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Autore: Nao Yoshikawa    23/04/2020    9 recensioni
[Good Omens x Once upon a time]
Aziraphale ha il compito di eliminare l'oscurità da una cittadina del Maine, Storybrooke. Nonostante un'iniziale riluttanza, Crowley deciderà di seguirlo in questo viaggio, che spera duri pochi.
Una volta arrivati, però, i due si ritroveranno privi dei propri poteri, in una città abitata niente meno che dai personaggi delle fiabe.
DAL PRIMO CAPITOLO:
Henry Mills era molto giovane, ma sicuramente non si stupiva più tanto facilmente. Per questo se ne rimase tranquillo, quando vide quello strano tipo avvicinarsi.
«Ehi, ragazzino. Hai per caso visto o sentito qualcosa di strano?» gli domandò Crowley, sottovoce. «Qualcosa di oscuro e pericoloso?»
Henry parve pensarci un po’ su.
«Dipende cosa intendi. Qui c’è molto spesso qualcosa di oscuro o pericoloso.»
Crowley fu molto sorpreso da quella risposta, tanto che si voltò a guardare Aziraphale.
«Mi sta per caso prendendo in giro? Senti, siamo qui per risolvere un problema. Però… qual è il problema?!»
Genere: Fantasy, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altri, Aziraphale/Azraphel, Crowley
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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2 – Friends
 
Chiuso in una cella come uno sporco criminale quale sicuramente non era, non poteva crederci.
Crowley camminava nervosamente in quella cella, mentre Aziraphale invece se ne stava seduto. Non era così che sarebbe dovuta andare. Senza poteri, in una città dove non conoscevano nessuno.
«Ve ne pentirete, tutti voi», Crowley indicò Emma, la quale se ne stava seduta oltre la scrivania a bere la sua cioccolata. «Nessuno mi ha mai trattato in questo modo, ringrazia che non ho più i miei poteri», dopodiché guardò Aziraphale. «È tutta colpa tua!»
«Crowley, l’hai già detto cinque volte, ho capito!» sospirò l’angelo esasperato. Ma insomma, come poteva sapere che sarebbe finita così?
Emma si alzò, avvicinandosi a braccia conserte.
«Chiedo scusa per questo trattamento, ma è per precauzione, considerando tutti i problemi che abbiamo avuto. E poi tu hai cominciato a dare di matto.»
«Io non do di matto, è questa città ad essere strana. Ma chi me l’ha fatto fare? Dovevo rimanermene lì a Londra!», sbottò Crowley, sedendosi.
«Londra? Venite da così lontano?» chiese Emma inarcando un sopracciglio.
Aziraphale capì che sarebbe stato meglio prendere la parola, il demone era fin troppo nervoso.
«Credo che sia colpa mia», sussurrò. «Sono stato mandato qui per via della forte oscurità che permea la città.»
Emma sembrò ad un tratto interessata.
«E chi ti ha mandato?»
Crowley si lasciò andare ad una risata isterica.
«Certo, Aziraphale. Mi raccomando, adesso cerca di spiegare che tu sei un angelo e che io sono un demone e che ti ho accompagnato in questa folle missione suicida!»
L’angelo gli fece – troppo tardi – il segno di tacere. Adesso sicuramente non sarebbero più usciti di prigione, poco ma sicuro, anzi, sarebbero stati mandati in un manicomio. Emma però li guardò, annuendo.
«Io vi credo.»
«Hai sentito? Ha… eh? Ci credi?» Crowley era sconvolto. Com’era possibile che una semplice umana credesse ad una storia del genere senza battere ciglio? «Ma com’è possibile?»
«Diciamo che ho una sorta di super potere che mi permette di capire se qualcuno sta mentendo o meno. E voi non state mentendo. D’altro canto questa non sarebbe la cosa più incredibile.»
Emma prese le chiavi per aprire la cella, adesso che si era accertata della loro non-pericolosità, li avrebbe ascoltati ben volentieri. 
«Cosa… cosa intendi con questo?» sussurrò Aziraphale, venendo timidamente fuori, ora molto più a suo agio.
La donna tornò a sedersi. Quel tipo – l’angelo – aveva parlato di oscurità e ciò le interessava parecchio. Ma era necessario prima che loro sapessero.
«Vi consiglio di sedervi, è una storia lunga.»
