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Autore: My fair lady    25/04/2020    0 recensioni
Sequel della fanfiction "Matrimonio", una fiction What-if che raccontava dei giorni prima del matrimonio di Harry e Draco, e ora scopriremo gli eventi che sono accaduti dopo.
Se avete adorato Matrimonio, amerete anche questa.
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Famiglia Malfoy, Famiglia Potter | Coppie: Draco/Harry
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Salve a tutti.
Come sempre vorrei ringraziare chi recensisce questa storia e anche i lettori silenziosi.
La nostra storia sta finendo. Questo è il penultimo capitolo. All'inizio avevo predisposto un unico capitolo, ma poiché è venuto lunghetto ho preferito dividerlo in due.
Godetevi questo capitolo. Spero vi piaccia.

Capitolo 6. Canti di Guerra
 
Draco si svegliò e tastò l’altra parte del letto, cercando di trovare il corpo di Harry, ma come al solito non c’era. Da quando avevano perso l’affidamento di Aidan, suo marito aveva sviluppato l’abitudine di svegliarsi presto per andare a correre, e poi andare direttamente agli allenamenti.
Andò in cucina e trovò un altro dei suoi bigliettini che gli diceva ‘ti amo’.
Ormai era consuetudine per loro comunicare tramite bigliettini e Draco odiava questa cosa.
Erano passati solo pochi giorni dal trasferimento di Aidan, ma a Draco ed Harry erano sembrati secoli.
Il Telefono babbano squillò, e Draco rispose svogliatamente.
“Sono stufo di ripetere che non sono interessato al trading online!” sbottò lui,
ma poi la voce di una donna rispose “Scusi? Questa è casa Potter?”
“Potter-Malfoy” corresse lui.
“Io sono l’insegnante di Aidan. La signora Carlson. E sono preoccupata per lui.”
“Le abbiamo già spiegato che ora la tutela del bambino è passata a suo zio.”
“Sì. Lo so, ma sono tre giorni che Aidan non viene a scuola, e quando provo a chiamare il numero dello zio, non ricevo risposta. Quindi…che volete fare?”
Draco non capì le ultime parole della signora Carlson “Scusi?”
“Volete andare a controllare quel bambino o no? Perché francamente, siete due idioti.”
“Scusi?” ripeté come un pappagallo Draco.
“Vi siete arresi. E questo è un comportamento da perdenti. Sinceramente anche io all’inizio avevo dei dubbi, ma credo che lei e suo marito siate le figure migliori per Aidan. Ora vada a riprenderselo.”
Draco aveva gli occhi lucidi, però se li asciugò con la mano e poi si guardò allo specchio risoluto
“Basta! Io sono un Malfoy e quando un Malfoy vuole qualcosa se la prende!”
Poi aprì l’armadio con un gesto secco e deciso “Prepariamoci per la guerra.”
Decise di indossare i suoi vestiti più eleganti, e poi si smaterializzò a casa di Cameron. Non conosceva benissimo l’ubicazione della casa, quindi smaterializzarsi era un rischio. Ma doveva farlo.
Comparve in un grande appartamento. Essendo lui un arredatore si perse per qualche secondo a criticare l’arredamento della casa, poi però si ricordò la sua missione principale.
Prese la sua bacchetta e pronunciò “Guidami da Aidan.” La bacchetta vibrò verso sinistra, poi lo fece salire al secondo piano, fino ad arrivare ad una stanza.
Sembrava chiusa a chiave. Recitò “Alohomora!” e questa si aprì.
Davanti a sé, in una stanza spoglia, c’era Aidan.
Lui si avvicinò, emozionato “Ehi! Ciao piccolo.”
“Piccolo?” i suoi occhi lanciavano scariche di rabbia, ed erano strane da vedere, in un bambino di sette anni e mezzo. “Perché mi avete lasciato con mio zio? Lui dice che vi siete stancati di me.”
“Che cosa?” Ora era Draco ad essere arrabbiato. Strinse la bacchetta talmente forte nel suo palmo che quasi si spezzò. “E’ una bugia. Purtroppo, durante la seduta in tribunale, tuo zio è riuscito a vincere la causa per il tuo affido temporaneo. Non ti avremmo mai lasciato.”
“Stronzate!” urlò Aidan “Non ci avete nemmeno provato. E non vi ho più visto.”
