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Autore: Harry Fine    25/04/2020    2 recensioni
Una guerra terrificante si svolgerà presto sulla Terra. Ma i nemici da combattere sono tutto fuorchè convenzionali. Non sono esseri umane, ma macchine provenienti dallo spazio capaci solo di distruggere tutto quello che trovano sulla propria strada. E per sconfiggerle sarà necessario un esercito altrettanto nuovo, letale e pronto a tutto. L'esercito degli androidi Yorha, composto da valorosi volontari. Ma davvero ne varrà la pena?
Genere: Avventura, Guerra, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai, Yaoi
Note: Otherverse, What if? | Avvertimenti: Threesome
Capitoli:
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Kyran e Athal erano fatti apposta per adattarsi ai vari terreni e a muoversi tra le ombre senza farsi notare: in poche parole quella giungla era un territorio che potevano usare a piacimento, ma dovevano ammettere di sentirsi tutt'altro che tranquilli.

Erano in testa al loro gruppo, con le armi in pugno, pronti a scattare al minimo segno di Biomacchine, e soprattutto erano tesi come corde di violino. Quella foresta sembrava emanare tensione, tutto attorno a loro si sentivano suoni per nulla rassicuranti e il numero di Androidi impiegati in quella missione non aiutava sicuramente.

《Sentite qualcosa?》 Chiese sottovoce Becky, il fucile in pugno e l'aria altrettanto nervosa.

I due scossero la testa, però un movimento alla loro destra fece muovere istintivamente il braccio della corvina e la sua frusta tagliò in due un cespuglio, rivelando il nulla dietro.

《Ok. Io direi che è il caso di calmarci tutti quanti.》 Disse Rahl, nonostante fosse praticamente saltato sul posto.

Tutti gli altri annuirono, ma un tremendo rumore di esplosioni e lame che cozzavano attirò la loro attenzione, mentre varie dozzine di biomacchine saltavano fuori dalla boscaglia, lanciandosi addosso a tutti loro.

 

La prima a reagire fu Natasha, tagliando uno dei nemici con la sua falce, ma gli altri si spostarono con agilità e si lanciarono sugli altri; King ne tranciò uno è Athal riuscì ad atterrarne un altro con la frusta, ma Rahl e Becky erano in difficoltà.

In quello spazio relativamente ristretto i modelli G come loro erano svantaggiati! Rahl stava cercando di tenere lontani i nemici da entrambi, ma il suo fucile di precisione era quasi inutile in raggio ristretto e non osava usare la sua seconda arma! Un lanciafiamme nel bel mezzo di una giungla avrebbe scatenato un vero disastro!

Intanto Ishley, King e Kyran stavano cercando di colpire l’orda, ma le biomacchine continuavano a saltare, veloci e precise come mai prima, e le loro spade e lance erano pericolose!

La russa e Athal si stavano preparando ad aiutarli, ma di colpo videro delle figure umanoidi piombare in mezzo alla radura, cogliendole di sorpresa.

La loro divisa era quella degli Yorha e avevano tutti la pelle abbronzata, probabilmente dovevano essere unità del Brasile, ma c'era qualcosa che non andava: erano coperti di tagli, olio e ferite, ma non sembrava importargli, e avevano un'aria quasi confusa.

Il dottore aveva una brutta sensazione, ma appena vide i loro occhi, di un rosso acceso e rabbioso, sgranò i suoi.《Sono stati infettati da un virus logico! Allontanatevi!》

 

Tutti scattarono il più lontano possibile, ma la situazione stava rapidamente precipitando: si sentivano delle urla provenire da tutta la foresta e i bagliori delle esplosioni facevano ben intendere che altri Yorha stessero lottando nella giungla.

Ishley strinse i denti, mentre King, Nathasha e Kyran tenevano a bada le unità corrotte e Becky, Rahl e Athal provavano a scacciare le biomacchine, ma poi gli venne un'idea.

I fili di connessione si allungarono veloci e si attaccarono alla fronte della corrotta più vicina, permettendo al dottore di entrare nella sua testa.

I suoi codici erano stati sovvertiti in modo irreparabile, ma non era quello il punto: Quello non era un semplice virus logico, era troppo virulento, troppo forte, qualcuno doveva averlo creato apposta!

Infatti sentì una presenza estranea nella mente della corrotta, che la stava manipolando come un burattinaio. Quella però si accorse a sua volta di lui e quello che venne dopo se lo sarebbe ricordato per un bel pezzo.

Era la stessa sensazione data da una tremenda scarica elettrica, il dolore che si diffondeva in ogni fibra del suo corpo, mentre la presenza estranea cercava di corrompere anche lui e prendere il controllo!

