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Autore: Babbo Dark    21/04/2020    2 recensioni
[Omegaverse], [AU Teen Wolf/Mulan], [Omega!Stiles/Alpha!Derek], [tutti vivi], [tutti licantropi].
Stiles Stilinski è un Omega diciottenne il cui sogno principale è quello di rendere onore alla propria famiglia; la sua vita cambia drasticamente quando, a causa dell'invasione dell'esercito delle chimere, suo padre verrà chiamato alla guerra. Nel disperato tentativo di salvare padre e famiglia, Stiles rinuncerà a tutto e con l'aiuto del draghetto Mushu si imbarcherà nella sua impresa più difficile: passare per Alpha e arruolarsi nell'esercito della Contea.
A grande richiesta torna su EFP questa AU che pubblicai tempo fa, ho cercato di rendere onore sia alla precedente fanfiction (che purtroppo è andata perduta) che al Classico Disney; spero di aver fatto un buon lavoro!
Genere: Azione, Comico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Hale, Stiles Stilinski, Theo Raeken
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Sterek in Disney... '
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Note iniziali: ci siamo! Finalmente inizia l’addestramento e io so che tutti voi non vedete l’ora di conoscere chi ho messo nella parte di Chi-Fu, lo so… Io vi conosco! Come? La Sterek? Sì, c’è il primo incontro tra i due ma Chi-Fu è Chi-Fu! No? Non se lo incula nessuno? TT.TT *sig!*

Facciamo un attimo i seri… Come annunciato nel capitolo precedente l’addestramento di Stiles è stato suddiviso in cinque capitoli differenti, i quali coprono un lasso di tempo pari a un anno e due mesi; non avendo mai letto la fiaba originale, né il mito di base (a tal proposito, qualcuno ha qualche informazione al riguardo? Su internet non ho trovato molto e sarei proprio interessato di leggere la storia posta alla base del film), sono stato costretto a basarmi unicamente sul Classico e, come ben sappiamo, l’addestramento di Mulan è riassunto in quattro minuti di canzone (“Farò di te un uomo”, avete presente?) e quindi ho dovuto inventare, ecco…

Inizialmente dovevano essere solamente due capitoli (Arrivo di Stiles alla base e inizio dell’addestramento; Recupero della freccia e chiamata in guerra) ma mentre scrivevo ho notato come tutti gli elementi che volevo inserire, e che noterete man mano nella lettura, occupavano proprio tantissime pagine! Voglio dire, solo questo capitolo era di ben 83 pagine! Cioè, anche io sono fan dei capitoli corposi ma così vi facevo suicidare! E quindi nulla, cinque capitoli di addestramento.

Vi avverto subito: qui la canzone non c’è; purtroppo sono stato costretto a dividerla perché, come detto prima, ho fatto tipo la successione dei beni con le parole (ho lasciato l’eredità XD) e soprattutto volevo che tutta la canzone coprisse l’intero periodo dell’addestramento.

Altro avvertimento: nella storia Mushu ha delle abilità magiche; nel Classico il suo ruolo era molto passivo, lui si limitava a mettere nei casini Mulan e fare gag comiche (anche il salvataggio nel lago è messa giù come se fosse una scena comica e non un vero e proprio intervento) ma in questa storia, dove Stiles è un Omega e non una donna e dove sono tutti licantropi era indispensabile che Mushu avesse queste abilità, proprio per impedire a Stiles di essere beccato in tempo zero a causa del proprio odore oltre che per il calore. Citando Harry Potter: “Tu sei un mago Mushu, un mago coi fiocchi direi!”.

Io vi lascio al capitolo e noi ci leggiamo sotto!

Buona lettura!
 

Babbo Dark
 


 
Il più raro e il più bello di tutti…
Capitolo Quinto: L’addestramento, parte 1 – Primo giorno

 
 


I ruggiti riecheggiavano minacciosamente nella placida e fredda aria mattutina ma a lui non importava, la sua tripla natura lo proteggeva da qualsiasi cosa e di certo non sarebbero stati i pochi gradi autunnali a fermarlo; Theo Raeken ricordava perfettamente tutti gli istanti vissuti all’interno della “Drugs Perfect”, le torture a cui i Dottori del Terrore lo sottoponevano nonché gli interventi chirurgici che vennero eseguiti sul suo corpo perfettamente sveglio. Ci erano voluti quasi due anni per migliorarlo, per renderlo perfetto, ma alla fine Theo il licantropo era morto all’interno di una buca malamente scavata nel terreno umido, permettendo così a Theo la chimera di risorgere come la più micidiale delle fenici; e ora, dopo cinque anni di attesa, il suo sogno stava per avverarsi… Una piccola parte di lui si congratulò con l’esercito di quella vasta Contea, visto che stava respingendo egregiamente i loro attacchi, ma man mano che il tempo passava i suoi nemici si indebolivano sempre di più e ormai era solamente questione di mesi prima che il Sindaco finisse tra i suoi artigli; un ghigno soddisfatto gli tirò le labbra, il suo traguardo era sempre più vicino e lui poteva già pregustarsi il dolce sapore della vittoria.

Alle sue spalle, l’esercito proseguiva rapidamente in quella foresta scura, schivando rami e tronchi caduti con un’eleganza che non si addiceva ai mostri che erano in realtà, ma alla fine giunsero in un piccolo spiazzo illuminato dai raggi solari e Theo sollevò di scatto la mano destra, facendo immediatamente arrestare tutte le chimere che si era portato dietro, e si avvicinò a un fiume dalle acque limpide e si chinò per potersi dissetare, subito imitato dagli altri. Il cinguettio degli uccellini aveva accompagnato la loro folle corsa per la Contea fin dalle prime luci dell’alba e nonostante l’adrenalina che scorreva nelle loro vene, la stanchezza iniziò ben presto a farsi strada nei loro corpi; qualcuno sbadigliò rumorosamente, lo stomaco di altri brontolò rumorosamente, e Theo si sedette pesantemente al suolo.

Nonostante tutto era un Alpha magnanimo e non avrebbe mai impedito ai suoi compagni di privarsi delle energie essenziale per proseguire la loro avanzata, inoltre, era perfettamente consapevole che qualsiasi creatura a stomaco vuoto fosse praticamente già sconfitta in battaglia e lui non aveva fatto tutta quella strada per poi essere eliminato a un passo dalla vittoria; alle sue spalle udì Josh fare le fusa quando annusò l’odore del cibo mentre accanto a lui, a pochi passi dal fiume, i fratelli Beta Violet e Garret, rispettivamente incrociati con un leone mannaro e un orso mannaro, stavano litigando come al solito per delle sciocchezze. Theo si promise di ucciderne uno al più presto, visto che si era stancato di quella situazione.

