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Autore: bluebb    24/04/2020    1 recensioni
[presenza di OC] [future!fic] [next gen bnha] [segue la trama di Dazzling Blackout]
Dal testo:
“Ti aspettavi qualcosa di diverso dai nostri figli?” Todoroki gli porse la birra sfoggiando il sorriso più amaro della sua vita. E quello era già assurdo di per sé.
Bakugou afferrò la bottiglia e annuì, mentre si appoggiava al balcone e sbuffava.
“Ah sì? E che ti aspettavi?” Shoto conosceva già la risposta. La domanda era puramente di rito.
L’amico si unì alla sua amarezza “Che non avrebbero fatto i nostri stessi errori.” avvicinò la bottiglia alla sua, per brindare “A quanto pare certe cose non cambiano mai.”
FF ambientata nel futuro con protagonisti i figli di alcune ship del fandom. I personaggi principali di BNHA saranno comunque parecchio presenti durante tutta la narrazione.
Genere: Angst, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Izuku Midoriya, Katsuki Bakugou, Nuovo personaggio, Shouto Todoroki
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate, Triangolo
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Can someone please propose a scheme?






Tornare a casa dopo la giornata precedente era la cura perfetta per i nervi tesi di Katsuki. Kimiko stava chiudendo la porta alle sue spalle, portando gli effetti personali di Bakugou. Lui aveva detto più e più volte che era in grado di portarli da solo, ma sua moglie non aveva sentito ragione e lo aveva minacciato con lo sguardo di lasciare stare le manie da galantuomo per un giorno, visto che era ancora convalescente.

“Bene, vado a prendere i fascicoli del caso in auto, tu non azzardarti a sollevare qualsiasi tipo di cosa, intesi?”

Bakugou rispose con un semplice cenno del capo e appena Nishimura uscì dalla porta di casa, si fiondò letteralmente a tirare giù la scala della soffitta. La spalla era ancora leggermente indolenzita, ma il quirk di Eri era stato miracoloso, aveva risanato tutti i tessuti e Katsuki si sentiva praticamente come nuovo. Salì la scala in fretta e starnutì, doveva ricordare a Kimiko che c’era bisogno di dare una pulita a quella stanza. “Allora… dovrebbero essere…” controllò vari scatoli, fino a quando l’occhio non cadde su un paio di scatoloni un po’ più vecchi, con su scritto KATSUKI. La grafia di sua madre.

Li aprì entrambi e iniziò a tirare fuori quello che gli serviva, prima di venire attirato dalla voce di Kimiko, sotto le scale della soffitta “Katsuki? Ma che stai facendo lassù?”

“Vienimi a dare una mano, ci sono alcune cose di cui avremo bisogno.” in mano aveva un ricordo prezioso. Il suo personale manuale di D&D, quinta edizione, tenuto scrupolosamente bene. Sembrava quasi nuovo, se non fosse stato per le pagine leggermente rovinate dal tempo.

“Lascia lì i fascicoli.” le indicò quando posarono tutto nel loro ufficio.

“Katsuki mi spieghi perché hai tirato fuori quei vecchi manuali?” Kimiko lo osservava interdetta, mentre lui cominciava ad affiggere foto identificative e scrivere informazioni sulla lavagna bianca.

Finì di scrivere, rilesse tutto per controllare che non avesse dimenticato nulla e disse “Il nostro uomo è un soggetto molto singolare, personalmente non ho mai avuto a che fare con uno così. Shiagaraki era fissato con i videogiochi, ogni tanto si esprimeva con qualche termine da gamer, come se la battaglia che abbiamo vissuto fosse una specie di sparatutto in prima persona, dove lui era l’indiscusso protagonista. Per noi però era il boss finale.”

Sulla lavagna si leggeva:

Nome: SCONOSCIUTO
Quirk: SCONOSCIUTO
Effetti: Aggressività, allucinazioni, stato di shock, amnesia parziale o totale.
Sotto effetto del quirk Deku ha detto:
- Ragno
- Profondo, blu
- Chi ha paura del buio?
Perché un Mind Flayer?
 
