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Autore: LadyPalma    22/04/2020    18 recensioni
|Questa storia partecipa alla Challenge "Citazioni in cerca d'autore (Oscar edition)! - Edizione speciale" indetta da Rosmary
sul forum di EFP.
Questa storia partecipa al contest "Hold my Angst (Flash contest - Edite ed inedite) - Seconda edizione" indetto da BessieB sul forum di EFP.|
I ricordi strisciano – dolore che serpeggia nei suoi occhi da rospo.
Si siede a terra, pingue e goffa com'è. Sarà difficile rialzarsi ma non le importa – crogiolarsi nella caduta è un masochismo dolce.
Mormora una verità, in ritardo di vent’anni e mille bugie.
“Non sono mai stata felice come allora”.
– Una conversazione tra Dolores e l'occhio di Alastor alla porta. | AlastorxDolores
Genere: Angst, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Alastor Moody, Dolores Umbridge
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra, II guerra magica/Libri 5-7
- Questa storia fa parte della serie 'Alastor&Dolores'
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Coppia: Alastor Moody/Dolores Umbridge
Prompt: Non puoi dimenticare chi sia la tua felicità. Puoi fingere di non saperlo, ma lei prenderà a bussare lo stesso alla tua porta.

 



 
Macerie di felicità



 
 
Prima di lasciare l’ufficio, Dolores ha uno stupido rituale: scolare un bicchierino e fissare con aria di sfida la porta chiusa.
Mormora una domanda – sempre la stessa, ogni sera più stridula.
“A cosa pensavi negli ultimi anni evocando un patrono?”
 

 
“Tu riesci ad evocare un patrono!”
“Perché la cosa ti stupisce, bamboluccia? Sto per diventare un auror!”
“E… ehm… A cosa pensi, mentre lo evochi?”
“Oh, beh, a te a dire il vero. Ai miagolii che fai mentre ti fotto…”
“Oh, Alastor! Sei disgustoso!”
Si finge scandalizzata; non lo è quando si rotolano tra le lenzuola.
La verità è che si vergogna della felicità – quella che lei prova e quella che lui dichiara.
 

Si versa un altro bicchierino. Lo sherry è solo acqua fresca questa sera e la mente brucia più della gola.
Mormora una constatazione, una mai azzardata prima.
“Era più carino il patrono che avevi da giovane, lo sai?”

 
“Ma quello è un gatto soriano!”
“Non fare tante storie, bamboluccia. Ti ho detto che pensavo a te”.
“Credevo fosse una bugia”.
“Sei tu quella che mente, non io”.
Dolores lascia cadere la tiepida accusa nel vuoto, solo il giorno prima gli ha detto che non lo ama.
Non ha il coraggio di ricambiare – né l’amore, né la felicità.

 
I ricordi strisciano – dolore che serpeggia nei suoi occhi da rospo.
Si siede a terra, pingue e goffa com’è. Sarà difficile rialzarsi ma non le importa: crogiolarsi nella caduta è un masochismo dolce.
Mormora una verità, in ritardo di vent’anni e mille bugie.
“Non sono mai stata felice come allora”.
 

 
“Non riesco ad evocare un patrono. Penso a te e non succede niente”.
“E pensare al vecchio sottosegretario che ti si struscia addosso ti rende contenta, eh?”
“Smettila, ti prego”.
“Allora non usare metafore e parla chiaro per una volta, Dolores. Tu non provi per me quello che io provo per te. Finiamola qui”.
Ingoia le lacrime mentre lo guarda sparire, sarà la carriera al Ministero a renderla felice.
Si impone di non pensare mai più a lui – tranne quando dovrà evocare un patrono.
 

Una lacrima le scivola tra le labbra: pizzica più dello sherry, forse perché è un sapore nuovo.
Neanche adesso può dimenticare chi sia stata la sua felicità.  Può aver finto di non saperlo, ma le macerie di quella felicità hanno preso a bussare lo stesso alla sua porta. Anzi, nella porta ora ci sono direttamente conficcate, nella forma di un occhio magico che le dà illusione di fissarla di rimando.
 

 
“Ti amavo davvero, Alastor”.
Il legno non risponde – e neanche l’occhio.
 
 














 
 
NDA: Ben più che considerarla una sfida con altri partecipanti, ho preso questa edizione speciale degli Oscar di Rosmary come una nuova occasione per diffondere un po’ la conoscenza di questa mia amata coppia. Come sempre, scrivere su di loro mi emoziona e mi viene naturale: tutto il resto – riscontri inclusi (anche se ovviamente apprezzatissimi) – sono secondari a questo.
Mi rendo conto di aver proposto una coppia particolare, dunque per tutti quelli che leggono qualcosa di mio su Alastor e Dolores per la prima volta faccio alcune precisazioni. L’elemento di partenza è canonico: nell’ultimo libro sulla porta dell’ufficio di Dolores c’è effettivamente l’occhio magico del defunto Moody (che lei si è procurata in un modo non specificato). A partire da questo, ho immaginato tutta una serie di connessioni tra loro nel passato, giocando spesso sulla mancanza di informazioni precise riguardo all’età effettiva di Moody. Spesso li immagino infatti coetanei, o perlomeno come giovani nello stesso periodo – è proprio nella giovinezza di entrambi (all’inizio delle rispettive carriere) che ho ambientato i dialoghi dei flashback.
La passione di Dolores per lo sherry deriva da Pottermore. Il nominativo “bamboluccia” deriva dall’abbreviativo Doll di Dolores (bambola appunto, tradotto però in italiano per enfatizzare il significato).
La citazione che ho usato come prompt appartiene a Rosmary.
   
 
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