Improvvisamente, però, due battiti cardiaci alterati giunsero a carezzargli l’udito e la chimera sorrise perfidamente, quell’occasione gli avrebbe permesso di prendere ben quattro piccioni con una semplice mossa e così, sollevando la mano artigliata e attirando l’attenzione dei due fratelli, indicò l’origine del suono e attese; ben presto, avrebbe riscosso un paio di vite…
 
 

 
***
 

 
Per la prima volta in tutta la sua carriera da soldato, Vernon Boyd si chiese se il generale Hale avesse ragionato pienamente sulla sua decisione prima di inviarlo a rintracciare l’esercito delle chimere; normalmente, non si sarebbe scomposto a una simile richiesta, visto che non era la prima volta che veniva inviato in perlustrazione, ma appena l’Alpha Hale lo aveva informato del collega che lo avrebbe accompagnato il panico iniziò a far ringhiare irritato il suo lupo.

Liam Dunbar era un giovane Alpha conosciuto in tutta l’accademia per essere una testa calda, non era una novità vederlo eseguire esercizi in più come punizione, e Boyd non si sentiva sicuro al suo fianco; il ragazzo, per quanto intraprendente, non era ancora pronto per svolgere una missione delicata come quella e, come per confermare i suoi timori, nelle due settimane di viaggio condiviso Boyd notò gli eccessivi rumori provocati dal ragazzo nel tentativo di spostarsi nella fitta vegetazione. Man mano che si avvicinavano alle chimere, il petto del Beta continuava a essere schiacciato dalla paura di essere scoperto da quei mostri e perdere la vita nel modo più stupido possibile.

Quella mattina, non appena l’alba iniziò a illuminare il cielo, Boyd percepì una strana sensazione invadergli l’animo; per tutto il tragitto compiuto la mente continuava a incentrarsi sui suoi cuccioli protetti dal grembo della sua Compagna, Erika, e se inizialmente la cosa gli aveva strappato un triste sorriso, nonché la speranza di essere presente quando i suoi figli sarebbero venuti al mondo, ben presto la situazione peggiorò. Ogni minimo rumore lo faceva sussultare sul posto e non ci volle molto prima che l’istinto iniziasse a urlargli contro di fuggire il più lontano possibile da quel luogo, o almeno allontanarsi dal suo improbabile accompagnatore, ma ogni volta Boyd chiudeva gli occhi e scuoteva appena il capo, cacciando quelle sensazioni e cercando di concentrarsi su qualsiasi suono potesse fornirgli degli indizi.

Il gorgoglio provocato da un fiume carezzò lascivamente l’udito dei due soldati e Liam avanzò rapidamente, desideroso di placare la sete che lo stava uccidendo, ma non appena l’Alpha compì qualche passo Boyd spalancò gli occhi perché lì, appena oltre i cespugli, battevano così tanti cuori che era impossibile contarli; la mano del Beta si sollevò e corse a stringere il colletto della divisa del compagno, il quale voltò il capo e ringhiò irritato. Liam illuminò le proprie iridi e mostrò le zanne al più grande ma poi, prima che Boyd potesse dire o fare qualsiasi cosa, un paio di ruggiti riecheggiarono nell’aria e i due licantropi si ritrovarono a sussultare spaventati; un lieve tonfo fece vibrare dolcemente il terreno, subito seguito dallo scricchiolio di un ramo, e non appena Liam si preparò a combattere sbarrò gli occhi nell’udire l’urlo di dolore del commilitone.

Lì, a pochi passi da lui, una chimera dalle sembianze leonine aveva trapassato l’addome di Boyd con un’artigliata, mostrando all’Alpha i lunghi artigli imbrattati di sangue; il Beta singhiozzò, percependo il sangue inondargli la bocca, e voltò appena lo sguardo alle sue spalle, incontrando le iridi azzurre e spietate di Violet. Un suono secco e innaturale, simile a quello prodotto da un ramo spezzato, raggiunse le orecchie di Boyd che si voltò di scatto nello stesso istante in cui un urlo di dolore abbandonava la gola di Liam; il braccio dell’Alpha, piegato innaturalmente, pendeva pesantemente verso sinistra, permettendo al Beta di osservare attentamente le ossa acuminate bucargli la pelle, ma poi una chimera enorme e dall’aspetto orsino si avventò sul ragazzo, atterrandolo e schiacciandogli la testa contro il terreno freddo.

Un lamento di dolore abbandonò la gola di Boyd quando Violet estrasse il proprio pugno, facendolo sanguinare copiosamente, e i due mostri calciarono con forza i licantropi costringendoli così a sollevarsi lentamente da terra; Liam osservò attentamente la carnagione scura del commilitone, alla disperata ricerca di qualsiasi sintomo potesse suggerirgli un’imminente morte, ma la roca risata di Theo Raeken attirò la sua attenzione e si ritrovò a spalancare la bocca davanti al bellissimo ragazzo che, con i piedi nudi e ancora umidi d’acqua, stava camminando sensualmente verso di loro.
 
 

«Soldati, riposo!» urlò Theo simulando il classico saluto militare, facendo ridere sguaiatamente le chimere alle sue spalle «E complimenti lupacchiotti miei, avete trovato l’esercito delle chimere…» disse con un tono fintamente dolce per poi indicare con un gesto della mano i mostri intenti a nutrirsi e dissetarsi «Ora, signorini, dovete farmi un favore…» sussurrò iniziando a sistemargli la divisa; Boyd ringhiò quando l’Alpha gli diede un paio di schiaffetti sul volto e Liam urlò non appena la chimera, afferrandogli il braccio rotto, glielo piegò violentemente «Tornate dal generale che vi ha mandato e ditegli che Theo Raeken non vede l’ora di scontrarsi con il suo esercito più potente.» Boyd ringhiò furiosamente, illuminando le iridi d’azzurro, ma la chimera semplicemente rise «Umm… Sapete cosa mi chiedo adesso?» domandò voltandosi verso il suo esercito, che lo fissò immediatamente «Mi chiedo quanti licantropi servono per riferire un messaggio?» quella domanda, posta con un’insana allegria nella voce, fece sbiancare Liam che iniziò a dimenarsi nella presa di Garret nel disperato tentativo di potersi liberare e affrontare quei mostri, cercando di rimediare all’errore commesso per poter salvare la vita del commilitone; una chimera si alzò e sorrise perfidamente «Sì, Belasko?» il mostro, un Alpha con gli occhi azzurri e capelli neri, illuminò le iridi e sollevò l’indice davanti al suo capo.

«Uno…» sussurrò perfidamente.
 
 

Theo ghignò e sfoderò gli artigli prima di voltarsi rapidamente verso Boyd, che ringhiò furiosamente e tentò di ribellarsi, ma in un attimo la mano della chimera si strinse contro la pelle morbida del collo, permettendo agli artigli di affondarvici dentro; Liam urlò impotente quando la gola del ragazzo fu squarciata con un colpo secco, percependo le gambe cedere sotto il suo stesso peso mentre Boyd cadeva pesantemente al suolo, il corpo scosso dai tremiti della morte e il volto immerso in una pozza del suo stesso sangue.