“Il nostro uomo invece sembra essere fissato con D&D.”

“Come fai ad esserne così sicuro? Potrebbe aver preso spunto anche da altre fonti, tipo Lovecraft, o qualche videogioco magari.” Kimiko sfogliava i fascicoli, stupita della sicurezza di Bakugou.

Katsuki afferrò una delle foto che aveva affisso alla lavagna poco prima e la passò a lei “Perché quel costume” disse indicandolo, prima di aprire una pagina del Manuale dei Mostri “È uguale a questo.” Era senza dubbio la riproduzione esatta del costume disegnato nel manuale, l’abito che indossavano i Mind Flayer.

“E quelle parole? Le ha sentite dire a Midoriya?”

“Sì, è tutto nel rapporto fatto da me, Todoroki e Aizawa. Deku delirava, ma tra i versi incomprensibili che emetteva c’erano queste parole.”

“Pensi abbiano un significato? Katsuki lo hai detto anche tu, Midoriya era sotto l’effetto del quirk.”

“Lo so ma… ho come l’impressione che queste parole non siano buttate così a caso.”

Kimiko sospirò, accanto a lui, gli occhi che vagavano sugli appunti di Katsuki “Da dove vuoi iniziare?”

“Non sappiamo nulla della sua vera identità, quindi potremmo iniziare studiando la sua apparenza.” le passò il manuale dove veniva descritta la creatura “Kimura dovrebbe fornirci le riprese delle telecamere di sorveglianza. Bisogna capire cosa cazzo sia successo a Deku ieri. Voglio sapere tutte le informazioni sui costumi e sulle maschere da Mind Flayer, dove e come vengono commerciati in Giappone. Parlerò con Todoroki, sarebbe meglio se voi due dirigeste le indagini sulle testimonianze, visto che le vostre agenzie hanno già collaborato su questo caso in passato e voglio essere aggiornato su tutto quello che trovate.”

“E per Midoriya?”

Bakugou si rabbuiò “Per lui aspettiamo, appena si sveglierà voglio esserci. Se bisogna interrogarlo dobbiamo farlo tutti insieme, non voglio altri incidenti.” si ricordò poi di un’altra variabile “Tenete lontana la stampa, se esce solo una micro-informazione su questa storia sarà il panico e probabilmente il nostro uomo vuole che la gente sappia della sua esistenza e che è di nuovo in azione.”

“Va bene Katsuki, chiamo l’ispettore Kimura e poi mi metto al lavoro.”

Bakugou rimase a fissare lo schema disordinato davanti a lui, con la voce di Kimiko in sottofondo al telefono, i suoi occhi si fissarono sulla domanda Chi ha paura del buio?

Non sapeva perché, ma quelle parole gli mettevano i brividi.
 

 
- - -
 
 
Nei dormitori, quel pomeriggio.

Un’espressione simile a quella di prima, un po’ imbronciata, lo sguardo perso in un punto indefinito della stanza, una smorfia che faceva pensare ad una persona arrabbiata. Kyoko, nel suo silenzio, osservava il vuoto, sul divano della sala comune e con il libro di Fondamenti di Eroismo in mano. Lei, insieme a Yukiko, Iwao e Haru, stavano svolgendo i compiti assegnati quella mattina stessa. Però Kyoko aveva la testa da tutt’altra parte.

