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Autore: Elena 1990    25/04/2020    1 recensioni
L'immortalità è un dono e una maledizione. Shadow e Knuckles lo sanno meglio di chiunque altro, e benchè la vivano in modo diverso, essa li ha uniti come non avrebbero mai immaginato.
In un futuro lontano e con una nuova minaccia alle porte, difenderanno il loro mondo. Devono. Lo hanno promesso.
Ma quanto vale una promessa vecchia un millennio?
E soprattutto, ciò che li attende è davvero un nemico come tanti?
Genere: Avventura, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Knuckles the Echidna, OC, Shadow the Hedgehog, Silver the Hedgehog
Note: Otherverse | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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Capitolo 13: resistenza e confessione

Le strade della città erano illuminate e piene di festoni. Shadow scoprì che intorno all'evento solenne era nato un buon giro d'affari. In occasione, nelle vie che portavano alla piazza, c'erano bancarelle che vendevano cibo e alcune anche oggetti d'antiquariato risalenti al periodo della Resistenza, o almeno così dicevano i proprietari. Solo una via era spoglia: quella dove passava la fiaccolata.
Si dirigevano lì, dando intanto un'occhiata alle bancarelle.
- Non hai ma visto la commemorazione? - chiese Alexi a Shadow, che sembrava spaesato.
- Di solito vado fuori città in questo periodo dell'anno. - rispose il riccio - Non mi piace ricordare quegli anni.
- Grazie per averci accompagnato.
Shadow gli rivolse un lieve sorriso, notando le ginocchia sbucciate e i cerotti sulle gambe. Non aveva intenzione di arrendersi con quell' hoverboard.
- Nonno!
Tera corse incontro a Silver, gettandosi fra le sue braccia.
- Oplà! Dov'è la mia nipotina! - esclamò lui, prendendola in braccio. - E dove sono i miei ragazzi? Non venite a salutare il vostro vecchio?
Nadia e Alexi si avvicinarono per abbracciarlo.
- Allora, vi state comportando bene? Avete fatto progressi? Ah che maleducato! Shadow, Knuckles, amici miei, venite qui!
Shadow si avvicinò e gli offrì la mano. Silver gli prese il braccio, lo tirò a sé e lo abbracciò dandogli due pacche sulla schiena, con sorpresa del riccio, che ridacchiò.
Knuckles si avvicinò a Silver con il primo sorriso della serata. Fino ad allora aveva seguito il gruppo in silenzio e con l'aria di qualcuno che avrebbe dovuto rimanere a casa, possibilmente a letto. Voleva rimanere sull'isola a riposare, ma non voleva deludere i ragazzi, che non vedevano l'ora di mostrare la festività a lui e a Shadow.
Lasciò che il riccio lo abbracciasse. All'albino non sfuggì il modo in cui l'echidna ricambiò. La stretta di Knuckles di solito era forte e sicura, e non tardava ad arrivare, mentre questa era stentata, insicura, quasi come se temesse di toccarlo. Qualcosa non andava.
Non ne fece menzione. Qualunque cosa fosse, era un discorso per dopo.
Dopo i saluti, procedettero verso la fiaccolata.
- Sapete, credo di averne combinata una delle mie - annunciò Silver mentre procedeva di buon passo con l'aiuto del suo bastone. Shadow riconobbe nel tono scherzoso quello del giovane che aveva imparato ad amare come un fratello minore.
- Il sindaco mi ha incastrato anche stavolta e io senza pensarci ho fatto i vostri nomi.
- I nomi per cosa? - chiese Knuckles, guardando altrove.
- Beh, per i racconti sulla Resistenza. Hanno sentito le mie storie così tante volte, ma non credo di aver mai sentito le vostre voci sul palco.
- Vuoi che - Shadow iniziò.
- Non mi piace narrare quelle storie. - disse Knuckles.