Si oppose immediatamente, rispondendo a fatica, creando barriera dopo barriera e cercando al tempo stesso di individuarla, mentre sentiva i suoni ovattati della battaglia attorno a sé.

Alla fine riuscì a penetrare le difese del misterioso burattinaio, sfondando le sue protezioni e risalendo veloce lungo le connessioni che stava diffondendo, ricevendo immagini e sensazioni da parte di tutte le unità corrotte e la situazione che trovò era tremenda.

Almeno una trentina di Yorha erano stati soggiogati e avevano aggredito a sorpresa i loro compagni insieme alle biomacchine, controllate a loro volta, spianando i suoi dubbi. Avevano a che fare con una nemica senziente, una intelligente per di più: invece di caricare a testa bassa come aveva fatto quella in Africa aveva teso delle imboscate per uccidere e corrompere più Yorha possibile.

Continuò a risalire lungo le connessioni e finalmente la trovò, sentendo la sua mente scontrarsi con la propria. Voleva capire in che punto della giungla si trovasse, ma era difficile: anche lei aveva delle grosse barriere mentali, e accedere si stava rivelando difficoltoso. Eppure si costrinse a combattere con più forza di prima per riuscire a carpirle dei pensieri, mentre decine di immagini gli bombardavano il cervello a velocità disperata, probabilmente per farlo smettere.

Vide moltissimi commilitoni combattere o venire direttamente impalati, altri ancora erano in fuga, ed ebbe persino una visione di Ivar, Ivan e Momoko che opponevano una strenua resistenza contro un altrettanto feroce assalto.

Ma non era lì per questo, doveva restare concentrato. Ignorò tutto quello che stava vedendo e si concentrò sull'hackeraggio di quelle cocciute barriere fino a quando non cedettero. Il problema è che l'ennesimo scontro tra le loro menti fu talmente forte da rispediti entrambi indietro con violenza.

Riuscì a cogliere a malapena la visione di una grossa radura acquitrinosa circondata da vegetazione, una palude probabilmente, prima di finire lungo disteso per terra.

 

Qualcuno lo scosse per una spalla. 《Ishley? Ishley mi senti?》 Chiese una voce preoccupata e femminile.

Il dottore biondo aprì gli occhi, vedendo una macchia di capelli rossi davanti a sé, quelli di Becky, mentre riprendeva pian piano coscienza di sé. La ragazza gli stava davanti, i capelli sciolti scendevano in una massa scarmigliata fino a metà schiena e aveva moltissimi tagli, tra cui uno decisamente profondo sulla guancia sinistra e gli abiti a brandelli.

Attorno a lei vide i corpi immobili delle unità corrotte e degli altri nemici, imbottiti di frecce, tagli e buchi di proiettile a tal punto da risultare irriconoscibili.

《Alla buon’ora dottore. Piaciuto il sonnellino?》 Disse la voce di King, poco distante. Anche lui Era in uno stato non esattamente piacevole: attorno a lui c'era una buona dozzina di biomacchine morte, ma il manico di un coltello spuntava dalla sua coscia e aveva rivoletti di olio rosso che gli scendevano dalla bocca.

Rahl e Kyran erano a loro volta feriti: l’arciere aveva diversi tagli sul torace e il cecchino ne aveva uno piuttosto grave sulla tempia, ma si erano accostati a lui per aiutarlo a estrarre l'arma.

Athal e Natasha non erano messe meglio, ma la rossa ignorava come al solito le proprie ferite, dedicandosi alla rimozione, alquanto dolorosa a giudicare dagli improperi della sua partner, alla rimozione di un proiettile dalla spalla di quest'ultima.

《Come si sente dottore? L'abbiamo vista piombare a terra… pensavamo fosse stato colpito o peggio che fosse morto!》 Gli disse l'ex guardia carceraria, visibilmente preoccupata.

Lui mise su quel ghigno sghembo che era ormai la sua firma. 《Tranquilla, Signorina. Ho solo voluto fare una sorpresa alla nostra biomacchina. Credo di aver visto deve si trova, ma prima credo che dovremmo aiutare Momoko e i suoi amici. Sono finiti in un'imboscata.》

 

***

 

Ivan stava cercando di bloccare quanti più assalti riuscisse con il suo enorme scudo, ma così tanti nemici in un colpo solo non li aveva mai affrontati e soprattutto non aveva mai affrontato Yorha corrotti col chiaro istinto di ucciderlo!

I suoi due compagni erano dietro di lui, riparati dalla sua imponente figura e illuminati dall'aura verde curativa della ragazza. Non avevano ancora chiaro cosa fosse successo, ma di colpo avevano sentito un dolore atroce impossessarsi di loro, tanto da fargli sanguinare naso e bocca, ma così come era arrivato era anche sparito di colpo e Ivar era crollato svenuto per terra.