Accecato dai sensi di colpa e dalle lacrime, Liam non avvertì la presa di Garret abbandonare il suo corpo e ben presto il ragazzo si ritrovò a singhiozzare disperatamente mentre la rabbia montava prepotentemente in lui; un ringhio gli abbandonò la gola ma prima che potesse fare qualsiasi cosa, Theo lo afferrò saldamente per il collo e lo sollevò da terra, lanciandolo con forza nel folto del bosco e facendolo scontrare contro un vecchio albero che scricchiolò rumorosamente all’impatto. Un guaito gli abbandonò le labbra mentre ricadeva pesantemente al suolo e i polmoni, perforati dalle costole rotte, iniziarono a riempirsi di sangue ma Liam, incurante di tutto, scoppiò in un pianto disperato e chiese perdono alla Luna per il suo comportamento; il giovane Alpha si maledisse, Boyd era morto a causa della sua impulsività e in un flash la sua mente fu attraversata da una frase sussurratagli dallo stesso Boyd qualche sera prima… "Sai, sto per diventare padre di due gemellini…"
Boyd non avrebbe mai visto i suoi figli nascere, non sarebbe mai stato presente in tutte le fasi della loro vita, e la colpa era unicamente sua.

Logorato dai sensi di colpa e dal dolore, Liam non si rese neanche conto che Theo, a una decina di metri da lui, aveva affondato gli artigli nel collo di Garret per poi squarciargli la gola sotto gli occhi del suo stesso esercito.
 
 

«Mi ha deluso per l’ultima volta.» si giustificò la chimera mentre si puliva gli artigli lordi di sangue nel fiume «Si è limitato a rompere un braccio al moccioso, ho bisogno di chimere pronte a tutto e non di incapaci.» disse estraendo la mano e riprendendo a mangiare come se nulla fosse, ignorando i due cadaveri ancora caldi che giacevano a pochi passi di distanza da loro.
 
 
***
 
 

I timidi raggi solari illuminarono la carrozzeria azzurra della jeep, permettendo all’umidità residua della notte precedente di brillare intensamente nell’immenso parcheggio in cui era il veicolo era stato fermato; a pochi passi dalla vettura, intento a marciare nervosamente avanti e indietro, Stiles stava cercando con tutto se stesso di prevenire il proprio crollo nervoso o un attacco di panico perché lui, in quel momento, non sapeva più cosa fare. Durante tutto il lungo viaggio che lo aveva condotto dalla propria abitazione al confine dell’accademia militare, si era ripetuto più e più volte un possibile discorso da rifilare a chiunque fosse stato incaricato di accogliere le nuove leve ma, non appena scese dall’auto, tutto il coraggio e le parole racimolate erano svanire nel nulla lasciandolo ad affrontare una situazione nuova a cui non era minimamente pronto; in quel momento, le parole di sua nonna gli tornarono in mente e il ragazzo si permise di sorridere tristemente al ricordo… "Non andare in guerra senza fucile!" e lui, naturalmente, aveva fatto l’esatto opposto; stava per affrontare una guerra completamente disarmato e incapace di sferrare anche il più semplice degli attacchi.

In poche parole…
 

«Sono fottuto…» sbuffò sonoramente Stiles prima di sollevare il capo al cielo per poi massaggiarsi grossolanamente la nuca, cercando disperatamente di intavolare un discorso sensato che riuscisse a convincere quello che, ne era certo, fosse un soldato esperto «Salve compagni Alpha!» tuonò improvvisamente, la voce ridicolmente camuffata e la schiena perfettamente dritta «È qui che ci si arruola?! Bene, finalmente potremmo calciare qualche chimerica chiappa!» Stiles roteò gli occhi alle sue stesse parole e sbuffò nuovamente «Perché mi sembro un coglione?» sussurrò a se stesso con nonchalance ma poi la sua testardaggine tornò prepotentemente a scaldargli l’animo e riprese a camminare davanti la jeep «OH! Hai un’arma di famiglia? Beh, anche io! Guarda che mazza!» disse afferrando il manico dell’arma ma poi, nel tentativo di estrarla, finì per cadere pesantemente al suolo «Sono ancora in rodaggio…» borbottò a se stesso ma poi, sospirando, si alzò in piedi e si avvicinò al limitare dello spiazzo per poi osservare l’entrata dell’accademia «Chi voglio prendere in giro… Mi servirà un miracolo per entrare…» sussurrò tristemente.

«MIECZYSLAW STILINSKI!» tuonò una voce alle sue spalle; Stiles sussultò e si voltò di scatto. Lì, nascosto dietro i cespugli al limitare del parcheggio, dense nuvole di fumo nere come la pece si alzavano pigramente verso il cielo mentre una luce rossastra illuminava un’alta parete. Quello che, però, gli fece gelare il sangue nelle vene fu l’alta ombra filiforme che si arrampicava elegantemente sul grigio cemento della parete «HO SENTITO QUALCUNO CHIEDERE UN MICAROLO? VOGLIO SENTIRE “IO!”!» urlò la voce, facendolo urlare a sua volta, terrorizzato; vergognandosi di quel suono per nulla virile, e nascondendosi dietro la propria auto, fissò con occhi sgranati quello che stava succedendo a pochi passi da lui, chiedendosi se avesse ingerito inavvertitamente qualche sostanza stupefacente «CI SIAMO QUASI!» ridacchiò la voce.

«Uno spirito?» sussurrò Stiles, uscendo appena dal suo nascondiglio di fortuna.

«PREPARATI, O MIECZYSLAW, PERCHÉ LA FORTUNA HA BUSSATO ALLA SUA PORTA!» continuò imperterrita la voce «GLI ANTENATI HANNO UDITO LE TUE PREGHIERE, INVIANDOMI AD AIUTARTI IN QUESTA TUA IMPRESA!» sorridendo appena, uscì dal suo nascondiglio e si avvicinò all’ombra non impedendosi di torturarsi nervosamente le mani.

«Tu… Chi sei?» domandò increspando le sopracciglia e inclinando appena la testa di lato.

«Io chi sono? IO CHI SONO?!» domandò lo spirito, apparentemente irritato da quella domanda «IO SONO IL CUSTODE DEI LICANTROPI, IL EX-GUARDIANO DELLE ANIME PERDUTE! IO SONO IL POTENTISSIMO, INIMITABILISSIMO, INDISTRUTTIBILISSIMO… MUSHU!» tuonò per l’ultima volta il draghetto uscendo dai cespugli e mostrandosi per la prima volta al suo protetto, che lo fissò confuso per qualche attimo «Sono focoso, eh?» chiese sorridendo apertamente prima di essere calciato con forza dall’Omega che sbuffò irritato.

«Ci mancavano solamente le droghe assunte chissà come!» inveì Stiles sollevando le braccia al cielo e ringhiando furiosamente; Mushu, però, dopo aver tossito ed essersi rialzato, incrociò le zampe davanti al petto e sbuffò rumorosamente.

«Come osi colpire un ex-guardiano?!» chiese furente mentre Stiles abbassava le braccia e puntava lo sguardo sulla sua figura snella «Sono venuto fin qui per aiutarti a non schiattare male, perché quando ti scopriranno è questa la fine che farai, e tu mi calci?!» domandò sollevando le zampe al cielo e socchiudendo gli occhi.

