Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: Helena Hufflepuff    22/04/2020    1 recensioni
Dudley Dursley ha trovato l'anima gemella, ma mai avrebbe pensato che una semplice cena con la famiglia di lei avrebbe portato uno sconvolgimento improvviso nella sua vita finora normale. Sarà pronto a prendere in mano la sua vita e prendere la scelta migliore per lui?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dudley Dursley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

L'amore non è tutto


“Ancora non capisco perché dobbiamo andare”.

“Perché sono la mia famiglia, e vorrei presentarti ufficialmente, a cena”.

“Ma mi conoscono già!”

“Non importa, questa è la tradizione e questo è ciò che faremo”.

“E va bene, va bene…”.

Dopo una ventina di minuti, una perfetta coupé lasciava il vialetto della perfetta villetta di Little Whinging, di proprietà della famiglia Dursley.

Dudley stringeva nervosamente il volante, e fece un sorriso stentato alla sua fidanzata, Lenore.

Si erano conosciuti sei mesi prima, e subito lui capì che era perfetta per i suoi genitori: non eccessivamente bella, aveva un lavoro normale, una famiglia normale (due genitori erano impiegati ministeriali a Londra e sua sorella studiava in un collegio privato ad Edimburgo), un curriculum non eccellente ma comunque normale. La amava? Dudley non avrebbe saputo rispondere, ma i suoi l’avevano apprezzata sin dalla prima volta, quando la conobbero ad un incontro di boxe, e dato che ormai Dudley aveva raggiunto un livello nell’azienda paterna e una condizione sociale in cui rimanere scapolo era fuori discussione, decisero che lei  era la designata per diventare la futura signora Dursley; non appena conobbero i suoi, in un ristorante a pochi passi dal Parlamento, dedussero che la sua fosse una famiglia perfetta con la quale imparentarsi. A dire il vero erano stati abbastanza vaghi sul loro lavoro, ma Vernon si era persuaso che fossero ottime persone, e dato che a Dudley Lenore non dispiaceva poi del tutto, era ovvio che si decidessero per convolare a nozze. L’ultimo ostacolo era fare le presentazioni ufficiali alla famiglia di lei, ed avrebbe conosciuto anche la misteriosa sorella, appena tornata a casa per le vacanze estive.

“Svolta qui, e poi a sinistra… no, la prossima… ecco. Numero dieci, dodici,… qui!”

Dudley fermò davanti ad una casa normale. Tirò un sospiro di sollievo. Fino a quel momento aveva temuto che ci fosse qualcosa di strano in quella famiglia apparentemente perfetta, qualcosa di falso, come se non fossero reali.

Entrarono nel piccolo disimpegno immacolato, e vennero subito accolti dalla madre di Lenore, una donna sulla quarantina scarsa, aveva una chioma di capelli corvini leggermente striati d’argento raccolti in una treccia stretta. Emanava un’aura di indiscutibile superiorità intellettuale.

“Buonasera, lieto di vederla, signora…”disse Dudley visibilmente a disagio torturando il mazzo di fiori che aveva portato come omaggio, ma lei lo bloccò.

“Oh, carissimo, diamoci del tu! Chiamami pure Anne… Grazie dei fiori, sono bellissimi, e se me li dai subito arriveranno sani e salvi nel vaso. Charles, caro, è arrivata Lenore con Dudley! Intanto fate come se foste a casa vostra; vado a mettere i fiori in acqua, mentre mio marito dovrebbe raggiungervi a momenti in salotto, ma è sempre in ritardo…”

Mentre la padrona di casa andava in cucina, Dudley e Lenore si sedettero sul divano di fronte al camino spento.

“Dudley, mi sembri teso. Perché ti guardi attorno?”

“Non lo so, la casa mi sembra… spoglia” Una delle prime cose che si notava era proprio la quasi assoluta mancanza di suppellettili, decorazioni o immagini.

“Abbiamo appena tinteggiato, si saranno dimenticati di rimettere tutto al proprio posto... Ah, guarda, sta arrivando mia sorella!”

