Scritta per: PROMPT DI SCORTA, WEEK #6
Prompt: F6) Ripicca
Cap.9 Il colosso di ferro torna a casa
Steven si sedette accanto a Tony,
davanti a ciò che rimaneva
di una casetta di legno in mezzo al bosco. Di fronte a loro
c’era un grande
lago in cui si rifletteva la luce del sole.
“Tu vivevi qui?”
domandò Stark.
Rogers annuì, incrociando
le gambe.
“Quella stalla era
già un rudere quando ci stavo io”
rispose. Chiuse gli occhi ed inspirò l’aria
estiva. “Non ci siamo stati a
lungo. Quando è iniziata la guerra eravamo di nuovo in
città. Mia madre era un’infermiera
in prima linea”.
< Hanno tutti la sindrome
dell’eroe in famiglia >
pensò Tony.
Gli domandò:
“Quando parli del fatto che ti piacerebbe
vivere in campagna, in una casetta con le rose, intendi qui?”.
Steve si grattò il collo.
“Già”.
“Sai, potresti
ricostruirla. Se hai bisogno di soldi per la
ristrutturazione, posso prestarteli io” propose Tony.
Steve si passò
l’indice sotto il naso.
“Ti devo già un
favore per avermi aiutato con quel ‘robot
gigante’”.
Tony rise.
“Quello è stato
gusto personale. Quando mi ricapita di poter
ridare linfa vitale ad un’intera specie aliena di macchine
senzienti? Per loro
sono stato un dio che ha ridato anima e vita…”.
Allargò le braccia e piegò le
labbra in un ghigno più marcato. “Inoltre ho
distrutto un gigantesco robot
assassino che si nascondeva come un demone nelle viscere del nostro
pianeta,
spacciandosi per la Terra stessa”.
Steven si passò
l’indice sul sopracciglio.
“Ho la vaga sensazione che
te ne vanterai parecchio con
Pepper nei prossimi giorni”.
Tony chiuse gli occhi ed
espirò dalle narici.
“Ci siamo lasciati. La mia
segretaria mi sta facendo una ripicca per
la mia decisione di continuare
a fare Iron-man”.
Steven ribatté:
“Penso che abbia solo paura di perderti. La
capisco. Anche io non vorrei perdere qualcuno come te”.
Tony lo guardò negli
occhi, sporgendosi in avanti e lo vide
arrossire.
“Per te non è un
problema che il grosso robot ha preso il
volo? In fondo era tuo amico”.
Steve strinse le labbra fino a farle
sbiancare, pensando:
< Ha finalmente fatto pace col suo re. Adesso potrà
crescere le sue larve e
riprendere il suo posto nell’universo.
Al contrario di me, che sono in un altro tempo e non so
bene cosa dovrei
fare della mia vita >.
“Lui starà bene.
Tu, piuttosto, come pensi di cavartela da
solo? Mi preoccupa saperti senza la signorina Potts”
mormorò Rogers.
Tony chiuse gli occhi e gli
posò la testa sulla spalla.
“Sai, credevo che anche tu
volessi fare una ripicca. Che mi
odiassi perché ti ricordavo mio padre. Quando hai iniziato
ad associarmi a quel
tuo ‘strano’ mentore hai acquistato punti,
Cap”.
< Ho imparato a conoscere lati
di te che non sono male,
anzi. Anche se amare i fumetti di Superman è proprio da
vecchi > pensò.
Steven gli sorrise, massaggiandogli
la schiena,
rispondendogli: “Io non ti odio,
tutt’altro”.
“Sai, non mi dispiacerebbe
rimettere in sesto questa casa e
viverci con te. La prossima volta che vorrai aiuto potrai trovarmi a
chilometro
zero” mormorò Stark.
Steve corrugò la fronte.
“Non dispiacerebbe neanche
a me”.
“Potremmo riempire il
giardino di animali. Con giardino
intendo questa porzione di bosco intorno alla casa. Mi piacerebbe
prendere un
alpaca e qualche lama” rifletté Tony.
Steve ridacchiò.
“Ci sto, ma voglio anche un
bel cane peloso da pastore”. Alzò
lo sguardo, iniziavano a vedersi le stelle.
< Lassù, tra
quelle, c’è anche Cybertron. Finalmente le
torture sono finite per entrambi, amico mio. Ora sei a casa >
pensò. Abbassò
lo sguardo su Tony. < Forse anche io ne sto finalmente trovando
una >.