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Autore: MackenziePhoenix94    23/04/2020    1 recensioni
“E adesso?”
“Adesso reggiti forte”
“Che vuoi fare?”
“Ti fidi di me?” le chiese di getto lui; le aveva già rivolto quella stessa domanda nel corso della notte trascorsa sopra il tetto di casa Anderson e, come in quella occasione, Ginger rispose senza esitare.
“Sono uscita di casa in piena notte di nascosto, ho preso un treno per Cambridge e ti ho appena aiutato a rubare una bici dalla casa di tua madre: pensi che avrei fatto tutte queste cose se non mi fidassi ciecamente di te, Syd Barrett?”.
Le labbra del ragazzo si dischiusero in un sorriso.
“Allora reggiti forte, perché stiamo per prendere il volo”.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Seduto a gambe incrociate sopra il palco di legno, in attesa d’iniziare le prove generali per l’ultima esibizione sulla riviera francese, David scaricò tutta la frustrazione repressa prendendosela con la propria chitarra; lo strumento sopportò tali maltrattamenti finché la sesta corda non palesò la propria rimostranza spezzandosi.

E quando ciò accadde, cedettero anche i nervi del giovane, solitamente calmo e posato: afferrò la chitarra con entrambe le mani e, con la mente annebbiata, la scagliò verso la parte opposta del palco; lo strumento colpì l’imponente gong, facendolo suonare, e poi travolse il basso di Roger, appoggiato lì vicino.

Gli altri tre componenti del gruppo, richiamati dal trambusto improvviso, comparvero dal backstage, laddove si erano spostati per fumare una sigaretta prima di provare.

Roger, alla vista del gong che ondeggiava e del basso caduto sulle assi di legno, allargò le braccia in un gesto esasperato.

“E che cazzo, Gilmour!” imprecò, avvicinandosi ai due strumenti per constatare eventuali danni riportati “ma che ti prende? Vuoi sabotare i miei strumenti?”

“Guarda che qui l’unico a maltrattare i tuoi strumenti sei proprio tu, Rog. A volte dovresti vederti come suoni” commentò Nick, per poi rivolgersi a David “che cosa è successo?”

“Si è rotta una corda della chitarra” rispose lui impassibile, senza staccare gli occhi dal pavimento “e così l’ho lanciata”

“L’hai lanciata?”

“Sì”

“E si può sapere perché diavolo hai lanciato la tua chitarra? Addosso ai miei strumenti, per giunta!”

“Perché si è rotta una corda, te l’ho spiegato poco fa”

“E siccome si rompe una corda, ti senti in dovere di distruggere anche i nostri strumenti? Ma cosa cazzo vuol dire? Che razza di ragionamento deviato è mai questo? Giuro che se trovo anche solo un graffio, io…” le minacce del bassista si trasformarono in un borbottio incomprensibile mentre esaminava con scrupolosità tutta la superficie del basso e del gong cinese; Rick e Nick non gli prestarono ascolto e si concentrarono su David, che ancora non si era mosso.

“Dave, sicuro che vada tutto bene?” chiese Wright.

“Sì, certo che va tutto bene. Perché qualcosa non dovrebbe andare bene?”

“Beh… Sai com’è… Hai appena detto di aver lanciato la tua chitarra perché si è rotta una corda…”

“E di solito le persone che stanno bene non fanno questo” aggiunse Mason, per poi proseguire a bassa voce “ad eccezione di Rog, ovviamente. Secondo me, lui sarebbe in grado di lanciare strumenti a prescindere da quale sia il suo stato d’animo”

“Ti ho sentito!” esclamò Waters, senza sollevare gli occhi dal manico dello strumento a corde.

“No. Davvero. Sto bene” Gilmour rimase in silenzio per una manciata di secondi, era così teso che i muscoli della mascella continuavano a contrarsi “perché mi hai detto una bugia?”.

Richard sussultò, non aspettandosi una domanda ed uno sguardo così accusatori, e puntò l’indice destro contro il proprio petto.

“Io?” domandò subito dopo, sicuro di avere frainteso le parole del chitarrista; quest’ultimo annuì energicamente con la testa.

“Sì, proprio tu: perché mi hai detto una bugia?”

“Io non… Io non credo di averti mai raccontato alcuna bugia, David. Te lo posso assicurare. Deve esserci stato un fraintendimento, non c’è altra spiegazione”

“Mi sono perso qualcosa?” intervenne Nick, confuso.