Dudley si alzò in tempo per vedere la ragazza più bella che avesse mai visto: mora e snella come sua madre, aveva un viso dolce e gentile e un sorriso disarmante. Dudley si sentiva confuso come mai prima d’ora: possibile che avesse sbagliato sorella cui affidare il proprio futuro?

Anche la ragazza sembrava decisamente sconvolta.

“Sue, lui è il mio ragazzo Dudley. Te ne ho parlato tanto al… al telefono, ricordi?” Lei annuì; sembrava avere momentaneamente perso il dono della parola. “Sue ha appena terminato gli studi al college, è uscita col massimo dei voti e adesso vorrebbe studiare… medicina. Cos’hai Dudley, non stai bene?”

Lui emise un grugnito, e aggiunse: “Ho bisogno di un po’ d’aria… torno subito”

“Va… va bene. Ma che sia un secondo, tra poco arriva papà, e vuole parlarti” disse lei, ma intanto lui aveva imboccato all’inverso la porta d’ingresso e corse all’auto. Si sedette sul sedile del guidatore e appoggiò la fronte al volante nel vano tentativo di riordinare le idee.

Sue. Così quella era la sorella di Lenore? Come potevano essere sorelle quelle due, erano così diverse… non tanto fisicamente (le differenze c’erano, ma non più di quante ce ne siano tra due sorelle qualunque), quanto come… non sapeva dire nemmeno lui cosa lo sconvolgeva in Sue, era come se non appartenesse al suo mondo, qualcosa che lo affascinava e che Lenore non aveva e non avrebbe avuto mai.

Per la prima volta decise che doveva muoversi per conto suo. Tanto la famiglia era la stessa, se decideva di costruirsi una vita con una sorella anziché l’altra, una giovane che tra l’altro studiava Medicina, che obiezioni potevano muovere i suoi? Doveva solo sapere di più su di lei, tutto lì.

Rientrò in casa e incontrò il padre di lei, sempre uguale: capelli a spazzola ormai quasi del tutto bianco, pizzetto candido e un leggero sorriso che gli increspava le labbra.

“Mio caro ragazzo, come va?” disse stringendogli calorosamente la mano.

“A meraviglia, signore, la ringrazio. Come va al lavoro?” disse Dudley più sincero che mai, sorridendo mentre incrociava fugacemente lo sguardo di Susan.

Discorsero del più e del meno, anche se in termini sempre molto vaghi, mentre Lenore andava in camera a cambiarsi d’abito e Sue trovò l’ingegnoso modo di eclissarsi dicendo loro che sua madre aveva bisogno di una mano in cucina.

“E così, vuoi sposare Lenore? No, non negare, ragazzo: so benissimo perché sei qui, i tuoi han fatto intendere fin dal primo incontro cosa volevano per te… Ti dico solo una cosa: scegli con la tua testa, e cerca di capire bene chi hai di fronte; sappi che con la moglie ci devi vivere tu, non i tuoi” gli disse, strizzandogli l’occhio e guardandolo con occhi profondi.

“Proprio a questo proposito, mi chiedevo…” cominciò Dudley, ma Lenore scelse proprio quel disgraziato momento per entrare in sala pavoneggiandosi di un nuovo abito da cocktail color salvia che le stava particolarmente male, e che per questo fu oggetto di lodi sperticate da parte del papà e del ragazzo.

La cena non fu nulla di eclatante, ma trascorse velocemente. Prima del dolce Dudley prese da parte Charles, e gli disse che aveva riflettuto molto su ciò che si erano detti prima di cena, e che voleva prendersi ancora qualche tempo per fare il fidanzamento ufficiale. Lui gli rispose: “Non c’è fretta, ragazzo mio, non hai certo una pistola puntata alla tempia, no?”

Quando tornò a casa fece alcune telefonate e, tramite un amico in comune con Lenore, riuscì a contattare una certa Hannah, una compagna di scuola di Susan. Anche lei, seppur gentilissima, era molto vaga su Susan: era una brava ragazza, studiava per diventare medico e aveva molto coraggio.

Dudley stava perdendo la pazienza. Sentiva che Susan era la ragazza giusta, ma sentiva anche che le nascondeva qualcosa, qualcosa di grosso e inconfessabile. Non sapeva più dove sbattere la testa, quando un giorno un aiuto di dimensioni formidabili gli arrivò da chi meno si aspettava.

