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Autore: Longriffiths    23/04/2020    1 recensioni
La pace aleggia nel Mondo Magico, ed Hogwarts è pronta ad ospitare la più numerosa combriccola mai capitata nelle mura del Castello: i rampolli della famiglia Weasley/Potter.
Vi è inoltre un ragazzo vittima dei pregiudizi della gente ancora stabili e fondati sulle colpe di cui la sua intera famiglia si è macchiata, un ragazzo nobile e complicato, fiero ed orgoglioso. Scorpius Malfoy danna chiunque, insidiandosi volente o nolente nei pensieri di ogni singolo individuo che abbia a che fare con lui. Una sola persona pare tenersi volontariamente a distanza, e sarà proprio quella che col tempo, scoprirà essere perdutamente innamorata di lui. L'unico ostacolo è il suo cognome.
Riuscirà quell'amore a coronarsi, malgrado i piani del Malfoy Senior?
Vecchie rivalità, il passato verrà ancora e ancora a bussare alle loro porte, trascinandoli in un vortice irremovibile di emozioni e mura da abbattere.
Genere: Avventura, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Famiglia Malfoy, Famiglia Weasley, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Rose/Scorpius
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Incest | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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{Hogwarts; Partenza per Hogsmeade. 17.03.2022.}

《Te la posso fare una domanda?》Alice Jr; assunse fattezze funeree in volto, che sollecitarono l'attenzione del biondo molto più di quanto fecero le sillabe pronunciate. Scorpius eresse il tergo assumendo una posa rigida e predisposta alla concentrazione, ed un'espressione che non traspariva null'altro che profonda attenzione. 
Era apparentemente nel mirino della mora, e aveva collocato da parte qualsiasi altro pensiero per dedicarsi alle delucidazioni che la sua nuova amica avrebbe richiesto, concernente una questione che, dal modo in cui ella si torturava le unghie delle mani, sembrava  turbarla parecchio. 
Non sostenne subito il suo sguardo, era anzi vaga, evasiva, e distratta molto più di quel che il ragazzo aveva avuto modo di apprendere nei suoi comportamenti quotidiani. Senza aspettarsi una reale risposta, gli fece presente il suo interrogativo, ringraziando il cielo di poter avere qualcuno con cui covare il suo dispiacere. Una persona che non fosse una fiduciaria compagnia femminile, Alice Jr; necessitava dell'opinione di un cervello maschile, di quella del suo amico, un amico vero forse molto più appropriato di quelli che erano i fratelli Scamander, o qualsiasi altro membro della famiglia Weasley-Potter, uniche persone al mondo nelle sue decine di amici con cui si apriva sentimentalmente. Il giovane Malfoy era più adatto a quella conversazione per il semplice motivo che non avendo legami di alcun genere con l'oggetto dei suoi tormenti interiori sarebbe stato molto più imparziale, e sopratutto, non correva pericolo che quel discorso fosse riportato al diretto interessato da nessuna delle due bocche.
《Secondo te James non si fa avanti perché sono troppo immatura?》
《Io credo che sia lui a non essere pronto per una relazione.》
《Ti sbagli di grosso. Guarda là. Esce con quella da qualche giorno.》
Scorpius poté osservare, girandosi, dal finestrino della carrozza in cui era seduto con la compagna in direzione da lei indicatogli, una fanciulla dall'aria spensierata, dai lunghi capelli scuri. Rideva di gusto con un gruppo di amiche qualche metro più indietro dalla loro posizione, al collo portava una sciarpa dai toni rossi e gialli. Si sentì afferrare la mandibola e girare velocemente il collo a fronteggiare la mora, che lo guardava ora con occhi spalancati e cipiglio accusatorio, intenta a chiudere le tendine del veicolo trainato a breve dai Thestral fuori dalle mura del Castello. 
《Ma che fai?!》
《Tu mi hai detto di guardarla!》
《Ho capito, ma guarda senza guardare no? Così lo capisce!》
《Se non apri queste tende si capisce qualcos'altro, non voglio duellare col tuo ragazzo.》
Si affrettò a puntualizzare la serpe, chiedendosi ancora come fosse possibile guardare qualcosa o qualcuno 'senza guardare', mentre ridava modo al sole di riscaldare i loro corpi senza che la stoffa bloccasse i suoi raggi. Alice Jr; sospirò come appesantita da un grosso macigno, passandosi una mano tra i capelli.
《Comunque, dovresti essere contenta che esca con lei e non con te. Potter è conosciuto per i tira e molla, il che è anche passabile visto che ha diciassette anni. E sa che tuo padre, il nostro professore, e tuo fratello, suo amico e compagno di casa non sono sordi alle voci di corridoio. Avrei un po' di riluttanza anche io.》
《Che intendi con 'è passabile visto che ha diciassette anni'?》
《Uhm.. che è giovane e non è detto che debba volerne per forza una sola da adesso? Non mi guardare così non lo dico perché è un maschio, è un discorso generale.
》La giovane aggrottò la fronte, riflettendo sul discorso del proprio amico. Certo non faceva una piega, ma c'era qualche incongruenza col filo logico, se paragonato alla reale situazione che avevano vissuto. Certo, erano usciti insieme solo due settimane, e lei era nettamente più infantile, ma d'altronde la cotta per James Sirius Potter le iniziata all'inizio del suo secondo anno, quando lo aveva visto con addosso la divisa di Quidditch a volteggiare sulla sua scopa. Le era scattato qualcosa che, probabilmente, era rimasto dormiente in lei per un lungo periodo di tempo. Lei e James, indirettamente, avevano sempre flirtato almeno un po'. Abbassò gli occhi provando per un attimo a pensare al suo fidanzato, e ai sentimenti che le suscitava. Con lui aveva la possibilità di trascorrere del tempo insieme in svariate circostanze, impiegarsi in attività di effusione, ma niente di tutto ciò era paragonabile al modo in cui si sentiva quando, a metà tra la quiete e la tempesta inferiore, James le stava accanto qualunque fosse il motivo, in qualsiasi situazione emotiva si trovava nei suoi riguardi, sia che provasse rabbia o delusione, sia che scoppiasse d'amore.
Si chiese allora e finalmente, se non fosse il caso di trovare il modo giusto per lasciarlo, senza ferire i suoi sentimenti né citare il reale motivo per il quale quella relazione fosse, da ogni suo punto di vista, completamente sbagliata. L'interesse per il tasso così come l'infatuazione che l'intesa tra loro aveva portato, era svanita allo stesso modo in cui si era presentata.
Semplicemente, non le andava di prenderlo in giro.