Era stata da Yukiko la sera prima, le aveva raccontato di suo padre, del Villain che aveva attaccato sia lui che Deku e del brutto presentimento che continuava a crescerle dentro ogni ora che passava. Da brava amica, Yukiko aveva cercato di risollevarla, le aveva anche raccontato del trambusto creatosi dopo che sia lei e Ichiro erano scomparsi in fretta per andare in ospedale. Molti si erano preoccupati, avevano anche chiesto a Monoma cosa stesse succedendo e il professore aveva ordinato a tutti di mantenere l’ordine e di non curiosare eccessivamente negli affari privati dei compagni. Di certo voleva ringraziarlo il professore, almeno fino a quando quella mattina non aveva detto sia a Kyoko che a Ichiro che nonostante i loro drammi familiari, pretendeva la massima concentrazione da loro. Aveva ragione, però Kyoko era rimasta inspiegabilmente infastidita dalla ramanzina dell’insegnante. Ce ne era davvero così bisogno?

Quello stesso giorno aveva diviso la classe in gruppi di quattro per svolgere una ricerca da consegnare entro due giorni. Ecco perché adesso si trovava lì, insieme agli altri tre, in sala comune.

“Kyoko? Pianeta terra chiama Kyoko.”

“Mh?” la ragazza rimise a fuoco la vista. Iwao le scuoteva la mano davanti al viso, un sorriso premuroso sulle labbra.

“Stai bene? Ti sei bloccata all’improvviso.”

“S-sì,” rispose, sfregandosi gli occhi. Era rimasta così tanto a fissare il niente? Stava facendo fatica, forse era semplicemente stanca “scusate ragazzi, sono solo un po’ sovrappensiero.”

“Non preoccuparti Kyoko, è normale. Penso che tutti saremmo preoccupati se fossimo nella tua situazione.” Yukiko si sistemò gli occhialoni sugli occhi “Facciamo una pausa?”

“Oh sì, vi prego. Il cervello mi sta scoppiando.” Haru di certo non era il più brillante della classe, sicuramente non quanto suo fratello Akihiro, che invece era proprio il primo in classifica.

“Come sta tuo padre Haru?” Iwao tirò fuori il cellulare, sdraiandosi comodamente sul tappeto del dormitorio “Ho letto che ha riportato ferite lievi dall’incidente.”

“Sta bene, ieri ha chiamato sia me che mio fratello. Sembra solo stanco per lo più. Gli avevo chiesto se Akihiro e io potessimo tornare a casa per passare un po’ di tempo con lui, ma mi ha detto che è meglio se rimaniamo qui.”

“Oh, e ti ha detto perché?” le sopracciglia di Iwao si sollevarono, sorprese e confuse.

“Non esattamente, ha accennato qualcosa sulla sicurezza della scuola. Mi è sembrato strano in effetti, visto che l’incidente lo ha semplicemente descritto come un errore commesso da loro.”

Kyoko e Yukiko si osservarono di sottecchi. A quanto pare i fratelli Bakugou non erano stati gli unici a percepire qualche stranezza. Iwao poi, senza il cellulare in mano, colse quel cambiamento d’espressione nel viso delle ragazze.

“Hey, che succede?” disse, mettendosi a sedere.

Tutti, compresa Yukiko, si voltarono da Kyoko, in attesa di una risposta. Lei sbuffò, prima di guardarsi intorno per assicurarsi che nessuno fosse nei paraggi per sentirla. Si avvicinò agli altri e abbassò la voce “Quello che sto per dire non dovrà mai uscire da questa stanza, intesi?”

“Certo Kyoko, lo sai che di me ti puoi fidare.” Iwao si portò una mano al petto. Si era fatto di colpo allarmato, magari percepiva la tensione nell’aria. Haru fece un semplice cenno del capo, improvvisamente più serio che mai.

 Kyoko scambiò uno sguardo rassegnato con Yukiko, poi parlò “Io e mio fratello abbiamo avuto la stessa impressione, che i nostri genitori fossero strani, ecco. Pensiamo che stiano nascondendo qualcosa.”

“La stessa cosa la pensiamo io e mio fratello. Nostra madre sembrava eccessivamente in ansia ieri.”

“Ma cosa potrebbero nascondervi?” Iwao prese a grattarsi la tempia, pensieroso e forse più confuso di prima.