“Avevi detto che Ginger era interessata a me”

“Sì, infatti è la verità: lei è interessata a te”

“Peccato che ieri mi ha detto tutto il contrario” ribatté il chitarrista, rivolgendo uno sguardo risentito al tastierista “siamo andati a fare una passeggiata in riva al mare, e quando ho provato a baciarla… Mi ha respinto”

“Ti ha respinto?” Nick spalancò gli occhi incredulo, e si passò la mano destra tra i capelli neri e ondulati “ma… Ma ne sei proprio sicuro? Sei certo che ti abbia respinto o…”

“Me lo ha detto con estrema chiarezza: io non le piaccio, ed è venuta a Saint Tropez solo perché tu, Rick, non le hai lasciato altra possibilità”

“Stai dicendo che il tuo accesso di rabbia è partito da un due di picche?” Roger sollevò lo sguardo dal manico del basso “non ci posso credere! Volevi mandare all’aria l’esibizione, distruggendo i nostri strumenti, solo perché quella ti ha dato un due di picche?”

“Ehi, vacci piano” lo riprese subito Richard, ammonendolo con l’indice destro “ti ricordo che quella ha un nome, ed è la mia migliore amica”

“Non me ne frega un cazzo se quella è la tua migliore amica, Rick, e non me ne fregherebbe un cazzo neppure se fosse tua sorella o tua madre. Il punto è che abbiamo quasi rischiato di non esibirci per colpa sua. Pensa se l’eccesso di rabbia di David avesse seriamente danneggiato anche solo uno dei nostri strumenti! Che avremo fatto ora?”

“Roger, stai dicendo questo solo perché la chitarra di Dave ha accidentalmente colpito il gong ed il basso. Se fosse accaduto lo stesso con la batteria di Nick o con il mio organo, non avresti battuto ciglio”

“Non è assolutamente vero, e comunque non è questo il punto della questione… Vedete perché in una band maschile nessun ruolo secondario deve essere affidato ad una donna? Adesso capite perché ero contrario quando tu l’avevi proposta come nostra fotografa? Guarda cosa è successo quando c’era Ginger e guarda cosa sta succedendo adesso che è tornata a gironzolare attorno a noi”

“Ginger non c’entra nulla con Syd e la sua dipendenza da droghe”

“Però accadono solo casini ogni volta che c’è lei. Avete idea di quanti gruppi si sono divisi per colpa di una donna? Guardate poco tempo fa che fine hanno fatto i Beatles

“Io conosco un gruppo che si dividerà a causa di un componente troppo polemico ed autoritario: noi!” esclamò Nick in un tentativo di alleggerire la tensione, ma ottenne solo l’effetto opposto; lo sguardo di Waters si rabbuiò e rivolse un’occhiata risentita a Mason.

“Io non sono affatto polemico ed autoritario”

“Dai, Rog, la mia era solo una battuta… Avanti… Tra poco dobbiamo esibirci e voi due siete qui a litigare, mentre David ha l’umore a terra… Dai, Dave, pazienza se non è andata come speravi: il mondo è pieno di ragazze”

“Appunto. Il mondo è pieno di ragazze. Sono sicuro che farai presto a trovarne un’altra che ricambi il tuo interesse… Così potremo lasciarci questa storia alle spalle per sempre”

“Dave, non ascoltarli, so per certo che tu piaci a Ginger almeno quanto lei piace a te. E so anche per certo che non pensa davvero quello che ti ha detto. Lei…” Rick pensò alle parole migliori per proseguire il discorso “… Sta semplicemente passando un periodo molto delicato da cui fa fatica ad uscire”

“Scusa, ma ora non ho più voglia di parlare di questo. Preferisco concentrarmi sull’esibizione che ci aspetta” mormorò David alzandosi in piedi; superò Richard per recuperare la chitarra e, mentre si dirigeva verso la parte opposta del palco, col tacco dello stivaletto destro calpestò inavvertitamente uno dei tanti cavi che attraversavano le assi di legno.

Nessuno degli altri era girato verso di lui in quel momento, ma tutti udirono uno schiocco improvviso che riecheggiò nel silenzio.

“Lo avete sentito anche voi?” chiese Nick “sembrava un colpo di frusta”

“Hanno bruciato qualcosa?” domandò a sua volta Roger, arricciando il naso.

Rick si guardò attorno e capì subito che c’era qualcosa di strano.

“Ragazzi, dov’è David? Qualcuno di voi lo ha visto allontanarsi? Era qui fino ad un attimo fa!”.



 
“Non ti piace?”.

Ginger sbatté le palpebre e tornò alla realtà.

“Come?”

“Il the” disse Lindy, indicando la tazza “non è di tuo gradimento? Non hai ancora bevuto un solo sorso”.

Ginger era uscita con le altre ragazze, ed i bambini, per trascorrere un pomeriggio tra le vie del centro città; il piccolo gruppetto al femminile, dopo aver visitato un paio di negozi, si era fermato in una pasticceria per bere the, mangiare qualche pasticcino e chiacchierare.