Crowley alzò gli occhi al cielo. Forse adesso la cella non gli sarebbe risultata tanto scomoda.



Dopo appena un’ora e un caffè zuccherato lasciato a metà, Aziraphale poteva affermare di essere in preda ad un mal di testa atroce. Emma aveva accuratamente raccontato loro di cosa fosse effettivamente Storybrooke: un luogo in cui vivevano i personaggi delle fiabe – proprio le fiabe che lui conosceva così bene – in seguito ad un sortilegio che una Regina Cattiva aveva lanciato oramai tanti anni prima. E poi aveva appreso che Emma fosse niente meno la Salvatrice – così si era definita – che aveva spezzato tale maledizione e restituito la memoria agli abitanti di Storybrooke.
«Insomma, questo è il succo del discorso», sospirò Emma. «È per questo che mi eravate sospetti. Siamo abituati ad essere attaccati continuamente e pensavamo fosse anche questo il caso.»
Crowley si portò le mani sulle tempie, massaggiandole. Era ovvio che Emma li avesse creduti subito, in confronto a quella storia, la loro era una barzelletta. 
«Perfetto, siamo finiti in un covo di matti…» sussurrò il demone, ma Emma lo sentì chiaramente.
«Non è un covo di matti. Lo so, anche per me all’inizio non è stato facile crederci. Quello che non capisco è perché siete stati mandati qui. Insomma, io possiedo la magia bianca.»
«Non so, cara. Forse questa volta ti serviva un aiuto», disse Aziraphale gentilmente. Quella donna infine si era dimostrata essere molto più piacevole e simpatica di quanto avesse creduto all’inizio.
Crowley si sistemò sulla sedia, scomodo.
«Beh, allora che facciamo? Cerchiamo la fonte di questa oscurità e risolviamo il problema?»
«Dimentichi una cosa. Non abbiamo i nostri poteri», sospirò Aziraphale. «Sono abituato a vivere come un essere umano, ma in questo caso mi sarebbero stati utili.»
Emma annuì.
«Forse la magia annulla in qualche modo i vostri poteri, è l’unica opzione che mi viene in mente. Ad ogni modo, in quanto Salvatrice - e momentaneamente l’unica con qualche potere – credo che questa cosa dovremmo risolverla insieme.»
Bene, magnifico – si ritrovò a pensare Crowley – da duo si erano trasformati in un allegro trio.
Aziraphale invece sembrava molto più entusiasta.
«Sarebbe magnifico se tu ci aiutassi. Anche perché in queste condizioni non sapremmo come fare.»
«D’accordo allora. Cercheremo di capirci qualcosa. Nel frattempo potete andare girare per la città come volete. È un bel posto…»
Oh certo – pensò ancor Crowley – non vedeva l’ora di andarsene in giro a conoscere degli strampalati personaggi provenienti dalle fiabe più disperate, assurdo, ridicolo!
«Darling, eccomi, sono arr-che succede?!»
Killian Jones – alias Capitan Uncino – si soffermò sulla porta sconvolto nel vedere la sua Emma parlare con due strani tipi.
«Ah, fantastico», sbottò Crowley. «A giudicare dalla mano immagino che questo sia Capitan Uncino.»
«Uncino?! Quello di Peter Pan?!» Aziraphale saltò su. «È un vero piacere conoscerla, è diverso da come mi immaginavo!»
Indubbiamente molto più giovane e affascinante. Killian rispose con un sorriso, guardando poi Emma con fare confuso.
«Darling, che succede?» domandò.
«Amh, Killian… loro sono Aziraphale e Crowley, sono arrivati oggi in città per una… questione di cui penso proprio dovrò parlarti. E ragazzi lui è Killian, il mio fidanzato e…»
«Fidanzato?!» Aziraphale era molto su di giri, aveva un debole per le coppiette innamorate. «Siete adorabili.»
«Oh beh, grazie amico, anche tu sei adorabile», Killian sembrava averlo preso in simpatia. E Crowley invece mise il pirata in cima alla sua lista nera. Non gli piaceva, ed il fatto che fosse indubbiamente un bell’uomo lo rendeva ai suoi occhi solo più antipatico.
«D’accordo, adesso potete lasciarci liberi per  un po’? Siamo chiusi qui da ore!» si lamentò.



