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Autore: DarkDarrik    26/04/2020    2 recensioni
Questa storia è un tentativo di romanzare le vicende del famoso videogioco sui Pokèmon.
Ho cercato di renderlo in un contesto abbastanza " realistico" prendendomi piccole libertà creative.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Blue, Prof Oak, Red, Team Rocket
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
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Red si svegliò quella mattina all’interno del Centro Pokèmon e dopo aver fatto una buona colazione raggiunse la hall dell’edificio.

Un ragazzo stava giocando in compagnia del proprio Jigglypuff mentre altri due se ne stavano a discutere di un possibile scambio di un Pikachu con un Clefary.
Red si fermò a osservarli decidendo così di dare un’occhiata al suo di Pikachu.
Aveva chiamato il Professor Oak a cui aveva inviato il Pidgey per poter sbloccare la sfera del suo Pikachu considerando che aveva con sé già sei pokèmon quando l’aveva catturato.

Il piccolo roditore elettrico uscì dalla sua sfera e fissò Red un po’ intimorito.

«Ehi, ti va di allenarci un po’ insieme, piccolina?» le disse accarezzandole la testolina.

La Pikachu osservò Red guardinga e poi seguì titubante il giovane mentre si dirigeva fuori dal Centro Pokèmon.

 

«Cosa? Il Team Rocket è al Monte Luna?»sbraitò un signore anziano e  distinto in giacca e cravatta mentre parlava al telefono, per poi superare velocemente il ragazzo e uscire dal Centro.

Il Team Rocket era una banda di criminali che rubava e vendeva Pokèmon in maniera illegale, portando inoltre scompiglio in tutta la regione di Kanto.

Red non fece tanto caso all’uomo, deciso com’era a esplorare cittadina di Plumbeopoli:più grande di Biancavilla e Smeraldopoli, costituiva, assieme alla palestra,  il famoso Museo.

Red aveva scorto un piccolo sentiero fuori dalla cittadina, perfetto per allenare il suo nuovo Pokèmon.

«Non ci sono molti Allenatori validi da questa parte, siamo pieni di Pigliamosche!» affermò un uomo corpulento rivolto a un altro che era appoggiato allo steccato bianco di un cortile.

«Ehi, tu con quel Pikachu! Potresti darmi una mano con dei pokèmon selvatici?» domandò quello che poteva sembrare un contadino in salopette e cappello di paglia.

«Stavo giusto pensando di allenare un po’ il mio nuovo acquisto!» rispose entusiasta Red.

«Dei Rattata e dei Caterpie continuano a rovinarmi il raccolto, puoi combatterli e mandarli via mentre io vado a comprare dei Repellenti al Pokè Market?»domandò il contadino.

Il ragazzo pensò che anche lui sarebbe dovuto andare a comprare qualche strumento più tardi.

Il giovane accettò di buon grado l’incarico e sconfisse diversi Rattata e Caterpie grazie al Tuonoshock della sua nuova Pikachu. Riuscì pure a catturare un Caterpie, anche se non era interessato a usarlo in battaglia, ma solo per ampliare la sua collezione di pokèmon.

Il contadino ringraziò il ragazzo di Biancavilla e gli regalò alcuni Repellenti al fine di sdebitarsi per il disturbo.

Red camminò per la città guardandosi intorno, quando gli sfrecciò accanto una bambina che rincorreva un Nidoran maschio piuttosto disubbidiente.

«Ehi, ciao, sei già stato al Museo?» domandò poi un ragazzo che reggeva dei volantini e vestito con una divisa chiara.

«Veramente no» rispose Red tutt’a un tratto incuriosito.

«Allora seguimi, sono sicuro che ne varrà la pena» affermò allegra la guida turistica.

L’allenatore fece come ordinato e in poco tempo arrivarono al Museo, una struttura su due piani che aveva una presenza antica e importante.

«Certo, l’ingresso non è gratuito però sono sicuro che dentro troverai cose interessanti» si congedò infine il giovane mentre Red lo salutava per poi andare a pagare il suo biglietto alla cassa.

 

Le esposizioni erano davvero interessanti: fossili di pokèmon antichi erano in mostra in apposite teche e i vari Kabutops e Aerodactyl, tra tutti, catturarono l’attenzione di Red.

Al piano di spora si teneva una mostra sullo spazio e sulle pietre Lunari, ma il ragazzo non ne fu particolarmente colpito.

 

Dopo aver allenato Pikachu e aver visitato la città e il suo Museo Red fu determinato ad affrontare Brock, il Capopalestra di Plumbeopoli.

L’allenatore iniziò a dirigersi verso la Palestra e fu subito intercettato da una ragazza carina e tutta festante.
Aveva capelli castani e grandi occhi color mogano e vestita con un top e una minigonna.

«Sei un allenatore? Hai per caso Clefary? Dicono che provengano dallo spazio!» domandò la giovane con la luce negli occhi.

Red si grattò la testa e la osservò per un lungo istante, anche un po’ imbarazzato.

«No… mi dispiace»mormorò mortificato.

La giovane rimase un po’ delusa e poi gli augurò buona fortuna per il suo incontro in palestra.

 

L’edificio era abbastanza piccolo, con un solo piano, vi era un vasto terreno in terra battuta e al centro un sentiero dal pavimento in ciottoli.
Pietre di varie dimensioni erano disseminate tutt’intorno e una più grande di tutte primeggiava come piedistallo sul fondo della stanza.

Brock aveva capelli castani sparati all’insù e gli occhi scuri, i suoi lineamenti erano gioviali ma provati allo stesso tempo, lasciando in dubbio circa la sua vera età.
Il capopalestra indossava un gilet marrone chiaro e arancione, portato sopra una t-shirt nera, inoltre vestiva pantaloni da lavoro verde scuro e scarpe da trekking scure.

L’assistente della palestra andò verso Red chiedendo se volesse disputare un match contro Brock.

Il giovane rispose positivamente alla domanda.

«Hai già altre medaglie?» domandò l’uomo in giacca e cravatta e dai spessi occhiali da vista.

«No, è la mia prima lotta…»confessò imbarazzato il giovane.

I capipalestra possedevano vari set di pokèmon in base alla forza dei loro sfidanti, non vi era dunque un ordine cronologico per ottenere le medaglie, e proprio per tale motivo bisognava rendere le sfide sempre equilibrate.

L’assistente prese nota dei dati di Red e poi parlò di nuovo: «Come da regolamento, per qualificarti alla lotta devi battere alcuni apprendisti del capopalestra, ma visto che si tratta della tua prima lotta ne affronterai solo uno» affermò l’uomo.

 

Poco dopo Red si trovò a sentirsi teso e carico per il suo match di qualificazione.

«Questa sarà una lotta due contro due!»dichiarò l’arbitro della palestra e poco dopo un ragazzo con un completo da Campeggiatore di un verde chiaro fece capolino.

«Sono Liam, e sono pronto a farti vedere che le lotte in palestra non sono una passeggiata, neanche quelle di qualificazione! Ci vorranno anni luce perché tu raggiunga Brock!»affermò il giovane dai capelli bruni e gli occhi color cioccolato.

«Verrai sconfitto alla velocità della luce, invece!»rispose sicuro Red stringendo tra le dita la sua sfera pokè.

 

 

   
 
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