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Autore: Lost In Donbass    21/04/2020    2 recensioni
Midnight Olson è ribelle, testarda, violenta, sregolata. Non ha freni, non li ha mai avuti.
Denis Shostakovich è rabbioso, sfacciato, arrogante. Non è in grado di fermare la sua vita di eccessi.
Lei è una studentessa, lui il cantante della band metalcore più in voga del momento. Non si conoscono, e se si conoscessero si odierebbero. Ma caso vuole che Richard, fratello di lei e bassista nella band di lui, si porti dietro la sorella per strapparla ai guai nei quali si è cacciata. Così i mondi di Denis e Midnight vengono in contatto, e c'è da mettersi le mani nei capelli. Tra litigate epocali, tradimenti, violenza gratuita, droga, luci della ribalta e soprattutto tanta musica metalcore, ecco a voi la storia d'amore più sregolata di sempre. Perché noi siamo il rock'n'roll e non abbiamo intenzioni di fermarci. Nemmeno da morti.
Genere: Angst, Commedia, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
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CAPITOLO CINQUE: JUST A SLAVE TO ROCK'N'ROLL

 

You might be the first for the evening
But you sure ain't the last
Another temporary lover whose lovin' never lasts
It's rock and roll and we love it that way

[Asking Alexandria – Just A Slave Of Rock'n'Roll]

 

 

Midnight

 

Dire che ero esaltata era dire poco. Mi trovavo circondata da tutte le band più in famose del mondo del metalcore e del post-hardcore, tra luci soffuse, alcolici dei migliori e, lo sapevo, sicuramente degli stupefacenti con cui sballarmi. Mi guardavo in giro come una bambina, ciondolando sui tacchi, circondata dai Questioning Virginia. Richard mi teneva per il polso, e potevo vedere i suoi occhi neri schizzare disperati per tutta la sala, terrorizzato che qualcuno potesse allungare le mani su di me. Ma semmai erano gli altri a dover stare lontano da me. Cercai di individuare i Take Out The Horizon nella folla, prima che Richard cominciasse la sua tiritera

-Allora, Midnight, stammi a sentire: non ti ho portata qui per darti alla pazza gioia, quindi stai lontana da chi ti vuole sedurre, bevi poco, se ti offrono delle pastiglie rifiuta, non girare in giro a Sykes e alla sua band, non …

-Dai, Ricky.- venne in mio soccorso Denis, poggiandomi lascivamente la mano sulla schiena – Sono sicuro che Midnight sa come comportarsi.

Mi sentii incendiare la pelle al contatto con la sua mano calda e callosa e soffocai un improvviso rossore sulle guance.

-Esattamente, Denis.- dissi io, scivolando lontano dalla sua mano – So come comportarmi.

Ci guardammo per un lungo attimo, fondendo i nostri sguardi e di nuovo, pensai che la sua fosse una bellezza sbagliata, annichilente come i demoni che nascondeva dietro agli occhi. Ci soffiai un bacio sarcastico in punta di dita e scivolai lontano dai Questioning Virginia, con una sventagliata di capelli e di ticchettare di tacchi. Presto fui inghiottita dalla folla, e non vidi più mio fratello o gli altri tre. Sperai ardentemente che almeno quella sera mi lasciassero in pace e che mi facessero vivere la mia nuova vita londinese come meritava di essere vissuta. Mi sistemai un attimo i capelli e presi un biccierino con vodka e succo di lampone, bevendolo lentamente e guardandomi in giro a caccia dei Take Out The Horizon. Ma non fui io a trovare loro: furono loro a trovare me.

Stavo semplicemente bevendo, muovendo la testa a ritmo di musica, scannerizzando tutti i ragazzi avvenenti della sala per decidere su chi allungare gli artigli che una voce mi sussurrò all'orecchio

-E così tu sei la sorella di Olson. Gli assomigli. Spero che tu non sia lamentosa come tuo fratello.

Mi voltai, e il cuore perse un battito perché davanti a me, in tutta la sua bellezza da rockstar dannata del nuovo millennio, stava Asher Sykes, il leader indiscusso dei Take Out The Horizon. Altro che Denis, pensai. Asher sì che era un uomo sexy e affascinante, complici anche le sue canzoni devastanti e la sua attitudine da cantante sempre sul limite tra follia e normalità.