Non aveva mai aperto bocca da quando erano uscite dalla villa: continuava a pensare alla discussione avuta con David, alle orribili parole che gli aveva rivolto, all’espressione di lui ed al suo viso corrucciato rivolto verso il mare; quella stessa mattina, quando si erano ritrovati insieme agli altri per fare colazione, la giovane aveva cercato più volte il suo sguardo, ma quello del chitarrista non si era mai scollato dai cereali con latte che aveva mangiato nel mutismo più assoluto.

Lo aveva ferito.

Lo aveva ferito profondamente e si sentiva una persona orribile per questo, soprattutto perché non sapeva come chiedergli scusa.

Non aveva neppure il coraggio di avvicinarsi a lui.

Judith, al contrario, aveva ritrovato il sorriso.

“Ohh, no… No… Sto solo aspettando che si raffreddi. Hanno fatto pace?” domandò la rossa, abbassando la voce in modo che solo Lindy potesse sentirla “ieri, in spiaggia, l’ho vista allontanarsi insieme a Roger”

“Da quello che mi ha detto… Sì”

“Sono contenta per loro”.

In realtà, Ginger continuava a pensarla allo stesso modo: non sarebbe passato molto tempo dalla prossima lunga serie di tradimenti; tempo qualche mese e Judith avrebbe ricominciato a soffrire terribilmente per una persona che non se lo meritava affatto.

“E tu e David?”

“Io e David… Cosa?”

“Judy e Rog non sono stati gli unici ad allontanarsi dal falò. Anche tu e Dave lo avete fatto, e siete tornati indietro dopo un bel po’ di tempo” la ragazza castana sorrise in modo complice “allora? Che cosa avete fatto?”

“Solo una semplice passeggiata in riva al mare. Niente di più, niente di meno” si affrettò a tagliare corto Ginger, portandosi alle labbra la tazza; non era una vera e propria bugia, infondo: si erano allontanati davvero dal falò per fare una passeggiata, semplicemente non si sentiva pronta a raccontare della parte del litigio.

Quello non era né il posto né il momento giusto per farlo.

Magari più tardi, non appena lei e Lindy sarebbero state da sole…

Lindy si limitò ad annuire con la testa ed a sorridere, abbassò lo sguardo sulle mani che aveva posate sul grembo ed il suo sorriso si allargò.

“Ragazze” disse all’improvviso “c’è una cosa che dovete sapere”

“Cosa?” chiese Judith incuriosita “cosa dobbiamo sapere?”

“Ecco… Io e Nick volevamo darvi la notizia insieme, ma non riesco più ad aspettare” la dolce metà di Mason prese un profondo respiro e finalmente rivelò il segreto che da un po’ di tempo portava con sé “sono incinta. Aspetto un bambino”.

Juliette fu la prima a riprendersi dalla notizia tanto lieta quanto inaspettata, ed allungò la mano sinistra per stringere quella destra dell’amica.

“Tesoro mio, sono troppo contenta per te. Tu e Nick sarete dei genitori stupendi”.

A quelle parole, l’espressione di Lindy mutò completamente: il sorriso svanì, gli occhi si velarono di lacrime e la giovane scoppiò a piangere; Judith si alzò per occupare la sedia vuota alla sinistra della ragazza castana, e le passò un braccio attorno alle spalle per tranquillizzarla e calmarla.

“Perché piangi, tesoro? Non sei contenta? È una notizia bellissima”

“Sì, lo so, ma… Nick ha ventisei anni… Io ne ho ventiquattro… Siamo ancora dei ragazzi e non abbiamo la più pallida idea di come si cresce un bambino. E poi… Poi… Ho sentito tante storie riguardo la gravidanza, tipo che gli ormoni sono sempre in subbuglio e hai continui sbalzi d’umore… E se Nick arrivasse al punto di non sopportarmi più? E come farò quando diventerò enorme come una balena ed avrò le caviglie così gonfie che non riuscirò nemmeno ad alzarmi dal letto?”

“Io ho avuto un figlio a vent’anni… Eppure eccomi qui”

“Hai un figlio?” Judith inarcò le sopracciglia sorpresa e si voltò a guardare Ginger, che annuì in risposta.

Si maledì mentalmente per essersi lasciata scappare quel particolare della propria vita privata davanti a Judy: già poteva immaginarla raccontare tutto al suo amato marito che non perdeva occasione per metterle le corna.