Il circolo dei suoi pensieri andò a posarsi dalla sua situazione a quella della persona che le stava di fronte, che appoggiava ed ascoltava ogni suo capriccio, ed ogni suo lamento, senza chiederle niente in cambio malgrado la reale motivazione per il quale aveva perso l'opportunità di uscire dal suo guscio di ghiaccio, era stata proprio lei. L'aveva strappato alle giuste mani, che a poco a poco lo stavano sciogliendo. Probabilmente anche lui aveva qualche demone d'amore arpionato al cuore 
Aveva letteralmente rovinato quello che poteva essere l'inizio della relazione più assurda e magica del loro mondo, impraticabile per fattezze tanto simili quanto opposte, delineate dall'impedimento più assurdo eppure fin troppo ripetitivo tra i racconti amorosi, comuni e celebri, specie nella loro tenera età; la diatriba tra famiglie. Alice Jr; era sempre stata convinta, che i loro dibattiti e scontri sin dal primo anno fossero basati solo da caratteri opposti, da modi diversi di vedere le cose, e da parte della sua amica, da un po' di astio nei confronti di quello che aveva maturato tramite le storie che aveva ascoltato, più che sui libri di storia pubblicati dopo la guerra, dai racconti intrisi di dolore dei suoi familiari, che ancora dopo anni, trattenevano a stento la voce rotta e le lacrime. 
Questi erano i problemi più grossi, e l'impresa del districare dalle radici l'odio che per generazioni intere correva tra i loro nomi era facilmente paragonabile a scavare nella roccia con un cucchiaio di legno. Ma la complicità che aleggiava tra loro, suonava ben diversa da quella che si avverte con un compagno il cui bene non aveva limite ma nemmeno linee da superare, per passare ad una fase che preludeva uno stadio d'affetto alternativo. In altre parole, si vedeva bene che stessero iniziando a volersi di più, ma questo non lo avrebbero mai dato a vedere in maniera evidente a nessuno, neanche ai loro affetti più cari su cui contare apertamente, poiché, ne era convinta, ci fossero momenti che conoscevano solo e soltanto loro, e le cose che facevano, che si dicevano, che vivevano in quei momenti non sarebbero mai uscite al di fuori di loro.
Nessuno era al corrente, di che cosa mai potesse realmente correre tra quei due. Se era tutto un equivoco, se erano supposizioni fondate.
Soltanto Rose e Scorpius sapevano. Non sarebbe mai venuto fuori, se prima non si affrontavano a viso aperto. 
Alice Jr; sapeva che l'unico modo per confessare qualcosa a un'altra persona, era dirla prima a se stessi.
《Scorpius, con quante ragazze sei stato?》
《E io che c'entro?》
《A te piace la mia amica, e ne puoi parlare solo con me, anche se Albus è il tuo migliore amico ci sono cose che non si possono dire ai parenti di quella che ti piace.
》I problemi minori invece, erano i suddetti legami di sangue secondari. Albus e James nel dettaglio, concentravano tutti i loro sforzi nella tutela di Rose, avendo compreso forse dalla prima volta che Lily Luna, la loro unica sorella femmina aveva imparato a parlare, che lei non aveva bisogno di essere protetta. Il dramma sorgeva nel momento in cui uno cercava di tirare Rose da un lato, ed uno dall'altro, con l'inevitabile conseguenza che tirata da due forze in due sensi opposti, si sarebbe presto spezzata. Ci voleva una terza influenza, che come le prime due, aveva compreso che c'era qualcosa di diverso in lei, e che ne conosceva la fonte della causale.
《Questo non è vero. Lei non mi piace.》
《Allora prendila come una curiosità legata al modo in cui ragioni per James, mi posso preparare per quando scoprirò con quante è stato lui. O hai paura che lo vado a spifferare a Rose e lei ti veda con un brutto occhio?》

《Diciamo che sono abbastanza.》
《Fuori il numero. Quante, quattro?》
《No.》
《Di meno? DI PIU'?! Allora cinque? Sei?》
《Nove.》
Alice Jr; si fermò per un attimo a metabolizzare la cifra. Batté le palpebre un numero indefinito di volte ad intermittenza, e dopo attimi in cui il panico assalì -senza che lo desse a vedere- la coscienza del biondo al fronte del viso inespressivo della giovane, ella arricciò il naso piantando un sonoro ceffone sulla guancia dell'amico.
《AHI, perché?!》
《Pensa quando lo dirai a Rose come ci starà, ma non avrà il coraggio di farlo lei!》
《Ti ho detto che non c'è niente tra di noi.》

《Bugiardo!》Un altro schiaffo andò a colorare di un leggero rossastro l'altra gota della serpe, esasperato ormai del suo nuovo ruolo di valvola di sfogo.
《E smettila!》Tuonò il ragazzo, massaggiandosi i tratti del viso scottanti. Sospirarono entrambi per una frazione di secondo in cui si guardarono, lasciando andare le lievi risate inerenti alla comicità che emanava quella situazione.
《Sai lui sembrava preso quando siamo usciti insieme.》
《Perché anche tu gli piaci. Però è complicato.》
《E che cosa mi consigli allora, di guardarlo mentre si fa una vita altrove sapendo anche che per i prossimi due anni lo vedrò si e no quattro mesi l'anno?》
《Perché non gli chiedi tu di uscire?  E' poco elegante per lui, ma se ti preme così tanto allora provaci tu. Perché sei nella carrozza con me e non con lui?》
《Sta studiando per gli esami. Come Dominique.》
《E muoviti, la strada della Biblioteca la conosci. Guarda che siamo già a metà marzo e il tempo scorre.》
Alice Jr; sorrise radiosa. Si sporse in avanti per catturare il corpo del ragazzo contro il suo, in un abbraccio di quelli che fanno desiderare ti trovare la forza di non cadere. Saltò giù dalla carrozza ancora ferma come tutte le altre, correndo a grandi falcate verso il Castello, e prima che la sua sagoma si dileguasse in quelle degli altri studenti, altre tre spuntarono nel suo campo visivo, affacciandosi dall'entrata del mezzo di trasporto.
《C'è posto per noi?》
《Speravo che ti togliessi dalla vita per un po' ma è chiedere troppo, giusto?》
Canzonando il moro con fare sarcastico, Scorpius tese la mano in segno di saluto informale ad Albus aiutandolo ad entrare nel veicolo, ed entrambi ripeterono il gesto con le signore ancora sotto la luce diretta del sole. Rose e Roxanne Weasley presero posto accanto ai due proprio quando la McGranitt stava annunciando che entro cinque minuti si sarebbero messi in marcia, e prima che venissero condotti al villaggio, anche la più piccola dei Potter autorizzata finalmente per la prima volta a prendere parte alla gita, si fece spazio tra il fratello e il ragazzo asociale che non stava simpatico a nessuno.