«Ma perché i miei Antenati hanno mandato una lucertola?» domandò Stiles tornando a torturarsi le mani per poi roteare gli occhi al "Drago, non lucertola! Non faccio quella cosa con la lingua io!" sussurrato da Mushu che, per sottolineare il concetto, sibilò mostrandogli la lingua biforcuta «Ma sei così…» borbottò nel disperato tentativo di non offendere ulteriormente l’ex-guardiano.

«Imponente? Maestoso? Eclatante?» domandò Mushu mostrando i muscoli delle zampe superiori.

«Piccolo…» sussurrò Stiles avvicinando l’indice e il pollice con aria dubbiosa, facendo sbuffare sonoramente il drago.

«Ma sono in formato tascabile!» esclamò irritato Mushu «Se fossi a grandezza naturale il tuo cuoricino mannaro avrebbe un infarto e tu mi servi vivo.» chiarì immediatamente per poi arrampicarsi rapidamente sulla jeep per poter guardare negli occhi il ragazzo «I miei poteri vanno oltre l’immaginabile…» disse muovendo ritmicamente le dita affusolate «Teletrasporto, mutaforma, magia…» elencò facendo sgranare gli occhi all’Omega «Il mio sguardo può andare oltre la divisa che indossi…» disse puntando lo sguardo sul cavallo del ragazzo; Stiles lo imitò per poi spalancare la bocca e coprirsi con la mano sinistra mentre la destra correva a schiaffeggiare il muso del draghetto «COME OSI?!» tuonò Mushu risollevandosi sulle zampe e puntando l’Omega con un dito «Disonore su di te!» quella parola fece sgranare gli occhi di Stiles e il mannaro si ritrovò a indietreggiare, terrorizzato «Disonore sulla tua famiglia!» continuò il drago ignaro del tumulto interiore del ragazzo «Disonore sulla tua carretta!» urlò indicando la macchina ma Stiles, cercando di trattenere le lacrime, si ritrovò inginocchiato al suolo e con le mani avvolse il capo dell’ex-guardiano.

«Mi dispiace…» sussurrò percependo le prime lacrime bagnargli il volto «Sono terrorizzato da quello che sto facendo, non cerco tutti i giorni di farmi passare da Alpha…» Mushu, notando la disperazione che trapelava da quelle parole, addolcì lo sguardo e carezzò la nivea pelle del ragazzo, che si ritrovò a liberarlo dalla propria presa.

«Va bene, ti perdono…» sussurrò tranquillamente Mushu «Ma dobbiamo fare qualche cosa per rendere la tua mascherata credibile…» disse indicando la divisa indossata dall’Omega «Si vede che hai rubato gli abiti di tuo padre, inoltre, come pensi di mascherare la tua natura?» chiese mentre Stiles si osservava attentamente e sospirava rumorosamente «Non ne hai idea, eh?» chiese retoricamente il drago, costringendo Stiles a chiudere gli occhi per poi sollevare le spalle «L’odore di tuo padre sparirà presto e tutti gli Alpha noteranno subito il tuo odore delizioso, senza contare il calore…» prese a spiegare il ex-guardiano, facendolo annuire «Quindi…» sussurrò iniziando a muovere le zampe anteriori in aria mentre piccole scintille rossastre si liberavano dalle sue dita; poco a poco un debole fumo arancione avvolse il corpo di Stiles. La divisa iniziò a restringersi, modellandosi perfettamente al suo corpo longilineo, e l’odore mutò improvvisamente, trasformandosi dal delicato aroma di primule selvatiche a quello forte e deciso di erba appena tagliata; l’Omega sgranò gli occhi, meravigliato, e iniziò a osservarsi e annusarsi attentamente prima di sorridere riconoscente all’ex-guardiano «Ora ascoltami, Mieczyslaw…» sussurrò Mushu non appena terminò.

«Stiles. Chiamami Stiles, per favore…» lo interruppe il ragazzo, facendolo annuire.

«Ora ascoltami, Stiles…» ripeté Mushu con tranquillità «L’incantesimo che ho appena fatto ti nasconderà perfettamente da ogni Alpha; non andrai in calore e il tuo odore non muterà con le tue emozioni, come di solito avviene negli Omega.» prese a spiegare il drago, facendolo annuire «Ma ha una durata di sette giorni. Oggi è mercoledì mattina e fra una settimana dovremmo ripeterlo, intesi?» domandò con aria severa.

«Intesi.» rispose Stiles per poi rabbrividire visto che Mushu aveva ben pensato di saltargli addosso per poi intrufolarsi all’interno della divisa, facendogli provare una strana sensazione a causa delle squame che sfioravano la sua pelle.

«E ora gambe larghe, schiena dritta, pancia in dentro, petto in fuori, testa in alto e… VIA!» urlò da dentro la casacca mentre Stiles ubbidiva.
 
 

Man mano che si avvicinava al campo d’addestramento, e l’odore di sudore Alpha iniziava a saturargli le narici, Stiles si sentiva sempre più stupido a camminare in quel modo ridicolo, tant’è che attirò numerosi sguardi confusi e divertiti da parte degli mannari che incontrava; a differenza di quello che aveva pensato fino a poco prima, le guardie dell’accademia non lo fermarono, né gli chiesero nulla, quando lo videro avvicinarsi e oltrepassare l’alta cancellata ma il ragazzo non si perse le risate che uscirono dalle loro gole, costringendolo a camminare normalmente e ignorare i commenti dell’ex-guardiano.

Una serie di alti edifici si estendeva alla sua destra, le facciate grigie completamente identiche, e l’Omega corrucciò lo sguardo quando notò i giganteschi numeri che li caratterizzavano; alla sua sinistra, invece, si trovavano due gigantesche piste d’atletica e quello che sembrava un magazzino mentre davanti a sé, oltre i licantropi ammassati attorno a quello che sembrava un buffet, si trovava un gigantesco e apparentemente liscio tronco che si estendeva per quasi dieci chilometri in alto, facendogli venire le vertigini quando provò a guardare l’estremità.

Il vociare dei licantropi gli riecheggiava nelle orecchie, intervallati ogni tanto dai commenti di Mushu su quello o quell’altro Alpha, e nonostante sapesse di essere un Omega anomalo, vista la sua ossessione per i misteri e il desiderio di cacciarsi costantemente nei guai, Stiles si costrinse a reprimere un gemito di disgusto quando notò gli atteggiamenti di quei mannari; qualcuno si stava togliendo le caccole dal naso, un altro si grattava poco educatamente il sedere e un conato di vomito minacciò di fargli contorcere il volto dal disgusto quando vide un Alpha con una mano nei pantaloni intento a grattarsi i testicoli per poi, con espressione rilassata, portarsi le dita al naso e annusarle profondamente.
 
 

«Che. Schifo.» brontolò a bassa voce Stiles nella speranza che solamente l’ex-guardiano avesse udito le sue parole.