“Sì, ho un bellissimo bambino che ha da poco compiuto due anni e che è il centro della mia vita” dopo aver detto quello, la ragazza si concentrò di nuovo su Lindy “non ti devi preoccupare. È normale essere aggredite da mille dubbi e paure quando si scopre di aspettare un bambino, ma tutto passa il giorno in cui quella piccola creatura arriva a stravolgere la tua vita. Anch’io pensavo di non farcela, anch’io ero terrorizzata al pensiero di non essere una brava mamma per Keith, ma quando l’ho visto per la prima volta… Tutto il resto scompare e non ha più importanza. Sono sicura che Juliette concorderà con me”

“Diventare madre è l’esperienza più bella e terrorizzante al mondo. Farai un lavoro stupendo, Lindy… Nel frattempo puoi fare le prove generali con Nick, visto che dici sempre che è un bambino nel corpo di un ragazzo di ventisei anni”

“Ohh, sì, così tra un paio di mesi sarò costretta a badare non ad uno, ma bensì a due neonati” commentò la giovane asciugandosi le lacrime con un fazzoletto e soffiandosi il naso; le altre ragazze risero alla battuta, ad eccezione di Judith che era tornata ad essere improvvisamente seria.

Si era appena resa conto di essere l’unica a non avere figli od a non essere in procinto di averne, e questo la faceva sentire diversa dalle altre.



 
Sul vialetto che conduceva alla villa, il piccolo gruppo di ragazze, e bambini, venne raggiunto da Peter Watts, il tecnico delle luci del gruppo; Juliette, notando l’aria agitazione del ragazzo, gli chiese se stava bene e se era accaduto qualcosa di particolare durante la loro assenza.

“È successo un casino durante le prove” spiegò, agitato, Peter passandosi le mani tra i capelli castani “c’era un cavo con un contatto scoperto e… David lo ha calpestato accidentalmente”

“David?” domandò subito Ginger, allarmata “e cosa significa? Cosa gli è accaduto? Sta bene?”

“È letteralmente volato giù dal palco, ma…”.

La giovane, nell’udire quelle parole, mollò la presa sulla busta di cartone che aveva con sé (e che conteneva una graziosa camicetta a stampa floreale acquistata poche ore prima in un negozio) e corse dentro l’abitazione per accertarsi personalmente delle condizioni fisiche del chitarrista; prima che potesse salire le scale, venne bloccata da Richard: era così sconvolta che non aveva notato i tre ragazzi nel salotto.

“Lasciami subito andare!” protestò la ragazza, mentre anche le altre rientravano “devo andare a vedere come sta”

“Ginger, calmati ora. Calmati e vieni a sederti sul divano, così posso spiegarti quello che è successo”

“Peter ci ha già detto tutto quanto. Non voglio sentire le tue spiegazioni e non voglio neppure sedermi sul divano, non prima di avere visto David con i miei occhi ed essere certa che stia bene”

“Hai proprio una grandissima faccia tosta a dire questo, lo sai?”.

Ginger si voltò a guardare Roger.

“Che cosa hai detto?”

“Per favore, vi prego, questo non è proprio il momento d’iniziare un’altra discussione” Richard provò inutilmente a calmare gli animi, ma la sua migliore amica lo spinse da parte e si avvicinò al bassista, seduto tranquillamente sul divano a fumare una sigaretta; accanto a lui, Nick era visibilmente pallido ed agitato.

“Che cosa hai detto?” domandò di nuovo la rossa, in tono di sfida “ripetilo una seconda volta se ne hai il coraggio”

“Ho detto che hai una grandissima faccia tosta a dire questo” Roger ripeté le sue stesse parole scandendole lentamente, accogliendo a braccia aperte la provocazione “David ci ha raccontato quello che è successo in spiaggia. Era così completamente fuori di sé dalla rabbia che ha lanciato la sua chitarra, e non si è neppure accorto del contatto scoperto”

“Stai dicendo che è colpa mia?”

“Se tu non gli avessi dato quel due di picche, lui non sarebbe stato così alterato e non avrebbe calpestato quel maledetto cavo”

“Mi stai dando davvero la colpa per quello che gli è successo?” strillò Ginger, fuori di sé dalla rabbia: quello era troppo d’accettare.

Con quell’accusa infamante, Roger aveva superato qualunque limite della decenza.

I nervi della ragazza vennero messi ulteriormente alla prova quando Judith si fece avanti per prendere le difese del marito.

“Vuoi stare calma? Non c’è bisogno che lo aggredisci verbalmente solo perché ha detto la verità”

Aggredirlo verbalmente? La verità? È stato lui il primo ad aggredirlo verbalmente e… E… Come puoi essere d’accordo con lui? Voi due pensate davvero che la responsabilità di quello che è accaduto a David sia mia? Avete delle menti deviate!” urlò ancora più forte la ragazza, stringendo i pugni per resistere alla tentazione di saltare addosso a Judith, a Roger o ad entrambi “tu sei proprio un coglione a pensarla in questo modo e tu, Judith, sei soltanto una cretina a difenderlo così strenuamente solo perché è tuo marito. Sta pure dalla sua parte, ma non piangere ancora quando, tra un po’ di tempo, avrai di nuovo le corna, perché te le meriti! Solo una stupida oca come te può desiderare di stare ancora insieme ad una persona che non esita a tradirla ogni volta che si presenta l’occasione giusta!”