                                   ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° °

High Street era il luogo più visitato dagli studenti in quel paesino di soli maghi, dimora dei tanti pub e negozi di qualunque genere possa catturare e includere il divertimento di grandi e piccoli, e in special modo, gli adolescenti della scuola di magia di Hogwarts.
I commercianti conoscevano dal primo all'ultimo tutti i ragazzi, avendoli talvolta incontrati anche fuori periodo d'istruzione, anche se la meta prediletta di quasi tutti i maghi con la possibilità di scelta, restava tutt'ora Diagon Alley, per la qualità e la quantità della mercanzia, dei locali, e per il fatto che la gente andasse senza problemi a spendere poiché c'era la possibilità di spendere le cifre che il proprio budget metteva a disposizione. Essendo Hogsmeade meta di turismo incrementato specialmente nell'ultimo decennio, risultava specie dopo la fine della guerra un po' più cara. Le uniche note migliori delle visite in quel paese, era la mancanza di sovraffollamento che invece era esponenzialmente superiore a Diagon Alley, e quindi la possibilità di godersi un giro in maniera tranquilla, in intimità.
《Voglio vedere la Stamberga Strillante.》
《Lily, che noia, ci sono tanti negozi bellissimi da vedere, andiamo da Zonko no? Quella è una catapecchia marcia e poi c'è raffigurata nei libri.》
《Vacci tu, che vuoi che me ne faccia di Zonko, sono praticamente sempre al negozio di zio Georgie. Io voglio vedere tutti i luoghi che sono stati di impatto per papà. Se non vuoi accompagnarmi tu Al, vado a cercare Lucy e Louis.》
《Piccola rompiscatole..》
《Al non ti preoccupare, ci veniamo dopo qui. Volevo solo controllare che non avessero gli stessi prodotti di papà o delle imitazioni.》
《Si non ti preoccupare il mio orologio può aspettare.》
《No no, Rosie fagli compagnia, giuro che non le faremo perdere tempo, ci trovate a Mielandia quando avete finito. Andiamo 'Xanne o devo solo strozzarla, James mi affetterà l'anima se si fa scappare che non le ho fatto visitare quello che voleva.》
Sospirò infastidito Albus, prendendo la cugina sottobraccio per avviarsi con lei in direzione della rossa che si era già allontanata da loro di alcuni metri, sotto gli sguardi divertiti dei suoi amici.
Mondomago era un negozio seppur caro, di estrema utilità, si occupava della vendita e sopratutto della riparazione di qualsiasi oggetto magico danneggiato o rotto, il suo proprietario era parecchio competente in materia e come lui, tutti i suoi commessi.
Rose si voltò spingendo delicatamente la porta d'ingresso per permettere a Scorpius di seguirla all'interno di quella immensa sala, piena di vetrine colme di manufatti di ogni genere, segnati da un bigliettino che denominava il proprietario e l'ora del ritiro, e della merce di proprietà dei loro fornitori. 
Non ci misero molto ad esaminare l'orologio da taschino del giovane, il tempo della riparazione era fissato a due giorni lavorativi, per cui, dopo aver pagato la commissione egli fornì le direttive per il gufo che avrebbero spedito al Castello nel momento opportuno. 
《Che ne dici se andassimo a ispezionare Zonko per Roxanne?》
《Mi sembra una buona idea. E' davvero simpatica sai? Non me lo aspettavo, sembra quasi più fredda di me.》
《'Xannie è stupenda dentro e fuori.》
Scorpius non potè che concordare con un cenno del capo. Oltre ad essere arguta, precisa, fine e perspicace, emanava anche un temperamento da leader. Si stupì per il fatto che non fosse stata nominata prefetto, questo era però facilmente associabile alla sua natura ribelle e permissiva. Era pur sempre figlia di suo padre. 
Era come la madre invece, forte e pronta ad affrontare qualsiasi situazione, basandosi però molto di più su ciò che le suggeriva la mente piuttosto che l'istinto o il cuore, ed il problema stava proprio nel fatto che come suo fratello, era il suo stesso cervello a dirle cosa fare anche quando c'erano di sicuro di mezzo delle punizioni o delle marachelle. Mai suoi voti erano eccellenti, e pur essendo selettiva, accettava l'amicizia di tutti. Il suo motto era che tutte le persone al mondo fossero delle teste di cazzo fino a prova contraria, quindi era inutile partire dal presupposto che si dovessero giudicare male solo dopo averle conosciuto. Al contrario, le cambiava opinione giudicandole bene, nel caso in cui le dimostrassero qualcosa di positivo. 
Non era il tipo da disperarsi, anzi, semmai  era lei a far disperare gli altri. Nell'amicizia come in amore.