- Per favore ragazzi. Quella gioventù nella piazza aspetta storie nuove. Le testimonianze sono sempre più scarne e ripetitive. E poi, Knuckles, so quanto sei bravo a raccontare. - gli mise una mano sulla spalla - E se ci sono cose che non ti senti di condividere, ti basterà ometterle. Del resto sei tu il narratore.
- Non saprei cosa narrare. Non sono belle storie.
- Non devono essere belle. Devono essere vere. - replicò il riccio. - Lo scopo della commemorazione è ricordare il passato, trasmettere alle nuove generazioni il ricordo autentico della Resistenza. E tu l'hai vissuta più di chiunque altro.
- Non lo so.
- Per favore?
- Mmh...
- Per favore per favore?
A quel punto Knuckles si arrese, con un sospiro. - Va bene. Ma solo perchè sei tu a chiederlo.
Silver ridacchiò, e i tre si unirono alla fiaccolata con le loro torce.
Knuckles rimase in coda al loro gruppo e Alexi raggiunse Silver.
- Maestro Silver?
- Alexi, quante volte devo ripeterlo? Puoi chiamarmi semplicemente Silver.
Il procione sorrise. - Silver. Perchè hai detto che Knuckles ha vissuto la Resistenza più degli altri? Angel Island ha avuto un ruolo importante nella guerra? O l' ha avuto il Master Emerald?
Silver sorrise – Beh, in realtà a quell'epoca Knuckles ha lasciato l' isola per unirsi alla Resistenza. E con il tempo il suo ruolo in essa l' ha portato ad essere molto vicino al comandante. Prendeva ordini direttamente da lui.
Alexi sgranò gli occhi - Sul serio? Quindi lo conosceva?
- Lo conoscevamo tutti. Io, Shadow, Knuckles. - disse - Ma il comandante, era un mobian molto umile. Si ritirò subito dopo la fine della guerra e ci chiese di non rivelare il suo nome.
- Sì. Forse è anche per questo che la gente lo ama tanto.
Nella piazza c'era il palco, proprio ai piedi del monumento alla Rsistenza, come Alexi aveva detto. Il monumento ritraeva un gruppo di mobian intenti a correre in salita su una pila di resti di robot. Quello in testa alla fila, teneva sollevata una bandiera.
Shadow e Knuckles gettarono le fiaccole nel bracieri e si fecero strada verso la statua per ammirarla da vicino. L' echidna accarezzò con la mano le lettere dorate sulla lastra di marmo nero.

IN RICORDO DELLA RESISTENZA,
DEI SUOI CADUTI
E DEL COMANDANTE, CHE DEGNO DI OGNI ONORE,
SCELSE L' ANONIMATO.

Sorrise e sentì la mano di Shadow sulla spalla.
- Così tanti morti. Avrei potuto fare di più.
- Hai fatto tutto quello che potevi.
- Tu credi?
- Ne sono sicuro.
- Se avessi usato il caos, il Master Emerald...
- Eggman lo avrebbe trovato, e una volta ottenuto, niente avrebbe potuto fermarlo. - replicò il riccio. - Non potevi salvare tutti.
Knuckles sospirò. - Sì, hai ragione.
- Stai bene?
- Sì. - replicò l' echidna, confuso. - Perchè?
- Mi hai appena dato ragione.
Knuckles colse la battuta, grugnì e si allontanò. Shadow lo seguì ridacchiando.
Tornarono da Silver e dai ragazzi. Sul palco c' era un vecchio tasso panciuto con una fascia sul petto.
Si schiarì la voce - Come sindaco, sono lieto di annunciare l' inizio delle celebrazioni in memoria della resistenza. Possano quei giorni e quegli eroi rimanere per sempre nella memoria di Mobius. Le testimonianze di oggi...
- Oh! Venite. Dobbiamo avvicinarci al palco. - sussurrò Silver ed iniziò a farsi strada, mentre il sindaco continuava il suo discorso.
Arrivò giusto in tempo per sentirsi chiamare e salì gli scalini, accompagnato da un applauso. Aspettò con il sorriso che la folla si placasse, poi prese la parola.