«Sono Alpha, dolcezza, cosa ti aspettavi?» chiese retoricamente Mushu ma, appena Stiles aprì bocca, la risata sguaiata di un licantropo attirò la sua attenzione.

«È così vi dico!» urlò il mannaro come se nulla fosse; era alto e magro, con la carnagione bianca e dei capelli neri che si intonavano al castano dei suoi occhi. Per un momento, Stiles lo trovò carino ma poi il Beta aprì bocca e tutti i pensieri svanirono all’istante «Se avessero immediatamente inviato gli Omega in guerra, invece di sprecare tanti Alpha e Beta, non ci ritroveremmo qui!» disse come se fosse la cosa più ovvia del mondo.

«Greenberg, taci.» ringhiò irritato un Alpha dal volto affilato e con i capelli biondi ma l’altro, invece, si sollevò di scatto la maglia e mostrò sull’addome panciuto l’orribile tatuaggio di un leone.

«Prima di partire mi sono fatto fare questo!» urlò orgoglioso «Il Grande Leone è il guardiano della mia famiglia, mi proteggerà da ogni colpo!» l’Alpha lanciò uno sguardo a due mannari posti alla sua destra, uno era un Beta alto con splendidi occhi azzurri e i capelli biondi mentre l’altro era un Alpha con la mascella storta, la carnagione olivastra e dei capelli neri come gli occhi, prima d’illuminare le iridi e ghignare; in un attimo sollevò di scatto il braccio destro e colpì con un gancio micidiale l’addome di Greenberg che, sbuffando, cadde a terra e iniziò a lamentarsi per il dolore.

«Jackson!» esclamò l’altro Alpha.

«Io mi farei risarcire!» ululò una risata il Beta.

«Piantala, Scott, se l’è meritato!» ringhiò Jackson rivolto all’Alpha per poi osservare il Beta «Bella battuta, Isaac, complimenti.» disse dandogli delle pacche sulla spalla sinistra.

«Ecco l’occasione perfetta per fare amicizia!» le parole di Mushu fecero sussultare Stiles, che si ritrovò a grattarsi la testa e sospirare pesantemente «Avanti, avvicinati!» disse con nonchalance e l’Omega, deglutendo, si avvicinò a Jackson e represse un gemito disgustato quando lo vide sputare a terra.

«Che faccio?» borbottò a mezza bocca Stiles, attirando l’attenzione dei tre mannari che lo fissarono confusi prima di scambiarsi uno sguardo tra di loro.

«Un bel pugno al braccio! È così che si salutano i veri Alpha!» rispose semplicemente Mushu; Stiles sospirò rumorosamente e si apprestò a obbedire, colpendo l’Alpha con un pugno abbastanza forte sul bicipite; Jackson, però, si osservò pensosamente il braccio, corrucciando le sopracciglia, per poi riportare gli occhi su Stiles, illuminando le iridi di giallo e ringhiandogli minacciosamente.

«Cerchi rogne?!» disse furiosamente, facendo sussultare l’Omega.

«I… Io…» balbettò Stiles cercando di non arrossire miseramente.

«Dai, Jacks, non fare il lupo brontolone…» sussurrò Scott dandogli delle pacche sul braccio «Non diamo vita a risse inutili, siamo all’accademia militare e non nella pizza di Beacon Hills.» disse sollevando le spalle e sorridendo appena; Jackson lo folgorò con lo sguardo, continuando a ringhiare, e gli mostrò le zanne prima di tornare a fissare Stiles.

«Non ne vali la pena.» sbuffò l’Alpha osservandolo disgustato per poi dargli le spalle.

«Ora una bella pacca sul sedere, a loro piace!» sussurrò Mushu, strappando un disperato lamento all’Omega.

«Mi porterai tu nella tomba e non le chimere.» sbuffò Stiles mentre obbediva; questa volta, però, Jackson si voltò e gli ruggì contro, facendolo indietreggiare terrorizzato.

«Ti uccido!» disse sollevando la mano artigliata ma Isaac, sospirando e folgorando Stiles con lo sguardo, afferrò saldamente il polso dell’Alpha e ringhiò profondamente.

«Se ci fai finire nei guai per colpa di quest’idiota sarò io a ucciderti.» Isaac illuminò le iridi, facendo sbuffare sonoramente Jackson che mormorò un “Va bene, va bene…” di malavoglia; sospirando di sollievo, Stiles deglutì e voltò le spalle al trio, desideroso di mettere quanta più strada possibile tra loro, quando Jackson parlò.

«Scappa, scappa, coniglio!» borbottò l’Alpha e Stiles irrigidì le spalle quando percepì Mushu scattare contro la sua schiena; il draghetto, infatti, si era mosso verso il colletto per poi alzarsi di scatto contro la nuca dell’Omega, la zampa sollevata in alto e il muso distorto dalla rabbia.

«CONIGLIO A CHI?! DIMMELO IN FACCIA, TROGLODITA!» tuonò l’ex-guardiano prima di sgranare gli occhi per poi tornare a nascondersi, ridacchiando nervosamente al ringhio che Stiles gli dedicò; Jackson, infatti, si era voltato di scatto e aveva avviato la trasformazione prima di ruggirgli contro e scattare nella sua direzione.
 
 

Stiles osservò quell’Alpha inferocito puntarlo minacciosamente e, agendo senza pensare, si piegò sulle ginocchia nello stesso istante in cui Jackson sollevava il pugno per colpirlo con forza contro la guancia; il respiro mozzato dell’Omega, però, non gl’impedì di sferrare un gancio destro micidiale contro il basso ventre dell’altro licantropo, facendolo boccheggiare per il dolore mentre cadeva al suolo. Soddisfatto dal modo in cui lo aveva messo al tappeto, Stiles si rialzò e sorrise entusiasta prima di udire due pericolosi ringhi e, voltandosi lentamente verso l’origine di quei suoni, deglutì sonoramente nell’osservare gli altri due mannari prepararsi ad attaccarlo; l’istinto di autoconservazione ebbe la meglio e l’Omega voltò loro le spalle, scattando sul posto e correndo il più velocemente possibile mentre, alle sue spalle, i due mannari lo inseguivano, insultandolo nel peggiore dei modi.

Alpha e Beta vennero malamente afferrati da Stiles e gettati contro i due licantropi furibondi, i quali evitarono accuratamente ogni ostacolo, e il ragazzo capì di essersi messo in trappola da solo quando finì all’interno di una palestra chiusa; purtroppo, il suo disperato tentativo di fuga gli aveva messo contro tutti i licantropi presenti, i quali lo raggiunsero in breve tempo e Stiles uggiolò tristemente nella speranza di trovare una possibile via di fuga da quella situazione, la quale non prevedesse il suo corpo massacrato da quei mannari furibondi. Alla fine, proprio quando stava per perdere le speranze, individuò una finestra aperta posta a pochi centimetri dal soffitto e, sfruttando le attrezzature spente, saltò verso il muro e si arrampicò rapidamente verso la sua via di fuga mentre, dietro e sotto di lui, quelli che sarebbero diventati presto i suoi commilitoni si organizzavano per pestarlo a sangue.