Zonko era inondato di ragazzini alle prese con un nuovo scherzo, o più che altro, c'era un uomo incaricato proprio nello spiegare come questo funzionasse dando una dimostrazione pratica, che il più delle volte implicava uno degli scolari tra il pubblico a dover andare a cambiarsi, o appunto da Mondomago per riparare ciò che era stato rovinato.
I due ragazzi ispezionarono gli scaffali fino a che l'attenzione di Rose non venne attirata da una mensoletta mai vista prima.
《E queste cosa sono?》
《Oh, sembrano delle Mistery Box.》
Scorpius girò tra le mani un pacchetto che la coetanea aveva tirato giù dal ripiano accanto a un mucchio di calamai di diversa forma e dimensione, rendendoglielo un attimo dopo aver collegato cosa mai potesse esserci in buste di carta di un colore omogeneo, sigillate e senza indicazioni. Le aveva viste una volta in un negozio di articoli da cancelleria in Spagna magica.
《Cosa contengono?》
《Weasley, hai lasciato l'emblema della tua casa assieme allo stemma sul comodino del dormitorio? Si chiama Mistery perché non si sa che cosa c'è dentro!》
《Beh scusa pensavo fosse un prodotto standard, siamo in un negozio di scherzi!》
《No, vedi, se per esempio i negozianti non hanno venduto tutti i prodotti natalizi per la fine di dicembre, o avanza qualcosa di più brutto o rovinato, loro li mettono a caso in queste buste.》
《Ma se nessuno sa che cosa contengono, e questo negozio ha articoli di varia natura, manifattura e materiale, e alcuni potrebbero essere rovinati, perché costano tutte allo stesso modo?》

Il volto di Scorpius quasi si sciolse dinanzi alla genuinità della sua compagna. Dovette respirare a fondo prima di trovare il coraggio di esprimere a voce alta il concetto che aveva formulato mentalmente perché non risultasse ambiguo. Aveva ancora un certo timore ad affrontare argomenti di un certo peso, spaventato dal fatto che avrebbe potuto offendere o rendere troppo vaga la propria opinione.
《I tuoi nonni e i tuoi zii hanno affrontato la guerra, ben due volte, senza navigare mai nell'oro. Tu vieni da una famiglia che ti ha insegnato a vivere. Quel che c'è qui dentro, sotto la carta per te può essere un tesoro, ma prendi uno della mia classe sociale, che per esempio, lo scarta perché la plastica che lo avvolge è bucata, perché hanno stampato male una scritta. I soldi danno alla testa il più delle volte. Dai, scegline uno.》Scorpius si mosse verso il bancone saldando il conto dell'articolo indicando al commesso l'oggetto nelle mani della rossa, volgendo gli occhi a lei che sospirò sonoramente, con uno sguardo che esprimeva tutto il suo disappunto per le dure parole che quel ragazzo si dipingeva addosso da solo anche se indirettamente. Rose chinò il capo sul prodotto, e lo liberò dalla carta rivelandone il mistero. Una manciata di pallini multicolore, simili a delle capsule, con lo scheletro biodegradabile e l'interno colmo a metà di polvere variopinta. La ricollegò immediatamente a qualcosa che aveva sicuramente a che fare con il carnevale, o a qualche festicciola dove comunque c'era da dare spettacolo. 
Scorpius sorrise apertamente, attendendo la reazione della rossa.
《L'etichetta dice che sono verdi.》
《E per la gente è impensabile usare più di un colore nelle feste a tema.》
《E' così snob la gente?》
《Fai un po' tu, mi evitano come il vaiolo di drago perché sulla fronte porto scritto Malfoy.》
《Se ti scartassero prima non ti eviterebbero.》
Ella pronunciò quel pensiero natole nell'immediato momento in cui l'ultima infelice nota di quella frase le arrivò ai canali uditivi senza guardarlo però in faccia, convinta di averlo soltanto pensato. Le piaceva moltissimo l'idea dello smettere di sprecare, e appuntò mentalmente di scrivere una lettera allo zio George, e suggerirgli di utilizzare la stessa procedura per i Tiri Vispi, contando sempre il fatto che restasse qualcosa in quel negozio amato follemente da praticamente chiunque. Restava semplicemente ferma ad osservare il pacchetto, e cercare di leggere sulle note riportate della confezione a che cosa servissero mai dei pallini colorati. Scorpius raccolse il piccolo malloppo dalle sue mani, riponendolo nella tasca del suo soprabito.
《Ehi! Insomma, che modi sono questi?》
《Non è uno scherzo, io so cos'è e so che ora lo vuoi sapere anche tu, e quindi ti aspetto stasera, attorno alle undici nel cortile.》
《Non possiamo stare nel cortile a quell'ora, in che lingua te lo devo dire?》
《E tu fa' come faccio io davanti a questa consapevolezza. Ignorala. Se non ci vuoi venire per sapere a cosa serve questo, vieni per mettermi in punizione.》
Le sventolò nuovamente la bustina davanti al naso, e riprese il suo cammino verso Mielandia, ove li attendevano i loro amici. 

                                    ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° °

《Quindi quante lingue parli?》
《Tre inclusa la nostra, poi il francese e lo spagnolo.》
《E vedi se mi ha mai dato lezioni questo stronzo, 'Xanne..》
《Ma se tu hai le tue cugine che lo parlano!》
Gli sketch dei due migliori amici era qualcosa di comico al limite della follia. Per quanto riguardava il linguaggio, sembravano utilizzare una specie di codice per non dar modo agli altri di comprendere cosa si stessero dicendo quando invece era semplicemente dato il fatto che gli bastassero due parole di una frase di dieci per comprendersi, e per quanto riguardava le offese gratuite, il modo che avevano di rapportarsi, e di fare e dire le cose più assurde senza un motivo pertinente, era il massimo dell'ilarità. E la cosa sorprendente era che visti tra i corridoi della scuola o in mezzo ad un gruppo di altra gente, sembravano essere sempre da soli, estranei a ogni altro individuo seppur in assembramento, come se vivessero in una campana accessibile solo a loro due. La magia interiore che girava tra loro era palpabile, così come l'immenso bene che dimostravano di volersi. E quando iniziavano a litigare, era meglio per chi assisteva che avesse svuotato da poco la vescica, o avrebbe fatto meglio a procurarsi dei pannolini.
Il loro legame si era se possibile rafforzato, dal momento in cui Albus era tornato al Castello gettandosi di peso tra le sue braccia, nel loro dormitorio, ed esultando insieme a lui non appena era riuscito a dirgli che aveva finalmente confessato il suo orientamento ai suoi genitori, e che era andato tutto a meraviglia.
'E tu che ti facevi tutti quei problemi, te lo avevo detto che non sarebbe successo niente!' gli aveva detto il biondo, quasi più contento di lui. Contento perché, adesso che i suoi genitori sapevano e non avevano problemi, lui era finalmente libero di esprimersi e di stare alla luce del giorno se avesse trovato l'amore. Cosa che Scorpius, si augurava con tutto se stesso.