Dopo una settimana di ferie coi suoi a Minorca, toccò infatti a Dudley andare a ritirare la posta arretrata da Mrs. Figg.

“Ragazzo, devo darti un consiglio: se stai cercando informazioni su Susan Bones, chiedi a tuo cugino… e non chiedermi come faccio a sapere che stai raccogliendo informazioni su di lei, sappi che lo so e basta. E adesso scusami, ma devo andare a comprare la cena ai gatti” disse accompagnandolo alla porta e andandosene canticchiando verso il supermarket più vicino.

*°*°*

Due settimane più tardi Dudley si sentì più sicuro, e tornò a casa della sua fidanzata per fare la richiesta ufficiale. L’unica cosa che cambiava era che la destinataria di tale richiesta non era Lenore, ma sua sorella Sue. Decise di procedere per gradi, e quando arrivò a casa loro fu proprio quest’ultima ad aprire.

“Mia sorella è uscita, ma se vuoi vado a…”

“Non scappare” le disse prendendola per il braccio. “Sei una strega, Susan Bones.”.

Lei cominciò a scuotere forsennatamente il capo, gli occhi le si riempivano di lacrime.

“Non negare, so tutto. Adesso che ci penso, questo spiega molte cose. La mancanza di immagini in casa, il vostro essere vaghi. Ho chiesto ad Harry, mi ha detto tutto. I tuoi lavorano al Ministero, ma a quello della Magia. Tu ti sei iscritta al corso di specializzazione per diventare Medimago al San Mungo, mentre tua sorella è una Magonò. So questo e molto altro, e non solo lo accetto, ma lo apprezzo. Ti prego Sue, sposami!”

Sue era bloccata, le guance rigate di lacrime e la punta del naso rossa. “I tuoi non accetterebbero mai una come me. E se i nostri figli fossero tutti maghi? Anch’io conosco Harry, anzi lui mi ha informato che gli avevi chiesto informazioni al riguardo… i tuoi odiano la magia, e tu sei il loro unico figlio. Non ti vorrebbero più, perderesti il lavoro, e io sarei la causa di tutto. Scusami, ma non posso farlo.” Lo guardò intensamente negli occhi, occhi neri negli occhi azzurri; poi, ricominciando a piangere silenziosamente, gli disse: “Scusami, Dudley, scusami tanto, ma l’amore non è tutto”, lo baciò lievemente sulle labbra, estrasse la bacchetta, e singhiozzando disse: “Oblivion”…

 

“Dudley, tutto bene?”

Dudley si risvegliò sdraiato sul divano del salotto di casa Bones. Accanto a lui c’era Mrs. Bones che gli sorrideva, mentre vicino alla finestra c’era Lenore che squittiva di felicità alla vista di Dudley vivo e in buona salute.

“Cosa… cos’è successo?”

“Hai avuto uno svenimento, ma niente di grave. Col caldo che fa, gli sbalzi di pressione non sono un dramma”

“Sue è venuta a chiamarmi, ero a casa di un’amica a farmi sistemare le unghie… fortuna che aveva appena finito. Ti ha trasportato lei fino sul divano, poi mi ha detto che ha ricevuto un… una lettera per un lavoro… al college dove studiava, e non poteva proprio rifiutare, è un incarico molto prestigioso.”.

Dudley vide uno sguardo molto strano tra i coniugi Bones, ma non riuscì a capire.

“Comunque, volevi… dirci qualcosa?” domandò Lenore esitante.

Dudley si alzò, e fece la domanda di rito.

Dopo un anno, Dudley Dursley prese in moglie Lenore Bones; l’unica assente era la sorella Sue, che era bloccata al lavoro. Dudley non la rivide più, ma non si pose mai il cruccio di incontrarla.

Di sicuro aveva fatto la scelta giusta, i suoi genitori amavano la nuova signora Dursley: non eccessivamente bella, aveva un lavoro normale, una famiglia normale, un curriculum non eccellente ma comunque normale. Era quello l’importante: l’amore non è tutto…

   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Helena Hufflepuff