Draco si sentì profondamente in colpa. Non aveva scusanti. E quasi non riconosceva più il bambino che aveva davanti, che aveva vissuto con loro un mese e mezzo.
“Noi abbiamo lottato in tribunale, e lotteremo ancora. La sentenza è solo temporanea. E comunque non dire queste parole, signorino, o dovrò lavarti la bocca col sapone, oh cazzo, sembro mia madre.”
Lo sguardo carico d’odio di Aidan si spense un po’. Il bambino era rimasto senza parole, il che era tutto dire per lui. “Davvero?”
“Certo che sì. Io ed Harry ti…” prima che potesse finire con ‘ti vogliamo bene’ comparve Cameron.
Guardò Draco e sbuffò seccato. “Che ci fai qui? Avete perso.”
Draco puntò la bacchetta in direzione dell’uomo viscido e chiese, scandendo bene le parole “Perché diavolo hai detto ad Aidan che ci eravamo stancati di lui?”
Cameron sorrise “Non mi fai paura, Malfoy.”
Anche lui prese la bacchetta, ma Draco fu più veloce e lo schiantò, ma Cameron riuscì a ridurre l’urto dell’incantesimo.
I due ingaggiarono un duello di incantesimi, dove raggi verdi e blu si scontrarono a gran velocità.
Cameron comprese presto che non poteva vincere, così pronunciò “Accio Aidan” attirando a sé il nipote, e poi si smaterializzò.
Draco era rimasto solo in quella casa, senza nessuna idea di dove potessero essere andati. Aveva bisogno d’aiuto.
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A casa di Lily e James, gli ospiti della casa facevano colazione in tranquillità. Ovviamente Alexandra indossava solo una vestaglia e un asciugamano in testa.
Qualcuno suonò al campanello, e James andò ad aprire, trovandosi di fronte un uomo sui trentadue anni, dai capelli scuri e un accenno di barba. Portava due orecchini ad entrambe le orecchie. L’uomo chiese “Abita qui Alexandra Savage?”
La drag queen, sentendosi nominare comparve e quasi urlò per la sorpresa “Leonard? Cosa ci fai qui? Ti ho detto che non volevo più vederti!”
“Ah allora è lui il Leonard famoso.” Sorrise maliziosa Lily, che come sempre amava intromettersi negli affari degli altri.
Leonard sembrava esasperato ed esclamò “Alexandra! Ti prego. Dammi un’occasione. Ti amo!”
Alexandra sospirò, incrociando le braccia “Tesoro, è stato bello, ma la nostra storia è solo di sesso.”
“Sposami! E farò di te la persona più felice del mondo.”
In quel momento comparve Draco. Sembrava agitato. Guardò Leonard “E tu chi sei?”
“Un’anima in pena!” rispose lui.
Draco senza rispondere puntò la bacchetta nella sua direzione sbuffò “Non ho tempo per te. Somnia!”
Con un incantesimo l’uomo cadde addormentato per terra. Alexandra sospirò “Grazie a Merlino. Che è successo tesoro?”
“Ragazzi, poche cazzate. Sono stato a casa di Cameron, e lui ha portato via Aidan da qualche parte…Dobbiamo andare a riprendercelo.”
Poi con un tono perentorio, quasi da generale impartì gli ordini. “James: Tu contatta i Potter e vedi se scopri dove potrebbe essere andato, Lily e Alexandra, vestitevi e venite con me. Andiamo a prendere Harry.”
I tre lo guardarono con ammirazione e stupore, poi iniziarono ad eseguire i suoi comandi.
 
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Harry sbadigliò.
Era seduto attorno ad un grande tavolo rettangolare, con tutti i giocatori vicini e l’allenatore stava proiettando magicamente delle schede di altri giocatori.
“Ragazzi, gli Italiani non sono da sottovalutare. Hanno due ottimi cacciatori e un portiere stratosferico. Per fortuna pare che il loro Cercatore non sia un granché.”
L’allenatore cambiò scheda, ma sul muro venne proiettata una scritta “Che cosa stai facendo qui Harry?”
Il soggetto interessato si guardò in giro e chiese “Ragazzi, chi è il simpaticone?”
Nessuno rispose. L’allenatore mise un’altra scheda e apparve un’altra scritta. “Aidan ha bisogno di te, idiota.”