I dadi stavano rotolando sul tabellone in legno, mentre aspettavano le ordinazioni, i cinque ragazzi stavano intrattenendosi con un gioco comprato in un negozio pochi minuti addietro. Lily lo aveva adorato dal primo istante in cui ci aveva appoggiato gli occhi zaffiro.
Il proprietario di Mielandia aveva avuto la brillante idea di non vendere dolciumi solo di asporto, ma aveva aggiunto dei tavoli rendendo il locale una Bakery, servendo anche torte, dolci vari, e bevande calde o fredde. L'aria di marzo era ancora incerta e precipitosa, per cui, optarono per tre fette di torta al melone, un mini rollo alla fragola e un piatto di biscotti glassati, di puro zucchero. 
Una cameriera gentile servì loro le ordinazioni, seguite da succo di zucca caldo.

《Vediamo se la tua lingua riesce a parlare il francese dopo questa, ti sfido a bere con me tutto d'un fiato le tazze di succo di zucca. Chi lo finisce per ultimo paga pegno.》Albus mostrò una tesserina del gioco che lo aveva obbligato a pescare, e scelse tra tutte le direttive avendo carta bianca dai suggerimenti di quel che vie era scritto, di dare come al solito rogne al ragazzo. Metterlo in imbarazzo davanti alle cugine e a sua sorella lo divertiva da morire. 
Scorpius dal canto suo non si diede per vinto, ed afferrò il manico ovale della tazzina portandola alle labbra insieme al moro.
《Ragazzi non mi sembra una cosa intelligente da far-》Prima che Rose potesse finire la frase, i maghi stavano già bevendo, evidentemente ustionandosi per il modo in cui si stavano rovesciando il liquido addosso.
Una volta terminato, si guardarono sputandosi addosso i residui di succo per il troppo riso, con le labbra gonfie e rosse come ciliegie, mentre le ragazze assistevano come se stessero guardando uno show babbano demenziale, piangendo per gli spasmi delle risate.
《Co'aggio poliglotto, dillo adessho.》
《Lesh vevs à soje shont desh p'emmesh.》
《'On ho ccapito?》
《Vaffanculo shtronzo non ti shoppotto più voglio divorziare.》

Quella gita, con grande delusione per tutti, finì troppo presto.





{Hogwarts; Cortile Lastricato. 17.03.2022.}

Scorpius attendeva paziente la guardiana dei corridoi.
Era in piedi osservando i magici pallini acquistati quel pomeriggio inaspettatamente piacevole. Si era sentito come non accadeva da qualche tempo, in compagnia di qualcuno. L'accettazione, era una sensazione che gli dava leggerezza e calore interno, e nel corso di quei giorni poi andavano via via accadendo cose sempre più gaie. Alzò gli occhi al cielo cercando la sua costellazione preferita, quella che sua madre amava spiegargli non tralasciando alcuna stella e nessuna leggenda ad essa connessa, prima che il piccolo di soli otto o nove anni si addormentasse. Il fatto che potessecostantemente parlare con il suo spirito lo allietava parecchio, poteva chiedere un segno così da sapere se le scelte che aveva intenzione di fare sarebbero state positive, se stava sbagliando qualcosa, poteva confessarle come se scrivesse una lettera tutti i suoi pensieri, e riporre il lei le preoccupazioni lasciando che se le portasse via in un soffio di vento. Parlava con Astoria costantemente. 
Sua madre era l'unica persona ancora, anche dopo la dipartita terrena, che lo capisse davvero.

Rose non si era fatta pregare.
Puntuale era uscita dalle mura del Castello avviandosi nel cortile, dove il suo compagno era andato ad aspettarla, nel posto più buio e nascosto dalle finestre dei dormitori sulle torri. 
《Allora, a cosa servono quei cosi?》Il biondo sollevò l'angolo destro delle labbra in un ghigno compiaciuto, sistemandosi la sciarpa intorno al collo.
《Non penserai che te lo mostri qui. Vieni con me Rosie.》
Confusa, ma assolutamente decisa a non iniziare alcuna forma di litigio nel bel mezzo del cortile ove se baccata avrebbe potuto essere punita ed il suo ruolo revisionato, lo seguì senza fiatare, anche perché ormai il ragazzo aveva già iniziato a camminare lontano. Non formulò nemmeno il pensiero che nessuna anima viva avrebbe potuto vederli o ascoltarli, essendo soli di notte in un posto isolato e non predisposto alla eco vocale.
Riconobbe il percorso pur avendolo fatto una sola volta e per giunta al ritroso, non tornava su quelle scale dal primo giorno del suo primo anno in quella scuola.
Scorpius l'aveva condotta alla rimessa delle barche nella darsena sotterranea, ove tutte le barche che trasportavano gli studenti del primo anno venivano legate al ponte del porto, e lasciate lì a marcire in acqua fino ad ogni sera di ogni primo settembre.
《Come mai siamo alla rimessa?》
《Vengo spesso qui. Il professor Piton è morto proprio in quel punto, o almeno è quello che raccontano l'autobiografia di tuo zio ed i volumi della seconda guerra magica. Non ho mai avuto il coraggio di chiederlo al suo quadro nello studio della McGranitt. Ci vengo spesso qui quando voglio riflettere senza essere disturbato nemmeno da me stesso. Devo farti vedere che cosa abbiamo preso al negozio, no?》
Il ragazzo allungò una mano aperta verso la rossa, in segno di invito. Rose spostò lo sguardo dalla mano ai suoi occhi ancor più grigi con l'acqua che si rifletteva all'interno di essi, e senza esitare congiunse la mano alla sua. A quel contatto immediato entrambe si strinsero graduando la forza per qualche secondo fino a che lenocche sbiancarono. Con l'altra mano, Scorpius tenne ben salda la bacchetta sciogliendo con un incantesimo verbale le corde che tenevano ferma la barca, e attento a non scivolare per l'umidità dell'aria sul legno, entrò nella barchetta che per due studenti del quinto anno era sufficientemente spaziosa, come cinque del primo.
Rose esternò un po' di titubanza nel compiere quell'azione senza aver paura di cadere nelle acque, e Scorpius le si avvicinò di più afferrandole la schiena. Teneva un piede sul fondo della barca, e uno sulla pedana del porto, e la ragazza sicura di poter raggiungerlo con tranquillità, abbandonò la banchina, finendo per scivolare malamente sul corpo del biondo. Non caddero perché lui ebbe la prontezza di afferrarla in tempo e la capacità di serrare bene i piedi in terra, altrimenti si sarebbero lussati qualche osso entrambi.

