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Autore: MauraLCohen    24/04/2020    1 recensioni
Raccolta di missing moments su Sandy e Kirsten per raccontare del loro passato a Berkeley, di qualche breve frammento della loro vita quotidiana a Newport e non solo... Il tutto condito da una buona dose di hurt/comfort.
[Alcuni prompt sono presi dal gruppo Facebook “Hurt/Comfort Italia - Fanfiction e fanart”]
Genere: Hurt/Comfort, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kirsten Cohen, Sandy Cohen
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Prompt: incidente stradale
Parole: 412



Sandy stava tornando a casa dall’ufficio, era molto tardi e il sonno iniziava a farsi sentire. In quei giorni lavorava come un matto ad un caso di frode ed aveva bisogno di recuperare le energie. Aveva gli occhi puntati sulla strada, cercando di rimanere concentrato, ma le palpebre presero a calargli ad intermittenza. Sentiva il corpo indolenzirsi, la bocca seccarsi e la testa farsi man mano più leggera. Era così rilassato, così… Gli occhi gli si aprirono di colpo, davanti a lui il guardrail della grande carreggiata su cui la macchina procedeva spedita. Il rumore del telaio in frantumi gremì l’aria, poi il silenzio. La testa di Sandy schiacciata sul volante perdeva sangue incessantemente.

*

Il telefono squillava all’impazzata ma ci volle un po’ perché Kirsten, a mollo nella vasca, poté sentirlo. Quando se ne rese conto, si avvolse in un asciugamano e velocemente arrivò in camera da letto per afferrare la cornetta.
« Pronto? » esordì. 
« Signora Cohen? » Una voce gentile rispose dall’altro capo.
« Sì, sono io, chi parla? » Il tono era preoccupato.
« La chiamo dall’ospedale. Suo marito ha avuto un incidente. È in sala operatoria al momento. » 
Il telefono le cadde dalla mano, finendo sulla moquette ai piedi del letto. 
Kirsten non disse più nulla. Il cuore le salì in gola e uno spasmo le scombussolò lo stomaco. 
« Signora Cohen? Pronto? È ancora lì? » si sentiva in sottofondo.

*

Ora Kirsten sedeva accanto a Sandy, privo di sensi. Il dottore le aveva detto che non c’era da preoccuparsi e che il marito era fuori pericolo, doveva solo essere paziente ed aspettare che si svegliasse. E lei così stava facendo. Gli teneva la mano e lo guardava: il volto tumefatto e i capelli sporchi di sangue. Non riusciva a vederlo conciato in quel modo, faceva dannatamente male. Kirsten a stento riuscì a rigettare dentro le lacrime, alzando il viso verso il soffitto. La luce bianca della stanza era terribilmente fastidiosa. Riportò gli occhi sul marito e gli accarezzo il capo mentre con l’altra mano stringeva la sua. « Sandy, mi senti? » chiese e in quel momento desiderò profondamente di sentire una risposta, che, però, non arrivò. « Perché non mi senti? » Un singhiozzo la interruppe. « Perché non ti svegli? » Un altro singhiozzo. « Sandy… » In quel momento Kirsten sentì stringersi la mano. Sandy aveva ancora gli occhi chiusi, ma le sue dita erano strette in quelle di lei. Anche in quelle condizioni, anche incosciente, riusciva a non lasciarla mai. 

   
 
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