E finalmente, le sue lamentele furono ascoltate. Era un inizio pessimo, a dir poco pessimo, perché mai Aziraphale era sembrato così entusiasta? Prima di dedicarsi alla loro missione, aveva infatti insistito per visitare quella biblioteca che tanto aveva attirato la sua attenzione. Dove c’erano libri, doveva esserci lui, fine della storia.
«Se non vuoi venire, puoi sempre aspettarmi da qualche parte. Emma non sarà libera prima di qualche ora, quindi tanto vale passare il tempo», dichiarò l’angelo.
Certo, come no, ogni scusa era buona. Crowley voleva già tornare a casa, non stava per niente andando come pensava.
«E va bene. Troverò qualcosa da fare. Ma non ti cacciare nei guai.»
«Caro, è più probabile che finirai tu col cacciarti tu nei guai», controbatté Aziraphale, ma con uno sguardo così dolce che non avrebbe potuto mai e poi mai arrabbiarsi.
Fregato, ecco che cos’era. Un demone che andava in quel modo dietro ad un angelo, incredibile. Quando si furono separati, Crowley desiderò ardentemente qualcosa da bere, in quel posto dimenticato da Dio doveva esserci qualcosa che faceva al caso suo.
Finì in un posto chiamato Granny’s e quando entrò lo fece senza guardare nessuno, andando poi a sedersi sullo sgabello e rivolgendosi all’anziana proprietaria.
«Ehi nonna, fammi un drink.»
La donna sgranò gli occhi, allibita.
«Questa è una tavola calda, non uno squallido pub da quattro soldi!»
Bene, niente alcol. Ottimo così.
«Io ti consiglio di provare la cioccolata alla cannella. È la mia preferita.»
Crowley riconobbe immediatamente la voce del ragazzino accanto a sé, si trattava niente meno che di Henry.
Di bene in meglio.
«Ah, sei ancora tu», borbottò annoiato. «Gira a largo, ragazzino. Non è giornata.»
«Andiamo, non trattarmi male. Io mi chiamo Henry. Tu sei Crowley, vero? Me l’ha detto mia mamma. Mi ha detto anche che siete qui per aiutarci. Non avevo mai visto un demone, non hai le corna né tanto meno la coda. Ma l’inferno com’è?»
Assurdo, come osava quel ragazzino fargli tutte quelle domande? Aveva appena detto che non era giornata!
«Ehi, ehi! Frena», sbottò. «No, non ho la coda né le corna e l’Inferno non è tutto fuoco e fiamme come si vede nei film. Ma tu non ce l’hai un passatempo?»
«In realtà mia mamma mi ha chiesto di tenerti d’occhio.»
Tenerlo d’occhio? Perché non tenerli d’occhio? Non aveva bisogno di un ragazzino come baby-sitter. Stavano continuando ad offenderlo.
«Non ho nemmeno i miei poteri, cosa che vuoi che faccia? Tutta colpa di questa maledetta magia!» si lamentò poi.
E dopodiché sentì un’altra voce sconosciuta, proveniente da un tavolo poco distante.
«Suvvia, la magia non è poi così male.»
Ad aver parlato era stato un uomo elegante e da cui proveniva una forte energia, anche piuttosto oscura in realtà. Crowley lo guardò, togliendosi gli occhiali e rivelando per la prima volta i suoi occhi. Quel tipo sembrava diverso dagli altri, più simile a lui.
«Ah, ma davvero? Beh, perché fin ora mi ha causato solo guai. E tu da quale specie di favola dovresti venire?» .
Il Signor Gold, questo era il suo nome, si rivolse ad Henry.
«Puoi andare, ragazzo. Terrò d’occhio io il nuovo arrivato.»
«Okay, nonno» asserì il ragazzino, facendo spallucce.
Nonno? Va bene, non chiederò chiarimenti sulle varie parentele, sento che è meglio così.
Crowley si voltò per guardarlo meglio, aveva i lineamenti duri e affilati e una grande sicurezza di sé, sicuramente doveva essere un  tipo importante.
«Ebbene? Senti, dammi tregua, è da quando sono arrivato che nessuno mi lascia in pace.»
«Oh, non si preoccupi», parlando in tono formale, Gold tirò fuori dalla propria giacca quella che era una boccetta contenente ciò che a Crowley in quel momento parve oro liquido: whiskey!
«Voglio solo scambiare quattro chiacchiere.»
«Ah sì? Bene, mi hai convinto.»