Era chiaro che gli dovessero un favore per averli salvati, qualunque cosa avesse fatto, perciò la giapponese aveva subito iniziato a guarirlo mentre lui difendeva.

Il problema era che stava affrontando anche degli Yorha, non solo biomacchine: avevano una forza molto più tremenda e soprattutto avevano delle armi decisamente più forti.

Emily era sicuramente la più tremenda, essendo come lui fatta apposta per resistere agli assalti peggiori, e quei guantoni d’arme che stavano prendendo d'assalto il suo scudo erano molto pericolosi! Con uno scatto la respinse indietro, attaccando con il bordo affilato dello scudo il biondino armato di mazza, Jacob, togliendogliela di mano con uno strattone e dandogliela poi in testa con forza più e più volte, ma un proiettile rimbalzò contro la sua spalla.

Si girò, falciando via un gruppo di biomacchine, verso i due ragazzi con la balestra e il fucile a pompa; lui non aveva problemi ad incassare i loro attacchi, era fatto apposta, ma Momoko ed Ivar no!

Spedì via con un calcio il biondo, la sua testa quasi completamente distrutta, e si concentrò su di loro. Erano entrambi bassi e fisicamente poco dotati, lei in particolare era una ragazza macilenta, poteva batterli anche con le sue basilari conoscenze di lotta!

Si gettò su di loro, caricando a tutta forza con lo scudo, travolgendo con foga gli alberi su cui si erano posizionati e le biomacchine che avevano provato a contrattaccare. Le enormi piante si portarono pericolosamente, facendo crollare i due in uno stridere di rami spezzati e il francese gli fu addosso prima che potessero reagire.

Non aveva mai sentito una tale voglia di ridurli in pezzi, lui non era una persona che godeva del dolore che procurava ai propri avversari, ma era arrabbiato. Quei compagni che aveva conosciuto a malapena erano stati corrotti davanti ai suoi occhi e Ivar si era messo in pericolo per impedire che lui e Momoko facessero la stessa fine. Chiunque fosse il responsabile di tutto ciò, si sarebbe assicurato che venisse punito!

Con il bordo della sua arma, trafisse con forza lo stomaco della cecchina, ma non fece in tempo a fare lo stesso col suo compagno perché Emily gli piombò addosso insieme al trentenne armato di falcetto e ad un folto gruppo di biomacchine.

Evitò per un soffio la lama ricurva dell’uomo quando questa provò ad abbattersi sul suo collo, ma un gran pugno lo colpì dritto sullo zigomo, lasciandolo stordito, seguito poi da un altro e un altro ancora, mentre le altre lame tracciavano tagli e graffi sul suo corpo.

Ormai aveva la vista annebbiata, la faccia gli faceva un male cane e aveva perso il suo scudo, che giaceva poco distante, ma provò comunque ad alzarsi; era molto più grosso di entrambi, poteva vincere!

Con uno strattone se li levò di dosso, ma l'uomo più grande gli piantò la propria arma nella spalla, facendolo urlare per il dolore, però, prima che potesse ricevere altri colpi, sentì il sibilo di una lama e l'uomo crollò a terra con un gorgoglio sinistro, il collo squarciato che sprigionava fiotti rossastri.

Vide uno dei ventagli di Momoko tornare indietro, mentre la ragazza gli si metteva davanti. 《Ivar sta bene, si riprenderà. Ora vai e lascia fare a me!》

 

Erano rimasti solo il ragazzo con la balestra e il loro ormai ex capitano, più un gruppetto ormai sparuto di biomacchine, perfettamente nelle sue corde insomma. Li avrebbe volentieri passati a fil di lama.

Partì velocissima verso di loro, evitando i dardi della balestra, tagliando un nemico dopo l'altro e rimanendo sempre avvolta dalla sua aura guaritrice. La sua era una strategia pericolosa, ma decisamente efficace: guarire immediatamente ogni danno che le veniva fatto e usare le sue capacità al massimo che le riusciva! Ivan ed Ivar avevano fatto la loro parte, ora toccava a lei.

Emily le fu presto addosso, attaccando con ancora più veemenza di prima, ma lei saltò all'indietro, lasciando nel contempo un lungo taglio sul suo braccio con i ventagli, per poi piantarli nelle teste di due biomacchine dietro di lei. Corse più lesta verso l'altro Yorha corrotto e evitò i dardi di balestra, tranciandogli una mano con un colpo secco e rifilandogli la sua arma nella trachea.

Si girò verso gli ultimi quattro nemici pronta alla lotta, venendo però sorpresa da un pugno in pieno stomaco: lo guarì all'istante, ma aveva perso il vantaggio della distanza e dello slancio.

Emily, il corpo grondante di olio rosso, lanciò un urlo animalesco mentre correva verso Momoko, che si preparò a rispondere: parò i pugni come meglio poteva, ma ne incassò fin troppi, stava esaurendo le forze!