“Basta! Smettetela! Non siamo bambini! Neppure Gala si comporta in questo modo, ed ha solo tre anni!” gridò a sua volta Rick, per farsi sentire, in una delle rare volte in cui perdeva l’autocontrollo e la calma che Ginger gl’invidiava “quello che è successo sopra al palco è stato solo un incidente. È capitato a David come poteva capire a chiunque altro di noi. Ciò che conta davvero è che lui stia bene, perché avrebbe potuto andargli molto peggio”

“Sì, fortuna che ha fatto solo un bel volo dal palco e siamo riusciti ad esibirci ugualmente” commentò Waters, scatenando nuovamente la furia di Ginger.

“Vi siete esibiti lo stesso?”

“Ovvio che lo abbiamo fatto”

“Ma siete pazzi? Sei pazzo?

“È stato David a dire che se la sentiva di suonare e cantare lo stesso. Quindi non venire a fare la predica a me, od a puntarmi il dito contro senza un reale motivo. Se la situazione fosse stata più grave, avremmo annullato lo spettacolo, ma fortunatamente non è stato questo il caso”

“E, di grazia, potresti spiegarti che cosa intendi con ‘situazione più grave’? David è volato giù dal palco a causa di una scossa, ti rendi conto? È volato giù dal palco per colpa di una scossa. Non stiamo parlando di un colpo di sole o di una intossicazione alimentare come nel caso di Nick. Poteva rimanere fulminato. Poteva rimanerci secco. Ha rischiato seriamente la vita e tu lo hai fatto esibire lo stesso”

“Io non gli ho puntato contro nessuna pistola”

“No, certo. Tuttavia scommetto che non volevi annullare l’esibizione perché una esibizione non può essere annullata all’ultimo istante neppure se accade qualcosa di grave, secondo il tuo punto di vista, ovvio. Proprio come è successo tre anni fa all’Alexandra Palace, vero? Quando abbiamo trovato Syd in catalessi e tu non hai assolutamente voluto chiamare un’ambulanza e lo hai trascinato sopra il palco perché era arrivato il vostro turno di esibirvi, vero? Te lo ricordi, Roger? O hai completamente dimenticato tutto quanto?”

“Ginger…” mormorò Richard, prendendo la sua migliore amica per il polso destro, tentando di calmarla e di farla ragionare “adesso basta, non c’è bisogno di tirare fuori queste vecchie faccende…”

“Sì, invece!” ribatté lei, liberandosi dalla presa con un gesto secco “perché non accetto di essere indicata come la colpevole da una persona che per prima ha commesso azioni orrende. Ha costretto quello che diceva essere il suo più caro amico a salire sul palco quando non era neanche in grado di reggersi sulle proprie gambe, ed ora ha costretto David a fare lo stesso, pur avendo rischiato seriamente la vita. E questo perché per lui il successo e la fama sono più importanti di qualunque altra cosa. Non gliene frega neppure un cazzo del suo matrimonio, altrimenti non passerebbe il tempo lontano da casa a scoparsi qualunque ragazza che riesce a raggiungere il backstage”.

Ginger si fermò per riprendere fiato, col petto che si alzava ed abbassava rapidamente, rivolse uno sguardo sprezzante a Waters, che la fissava impassibile, e poi pronunciò una frase che fece raggelare il sangue nelle vene a tutti i presenti, talmente era forte, crudele e mirata a colpire nel profondo il bassista.

“È una fortuna che tuo padre non sia mai tornato dalla guerra. Se fosse ancora vivo, si vergognerebbe di avere te come figlio”.

Judith si coprì la bocca con le mani, Nick sgranò gli occhi sconvolto e Lindy socchiuse le labbra; Juliette trattenne il respiro e Rick lanciò un’occhiata preoccupata in direzione di Waters.

Roger  rimase impassibile, ed iniziò ad accusare il colpo solo dopo qualche secondo, quando la sua mente rielaborò e realizzò la stoccata di Ginger: avvampò e subito dopo impallidì, fino a diventare della stessa tonalità di bianco dei muri della villa; i muscoli del viso s’irrigidirono e strinse con forza la mascella.

Nei suoi occhi apparve uno sguardo così carico di odio che la rossa indietreggiò d’istinto d’un passo, temendo di essere aggredita da un istante all’altro; invece, il giovane si limitò ad alzarsi dal divano ed a puntarle contro l’indice destro.