-Se non mi conosci, non lo saprai mai.- miagolai io, e mentalmente mi dissi che sì, ero davvero una ragazza facile, ma pensare che il mio cantante preferito mi stesse di proposito rivolgendo la parola avrebbe dovuto giustificarmi. Speravo che Denis mi vedesse civettare con Asher proprio per fargli capire che a farmi battutine idiote non si ottiene niente.

Asher mi sorrise, passandosi una mano tra i capelli scuri portati appena sopra le spalle e mi si avvicinò, abbastanza da invadermi le narici del suo profumo di colonia e sigarette. Sbattei appena le ciglia e con mossa consumata feci scivolare leggermente la manica della maglia in modo da denudare ancora di più la spalla. Sapevo che probabilmente non era così che si faceva colpo su una rockstar, ma io ero abituata così, a Birmingham, con i miei metodi un po' rozzi da ragazza cattiva.

-Ho sentito il vostro nuovo album. Eccezionale.- mormorai, prendendo la decisione di parlare per prima. Potevano darmi della sgualdrina, ma io la musica dei Take Out The Horizon la ascoltavo seriamente, la amavo profondamente ed ero più volte andata a vederli in concerto, negli ultimi anni.

-Ti ringrazio.- mi sfiorò impercettibilmente la mano – E dimmi, cosa ti è piaciuto di più? La musica o le parole?

-Sono grata alla musica per essere tornata più pesante del disco precedente, ma le parole … non potevo trovare niente di più azzeccato per la mia situazione odierna.

Ero seria, in quel momento e lui mi regalò un sorriso che mi fece attorcigliare lo stomaco. Mi offrì una sigaretta, che io accettai immediatamente e gentilmente mi fece segno di uscire sul balcone. Il cuore aumentò i battiti e istintivamente mi voltai verso la sala nella speranza di intravedere Denis ma non lo vidi. Volevo fargli vedere cosa significava conquistare davvero una ragazza emo.

-E' un album molto personale, That's The Way.- mi disse lui – Vi ho raccolto dentro tutto quello che ho passato negli ultimi tempi, è anche il motivo per cui abbiamo deciso di rendere di nuovo più pesante la musica, come ai primi tempi.

-Sei retrocesso all'inferno?- mi trovai a sussurrare.

Asher si voltò verso di me, e dio, quegli occhi, così straordinariamente grigi e conturbanti. Mi scannerizzò il viso a lungo e poi mi accarezzò la spalla nuda.

-E tu, piccola Olson? Ci sei mai stata?

-Più volte di quanto immagini.

Asher scoppiò in una breve risata e soffiò una voluta di fumo nell'aria. Anche il modo di tenere le sigarette era speciale.

-Mi piacciono le ragazze così. Ma sei davvero sicura che l'inferno che tu hai visto è lo stesso mio?

-Ho tutti i vostri dischi, so tutte le vostre canzoni a memoria. Quando dici certe cose, mi sono sentita chiamata in causa. Quindi sì, abbiamo condiviso lo stesso inferno.- ribattei, decisa, appoggiandomi alla balaustra – E non pensare che solo perché ho vent'anni non so cosa vuol dire essersi confrontati coi demoni.

-Tesoro, non lo penserei mai quando a vent'anni io ero il primo ad affogare dentro me stesso appena appoggiavo la testa sul cuscino.

Sentivo il sarcasmo nella sua voce, ma quel sarcasmo sembrava velato da una certa malinconia, come se parlare di certe cose gli facesse tornare alla mente un brutto passato, delle brutte storie. I testi dei Take Out The Horizon erano strazianti, e tutti sapevano quanto Asher Sykes fosse una rockstar maledetta, ma io, dannazione, io ero disperatamente attratta da quell'uomo.

-Sei deliziosa. Hai dentro di te un mare di lampi. Mi chiedo come mai nessuno ha ancora scritto canzoni su di te. I Questioning Virginia non sanno proprio apprezzare cos'hanno in casa.

