Storie originali > Horror
Segui la storia  |       
Autore: Biblioteca    21/04/2020    2 recensioni
In un diario, un'anonima protagonista racconta una brutta esperienza.
Perseguitata da incubi e in particolare da un mostro (che appare anche fuori di essi), convinta di non poter trovare conforto nè in famiglia nè con la terapia condotta dal dottor Callisto, si butta tra le braccia di ASIM, un guru del web che ha le sue stesse visioni e che dipinge ossessivamente immagini di quello e altri mostri.
Ma quando il lavoro di "purificazione" inizia, la protagonista capisce che qualcosa non va e inizia a sospettare che forse il mostro e il guru non sono nemici ma alleati.
Nasce così una nuova teoria della cospirazione che sconvolgerà definitivamente il precario equilibrio della ragazza.
(Storia in via di pubblicazione su Wattpad: https://www.wattpad.com/908112403-mostro-7-dicembre-2019)
Genere: Angst, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
21 aprile 2020
 
Notte fonda.
Questa mattina, quando mi sono svegliata, mi sono resa conto che a soffocarmi non era solo la rabbia per il rimando dell’appuntamento, ma anche un senso di smarrimento.
Perché nella vita di buche ne ho avute molte ma quasi tutte sono stata in grado di prevederle. Salvo le prime ovviamente. E quasi sempre sono anticipate da un evidente, o comunque malcelato, disinteresse dell’altra parte.
Giuro ho sempre avuto un grande intuito per le buche. A volte mi sono divertita a provare a organizzare certi incontri solo per vedere fino a che punto arrivava la buca.
Ma ASIM non si è mai mostrato disinteressato. Ha sempre ascoltato tutto e quando mi ha parlato mi ha fornito elementi e spiegazioni e consigli.
Quindi perché si comporta così?
Me lo sono chiesta in mille modi diversi ho anche provato a cercare di capire se gli ho fatto qualcosa. A volte facciamo del male a qualcuno senza farlo apposta.
Vedi me e la mamma.
Ma alla fine niente, non ho trovato nessun elemento. Ho anche letto e riletto i messaggi in chat, ma non c’è stato verso. Non ho mai detto parolacce né accennato a opinioni ideologiche o politiche.
L’unica cosa che mi viene in mente è questa storia dell’università, ma mi sembra così assurdo. Passi l’invidia, è un sentimento umano e ASIM è fatto di carne come me. Ma possibile che un uomo di oltre quarant’anni si ritrovi a invidiare una “pischella” come me che neanche sa cosa farci con la laurea che ha preso?
Mi sembra una cosa così anomala. A quarant’anni, laurea o meno, dovresti avere tutte le sicurezze della vita, tanto più se lavori da anni con qualcosa che ti piace. Non credo che si guadagni molto nel paranormale, ma voglio dire, che altro potrebbe fare qualcuno che vive con l’ottica che qualunque lavoro interno al sistema è schiavismo?
Già io ho il magone perchè non so nemmeno se mai avrò un lavoro. Vivo nell’incertezza e nell’insicurezza continua. Con un Mostro che mi piantona per giunta.
Mi ha fatto compagnia tutta la notte scorsa, parte del giorno ed è ancora qua. Anche perché non ce l’ho fatta. Ho finito per passare la giornata a piangere, chiedendomi perché venissi quasi scacciata da qualcuno che in teoria avevo contattato per aiuto e che doveva avere più esperienza e consapevolezza di me sul campo. Mi sembra di essere tornata a scuola, quando gli insegnanti stavano lì in classe e dicevano che dovevamo ascoltarli, ma non facevano nulla di concreto per mantenere la situazione.
La mattina sono riuscita a trattenere molta della tristezza dandomi un gran da fare. Ormai casa nostra brilla al punto che quasi quasi pubblico le foto del pavimento su instagram e cerco lavoro nel campo delle pulizie.
Ci sta che mi assumono in tronco. Giuro che non mi aspettavo che così tanta sporcizia potesse radunarsi nella linea di confine tra due piastrelle.
Sono stata lì con lo spazzolino e la candeggina almeno due ore e il lavoro comunque non è finito. All’improvviso è entrata mia madre e è rimasta immobile ad osservarmi qualche secondo prima di chinarsi e dirmi “Basta così tesoro, hai fatto abbastanza oggi”. Mi ha dovuto quasi trascinare via tanto ero concentrata e convinta di finire tutte le linee. Ma era l’unico modo per tenere i pensieri lontani.
Infatti quando ho finito ho di nuovo sentito le mille domande tornare: perché sto così? Perché mi tratta così? Cosa ho fatto?
E mentre me ne stavo lì a chiedermelo ecco che il Mostro si rifà vivo sorridendo sornione. Il bastardo.
Alla fine non ho resistito: ho avuto bisogno di parlare con qualcuno. Ho chiamato Billy e non è stata una buona idea. Avrei dovuto chiamare Alice.
Billy mi ha ascoltato, ma l’unica cosa che ha saputo dirmi è che tutto è certamente anomalo, ma in questo periodo nulla è normale.
Ha detto che secondo lui non gli ho detto nulla di male e che se così fosse sarebbe lui a dovermelo fare presente.
Gli ho detto che l’avrei visto nel pomeriggio e che avrei chiarito quella e altre faccende. Come la questione dell’articolo, e della ricevuta (che ancora non mi è arrivata).
Billy ha poi detto che alcune cose delle meditazioni non gli tornavano, quindi mi ha detto di non farle più, per un po’ almeno. Ha detto che in un suo libro ha tutto il necessario per spiegarmi cosa non va e perché. Solo che non riesce a trovarlo. Stranamente in casa sua a pulire e a tenere l’ordine è il suo patrigno. Cosa che non aveva mai fatto prima, io stessa lo ricordo come un uomo distratto e disordinato. Forse ha messo il libro da qualche parte nascondendolo senza accorgersene.
Alla fine però abbiamo parlato solo di ASIM e di quel senso di abbandono (ok forse sto esagerando ma non so come chiamarlo  e del fatto che sto male, più male di prima. Alla fine della telefonata stavo ancora peggio e il Mostro sempre lì a ridacchiare. Poi è venuto il pomeriggio e finalmente ho visto ASIM. Il magone è passato appena mi ha salutato e il Mostro è sparito.
Ho provato comunque a parlare degli argomenti. Gli ho confessato che c’ero rimasta male del rimando.
“Certo, chiunque ci rimarrebbe male. Ma purtroppo ho delle energie limitate durante la giornata. Se non posso dedicare la giusta attenzione alla persona è meglio non vederla. Altrimenti le farei dei danni.”
A me sembra che faccia danni anche rimandare Aveva senso come discorso quindi non ho potuto discutere molto. Ho provato a fare una battuta bonaria sul fatto che il destino non voleva farci incontrare, ma ASIM non l’ha presa molto bene.
Ha fatto un’espressione molto strana ricordava il Mos e mi ha risposto per le rime con un tono severo:
“Non c’entra il destino. È una questione di professionalità. Non posso vedere qualcuno se non posso dargli il cento per cento del mio aiuto.”
E da lì abbiamo passato (anzi ha passato lui perché io stavo zitta) dieci minuti buoni a rispiegarmi che ci sono energie in ciascuno di noi e anche se noi siamo “infiniti” questo non significa che possiamo essere sempre disponibili per gli altri.
Ti dirò mi sono vergognata molto. Anche perché effettivamente il mio caso non è pesante come altri che mi ha raccontato e che ha descritto sul suo blog. Capisco che ci siano precedenze.
Eppure Callisto ha ben tre medici e quattro infermieri, tutti schierati in prima linea in ospedale, in cura in questo momento (me lo ha detto per spiegarmi la differenza tra la depressione di chi si sente inutile a casa e quella di chi ha continuato a lavorare, ovviamente non ha fatto alcun accenno ai nomi o alla sessualità dei pazienti) e comunque un angolino per me lo ha sempre trovato. Senza mai rimandare. Sì sono cinquanta euro ma forse sono meglio spesi dei venti di ASIM.
Il problema è che Callisto non ha creduto al Mostro, mentre ASIM sì.
Comunque, finito lo sproloquio, ho cercato di parlare dell’articolo, ma alla fine il discorso ha virato da tutt’altra parte. È stato proprio quanto ci siamo detti che mi tiene sveglia in questo momento.
ASIM ha voluto parlare dell’energia sessuale.
E mi ha fatto notare di quanto una vita priva di essa sia vissuta a metà. Mi ha consigliato di darmi da fare. Una gioventù senza soddisfare quel bisogno può portare a una vecchiaia con problemi di salute e non solo fisici ma anche “spirituali”.
Non so perché ma il suo discorso stavolta mi ha profondamente disturbato. Forse anche per questo non sono stata molto e non ho voluto parlare di nient’altro, limitandomi a prendere appuntamento tra due settimane.
È vero. Non aver avuto ancora un uomo nella mia vita un po’ mi pesa, anche a livello psicologico, a volte penso di essere l’ultima vergine rimasta. Ma la verità, è che non ne ho mai avuto voglia veramente; salvo le pulsioni ormonali dell’adolescenza, non ho mai cercato l’altra metà in modo ossessivo, non ho mai sentito la mia vita a metà solo perché non ho qualcuno con cui scopare.
E se avesse ragione? E se tutti i miei problemi venissero da lì?
Alla fine niente, mi sono iscritta a Tinder. So che non è il momento migliore per cercare qualcuno, ma magari chissà, sarà proprio nella distanza che troverò qualcuno di adatto.
 