“Tu con me hai chiuso” sibilò a denti stretti, faticando non poco a contenersi “d’ora in poi, faresti meglio a starmi il più lontano possibile”.

Nel silenzio più assoluto, il bassista uscì dalla villa sbattendo con eccessiva forza la porta d’ingresso.

“Complimenti” commentò Judith con gli occhi colmi di lacrime “se volevi dargli una mazzata sui denti, ci sei riuscita benissimo”.

Anche lei abbandonò il salotto e l’abitazione per inseguire il marito e cercare di placare la sua ira.

“Vado anch’io. Judy avrà bisogno di una mano” mormorò Lindy; Juliette la seguì portando con sé Jamie e Gala che, purtroppo, avevano assistito alla violenta discussione.

Anche Mason si alzò dal divano e, dopo aver borbottato delle parole incomprensibili, seguì gli altri all’esterno.

Ginger si voltò a guardare Wright, l’unico rimasto nel salotto insieme a lei.

“È meglio che vada anche io… Non è semplice calmare Roger quando perde completamente il controllo…”

“Rick, io… Io non mi pento di quello che ho detto. È stato lui il primo a provocarmi, ed a rivolgermi parole orribili. Ho solo agito di conseguenza”

“Lo so, Ginger” rispose il giovane con una smorfia “lui ha sbagliato, è vero, ma secondo me esistono argomenti così delicati che non dovrebbero mai essere usati per ferire una persona. A prescindere da qualunque contesto e qualunque offesa si riceva”.



 
Ginger bussò alla camera di David dopo cena, ed entrò portando con sé un vassoio.

“Ehi” disse salutandolo con un sorriso “ho pensato di portarti qualcosa da mangiare. Ti disturbo?”

“No, affatto, avevo proprio bisogno di un po’ di compagnia. Vieni, accomodati pure” David indicò il bordo del letto e Ginger vi prese posto a gambe incrociate dopo aver appoggiato il vassoio sopra il comodino; sistemò una ciocca di capelli rossi dietro l’orecchio destro e sorrise.

“Sono contenta di vederti in forma. Abbiamo preso tutte un bello spavento quando ci hanno detto cosa era accaduto durante la nostra assenza”

“Sì, sono stato un vero idiota. Col tacchetto dello stivale ho calpestato l’unico contatto scoperto e sono volato giù dal palco”

“È stato molto doloroso?”

“Che cosa? La scossa o il volo?”

“Entrambi”

“Non ne ho la più pallida idea e credo che sia meglio così. Non ricordo molto di quello che è successo in quell’istante: un attimo prima ero sopra il palco, ed un attimo dopo mi sono ritrovato a terra, ed ho visto le facce preoccupate di Rick, Rog e Nick… Credo che da domani inizierò ad indossare solo scarpe da ginnastica per evitare di rivivere un’esperienza simile” il chitarrista sorrise e la giovane, suo malgrado, si ritrovò a ricambiare “che cosa mi sono perso oggi pomeriggio? Mentre cercavo di riposare mi è sembrato di sentire delle urla provenire dal piano di sotto”

“Ohh… Io e Waters abbiamo avuto una discussione che è… Leggermente degenerata… Ma non a causa mia”

“Perché avete discusso?”.

La rossa si mosse a disagio sopra il materasso e spostò lo sguardo in direzione del comodino: improvvisamente trovava molto interessante il piatto di uova strapazzate e bacon che aveva preparato per Gilmour.

“Perché lui mi ha rivolto delle parole poco carine… Anzi… In realtà sono state delle vere e proprie accuse pesanti e senza senso. È stato orribile”

“Che cosa ti ha detto?”.

Ginger rimase in silenzio, esitante, e David la esortò a proseguire con le spiegazioni.

“Mi ritiene l’unica e sola responsabile dell’incidente che hai avuto. Ha detto che eri molto alterato per via… Beh… Insomma… Per via di quello che è successo ieri notte in spiaggia, e Judith gli ha dato ragione. E quando ha detto che vi siete esibiti ugualmente ho perso la testa e… E gli ho detto che è una persona orrenda e che… Beh…”

“Che…? Cosa?”