“Mio fratello Kei pensa che la situazione sia più seria di quanto ci facciano credere, ma al momento non abbiamo prove concrete a riguardo. Tranne la collaborazione della polizia investigativa nel caso, ovviamente.”

“I servizi segreti? Mio padre non ci ha detto niente.” Haru aveva abbandonato la sua posizione comoda sul divano, per assumerne una posa più composta e rigida. Il campanello d’allarme suonava anche nella sua testa.

“Noi lo abbiamo saputo perché eravamo in ospedale, sennò anche noi ne saremmo all’oscuro.” era l’unico indizio che aveva fatto pensare a dei guai seri. La gravante era che a capo della divisione poliziesca ci stava Kimura e quando c’era l’ispettore di mezzo non vi erano mai buone notizie.

“Avete scoperto altro?”

“No Todoroki, su internet tutto tace, non si sa nemmeno chi sia questo Villain che hanno affrontato o come sia avvenuto lo scontro. Poi nessuno dei coinvolti rilascia interviste quindi è tutto molto più sospetto.”

“Non ci sono nemmeno riprese dello scontro? È davvero possibile?” Yukiko scrollava le notifiche sul cellulare, probabilmente stava verificando la domanda appena posta.

Kyoko scosse la testa “Niente di niente, nessun testimone, nessuna rispesa… questo per me rende le cose ancora più sospette.”

“Allora…” iniziò Haru, sempre più serio nei modi di fare “che avete pensato di fare tu e tuo fratello?”

Kyoko si abbandonò contro lo schienale del divano, sbuffando “Al momento stiamo solo ricercando informazioni, vogliamo capire quanto sia seria la situazione e…” tentennò, le venne in mente il volto di sua madre “quanto sarebbero gravi le conseguenze se ci mettessimo in mezzo agli affari dei nostri genitori.”

“Non so te Bakugou” riprese Haru, fissandola con quegli occhi azzurri lucentissimi, colmi di determinazione, uguali in tutto e per tutto all’ex numero uno Endeavor “ma a me non me ne è mai fregato niente di immischiarmi negli affari di mio padre, soprattutto quando riguarda la sicurezza della famiglia.” sospirò, prima di abbassare lo sguardo “Questo per dirti che se avrai bisogno di una mano, potrai contare su di me.”

Kyoko sorrise e annuì leggermente. Apprezzò molto la collaborazione di Haru Todoroki, che aveva sempre visto come uno spaccone fin da quando erano bambini.

“Hey! Non penserete mica che vi lasceremo fare tutto da soli, è troppo pericoloso… qualsiasi cosa voi abbiate in mente di fare.” Iwao si rimise in piedi, puntando il dito accusatore sia contro Kyoko che Todoroki “Potete contare su di me, sul mio aiuto intendo.”

“Anche sul mio, tanto lo sai Kyoko che sono sempre pronta ad aiutarti.” aggiunse Yukiko, sistemandosi i grossi occhialoni scuri.

Kyoko non sapeva dove l’avrebbe portata quella strana alleanza, ma si sentì grata di avere degli amici al suo fianco.
 
 
- - -
 
 
Al secondo piano. Ala maschile.

“E con questa abbiamo finito.” annunciò Noburu, mentre chiudeva in fretta e con prepotenza il laptop e tirava un sospiro di sollievo “Non ne potevo più di fare ricerche e ricerche e ricerche, Ryo che ne dici di andare da me e fare un paio di partite a Street Fighter?”

“Uh? Oh, va bene Noburu, finisco di sistemare gli appunti e ti raggiungo.” gli occhi cristallini ancora fissi sullo schermo, la luce artificiale si rifletteva sulle iridi e creava un effetto particolare sui lineamenti semplici ma definiti del giovane Shinso.

“Ok amico, voi ragazzi volete unirvi? Pensavo di avvisare anche Iwao e Haru, così da distrarci un po’.” Noburu indossava la tuta della U.A. con la giacca sbottonata che lasciava intravedere una maglia semplice, leggermente sgualcita dal tempo. A differenza di suo padre Tenya, Iida junior non era per niente incline alla formalità.