- Miei cari concittadini, sono molto felice di essere con voi anche quest' anno. Alcuni di voi avranno notato che da un po' di tempo siamo sempre gli stessi, con gli stessi racconti. Quest'anno mi sono permesso di portare due miei cari amici, che come me hanno vissuto quei giorni. - giorni ben lontani, ma era noto a tutti come in passato Silver fosse in grado di viaggiare nel tempo. Abilità che ora non utilizzava, a causa del fisico indebolito dagli anni e incapace di reggere un viaggio temporale. - Shadow the Hedgehog e Knuckles the Echidna!
I due salirono sul palco mentre la folla li accoglieva con grida e applausi.
- Mi sento a disagio. - sussurrò il riccio all'echidna nascosta dietro di lui.
- Vai prima tu.
- Cosa? Ma-
- Non mi interessa. Vai prima tu.
L' echidna lo spinse e Shadow barcollò verso il microfono. Guardò la folla in attesa e forzò un sorriso – Eeh - il microfono prese a fischiare forte - Oh, merda! Cos' ha questo affare? Come si spegne?
Silver fece un cenno al sindaco ed il sindaco al tecnico. Tempo di cambiare microfono e Shadow aveva già imprecato più di una volta nel tentativo di aggiustarlo, con più di una donna fra la folla che copriva le orecchie dei figli.
Shadow si schiarì la voce - Prova? Prova? Uno, due tre? - sospirò - Oh grazie mobius.- mormorò e poi si rivolse alla folla.
- Ecco, ce ne sono stati di avvenimenti nella resistenza.- esordì - Ma pensandoci, potrebbero essere storie simili ad alcune che avete già sentito perciò, credo che potrei narrarvi qualcosa di diverso. - si schiarì la voce e prese fiato – Lo incontrai un mese prima che Eggman conquistasse il mondo.
Narrò di Infinite, prima che Infinite esistesse. La gente lo osservava con stupore e pendeva dalle sue labbra. Shadow perse il filo un paio di volte e il tono tradiva il suo disagio ma la storia era abbastanza avvincente da coinvolgerli, vecchi o giovani che fossero e le parole del riccio acquisirono pian piano maggiore sicurezza.
Gli fecero un grande applauso e poi fu il turno di Knuckles. L' echidna si avvicinò al microfono con riluttanza e sguardo basso - Io, non so bene come iniziare. Ero... ero molto vicino al Comandante, si può dire che fossi come il suo secondo. Prendevo ordini da lui, li eseguivo o li trasmettevo a seconda dei casi. So che è molto amato da tutti voi, e che la Resistenza è ancora un evento di grande importanza ai vostri occhi, nonostante il tempo passato. - lanciò alla platea uno sguardo veloce. – Mi è stato chiesto di narrare la verità, di trasmettere la vera natura della Resistenza, ed è quello che farò. Vi narrerò del Comandante, e della Resistenza prima di Sonic. - fece una pausa, ed udì il silenzio.
Attendevano, in ascolto, così l'echidna prese fiato e iniziò. - Il Comandante era una brava persona. Ma in guerra questo non conta. In guerra bisogna fare ciò che va fatto, non importa se sembra sporco o malvagio in tempo di pace. - poggiò le mani tremanti sul microfono - Ed è peggio, quando sei quello che perde. Il vincitore può sempre permettersi di mostrare compassione, di fare qualcosa di buono in mezzo a tutti quegli orrori. Ma chi è costretto a cedere terreno ogni giorno, non può permettersi gesti di carità. - fece una pausa, cercando le parole giuste. - Pensate alla Resistenza come ad un corpo. Il Comandante doveva tenerlo in vita. Poco importava perdere un dito, una mano o un' intera gamba. Il cuore doveva continuare a pulsare e i polmoni a prendere aria. Finchè la Resistenza viveva, c'era speranza: era l'ultima forza ad opporsi ad Eggman e sapevamo che ogni mobian, libero o schiavo, riponeva le sue ultime speranze in essa. Con la caduta della Resistenza, tutto Mobius avrebbe smesso di lottare, arrendendosi a Eggman. E il Comandante lo sapeva. - chiuse gli occhi, scostando il muso dal microfono per non far udire il proprio sospiro. - Sono stati mesi di terrore, di sacrifici e di scelte difficili, quelli prima di Sonic, quelli dove il Comandante lottava per tenere tutto insieme. Per tenere sé stesso insieme. Io... io temo di non poterveli raccontare tutti, ma proverò a darvi un' idea.