“Che è una fortuna che suo padre non sia mai tornato dalla guerra perché si vergognerebbe ad avere un figlio come lui” concluse la giovane in un sussurro, rendendosi finalmente conto che forse le sue parole erano state leggermente troppo eccessive “e lui mi ha risposto dicendomi che è meglio se d’ora in poi gli sto il più lontana possibile. Rick pensa che sia stata troppo crudele. Secondo lui ci sono argomenti che non dovrebbero mai essere usati per ferire”

“Rick, come sempre, non ha tutti i torti. Condivido il suo pensiero. Non avresti dovuto essere così crudele con lui. Hai affondato il coltello senza alcuna pietà proprio nel suo punto più debole”

“Lui per primo è stato un vero stronzo nei miei confronti, e poi non mi va giù il fatto che ti abbia costretto a suonare dopo aver quasi rischiato la vita per colpa di uno stupido contatto che non avrebbe dovuto essere scoperto”

“Ma Rog non mi ha costretto a suonare. Sono io che me la sono sentita di proseguire. Avevo solo le mani che tremavano leggermente, tutto qui”

“Allora sei stato anche tu terribilmente irresponsabile. Voi uomini avete la testa dura come una roccia! Qualcuno avrebbe dovuto chiamare subito un’ambulanza”

“Un dottore mi ha visitato a fine spettacolo. Ha detto che sto bene, devo solo riposarmi”

“Sei stato miracolato!”

“Ti stai preoccupando per me?” domandò il giovane, con l’angolo sinistro della bocca incurvato all’insù; Ginger arrossì violentemente a causa della domanda così diretta e del sorriso di David.

Si schiarì la gola ed iniziò a balbettare.

“Io… Beh… Ecco… Insomma… Mi sembra ovvio che…”

“Ginger”.

Gilmour le prese la mano destra e l’appoggiò sul proprio petto, in corrispondenza del cuore, e lei ascoltò in silenzio, e con la gola secca, il suo battito accelerato.

“È normale che il tuo cuore batta così forte dopo quello che è successo. Anche se sono già passate un paio di ore devi ancora riprenderti dallo spavento”

“Non sta battendo così forte per la scossa che ho preso, ma perché sono con te”.

Il rossore sul volto della ragazza divenne più intenso.

“Non essere sciocco” mormorò con un filo di voce, abbassando lo sguardo sulle coperte; provò a scostare la mano dal petto di David, ma lui la trattenne.

“No, infatti sono assolutamente serio. Mi dispiace per quello che è successo ieri sera. Mi dispiace essere stato così precipitoso e di aver rovinato tutto, e mi dispiace che tu sia convinta che il mio unico scopo sia di portarti a letto, perché non è affatto così. Tu mi piaci, Ginger. Mi piaci davvero tanto. Credo di essere rimasto vittima di un colpo di fulmine… E non sto parlando di oggi pomeriggio”

“Dave, io… Io non so se… Non so se… Roger è convinto che io sia una specie di arrampicatrice sociale”

“Va bene. D’accordo. Questo è il pensiero di Roger e, francamente, non me ne frega un cazzo in questo momento. Io non credo affatto che tu sia un’arrampicatrice sociale, Ginger. Rick mi ha sempre detto solo cose belle sul tuo conto, e per tutto il resto mi è bastato guardarti negli occhi” il sorriso sulle labbra del giovane si allargò “e poi… Se proprio fossi un’arrampicatrice sociale, penso che avresti risposto subito al mazzo di rose, giusto?”

“Io… Sì… Credo… Credo di sì…”

“Ginger”

“Sì?”.

David avvicinò il viso a quello di Ginger per baciarla di nuovo, e questa volta la rossa non si tirò indietro né lo allontanò da sé bruscamente, anzi: chiuse gli occhi, emise un profondo sospiro e passò le braccia attorno alle spalle del chitarrista, premendo il proprio corpo contro il suo.

Sentì le braccia del giovane attorno i fianchi e, un attimo dopo, si ritrovò con la schiena contro il materasso, avvinghiata a lui; il bacio divenne più profondo e le carezze di entrambi si fecero più urgenti, le magliette finirono sul pavimento, così come i pantaloni.

La ragazza avvertì un brivido lungo la spina dorsale quando David le accarezzò i fianchi, risalendo, poi, lungo la schiena e lasciò che le slacciasse e sfilasse il reggiseno nero senza opporre resistenza, senza che la sua mente venisse sfiorata da un ripensamento dell’ultimo minuto; poco le importava se stava bruciando le tappe e se stava per avere un rapporto intimo completo con un ragazzo che aveva liquidato la notte precedente, perché si sentiva bene come non accadeva da tanto, troppo, tempo.

Non si sentiva così bene dalle prime settimane della sua relazione con Syd.

Quando David le entrò dentro, nel modo meno rude possibile, Ginger trattenne il respiro, sorrise e si aggrappò a lui con tutta la forza che aveva in corpo; gli sussurrò all’orecchio sinistro di non fermarsi per nessuna ragione al mondo e gli baciò le guance e la fronte, soffermandosi, poi, sulle labbra per reprimere i gemiti di entrambi: l’ultima cosa che voleva, ora, era che qualcuno dal corridoio sentisse degli strani rumori e decidesse di entrare in camera senza bussare.

