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Autore: Honodetsu    22/04/2020    1 recensioni
"...-"No."- sussurrò, lasciando cadere di scatto le braccia lungo i fianchi. Si irrigidì di colpo e se non fosse per qualche piccolo scatto muscolare che lo faceva ondeggiare su e giù in punta dei piedi non si mosse. Tacco punta, tacco punta. Un movimento quasi impercettibile.
-"No!"-ripete' con più decisione, riuscendo finalmente a posare lo sguardo febbrile su quello che per 600 mila anni era stato il suo unico amico, o forse qualcosa di più..."
Il tempo è agli sgoccioli, l'Armageddon è alle porte. Il piano di Aziraphael e Crowley è andato in fumo e si trovano costretti a decidere se arrendersi all'Ineffabile Piano o escogitare qualcosa per la salvezza dell'umanità e di loro stessi.
Buona lettura.
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Aziraphale/Azraphel, Crowley
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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-"Noi apparteniamo a fazioni opposte!"-

-"No, non è vero! Noi stiamo dalla nostra parte"-

Aziraphael a quelle parole fece una faccia talmente stupita da dover ammutolire Crowley, poiché quello che seguì fu un silenzio carico di parole non dette e di pensieri turbolenti.

L'angelo si portò le mani ai riccioli.

-"No."- sussurrò, lasciando cadere di scatto le braccia lungo i fianchi. Si irrigidì di colpo e, se non fosse per qualche piccolo scatto muscolare che lo faceva ondeggiare su e giù in punta dei piedi, non si mosse. Tacco punta, tacco punta. Un movimento quasi impercettibile.

-"No!"-ripete' con più decisione, riuscendo finalmente a posare lo sguardo febbrile su quello che per 600 mila anni era stato il suo unico amico, o forse qualcosa di più. Tacco punta, tacco punta.

-"Non c'è nessuna nostra parte: tu sei un demone, io un angelo. Due categorie che sono per definizione in antitesi. E se proprio devo dirtelo, tu nemmeno mi piaci."-

Crowley ebbe un fremito, cosa che non sfuggì ad Aziraphale che, rendendosi conto di ciò che aveva appena vomitato, si pentì subito.

Il demone doveva essersi accorto della sua recalcitranza, tant'è che il viso gli si contorse in un'espressione di puro fastidio.

-"Ah, naaah! Ti piaccio eccoooomeee!"-urlo' piegandosi all'indietro, con le mani in tasca, per poi fare una piroetta dandogli le spalle nervosamente.

Aziraphael serrò la mascella morbida, avvampando in volto. Crowley non riusciva a stare fermo, fece qualche passo in avanti per poi rigirasi furioso verso l'altro.

-"Stai mentendo e lo sai benissimo, angelo. Quello che c'è tra di noi non è un qualcosa che poi rinnegare in questo modo."-

L'indice puntato contro il biondo, il braccio che con colpi decisi lo scagliava verso la meta. Aziraphale ignoro' la verità di quelle parole, sovrastandole con voce patetica.

-"Non capisci che quello che sta per accadere è più grande di noi? È più importante di tutto questo?"-

Crowley ancora con la gola gonfia dalle parole che gli si accalcavano prepotenti per essere sputate fuori, scosse la testa come per voler replicare ma fu interrotto.

-"Non capisci che qui non si sta più parlando di fare piccoli accordi per poter mantenere ognuno i propri vizi?"-fece con voce carica da prima di rabbia e poi di dolore, come se inizialmente trovasse malsano quel loro antico e familiare modo di agire ma che comunque si trovava costretto ad amare e a rimpiangere. Il diavolo strinse le labbra fino a ridurle ad un filo, colpito dai sentimenti del compagno.

Aziraphael gli si fece più vicino.

- Stiamo parlando dell'Armageddon!"- sibilò, incurvando le sopracciglia e serrando le labbra in una smorfia di angoscia trattenuta a stento. Il roscio rimase in silenzio, osservandolo da dietro le sue lenti scure.

-"Non si stratta di me e di te. Non si è mai trattato di noi due in fin dei conti. È sempre stato un enorme sbaglio... anzi, un mio sbaglio, una..."-si interruppe prima di dirlo. Crowley si irrigidì.

-"Una tentazione."- terminò per l'angelo. Il riccio abbassò lo sguardo, non sopportava più i suoi occhi a spillo nascosti dietro quelle lenti, fissi su di lui.

-"Ebbene, tutta questa storia tra di noi,"- riprese mesto, Crowley-"sarebbe fin da principio frutto di una tentazione. Anzi, una tentazione da me istigata."-

Il biondo chiuse gli occhi, cominciava a sentirli inumidirsi.