Intanto, in una struttura separata dalla baraonda che imperversava nel campo d’addestramento, un giovane Alpha fissava attentamente la grande cartina posta al centro del tavolo; le sue sopracciglia spesse e nere si aggrottarono pensosamente quando il generale Hale gli spiegò dettagliatamente il piano che avrebbe attuato per arginare l’avanzata del nemico e, al contempo, mietere quante più chimere possibili. Passandosi una mano abbronzata tra i capelli neri, il licantropo alzò gli occhi verdi verso quelli neri del generale e annuì seccamente mentre, al suo fianco, un Beta dall’aria annoiata si appuntò sul suo personale blocconote tutte le informazioni salienti uscite fuori in quel meeting; togliendosi una ciocca castana da davanti ai finti occhiali, il Beta osservò i due soldati discutere animatamente sull’elevato numero di reclute che si stavano presentando nelle varie accademie militari sparse nella Contea e alla fine strinse le labbra, infastidito dalla piega che la situazione stava prendendo.
 
 

«Io e il mio plotone ci posteremo nella parte ovest della Contea, dove il tenente Morgan si occuperà di addestrare le reclute…» spiegò l’Alpha indicando un punto sulla mappa con l’unghia perfettamente curata per poi fissare il suo sguardo sul ragazzo davanti a lei «Successivamente ci recheremo a nord, valutando la situazione e sostituendo i caduti per evitare nuove penetrazioni nel territorio…» il Beta ridacchiò per il termine usato, venendo immediatamente folgorato dai due Alpha «Successivamente…» continuò il generale illuminando per un attimo le iridi rosse «Ci recheremo al Valico dei Salvatore, è la strada più rapida per raggiungere la dimora del Sindaco e cercheremo di impedire agli invasori di raggiungere il municipio. Tutto chiaro?» chiese al ragazzo che si sollevò per poi incrociare le braccia davanti al petto muscoloso e annuire «Attendo un aggiornamento mensile da parte del Consigliere Harris, voglio essere messa al corrente di tutto quanto capitano Hale.» il ragazzo osservò irritato il Beta, che gli rivolse un’espressione superba, prima di tornare a guardare il generale e annuire «Capitano Hale, lei si occuperà di addestrare le reclute del distretto sud.» disse, facendo sgranare gli occhi ai due mannari presenti.

«Io?»

«LUI?!» esclamarono in coro il capitano e il Consigliere, facendo annuire il generale.

«Capitano Derek Hale…» continuò la donna come se nulla fosse «Ha la mia piena fiducia, sono certa che farà un ottimo lavoro.» Derek le sorrise dolcemente e abbassò la testa, leggermente imbarazzato, facendo sorridere la donna.

«Ma generale, ne è sicura?!» s’intromise il Beta avvicinandosi di qualche passo, facendo ringhiare l’Alpha.

«Adrian Harris, la prego di rivolgersi a me, e al capitano, con il dovuto rispetto.» disse la donna facendo illuminare le iridi di rosso «Per lei, e per tutti i membri del municipio, siamo il generale Talia Hale e il capitano Derek Hale.» disse mostrando appena le zanne acuminate «Inoltre,» continuò indicando l’altro Alpha «Il capitano Hale presenta un curriculum eccellente, se proprio vuole saperlo; primo della sua classe, addestramento militare completato con un anno di anticipo, primo del suo plotone, una laurea con lode all’Ateneo Militare in tecniche di addestramento e cinque master ottenuti con il massimo dei voti in strategie offensive e difensive. Oltre che un’ascendenza militare niente male…» un sorriso increspò le labbra della donna mentre Harris annuiva, un ringhio mal trattenuto nella voce.

«Generale, volete riposarvi prima di partire?» chiese Derek sciogliendo la posa e portandosi le mani alla cinta, dove pendeva una lunga spada ereditata dalla sua Alpha di famiglia.

«No, capitano, partiamo immediatamente.» rispose il generale posandogli una mano sulla spalla «Buona fortuna, figlio mio... Sono orgogliosa di te…» sussurrò dolcemente Talia Hale prima di sorridergli un attimo; Derek ricambiò il sorriso e illuminò le iridi, subito imitato dalla donna, prima di sussurrarle un emozionato “Buona fortuna, mamma…” che la fece annuire.
 
 

Talia uscì dalla struttura, subito seguita da un irritante Harris, mentre Derek chiudeva gli occhi e si permetteva di versare una singola lacrima nata dall’emozione di quel momento madre-figlio; i loro caratteri, e successivamente la strada che aveva intrapreso, non gli avevano mai concesso dei momenti per fare le classiche “chiacchierate cuore a cuore” eppure Derek non poteva desiderare di avere una madre, e un Alpha di famiglia, migliore di Talia Hale.

Ricomponendosi e schiarendosi la gola, uscì dalla struttura e si bloccò; lì, davanti a lui, e soprattutto a sua madre, le sue reclute se le stavano dando di santa ragione. Alpha e Beta ringhiavano e si colpivano, mostrando una scoordinazione che lo fecero impallidire, e Derek sperò con tutto se stesso che quella era solamente una facciata, che in realtà quei civili spediti in guerra sapessero almeno le basi di un normale combattimento, ma tutte le sue speranze andarono in frantumi quando un licantropo, nel tentativo di dare un pugno, non solo aveva mancato il bersaglio ma era finito con il ruotare su se stesso a causa della forza eccessiva, cadendo poi pesantemente al suolo.

Un sospiro disperato gli abbandonò le labbra, subito seguito dalla risatina di sua madre, mentre Harris gli lanciò uno sguardo odioso e si appuntò immediatamente quello scenario; annuendo al “Buona fortuna capitano, ne avrai tanto bisogno!” di sua madre, Derek ringhiò e illuminò le iridi prima di sollevare di scatto il capo e ruggire con tutto il fiato che aveva in corpo.
I licantropi si bloccarono all’istante e fissarono preoccupati il loro capitano che, continuando a ringhiare, fissò le tristi condizioni in cui il suo bellissimo campo d’addestramento versava; la terra presentava dei profondi scavi, dovuti agli atterraggi sbagliati dei licantropi, mentre ovunque si trovavano brandelli di vestiti, zaini, valige e rifiuti.
 
 

«ATTENTI!» urlò Derek, facendo sussultare i presenti che si districarono in quell’intricato groviglio di arti ma alla fine, impiegando qualche secondo di troppo, si misero sull’attenti e attesero; lì, rannicchiato su se stesso nel disperato tentativo di proteggere il volto, si trovava l’Alpha più strano che Derek avesse mai visto. La pelle fin troppo pallida e costellata di nei, molto simile a quella di un Omega, era avvolta da una divisa che puzzava terribilmente di chiuso e paura, oltre che un odore che gli fece pizzicare il naso «CADETTO!» tuonò l’Alpha e questi, lentamente, abbassò il capo e lo fissò da capo a piedi prima di sgranare gli occhi e dimenarsi sul terreno, sollevando un pesante strato di polvere che gl’ingiallì la divisa ma alla fine, rischiando di cadere, si rimise in piedi e fece il classico saluto militare «Che cazzo stai facendo?! Sei un soldato ora, un vero licantropo, e non un mezzo cane bastardo!» disse seccamente Derek facendo deglutire rumorosamente il ragazzo; Stiles, però, non sapeva se rispondere o meno ma alla fine sussultò quando l’Alpha gli urlò un “E ALLORA?!” dritto in faccia.