Solo che di colpo udì dei passi e la sua nemica le sputò un grumo rosso in faccia, mentre la spada di King e i Sai di Ishley la coglievano alle spalle e le perforavano petto e stomaco. Lei non fece in tempo a dire nulla, si accasciò per terra un una pozza rossa, mentre l'albina tirava un sospiro di sollievo.

Becky la abbracciò subito. 《Per fortuna siamo arrivati in tempo! Ishley ha detto che tu, Ivan ed Ivar eravate stati colti da un'imboscata!》

《Lo siamo stati. Anzi, se non fosse stato per Ivar, è probabile che anche noi saremmo stati corrotti. Ci ha salvati tutti e due.》 Spiegò lei, alzandosi e sedendosi accanto ai suoi compagni di squadra, per guarirli ancora.

《Tu come stai Momoko?》 Le chiese King.

《Io… giusto un po' stanca, non avevo mai affrontato tanti avversari in una volta sola. Ma non posso mollare adesso.》 Rispose risoluta.

Il ragazzo annuì: era più o meno un sentimento comune, ma quell'atteggiamento da parte sua era seriamente ammirevole. Moltissime persone avrebbero chiesto di tornare al Bunker dopo una simile missione.

Non ci volle molto perché Ivan ed Ivar si risvegliassero, per fortuna, ma sembrava che la situazione non stesse migliorando. Attorno a loro si sentivano urla e chiari suoni di lotta. Ormai la trappola era scattata.

《Che sta succedendo?》 Chiese il biondino, ancora confuso, solo per venire preso per un braccio da Kyran, che gli fece segno di fare silenzio, e portato nel folto della giungla.

《Te lo spiegheremo strada facendo, sappi solo che la biomacchina senziente ci ha reso un'imboscata e molti degli Yorha sono morti o stanno morendo.》 Disse Natasha in un sussurro.

 

Ishley intanto stava in testa al gruppo, i suoi Sai in pugno: durante l'hackeraggio aveva visto che la loro nemica si nascondeva in una palude prima di essere ricacciato indietro. Semplicemente nel bel mezzo del Rio delle Amazzoni sarebbe stato difficile trovare quella adatta. Accanto a lui stavano King e Rahl, entrambi visibilmente tesi, la spada e il fucile pronti all'uso.

《Grazie per prima.》 Sussurrò il ramato ad un certo punto.

《Come scusa?》 Rispose l'altro allo stesso modo.

《Tu e Kyran mi avete aiutato per l’ennesima volta. Volevo ringraziarvi.》 Rispose l'altro, con le guance colorate. Gli sembrava sempre un po' ridicolo che i suoi partner si preoccupassero tanto per la sua incolumità… ma doveva ammettere di sentirsi anche parecchio lusingato da tutte le loro cure.

L'altro sorrise dolcemente. 《È anche a questo che servono i compagni.》

L'altro emise un lieve sbuffo. Era una strana sensazione, pensare di potersi finalmente fidare di qualcuno così tanto da affidarsi a loro durante le lotte e guardargli a sua volta le spalle. Nelle varie risse che si verificano nel ghetto aveva sempre dovuto temere un attacco alle spalle o un sabotaggio da parte di alleati e avversari, mentre adesso, proprio tra gli Yorha di cui non aveva mai voluto fare parte, era tutto il contrario. Che ironia.

Ma impedì ai suoi pensieri di distrarlo; mantenne la spada salda in mano per le ore che passarono a girare in quell’enorme giungla, pronto ad infilzare qualsiasi nemico.

Però la sua determinazione divenne frustrazione poco dopo: stavano camminando da ore e non avevano ancora trovato nulla. Stava sinceramente pensando che si fossero persi, quando un movimento di Kyran e Athal attirò l'attenzione di tutti loro: i due si erano girati di scatto verso la loro destra, osservando il terreno fangoso, sui cui spuntavano delle impronte di piedi scalzi apparentemente umane.

《Le ha lasciate una donna queste. Ishley, credi sia lei?》 Chiese l’inglese, ricevendo un cenno di assenso.

《Si. Riconosco il segnale finalmente. Siamo vicini. Molto molto molto vicini.》 Disse, mentre Momoko stringeva i ventagli. Aveva ancora un conto in sospeso con quella burattinaia pazza!

 

Si avvicinarono più silenziosamente possibile, il sentiero fangoso che attutiva i loro passi, fino a quando non videro un bacino di acqua stagnante circondato da alberi e da cui emergevano varie rocce. Si nascosero dietro i tronchi, cercando di individuare la loro nemica. La individuarono seduta su una delle pietre: una figura minuta, femminile e completamente bianca, capelli e pelle inclusi, che sembrava star parlando accoratamente con qualcuno.