-"Perché, ovviamente, io sono il diavolo giusto? E tu sei l'angelo."- la voce gli si fece aspra-"Quindi il mio solo ed unico scopo è quello di portare caos in questo piccolo e ormai al termine mondo."-terminò la frase urlando, per poi ricominciare sempre con toni duri ma che svelavano la sua sofferenza.
-"Solo che io devo essermi sentito particolarmente ambizioso, giusto?"-

Tentò di guardare in faccia l'angelo ma lui continuava a scuotere le spalle e a posare gli occhi altrove.

Notarlo gli fece un gran male.

-"Non mi bastava più portare le mie orribili e sporche tentazioni tra gli umani, no, io puntavo in alto: alla corruzione di un angelo."-termino', portando le mani ai baveri della giacca del celeste, posando i palmi su di essi. Il biondo tremò.

Fu costretto a guardarlo e non vide un diavolo ma un uomo.

-"E tu in quanto angelo avresti dovuto respingermi, ma sei troppo buono o forse tonto per riuscirci."- continuò, con un filo di voce-"Quindi l'unico cattivo di questa storia è per l'ennesima volta il povero diavolo."-

Le dita si contrassero per un attimo sui baveri, per poi distendersi nuovamente. Lisciò la giacca sul petto del riccio.

Aziraphael assaporò quel contatto, cercando di non darlo a vedere.

-"Eppure credevo che anche tu, almeno una volta, avessi provato almeno in parte quello che provo io..."-sussurro', facendosi tutto d'un tratto melanconico.

Aziraphael chiuse di nuovo gli occhi, sentirlo così vicino lo intimidiva, udire quelle parole lo destabilizzava.

-" È così..."- sibilò con voce tremula-" è così, eccome... Dio solo sa quanto è vero."-

Il roscio rimase stupito, ma nemmeno troppo, in quanto in cuor suo quelle cose le sapeva da secoli.

-"Tu sei tutto per me, Crowley. Non dovrebbe essere così, ma lo è. Così come io non dovrei esserlo per te, eppure lo sono."-

Il diavolo fu colto da una commozione profonda: finalmente era uscito fuori. Quell'enorme non detto era salito a galla.

Un senso di vertigine gli attanaglio' lo stomaco, seguito da un'onda di calore che gli pervase il torace fino a sfociare negli arti. Cerco' di controllarsi, imponendosi un'apparente calma che, se non fosse stato per le lenti scure, sarebbe stata tradita dagli occhi inumiditi. Le loro fronti si toccarono.

-"È vero. So benissimo che c'è un noi. Non ci dovrebbe essere ma c'è."-gli si incrinò la voce, tanto che una lacrima gli scese lungo il viso. Allontanò la fronte dalla sua-" Ma è altrettanto vera una parte delle cose che ho detto: ossia che purtroppo tutto questo non conta niente. Paragonato all'Ineffabile Piano, non conta assolutamente niente."-

Quelle parole arrivarono alle orecchie dell'angelo caduto come delle unghie che stridevano su di una lavagna.

Crowley rimase in silenzio davanti agli occhi lacrimosi del celeste.

Sapeva che un giorno sarebbe arrivato l'Armageddon ma aveva sempre creduto di avere tempo, che loro avessero ancora del tempo. Ma ora che lo vedeva piangere con un viso così controllato nelle espressioni e che stonava così tanto con quelle lacrime, si rese conto che quel fottutissimo giorno era arrivato. Il giorno della fine di tutte quelle loro sciocche liti, di tutti i loro rituali, del loro respingersi per poi cercarsi.

Improvvisamente provò una paura crescente che riuscì a controllare a stento.

-"Io... credevo che ci fosse ancora tanto di quel tempo prima che..."-gli sfuggì, dicendolo più a sé stesso che per farsi sentire dall'altro.

Aziraphael si morse un labbro, gli prese le mani tra le sue. Il diavolo lo lasciò fare anche se rimase stupito da quel contatto così intimo. In tutti quegli anni passati insieme non riuscì a ricordarsi un solo contatto simile a quello. E certo che ce ne erano stati di momenti dolci, dovette ammettere anche con un certo imbarazzo, di gentilezze nascoste con del finto disinteresse. Il pensiero gli volò a quell'ultima volta nel giardino dell'Eden: Adamo ed Eva aldilà delle mura mentre loro due li guardavano da lontano. E poi la pioggia, l'ala dell'angelo che andava a proteggerlo silenziosamente.

Era passato così tanto da all'ora, era solo l'inizio. Era possibile riavvolgere tutto? Ripartire da lì? Le sue dita strette in quelle dell'angelo si irrigidirono per un attimo.

-"Non può finire così. Mi rifiuto."-fece con voce rinnovata e strafottente.

Aziraphael sentì un groppo formarglisi nella gola. Il roscio si allontanò da lui, tornando a camminare nervosamente avanti ed indietro.