Ichiro alzò gli occhi su Iida, poi si voltò verso Akihiro seduto accanto a lui, ancora concentrato a battere sulla tastiera del PC. Era grato di essere finito nello stesso gruppo di studio con altri tre che conosceva, soprattutto Todoroki. Le mani pallide di Akihiro smisero appena di muoversi, per poi ricominciare sui tasti del suo costosissimo portatile “Grazie per l’invito Noburu, ma preferisco andare a dormire presto. Sarà per un’altra volta.”

“B-beh, anche io devo declinare l’invito Noburu, scusa. Sono abbastanza stanco e preferirei riposare.” in parte era vero, aveva dormito poco quella notte e sentiva il serio bisogno di chiudere gli occhi e lasciare la realtà per diverse ore. D’altra parte però pensava che se da Noburu non andava neanche Akihiro, lui si sarebbe sentito abbastanza a disagio senza la presenza del suo amico e quindi preferiva evitare. Inoltre, un piccolo tarlo dietro la nuca lo tartassava dal giorno prima e aveva un disperato bisogno di stare da solo con il suo migliore amico o sentiva che sarebbe impazzito.

“Nessun problema ragazzi, sarà per un’altra sera. Ci vediamo domani, ti aspetto in camera Ryo!”

Una volta uscito Noburu sia Ichiro che Ryo ebbero due reazioni contrastanti. Il primo rilassò le spalle, un po’ più vicino al poter parlare con Akihiro senza filtri, il secondo invece sospirò, sfregandosi gli occhi con la mano destra.”

“Tutto bene Ryo?” azzardò Akihiro, osservandolo di sottecchi.

“Sì, non preoccuparti. È che con questa storia dell’incidente di ieri sono un po’ in ansia anche per mio padre. A quanto pare è stato coinvolto anche lui da Aizawa nel gruppo di ricerca.”

“Hai parlato poi con Kyoko?” domandò ancora Akihiro, mentre la testa di Ichiro scattava così velocemente verso di lui da farsi quasi male. A volte davvero si stupiva della schiettezza dell’amico.

Ryo sbuffò “No, ci ho provato ieri, ma mio padre l’ha portata via prima che potessi entrare anche solo vagamente nel discorso. Ho come l’impressione che voglia evitarmi.”

In effetti anche Ichiro aveva notato come da quella mattina Kyoko sembrasse distante, distaccata, soprattutto con Ryo. Non che ci fosse molto da stupirsi, vista la loro ultima conversazione prima che Ryo partisse per l’Europa e poi c’era il grave evento che coinvolgeva anche Ground Zero.

“Ho capito, tu lo sai come la penso. L’incidente dei nostri genitori complica di molto le cose, però penso che tu debba dirle la verità.”

“Già, la fai facile tu.” borbottò Ryo, mentre raccattava le sue cose per uscire “Per adesso sarà meglio rimandare, non voglio darle altre rogne. Già la storia di suo padre è abbastanza opprimente.”

Akihiro annuì, finalmente alzando lo sguardo su di lui, mentre Shinso lasciava la stanza salutandoli.

Appena la porta si richiuse, lasciando Akihiro e Ichiro da soli nella stanza ormai illuminata solo dai colori del tramonto, i due ragazzi smisero di lavorare al pc.

Ichiro lo rimise del suo zaino, prima di abbandonarsi sul tatami dell’amico, con gli occhi chiusi. Akihiro aveva invece acceso la caraffa elettrica per mettere su l’acqua del tè.

“C’è qualche problema Ichiro?”

Arricciò le labbra, gli occhi sempre cocciutamente chiusi, cercando di ricacciare indietro le lacrime che sentiva già pizzicargli gli occhi “Questa storia dell’incidente... ho come la sensazione che papà non si risveglierà mai.” la voce si ruppe alla fine, sentiva gli occhi diventare acquosi.