«Beh…» balbettò osservando attentamente le iridi verdi dell’altro; ‘E ora che cazzo dico?’ «Ogni tanto dobbiamo seguire i nostri istinti, no?» domandò retoricamente fingendo una risatina nervosa, che fece corrucciare maggiormente, se possibile, le sopracciglia del suo capitano «Sì, insomma…» balbettò nuovamente «Fare a pugni, pisciare contro gli alberi, riparare lavandini…» Stiles sollevò le spalle e tentò di sorridere mentre cercava disperatamente di smettere di gesticolare animatamente «Andare dietro gli Omega… O i Beta… O entrambi…» Derek sbuffò sonoramente e illuminò le iridi di rosso.

«Come ti chiami, cadetto?» domandò il capitano, facendolo sbiancare.

«I… Il mio… Nome?» chiese in sussurro Stiles, avvertendo Mushu dimenarsi contro la sua schiena; un licantropo con la faccia antipatica e con un ridicolo paio di occhiali squadrati sul naso si avvicinò rapidamente e illuminò le proprie iridi d’oro.

«Il capitano Hale ha chiesto il tuo nome, cadetto, rispondi.» ordinò prima di sussultare al minaccioso ringhio proveniente dall’Alpha.

«Solamente io posso dare ordini ai cadetti, Consigliere Harris.» disse seccamente Derek prima di riportare l’attenzione su Stiles, ghignando internamente per aver fatto allontanare il Beta impaurito.

«Io ce l’ho un nome, ed è un nome da vero Alpha!» l’Hale sollevò un sopracciglio fino all’attaccatura dei capelli visto che quel tizio poteva essere tutto tranne che un Alpha…

«Sentiamo…» Derek incrociò le braccia davanti al petto e sollevò entrambe le sopracciglia.

«Ehm…» balbettò Stiles, maledicendo la sua mente generalmente brillante per non fargli venire nessuna balla da raccontare in quel momento; Mushu si lamentò rumorosamente e graffiò la pelle del ragazzo, muovendosi di scatto e cercando qualsiasi nome che potesse parare i loro sederi.

«Greenberg! Di che ti chiami Greenberg!» disse in un sussurro.

«Quello si chiama Greenberg…» borbottò a mezza bocca Stiles.

«Non voglio sapere il suo nome, cadetto, ma il tuo.» ringhiò sempre più irritato Derek.

«Ehm… Ehm… Bubu!» esclamò Mushu facendo stringere la mascella a Stiles.

«Bubu…» Derek a quel nome sgranò gli occhi, percependo le risatine provenienti dal resto del suo plotone disastroso.

«Settete!» sussurrò ridacchiando il draghetto.

«Mushu!» esclamò irritato Stiles.

«Mushu?!» urlò furibondo Derek visto che, apparentemente, quel ragazzino impertinente lo stava deridendo «MI STAI PRENDENDO PER IL CULO, CADETTO?!» tuonò infatti l’Hale prima di afferrargli saldamente il colletto, tirandoselo contro con fare minaccioso per poi ruggirgli in faccia «QUALE.FOTTUTO.NOME.DI.MERDA.DEVO.SCRIVERE.SULLA.TUA.TOMBA.» ordinò con un costante ringhio nella voce; Stiles, se possibile, sbiancò ulteriormente e deglutì sonoramente mentre, alle sue spalle, Mushu si dimenava sempre più visibilmente.

«Law! Dì che ti chiami Law!» sussurrò stremato il draghetto, maledicendosi per non aver pensato prima a quella balla.

«Law.» sussurrò Stiles, ignorando il “Però Law mi rubò la ragazza…” borbottato dal suo ex-guardiano «Mi chiamo Law Mushu Bubu Greenberg.» disse l’Omega tentando di sorridere innocentemente alla strana occhiata che il capitano gli rivolse.
 


 
 


«Bene.» ringhiò Derek prima di allentare la presa, scombussolato da quella strana sensazione che percepì nel petto non appena gli occhi incredibilmente grandi dell’Alpha si fissarono nei suoi «La lettera d’arruolamento, cadetto.» ordinò allungando una mano; Stiles sorrise e iniziò a tastare le varie tasche della divisa, cercando disperatamente l’oggetto in questione e alla fine, sorridendo vittorioso, tirò fuori dalla tasca posteriore dei pantaloni la lettera accartocciata. Derek lo fulminò con lo sguardo e gli strappò l’oggetto dalle mani prima di aprirla con forza per poi sgranare gli occhi quando notò il nome che primeggiava sul foglio di carta «Noah Stilinski?!» Stiles percepì un’ondata di tristezza invaderlo quando udì il nome del padre, chiedendosi se l’avesse già diseredato o denunciato alle autorità locali, ma alla fine si limitò ad annuire; il plotone parve bloccarsi nell’udire quel nome e Harris si avvicinò, leggendo a sua volta quel nome per poi fissare il suo sguardo sull’Omega.

«Parliamo dello stesso Noah Stilinski, giusto? Lo sceriffo che ha arrestato Kate Argent?» domandò il Beta, facendo annuire un confuso Stiles «Non sapevo che Noah Stilinski avesse un figlio Alpha…» disse nei confronti di Derek che non aveva ancora smesso di squadrarlo attentamente.

«M… Mio padre non parla spesso di me…» balbettò Stiles per poi tentare di spurare, finendo solamente per farsi colare la saliva sul mento mentre sorrideva innocentemente.

«Ora capisco il perché non ne parla…» borbottò malignamente Harris, costringendo Stiles a mordersi la lingua «Il ragazzo è imbarazzante…» disse rivolto all’Alpha che lo folgorò con lo sguardo.