-"Possiamo ancora inventarci qualcosa, possiamo fregarli se studiamo un piano."-disse con convinzione, si fermò, voltandosi verso il compagno di vita.

Si tolse gli occhiali, mostrando gli occhi demoniaci addolciti da un raro sorriso sincero.

-"Possiamo ancora farcela Aziraphael."-

L'angelo trattenne a stento una risata nervosa, l'ennesima lacrima gli cadde sulla guancia. Si passò una mano sulla fronte e sul viso.

-"Quel sorriso. Perché ora? Avresti potuto donarmelo in così tante altre occasioni. Mi avresti fatto un gran bene in tante di quelle situazioni dure."-

Il roscio aggrotto' le sopracciglia, facendo piegare le labbra in uno dei suoi soliti bronci.

-"Eppure tu, proprio ora, hai deciso di farlo."-ridacchio', facendo vibrare la cassa toracica per poi fernarsi di colpo-" Ti ringrazio per averlo fatto, perché mai più di oggi mi sarebbe servito."-

Crowley serro' la mascella, sentendo il peso di quelle parole addosso.

-"Ti prego, possiamo..."-

-"Ti amo Crowley."-lo interruppe. Il demone si fece di ghiaccio.

-"Ti amo più di ieri ma meno di quanto ti amerò domani."-

Un sorriso dolce. Dannatamente dolce, dovette constatare Crowley. Un sorriso che sapeva di paradiso, di angelico.

Delle lacrime cominciarono a spingere alle porte degli occhi. Mai, mai, avrebbe creduto di poter godere ancora della luce del paradiso.

Eppure.

"Aziraphael... che io possa bruciare per sempre nelle fiamme dell'inferno o rispondere davanti a Satana o Dio in persona. Da sempre ho pensato solo a me stesso, ai miei interessi, le mie curiosità e le mie cazzate. Dopotutto se sono un angelo caduto, un demone, ci deve essere una ragione. Ma da quando sei arrivato tu quel muro di indifferenza è crollato mattone dopo mattone, distrutto dalla tua irritante goffaggine e bontà d'animo ma anche dalla tua innata capacità di essere in qualche modo schiavo dei vizi."- gli prese il viso tra le mani smaltate-"Il tuo essere in qualche assurdo modo il mio opposto e il mio gemello."-

Aziraphael si sentì mancare, posò i palmi su quelle mani affusolate, fissando il suo sguardo in quello di lui; come rapito.

-"Tu sei il mio cazzo di angelo custode, così come io sono il tuo fottuto demone. E fanculo queste cazzate, fanculo l'Armageddon."-fece furioso, posando la fronte sulla sua, continuando a guardarlo-"Noi ci siamo dall'alba dei tempi e continueremo ad esserci finché potremo, ma seguendo le nostre fottutissime regole."-

E detto questo gli spinse il viso contro il suo, le labbra dell'angelo incontrarono quelle avide del demone.

Aziraphael avvolse le braccia intorno al collo di Crowley, abbandonandosi a quei tocchi.

Là dove le sue labbra si posavano sembravano appiccarsi dei piccoli incendi. Non facevano male, si sorprese l'angelo, anzi, quei pizzicorii e piccole ondate di calore gli rilasciavano un amaro torpore.

Quello doveva essere il sapore dell'inferno.

Con gli occhi chiusi ed il viso proteso verso l'alto, mentre Crowley banchettava sul suo collo, improvvisamente comprese la passione e la lussuria che animo' gli animi di Paolo e Francesca.

Si stupì nel non riuscire più a condannarli: dopotutto se peccare significava provare ciò, come poteva essere una cosa così sbagliata?

Percepì solo dopo averle finite di pensare, quanto quelle parole fossero pericolose, portandolo al turbamento. Tanto che rischiò di uscire dallo stato di estasi in cui si sentiva avvolto.

La mano bollente del roscio andò a delineargli la forma della nuca, per poi fermarsi e stringersi saldamente alla base del collo. Quel contatto lo fece nuovamente rabbrividire.

Improvvisamente, come tutto era iniziato, finì. Per l'angelo fu come svegliarsi da un bel sogno.

-"Siamo d'accordo? Agiremo insieme?"- sussurrò.

Il celeste lo fissò, ancora con il volto arrossato ed il fiato corto.

-"Sì... sì, lo faremo..."-

Lo afferrò delicatamente ma con decisione per le guance magre ed affondo le labbra nelle sue.

Crowley sentì il desiderio crescere. Lo avvolse bramoso nelle sue lunghe braccia.

-"Basta cazzate, ci completiamo da sempre. Ma da adesso,"-fece tra un bacio lussurioso ed un altro, mentre giocava pericolosamente con i bottoni dei suoi pantaloni-"noi ci apparterremo."-

 

  
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