Non faceva fatica ad immaginare Nick nei panni dello sventurato che spalancava la porta temendo il peggio, e poi si affrettava a richiuderla il più velocemente possibile con un’espressione sconvolta ed imbarazzata.

Non voleva neppure pensare all’eventualità che fosse Roger ad aprire la porta.

La giovane tremò violentemente quando raggiunse l’orgasmo e non riuscì a trattenere un singhiozzo; Gilmour le appoggiò la mano destra sulla nuca e l’attirò a sé per un altro bacio profondo e passionale, che lasciò entrambi con il fiato ansante.

Si sdraiarono sul materasso, nudi e sudati, e si guardarono negli occhi in silenzio mentre riprendevano fiato.

“Forse abbiamo bruciato leggermente le tappe” commentò il chitarrista, parlando per primo; si guardarono ancora negli occhi e scoppiarono a ridere insieme, nello stesso momento.

“Leggermente, dici?”

“Il discorso che ti ho fatto prima vale comunque, Ginger: tu mi piaci, mi piaci molto. Voglio iniziare una frequentazione seria con te”

“David, devo essere sincera con te… Ci sono alcune cose che devi sapere e… E se dovessi cambiare idea riguardo noi due dopo averle sentite, ti capirei. Io… Ho una situazione abbastanza particolare alle mie spalle”

“Se ti stai riferendo alla tua storia con Syd, so già tutto”

“Tu… Tu conosci Syd?”

“Sì, siamo cresciuti insieme a Cambridge. Conosco lui e Roger fin da bambini, anche se abbiamo iniziato a frequentarci da ragazzi. Cinque anni fa ho passato un’intera estate con Syd a girovagare per la Francia. A scuola, prima che si ritirasse per tornare a Londra, passavamo la pausa pranzo a strimpellare qualcosa. Lui con la chitarra, io con l’armonica. Per me non è un problema, io non guardo il passato, guardo il presente ed il futuro”

“Ho provato a salvarlo, ma non ci sono riuscita… E non riesco ancora a perdonarmi per questo”

“Non devi perdonarti per colpe che non hai. Ascolta, Ginger, nessuno ha costretto Syd a bruciarsi il cervello con la droga, d’accordo? Nessuno lo ha costretto ad assumere quella merda, è stata una sua libera scelta e penso che nessuno avrebbe potuto fare qualcosa per lui… Neanche tu. Lui per primo non desiderava essere salvato e non lo desidera tutt’ora. Mi dispiace che tu abbia sofferto così tanto per lui, e ti prometto che, se me ne darai la possibilità, con me non dovrai mai soffrire in questo modo. Io voglio solo farti stare bene”

“Non si tratta solo della storia che ho avuto con Syd… Quanti anni hai, Dave?”

“Ventiquattro”

“Io ne ho ventidue… Ed ho un bambino di due anni” disse tutto d’un fiato la rossa, rivolgendo uno sguardo apprensivo al chitarrista, aspettando una sua risposta: temeva una reazione brusca da parte sua, ed invece lui la sorprese per l’ennesima volta.

“Va bene, neppure questo non è un problema. A me piacciono i bambini”

“Stai dicendo sul serio?”

“Sì… Perché?”

“Perché la maggior parte dei ragazzi della tua età hanno altro per la testa. Non pensano ad intraprendere una relazione con una madre single che deve occuparsi di un piccolo gnomo di due anni… Stiamo parlando di una bella responsabilità”

“Questo dovrebbe farti capire, una volta per tutte, quanto sia reale il mio interesse nei tuoi confronti. Non cambierei idea neppure se tu avessi cinque figli”

“Cinque figli? Non scapperesti a gambe levate neppure se ne avessi… Otto?”

“No, assolutamente no. Tutt’altro… Un giorno mi piacerebbe avere una famiglia numerosa”

“Buona fortuna, allora, perché io non sono così ansiosa di partorire altri sette figli. Per voi uomini è sempre semplice parlare di figli e gravidanze perché non siete voi a doverli portare in grembo per nove mesi… Dovreste provare, così vi rendereste conto di cosa significa veramente aspettare un bambino” Ginger sorrise, per poi tornare seria “se vuoi che ci frequentiamo, devi promettermi una cosa”

“Qualunque cosa”

“Non voglio che gli altri lo sappiano… Almeno per il momento. Penso che non sia necessario spiegarti il perché”

“Come desideri, ma come faremo a vederci senza creare sospetti?” domandò David, giocherellando con una ciocca di capelli ramati della giovane.

Lei ci pensò per qualche istante e poi sorrise.

“Penso che sia arrivato il momento di riprendere in mano la macchinetta fotografica per lavoro”.
 
   
 
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