A un palmo di mano l'uno dal viso dell'altra, un forte rossore colorò le gote della strega, che spezzò quell'attimo di tensione che Scorpius invece si stava godendo come un prezioso attimo fuori dall'essenza del tempo e dello spazio corrente, tossendo nel fondo della gola. Il biondo la fece accomodare di fronte a lui, prendendo i remi per iniziare a rompere l'acqua con essi ed allontanarsi dal porto, nel bel mezzo del lago nero.
《Stai attenta a non sporgerti, se le sirene ti trascinano giù o peggio, la piovra, probabilmente moriremo entrambi.》La ragazza sorrise sbuffando, ed attendendo che il compagno arrivasse a destinazione senza sapere dove e quando. Le aveva sempre fatto uno strano effetto trovarsi sullo specchio dell'acqua in mezzo al nulla di sera. Il fatto che il cielo e il mare diventassero una cosa sola la turbava parecchio, il non rendersi conto di quante e quali sfumature ci fossero nel paesaggio, la sensazione di essere persa nel vuoto materialmente. Per Scorpius invece, quella era una perfetta assonanza tra ciò che vedeva e ciò che sentiva. Si accorse dello stato di disagio della giovane, per cui arrestò la camminata assistita e si posizionò accanto a lei, sui sedili in legno a prua. Utilizzò un remo soltanto per cambiare direzione, lei aveva dato le spalle alla struttura che abitavano per tutto il tempo concentrata solo dai movimenti del ragazzo e dalla visione del nero assoluto, e quando Scorpius le diede modo di guardare quello spettacolo, Rose si rilassò visibilmente. 
Hogwarts da lontano era magnifica, anche quando non era illuminata. Tutte le stelle e qualche nuvola che baciavano le torri erano un paesaggio meraviglioso, e allora, tirò fuori le perline multicolore. Ne diede una manciata alla ragazza, e ne tenne un po' per sé.
《A contatto con una fiamma esplodono in aria come fuochi d'artificio.》
《E con l'acqua?》
《Scopriamolo.》
Insieme, gettarono lontano le piccole sfere. Sulla superficie del lago si formarono delle bolle, che divennero sempre più frenetiche e sempre più grosse fino a coprire tutti i cerchi che aveva delineato l'impatto delle perline con il pelo d'acqua, Rose si affacciò dalla barca incuriosita come una bambina, fino a quando non si levarono nell'aria, ciuffi di fumo colorato di tutte le tinte esistenti e conosciute, che andavano a creare giochi di scie unendosi e danzando tra loro, mescolandosi e poi allontanandosi, come fossero la reincarnazione dell'opposto di mille Dissennatori insieme. Per un attimo quasi si dispiacqua che gli inquilini del Castello fossero in un sonno profondo per non poter assistere anche se da lontano a quel gioco di luce, di colori e di profumi che i fumi emanavano. Si voltò verso Scorpius, e lo trovo con il più dolce dei sorrisi che gli avesse mai visto fare, per niente attento a quello che stava accadendo nel raggio di cinquanta metri da solo, intento a fissare invece quali fossero le sue reazioni. Il respiro stupito, il modo in cui aveva battuto tra loro le mani, le urla strozzate dalla meraviglia di qualcosa di tanto semplice e al contempo strabiliante.
《E' bello, non è vero fiorellino?》 
《Non ho mai visto nulla di simile. Ma.. non avremo mica inquinato il lago?》
Il biondo si lasciò sfuggire una risata, scuotendo il capo incitandola a stare tranquilla. Di rimando, lei prese nuovamente posto accanto a lui, possiando entrambe le mani ai lati del suo corpo sulla panchina che li ospitava, poggiando la sinistra sulla sua. Si allungò il giusto per posare un candido bacio sulla guancia del suo accompagnatore.
《Grazie.》Quest'ultimo si sentì mozzare il fiato, e morire dentro in un modo tanto piacevole da desiderare che la sua esistenza terminasse lì con lei, perché non avrebbe saputo immaginare un momento più giusto di quello. Un momento che decisero di gustarsi ancora un po' prima di fare ritorno.


 