Akihiro salì sul tatami e si posizionò accanto a lui, a gambe incrociate “Deku ce la farà, ne è convinto anche mio padre.”

“Zio Shoto è gentile ma... io ho solo brutte sensazioni... papà non è mai finito in ospedale in questi anni.”

“Penso che prima o poi capiti a tutti gli eroi di avere un incidente sul lavoro... papà dice sempre che è un mestiere imprevedibile.”

Non per l’erede del One for All pensò Ichiro, mentre si metteva a sedere e si asciugava gli occhi con il dorso della manica.

“Hey,” Akihiro aveva poggiato una mano sulla sua spalla, adesso gli era più vicino “prendiamoci una tazza di tè caldo e parlami di tutto quello che ti passa per la testa, va bene?”

Annuì e gli venne spontaneo sorridere, mentre l’altro si alzava e andava a riempire due tazze di acqua bollente. Akihiro era suo amico da qualche anno oramai, lo aveva conosciuto durante uno di quei campi primaverili per aspiranti eroi e avevano legato subito. Sembrava sempre leggergli nella mente, lo capiva al volo e non si era mai sentito così al sicuro con qualcuno come che con lui.

Considerava il loro rapporto speciale e proprio lui che non era mai riuscito a farsi davvero degli amici, poteva dire di avere un migliore amico che era proprio Akihiro.

Tornò porgendogli la tazza calda con già il filtrino di tè verde in infusione “Ci vuoi del miele?”

“Oh, no... grazie Akihiro.”

“E di cosa, per una tazza di tè.” lo vide accennare un mezzo sorriso, le labbra rosee persero un po’ del loro colore incurvandosi.

Era bello, tremendamente bello. Lo aveva pensato sin dalla prima volta che si erano incrociati al campo per aspiranti eroi. Le ragazze gli facevano una corte spietata, ma lui non era mai stato bravo con quel tipo di legami - questo gli aveva detto quando aveva iniziato a conoscerlo meglio.

Si era parecchio stupito che uno così perfetto in tutto ciò che facesse, volesse davvero avere a che fare con uno come Ichiro, che in confronto era sempre stato un ragazzino anonimo. Nonostante portasse un nome pesante sulle spalle.

“Ichiro? Ti senti male?” Akihiro lo fissava apprensivo, mentre gli sventolava una mano davanti al volto. Così vicina.

Lui si riscosse e cercò di dissimulare, mentre sentiva le sue guance iniziare ad arrossarsi “S-sì, è che sono molto pensieroso da ieri... ogni tanto mi perdo nei miei dubbi.”

Bel salvataggio.

“Allora, cosa ti perseguita così tanto?”

Ichiro fece per rispondere, quando nella sua tasca vibrò il telefono. Lo prese, credendo fosse qualcosa di importante e storse il naso quando si accorse che era semplicemente una notifica dell’applicazione di notizie riguardante gli eroi. Fece per mettere via il telefono, quando il titolo dell’articolo attirò la sua attenzione.

“Il Mind Flayer. Semplice leggenda o il nuovo nemico di Deku?”
 
 
 
 
Angolo autrice

Inizio dicendo che mi scuso per questa lunga attesa tra un capitolo e l’altro, ma tra la didattica a distanza, gli esami di cui non si sa ancora molto e la tesi, sono un po’ incasinata – per non contare le sessioni di D&D da portare avanti.

In ogni caso siamo di nuovo qui, tra i nostri eroi del futuro. I nostri ragazzini birbanti sono proprio intraprendenti come i loro genitori, che quando erano al liceo ne hanno combinate di cotte e di crude e questo noi fan lo sappiamo benissimo. Chissà se anche i nuovi aspiranti eroi non peccano di fantasia quando si parla di guai.

Io, come sempre, aspetto le vostre opinioni a riguardo e noi ci vediamo nel prossimo capitolo: A skeleton in the closet.

Hang in there.

-bluebb
   
 
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