Aziraphale entrò nella silenziosa biblioteca, cercando di rimettere a posto le idee. I personaggi delle fiabe, ciò era incredibile anche per un angelo. Chi sarebbe stato il prossimo che avrebbe incontrato?
Aziraphale, non perdere di vista l’obiettivo, accidenti!
Ma come si fa? È tutto troppo entusiasmante!
Quella biblioteca era sicuramente ben fornita, ma silenziosa. Non c’era nemmeno un bibliotecario, o cose così?
«Se loro sono personaggi delle fiabe, che leggeranno?» si domandò giustamente. Si avvicinò ad uno scaffale, accarezzando la copertina rigida di un tomo. Poi, nel silenzio, avvertì dei piccoli passi sul pavimento in legno. Rimase in allerta, sentendosi terribilmente inquieto. E se fosse stato qualcuno di pericoloso? Era senza poteri, dannazione!
Compì qualche passo e poi, da dietro uno scaffale, apparve una ragazza e i due si ritrovarono a urlare nello stesso momento.
«Ah, mi dispiace! Non mi ero neanche accorta che fosse entrato qualcuno!»
È una ragazza. Aziraphale, contegno.
«Eh? No, dispiace a me, io.. pensavo non ci fosse nessuno», sospirò Aziraphale, respirando poi profondamente. «È che ero curioso di entrare, sono appena arrivato.»
«Ah, un nuovo arrivato?» domandò lei, sorridendo. «Io sono Belle, la bibliotecaria.»
«Piacere, io sono Aziraphale e… Belle?» domandò mentre le stringeva la mano. «Intendi la Belle de La bella e la bestia? Quella Belle?»
«C-cosa?» balbettò lei, arrossendo, stretta nella sua morsa. «Beh, sì, immagino di sì!»
L’angelo si accorse troppo tardi di essersi fatto prendere di nuovo, dall’entusiasmo, così finalmente si decise a lasciare andare la sua mano.
«Mi dispiace, di nuovo! È che io… io ho letto la fiaba ed è una delle mie preferite. E conosco anche te. So che ti piacciono i libri - come me - che sei buona - come me - e che sei sposata ad un bellissimo principe come… com’è giusto che sia!»
Belle lo aveva già preso in simpatia, sembravano avere molto in comune, anche a livello caratteriale.
«Bellissimo principe? Sì, più o meno sì. Cos’è che ti ha portato qui?»
«Credimi, è una storia lunga…»
«Ed io ho abbastanza tempo libero», lo rassicurò.
 
Adesso che aveva un po’ di alcol in corpo, andava sicuramente meglio, due sorsi di whisky e tutti i suoi problemi erano scivolati via. E si era ritrovato anche molto più propenso ad ascoltare Gold, uomo con cui in un certo senso aveva feeling.
«Ah, quindi tu sei uno forte, sei la bestia che è diventato uomo per amore. A dir poco affascinante, direi» Crowley si lasciò sfuggire un singhiozzo, mentre rosso in viso si versava dell’altro whiskey. Gold lo guardò e dovette ammettere di rivedersi molto in quel demone dai capelli rossi e dagli occhi dorati. Anche i suoi erano stati di quel colore, un tempo.
«Che dirle, signor Crowley. L’amore cambia le persone in meglio», continuò a parlare lui con tono mellifluo. «E mi dica, è venuto qui da solo?»
Crowley si ritrovò a scuotere il capo. 
«Sono venuto qui con Aziraphale. Lui è un angelo ed è qui per ripulire questa strana città dall’oscurità. Ed io mi sono offerto di aiutarlo. Un demone che vuole sconfiggere l’oscurità immagino sia piuttosto ironico», borbottò. Gold sembrava molto interessato a lui, gli dava l’idea di essere uno di quelli in grado di intimorire chiunque, ma non lui di certo.
«Nel corso della mia lunga vita ne ho visti di tutti i tipi. Ma un demone vero e proprio, questa è la prima volta.»
«Sì, beh, effettivamente me l’hanno detto in molti.»
Crowley si alzò a fatica, sentendo tutto girare. Ah, se solo avesse avuto i suoi poteri avrebbe potuto smaltire la sbornia più facilmente. «Sentirla parlare di lei e del suo passato da Signore Oscuro è stato molto edificante, ma adesso, se non le spiace, vado a recuperare il mio angelo… voglio dire, vado a recuperare Aziraphale!»