 
{Ottery St Catchpole; Devon - Inghilterra. - 18.03.2022.}

《Grazie di essere venuta, 'Meda cara.》
《E' un immenso piacere, Molly.》

Una donna dai lineamenti piuttosto provati accolse l'invito ad entrare nella struttura forse più strana e allo stesso tempo magnifica di tutto il mondo magico in termini internazionali. Certo, il Ministero della magia per esempio, lasciava a bocca aperta anche un mago abituato a certe vedute, per la bellezza con cui si presentava specie la prima volta alla visione di chiunque. 
Ma la Tana, era tutt'altro discorso.
Ed era anche il luogo in cui erano cresciute metà delle persone che avevano reso la loro odierna ubicazione temporale storica, e la comunità in cui vivevano, un posto migliore, felice. Tranquillo. 
Ciocche grigiastre tingevano i crini un tempo soffici e uniformemente bruni come legno di noce, segno della vecchiaia incombente così come le pieghe ai lati delle labbra e sulla fronte, stonavano incredibilmente con il paio di iridi acquamarina che, se osservate per qualche secondo più del necessario, sapevano catturarti e trasmetterti da quel semplice e astratto contatto un'ondata d'emozioni, anche quando il suo volto non ne esprimeva neanche una. Facevano del cuore di chi si perdeva in quel colore non riportabile su tela anche dal miglior pittore, una incessante centrifuga che attanagliava anche la bocca dello stomaco.
Negli occhi di Andromeda Tonks, Black nel suo oscuro e lontano passato, era possibile leggere tutte le esperienze di vita, la sofferenza patita, ed infine la pace che finalmente aveva trovato all'alba dei settant'anni, malgrado non potesse e non riuscisse ancora a lasciarsi alle spalle il risentimento nei confronti del fato che le era stato assegnato, e il dolore che non l'avrebbe mai abbandonata, sino alla morte, quello della perdita delle persone a lei più care. Una sorella, ed una figlia.
Fortunatamente, la vita l'aveva premiata per la sua purezza d'animo dimostrata più e più volte, dandole la possibilità di vedere negli occhi e nei capelli del suo adorato nipote, l'ombra di Ninfadora. 
In quelli di Narcissa però, non vi era quella di sua sorella. Lei viveva ormai solo in fondo al cuore, e nei meandri dei suoi nostalgici ricordi. 
Molly Weasley aveva accettato con gioia e comprensione le volontà del suo nipotino acquisito, ormai ventiquattrenne come la sua prima nipote biologica più giovane di lui soltanto di un anno, di lasciare che la signora Tonks prendesse parte a quella felice avventura, in sua compagnia, al posto della nonna materna di Victoire, impegnata in Francia. Non che se ella ci fosse stata, Andromeda fosse stata trascurata. Ted la adorava alla follia, e l'aveva sempre tenuta partecipe di tutta la sua vita. Dopotutto, erano stati lei e Ted Sr; a prendersi cura di lui, una volta divenuto orfano. Ma per lei era ancora stupidamente sorprendente essere invitata e accettata come se nulla fosse a quelle riunioni di famiglia tanto calde e sincere, sapendo che metà dei Black aveva nociuto gravemente e irreversibilmente parte dei Weasley. 
《Posso offrirti un thé, dei muffin , mentre aspettiamo i ragazzi?》
《Un thé va più che bene, in realtà sono io ad aver portato a te un pensiero. Ecco, li ho sfornati un'oretta fa.》
Andromeda dovette alzare il tono vocale poiché la rossa era già sparita oltre la cucina armeggiando con il bollitore in acciaio. Il classico rumore del metallo che poggiava sul piano cottura e lo scorrere dell'acqua corrente la rilassarono talmente tanto, che sorridere era divenuto un meccanismo involontario. Quando la donna, non facendosi attendere vista l'ultima frase della sua ospite, ritornò nella sala da pranzo, la bruna porse a Molly un vassoio foderato da una pellicola traspirante all'interno di una scatola da trasporto per alimenti, che aveva estratto dalla borsa a tracolla. La signora Weasley l'adagiò pacatamente sul tavolo, assumendo un'aria dispiaciuta e onorata allo stesso tempo.
《Cara, non avresti dovuto! Athur, tesoro, guarda che bell'aspetto e che buon odore hanno questi Shortbread.》
《Sono quasi più buoni dei tuoi amore.》
Esordì il capofamiglia, strizzando un occhio alla donna. Ella trattenne a stento il riso, posando il dito indice dinanzi alla bocca per mascherare il divertimento, al contrario di Molly che non si preoccupò di apparire irritata, schiaffeggiando la spalla dell'unico uomo presente nella casa. Andromeda non seppe dire se l'occhiata infastidita era una conseguenza d'offesa nei confronti della sua cucina, o perché il marito aveva detto, davanti a un ospite che aveva appositamente cucinato per loro, che il suo piatto non raggiungeva il livello di bontà della moglie. Ad ogni modo, fu sollevata di star vivendo quel piccolo dolce momento. Il bollitore fischiò dopo pochi minuti, ed in fretta la padrona di casa raccolse i viveri servendo per tutti e tre un thé alle more. Mentre sorseggiava quella calda bevanda, Andromeda si perse nei discorsi dei coniugi distaccandosi dalle loro parole, attirata invece dall'arredamento dell'abitazione. Con sua grande gioia, non adocchiò nessun albero genealogico dipinto sulle pareti. E nessuna faccia bruciata sopra. 
Scambiò qualche convenevole fin quando il fumo cessò di levarsi in aria dallo stesso bollitore, ed in quel momento la porta suonò. 
Arthur fece gli onori accogliendo Ted e Victoire a braccia aperte, stringendoli praticamente entrambi allo stesso tempo dimostrando però una certa premura nello schiacciare a sé la nipotina. Quando si rese conto che le escrescenze del petto della nipote arrivarono a toccare il suo busto prima della sua pancia, si staccò buttando sul ventre un'occhiata più interessata, accigliandosi.
《Ma tu sei sicura che c'è un bambino di quattro mesi qua dentro?》
《Nonno ti prego, già avevo paura che non stesse bene quando ho chiesto alla mamma perché non mi crescesse la pancia, e lei mi ha risposto che solo dal sesto mese le levitò come un impasto per pizze. E ora ho paura che dovrete farmi rotolare fino all'altare.》
Teddy roteò gli occhi al cielo iniziando a sentire il peso dello stress mentale di una discendente Veela in versione infuriate, in balia degli ormoni di una gravidanza, dei cambi di umore e delle controindicazioni che stavano prendendo possesso di quella che era sempre stata una pacata, affettuosa, docile fidanzata. Ma non si trovò neanche per un attimo ad avvertire noia, riluttanza né pentimenti verso quel lato della bionda. La amava, se possibile, ancora di più.
《Ma che cosa dici, sarai la sposa più bella mai vista!》Molly andò a catturare la schiena della ragazza in un abbraccio più pronunciato mentre Andromeda ripeteva la stessa azione con il suo nipotino, e poi, si scambiarono. In quell'istante, Arthur si avvicinò all'orecchio della ragazza ammiccando in direzione di sua moglie con fare elusivo, prendendosi gioco di lei. Due quindicenni ancora perdutamente innamorati nei corpi maturati dal tempo e da due guerre, erano i coniugi Weasley.
《Goditi le premure perché quando toccherà alla prossima nipote sarà lei la sposa più bella mai vista.》
《Guarda che ti ho sentito, mascalzone! Tutte le mie nipoti saranno meravigliose quel giorno, ma mai come la prima di tutte.》
《Mercì grand-mère.》
Molly aveva posato dolcemente una mano sulla guancia di Victoire, l'unica nipote autorizzata da lei in prima persona ed esplicitamente a partecipare alla preparazione dei pranzi di famiglia. Avevano un legame speciale, poiché il suo figlio maggiore, non solo per primo le aveva dato la gioia di diventare madre, ma anche l'emozione di stringere tra le braccia, dopo vent'anni dall'ultima volta, di nuovo, un pargolo ch'era solo una fonte infinita di gaiezza.
Lei allacciò dolcemente la mano della matura strega tra le sue senza interrompere quel contatto, e poco ci mancava, che scoppiassero a piangere entrambe.
《Oh andiamo, se fate così adesso dovrò portarmi gli stivali da pioggia al matrimonio.》
《Piangerai di sicuro anche tu mister non-ho-emozioni. E anche tu Ted, e anche William.》


