labbra la parola “salvo”. Sarah rise, battendole le mani in segno di complimento. Il sorrisetto di James era ambiguo, ma lei non volle dargli troppa attenzione. 

La sua amica Sarah le si avvicinò poco dopo, mentre Josh si era allontanato con suo padre. 

“Spettacolo interessante poco fa” Lily sussultò, si voltò e incrociò lo sguardo di Sarah. “Scusami per il candelabro. Ultimamente sono diventata anche impacciata”

“Ah” Un sorrisetto affiorò sulle labbra dell’amica. “Perché avrei giurato che ti fossi voltata in tutta fretta perché ti eri accorta di stare fissando Jameson Fleming” “Perché dovrei fare una cosa simile?” domandò Lily. Sarah riprese a indagare. “Vuoi dire che l’altra sera non stavi quasi bisticciando con lui?” Lily scosse il capo e sussurrò: “ Sarah! Piantala”

“Lui ti sta guardando” sussurrò Sarah. “Non mi sta guardando” ribatté a bassa voce da un lato della bocca. Non poté comunque fare a meno di girare la testa. Non la stava guardando. “Ti stava guardando.” “Be’, io non sto guardando lui.”

E non lo guardò.
Non lo guardò per tutto il tempo del buffet, né quando fu il momento dei dolci. Non lo guardò nel momento dei brindisi in onore della padrona di casa, né quando la band iniziò a suonare. Non lo guardò quando Josh la invitò a ballare, quando altri uomini la invitarono, né quando si trattenne a chiacchierare con alcuni avvocati. Non lo guardò fino a quando non venne invitata a ballare da suo fratello Reece, e con lui si stava avvicinando alla pista. E desiderò non averlo fatto. Perché James stava ballando con una Elise Lexington, la sua mano possente che la sosteneva per il gomito, accarezzandole delicatamente il braccio.

E Lily si rese conto che le era impossibile distogliere lo sguardo. E James rivolse la sua attenzione a Lily, ricambiando appieno il suo sguardo. Data la distanza e le luci soffuse, non ne era certa ma, sì, la stava osservando.

E d’improvviso sentì che aveva bisogno di prendere un po’ d’aria. “Ho un cerchio alla testa. Esco a prendere un po’ d’aria.” Suo fratello strinse gli occhi. “Vuoi che ti accompagni a casa?” “No, no... dovrei riprendermi. E’ che c’è tanta gente” Sorrise debolmente. Reece esitò, e Lily sapeva cosa gli stesse passando per la testa. Una volta a diciassette anni si era allontanata da una festa. Con disastrose conseguenze.

Poco dopo, Lily era nel giardino, vuoto, di nuovo in grado di respirare. Una fresca brezza le stava schiarendo le idee e Lily si sentiva già molto più tranquilla.
“Perché sei qui fuori?” La donna trasalì per quelle parole condite d’irritazione. L’aveva seguita. Come osava parlarle così?

Si voltò, tentando di apparire calma. “Perché tu sei qui fuori?” L’uomo si accigliò a quelle parole.
“Ti ho vista allontanarti sola”. “Sono uscita qualche minuto per prendere fiato. Reece sa che sono qui” Lui le si avvicinò. “Ti può accadere di tutto qui fuori. Non devo certo dirtelo io” “No, non devi dirmelo tu, ovviamente. Eppure me lo hai dovuto ricordare”

James aggrottò la fronte, rimanendo per un po’ in silenzio. “Mi dispiace”. Lui non se lo era meritato. Nient’affatto. Ma Lily non l’avrebbe ammesso.

Entrambi rimasero per un lungo momento senza proferire parola, e Lily si aspettava che si allontanasse, mentre lui ammise con delicatezza: “Mi dispiace per molte altre cose” La donna si girò di scatto a quell’ammissione.

“Quindi, sei qui per scusarti, dopotutto”

 “Senti Lily, tu hai sbagliato ad agire alle mie spalle, ma Harry ha ragione, io non avrei dovuto essere così duro”

Erano scuse quelle?
Presa dal disappunto, Lily fece del suo meglio per nasconderlo. “Beh, ringrazia Harry per la considerazione”

Le labbra strette dell’uomo dimostravano che il sarcasmo di quelle parole era giunto a destinazione.
“Abbiamo sbagliato entrambi, dovrai pur ammetterlo. Non avevi alcun diritto di agire alle mie spalle. Ma io non avrei dovuto urlarti contro le cattiverie che ti ho detto. Io ci penso e…” C’era qualcosa in quelle parole, un misto di irritazione e un’emozione che Lily stentava a riconoscere, prontamente svanita quando lui aggiunse freddamente: “Ma ho sbagliato anche io, tutti quegli anni che siamo stati vicini, come amici, ti ho illusa e assecondata e non avrei dovuto”

Illusa. Assecondata. Il significato di quelle parole si palesò immediatamente. Non era stato innamorato di lei. Non lo era mai stato.
Il dolore arrivò pungente, come una stilettata. Come era possibile che lui avesse ancora quel potere su di lei? Come aveva potuto permetterglielo? Non si sarebbe fatta ferire. Si sarebbe arrabbiata. La rabbia almeno era un’emozione che riusciva a controllare.

“Assecondarmi?” chiese Lily, faccia a faccia. “ Tu saresti quello che per tutti quegli anni mi ha illusa e assecondata? Tu?” James irrigidì la mascella a quelle parole, e lei insistette. “Non mi è sembrato affatto che mi stessi assecondando la prima volta che mi hai baciato, e certamente non mi stavi assecondando quando io e te dormivamo insieme”

Era così arrabbiata. “Tu non mi hai mai assecondata. Tu mi volevi, più di quanto io volessi te. E forse l’unica cosa che ti fa male davvero, è pensare che io ti abbia avvicinato solo per avere i tuoi soldi. Quindi, se c’è qualcuno fra noi due che ha illuso e assecondato l’altro, quella sono io” sussurrò.

Lui si avvicinò e a lei mancò il respiro.
“Beh, se non altro adesso non hai più bisogno di me. Hai un rampollo sul palmo della mano.”

Lily era confusa. “Un rampollo?” “Ti ho vista con Josh che ridevate. C’era una certa intimità.” Le gettò addosso quell’affermazione come una grossa pietra. “Vuoi parlare di Josh adesso?”

Nello sguardo di James lampeggiò qualcosa tutt’altro che rassicurante. “Non dovresti farti vedere così presa dalla gente. Ci ricameranno sopra. E finirai sui giornali in men che non si dica, e tu lo odi”

Un filo di eccitazione la pervase. Sembrava arrabbiato. No, era furibondo. Forse geloso . Quell’impressione svanì, celata dietro uno sguardo prudente, prima che Lily potesse gustarsela.

Trovando il coraggio sufficiente per sfoggiare un piccolo sorriso canzonatorio, Lily fece per allontanarsi. “Io faccio quello che voglio. E’ la mia vita. E non hai nessun diritto di interferire, non più”.

Ritornò verso la casa, sola, resistendo all'impulso di sapere se lui la stava guardando. 
   
 
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