 
Ok è ancora più notte ma ho fatto un tentativo disperato.
Le domande continuavano a girarmi nella testa. Ma siccome non riuscivo a darmi una risposta, ho deciso di porle all’unica persona al corrente veramente di tutto quanto me: il Mostro.
Ho esordito con “Ciao Mostro”.
E lui ha replicato con un gesto della mano.
Riproduco qui sotto la nostra conversazione. Sono abbastanza sicura che tutto sia letterale così come ce lo siamo detti. Anche perché non sono cose che si dimenticano facilmente.
 
Io: “Vivo una vita a metà secondo te?”
M: “La metà è il tutto.”
Io: “Tu non mi aiuti così, sai?”
M: “Tutto aiuta.”
Io: “Anche… ASIM?”
M: “Tutto aiuta.”
Io: “Perché rimanda gli appuntamenti secondo te?”
M: “Il tempo non esiste.”
Io: “Lo scrive anche lui, ma allora perché rimanda?”
M: “Il tempo non c’è.”
Io: “Ho capito. Ma allora spiegami, cosa gli ho fatto?”
M: “Tu sei.”
Io: “Io sono…?”
M: “Sì.”
Io: “No, non hai capito, ti ho chiesto cosa gli ho fatto di male?”
M: “Tu sei.”
Io: “Almeno sai dirmi perché sto così male?”
M: “Chi cerca, trova.”
Io: “Cosa cazzo devo cercare me lo spieghi?!”
M: “Tu, nulla. Stanne fuori. Non sei tu.”
 
Non ci ho capito niente. O forse qualcosa lo sto iniziando a capire. In ogni caso, anche stavolta è andato via. E tutto il magone è passato.
 
Credo di stare bene adesso. Proverò a dormire.
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Horror / Vai alla pagina dell'autore: Biblioteca