Ciò che seguì fu illuminante: in molti ormai ricordavano la Resistenza come un evento glorioso, intriso di un' aura d' onore come un duello cavalleresco. Knuckles la mise a nudo per ciò che era: una brutale e selvaggia lotta per la sopravvivenza. Narrò di villaggi distrutti, di luoghi di prigionia, di assalti a depositi di armi e viveri e perfino di incontri segreti con Eggman stesso, di trattative e compromessi spesso degradanti per poter salvare la Resistenza: salvare un villaggio piuttosto che un altro, o lasciare che Eggman ottenesse un villaggio in cambio di una partita di viveri che avrebbe impedito al Comandante e ai suoi di morire di fame.
Eggman amava giocare con la Resistenza, lasciarli senza fiato, per poi dargli respiro. Lasciarli rialzare, solo per gettarli di nuovo in ginocchio.
Sulla piazza era caduto un silenzio pesante. Shadow e Silver si guardarono confusi: sapevano che la lotta era stata dura in quel primo periodo, ma non immaginavano avesse raggiunto quel livello di disperazione. Capitava che Knuckles omettesse dei particolari, o non spiegasse il motivo di ordini e strategie, ma non avevano mai pensato a delle trattative segrete con Eggman.
- Quando abbiamo scoperto che Sonic era ancora vivo, è stato come se Chaos stesso fosse sceso su Mobius a dirci che era finita. Che potevamo tirare un sospiro di sollievo. Che avevamo qualcosa di più di una vaga speranza. Con Sonic abbiamo vinto, ma una vittoria non cambia il passato. - disse Knuckles, mentre i primi raggi di luce accarezzavano la piazza, ora giunto alla conclusione della sua storia. - Il Comandante era una brava persona. Ma la guerra ha tirato fuori la sua parte peggiore. Qualcosa con cui avrebbe dovuto convivere per sempre. - strinse la presa sul microfono. - Alcuni si chiedono perchè scelse l' anonimato. Io credo perchè non vi fu nulla di onorevole in ciò che compì, anche se in futuro avrebbero raccontato diversamente. - alla fine, trovò il coraggio di guardare la folla in ascolto. – Vi ho raccontato queste cose, perchè meritavate di sentirle. Meritavate di conoscere la verità. Forse essa cambierà il vostro modo di vedere le cose. Forse la vostra opinione sul Comandante cambierà. Io non prendo le sue difese, ma posso dirvi, che ha fatto tutto ciò che poteva. Ha scelto ciò che in quel momento sembrava il male minore. Ha fatto semplicemente ciò che andava fatto. Per un mondo libero.
Quando finì, Knuckles sentiva la testa leggera. Si era tolto un grande peso, lo sentiva. Ora però, aveva paura che la stanchezza lo tradisse. Le sue ultime parole, il motto stesso della Resistenza, sembrò far sussultare la platea provata dal lungo racconto. Si congedò battendo il pugno sul petto e chinando il capo, il gesto che usava come Comandante all'epoca della resistenza.
Poi rimase in quella posizione. In attesa.
Per un attimo ci fu solo silenzio, poi qualcuno applaudì. Altri si unirono a lui e ben presto ci fu un unico, grande applauso.
Silver sorrise.
- Grazie. - mormorò Knuckles, ma era già lontano dal microfono.
  
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