Si sporsero leggermente oltre gli alberi, vedendo che con lei c'era un'altra persona di spalle, un uomo, vista l'altezza e la larghezza delle spalle, avvolto completamente da un mantello rosso.

《Spero che stia facendo un lavoro migliore di chi ti ha preceduta.》 Disse lui con una voce calda e morbida, ma allo stesso tempo raggelante, che fece scendere brividi di terrore lungo le loro schiene. Chiunque fosse quella persona, emanava una pressione e un senso di terrore schiaccianti.

E l'altra biomacchina doveva essere d'accordo con loro, perché annuì in modo febbrile, quasi mettendosi a piangere. 《Ma certo padrone. Ho preso il controllo di tutte le biomacchine e moltissimi androidi. Si stanno uccidendo a vicenda da ore. Ce la farò, non si preoccupi.》

《Ricorda, a me non interessano i pesci piccoli. Sai chi desidero tu catturi e non accetterò fallimenti stavolta.》

L'altra emise un gemito di terrore, prostrandosi ancora di più. 《Si padrone! Glielo prometto! Quegli androidi saranno presto tra le vostre mani. Non la deluderò.》 Disse, mentre quello apparentemente svaniva nel Nulla, lasciandosi dietro solo un forte senso di ansia e i singhiozzi dell’altra biomacchina.

 

Gli androidi si guardarono tra di loro con aria turbata, persino Ishley pareva destabilizzato, ma soprattutto si sentivano confusi. 《Quello era il famoso padrone? Quello di cui parlava la biomacchina nel Bunker del deserto?》 Sussurrò Becky.

《A quanto abbiamo sentito, direi di si.》 Rispose Athal, sorpresa anche lei.

Tutti loro non sapevano esattamente cosa dire o fare, ma Natasha si costrinse a riprendersi in fretta: quella biomacchina, chiunque fosse, era sicuramente pericolosa, abbastanza da terrorizzare le altre fino a quel punto, e le aveva fatto drizzare i capelli in testa, però il loro obiettivo attuale era un altro. 《Ora non è il momento di pensare a lui. È una minaccia, ma non possiamo farci distrarre. Dobbiamo eliminare quella biomacchina prima che uccida altri Yorha.》

Rahl la guardò un attimo, ma annuì, ricaricando il fucile, Quello non era il momento per distrarsi, e anche Momoko e Ivar parevano pronti all'azione, visti i ventagli e la spada già sguainati.

《Dobbiamo provare ad avvicinarci senza farci notare. Provare a prenderla di sorpresa.》 Suggerì Kyran, ricevendo segni di assenso.

Solo che la loro nemica dovette sentire qualcosa, perché smise di singhiozzare di colpo e si girò con febbrile. 《Chi va là? Fatevi vedere chiunque voi siate!》 Urlò, gesticolando come una pazza.

Gli androidi non fecero in tempo a dire o fare nulla, che una gigantesca biomacchina, alta almeno una mezza dozzina di metri e dalle enormi braccia emerse dalla palude e spazzò via gli alberi dietro cui si erano nascosti.

Gli occhi azzurri della loro nemica si illuminarono di quella che sembrava folle speranza non appena li vide. 《Siete voi! Siete voi quelli che il padrone vuole che catturi!》

Mosse nuovamente le mani e il gigantesco robot abbattè il gigantesco pugno sul terreno, mancando di poco Natasha, che saltò rapida verso la sua spalla, cercando di colpirlo con la falce, ma sentì qualcosa di lungo e tagliente rallentarla.

《È coperto da fili!》 Ringhiò, prima di essere costretta a spostarsi per evitare nuovamente un pugno.

 

King, Ishley, Athal e Becky si catapultarono subito verso di lei per aiutarla, ma Momoko, Ivar, Ivan e Rahl passarono in mezzo alle sue gambe, puntando direttamente alla burattinaia bianca.

La giapponese fu la prima ad attaccare, fendendo l'aria con le sue lame e costringendola ad arretrare, altre bloccava i colpi con le mani nude.

Non poteva fallire. Assolutamente! Se lo avesse fatto, ad attenderla ci sarebbe stata solo una morte orribile, preceduta da torture inimmaginabili. Lo aveva visto accadere e non poteva lasciare che succedesse!

Continuò a parare gli assalti della ragazza, ma Ivar arrivò di colpo accanto a lei, spada in pugno pronta a tagliarle il fianco. Lei saltò all'indietro, cercando di richiamare la sua marionetta in aiuto, ma essa era ancora coinvolta nello scontro con gli altri androidi!

E appena la biomacchina si girò per rispondere al richiamo, King ne approfittò, conficcandogli la sua spada nella spalla quasi fino all’elsa, mandando una serie di piccole esplosioni lungo il braccio sinistro appena la rimosse con uno strattone.