Gold sorrise.
«D’accordo. Io ho un negozio di antiquariato e ho anche una grande conoscenza della magia. Se mai dovesse servirle, può venire a trovarmi.»
«Sì, magnifico, sicuramente se vorrò fare un corso di magia, la terrò in considerazione», Crowley camminò barcollando fino all’uscita.
E Gold sapeva che quel demone sarebbe venuto presto da lui.



Aziraphale e Belle avevano finito per bere tè e parlare come se fossero amici di vecchia data. La ragazza era molto intelligente e dall’indole romantica. Per non parlare poi della sua entusiasmante storia d’amore. L’angelo l’aveva ascoltata con fare sognante per tutto il tempo.
«Oh, mio Dio. Tuo marito era il Signore Oscuro e ha rinunciato all’oscurità per amore. È la cosa più dolce e romantica che io abbia mai sentito!» esclamò tenendo la tazzina sospesa a mezz’aria. Belle arrossì, Aziraphale era veramente angelico con quei suoi modi di fare gentili ed educati.
«Ammetto che non sempre è stato tutto rosa e fiori. Io e Tremotino ci siamo persi e lasciati molte volte.»
«Come me e Crowley, del resto», Aziraphale alzò gli occhi al cielo nel ripensarlo. Aveva accennato poco prima a Belle della loro missione e di chi fosse Crowley, ma era più che certo che quella ragazza avesse percepito anche altro.
«Già, a proposito. Seimila anni, wow, una storia d’amore lunghissima e…»
«S-storia d’amore? Io e lui? Oh no, noi non stiamo insieme, questo è assolutamente ridicolo.»
No, sei ridicolo tu ad esserti agitato come una ragazzina inesperta.
Belle non poté fare a meno di ridere.
«Mi dispiace, ma sono capace di riconoscere una persona innamorata quando la vedo e tu sei decisamente innamorato!»
Aziraphale cercò di non farsi andare di traverso il tè.
Messo alle strette da Belle.
«Il fatto è che… va bene, probabilmente hai ragione tu e sono innamorato di lui, è che… è così difficile. Io sono un angelo, non lo so come funzionano queste cose, mi agitano.»
«Credimi, agitano anche gli umani. Per piacerti così tanto, Crowley deve essere speciale.»
Lo speciale entrò poco dopo borbottando parole incomprensibili e con addosso un forte odore di alcol.
«Crowley, ma sei già qui!» sussultò l’angelo. «Ma cosa… dove hai trovato dell’alcol a quest’ora?»
«Ho trovato un tipo gentile che mi ha offerto da bere», Crowley rise, provando ad appoggiarsi al bancone, senza però riuscirci. «Credo si trattasse di suo marito… sempre che tu sia Belle»
«Eh… sì, sono io. E tu sei Crowley. Aspetta, Tremotino ti ha offerto da bere?»
«Ma che meraviglia, vedo che ci siamo conosciuti tutti», Aziraphale, nervoso, afferrò Crowley per un polso. «È stato un vero piacere Belle, ma adesso noi dobbiamo andare, abbiamo tante e tante cose a cui pensare, andiamo Crowley, saluta!»
«Ciao, ciao», boccheggiò stancamente.
Belle rimase ad osservarli a bocca aperta. Davvero l’opposto l’uno dell’altro.
Beh, come lei e Tremotino d’altronde.



«Emma, ti prego. Dimmi che è uno scherzo.»
Regina Mills, sindaco di Storybrooke, era stata categorica. Non voleva né poteva credere che Emma l’avesse fatta venire in centrale per dirle che aveva deciso di aiutare un angelo e un demone nella ricerca contro un male.
Anche se effettivamente era proprio lei da una cosa del genere.
«Qual è il problema? Vogliono aiutarci, ben venga, no?»
«Emma, sono un angelo e un demone!»
«E tu sei la matrigna cattiva di Biancaneve, eppure non mi pare che qui nessuno stia dicendo niente!»
Regina fece per dire qualcosa, ma in effetti non ci sarebbe stato nulla da aggiungere. Non era proprio nella posizione di potersi sorprendere. Killian, seduto ad una distanza di sicurezza, osservò le due donne parlare.
«Almeno siamo certi che siano chi dicono di essere?» chiese poi Regina.