Harry era sempre più confuso, quando guardò entrare nella stanza Lily e Draco. Lui li guardò stupito. Sembravano entrambi molto seri. “Noi andiamo a recuperare il bambino. Vieni con noi?”
Lo sguardo del moro si adombrò. “Noi non possiamo fare niente.”
“Forse noi no. Ma se la famiglia Potter scoprisse che Cameron ha rapito Aidan, non ci sarebbero più dubbi che siamo noi le persone adatte a crescerlo.” Rispose Draco. “Devi crederci. Ora più che mai. Vieni? Non lo faccio senza di te. Sei tu che mi hai insegnato a lanciarmi in questi piani folli.”
Harry si alzò dalla sedia e raggiunse suo marito. Lo baciò dolcemente e sorrise “Non ti ho mai amato così tanto come ora.”
I compagni di Harry rimasero esterrefatti, e lui promise all’allenatore che avrebbe studiato le tattiche per tre giorni, per farsi perdonare.
Si smaterializzarono a casa di James e Lily. Alcuni dei Potter erano già arrivati, compreso Christopher, il patriarca della famiglia. Leonard era sistemato sul letto di Harry dove avrebbe continuato a dormire tranquillamente.
Simile ad un vecchio gufo appollaiato sulla sua poltrona, Christopher chiese il motivo della convocazione. Draco sospirò “Il motivo è che c’è un bambino nei guai, e voi siete stati così stupidi da pensare che Cameron avrebbe potuto essere un buon tutore. Sono andato a casa sua per parlare con Aidan e quando l’ha scoperto ha portato via il bambino chissà dove.”
I membri della famiglia Potter dopo questa dichiarazione rimasero sconvolti.
Uno dei Potter, quello dai capelli rossi sospirò. “Cerchiamo di non allarmarci. Oltretutto non credo che farà del male al bambino.”
James sorrise “Non notate la mancanza di qualcuno?”
E in effetti, Wolfgang Potter non era presente, sebbene fosse stato convocato. “Sospetto che i suoi progetti, e quelli del figlio siano quelli di avere la custodia di Aidan solo per avere la parte di eredità che spetterebbe ad Aidan. Sapete che Wolfgang la sua l’ha quasi sperperata tutta.”
Christopher disse serio “Le tue sono accuse gravi.”
“E allora perché non è qui a difendersi?” rispose James.
“Ora basta!” si intromise Harry “Mio marito ha ragione. Voi dovete sempre discutere e parlare per decidere qualcosa. Ma ora è finito il tempo di parlare. Io vado a recuperare Aidan. Mio…” si bloccò. Draco sorrise e gli prese la mano. “Nostro figlio.” Concluse Harry.
Il Potter dai capelli rossi sospirò, passandosi la mano fra i capelli “Wolfgang ha una tenuta a 80 km da Londra. Potete provare ad andare…ma…se vi smaterializzate, potrebbe accorgersene.”
Draco chiese “E quindi come ci arriviamo?”
Lily sorrise “Ho un piano.”
Fortunatamente la vicina di casa di Lily e James aveva una macchina. Vecchia, scassata, del suo marito babbano ormai in pensione. “Perfetto, vai a chiederle se possiamo prenderla in prestito.” Propose Harry
“Non c’è tempo per chiedere. Alexandra vai a rubarla.”
Lei annuì ed uscì di casa. James sospirò “Povera signora Rosalie…le verrà un colpo.”
“Ma no. Non se ne accorgerà nemmeno.” Sorrise Lily.
Alexandra tornò dal suo reato “Andiamo belli. C’è una macchina che vi aspetta!” Draco fu il primo a uscire di casa, seguito da Harry e poi Lily che sbuffò “Avanti, vieni James!”
“Ma sono in pigiama!” protestò lui.
Lily sbottò “Andiamo! Tanto chi ti deve guardare?”
E così tutti uscirono di casa, lasciando i Potter da soli.
Un sorriso, raro, si dipinse nel volto di Christopher “Quella donna mi è sempre piaciuta.”
I cinque scesero in strada ed entrarono in macchina. Ma sorse un piccolo problema.
“Chi sa guidare una macchina?”
Alexandra sbuffò “Se non ci fossi io...” e si mise al volante.
“Tesoro, hai la patente?” chiese Lily.