La sua padrona sgranò gli occhi, ma non demorse: doveva pensare in fretta e agire anche prima! Decine e decine di fili taglienti uscirono dalle ampie maniche per abbattersi sui suoi avversari, ma la scudo di Ivan si mise in mezzo, impedendole di colpire, e una pallottola le tagliò uno zigomo, mentre Rahl ricaricava.

La ragazza bianca sentì un morso alla gola. Stava già perdendo. Aveva iniziato lei quello scontro e stava già perdendo! Era tutta colpa del padrone! Sua e delle sue minacce! Stava andando nel panico, non riusciva a pensare con la lucidità di prima.

Il suo servitore poi era in difficoltà; i suoi movimenti si erano fatti meno precisi e, a causa della ferita alla spalla, i suoi colpi si stavano indebolendo sempre di più.

E Kyran se ne accorse. 《Colpite tutti il punto danneggiato!》 Esclamò, scoccando freccia dopo freccia.

Il loro avversario provò a rispondere a suon di pugni, ma il braccio sinistro, già semi incapacitato dallo squarcio sulla spalla, venne bloccato dalla frusta di Athal, dando il tempo a Natasha e King di tagliare via tutto quello che ne rimaneva.

La biomacchina perse l'equilibrio, crollando per terra, e la sua padrona gemette disperata: quella era la sua marionetta più forte e la sua ultima linea di difesa, non poteva perderla!

Diramò i suoi fili taglienti senza esitare, allontanando Momoko e Ivar, costringendo poi il suo servo a rialzarsi di nuovo, mettendosi sulla sua spalla. 《Non riuscirete ad uccidermi! Non fallirò! Non ho intenzione di morire》 Urlò da lì, recuperando un minimo di sicurezza, ricominciando a muovere la macchina più velocemente di prima.

 

I proiettili di Rahl e Becky stavano scalfendo facilmente la corazza, ma non le importava, doveva spazzarli via e portarli al padrone prima possibile!

Colpì la ragazza con la frusta con una manata tremenda, spedendola a mollo nella palude, e riuscì a fare lo stesso con l’arciere e la cecchina, solo che sentì di colpo un forte dolore alla spalla e uno dei Sai di Ishley gliela trapassò facilmente, facendola urlare dal dolore e la paura.

Decine di fili travolsero in risposta il dottore biondo, scaraventandolo per terra, svenuto e ricoperto di profondi tagli rossastri, ma la distrazione era stata sufficiente per permettere a Rahl e Natasha di conficcare le loro armi nella testa della sua marionetta.

La biomacchina si piegò pericolosamente in avanti e crollò nel fango subito dopo con un terribile schianto e non si rialzò più.

La sua padrona uscì da sotto il suo cadavere con il kimono sporco di rosso e l'aria ormai disperata. Cosa poteva fare adesso?! Avrebbe fallito, sarebbe stata smembrata e distrutta come se fosse stata spazzatura! Ma si costrinse a non pensarci: finché respirava aveva ancora una possibilità!

 

Momoko le arrivò nuovamente addosso insieme ad Ivan, ma stavolta non furono abbastanza veloci per evitare l'attacco. I fili che avevano colpito Ishley avvolsero entrambi in una ragnatela, bloccandoli sopra di lei e iniziando a stringersi intorno ai loro arti e alle loro gole.

Natasha, Ivar e Becky provarono a liberarli, ma la falce, la spada e il fucile vennero avvolti e strappati dalle loro mani, mentre tutti e tre venivano inchiodati per terra dai fili. Iniziarono subito a divincolarsi, ma questi si strinsero attorno a loro come serpenti e bloccarono i loro movimenti.

Una flebile speranza si riaccese nel petto della ragazza bianca. Ci stava riuscendo! Forse sarebbe riuscita a compiacere il padrone, e lui avrebbe potuto ricompensarla ampiamente.

Forse non avrebbe più dovuto combattere! Se le avesse concesso un unico desiderio gli avrebbe chiesto questo: essere finalmente libera da quella guerra, dalla lotta e dalla costante paura di morire, non voleva altro, servirlo in qualunque modo, eccetto quello!

Vide la giovane con la frusta rialzarsi, fradicia e furiosa e provò a colpire anche lei con ancora più fili, ma una fiammata la colse di sorpresa e bruciò le sue armi senza sforzo.

Guardò nuovamente terrorizzata il ragazzo con le braccia bronzee, uno dei più pericolosi a detta sua, di cui una delle due si era trasformata in un grosso lanciafiamme, avanzare, affiancato dallo spadaccino, dall’arciere e dalla mora, tutti e quattro determinati e soprattutto assassini!