Avrei voluto svenire dalla gioia di sentirmi parlare in quel modo dal mio cantante preferito. Pensai immediatamente a Denis: già, lui proprio non capiva chi davvero ero e cosa avrebbe potuto ricavare dalla sottoscritta se fosse stato un minimo più sveglio. Ma evidentemente Denis era solo un cretino con un bel faccino che si divertiva a prendermi in giro senza davvero capire chi ero.

-Sono ancora ragazzini.- miagolai io – Tu e i tuoi bandmates avete sicuramente molta più esperienza. In ogni campo.

Mi sentii sporca a dire una cosa del genere, ma poi mi ricordai che io ero Midnight Elizabeth Olson e che ero un piccolo demonietto pronto a tutto per ribaltare il perbenismo sociale. Non sarebbe stato sicuramente il bon ton a fermarmi, o il cercare di tornare a essere una ragazza normale e contenuta: io non ero niente di tutto quello, io ero quello che ero e non avrei lasciato che niente mi fermasse. Se volevo dare fuoco a tutta l'Inghilterra l'avrei fatto, se volevo portarmi a letto Asher l'avrei fatto senza una remora.

-Oh, zucchero, cosa direbbe il tuo lagnoso fratello se fosse qui a sentirti …

-Non sarà sicuramente Richard a impedirmi di ottenere quello che voglio.- tubai in risposta, posandogli la mano sul petto in un chiaro messaggio “facciamola finita con i convenevoli e andiamo al sodo, che è quello che entrambi vogliamo”.

Lui mi sfiorò appena la guancia con la punta delle dita, mandandomi letteralmente in fiamme il viso e si chinò appena su di me, soffiandomi nell'orecchio

-Non mi hai ancora detto come ti chiami, dolcezza.

-Midnight. Perché è a mezzanotte che si scatena l'inferno.- sussurrai di rimando io.

Asher si morse appena il labbro e mi spostò una ciocca di capelli, mettendomela dietro l'orecchio. Cercai di non tremare al suo tocco.

-E pensi di riuscire a resistere alla tempesta?- continuò.

-Caro, io sono la tempesta.

Lo baciai, e lui fu rapido a ricambiare il bacio, a mordermi il labbro inferiore, a farmi ribollire il sangue dall'eccitazione. Stavo baciando Asher Sykes. Non ci potevo credere. Cominciò a toccarmi dappertutto, e ad ogni suo tocco io andavo in visibilio, aggrappandomi alle sue spalle e tirandogli i capelli. Era qualcosa di magico, qualcosa che nessuno mi aveva mai dato prima. Eppure, pensai a Denis. Non seppi perché, ma mentre Asher mi trascinava poco gentilmente verso i bagni, io pensai al ragazzo ucraino, ai suoi occhi ambrati e alle sue labbra piene. Quando però Asher mi sbatté contro il muro del bagno e si adoperò a slacciare il bottone degli shorts, cancellai l'immagine di Denis e feci altrettanto con lui. Sicuramente, non volevamo dei convenevoli, ma ci bastava semplicemente una scopata estemporanea contro il muro. Non mi sarei tirata indietro, e un gemito mi proruppe dalle labbra quando lui, tra un bacio e l'altro, mi toccò con poca grazia in mezzo alle gambe. Ma sì, andava benissimo così. Era quello che entrambi desideravamo. Gli avvolsi le gambe intorno alla vita e lui scivolò dentro di me. Volevamo del sesso spicciolo, un po' brutale, un po' così. Soffocai un gemito nelle sue labbra quando lui cominciò a spingere disordinatamente dentro di me, la mia schiena che sbatteva contro il muro e le mie unghie piantate nella sua schiena. Era meraviglioso, e lo desideravo da morire. Avrei tanto voluto avere un letto e poter divertirmi con Asher in modo ancora più completo ed eccitante ma mi andava bene anche farlo così, in bilico, in quel bagno sporco, gemendo senza ritegno e baciandogli il viso mentre lui aumentava le spinte e ansimava. Avevo gli occhi semi chiusi, ma a un certo punto, proprio quando l'eccitazione roteava follemente dentro di me, li spalancai, e, davanti a noi, un po' scostato, c'era lui.

C'era Denis.

  
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