«Bene.» disse nuovamente Derek prima iniziare a camminare avanti e indietro mentre Stiles si metteva in fila con il plotone «Tutte le mattine alle ore quattro-zero-zero verrete svegliati dallo squillo delle trombe e avrete cinque minuti per lavarvi, vestirvi e presentarvi qui davanti…» iniziò a parlare Derek «Alle ore otto-zero-zero ci sarà la colazione e successivamente inizieremo il vero allenamento, il quale cambierà di giorno in giorno; alle ore tredici-zero-zero ci sarà il pranzo e avrete trenta minuti di tempo, precisamente dalle tredici-e-trenta alle quattordici-zero-zero, per lavarvi e rendervi presentabili. Successivamente verrete sottoposti all’addestramento pomeridiano che si concluderà alle ore venti-zero-zero; la cena sarà alle venti-e-dieci e terminerà alle venti-e-quaranta. Se fate tardi a qualsiasi pasto non mangerete nulla, qui non ci sono i vostri Omega pronti a soddisfare ogni vostro capriccio; quando avete varcato la cancellata siete diventati veri licantropi, dovrete sudarvi qualsiasi ricompensa e accetterete con onore le punizioni che vi assegnerò.» Stiles deglutì sonoramente e percepì la testa iniziare a girargli, non era mai stato un fan dell’esercizio fisico e la sola ipotesi di dover subire quella tortura tutti i giorni per un tempo imprecisato lo portò sull’orlo delle lacrime «Se sento una qualsiasi lamentela uscire dalle vostre miserabili, fetide bocche saranno guai; alle ore ventuno-zero-zero tutti a letto e se qualcuno pensa di farsi una bella scopata con i Beta, o peggio ancora tra Alpha, verrà immediatamente evirato dal sottoscritto e buttato fuori dall’accademia con un calcio nel culo. Le seghe ve le fate a casa, non qui.» Stiles deglutì nervosamente a quella sfilza di regole e sperò con tutto se stesso di riuscire a ricordarle tutte «TUTTO CHIARO?!» sbraitò Derek, sbuffando al “Sì, signore!” urlato in risposta «Un’ultima cosa…» disse sorridendo malignamente a ognuno di loro «Passerete tutta la giornata odierna privati di acqua e cibo, metterete a posto il campo d’addestramento e pulirete alla perfezione il mio appartamento; voglio mangiare sul cesso.» specificò Derek «Pulirete le finestre del Consigliere Harris e catalogherete tutte derrate alimentari in ordine alfabetico; naturalmente, se scopro che avrete mangiato qualche cosa anche domani rimarrete a bocca asciutta. Oh, e ringraziate il vostro nuovo amico Law perché sono certo sia stato lui ad accendere la miccia.» Stiles si osservò attorno, domandosi chi fosse lo stronzo che gli aveva causato tutto quello, ma appena notò le espressioni furenti che i mannari gli rivolsero si ricordò della scena patetica a cui aveva partecipato poco prima e abbassò il capo, arrossendo miseramente «Tutti sono in punizione, tutti tranne lei, signor Stilinski.» disse Derek fermandosi davanti all’Omega che, alzando appena il capo, puntò lo sguardo sulla faccia da schiaffi messa su dal capitano «Lei mi farà… Um… Diciamo… Centocinquanta giri di campo?» disse, facendo spalancare la bocca al ragazzo «Così la prossima volta evita sia di distruggere l’accademia che di prendermi per il culo.» Stiles si limitò a sospirare fin troppo rumorosamente e annuì, maledicendo Mushu per averlo cacciato in quella situazione e infine abbassando il capo davanti all’Alpha «Un’ultima cosa…» borbottò Derek, facendolo sollevare nuovamente il volto di Stiles; fu un attimo. Derek aveva sollevato il pugno destro e colpito il ragazzo sulla guancia con tutta la forza che aveva, scagliandolo lontano di un paio di metri «Quando parlate con me, dovrete sempre chiamarmi capitano, CHIARO?!» tuonò, facendo bisbigliare un coro di “Sì, signor capitano!”.
 
 

Stiles represse le lacrime e si alzò da terra, tornando a mettersi sull’attenti prima di ritornava in fila; sentiva gli sguardi su di sé, la guancia pulsare e la pelle tendersi lì dove, ne era certo, si stava formando un enorme livido. Nascosto nella divisa, Mushu imprecò e maledisse il suo capitano ma Stiles lo ignorò, trattenere le lacrime per il dolore e l’umiliazione lo stava massacrando e fu con gioia che ascoltò il “Al lavoro!” praticamente urlato da Derek; senza aspettare nessuno, corse alla pista d’atletica e si posizionò a qualche centimetro della linea di partenza sulla pista più larga e, piegando le ginocchia per prepararsi a correre, permise alle lacrime di bagnargli il volto.

L’addestramento era iniziato.
 
 


Note finali: Boyd, mi dispiace ma qualcuno doveva schiattare! Ho appena creato una vedova di guerra, sono un mostro… Non uccidetemi!

Liam, sei una testa di cazzo. Io te lo dissi quando ti vidi per la prima volta nella serie Tv e te lo ripeto ancora, ti odio. È colpa tua se Boyd è morto! Non conoscerà mai i suoi figli! Sei tu il mostro Liam, non Theo!

Liam buuuu! Liam buuuuu!

Ok la smetto d’inimicarmi i/le fan di Liam, la smetto ^^”

Cavolo sto bruciato proprio oggi…

Coooooooomunque! Tutti gli orari dell’addestramento sono inventati e comunque, pensiero mio, concordo con Stiles; cioè, alle quattro a fare ginnastica?! Io c’impiego quaranta minuti solo per passare dal mondo dei sogni a quello reale e Derek pretende che un povero cristo alle quattro del mattino si mette a fare le flessioni?! Io basito…
Ebbene sì, Derek ha preso a pugni Stiles perché si è sentito un po’ preso per il culo. Reazione eccessiva, lo ammetto, ma il suo futuro marito gli ha appena detto di chiamarsi Law Mushu Bubu Greenberg Stilinski, andiamo no…
 
Ok, la smetto la smetto…

Cosa ne pensate del capitolo? Piaciuto il primo incontro tra Stiles e Mushu? E tra Stiles e Derek? Io stavo ridendo come uno scemo mentre scrivevo, non mi vergogno ad ammetterlo, ma sono curioso di sapere la vostra; comunque, per chi se lo stesse chiedendo qui sotto metterò la foto di Greenberg.

Che mi dite di Mushu? Piaciuto il power-up? Lo so, lo so… Nel Classico lui si limitava a mettere nei casini la protagonista ma in questa storia non poteva rimanere un personaggio passivo, doveva necessariamente divenire attivo e aiutare il protagonista nella sua mascherata; per questo gli ho dato dei poteri magici, fondamentalmente è uno spirito, un guardiano, avrà pure delle abilità, no? Spero di non aver fatto una cazzata…
 

Siamo giunti alla fine di queste note folli e io non posso far altro che ringraziarvi di cuore, siete dei lettori fantastici, e ringrazio anche tutti coloro che hanno inserito la storia in una delle categorie di EFP e per ultima, ma non meno importante, le dolcissime linn86 e Opalus per aver recensito lo scorso capitolo.
 

Alla prossima!
 
 
Babbo Dark


Greenberg:



 

Ps: ho ricevuto diversi messaggi privati in cui mi si chiedeva di aumentare le dimensioni del testo, quindi lo porterò a quattordici; ditemi se avrete ancora problemi e provvederò; un'altra cosa: nel sondaggio sono emersi nuovamente vincitori "La Sirenetta" e "Il re leone" quindi, come preannunciato, sceglierò io e il prossimo Classico Disney sarà... "Lilo e Stitch"! Ebbene sì, ho deciso di applicare il famoso detto "tra i due litiganti il terzo gode" e per non fare un torno a nessuno ho deciso di optare per un tezo film, arriveranno anche gli altri due tranquilli.


BD
   
 
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