“Certo, ma me l’hanno tolta per eccesso di velocità.”
E con queste premesse rosee partirono.
Draco sembrava essersi rinvenuto dal momento di ardore e risolutezza che aveva avuto. “Ma cosa ho fatto?”
Harry gli strinse la mano “Amore sei stato grande.”
“Mi viene voglia di vomitare.”
Lui gli massaggiò la pancia sospirando “Tranquillo amore…è normale.”
Poco più avanti videro delle transenne che indicavano strada chiusa, e Alexandra spense la macchina.
Draco diede due pugni sul sedile per sfogare la frustrazione. James sbuffò “E adesso dove andiamo?”
Harry invece sorrideva “Alex… chi ti ha insegnato a guidare?”
“Quel pilota matto della formula uno babbana.”
“Appunto. Metti in pratica i suoi insegnamenti.”
Lo sguardo di Alexandra mutò. I suoi occhi si assottigliarono. Ingranò la marcia e pigiò con forza sull’acceleratore.
Distrusse senza sforzi lo sbarramento creato dalla polizia e velocemente raggiunse la strada, mantenendo una velocità piuttosto sostenuta.
Purtroppo, la loro bravata non era passata inosservata. Una volante della polizia iniziò a seguirli a sirene spiegate.
Fu Draco il primo ad accorgersene, mentre stava lottando con la nausea.
“Ma non possiamo spiegargli che stiamo correndo così tanto per un buon motivo?” sbuffò Alexandra, accelerando ulteriormente.
Harry si sporse dal finestrino e sospirò. Era proibito usare la magia di fronte ai babbani ma stavolta doveva farlo. Prese la mira con la bacchetta e poi pronunciò “Diffindo!”
Due ruote della macchina della polizia si squarciarono, senza motivo apparente, costringendoli a fermarsi.
Lily gli strinse la mano “Sono così fiera di te.”
“Per aver infranto la legge magica e babbana?” ironizzò lui. Dio, era un miracolo se la famiglia Potter era ancora libera e non ad Azkaban, in una cella tutta per loro.
Poi controllò suo marito, che aveva assunto un colorito quasi verde. “Tesoro tutto bene?”
“Ho l’aria di una persona che sta bene?”
Lily sospirò “Povera signora Rosalie. Se le riportiamo la macchina piena di vomito chi la sente?”
“Grazie per l’interessamento.” Sbuffò Draco.
Alexandra si vantò “Sono brava al volante, vero? A proposito, James, dolcezza, dove devo andare adesso?”
Il padre di Harry rifletté e mormorò “Al terzo semaforo a destra e poi segui le indicazioni per Riannhon’s Cove. Dopo un po’ dovremmo trovare una strada sterrata. Falla tutta.”
Dopo mezz’ora di strada, arrivarono al casale che gli aveva indicato Christopher.
Alexandra spense la macchina e Draco poté finalmente tirare un sospiro di sollievo.
La porta del casale era stata protetta con degli incantesimi, ma i cinque maghi non ebbero difficoltà a farla saltare in aria.
Lily entrò per prima sorridendo “Siamo tornati, tesoro.”
Si divisero per perquisire la casa.
Draco, Harry e Alexandra cercarono nelle stanze da letto, mentre Lily e James nelle altre.
In cucina trovarono Wolfgang Potter, che come se non fosse nulla si stava preparando un tè.
Lily gli puntò la bacchetta addosso. “Dicci dove sono Cameron e Aidan.”
Lui si girò e sorrise sornione “Lily, sei sempre bellissima.”
Lei inarcò le sopracciglia. “Dimmi dove sono.”
“Oh un po’ qui, un po’ li.” Rispose lui ridendo, rivelando l’assenza di diversi denti.
“Siete venuti qui con tutta la fanteria e loro non ci sono.”
James ringhiò dalla rabbia e lo schiantò. Lily guardò suo marito, e vedendolo così agguerrito si strinse a lui sorridendo “Ecco il mio uomo.”
L’unica cosa che Harry e Draco avevano trovato erano dei vestiti di Aidan. Ma di lui nessuna traccia. Poi Draco si sporse dalla finestra e vide la macchina della signora Rosalie partire da sola per un sentiero attraverso i campi. “Quel coglione se ne sta andando con la nostra macchina!” urlò


To be Continued....
 
  
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