La attaccarono insieme, le fiamme che bruciavano i suoi fili e le altre armi che la ferivano ovunque. Cercò di mantenere ferma la presa sui cinque che aveva bloccato, che continuavano a dibattersi per liberarsi, mentre Ishley giaceva incosciente sul terreno.

Momoko in particolare era furiosa: quella biomacchina aveva l'aria terrorizzata e normalmente avrebbe provato dispiacere nel sentire i suoi gemiti di panico, ma aveva ucciso il resto della sua squadra e adesso anche Ivan ed Ivar stavano rischiando di morire a loro volta, quindi non le avrebbe permesso di vincere!

Vide il francese strattonare con forza i fili attorno alla sua gola con la sola mano libera, ma quelli stavano stringendo sempre di più e la sua gola stava iniziando a sanguinare leggermente, facendogli emettere lamenti strozzati. Se avessero stretto troppo…

In un moto di energia, mosse il polso fino a quando non sentì la giuntura scricchiolare e il ventaglio tagliare via i fili. Il suo braccio venne liberato all’istante e lei stessa riuscì ad uscire da quella trappola, ma invece che saltare subito sulla nemica cominciò a spezzare la prigione che si stava stringendo attorno ai suoi amici, lavorando febbrile per liberarli prima che fosse troppo tardi.

Ivan venne liberato, crollando incosciente sul terreno, la gola rossa quasi squarciata, ma la loro nemica se ne accorse e saltò verso di lei, commettendo un grosso errore e rendendosene conto quando una frustata la prese su nuca e schiena e la sbilanciò in avanti.

La giapponese le fu subito addosso come una furia, i ventagli che fendevano l'aria pericolosamente vicini al collo della sua avversaria, facendole sgranare ancora più gli occhi per paura.

《Stai ferma maledizione! Il padrone mi ucciderà se non vi porterò con me!》 Le urlò infatti isterica, cercando di bloccarla ancora coi suoi ormai imprecisi fili.

L'altra li evitò, vedendo che Rahl e Kyran avevano già sotto tiro la schiena della biomacchina senziente. Doveva farla avvicinare di più a loro per renderlo un attacco letale. 《Perché lo servite se la punizione per il fallimento è la morte?!》

《Perché ci ha creati lui! Senza di lui non abbiamo nulla, non siamo nulla! E voi siete quello che più vuole. È ossessionato da voi! Io voglio essere libera da questa maledetta guerra!》 Urlò, le guance ormai rigate di lacrime e lo sguardo sconvolto da paura e disperazione.

 

Momoko si fermò un attimo, sorpresa nel vedere una biomacchina ridotta così dalla propria paura. Aveva ucciso decine di Yorha senza battere ciglio, eppure ora stava piangendo disperata alla prospettiva del proprio destino di eterna lotta.

Non avrebbe mai potuto perdonarla, ma poteva in qualche modo capire perché lo aveva fatto. Vivere agli ordini degli altri era una cosa che aveva vissuto e odiato.

Voleva dire qualcosa, ma lei si girò verso Athal, Rahl, King e Kyran e poi di nuovo verso di lei. Crollò in ginocchio: era stata sconfitta. Anche se avesse attaccato, loro l'avrebbero uccisa subito. Aveva fatto del suo meglio, ma il suo meglio non era mai stato abbastanza.

《Perché non te ne vai e basta? Potresti essere libera così.》 Le chiese di colpo il ragazzo con l'arco, attirando su di sé gli sguardi sorpresi di tutti.

Lei scosse il capo con un singhiozzo. 《Non posso. Lui sa sempre dove siamo. Potrei fuggire anche dall’altra parte del mondo e lui mi troverebbe nel giro di un attimo.》 Si asciugò le lacrime. 《Vi posso chiedere un favore? Non me lo merito, ma… vi prego uccidetemi voi.》

Rahl sgranò gli occhi, provando a dire qualcosa, ma Athal lo precedette. 《Credi davvero di poter avanzare richieste dopo tutto quello che hai fatto!? Hai ucciso tutti quegli Yorha e provato ad ammazzarci!》

Momoko la ignorò, la collera quasi del tutto svanita dalla sua mente. 《Perché vorresti una cosa simile?》

《Perché non ce la faccio più. Ho fallito, e anche se vi uccidessi adesso sarei comunque uccisa brutalmente dal mio padrone per questa conversazione. Mi torturerà per mesi prima di finirla. Non posso più reggere tutto questo!》 Disse lei, piangendo ancora, mentre i fili attorno a lei si afflosciavano.