{Londra Babbana; Grande magazzino abbandonato Purge & Dowse Ltd.}

Il luogo della loro destinazione non era poi così lontano, per cui non fu di peso per Arthur guidare l'automobile con cinque persone all'interno lui compreso. Avrebbero potuto smaterializzarsi, ma Victoire non reggeva le vertigini e se non volevano trascorrere un indefinito lasso di tempo cercando di fermare le nausee o peggio, di fermarle i conati di vomito che l'avrebbero scossa, avevano optato per il mezzo più semplice e veloce. Arthur poi, coglieva ogni pretesto per mettersi alla guida, anche se Ted e Harry avevano dovuto perdere ore e sommandole, giorni, per spiegare al signor Weasley perché ci fossero tre pedali se avevano due sole gambe, e a cosa servisse il terzo. Tutto sommato era diventato bravo, e guidare ora era un piacere.
L'uomo parcheggiò trovando esilarante infilare una banconota e due monete nella macchinetta e guardarla sputare fuori il ticket.

Per accedere all’atrio dell’ospedale, attenti a non farsi vedere dai babbani, dovettero attraversare una delle finestre del Purge e Dowse Ltd, situata all'angolo della strada tra un vicolo e un altro palazzo abitato.
All’esterno l’edificio si presentava costituito di mattoni rossi, sporchi e trasandati. 
Una volta attraversato quella specie di portale, il San Mungo, appariva ordinato e conforme ad un qualsiasi ospedale. Avrebbero anche potuto recarsi in un normale ambulatorio babbano, ma il rischio che Ted si facesse pervadere dalla troppa gioia trasfigurando qualche parte del corpo era davvero troppo alto. Quando la fidanzata infatti, dubbia sulla data del suo ciclo mestruale aveva comprato un normale test in una farmacia babbana e lo aveva consultato assieme al futuro sposo, questo aveva esultato eccitandosi talmente tanto da farsi spuntare una coda da gatto per qualche secondo. 
La donna nell'atrio segnalò i visitatori dopo avere chiesto il motivo della visita, e li fece accomodare in sala d'attesa fin quando non sarebbe arrivato il loro turno.
Un Medimago dopo circa un'ora d'attesa li fece accomodare nel suo studio, e preparò una quindicina di fiale colme per metà tutte di ingredienti e preparati diversi, e consegnò alla bionda una pozione in una provetta di vetro da ingurgitare non appena questa si sarebbe iniziata a scaldare tra le sue mani. 
Victoire dopo qualche secondo aveva sentito del caldo a contatto col vetro, e allora, aveva bevuto tutto d'un fiato il liquido lillà, avvertendo il persistente bisogno di andare al bagno subito dopo. Mentre ella, in bagno da sola, riempì il contenitore appena svuotato della sua urina, un calderone bolliva su un ripiano dello studio, e nel silenzio generale, fugaci sguardi correvano tra gli accompagnatori della donna in dolce attesa. 
La bionda consegnò la sostanza al Medimago, e si accomodò con i suoi parenti, mentre il medico versava il tutto nel calderone, e con l'aiuto di un contagocce trasferiva il preparato in ogni provetta. Quelle, gli avrebbero rivelato lo stato di salute del bambino, e la cosa positiva era che le risposte al contrario delle analisi babbane, erano immediate. Il medico capiva, dal colore e dalla consistenza che il contenuto di ogni provetta assumeva, tutto riguardo il nascituro, e segnava a mano poi i responsi su una pergamena. Quando annunciò loro che il bambino godeva di un'ottima salute, e stava crescendo e formandosi alla perfezione, l'ansia corrente sparì lasciando spazio solo alla liberatoria sensazione di sollievo e gaudio profondo. Stavano per ringraziarlo e lasciare lo studio per pagare il conto della visita, quando il mago emise un verso di piacevole stupore, tirando fuori un'ultima provetta.
《Signorina Weasley, signor Lupin, volete sapere il sesso?》
《E' già possibile?》
《A quanto pare si. Verso?》


                                    ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° °

《Non sai quanto sono felice.》
《Non dirlo a me, sto ancora tremando Teddy. Che nome ti piacerebbe dare alla nostra creatura?》
《Non saprei proprio, però ho avuto un'idea su come annunciare il genere alla famiglia. I nonni manterranno il segreto, ti piacerebbe se lo annunciassimo durante il brindisi al matrimonio? Trasfiguro i capelli di blu per il maschio, e di rosa per la femmina. Tipo sorpresone finale.》
《Je l'adore! Mi dispiace solo che ma maman et papa non c'erano.. gli abbiamo detto che era solo una visita ed era inutile prendersi un giorno di festa dalla Gringott..》
《Beh ma non lo sapevamo mica che era già possibile sapere così tante cose!》

Il giovane si sporse in avanti per baciare castamente la sua amata, e poggiarle una mano sul ventre ancora troppo piatto. 
Era in febbrile eccitazione al pensiero che, nell'ormai vicino due maggio, sarebbero convolati a nozze avendo la grande gioia di vedere partecipi del loro amore tutti gli amici ed i parenti, colleghi del corpo docenti di Hogwarts, in quanto dal 1999 ormai, per tre giorni ovvero, la vigilia della battaglia e i due giorni seguenti, il Castello era senza eccezioni, chiuso per onore alla vittoria e alla liberazione da un grande, grandissimo male. 
Nel calore del letto nella casa che Ted stava finendo di acquistare e che presto sarebbe stata abitata da entrambi, i promessi sposi si assopirono cullati da quella nuova e splendida aspettativa di vita.


 


 
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I miei personaggi hanno TUTTI una cosa in comune con me: sono logorroici xD
Spero che i capitoli di passaggio vi piacciano come quelli principali, comunque, alla prossima!

   
 
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