Emma fece spallucce.
«Se vuoi chiedo loro di mostrarci le ali, posso farlo.»
Regina stava per darle un’altra cattiva risposta, quando finalmente Aziraphale e Crowley tornarono.
«Eccoci! Scusate, non ci siamo resi conto del tempo che passava!» esclamò l’angelo, annaspando per la fatica. Regina sollevò lo sopracciglia, sorpresa.
«E quindi sarebbero loro?»
«Crowley e Aziraphale», aggiunse Emma. Il sindaco si avvicinò ai due, squadrandoli. Il tipetto biondo e inoffensivo sembrava timido ed educato, mentre quello rosso e con gli occhiali puzzava di alcol.
«Non somigliate ad un angelo e un demone.»
«È quello che ho pensato anche io», commentò Killian, ma subito Crowley gli puntò il dito contro.
«Nessuno ha chiesto il tuo parere pirata da strapazzo.»
«Oh, il tipo qui non è niente male», disse Regina. «Emma ci ha detto che siete venuti qui per darci una mano con questa… strana fonte di oscurità.»
Aziraphale sorrise nervosamente, quella donna aveva una personalità forte.
«Lei è…»
«Regina Mills, il sindaco. Sì, la persona di cui ti ho parlato, quella che ci odiava, che ci ha lanciato un maleficio spedendoci in questo mondo senza magia, quella che…»
«Emma, il concetto è abbastanza chiaro, grazie!» la donna la frenò, con le guance lievemente arrossate, ma con un invidiabile contegno. «Allora, volete aiutarci sì o no?»
«Sì, ma.. amh… c’è un piccolissimo problema di cui non avevamo tenuto conto» sussurrò Aziraphale. «Noi abbiamo perduto i nostri poteri e non ho idea del perché»
A quelle parole Regina assunse un’espressione sorpresa.
«Oh, magnifico, abbiamo un angelo e un demone totalmente inutili.»
«Ehi! Attenta a come parli, non ho paura di te!»
Crowley fece per andargli incontro, dimenticandosi che non avrebbe avuto modo di affrontarla. Regina invece controllava il fuoco e ben presto dalla sua mano comparve proprio una fiamma.
«Attento, piccolo demone. Non farei passi falsi, se fossi in te.»
Umiliato. Umiliato davanti ad Aziraphale soprattutto. Quella dannata strega.
«Va bene ragazzi, calma okay? Dobbiamo cercare di andare d’accordo» Emma cercò di calmare gli spiriti. «E poi oramai si è fatto tardi, sarà meglio cominciare da domani, siamo tutti molto stanchi e provati.»
Aziraphale sorrise nervosamente ad Emma, dando poi una gomitata a Crowley e pregandolo silenziosamente di comportarsi bene.



Gold entrò in biblioteca che era quasi l’ora di chiusura. Vide di spalle la sua dolce metà, Belle, sistemare gli ultimi libri. Quest’ultima si voltò a guardarlo, con un sorriso radioso.
«Tremotino, ho quasi finito qui. Mi sono intrattenuta a parlare, ma so che hai già avuto modo di conoscere uno dei due nuovi arrivati.»
«Sì, in effetti è vero. E anche tu, immagino», disse con leggera apprensione che fece sorridere Belle.
«Aziraphale è un angelo ed è anche molto simile a me, penso che potremmo diventare amici. Allora, andiamo?» 
Belle si avvicinò, stampandogli un bacio sulla guancia a Gold si fece prendere sottobraccio.
Quello era stato veramente un incontro fortuito.
 

Nota dell'autrice
Direi che Aziraphale si sta ambientando bene, Crowley un po' meno, ma almeno ha fatto amicizia con Tremotino (che ovviamente va SEMPRE tenuto d'occhio), perché sembra così interessato al demone? Aziraphale e Belle invece si sono trovati subito. Chiedo scusa alle fan di Killian, ma io proprio non lo sopporto (come come non sopporto la Capitan Swan, però sono canon, se dovevo separarli era troppo complicato), infatti è per questo che Crowley è così poco gentile nei suoi confronti, mi sfogo così (non sarò troppo cattiva lol). Ah, e ovviamente c'è pure la magnifica, bellissima, adorata Regina che ha dato del filo da torcere a Crowley. Scrivere questo capitolo è stato divertente, spero vi sia piaciuto ;)
   
 
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