Momoko si morse il labbro, chiedendosi cosa fare, King, Rahl e Kyran che la guardavano, dandole implicitamente il comando. 《Se… se vuoi posso renderlo indolore. Sarà velocissimo.》

Lei la guardò sopresa e si aprì di colpo in un sorriso di sollievo che non fece che ingigantire il macigno che si stava formando sullo stomaco dell'albina, annuendo poi convinta. 《Grazie. Oh, grazie.》 Disse, chiudendo gli occhi mentre la ragazza alzava il ventaglio.

Ci fu solo un sibilo e subito dopo per la ragazza bianca ci fu solo una sensazione di calore e di spossatezza, mentre lasciava che tutto scivolasse via. La paura, le minacce, il dolore… tutto svanì nel nulla, lasciandole solo una sensazione di profonda pace.

E appena si accasciò, l’albina fece cadere il ventaglio sporco di rosso, incapace di muoversi o smettere di guardare per lo Shock, mentre caldi lacrimoni le scendevano sulle guance.

Quella biomacchina... guardando il sorriso sereno che ora le ornava le labbra, Non avrebbe mai pensato di poter provare per un nemico tutta quella compassione.

Quando Natasha, Ivar e Becky si avvicinavano sorreggendo Ivan ed Ishley, ancora svenuti, lei era ancora lì immobile con gli occhi puntati sul cadavere.

《Cosa… cosa è…?》 Chiese la rossa confusa, guardando il corpo della biomacchina a terra.

《Io... non ne sono sicuro.》 Rispose Rahl, confuso quanto lei. 《Lei ha… deciso di morire. E la signorina Momoko ha esaudito il suo desiderio》

Athal sbuffò. 《Se al comando si verrà a sapere che le abbiamo parlato senza combattere, e soprattutto che abbiamo fatto la stupidaggine di aiutarla, anche se è morta noi verremo ridotti ad Operatori!》

《E allora non lo sapranno.》 Disse King perentorio.

《Come!?》 Esclamò Natasha. 《Vorresti mentire al Generale!? A tutto il Bunker?》

Lui alzò un sopracciglio. 《Hai altre soluzioni? Preferisci essere bollata come una traditrice?》

 

Questo stroncò completamente la conversazione; erano tutti troppo esausti per mettersi a discutere e sapevano che a ormai non si poteva tornare indietro.

Rimasero fermi in quella palude per un po', mentre Momoko usava le sue abilità per guarire le ferite di Ishley e Ivan, entrambi in condizioni piuttosto gravi, aspettando l'arrivo del segnale di cessato pericolo per tornare al Bunker, che arrivò poco dopo.

Tutti tirarono un sospiro di sollievo, ma King continuò a pensare allo sguardo terrorizzato di quella biomacchina alla sola idea di affrontare il suo padrone. Aveva visto più volte espressioni simili nei volti degli altri abitanti del ghetto: ragazze che temevano di essere cacciate dai protettori, ladruncoli che dovevano misurare ogni passo e persino spacciatori sempre col fiato dei capi sul collo, eppure pochissimi avevano scelto la morte per liberarsi. Chi poteva essere tanto terribile da ispirare una simile sensazione di terrore?

Continuò a rifletterci per tutto il viaggio di ritorno, notando che anche L'albino stava facendo altrettanto, ma una volta tornato alla Base e venne portato in infermeria non resse più, crollando a peso morto sul lettino. Quella lotta era stata davvero estenuante per tutti loro ed erano anche preoccupati per i loro compagni: non avevano ancora ripreso i sensi ed erano stati portati via d’urgenza insieme a Momoko, il che non faceva ben sperare.

 

《Come ti senti?》 Gli chiese Flebile Kyran, accanto a lui.

《Una favola. E tu?》 Chiese, cercando di farlo ridere.

Le sue labbra si incurvarono un po'. 《Io sono leggermente a pezzi, ma non c'è male. Almeno ne siamo usciti tutti vivi una seconda volta.》 Disse, tendendo la propria mano per toccare la sua.

Il contatto lo fece arrossire, ma non lo faceva sentire per niente a disagio, mentre si voltava a guardare Rahl, che dormiva vinto dalla stanchezza nell'altro letto, e si ritrovò a sorridere a sua volta. In effetti stavolta tutti loro l'avevano scampata proprio per un pelo, ma fortunatamente erano vivi.

Solo che la sua attenzione fu attirata dalla figura della generale, che si avvicinava impettita ai loro letti, passando in mezzo ai modelli H senza fare una piega e la sua faccia estremamente seria non gli fece presagire nulla di buono.

Vide Natasha e Ivar farsi tesi di colpo, mentre Becky si mordicchiava il labbro nervosa, e appena scambiò uno sguardo con Athal e Kyran capì che entrambi avevano capito che non stavano arrivando buone notizie.

La donna arrivò davanti a loro, attirando su di sé gli sguardi di tutti i presenti. 《56B, 46G, 19C, 25E, 33G, 13S, 15C, dobbiamo parlare.》

   
 
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